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5. Risultati finali, resoconto commerciale e risposta del mercato

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Academic year: 2021

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5. Risultati finali, resoconto

commerciale e risposta del mercato

Fino a questo momento è stato illustrato il percorso seguito per sviluppare quella che era l’idea di partenza, e renderla così un progetto concreto. Dopo questa fase si è proceduto ad una sperimentazione in piccola scala, orientata a valutare l’effettiva efficacia dell’utensile. Questo capitolo esporrà invece i risultati ottenuti sia in termini di efficienza del prodotto, sia come risposta che il mercato ha saputo fornire per tale attrezzo. Saranno inoltre esposti i risultati dell’analisi di tale prodotto, effettuata da parte di enti autorevoli, e della sua commercializzazione su larga scala.

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Il macchinario, progettato come mostrato nei capitoli precedenti, è stato sviluppato in un arco di tempo di circa un anno, durante il quale, a causa della mancanza dei frutti ai quali lo stesso è destinato, tutti i test sono stati effettuati o su sistemi di simulazione, in genere dispositivi frenanti a coppia costante o variabile, ma anche rami fittizi, con palline attaccate per mezzo di fili di cotone, simulanti le olive, oppure sulla base della esperienza personale dei primi addetti che, in tempo dovuto, provarono il primo prototipo, realizzato per fini di studio, riportato nel capitolo 1, prima figura, al fine di determinare la coppia necessaria alla raccolta dei frutti.

Ovviamente non sarebbe stato ipotizzabile presentarsi sul mercato con una così limitata conoscenza del prodotto, per cui è stato necessario effettuare un ulteriore periodo di prove, nelle settimane precedenti alla raccolta, tese a verificare sia la corretta funzionalità dell’utensile, sia la sua affidabilità. Avendo previsto che, all’inizio della stagione di raccolta, il dispositivo sarebbe dovuto essere già in commercio, tali test sono stati effettuati nelle settimane precedenti a tale periodo, per cui si è operato in condizioni decisamente meno agevoli di quelle che poi sarebbero state quelle effettive, cioè con frutti piccoli e non maturi, quindi difficili da raccogliere. Anche in tale situazione, il macchinario si è dimostrato all’altezza delle previsioni effettuate, riuscendo a raccogliere una quantità di olive al di sopra di ogni previsione: oltre sessanta chilogrammi in un’ora! Anche per ciò che riguarda l’affidabilità, durante le prove effettuate

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non ci sono stati riscontri particolarmente negativi, ma l’unico modo per avere dati oggettivi su tale parametro è porre in circolazione un discreto numero di pezzi, operazione questa che sarebbe stata fatta a seguito della campagna di vendita del primo anno.

Visti i risultati ulteriormente incoraggianti, l’azienda si è organizzata in modo da mettere immediatamente in produzione tale utensile, predisponendo una linea di montaggio, composta da otto addetti, in grado di produrre un massimo di 200 pezzi al giorno, lavorando su un solo turno di otto ore; nel caso in cui fosse stato necessario incrementare la produttività, si sarebbe potuta organizzare la produzione su più turni giornalieri, fino ad arrivare ad un massimo di 500 pezzi al dì. A dimostrazione della attività di produzione svolta dalla SDA sistemi, si veda la figura seguente, riportante una fotografia dei locali dell’azienda durante il periodo di produzione.

Fig. V-2 Scorcio della attività di produzione svolta.

Nel frattempo si è provveduto a far conoscere tale innovazione negli ambienti ad essa dedicati, per mezzo di pubblicità,

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dimostrazioni, fiere, attraverso le quali si è potuta rilevare la risposta positiva degli operatori del settore a tale invenzione.

A seguito del problema sollevato da diversi soggetti, consistente nel non

potere, per mezzo di Guliver, raccogliere

direttamente, senza

l’ausilio di scale, i frutti posizionati in alto sulla pianta, cosa peraltro possibile con diversi

raccoglitori della

concorrenza, l’azienda si è operata nel realizzare un semplice sistema di prolunga, in grado di portare l’utensile in cima

ad una asta e di azionarlo, in modo da risolvere la questione. Il primo studio, effettuato sempre per mezzo di modelli tridimensionali, è riportato a fianco, ed in particolare illustra il sistema di ancoraggio, sulla destra, e la leva preposta per azionare l’utensile, a sinistra, in grigio. Una volta realizzato il nuovo dispositivo, per altro in modo estremamente veloce, il risultato ottenuto è quello riportato nella figura seguente.

Fig. V-4 Fotografia del risultato finale ottenuto per la prolunga di raccolta. Fig. V-3 Modello della prolunga realizzata per la raccolta

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Il funzionamento è semplice: l’operatore aziona la leva posta in fondo, sul lato destro, che per mezzo di un cavo agisce sul braccio color arancio, visibile a sinistra. Questo provoca la chiusura della pinza e l’azionamento delle chele. La fotografia si riferisce al tipo di prolunga più corta delle due prodotte, di 1 metro, l’altra ha lunghezza 1,8 metri.

È importante far presente come tale progetto sia stato accolto in modo molto positivo sia dagli operatori di settore, che da istituzioni di importanza non trascurabile: solamente nel primo anno di uscita sul mercato, questo macchinario ha già riscosso due premi di merito, uno elargito dalla Camera di Commercio di Pisa, come migliore innovazione dell’anno 2004, l’altro dal Ministero per l’Agricoltura Spagnolo, che la ha classificata come la seconda

migliore innovazione nel campo agricolo, sempre per lo stesso anno,

premio al quale peraltro hanno preso parte diverse altre aziende europee, in quanto è stato tenuto durante la fiera agricola di Lleida, a Barcellona, una delle più importanti a livello continentale.

Fig. V-5 Attestato di merito quale migliore innovazione nel settore della frutticoltura in Spagna per l’anno 2004.

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Fig. V-6 Attestato di merito, rilasciato dalla Camera di Commercio di Pisa, quale migliore

innovazione dell’anno 2004.

Ovviamente tali risultati non devono essere occasione per adagiarsi su quanto già fatto, bensì essere di stimolo per quanto è ancora possibile migliorare per il futuro. A tale proposito, è già stato stilato un piano di quello che dovrà essere il prossimo piano di sviluppo dell’utensile, del quale se ne è già dato un accenno via via che si sono descritti i vari elementi, ma il quale sarà esposto più nel dettaglio ora.

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Si può iniziare a descrivere quali possono essere le prospettive per quello che riguarda i componenti elettrici del dispositivo: innanzi tutto la batteria, che per quanto detto in precedenza, potrà essere sostituita con una di tipo maggiormente performante, meno pesante e con un quantitativo di carica leggermente superiore, che non è risultato essere indispensabile, ma che consentirebbe comunque all’operatore di lavorare in maggiore tranquillità, avendo a disposizione un margine superiore. Per fare ciò, la soluzione più auspicabile sembra essere al momento quella di utilizzare una batteria di accumulatori al nichel – metal idrato, che permetterebbero di raggiungere i risultati prefissi con una certa tranquillità, ma il tutto è legato al fattore costo: se non sarà possibile trovare un metodo per ottenere tali componenti ad un prezzo decisamente inferiore a quanto non sia possibile oggi, sarà difficile che questa soluzione possa essere messa in pratica. I modi per ottenere un costo inferiore possono essere innanzi tutto rivolgersi direttamente ai produttori delle celle, in modo da non doversi accontentare di prodotti standard, destinati ad altri usi, e riadattati allo scopo, e avviare una ricerca di mercato rivolta verso l’estero, dove tali tecnologie sono maggiormente diffuse e quindi economicamente più competitive. Nel caso invece non fosse possibile abbandonare l’attuale batteria al piombo – acido, probabilmente si proseguirà lo sfruttamento di quella attualmente fornita, in quanto risulta essere quella che, allo stato attuale della ricerca, sembra possedere il miglior compromesso tra costo e qualità.

Per quanto riguarda il motore elettrico, non pare opportuno abbandonare il tipo di macchina a collettore, in quanto l’unico concorrente che al momento potrebbe sostituirlo è un corrispondente brushless, ma dei problemi di impiego dello stesso, in particolare economici, si è già ampiamente parlato nel secondo capitolo. Tale soluzione sarebbe anzi probabilmente sprecata, per una applicazione talmente semplice quale quella considerata, per la quale può andare benissimo una ben più economica macchina a

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collettore, opportunamente controllata. Al limite, sarebbe possibile sostituire il motore attualmente utilizzato con un tipo maggiormente affidabile e dalle prestazioni migliori, in particolare per ciò che riguarda il rendimento, ma tale sostituzione sarebbe di interesse veramente consistente nel caso in cui si trovasse una macchina tale da consentire di eliminare il riduttore meccanico di giri presente. Questa soluzione non è tuttavia applicabile se non adottando un sistema di alimentazione a tensione superiore, almeno di 24 volt, per cui o si opera elettronicamente, innalzando il valore della tensione per mezzo di un convertitore DC-DC di tipo step up, soluzione non certo agevole, dovuta anche alla presenza di induttori di valore considerevole in tali apparati, dall’ingombro e dal costo non indifferente, oppure modificando la batteria di alimentazione, ad esempio come nel caso prima esposto. Si ricorda infatti che l’energia erogabile da un accumulatore non dipende dalla tensione alla quale essa viene resa disponibile, dipendendo invece in maniera pressoché biunivoca dal peso del dispositivo, ovviamente a parità di tecnologia impiegata.

Il componente per il quale sono stati fatti i progressi maggiori, ed ancora si prevede che possano essere fatti, è il sistema di controllo elettronico dell’utensile. Per quanto già detto in precedenza, la scheda elettronica è già stata ampiamente studiata ed evoluta, in particolare la versione programmabile, che sarà montata sulla prossima generazione di macchinari, può essere considerata quasi ottimale per il problema posto. Al limite sarà possibile nel futuro operare delle piccole correzioni sul programma, in modo ad esempio di ridurre il ripple di corrente, oppure aggiungere altri tipi di controlli ausiliari, ad esempio un led di ricarica della batteria, ma l’hardware della scheda e la strategia fondamentale di controllo si prevede che rimarranno i medesimi per ancora diverso tempo. La modifica della stessa più prossima sarà comunque quella di togliere il diodo preposto per evitare l’inversione di polarità ed utilizzare al suo posto un collegamento di tipo polarizzato tra batteria e corpo macchina.

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Anche il cavo di collegamento potrebbe essere sottoposto a revisione, in quanto per lo stesso è già in fase di studio la possibilità di sostituzione con uno del tipo a molla, simile a quelli impiegati nel campo della telefonia fissa, che quindi ingombri meno in fase di lavoro. Il punto debole del sostituto è il peso, decisamente superiore a quello di un normale cavo per energia.

Per ciò che riguarda la struttura meccanica dell’utensile, non sono previste modifiche sostanziali, a meno del riduttore di giri che sarà eventualmente adeguato al motore utilizzato, e che comunque sarà sostituito al più presto con un rotismo di tipo epicicloidale, in virtù dei vantaggi che lo stesso apporta in confronto ai disagi che, con il tempo e con i numeri di produzione giusti, possono essere agevolmente scavalcati.

Le chele probabilmente non subiranno modifiche: si è ipotizzato eventualmente uno studio teso a stabilire la possibilità di sostituire il tubolare in acciaio con uno equivalente in alluminio, o lega leggera, in modo da risparmiare un certo quantitativo di peso, ma tali considerazioni devono essere ancora prese in considerazione e vagliate.

Altra cosa per la quale si prevede la sostituzione è il tipo di imballo del kit, costituito da utensile, batteria di alimentazione, zaino per la stessa e caricabatteria. Attualmente il tutto viene confezionato in una scatola di cartone, ma per il futuro si sta valutando la possibilità di realizzare una valigetta in materiale plastico che possa contenere tutto l’occorrente.

L’ergonomia dell’impugnatura può essere leggermente migliorata, anche se non in modo particolare, in quanto l’utensile deve poter essere usato sia con la mano destra che con la sinistra, per cui non è possibile adeguare lo stesso alla perfezione ad un solo arto. Certamente sarà migliorato il design esterno dell’involucro che, per quanto già piacevole, in particolare rispetto a quanto visto per il prototipo, può essere migliorato con piccoli accorgimenti estetici, più di ritocco che di modifica in senso proprio. Il colore non sarà modificato, in quanto lo stesso non è stato scelto a caso, ma in

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modo che fosse chiaramente distinguibile anche a distanza ed in condizioni particolarmente disagiate quali quelle presenti in campagna.

Come si vede, tanto è stato fatto per sviluppare tale progetto, ma tanto rimane ancora da fare per renderlo veramente ottimale, affidabile e funzionale, in modo da soddisfare sia il mercato che l’utilizzatore finale.

Figura

Fig. V-1     Verifiche di funzionamento e affidabilità.
Fig. V-2     Scorcio della attività di produzione svolta.
Fig. V-4     Fotografia del risultato finale ottenuto per la prolunga di raccolta.  Fig
Fig. V-5     Attestato di merito quale migliore innovazione nel settore della frutticoltura in        Spagna per l’anno 2004
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