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View of NUOVO SAGGIO FISH PER LA RICERCA DEL DNA DI HPV COMBINATO AD IHC CHEMILUMINESCENTE PER LA QUANTIFICAZIONE DI P16INK4A IN LESIONI CERVICALI

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volume 21, numero 3, 2006

Microbiologia Medica 254

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NUOVO SAGGIO FISH PER LA RICERCA DEL DNA DI HPV COMBINATO AD IHC CHEMILUMINESCENTE PER LA

QUANTIFICAZIONE DI P16INK4AIN

LESIONI CERVICALI

Ambretti S.1,2,Venturoli S.2, Mirasoli M.3, Cricca M.2,4,

Santini D.5, Guardigli M.3, Rizzoli M.3, Zerbini M.2, Musiani M.2 1Scuola di specializzazione in Microbiologia e Virologia,

Università di Bologna,

2D.M.C.S.S. Sez. di Microbiologia, Università di Bologna, 3Dip. di Scienze Farmaceutiche, Università di Bologna, 4C.R..R.E.M., Sez. di Microbiologia, Osp. S.Orsola-Malpighi,

Via Massarenti 9, 40138 Bologna

5D.C.S.R.I. Sez. di Anatomia Patologica, Osp. S.Orsola-Malpighi,

Via Massarenti 9, 40138 Bologna

Introduzione. In lesioni neoplastiche della cervice uterina e

di altri distretti, associate all’infezione da Papillomavirus umani (HPV) ad alto rischio oncogeno, l‘espressione della p16INK4A, una proteina coinvolta nella regolazione del ciclo

cellulare, risulta aumentata. Tale fenomeno è dovuto all’inat-tivazione funzionale, da parte dell’oncoproteina virale E7, di pRb, che normalmente mantiene bassi i livelli della p16INK4A

attraverso un meccanismo di feedback negativo.

Metodi. Allo scopo di valutare l’associazione tra HPV,

espressione della p16INK4Ae grado delle lesioni cervicali,

abbiamo messo a punto un saggio di ibridazione in situ con rivelazione fluorescente (FISH) per la ricerca del DNA di HPV, combinato ad una tecnica di immunoistochimica (IHC) per la quantificazione della p16INK4A.

Per la rivelazione della IHC è stato scelto un substrato chemi-luminescente che, oltre a garantire alti livelli di sensibilità e specificità, consente un’acquisizione e una rielaborazione del segnale automatizzate e quindi oggettive. La valutazione quan-titativa della p16INK4Aprevede uno score nel quale sono

consi-derati sia l’intensità media del segnale positivo sia la percen-tuale di epitelio in cui si ha sovraespressione della proteina. Il saggio è stato applicato all’analisi di 85 campioni istologi-ci provenienti da biopsie cervicali: 37 lesioni benigne, 20 neoplasie intraepiteliali cervicali di basso grado (CIN1), 28 di alto grado (CIN2-3).

Risultati. L’analisi dei campioni ha evidenziato un aumento

delle percentuali di positività sia per HPV, sia per p16INK4A,

passando dalle lesioni benigne (rispettivamente 43.4 e 8.1%), ai CIN1 (60.0 e 75.0%), ai CIN2-3 (85.7 e 96.4%). Dal punto di vista quantitativo, l’espressione della p16INK4Arisulta

esse-re significativamente più elevata nelle lesioni di alto grado (score medio 1,23) rispetto alle lesioni di basso grado (score medio 0,64).

Discussione. La sovraespressione della p16INK4Arisulta avere

una specificità maggiore, rispetto alla positività al DNA di HPV, nel riconoscimento delle lesioni neoplastiche HPV-cor-relate. Inoltre, i dati quantitativi confermano come l’espres-sione della p16INK4Aaumenti con un andamento che segue il

grado istologico della lesione cervicale.

La tecnica da noi messa a punto si propone quindi come un utile mezzo diagnostico in grado di rilevare in un unico cam-pione la presenza del DNA virale e il livello di espressione di una proteina che ha significato di marker di progressione neoplastica.

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USO DELLA BIOLOGIA MOLECOLARE NELLA DIAGNOSI DELLE SEPSI IN PAZIENTI IN ETÀ PEDIATRICA: DESCRIZIONE DI 3 CASI

Bandettini R., Ricagni L., Pescetto L., Ferrari P., Fenu ML., Formiga A., Pellettieri A., di Marco E.

*Laboratorio Analisi Chimico-Cliniche e Microbiologia, Ist. G. Gaslini, Genova.

Introduzione. Le sepsi nei pazienti in età pediatrica

richie-dono un tempestivo intervento diagnostico, terapeutico. La velocità è essenziale. La biologia molecolare mette a dispo-sizione test che accorciano i tempi nella identificazione degli agenti eziologici permettendo quindi una rapida correzione della terapia antibiotica. In questo lavoro descriviamo 3 casi di sepsi ricoverati nel nostro Istituto tra il 2005 ed il 2006, in cui l’uso della PCR è stato di estremo aiuto.

Materiali e metodi.

1) Bambino di 22 mesi all’ammissione presenta un quadro clinico pseudo-influenzale, con faringo-tonsillite essuda-tiva, rarissime maculo-papule sull’addome, assenza di segni meningei, leucocitosi neutrofila e C-RP negativa. Con la real time PCR viene identificata in meno di 2 ore

N.meningitidis sia in campioni di sangue che di urine,

confermata a distanza di 48 ore dall’emocoltura. 2) Bambino di 1 anno presenta all’ammissione uno stato

soporoso, con febbre e lesioni ecchimotiche cutanee agli arti inferiori successivamente diagnosticate come purpu-ra fulminans. La ricerca di antigeni urinari dà esito posi-tivo per S.pneumoniae. confermato con la nested PCR su sangue, mentre le emocolture danno esito negativo in quanto già in terapia con ceftriaxone.

3) Bambina di 8 anni presenta all’ammissione uno stato di shock settico con petecchie e manifestazioni ecchimoti-che diffuse. Con la real time PCR viene segnalata la posi-tività per N.meningitidis, la ricerca degli antigeni urinari dà esito aspecifico e le emocolture sono negative in quanto già in terapia con ceftriaxone.

Conclusione. Le tecnologie messe a disposizione dalla

biolo-gia molecolare migliorano la qualità del lavoro del microbio-logo e del clinico. Come sappiamo dalla letteratura la PCR è dotata di elevata sensibilità e specificità, non risente della eventuale terapia antibiotica già somministrata o in corso e permette una rapida identificazione con possibilità da parte del clinico di iniziare immediatamente una terapia mirata.

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