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Academic year: 2021

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CAPITOLO 1

INTRODUZIONE

Il presente studio, il cui scopo è stato quello di indagare gli aspetti demografici e parassitologici, nonché l’uso dell’habitat, da parte della specie Lepre europea (Lepus europaeus P. 1778), è stato svolto nel territorio delle Riserve Biogenetiche Casentinesi, riserve naturali statali comprese nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, istituite nel 1977 e gestite dall’Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Pratovecchio-ex Corpo Forestale dello Stato.

Le Riserve si estendono a cavallo dell’Appennino tosco-romagnolo per una superficie di circa 5300 ettari, parte in provincia di Arezzo e parte in provincia di Forlì - Cesena. Caratteristica peculiare di questo territorio è la presenza di formazioni forestali di grande importanza dal punto di vista della biodiversità. Presenti migliaia di specie vegetali ed animali tra cui rarità, endemismi e cenosi degne di nota. Da sottolineare, tra le Riserve Biogenetiche, la prima riserva integrale istituita in Italia nel 1959: la Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino. Le caratteristiche della popolazione di lepre europea che insiste nel territorio delle Riserve, non sono mai state trattate da alcuna ricerca o indagine, e questo è stato uno dei principali motivi del presente lavoro di tesi, unitamente alla necessità di approfondire l’ecologia di questa specie in ambienti non antropizzati ed al di fuori dei “normali contesti” venatori.

Lepus europaeus, specie originaria dell’Europa e dell’Asia, ha una distribuzione che in Europa si estende dai Monti Cantabrici fino agli Urali. Nell’Italia peninsulare è ubiquitaria, anche in conseguenza dei criticabili ripopolamenti a scopo venatorio che vengono, però, regolarmente eseguiti su tutto il territorio nazionale. L’habitat preferito dalla lepre è costituito dagli ambienti “aperti”, caratterizzati da modesti strati arbustivi alternati a superfici coltivate in maniera estensiva o lasciate a pascolo. Molto difficilmente vengono occupati ecosistemi fortemente boscati. Per tale ragione il presente lavoro, svolto in aree tipicamente forestali, dove difficilmente ci si aspetterebbe la presenza di una popolazione stabile, acquisisce una particolare importanza anche per finalità gestionali.

Detto ciò risulta evidente come l’Area di studio (le Riserve Biogenetiche ed un buffer di 500 metri attorno ad esse) ben si presti all’utilizzo di diverse tecniche di campionamento, proprio

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2 al fine di valutarne l’efficacia in ambienti forestali con caratteristiche molto diverse rispetto a quelli in cui comunemente si studia la specie target.

Come detto in precedenza, le finalità dell’indagine sono state stabilire i parametri demografici della popolazione ed eventuali selezioni sull’habitat nel corso delle stagioni. Oltre a ciò la popolazione di lepre è stata descritta anche dal punto di vista parassitologico.

La raccolta dati sul campo è avvenuta nel periodo compreso tra ottobre 2010 e ottobre 2012, combinando l’utilizzo di diverse metodologie e tecniche di campionamento, quali pellet group count e spotlight census per quel che riguarda gli aspetti ecologici e tecniche di laboratorio, quali flottazione e analisi microscopica, per quel che riguarda gli aspetti parassitologici. La ricerca è stata svolta con il proposito di ottenere un set di dati iniziale in grado di descrivere una popolazione della quale non si conosceva lo status all’interno delle Riserve e più in generale, nelle Foreste casentinesi.

Le tecniche di conteggio sono state utilizzate anche al fine di verificarne l’efficacia: il censimento notturno con sorgente di luce, uno dei principali per indagare i parametri demografici della lepre, è stato svolto in due sessioni (ottobre 2010 e maggio 2011) sfruttando la rete viaria interna e limitrofa alle Riserve (per un totale di 42 km percorsi a sessione); il conteggio dei gruppi fecali, molto usato per gli Ungulati, è stato svolto con sessioni stagionali nel 2012, secondo un disegno sperimentale costituito da 71 aree di saggio, plot circolari di 2 metri di raggio, distribuite in modo semi-casuale nell’Area di studio.

Per lo studio dell’uso dell’habitat operato dalla lepre, i parametri ritenuti caratterizzanti e potenzialmente determinanti in eventuali selezioni, sono stati le diverse tipologie di vegetazione presente (accorpate in quattro categorie: aree aperte; boschi di latifoglie; boschi di conifere; boschi misti di conifere-latifoglie) e le diverse fasce altitudinali (anche in questo caso accorpate: 540 – 812 m s.l.m.; 812 – 1084 m s.l.m.; 1084 – 1356 m s.l.m.; 1356 – 1628 m s.l.m.).

L’indagine parassitologica è stata svolta tramite una raccolta di campioni fecali “stratificata” attraverso le categorie vegetazionali ed altitudinali utilizzate per lo studio delle preferenze ambientali; contestualmente a tale campagna, effettuata per la specie target, sono stati collezionati anche campioni di cervo, daino e capriolo, erbivori che dividono le zone di pascolo con la lepre.

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