Testo: Galati 1:11-24 Breganzona / Luino 29 marzo 2020 Tema: Trasformati dal Vangelo
11 Vi dichiaro, fratelli, che il vangelo da me annunciato non è opera d’uomo;
12 perché io stesso non l’ho ricevuto né l’ho imparato da un uomo, ma l’ho ricevuto per rivelazione di Gesù Cristo. 13 Infatti voi avete udito quale sia stata la mia
condotta nel passato, quando ero nel giudaismo; come perseguitavo a oltranza la chiesa di Dio, e la devastavo; 14 e mi distinguevo nel giudaismo più di molti
coetanei tra i miei connazionali, perché ero estremamente zelante nelle tradizioni dei miei padri. 15 Ma Dio che mi aveva prescelto fin dal seno di mia madre e mi ha chiamato mediante la sua grazia, si compiacque 16 di rivelare in me il Figlio suo perché io lo annunciassi fra gli stranieri. Allora io non mi consigliai con nessun
uomo, 17 né salii a Gerusalemme da quelli che erano stati apostoli prima di me, ma me ne andai subito in Arabia; quindi ritornai a Damasco. 18 Poi, dopo tre anni, salii a Gerusalemme per visitare Cefa e stetti da lui quindici giorni; 19 e non vidi nessun altro degli apostoli, ma solo Giacomo, il fratello del Signore. 20 Ora, riguardo a ciò che vi scrivo, ecco, vi dichiaro, davanti a Dio, che non mento. 21 Poi andai nelle regioni della Siria e della Cilicia; 22 ma ero sconosciuto personalmente alle chiese di Giudea, che sono in Cristo; 23 esse sentivano soltanto dire: «Colui che una volta ci perseguitava, ora predica la fede che nel passato cercava di distruggere». 24 E per causa mia glorificavano Dio.
Carissimi! Buona domenica mattina! È un privilegio che possiamo continuare a studiare insieme la Parola di Dio! Anche se fisicamente siamo distanti, in Gesù siamo uniti!
Oggi continueremo ad approfondire la lettera dei Galati. Siamo alla quarta puntata.
Finiremo il capitolo 1, quindi leggeremo un passaggio un po’ più lungo.
Leggiamo da 11 a 24
Questo passaggio ci mostra come il Vangelo è da una parte totalmente oggettivo! È un messaggio chiaro, stabilito, inalterabile, ben delineato. Dall’altra parte è profondamente soggettivo! È accessibile solamente tramite un’esperienza personale.
Di solito l’oggettività e la soggettività sono due opposti. Da una parte stanno i fatti, dall’altra le esperienze. Si dà spesso peso ad uno a discapito dell’altro.
L’approccio odierno alla religione valorizza maggiormente l’esperienza soggettiva, quella del singolo individuo. Si è scettici rispetto alle idee prestabilite, ai dogmi, … Qualche settimana fa ho discusso con dei ragazzi di un Liceo e ho notato proprio questo modo di pensare: “Perché dovrei credere a qualcosa che mi viene detto, che mi viene messo davanti? Sono io che devo trovare la verità, ognuno deve trovare la sua strada…”.
Se osserviamo bene il passaggio che abbiamo letto oggi, vediamo che non dobbiamo scegliere tra una visione strettamente oggettiva e una strettamente soggettiva. La fede cristiana non ti lascerà prendere questa decisione. Perché è il Cristianesimo è radicalmente entrambi, riuniti nel Vangelo: sia fatti, che esperienza.
In Giovanni 14:6 leggiamo:
«Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».
Gesù non dice: vi porto la verità! Non porta un concetto astratto! No, lui dice: “io sono la verità!” Quindi vediamo che la verità è una persona! Qualcuno che si può conoscere,
esperimentare! Allo stesso tempo, Gesù dice: “nessuno viene al Padre se non per mezzo di me!” C’è un’esclusività! Un assoluto! Un’affermazione oggettiva!
Anche studiando il passaggio di oggi, noteremo, meglio che in altri passaggi, la forte oggettività e la profonda soggettività del Vangelo. Li vedremo insieme. Non sei Cristiano finché non accetti ed abbracci entrambi questi aspetti.
Prima di tutto vediamo la forte oggettività che è una continuazione di quello che abbiamo visto la volta scorsa. L’oggettività forte la vediamo nei versetti 8 a 12. Avevamo letto come Paolo diceva: “se noi o anche un angelo vi annunziassero un Vangelo diverso, non
ascoltarlo!” Né l’angelo, né me! Nel passaggio di oggi leggiamo “il Vangelo non è opera d’uomo!” “L’ho ricevuto per rivelazione di Gesù Cristo”.
Paolo sta dicendo che il Cristianesimo è basato sul fondamento solido della rivelazione divina. La tua fede non è basata su alcuna risorsa umana. Questo è il punto principale di questo passaggio. Paolo dice essenzialmente: “Il Vangelo non è basato su di me”.
Inoltre, nel versetto 16 Paolo dice che ha ricevuto il Vangelo dal Signore ed è stato
chiamato a predicarlo tra gli stranieri. Poi nello stesso versetto afferma: “allora io non mi consigliai con nessun uomo”. Nella lingua originale - come annotano certe Bibbie a piè di pagina - al posto del termine “uomo” c’è scritto “carne e sangue”. Questo dettaglio ci ricorda un altro importante passaggio dei Vangeli dove c’è una marcata distinzione tra l’apostolo che porta la rivelazione divina e la rivelazione divina stessa.
Questo passaggio è in Matteo 16:13-20 dove Pietro dice a Gesù: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. E come risponde Gesù? “Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli”.
Non è Pietro stesso, nessuna sua capacità, ad avergli rivelato l’identità di Gesù! Né carne né sangue, è Dio che glie l’ha rivelato.
Qui abbiamo la stessa identica cosa. Paolo ha l’audacia di dire, sì sono un apostolo. Ma la vostra fede non è basata su di me come apostolo! Quello che come apostolo vi ho portato non mi è stato dato da carne e sangue, ma da Gesù risorto, dalle sue stesse labbra.
Tante chiese che dicono che è il leader della chiesa che definisce la tua fede. In questo caso non c’è oggettività, perché la tua fede è dipendente da una qualsiasi rivelazione che un leader sosterrebbe di aver avuto.
Per esempio, la chiesa dei Mormoni diceva originariamente che certi popoli non potevano essere ammessi al sacerdozio. Poi nel 1978 gli apostoli della chiesa ebbero una visione, dove tutto ad un tratto Dio aveva detto che tutti potevano diventare sacerdoti.
Se la tua fede è basata su delle visioni di un leader, o su altre fonti oltre alla Bibbia, hai una fede che cambia. Perché non è basata su qualcosa di solido, di inalterabile, che è uguale ieri, oggi e per sempre. È basato su una risorsa umana.
Paolo invece: “Né carne, né sangue”. “Non credetemi, nemmeno se fossi io a raccontarvi un'altra cosa”. Neppure se tu avessi un’esperienza mistica incredibile o un angelo ti apparisse, puoi fidarti!
Paolo afferma che il Vangelo è la rivelazione divina che lui, e gli altri apostoli ricevettero da Gesù risorto. Quindi le stesse parole di Gesù, che era risorto ed apparve fisicamente a centinaia di persone. Prese gli apostoli e gli istruì per 40 giorni (Atti 1:3) e più tardi Paolo, a cui spiegò questo messaggio, questa rivelazione divina.
Questa è la base della vostra fede: non l’autorità umana di un qualsiasi leader, ma
nemmeno il tuo cuore stesso. Non importa se hai avuto una visione o se hai visto un angelo.
Non importa quanto forte ti senti, la tua fede non è basata su alcuna risorsa umana o soggettiva. Ma è basata su qualcosa di sicuro e oggettivo, la rivelazione divina. Il nuovo Testamento che è la rivelazione apostolica e l’Antico Testamento, autorità accettata e confermata da Gesù. In altre parole, la base della tua fede è una rivelazione divina! Non un’autorità umana e nemmeno la tua stessa esperienza.
Oggi va di moda lo stile di vita: “nel tuo cuore sai che hai ragione”.
Quando Woody Allen ammise di avere una relazione con la figlia adottiva di sua moglie, disse: il cuore vuole ciò che vuole. Era il suo modo di dire: l’unico modo di sapere cos’è giusto o sbagliato è il tuo cuore. Ognuno quindi si crea la propria morale, la propria verità personale.
Per la ricerca della verità Paolo dice: non importa cosa dice il tuo cuore! Perché se ti basi sul tuo cuore l’unico modo di mettere in discussione la morale o la verità di un altro è quello di dire che il tuo cuore è migliore di quello di un altro… non è un argomentazione solida.
Non hai niente a cui appellarti. Paolo dice che questo non è il modo di ragionare dei Cristiani.
Paolo dice che il Cristianesimo è basato sulla base solida della rivelazione divina. Non
importa quello che sento io, gli altri, o lo stesso apostolo Paolo. Non c’è niente come questa oggettività della rivelazione di Dio.
Ora se guardi le altre religioni, per esempio Maometto, si potrebbe dire: ma anche lui ha avuto una rivelazione. Non c’è differenza! Invece c’è. È stato un'unica persona ad avere
Paolo invece non ha avuto una visione! Gesù stesso l’ha incontrato sulla strada per
Damasco e gli ha dato il messaggio del Vangelo. Più tardi Paolo incontra gli altri apostoli che confermano che si tratta davvero dello stesso messaggio. Questo è il tema dei capitoli 1 e 2 della lettera. Centinaia di persone hanno visto il Cristo risorto, almeno una dozzina di
persone hanno avuto una formazione intensa con il Cristo risorto. C’è un’oggettività non comparabile con altre religioni. Il Vangelo è basato su fatti storici. C’è un’oggettività nel Cristianesimo che è così forte… per alcuni è fin troppo oggettivo e finiscono per odiarlo.
Ma d’altra parte il Cristianesimo è allo stesso tempo profondamente soggettivo, perché – come ci mostra il resto del passaggio di oggi - se tu non hai esperimentato la verità, non la capisci. Se non hai esperimentato il Vangelo non lo conosci!
Se dici di conoscere il Vangelo ma la tua vita non è stata trasformata, non conosci il
Vangelo. Da una parte finché non hai esperimentato la grazia di Dio, la tua mente sarà cieca al Vangelo. Ma dall’altra parte quello che cambia il cuore e la vita non è semplicemente il fatto di aver capito intellettualmente e voler semplicemente applicarlo. Il Vangelo è una potenza che ti affronta e ti trasforma!
Quello che Paolo ci mostra è che quando il Vangelo è entrato nella sua vita lo ha cambiato così radicalmente che le persone glorificavano e ringraziavano Dio a causa sua.
Gal 1:24 “E per causa mia glorificavano Dio”.
È capitato anche a te? Hai esperimentato il Vangelo e visto come ti ha cambiato la vita?
Qualcosa in te è cambiato al punto tale che le persone che ti hanno conosciuto prima, hanno detto: che persona trasformata?
Paolo dice che è stato trasformato dal Vangelo. Vediamo tre aspetti di questo cambiamento che sono veri per chiunque esperimenti il Vangelo.
1) Sono oggetto dell’azione di Dio
Paolo realizza che è un oggetto dell’azione di Dio. Nei versetti 13 e 14 vediamo i verbi tutti alla forma attiva (io perseguitavo, io devastavo, io mio distinguevo, io ero zelante). Ma poi cosa accade? Tutto ad un tratto nel versetto 15 abbiamo una svolta! Ma Dio!!
Ma Dio che m’aveva prescelto fin dal seno di mia madre e mi ha chiamato mediante la sua grazia, si compiacque…
Vedete: dopo i tanti soggetti: io, io io! Dio diventa il soggetto e Paolo l’oggetto! Cosa ci insegna questo? Un segno che ti fa capire che hai avuto una vera esperienza del Vangelo è quello che non vedi te stesso in prima linea come quello che cerca di toccare, raggiungere ed assaporare Dio, ma è molto di più lui che ti viene incontro. Tu sei passivo, sei l’oggetto dell’azione di Dio. In altre parole, puoi sapere che hai esperimentato il Vangelo, quando realizzi che il Cristianesimo non è qualcosa che scegli tu! Ma è qualcosa che ti prende.
È una potenza che ti affronta. Per questo un non cristiano ti potrebbe chiedere: ma perché devi credere a questo?
Dice così perché vede la fede Cristiana come qualcosa che tu scegli e non ha alcuna idea dell’esperienza del Vangelo. Ma il Cristianesimo non è qualcosa che decidi, la fede cristiana è qualcosa che ti accade! La verità del Vangelo inizia a brillare! Non sei tu che scegli a cosa credere, ma tutto ad un tratto comprendi la logica del Vangelo, la realizzi. C’è una potenza da fuori che ti affronta, che è entrata nella tua vita.
“Ma Dio!” Ma Dio che m’aveva prescelto… è tutto Dio che fa. Se prima era elencato tutto quello che faceva Paolo, ora è Dio all’azione: Dio ha prescelto, ha chiamato mediante la grazia, si compiacque!
Qua vediamo una profondità che ci fa realizzare di essere l’oggetto dell’azione di Dio. Come cristiano, anche se forse pensavi che fossi tu ad aver fatto un grande scelta, ti rendi conto che non hai scelto tu di assaporare e provare Dio. Realizzi che c’è una potenza che è scesa per toccare te!
Ma Dio che mi ha prescelto fin dal seno di mi madre… Se sei cristiano da lungo tempo e metti gli occhiali della grazia di Dio e riguardi a ritroso la tua vita, realizzi che Dio era là in ogni momento. Riconosci uno che ti ha guidato, che ti ha prescelto.
Quando Giuseppe - che per invidia era stato venduto come schiavo dai suoi fratelli - li perdonò, disse una frase straordinaria: Voi avevate pensato del male contro di me, ma Dio ha pensato di convertirlo in bene (Genesi 50:20).
Giuseppe dice: sono arrivato in una posizione dove Dio mi ha preparato per fare certe buone opere, aiutare certe persone. Vedo che non solo le cose malvagie che voi avete fatto nei miei confronti, ma anche i miei sbagli non erano una sorpresa per Dio. Ogni esperienza positiva o negativa Dio l’ha usata per farmi diventare la persona che poi ha potuto usare.
Giuseppe ammette che Dio stava lavorando attivamente nella sua vita anche quando apparentemente Dio non l’aveva aiutato e non gli aveva dato risposta.
Anche tu! Sei stato prescelto, puoi essere certo che tutto quello che ti è accaduto, le cose negative, i tuoi stessi sbagli Dio li userà, come con Giuseppe e Paolo, per fare la differenza.
Paolo cercava come un matto di distruggere la chiesa e alla fine ogni aspetto della sua vita, Dio l’ha usato per i suoi scopi. Siamo l’oggetto dell’azione di Dio. Dio ci sta forgiando e trasformando per la sua gloria.
2) Dio è reale quando sono solo con Lui
Un altro aspetto della nostra vita spirituale, quando siamo stati sopraffatti dal Vangelo consiste nel fatto che Dio è una realtà per te anche quando sei solo con Lui. È una relazione personale. Vediamo in versetto 16: “Dio si compiacque di rivelare in me il Figlio suo”.
Questo è davvero personale.
Ci sono stati periodi nella storia, dove tutti andavano in chiesa, tutti erano morali. Ma quasi nessuno conosceva Dio personalmente. Il problema di questi periodi è che la religione era ovunque ma non penetrava nei cuori.
Magari vedevi persone davvero religiose, ma poi osservandole nelle loro famiglie, nel loro ambiente privato, vedevi che non c’era nessun bisogno di Dio, nessun desiderio per Dio.
Forse hai già osservato cristiani davvero attivi nel gruppo, impegnati nella fede ma quando tornato a casa, non hanno nessun interesse e bisogno di Dio. O forse gente che ama stare in chiesa, gli stimoli della musica, ricevere consulenza poi quando trasloca in un’altra città e non trova una chiesa che gli piace, abbandonano tutto e non hanno più bisogno di Dio.
Fai attenzione a non essere tutto bagnato in superficie dalla fede cristiana invece di essere penetrato. C’è il rischio entrando in un’ambiente cristiano di essere attorniato da persone di fede che ti stimolano e ti ispirano, senza accorgerti che la fede non penetra nel tuo
cuore. Ti accorgi che quando cambi ambiente, e sei solo, Dio non è reale per te, sei con lui e non sai cosa dirgli. Bagnato in superficie ma non inzuppato, penetrato.
Nel nostro passaggio vediamo che Paolo è stato solo in Arabia per anni e non sappiamo nemmeno esattamente cosa facesse, ma sappiamo una cosa. In questo tempo Dio è diventato più reale per lui, non di meno. Il secondo aspetto che ti fa capire che l’hai
incontrato individualmente, personalmente è che Dio diventa reale per te anche quando sei da solo Lui.
3) Divento umile
Per ultimo vediamo che il cambiamento di carattere di Paolo fa glorificare Dio.
Qual è stato il suo cambiamento? Prima era uno che perseguitava, poi non più.
Vedremo più avanti, che Paolo nel capitolo 4 porta una piccola allegoria usando la storia di Ismaele e Isacco. Ismaele rappresenta le persone che credono di essere salvate per conto delle proprie opere. Isacco invece quelli che contano sulla grazia di Dio. Guardando in Genesi 21 vediamo che da parte di Ismaele c’è disprezzo nei confronti di Isacco. Paolo conferma che così è anche oggi.
Sta cercando di dire: se tu credi di essere salvato per le tue opere, se credi di essere salvato cercando di raggiungere qualcosa, non hai capito il Vangelo e per definizione sarai una persona critica, guarderai male gli altri, non sopporterai certi tipi di persone.
Un segno che il Vangelo ha davvero toccato la tua vita è che, come Paolo, non sei più uno che perseguita. Non sei più critico nei confronti di tutti. C’è un’umiltà nei confronti anche delle persone con le quali non sei d’accordo. Non hai più un bisogno di far capire a tutti che sono nel torto. Non c’è un disprezzo. Perché? Perché ti rendi conto che se Dio non ti avesse dato la grazia di conoscerlo, non saresti trasformato e probabilmente saresti peggio degli altri.
Quindi se la grazia del Vangelo è entrata nella tua vita, vedrai che potrai reagire in maniera amorevole e umile nei confronti di persone con le quali non sei per niente d’accordo e che sono totalmente differenti da te. Non significa che approvi tutto, e che se ti chiedono la loro opinione non parli in maniera chiara. Ma le tratterai con rispetto, non con senso di superiorità. Il Vangelo trasforma la tua relazione nei confronti degli altri!