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Funzioni del sistema finanziario

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Academic year: 2022

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ECONOMIA DEGLI INTERMEDIARI FINANZIARI

Sistema finanziario: è la struttura attraverso cui si svolge l’attività finanziaria, ovvero la produzione e l’offerta di servizi finanziari. Ha il compito di rendere fluida l’economia reale. Si può anche intendere come l’insieme organizzato di strumenti, mercati e intermediari finanziari il cui funzionamento avviene in un contesto di regole e controlli. Altro scopo è quello di soddisfare bisogni di tipo finanziario.

Composizione del sistema finanziario

◼ Strumenti finanziari: contratti aventi ad oggetto diritti e prestazioni di natura finanziaria;

◼ Mercati finanziari: mercati specializzati nella negoziazione degli strumenti finanziari (luoghi di negoziazione);

◼ Intermediari finanziari: imprese che svolgono attività finanziaria (produzione, negoziazione e altri servizi connessi agli strumenti finanziari).

Struttura del sistema finanziario

➢ Istituzioni finanziarie

o Intermediari finanziari: banche e assicurazioni

o Mediatori finanziari: investitori istituzionali (banche, SIM) e intermediari immobiliari.

➢ Attività finanziarie: contratti debito, di partecipazione, derivati, assicurativi.

➢ Mercati: MOT + EXTRA MOT, MTA + STAR, IDEM, SEDEX, MTF, AIM iTALIA

➢ Norme: Banca d’Italia, Consob, IVASS, COVIP

Funzioni del sistema finanziario

1) Regolamento degli scambi (trasferimento di fondi nello spazio –pagamenti–);

2) Accumulazione del risparmio e finanziamento degli investimenti (trasferimento di fondi nel tempo – mobilizzazione del risparmio–);

3) Gestione dei rischi:

a. Finanziari: incertezza circa il valore assunto da una variabile reale o finanziaria. Può portare sia a guadagni sia a perdite. La gestione di tali rischi avviene mediante gli strumenti derivati.

b. Puri: se l’evento si manifesta questo sarà sicuramente dannoso. Questi invece sono assicurabili e gestibili dalle compagnie di assicurazione, le quali hanno riserva di legge.

Possono essere rischi per danni, o connessi alla vita.

Soddisfacimento dei bisogni

➔ Funzione creditizia

o Finanziamento: garanzie, prestiti, titoli

o Investimento: depositi risparmio, conti corrente, polizze vita, fondi pensione, obbligazioni bancarie, gestioni individuali, OICR

➔ Funzione monetaria

o Pagamento: carte di credito, carte di debito, assegni

➔ Funzione di gestione dei rischi:

o Sicurezza: Polizze assicurative, strumenti finanziari derivati ECONOMIA MONETARIA

Termine con cui si indica un sistema economico nel quale gli scambi di beni e servizi sono regolati mediante la moneta. Ogni bene/servizio ha un valore definito in un’unità monetaria (di solito la valuta del Paese). Oggi esistono diversi tipi di moneta.

Nel passato tuttavia ai tempi del baratto gli scambi avvenivano merce vs merce, che comportava una doppia coincidenza delle preferenze, che i beni fossero divisibili e alti costi di “ricerca” della controparte (era una forma di scambio inefficiente). La soluzione è trovare un bene di interesse e accettabilità diffusa sul quale basare il valore degli altri beni (base-moneta). Si passò allora dal baratto allo scambio con un mezzo di pagamento, il che permise di accrescere le possibilità di scambio, aumentare i fabbisogni soddisfatti, ridurre

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tempi e costi di scambio e incentivare la produzione. In pratica si passa da un’economia di autoconsumo ad una di scambio.

Un passaggio fondamentale fu quello da moneta-merce a moneta-segno, dove la moneta-merce viene sostituita da titoli che la rappresentano, e ciò porta diversi vantaggi, come la riduzione dei costi (trasporto), riduzione del rischio (furto, smarrimento) e possibilità di avviare un’attività di prestito. Si sostituisce così la moneta-merce con appositi certificati e nasce la moneta-segno. La funzione di mettere tali certificati nel tempo diverrà esclusiva degli Stati e nascerà di qui la moneta cartacea con corso legale. Quando si impedisce ai possessori di convertire i titoli nella merce sottostante si parla di corso forzoso (cioè la moneta-segno ha un valore intrinseco di tipo fiduciario).

Il processo di sviluppo continua e si cercano nuovi metodi di pagamento diversi dalla moneta legale. in questo caso i depositi in c/c sono un esempio se si pensa agli assegni (maggior sicurezza, minori costi, minimizzazione dell’investimento in attività infruttifere. Nasce così la moneta bancaria il cui presupposto per la diffusione è l’affidabilità dei depositi come mezzo di pagamento. Un’ulteriore evoluzione è rappresentata dalla sostituzione di strumenti cartacei con transazioni elettroniche (moneta elettronica – anche il bitcoin–).

Il sistema finanziario innova sempre allo scopo di rendere più fluida l’economia. L’evoluzione della moneta è influenzata dal costo della produzione, utilizzo e mantenimento della moneta; rischio inerente al suo uso e detenzione; capacità di rendere un servizio più rapido e affidabile.

Funzioni della moneta:

◼ Unità di conto (es. numero di euro per ora €/ora di un servizio)

◼ Riserva di valore (preservare potere di acquisto)

◼ Mezzo di scambio Oggi la moneta è così definita:

Moneta legale (moneta emessa dalla BC) + Conti corrente = M1 (M1 influenzato dall’innovazione finanziaria tipo sportelli automatici) M1 + depositi con scadenza minore a 2 anni = M2

M2 + titoli di mercato monetario + quote Fdi. comuni monetari + obblig. < 2 anni= M3

L’utilizzo della moneta nel regolamento degli scambi comporta uno sdoppiamento dei circuiti economici:

Il primo circuito è di natura reale (beni e servizi passano dal venditore al compratore), il secondo circuito è di natura monetaria (la moneta va dal compratore al venditore).

Circuiti dell’economia

➔ Reale: beni, servizi e fattori produttivi

➔ Monetario: salari, profitti

Le famiglie forniscono i fattori produttivi (ossia lavoro e capitale) e ne ricevono salari e rendite, utilizzati per acquistare beni dalle imprese, oppure risparmiare (crediti a imprese), che a loro volta producono beni di consumo e di investimento dal quale ne ricavano ricavi finanziari.

I due circuiti sono sostanzialmente equivalenti, cioè il valore dei beni/servizi corrisponde a quanto è stato pagato per la loro produzione.

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Se: Y= prodotto finale/ reddito nazionale C= consumi

S= risparmio I= investimenti Y= C + I Y= C + S

La relazione del reddito in un’economia chiusa è Y= C+S e in equilibrio S=I, quindi Y=C+I.

Queste relazioni valgono per tutti i soggetti, dove ciascun soggetto ha un proprio bilancio composto da uno stato patrimoniale e un conto economico. Lo SP misura gli stock in un determinato momento (Patrimonio), mentre il CE misura il flusso, che si ottiene come differenza tra gli stock presi in due momenti diversi e misura l’andamento di una certa variabile in un certo intervallo (Risparmio).

Nel conto economico la differenza tra ricavi (reddito Y) e costi (consumi C) misura il risparmio S→ Y – C = S L’accumulazione del risparmio è destinabile ad incremento del proprio patrimonio e tale incremento viene registrato nello stato patrimoniale.

Ottica stock (SP) Attività reali Passività

finanziarie Attività

finanziarie Patrimonio netto

Attività reali→ sono quei beni aventi un valore intrinseco, in quanto sono in grado di produrre servizi di utilità reale ed immediata per il possessore.

Attività finanziarie→ l’investitore vanta un diritto nei confronti del reddito e della ricchezza presente e futura dell’emittente dello strumento finanziario, il quale a sua volta ha un impegno a soddisfare questo diritto.

[Altre definizioni] ↓

Ricchezza finanziaria: stock di attività finanziarie detenute (AF)

Ricchezza finanziaria netta: ricchezza finanziaria – passività finanziaria (AF-PF) Ricchezza reale: stock di attività reali in essere (AR)

Ricchezza reale netta: stock di attività reali al netto dei fondi di ammortamento (AR- Fondi).

Ricchezza totale lorda: insieme delle attività finanziarie e reali detenute (AF+AR), tende a coincidere col totale attivo dello SP.

Ricchezza netta: insieme delle attività nette reali e finanziarie [(AF-PF) +(AR-Fondi)], tende a coincidere col patrimonio netto.

In termini dinamici…

Finora si è trattato di equilibrio patrimoniale con grandezza stock, mentre la visione dinamica comporta che:

𝐼 + ∆ 𝐴𝐹 = ∆ 𝑃𝐹 + 𝑆 Dove I= variazione delle AR (attività reali) e S= variazione del PN.

Da qui si ricava il Saldo finanziario: Impiego di fondi= Fonti dei fondi Cioè: 𝐼 + ∆ 𝐴𝐹 = ∆ 𝑃𝐹 + 𝑆 , cioè → SF= S-I

Ottica flussi (CE) COSTI

(Uscite) RICAVI (Entrate) Risparmio

(S)

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il Saldo misura l’eccedenza o il deficit di risorse (S) rispetto ai fabbisogni per investimenti (I):

➢ Se SF>0→ Surplus, comporta un riequilibrio con nuovi investimenti in attività finanziarie;

➢ Se SF<0→ Deficit, richiede il ricorso a nuove passività finanziarie.

𝐼 + ∆ 𝐴𝐹 = ∆ 𝑃𝐹 + 𝑆 ↓

SF= S – I ↓

𝑆𝐹 = 𝑆 − 𝐼 = ∆𝐴𝐹 − ∆𝑃𝐹 ↓

𝑆𝐹 = ∆𝐴𝐹 − ∆𝑃𝐹 (Saldo finanziario nella sfera finanziaria)

Il Saldo finanziario è la ricchezza finanziaria che avanza dal reddito prodotto e non consumato al netto degli investimenti in attività reali.

I soggetti che presentano 𝑆 > 𝐼𝐴𝑅 sono “in surplus” (∆𝐴𝐹 > ∆𝑃𝐹) e sono accumulatori di risorse finanziarie;

viceversa i soggetti con 𝑆 < 𝐼𝐴𝑅 sono “in deficit” e non hanno sufficienti risorse risparmiate per il loro fabbisogno di investimento (∆𝑃𝐹 > ∆𝐴𝐹). Di solito quelli in surplus sono le famiglie e quelli in deficit le imprese.

Serve a descrivere l’articolazione del processo di risparmio e investimento, coi relativi equilibri/squilibri; però è anche vero che indagini sulla singola unità economica sono poco rilevanti, mentre anche le indagini riferite all’economia nel suo complesso non sono molto utili. Può essere allora utile una ripartizione in pochi

“soggetti” ed effettuare l’analisi fra grandi comparti dell’economia.

Le classi a cui si può fare riferimento sono raggruppamenti omogenei/autonomi con capacità di decisione in campo economico-finanziario (Banca d’Italia).

La classificazione vede:

1) Soggetti e quasi società non finanziarie (tipicamente le imprese):

a. Aziende autonome b. Ferrovie dello Stato c. Enel

d. Aziende municipalizzate e. Società di persone

f. Società di fatto con più di 20 unità

2) Istituti di credito (imprese operative nel settore finanziario) a. Autorità bancarie centrali (BCE)

b. Altre istituzioni monetarie

c. Banche con raccolta a breve e a medio/lungo termine d. Istituzioni finanziarie

e. Istituti di rifinanziamento f. Fondi comuni

g. Società di finanziamento

3) Imprese di assicurazione (imprese operative nel settore finanziario)

4) Amministrazioni pubbliche (producono beni o servizi non destinati alla vendita):

a. Amministrazioni centrali e locali b. Enti di previdenza

5) Famiglie: individui e gruppi di individui nella loro funzione di consumatori o di produttori di beni o servizi, purché il loro comportamento economico-finanziario non sia tale da configurare una quasi società.

a. Famiglie consumatrici b. Imprese individuali

c. Società di persone con meno di 20 unità d. Società di fatto con meno di 20 unità

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6) Estero: comprende tutti i rapporti economici intrattenuti da soggetti non residenti con i residenti. La logica di attribuzione alla categoria è residuale e i saldi finanziari sono una diretta conseguenza di quanto accade negli altri gruppi

Supponiamo per semplicità un’economia chiusa. In questo caso si avrà che:

𝑆𝐹𝑓+ 𝑆𝐹𝑖𝑛𝑓+ 𝑆𝐹𝑖𝑓+ 𝑆𝐹𝑃𝐴 = 0

In pratica tutte le risorse utilizzate nel sistema devono anche essere consumate.

Da cui deriva che: 𝑆𝑖𝑛𝑡 = 𝐼𝑖𝑛𝑡

Si tratta comunque di un’ipotesi troppo semplificata, dal momento che tutti i sistemi economici scambiano con il resto del mondo. In una situazione normale di economia aperta i saldi finanziari interno potranno essere maggiori o minori di 0. Si avrà quindi:

𝑆𝐹𝑖𝑛𝑡+ 𝑆𝐹𝑒𝑠𝑡𝑒𝑟𝑜 = 0, dove 𝑆𝐹𝑖𝑛𝑡 = −𝑆𝐹𝑒𝑠𝑡𝑒𝑟𝑜

I saldi finanziari hanno un collegamento con la Bilancia dei pagamenti Bilancia dei pagamenti= Partite correnti (PC) + Movimenti di capitale (MC) =0

◼ Partite correnti: bilancia commerciale, prospetto reale

◼ Movimenti di capitale: flusso di cassa delle esportazioni, prospetto finanziario o Compensativi (variazioni riserve ufficiali)

o Autonomi 𝑆𝐹𝑖𝑛𝑡 = 𝑃𝐶 , 𝑃𝐶 = −𝑆𝐹𝑒𝑠𝑡𝑒𝑟𝑜

➢ 𝑆𝐹𝑒𝑠𝑡𝑒𝑟𝑜> 0 → 𝑃𝐶 < 0: se il saldo finanziario estero è positivo, significa che abbiamo assorbito più risorse di quanto siamo stati in grado di generare;

➢ 𝑆𝐹𝑒𝑠𝑡𝑒𝑟𝑜< 0 → 𝑃𝐶 > 0: se il saldo finanziario estero è negativo allora significa che abbiamo prodotto più risorse di quanto fosse necessario per gli investimenti interni.

Sui saldi finanziari dei vari settori istituzionali impattano anche le politiche economiche messe in atto da un paese:

➔ Politiche fiscali: saldo settori privati vs saldo PA

➔ Politica sella spesa pubblica: saldo settori privati vs saldo PA

➔ Politica dei redditi: saldo imprese vs saldo famiglie

Ad esempio, se ↑T, questo sul settore pubblico comporta un ↑Y (entrate), mentre 𝐶̅, allora alla fine si avrà

↑S delle PA.

𝑆 ↑ −𝐼̅ = ↑ 𝑆𝑎𝑙𝑑𝑜 𝑓𝑖𝑛𝑎𝑛𝑧𝑖𝑎𝑟𝑖𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑃𝐴

Mentre se ↑T sui privati si avrà che: 𝑌̅, C↑, e quindi S↓

𝑆 ↓ −𝐼̅ = ↓ 𝑑𝑒𝑙 𝑠𝑎𝑙𝑑𝑜 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎𝑟𝑖𝑜 𝑑𝑒𝑖 𝑝𝑟𝑖𝑣𝑎𝑡𝑖.

In definitiva si può dire che il saldo finanziario indica l’eccedenza o il deficit di risorse finanze di un settore.

La sua rappresentazione aiuta a capire da dove provengono le risorse (SF>0) e dove vengono destinate (SF<0).

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Il saldo finanziario del resto del mondo è positivo, cioè gli USA importano molto e hanno un deficit delle partite correnti. Nei primi 2000 i cittadini spendono più di quello che si possono permettere e si viene a creare la bolla.

In generale, i saldi finanziari delle imprese tendono a peggiorare poco dopo il picco del ciclo economico.

Saldi temporali e dissociazione del risparmio

◼ Equilibrio finanziario→ S=I → SF=0, saldi settoriali bassi

◼ Divergenza finanziaria→ S=0→ SF=I, saldi settoriali alti

◼ Divergenza finanziaria→ I=0→ SF=S, saldi settoriali alti

Tanto più è ampia la divergenza tanto più è necessaria una specializzazione settoriale.

Anche con saldi finanziali settoriali (SF=0) ci può essere bisogno di trasferimento. Ciò avviene quando:

- Le attività finanziarie (AF) oltre che avere una funzione di investimento hanno una funzione monetaria;

- Le AF hanno anche funzione di copertura di rischi;

- Comunque, esistono esigenze di trasferimento infra-settore;

- Gli investimenti non sono solo reali, ma anche finanziari;

- Si vuole costruire/riequilibrare il portafoglio (es. vendere azioni in portafoglio e comprare obbligazioni).

Il trasferimento delle risorse dalle unità in surplus a quelle in deficit può avvenire:

◼ Direttamente: con strumenti che rappresentano un rapporto contrattuale tra l’investitore e l’emittente;

◼ Indirettamente: con modalità di collocamento delle risorse finanziarie che prevede l’inserimento tra le unità finanziarie di uno o più intermediari.

In pratica, col circuito il diretto tra le unità in surplus e quelle in deficit si interpongono solamente i mercati finanziari, mentre nel circuito indiretto (o intermediato) vi sono gli intermediari finanziari (i quali riducono le incompatibilità).

In particolare, può accadere che vari settori abbiano composizioni tra loro incompatibili, come ad esempio diverse tempistiche della liquidità. Allora può essere utile una trasformazione delle risorse finanziarie, che consiste in una trasformazione delle scadenze e trasformazione dei rischi.

Questa situazione di incompatibilità può nascere per una serie di ragioni:

◼ L’unità risparmiatrice vorrebbe sempre compiere trasformazioni di investimento in relazione all’andamento dei tassi e delle quotazioni di borsa;

◼ L’unità investitrice vorrebbe dilazionare il più possibile la restituzione sulla base della nuova redditività che si aspetta dall’investimento;

Ne deriva che il primo soggetto preferirà scadenze a breve, mentre il secondo quelle medio-lunghe.

Inoltre, le attività finanziarie, oltre che avere un diverso grado di liquidità, presentano anche un diverso grado di rischio e redditività. Oltre che dal rischio-rendimento, la composizione ottimale delle AF dipenderà dalla propensione al rischio dell’unità risparmiatrice. Inoltre, il rischio delle passività emesse dipenderà dalla qualità del progetto, dall’impresa, dal tipo di passività e dalle garanzie collaterali. La sopportabilità del rischio

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dipenderà inoltre dalla capacità dell’investitore di ottenere ed elaborare le informazioni necessarie a valutare il rapporto rischio-rendimento.

La composizione ottimale desiderata delle unità appare nel seguente modo:

Unità in surplus Unità in deficit

Breve

Breve

Squilibrio

Medio-lungo Medio-lungo

È chiaro quindi come sorge la necessità di un intervento di un terzo soggetto che operi la trasformazione delle scadenze, emettendo passività a breve da cedere alle unità in surplus e acquistando attività a medio- lungo termine dalle unità in deficit.

denaro denaro

UA (unità in

avanzo)

→→→→

BANCA

→→→→ UD (unità in disavanzo)

←←←← ←←←←

deposito prestito

Dove il deposito è un contratto e rappresenta un finanziamento alla banca (passivo); mentre il prestito rappresenta un investimento per la banca (attivo).

Con il deposito si ha quasi 0 rischio di credito, con il contratto di prestito vengono stabilite le condizioni, e il rischio è sopportato dalla banca.

La banca trasforma scadenze, rischi e importi.

La figura degli intermediari finanziari nasce dalla necessità del trasferimento delle risorse finanziarie, che deriva a sua volta dal fatto che esiste una dissociazione tra risparmio e investimento.

Parametri e indicatori di valutazione della struttura finanziaria dell’economia:

➢ Grado di separazione tra funzione di risparmio e d’investimento= ∑ |𝑆𝐹𝑖

𝑌 | Tasso di dissociazione finanziaria settoriale dell’economia che varia tra

o 0 → tutti i settori hanno saldo 0 o (𝐴𝐹+𝑃𝐹)

𝑌 → tutti i settori sono esclusivamente prenditori o datori di fondi.

➢ Rapporto di intermediazione finanziaria= 𝐴𝐹𝐴𝑅 , indica il tasso di sviluppo finanziario di un’economia, nell’ipotesi in cui ci sia una stretta correlazione tra crescita reale e sviluppo finanziario.

➢ Grado di intensità finanziaria dell’economia= 𝐴𝐹𝑌 , è un indicatore simile al precedente che mette in relazione un numeratore stock (AF) con un flusso (Y).

➢ Rapporto di intermediazione= ∆𝐴𝐹∆𝐴𝐹𝑖𝑓 , indica l’importanza relativa delle attività finanziarie emesse da intermediari; sostanzialmente il peso che le banche hanno nei circuiti finanziari.

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Esercizio - saldi finanziari -

Durante il 2019 la famiglia Verdi:

o percepisce salario per 500 o accende un mutuo per 400

o acquista quote fondi comuni per 60 o percepisce dividenti per 30

o sostiene costi per consumi per 35

o effettua acquisto casa in multiproprietà per 700 o vende azioni per importo 200

o sostiene tasse per 20

1) Riclassificare i vari flussi di cassa della famiglia Verdi indicando la categoria.

o percepisce salario per 500 – Y o accende un mutuo per 400 – +ΔPF

o acquista quote fondi comuni per 60 – +ΔAF

o percepisce dividenti per 30 – Y (tutto ciò che sta nello Stato Patrimoniale può generare dei flussi, e quei flussi si riferiscono a del capitale. Quindi se io do forza lavoro → ricevo salario; se io ho forza capitale → quello frutta reddito)

o sostiene costi per consumi per 35 – C (consumi)

o effettua acquisto casa in multiproprietà per 700 – +ΔAR/I o vende azioni per importo 200 – -ΔAF

o sostiene tasse per 20 – C

2) Calcolate il saldo finanziario nella sfera reale e nella sfera finanziaria

Sfera reale

𝑆𝐹 = 𝑆 − 𝐼 𝑆 = 𝑌 − 𝐶

𝑌 = 500 + 30 = 530 𝐶 = 350 + 20 = 370 𝑆 = 530 − 370 = 160

𝐼(∆𝐴𝑅) = 700 𝑺𝑭 = 𝟏𝟔𝟎 − 𝟕𝟎𝟎 = −𝟓𝟒𝟎

Sfera finanziaria

𝑆𝐹 = ∆𝐴𝐹 − ∆𝑃𝐹

∆𝐴𝐹 = −200 + 60 = −140

∆𝑃𝐹 = 400

𝑺𝑭 = −𝟏𝟒𝟎 + (−𝟒𝟎𝟎) = −𝟓𝟒𝟎

*** Possibile domanda: La famiglia Verdi vende azioni, quindi calcolare il SF della famiglia Verdi trovando l’ammontare delle azioni.

3) Redigere lo stato patrimoniale della famiglia Verdi al 31/12 Stato Patrimoniale al 31/12 AR= AR0 +∆𝐴𝑅 = 1000 + 700

AF= 3000-140= 2840

PF= 2500+400 = 2900

PN= 1500 + S= 1500+160=1660 Stato patrimoniale 1/1/19

AR (attività reali) 1000 AF (attività finanziarie) 3000

TA (totale attività) 4000

PF (passività finanziarie) 2500 PN (patrimonio netto) 1500

TP (totale passività) 4000

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TA= 4560 TP=4560 Prospetto impieghi e fonti:

Fonti Impieghi

𝑆 + ∆𝑃𝐹

𝑆 = 160 +∆𝑃𝐹 = 400

−∆𝐴𝐹 = 140

∆ + 𝐴𝑅(𝐼) + ∆𝐴𝐹

𝐼 = 700

Come possiamo trasferire le risorse?

I circuiti finanziari possono essere

▪ diretti: c’è un contratto finanziario che lega direttamente le unita in avanzo con quelle in disavanzo.

▪ indiretti: tra gli originari detentori di risorse e gli originari richiedenti di risorse si interpongono degli intermediari finanziari contrattualmente. Ossia ci sono dei contratti, che trasferiscono indirettamente il denaro del creditore al debitore. La forma intermediaria più pesante è quella bancaria che vede la banca interporre il suo bilancio.

Perché servono dei circuiti di tipo indiretto? → Ci sono una serie di situazioni in cui direttamente non si riesce a concludere il contratto. Quindi può essere una ragione di incompatibilità tra soggetti che hanno bisogno di finanziarsi e soggetti che vogliono investire.

Il soggetto che detiene le risorse vuole avere un controllo molto rigido sul suo investimento

Rischio connesso: il datore di risorse vuole avere la certezza assoluta – ma alcuni soggetti sono soggetti a rischio d’impresa. Il datore di risorse questo tipo di fenomeno lo sconta, e quindi potrebbe chiedere un tasso di interesse elevato per il rischio. D’altra parte, il rischio c’è ma l’imprenditore ha un mercato sicuro.

Queste sono le motivazioni che possono far fallire un circuito diretto.

Quindi un intermediario finanziario si interpone. L’intermediario più pesante che si interpone è la banca.

Se c’è un’unità in avanzo che ha delle disponibilità, il denaro viene investito presso la banca. Fronte del denaro che confluisce la banca emette un contratto che si chiama deposito. Dall’altra parte c’è un’unità in disavanzo che ha bisogno di denaro, e quel denaro lo riceve dalla banca, sottoscrivendo un contratto con la banca che si chiama prestito.

Il contratto che il risparmiatore conclude con la banca (deposito) andrà al passivo del bilancio della banca.

Il prestito che la banca concede all’imprenditore è un investimento che la banca fa quindi, andrà all’attivo del bilancio della banca. Quindi la banca interpone il suo bilancio tra un’unità in avanzo e una in disavanzo In particolare, il contratto di deposito è una passività nominale, ossia la banca qualsiasi cosa accada, si obbliga a ripagarmi quanto io ho versato. (affermazione non del tutto vera).

Alcuni dei contratti che si concludono con la banca sono contratti a vista, ossia nel conto corrente posso prelevare in qualsiasi momento. E anche i contratti a tempo sono tutti contratti che pur avendo una scadenza, la banca è obbligata a restituire i soldi.

Quindi di fatto con il contratto di deposito non ho il rischio del credito (anche se nella realtà c’è) e della liquidita.

D’altra parte, con il contratto di prestito la banca negozia con l’imprenditore quel che sono le condizioni che saranno vincolate dal termine di scadenza.

La funzione di produzione della banca → la banca cerca di investire in tanti progetti (legge dei grandi numeri).

LE REGOLE DEL SISTEMA FINANZIARIO

Il sistema finanziario trasferisce risorse finanziarie dai risparmiatori agli investitori. Esso crea la moneta ei sistemi necessari per farla circolare. (queste sono attività fondamentali per l’economia moderna).

Il sistema finanziario è uno dei settori economici più controllati in assoluto.

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È la stessa Costituzione a indicare le ragioni per cui il sistema finanziario è cosi regolamentato art. 47 “la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme, disciplina coordina e controlla l’esercizio del credito”.

Bisogna anche creare le condizioni per poter investire.

Le finalità della regolamentazione sono scritte nell’art. 5 del TUB e nell’art. 5 del TUF:

• Sana e prudente gestione dei soggetti vigilati

• Stabilita efficienza e competitività del sistema

• Salvaguardia e fiducia nel sistema finanziario

• Tutela degli investitori

• Trasparenza delle condizioni contrattuali e correttezza dei rapporti con la clientela È necessario affinché il sistema svolga le sue funzioni:

➢ garantire la stabilità della moneta (che le banche non falliscano)

➢ la stabilità delle istituzioni (che i mercati funzionino bene)

➢ efficienza allocative – il sistema sia capace di discriminare i buoni imprenditori dai cattivi imprenditori

➢ efficienza operativa – l’intermediario per fare il suo mestiere deve essere efficiente, e anche il mercato

Un risparmiatore è in genere un contratto re debole → ossia non è in grado di stabilire se la banca è

affidabile o meno. Vi è un rapporto di fiducia inconsapevole. (si fida del fatto che essa sia una banca e della regolamentazione).

Vi sono tre livelli di intervento a livello di regolamentazione del mercato finanziario e chi può deciderne in merito:

• legislativo: attraverso la normativa primaria, ossia le leggi. Questa funzione viene effettuata dal Parlamento

• esecutivo: intervento di una serie di linee di indirizzo e poteri di intervento. Questa funzione viene effettuata dal Governo e in particolare dei ministeri che hanno deleghe specifiche in ambito economico (Ministero dell’Economia e dello Sviluppo)

• amministrativo: interventi tecnici, di controllo e di regolamenti. Queste funzioni vengono svolte da organi di vigilanza (Consob, Banca d’Italia).

A prima vista si potrebbe pensare che questi tre livelli di regolamentazione siano gerarchici e di conseguenza concatenati, ma ci sono una serie di situazione in cui l’input a di una serie di nuovi controlli nasce proprio dall’organo amministrativo che ha le competenze tecniche. Quindi fornisce l’input all’organo di tipo politico affinché vengano emanate nuove regole.

Sul livello legislativo ricordiamo alcune delle regole.

→ Testo unico in materia bancaria (TUB) decreto legislativo 385 del 1993 – sul sistema bancario e creditizio.

→ Testo unico sulla finanza (TUF) decreto legislativo 58 del 1998 – sui mercati finanziari

→ CRR (regolamento 575/2013) – requisiti prudenziali delle banche

Come vengono organizzati i poteri di vigilanza (dei livelli tecnici) tra vari soggetti. Quindi ci sono una serie di modelli di vigilanza nella teoria:

1) MODELLO ISTITUZIONALE - a ciascun mercato/intermediario corrisponde una distinta autorità.

È un modello semplice, ordinato, ma anche un modello che presenta una serie di problemi che derivano prevalentemente dal fato che nell’evoluzione dell’offerta di servizi finanziari gli intermediari finanziari si sono diversificati quindi uno stesso tipo di servizio può essere offerto da più intermediari finanziari o da più mercati. Per esempio, la gestione del risparmio oggi può essere offerta da un intermediario bancario o da un intermediario specializzato in questo ambito (società di intermediazione mobiliare o una società di gestione del risparmio). Ciò può portare a squilibri e inefficienze, ma anche iniquità dal punto di vista dei controlli. Per questa ragione il modello istituzionale nel nostro paese si presta solo a specifiche situazioni in cui si ragiona con soggetti che abbiamo un’esclusiva su uno specifico servizio o attività finanziaria.

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2) MODELLO FUNZIONALE – a ciascuna funzione svolta dalle istituzioni finanziarie corrisponde una distinta autorità. In questo caso c’è un organo di vigilanza che si occupa di controllare e vigilare sulla gestione del risparmio, e non importa dove la gestione del risparmio viene svolta. È un modello che consente di superare la diversificazione produttiva manifestata nel sistema finanziario. Ma anche questo modello non è privo di difetti: vi sono una serie di prodotti di gestione del risparmio che oltre a svolgere questo tipo di funzione la associano allo svolgimento di un’attività di protezione di tipo assicurativo; quindi sono dei prodotti ibridi che hanno al loro interno attività di risparmio e di tipo assicurativo. Se valesse questa idea di avere dei modelli di controllo di tipo funzionale questo tipo di controllo potrebbe essere sottoposto contemporaneamente a controlli di chi si occupa di controllare la gestione del risparmio e a chi si occupa di controllare attività di tipo assicurativo. Ciò può portare a una doppia regolamentazione (con una serie di costi) ma anche a una contraddizione. Ancora più grave sarebbe uno scarico di responsabilità tra i due controlli, arrivando alla determinazione di arie grigie interamente non controllate.

3) MODELLO ACCENTRATO – single regolator. Ossia un unico organo tecnico di vigilanza che si occupi di controllare tutti i tipi di intermediari e servizi offerti da quegli intermediari e quei mercati. Ad esempio, il caso tedesco. È un modello che politicamente non è stato accettato in tutti i sistemi finanziari.

4) MODELLO PER FINALTA – 3 obiettivi della regolamentazione (stabilità ed efficienza, trasparenza, antitrust), 3 autorità distinte che si occupano dei tre gradi di finalità. È il modello che largamente troviamo nel nostro paese.

Quali sono gli organi che si occupano di effettuare la vigilanza sul sistema?

⎯ Comitato per la salvaguardia della stabilita finanziaria (CSSF)

⎯ Comitato Interministeriale per il credito e per il risparmio (CICR)

⎯ Ministero dell’economia e delle Finanze

⎯ Banca d’Italia + IVASS

⎯ Commissione nazionale per le società e la borsa (CONSOB)

⎯ Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP)

1 Comitato per la salvaguardia della stabilita finanziaria (CSSF)

È un compitato al cui interno vi è un membro dell’esecutivo, nello specifico il Ministero dell’Economia e delle Finanze, che è anche il soggetto che presiede questo tipo di comitato. Oltre al Ministro siedono in questo comitato il Governato della Banca d’Italia e i presidenti della Consob e dell’Ivass. È un comitato che ha una natura di tipo strategico. Le riunioni sono solitamente un paio di volta all’anno e in caso di crisi finanziaria di natura sistematica e volatilità.

2. Compitato Interministeriale per il credito e per il risparmio (CICR)

È un comitato più operativo rispetto al CSSF. Il suo compito è quello di esercitare la vigilanza in materia di credito e di risparmio. Nello specifico è un organo che da un indirizzo generale e politico. In questo comitato vi è il Ministro dell’Economia e delle Finanze, eventualmente quando necessario gli altri ministri con deleghe in ambito economico e rappresentati delle principali autorità di vigilanza, e oltre a questo il Governator della Banca d’Italia. Il governo, in questo comitato, da le sue indicazioni agli organi tecnici. Gli ambiti in cui questo tipo di interlocuzione può avere luogo sono:

▪ Criteri ispiratori del CICR, cosi come quelli sanciti per le altre autorità di vigilanza creditizie, fanno riferimento alla “sana e prudente gestione dei soggetti vigilati, alla stabilita complessiva, all’efficienza e alla competitività del sistema finanziario, nonché all’osservanza delle disposizioni in materia”.

▪ Per quanto concerne la natura degli atti posti in essere dal CICR, si distinguono

⎯ atti amministrativi: rappresentano dei pareri

Sono soggetti di natura mista perché al loro interno vi sono delle figure dell’ambito esecutivo (governo) ma vi sono anche rappresentanti di organi tecnici.

Organi di natura tecnica

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⎯ provvedimenti amministrativi: rappresentano dei provvedimenti di tipo normativo, di natura regolamentare, che il Comitato è chiamato ad emanare

• al CICR sono inoltre conferiti poteri decisionali in ordine ai reclami contro provvedimenti adottati dalla Banca d’Italia nell’esercizio dei poteri di vigilanza.

3. Ministero dell’Economia e della Finanza (MEF)

Il MEF è il più importante dei soggetti che si occupano di materie di tipo economico finanziario. Nel dettaglio il Ministro dell’economia ha una serie di compiti specifici nei settori della politica economica, finanziaria e di bilancioche devono essere messe in atto nel rispetto dei vincoli previsti dall’UE e dall’Unione monetaria europea.

In termini di politica economica e finanziaria il Ministro ha competenze in materia di problemi economici, monetari e finanziari, nazionali e internazionali, vigilanza sui sistemi finanziari e sul sistema creditizio.

In particolare, nell’ambito bancario, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, oltre a convocare e

presiedere il CICR, propone l’oggetto delle deliberazioni non di esclusiva competenza della Banca d’Italia e pio, in caso di urgenza, sostituirsi al CICR.

4. Banca d’Italia

È la banca centrale della Repubblica italiana. Fa quindi parte del sistema europeo delle banche centrali e fa parte dell’Eurosistema. Come banca centrale ha il compito che le viene dal trattato che istituisce l’Unione monetaria, ossia il mantenimento della stabilità dei prezzi. Oltre ad occuparsi di politica monetaria è anche organo specifico di vigilanza del nostro paese, le cui finalità sono la stabilita e l’efficienza del sistema finanziario, in attuazione del principio della tutela del risparmio sancito dalla Costituzione (art. 47).

Altri compiti sono ad essa affidati dall’ordinamento nazionale.

Le sue principali funzioni sono dirette ad assicurare la stabilita monetaria e la stabilita finanziaria, requisiti essenziali per un duraturo sviluppo dell’economia.

La Banca concorre alle decisioni della politica monetaria unica nell’area dell’euro ed espleta gli altri compiti che le sono attribuiti come banca centrale componente dell’Eurosistema.

Cura la parte attuativa di tali decisioni sul territorio nazionale attraverso le operazioni con le istituzioni creditizie, le operazioni di mercato aperto e su iniziativa delle controparti, e la gestione della riserva obbligatoria.

Come Autorità di Vigilanza, l’Istituto persegue la sana e prudente gestione degli intermediari (=vigilare sulla gestione degli intermediari finanziari e verificare che questa gestione sia svolta in modo adeguato, sano e vengano rispettati i principi di prudenza), la stabilita complessiva e l’efficienza del sistema finanziario, nonché l’osservanza delle disposizioni che disciplinano la materia da parte dei soggetti vigilanti.

Soggetti sottoposti alla vigilanza della Banca d’Italia:

• le banche

• società di gestione del risparmio

• società di investimento a capitale variabile

• società di intermediazione mobiliare

• Istituti di moneta elettronica

• Intermediari finanziari iscritti nell’elenco di cui art. 106 TUB.

Un ulteriore ruolo della Banca d’Italia è quello di svolgere la tutela della trasparenza delle condizioni contrattuali delle operazioni bancarie (quindi nello specifico delle banche) e finanziarie con ‘obiettivo di favorire anche il miglioramento dei rapporti con la clientela. Effettivamente la finalità della trasparenza in termini più generali è attribuita alla Consob.

L’articolo 5 del TUF riguarda la sparizione delle finalità di vigilanza tra Banca d’Italia e Consob:

‣ La Banca d’Italia è competente per quanto riguarda il contenimento del rischio e la stabilita patrimoniale

‣ La Consob è competente per quanto riguarda la trasparenza e la correttezza dei comportamenti degli operatori.

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‣ La Banca d’Italia e la Consob esercitano i poteri di vigilanza nei confronti dei soggetti abilitati; ciascuna vigila sull’osservanza delle disposizioni regolanti le materie di competenza.

‣ La Banca d’Italia e la Consob operano in modo coordinato anche al fine di ridurre al minimo gli oneri gravanti sui soggetti abilitati e si danno reciproca comunicazione dei provvedimenti assunti e delle irregolarità rilevate nell’esercizio dell’attività di vigilanza.

5. Commissione nazionale per le società e la borsa (Consob)

La Consob è una commissione che ha ad oggetto le società, quindi gli emittenti di strumenti finanziari e i mercati. Il suo operata è volto a garantire la trasparenza e la correttezza nei comportamenti dei soggetti che si interfacciano con i risparmiatori e il suo compito si estende anche a un buon funzionamento dei mercati.

La Consob ha poteri normativi nei riguardi degli emittenti di strumenti finanziari e nella disciplina delle offerte pubbliche di strumenti finanziari.

Essa stabilisce inoltre il tipo e le modalità di comunicazione al pubblico delle informazioni societarie, disciplina la presentazione dei servizi di investimento e della gestione collettiva del risparmio, l’iscrizione all’albo e l’attività dei promotori finanziari e dei consulenti finanziari.

Emana norme che riguardano l’operatività delle società di gestione dei mercati.

Gli altri due soggetti non operano per finalità, ma operano con una specializzazione di tipo istituzionale.

6. IVASS – Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni

Nasce nel 2013 su input del Governo Monti. Essa è una sezione della Banca d’Italia. È presieduto dal Direttore Generale della Banca d’Italia. L’istituto opera sulla base di principi di autonomia organizzativa, finanziaria e contabile, oltre che di trasparenza ed economicità, per garantire la stabilita e il buon funzionamento del sistema assicurativo e la tutela dei consumatori. Gli organi dell’IVASS sono il presidente, il consiglio (composto dal presidente e di due consiglieri), direttorio integrato (costituito dal Governatore della Banca d’Italia che lo presiede e altri membri del Direttorio della Banca e dai due consiglieri).

7. La Covip

È l’organismo di vigilanza sui fondi pensione. Fu istituito nel 1993 con un decreto legislativo, ma opera nella sua attuale configurazione dal 1996.

La sua attività è rivolta alla tutela del risparmio previdenziale, alla trasparenza e al corretto funzionamento del sistema dei fondi pensione il cui scopo è quello di assicurare più elevati livelli di copertura previdenziale.

Come si svolgono i controlli di vigilanza?

Gli strumenti di vigilanza appartengono a tre particolari gruppi:

‣ Vigilanza regolamentare: si può vigilare attraverso le regole e le norme.

‣ Vigilanza informativa: ossia flussi di tipo informativo, nell’ambito finanziario c’ è uno scambio continuo di informazioni. Ad esempio, la Banca d’Italia chiede sistematicamente alle banche di alimentare un flusso info relativo ad esempio ai crediti che sono stati erogati. Sono flussi informazione di tipo ordinario, che rientrano nella normale interazione tra soggetto vigilato e soggetto che vigila.

Può riguardare anche richieste eccezionali di informazioni. Ad esempio, la Banca Popolare di Bari ha manifestato delle problematiche patologiche.

‣ Vigilanza ispettiva: gli organi di vigilanza possono compiere delle vere e priorie ispezioni verso gli organi vigilati. Le ispezioni sono normalmente effettuate sui soggetti vigilati. Si controlla che le procedure siano in linea con quanti dichiarato e secondo le norme. Vi possono essere anche delle ispezioni straordinarie.

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Nello specifico della vigilanza regolamentare – stili di vigilanza –

Classificazione degli strumenti finanziari e sistema dei pagamenti

Il sistema finanziario è un insieme organizzato di regole, strumenti, mercati e intermediari.

Gli strumenti sono volti a soddisfare dei bisogni di tipo finanziario. Vi sono diversi modi per classificare gli strumenti. Due di questi, non alternativi, ma che possono essere entrambi articolati sono:

⎯ Tipologia di bisogni: i bisogni appartengono a tre categorie:

o Trasferimento di fondi nello spazio: ovvero pagamenti. → strumenti di pagamento

o Trasferimento di fondi nel tempo: ovvero strumenti che servono per mobilizzare risparmio.

Questo trasferimento può avvenire direttamente, strumenti mobiliari, oppure intermediarti, ossia strumenti di tipo creditizio.

o Gestione di rischi: strumenti derivati (parlando di mercati in un’ottica di gestione dei rischi), strumenti assicurativi

Controlli strutturali

Significa fissare una serie di regole volte a definire la struttura del mercato che voglio controllare. Quindi questi strumenti vengono utilizzati per definire o modificare la morfologia del mercato interessato, in termini di caratteristiche principali delle imprese operanti. I controlli di tipo strutturale possono essere così classificati:

a) Condizioni per l’accesso all’attività (autorizzazioni a costituire un nuovo intermediario)

b) Vincoli all’operatività (quindi l’autorizzazione ad operare in determinati settori e non in altri).

c) Condizioni per determinate operazioni (tipicamente il tema è quello relativo alle aggregazioni)

Questi controlli hanno tuttavia una natura di scarsa trasparenza.

Chi fa co- sa

?

Controlli prudenziali

Co me si fa?

L’obiettivo ultimo è quello di efficienza.

I controlli di questo tipo hanno l’obiettivo di limitare il grado di rischio assunto dai singoli intermediari e quindi di salvaguardare la solvibilità e la liquidita. Il fulcro di questo tipo di strumenti è oggi costituito proprio dalle normative in materia di adeguatezza del capitale (tanto più capitale si ha, tanto più rischio si ha). Le logiche di tipo prudenziale sono oggi alla base della filosofia con cui vengono scritte le normative a livello finanziario.

Controlli di trasparenza e

di correttezza Sono dei controlli definiti anche controlli di fair play regulation. Si tratta quindi di definire quelle regole che riguardano il modo in cui viene intrattenuto il rapporto tra intermediari finanziarie la clientela, oppure come venga svolta quella che è l’attività di investimento.

Controllo di vigilanza protettiva

In questo caso l’obiettivo è controllare le esternalità negative in caso di crisi. Ossia pur avendo messo in atto un sistema di controlli volto a prevenire le crisi, ci possono essere delle situazioni in cui queste si vanno a manifestare. Gli strumenti utilizzati per prevenire le crisi sono le ispezioni (vigilanza ispettiva), la documentazione statistica e il rifinanziamento. Gli strumenti utilizzati per gestire le crisi sono le procedure di amministrazione straordinaria e fondi di assicurazione rischi (per i piccoli risparmiatori) quei depositi di importo fino a circa 100.000 euro sono garantiti da un fondo assicurativo che nel caso italiano si chiama fondo interbancario di tutela dei depositi. Questo fondo è stato utilizzato in parte dalla recente crisi di Carige.

Questo non avviene per i grandi risparmiatori, perché il risparmio consapevole (da proteggere) è il piccolo risparmiatore. Chi è in vantaggio può avvalersi di servizi di soggetti specializzati che possano fare per lui la valutazione.

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⎯ Tipologia di cliente:

o Famiglie  strumenti finanziari volti a soddisfare i bisogni delle famiglie o Imprese  strumenti finanziari volti a soddisfare i bisogni delle imprese.

- STRUMENTI DI PAGAMENTO -

Possono essere suddivisi in 4 principali categorie:

➢ Servizi di pagamento documentali → sono documenti che consentono di perfezionare i pagamenti.

I documenti sono tipicamente cartacei. A questa categoria appartengono gli assegni (sia bancari sia circolari). Si tratta di strumenti tradizionali.

➢ Servizi di pagamento automatizzati → non necessitiamo di un documento fisico, cartaceo, ma in questo caso il pagamento si perfeziona attraverso un’istruzione di tipo telematica. Nell’evoluzione dei servizi di comunicazione attraverso sistemi che ricorrono a forme elettroniche di pagamento, quindi pagamenti dematerializzati. Il servizio di pagamento automatizzato tipico è il bonifico, ma anche il giroconto.

➢ Servizi di incasso commerciale → è il classico casso di servizi di pagamento che trovano una

connotazione: sono più comunemente utilizzate dalle imprese, che consentono loro di automatizzare quei pagamenti sia nell’ottica del BtoB, sia nell’ottica del BtoC. Sono basati sulla tecnologia, ma trovano un importante supporto nel sistema di dialogo interbancario. Appartengono a questa categoria i RIBA (ricevute bancarie tra imprese), RID e MAV (tipici strumenti utilizzati tra BtoC)

➢ Carte di pagamento → Sono delle carte plastificate che al loro interno hanno la tecnologia che consente di trasferire informazioni. Le carte a seconda della loro natura e dell’utilizzo che se ne fa.

Solo un modo è di pagamento: si può utilizzare la carta presso un POS (Point Of Sales) per effettuare un pagamento. La stessa carta utilizzata presso un ATM (Automated Teller Machine) implica solo un’interazione con la banca, per prelevare moneta cartacea.

Le carte di pagamento appartengono a diverse categorie in funzione del momento in cui avviene l’addebito stesso. In questa ottica abbiamo: carte di debito (prevedono un addebito immediato nel conto dell’utilizzatore), carte di credito (tutti quei pagamenti che prevedono un addebito sul conto corrente dell’intestatario posticipato), carte prepagate (vengono utilizzate in base scalare le disponibilità che vi sono sul conto).

L’evoluzione e aumento della gamma delle modalità di pagamento serve ad aumentare la sicurezza dei pagamenti, ma anche a velocizzarli, renderli efficienti per soddisfare un’ampia gamma di bisogni.

Negli ultimi anni, grazie all’evoluzione, vi è stata una continua innovazione (=applicare l’innovazione di processo) nei mezzi di pagamento grazie all’avanzamento tecnologico.

Oltre a nuovi mezzi, anche mezzi preesistenti hanno usufruito di nuove modalità e oggi si accede al servizio passando per una varietà di canali differenti. Ad esempio, le carte di pagamento, accanto al classico utilizzo tramite ATM e POS, ora si utilizzano anche per pagamenti su internet o con tecnologia contactless.

La tecnologia contactless (‘Near Field Communication” – NFC) consente la trasmissione di dati tra dispositivi a distanze ravvicinate. Permette quindi mobile payments, ossia i pagamenti tramite telefono cellulare, anche con addebito sul credito telefonico.

Quindi permette di affiancare alla moneta legale, bancaria, un altro tipo di moneta: la moneta elettronica, definita come strumento di pagamento che incorpora nel proprio supporto fisico il valore monetario. La transazione è un flusso informativo: la moneta scompare e diventa informazione inerente al suo trasferimento.

Per quanto riguarda il futuro del contante, la riduzione dell’importanza del contante è necessaria per la riduzione dei costi sostenuti a livello privato e sociale derivanti dal suo utilizzo.

Tra i costi privati si fa riferimento in particolare ai costi relativi alla distribuzione e alla movimentazione del contante sostenuti dalle banche. Mentre tra i costi sociali si fa riferimento ai costi sostenuti per garantire la sicurezza dei pagamenti in contanti e ai costi derivati dall’evasione fiscale e dal favorire attività illecite, data la difficolta di tracciare i pagamenti in contanti.

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