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Meccanica 11 1 aprile 2011 Elasticità Sforzo e deformazione Elasticità di allungamento e compressione lineari Elasticità di volume Elasticità di forma. Torsione. Bilancia di torsione

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(1)

Meccanica 11

1 aprile 2011

Elasticità

Sforzo e deformazione

Elasticità di allungamento e compressione lineari Elasticità di volume

Elasticità di forma. Torsione. Bilancia di torsione

(2)

Rigidità

• Un corpo perfettamente rigido non esiste

• È una schematizzazione molto utile, ma che ha i suoi limiti

• Un corpo reale, sottoposto all’azione di una forza o di un momento di forza, si deforma

• Ovvero le sue dimensioni o la sua forma variano

(3)

Elasticità

• Un corpo è detto elastico se tende a riassumere le dimensioni e la forma originaria al cessare delle sollecitazioni esterne

• Se le sollecitazioni esterne sono sufficientemente intense, la deformazione che il corpo subisce può diventare permanente o plastica

• Esite quindi un limite elastico

(4)

Elasticità

• La teoria dell’elasticità si basa su generalizazioni della legge di Hooke

• Noi studieremo le variazioni di

– Dimensioni lineari (allungamento e compressione) – Volume

– Forma (torsione)

• Ci limiteremo a sostanze omogenee e isotrope che sono in equilibrio statico e termico

(5)

Richiamo della legge di Hooke

• Consideriamo una sbarra metallica orizzontale di

lunghezza l0 e sottoponiamola a trazione applicando una forza F alle estremità

• La lunghezza della sbarra aumenterà e se la sbarra viene mantenuta a temperatura costante e la forza non è troppo elevata, la curva di allungamento è rettilinea

• L’elongazione l è quindi proporzionale, tramite una costante, alla forza F (legge di Hooke):

l k F  

(6)

Sforzo e deformazione

• La costante elastica k nell’eq. precedente dipende dalla particolare geometria del corpo considerato

• Per avere maggiore generalità conviene definire nuove costanti che caratterizzino il materiale di cui sono fatti i corpi

• A tal fine si introducono due nuove quantità fisiche:

– Lo sforzo

– La deformazione

(7)

Sforzo

• Prendiamo la sbarra sottoposta a trazione mediante due forze esterne F agenti alle estremità e consideriamo una sezione retta arbitraria che la divida idealmente in due parti

• La parte sinistra agisce sulla parte destra con una forza fs e la parte destra agisce su quella sinistra con una forza fd uguale e contraria, per la 3a legge di Newton, a fs

• In condizioni statiche

F

F fs fd

F f

fs d

(8)

Sforzo

• Detta A l’area della sezione retta della sbarra, si definisce sforzo il rapporto

• Nel caso della sbarra lo sforzo è longitudinale e di trazione

• Nel caso le forze esterne agissero non in trazione, ma in compressione, avremmo un corrispondente sforzo longitudinale di compressione

A

F

(9)

Deformazione

• Dalla legge di Hooke si vede che tanto maggiore è la lunghezza a riposo l0 della sbarra, tanto maggiore sarà il cambiamento prodotto da una data forza F

• Si definisce deformazione la variazione di lunghezza per unità di lunghezza, cioè il rapporto

• Possiamo ora esprimere la legge di Hooke in termini di sforzo e deformazione

• Con Y costante caratteristica del materiale, detta modulo di Young

l0

l

Y

l Y l l

l A

kl A

F

0 0

0

(10)

Elasticità

• La legge di Hooke scritta nella forma

sforzo=modulo di elasticità x deformazione

è valida anche per altri tipi di deformazione

elastica

(11)

Elasticità di volume

• È relativa ad una variazione di volume, ma non di forma, del corpo

• La deformazione è ora definita relativamente al volume:

• Lo sforzo prende il nome di pressione:

• Ora la forza si intende perpendicolare alla superficie

• Qualsiasi materiale possiede un’elasticità di volume, secondo la formula

V0

V

A F p

V B V

p

11

(12)

Elasticità di volume

• La costante B è il modulo di elasticità cubica

• Dato che un aumento di pressione determina una

diminuzione di volume, il segno meno dell’eq. precedente consente di considerare B come positiva

• I liquidi sono un po’ più comprimibile dei solidi, ma la restistenza che oppongono alla compressione è tale che possono essere generalmente considerati incomprimibili

• Per i fluidi, termine con cui si comprendono sia i liquidi

(13)

Elasticità di forma

• La deformazione con cambiamento di forma, ma non di volume, è detta deformazione di taglio

• Lo sforzo è, come al solito,

• Ora però la forza si intende parallela alla superficie (nel nostro caso F è applicata alla faccia superiore del

parallelepipedo, la faccia inferiore è tenuta fissa)

• Come misura della deformazione assumiamo il rapporto

• L’elasticità di taglio è retta dall’eq.

• ove S è il modulo elastico tangenziale

A F

F

x

y

x y tan

A S

F 

(14)

Solidi e fluidi

• L’elasticità di forma è la caratteristica che distingue i solidi dai fluidi

• In un fluido in quiete l’unico sforzo possibile è quello di compressione (o espansione), detto anche, per

questo motivo, pressione idrostatica

(15)

Torsione

• È un caso particolare della variazione di forma

• Supponiamo di avere un cilindro di lunghezza l e

raggio R. Tenendo fissa una base, ruotiamo l’altra con una coppia di forze F/2 applicate tangenzialmente

alla superficie laterale

• Il momento è

• Invece dell’angolo  usiamo l’angolo   che è più facile da misurare

• Lo spostamento PP’=s è

• Per cui

RF

F/2

F/2 P P’

l l

R

s tan

l

R

(16)

Torsione

• Si può dimostrare che il momento esterno necessario per torcere il cilindro di un angolo è proporzionale a

• (secondo la costante di torsione proporzionale al modulo elastico S)

• Abbiamo così l’equivalente rotazionale della molla (ovvero della legge di Hooke)

• Un filo può essere considerato come un lungo cilindro con raggio molto piccolo

• Con esso possiamo costruire una bilancia di torsione, uno

k

l S k R

2

4

(17)

Torsione

• Al momento esterno si contrappone un momento elastico, di verso opposto, generato dal materiale del filo

• Se il momento esterno cessa, il solo

momento elastico agisce sull’equipaggio agganciato al filo e lo fa ruotare

• Detto I il momento d’inerzia

dell’equipaggio rispetto all’asse del filo, l’equazione del moto e`

el k

el

I

dt L d

el

(18)

Torsione

• Ovvero

• E passando alla proiezione lungo l’asse verticale

• Riscritta l’eq. come

• concludiamo che il moto dell’equipaggio e` armonico

dt k

I d22 el

dt k

I d22

2

2

2

I k dt

d

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