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raccomandazioni di salute e sicurezza

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Academic year: 2022

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cantieri post sisma

raccomandazioni di salute e sicurezza

2019

Inail - Direzione centrale pianificazione e comunicazione piazzale Giulio pastore, 6 - 00144 roma

dcpianificazione-comunicazione@inail.it

www.inail.it

isBn 978-88-7484-144-8

edizione 2019

coLLana CANTIERI

L’opera, frutto della collaborazione tra istituzioni pubbliche e privati, intende essere un contributo a tutti coloro che, a vario titolo, saranno impegnati nella ricostruzione successiva ai sismi che hanno colpito quattro regioni del centro italia a partire dal 2016, e dovranno tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori in un contesto lavorativo compromesso e fragile sotto il profilo prevenzionistico.

Le “raccomandazioni” riportate nell’opera non hanno alcun valore vincolate nei confronti degli addetti ai lavori in quanto non aggiungono nulla alle norme già esistenti, ma traggono origine da queste per adattarle alla specificità degli interventi e alla particolarità del contesto ambientale.

esse rappresentano uno strumento a supporto dei progettisti per una corretta progettazione degli interventi tenendo ben presente gli aspetti di salute e sicurezza nel lavoro; dei coordinatori per la sicurezza per la redazione di piani di sicurezza e coordinamento mirati; e delle imprese per la stesura dei propri piani operativi di sicurezza.

Qualche consiglio è rivolto anche alle pubbliche amministrazioni che devono occuparsi del coordinamento generale dei vari interventi, disciplinando la viabilità comune e la logistica dei molteplici e contestuali cantieri, evitando o riducendo al minimo le interferenze sovra cantiere e promuovendo la corretta gestione delle emergenze, identificando percorsi di esodo e punti di raccolta comuni.

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Raccomandazioni di salute e sicurezza

2019

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Direzione regionale Marche Coordinamento

Giuseppe Semeraro7 Autori

Raggruppamento temporaneo professionisti “MITULA CPS” Foligno (FG) costituito da:

Paolo Moressoni1 (capogruppo), Silvia Desantis1, Pietro Carlo Pellegrini2, Marco Petterini3, Andrea Giannantoni4, Giorgio Leoni5, Emiliano Maiarelli6, Luciano Angelucci6, Daniele Castellani6, Fabio Sorrentino6, MDAlab (elaborazioni grafiche)

Collaborazioni

Antonella Rosati7, Francesca Campanella7, Rocco Volpentesta7, Giovanni Ripani8, Fabio Massimo Eugeni9, Michele Gliaschera10, Luigi Carlini11, Sergio Corradetti8.

1 Studio Tecnico Desantis Moressoni Associati

2 Libero professionista (architetto)

3 Libero professionista (medico chirurgo)

4 Libero professionista (ingegnere strutturista)

5 Libero professionista (geologo)

6 Soluzionitecniche studio associato

7 Inail – Direzione regionale Marche

8 Federazione Regionale Ordini Architetti Marche

9 Federazione Regionale Ordine Ingegneri Marche

10 Ordine dei Geologi delle Marche

11 Asur Regione Marche

12 Comitato Regionale Geometri Marche

Per informazioni

Inail - Direzione regionale Marche Via Piave, 25 - 60124 Ancona marche@inail.it\marche www.inail.it

© 2019 Inail

ISBN 978-88-7484-144-8

Gli autori hanno la piena responsabilità delle opinioni espresse nella pubblicazione, che non vanno intese come posizioni ufficiali dell’Inail.

Le pubblicazioni vengono distribuite gratuitamente e ne è quindi vietata la vendita nonché la riproduzione con qualsiasi mezzo. È consentita solo la citazione con l’indicazione della fonte.

Tipolitografia Inail - Milano, febbraio 2019

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Presentazione 5

CAPITOLO I - ASPETTI GENERALI 7

Prefazione 7

La struttura dell’opera 9

Il contesto ambientale 11

L’ambiente e l’organizzazione del cantiere 15

Interventi preliminari all’esecuzione di lavori 18

La gestione delle emergenze 23

CAPITOLO II - LAVORI GEOLOGICI 27

Aspetti generali 27

Le schede prevenzionistiche per voce di prezzario 28

Le schede grafiche di sintesi 104

CAPITOLO III - SCAVI E MOVIMENTO DI TERRA 115

Aspetti generali 115

Le schede prevenzionistiche per voce di prezzario 116

Le schede grafiche di sintesi 139

CAPITOLO IV - DEMOLIZIONI E RIMOZIONI 147

Aspetti generali 147

Le schede prevenzionistiche per voce di prezzario 149

Le schede grafiche di sintesi 296

CAPITOLO V - CONSOLIDAMENTI 317

Aspetti generali 317

Le schede prevenzionistiche per voce di prezzario 319

Le schede grafiche di sintesi 538

CAPITOLO VI - ADEGUAMENTO SISMICO 551

Aspetti generali 551

Le schede prevenzionistiche per voce di prezzario 552

Le schede grafiche di sintesi 566

Bibliografia 573

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Il presente lavoro vuole essere un contributo offerto dalla Direzione regionale dell’Inail-Marche alla cultura della salute e della sicurezza dei lavoratori, da tener presente nei cantieri di ricostruzione edilizia conseguenti ai recenti eventi sismici che hanno flagellato numerosi territori delle regioni Marche, Abruzzo, Lazio e Umbria.

La realizzazione dell’opera ha visto l’apporto collaborativo oltre che dell’Inail anche della Regione Marche, dell’Ispettorato Interregionale del Lavoro del Veneto, della Direzione regionale Inps- Marche, degli Organismi Paritetici dell’Edilizia, degli Ordini e Collegi Professionali e dell’Associazione temporanea di professionisti denominata MITULA CPS.

A tutti loro va il mio personale ringraziamento.

Le raccomandazioni rappresentano un focus sulle attività lavorative nei cantieri conseguiti al sisma, con l’obiettivo di aumentare l’attenzione sugli aspetti di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, già alta nei cantieri in genere, ma che deve essere ancora più alta a causa della precarietà degli immobili e del particolare tessuto urbano e suburbano dei pregevoli centri storici di tante cittadine danneggiate pesantemente dal sisma.

L’idea è nata da tali considerazioni.

Onde l’esigenza di pubblicare una manuale pratico e di utile consultazione, contenente regole tecnico-prevenzionali e comportamentali correlate alla specifica realtà ambientale, da attuare negli interventi edilizi della ricostruzione post sisma.

Con l’auspicio che sia di grande utilità da parte del lettore anche in relazione all’impegno profuso nella sua realizzazione.

Anna Maria Pollichieni

Direttore regionale Marche, Inail

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CAPITOLO I - ASPETTI GENERALI

Prefazione

L’idea di elaborare le raccomandazioni contenute in questa opera nasce dalla constatazione che il “cantiere post sisma”, specie in un contesto come quello delle aree colpite dal terremoto del 2016 nel centro Italia, è un luogo a maggior rischio infortunistico per la precarietà dei manufatti su cui si opera e per il particolare contesto ambientale oltre che sociale. In questo luogo di lavoro, alle usuali norme antinfortunistiche, si deve aggiungere l’attenta scelta delle tecniche d’intervento al fine di non indurre sollecitazioni all’edificio tali da comprometterne la sua stabilità locale o globale ovvero si deve tener conto degli effetti collaterali delle tecniche d’intervento in modo da mettere in atto preventivamente accorgimenti provvisionali e misure di protezione tali da scongiurare conseguenti eventi dannosi per i lavoratori. Inoltre, bisogna tener ben presente il contesto ambientale entro cui l’intervento si colloca, allargando l’analisi prevenzionistica a scala maggiore, dal cantiere a quella urbana, se non suburbana. Per questi motivi, oltre alla mera applicazione delle norme antinfortunistiche, servono scelte progettuali e organizzative mirate, in quanto queste assumono un rilievo fondamentale ai fini prevenzionistici. Da esse dipende il livello di sicurezza e salute non solo nel cantiere ma anche nel contesto entro cui il singolo cantiere agisce.

In questa ottica le “raccomandazioni” che qui si forniscono non vogliono aggiungere nulla alle norme esistenti, ma traggono origine da queste per adattarle alla specificità degli interventi e dei luoghi.

L’iter per l’elaborazione delle raccomandazioni è stato piuttosto lungo e articolato.

Le tappe fondamentali sono state le seguenti:

1. approvazione del progetto prevenzionale da parte dell’Inail Direzione regionale Marche;

2. approvazione del progetto prevenzionale da parte del Comitato regionale di Coordinamento Marche, costituito ai sensi dell’art. 7 del d.lgs. 81/08, nella seduta 29 giugno 2017;

3. costituzione formale del gruppo di lavoro tra rappresentanti dell’Inail e dei Partner (Regione Marche, Ispettorato interregionale del Lavoro, Inps Direzione regionale Marche, Organismi paritetici, Ordini e collegi professionali) che hanno condiviso l’iniziativa;

4. elaborazione da parte del gruppo di lavoro del disciplinare tecnico e relativi allegati e collaborazione con la stazione appaltante alla redazione del disciplinare di gara e allegati al fine dell’affidamento, secondo le procedure del codice dei contratti pubblici, del servizio tecnico di elaborazione delle raccomandazioni;

5. esperimento della procedura di gara per la selezione del soggetto affidatario del servizio tecnico di elaborazione delle raccomandazioni con aggiudicazione, mediante l’offerta economicamente più vantaggiosa, al Raggruppamento temporaneo di professionisti denominato “MITULA CPS” di Foligno (PG);

6. elaborazione delle indicazioni operative da parte dell’affidatario;

7. verifica, validazione e revisione delle raccomandazioni da parte del gruppo di lavoro e dell’Inail Direzione regionale Marche;

8. condivisione delle raccomandazioni da parte del Comitato Regionale di Coordinamento Marche nella seduta del 18 dicembre 2018.

Considerato che la ricostruzione post sismica al momento della pubblicazione delle

“raccomandazioni” non è ancora avviata del tutto, si ritiene che l’opera possa essere di grande

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attualità e di utile supporto per promuovere l’azione prevenzionistica da parte degli addetti ai

lavori nei cosiddetti “cantieri di ricostruzione post sisma”.

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1

Riferimento voce/ Gruppi di voce assimilabili per fattori di rischio

Descrizione voce/gruppi di voce

La struttura dell’opera

Le raccomandazioni allo scopo di garantire la facilità di consultazione e il maggior utilizzo possibile da parte degli addetti ai lavori, sono organizzate secondo le voci delle lavorazioni previste nel “Prezzario unico del cratere del centro Italia”, adottato con l’ordinanza del 14/12/2016, n. 7, dal Commissario del Governo per la Ricostruzione, poi aggiornato con l’ordinanza del 4 luglio 2018, n. 58, del Commissario del Governo per la Ricostruzione. Le voci di prezzario analizzate nel presente lavoro sono quelle riferite agli interventi che consentono di "chiudere le situazioni di emergenza" e di ricondurre i cantieri alla situazione di normalità.

Ad ogni declaratoria delle voci del prezzario si è voluto far corrispondere una “declaratoria della sicurezza”. Nello specifico, sono state oggetto di studio le voci che maggiormente interesseranno gli interventi di miglioramento e adeguamento post sisma, contenute specificatamente ai capitoli 01, 02 05 e 010 (fino alla voce A10020), nonché le voci relative all’installazione di dispositivi di isolamento sismico che solo nel citato aggiornamento del 2018 sono state inserite del “Prezzario unico del cratere del centro Italia”.

Le schede 120 prevenzionistiche elaborate corrispondono alle voci del suddetto prezzario raggruppate in gruppi, qualora assimilabili tra loro per fattori di rischio.

Le schede sono numerate e riportano i codici delle voci di prezzario a cui si riferiscono. Tale sistema consente comunque di associare ad ogni voce di prezzario la relativa scheda di sicurezza (si veda l’esempio sotto riportato).

Tabella 1 - Stralcio della prima scheda prevenzionistica

Numero scheda

A02001 A02011 A02002.a A02002.b

A02003.a A02003.b A02004.a A02004.b

A02005.a A02005.b A02006 A02007.a

A02007.b A02008.a A02008.b

(descrizione voce)

Le schede contemplano l’analisi dei rischi, le risorse umane e i materiali necessarie all’esecuzione del singolo intervento e in modo particolare contengono:

− le scelte progettuali ed organizzative generali;

− le procedure / prescrizioni operative generali;

− le misure preventive e protettive generali;

− le misure di coordinamento generali;

− le misure di coordinamento contro i potenziali rischi interferenti.

Si ritiene importante sottolineare che l’innovazione delle schede prodotte risiede nel fatto che la loro chiave di lettura è molteplice, in quanto le valutazioni fatte intendono essere di supporto non solo al coordinatore della sicurezza, ma anche al progettista, e alle imprese.

È fondamentale che la pianificazione della sicurezza (PSC) sia effettuata contestualmente alla progettazione degli interventi, come tra l’altro la direttiva cantieri richiede, diventando così il risultato di uno stretto rapporto tra progettista, soprattutto quello strutturale, e coordinatore della sicurezza.

Infatti, le valutazioni riportate nei paragrafi “Scelte progettuali ed organizzative” e in quelli “Misure

di coordinamento” sono specificatamente rivolte al Progettista e al Coordinatore della sicurezza,

richiamando al loro interno modalità operative di coordinamento tra le loro attività e guidando

l’operatività nella predisposizione degli elaborati di rispettiva competenza.

(11)

Per esempio, nell’ottica di una pianificazione dei lavori orientata alla sicurezza, le fasi di lavoro atte a risolvere la mancanza di collegamenti tra gli elementi strutturali devono essere eseguiti iniziando prioritariamente dall’esterno e dall’alto. Questo significa che il cronoprogramma dei lavori è la sintesi dell’attività professionale svolta dal progettista e dal coordinatore per la sicurezza, ognuno nel proprio ambito, ma in sinergia tra loro. Il fine è comune: eseguire i lavori in sicurezza.

Il paragrafo “Procedure / Prescrizioni operative - Modalità e sequenza per eseguire il lavoro o l’operazione” si rivolge, in maniera più specifica, e all’impresa esecutrice.

Gli altri paragrafi delle schede sono da intendersi trasversali e rivolti alla lettura di tutti i soggetti interessati al processo sia valutativo preventivo sia a quello esecutivo vero e proprio.

L’elaborazione delle schede ha tenuto conto delle attività nello specifico contesto ambientale interessato dal sisma, caratterizzato da insediamenti abitativi, in prevalenza storici, e della probabile compresenza di più cantieri nel medesimo luogo.

L’opera è completata da una serie di illustrazioni grafiche contenenti le principali misure di tutela previste.

In appendice ad ogni capitolo sono riportate le schede grafiche di sintesi, con l’intento di associare alle lavorazioni delle voci di prezzario considerate nel presente lavoro, rappresentazioni spesso prospettiche dei singoli interventi cui si riferiscono, con l’indicazione dei punti di attenzione prevenzionistici più importanti (si veda l’esempio riportato nella tabella seguente).

Nel complesso sono riportate 59 schede grafiche di sintesi riferite alle lavorazioni salienti delle schede prevenzionistiche.

Tabella 2 - Stralcio della prima scheda grafica di sintesi

Numero scheda grafica

1

Descrizione voce

Esecuzione di sondaggi geognostici, perforazioni, prove penetrometriche, palificazioni, pozzi, micropali.

Riferimento schede prevenzionistiche nn.

1-5-6-7-8-11-12-13-15

1. …

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Il contesto ambientale

La crisi sismica iniziata il 24/08/2016 ha colpito il cuore dell’Italia, interessando una superficie di circa 8.000 kmq di ben quattro regioni, dieci provincie e oltre centoquaranta comuni, di cui due terzi solo nella regione Marche.

Al di là della impressionante dimensione del cratere, il territorio colpito è caratterizzato piuttosto da piccoli borghi ma anche da importanti centri. Paesi conosciuti per essere non solo tra i borghi più belli d'Italia, ma anche per custodire un ingente patrimonio storico-culturale.

Gli agglomerati urbani, soprattutto le parti più antiche, sono caratterizzati da strade non particolarmente ampie e da edifici gli uni vicini agli altri.

Il contesto ambientale con il quale ci si dovrà confrontare durante i lavori, soprattutto nelle aree epicentrali, in cui si sono verificati diffusi crolli e danni gravi alle strutture, è caratterizzato dalle seguenti criticità:

− pericolosità di accesso agli edifici che non sono stati messi in sicurezza e possibilità di crolli intempestivi;

− presenza di macerie, anche contenenti materiali pericolosi (come i materiali contenenti amianto);

− presenza di ostacoli (macerie o sistemi di sostegno delle strutture residue posti nei luoghi di transito);

− presenza di immobili anche di pregio storico e monumentale severamente danneggiati dal sisma;

− esiguità degli spazi e degli accessi dovuti alla particolare conformazione urbanistica.

In questo contesto si è tenuti a rispettare, in quanto applicabili, le norme cogenti previste per gli ordinari cantieri fissi. Nel caso queste non fossero applicabili, le misure alternative devono garantire livelli di sicurezza accettabile e rispettare comunque le misure generali di cui all’art. 15 del d.lgs. 81/08. È il caso, per esempio, di impossibilità di montaggio ed uso di ponteggi o di piattaforme mobili di lavoro in elevato (PLE) nei lavori in quota di edifici danneggiati dal sisma e dell’utilizzo del gancio di una gru mobile come ancoraggio per dispositivo di protezione individuale contro la caduta dall’alto

1

.

Di fondamentale importanza sono le risultanze dei sopralluoghi, eseguiti da un professionista abilitato, finalizzati al rilievo dei danni e delle vulnerabilità presenti nell’edificio e del contesto ambientale entro cui operare. Ciò permetterà di individuare, anche se solo qualitativamente, il rischio associato ai lavori di miglioramento/adeguamento sismico del fabbricato e consentirà anche di analizzare le priorità di intervento, le modalità di realizzazione in sicurezza degli interventi e le specifiche procedure di emergenza. Dovranno essere mappati allo scopo gli edifici limitrofi a quelli oggetto di intervento, il loro stato di sicurezza statica e i potenziali rischi su di loro indotti dall’esecuzione del medesimo intervento. Se il caso lo richiede si dovrà valutare la necessità di puntellarli e/o di mettere in atto un sistema di monitoraggio del suo stato durante l’esecuzione dei lavori.

A valle dell’indagine in situ si dovranno individuare:

− le vie di circolazione per i mezzi di soccorso e dei percorsi di emergenza;

− le zone in cui vi è un pericolo di crollo e di un punto esterno di raccolta in caso di emergenza;

1Si consultino a riguardano le Indicazioni per la realizzazione in sicurezza di interventi su edifici

danneggiati dal sisma della Regione Emilia Romagna e il documento Gru ferma come punto d’ancoraggio per lavori con DPI contro la caduta dall’alto del Gruppo di lavoro D-A-CH-S.

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− l’area in cui verranno posizionati i mezzi (gru a torre, autogrù, PLE, …) tenendo conto del contesto ambientale (urbanizzato o meno), di eventuali pericoli di crollo, della presenza di vincoli esterni che ne limitano la scelta;

− i percorsi e gli accessi sicuri per il cantiere;

− gli elementi strutturali/non strutturali pericolanti che dovranno esser preventivamente rimossi.

Figura 1 - Vista aera del comune di Amatrice (RI) (fonte: Google Earth)

Figura 2 - Vista aera del comune di Arquata del Tronto (AP) (fonte: Google Earth)

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Figura 3 - Vista aera di Castelluccio, frazione del comune di Norcia (PG) (fonte: Google Earth)

Figura 4 - Foto di uno scorcio del centro storico di Visso (MC)

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Figura 5 - Scorcio di Ancarano, frazione del comune di Norcia (PG)

Figura 6 - Vista dei resti della Cattedrale San Benedetto di Norcia (PG)

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L’ambiente e l’organizzazione del cantiere

Ferma restando la gestione delle interferenze di cantiere mediante le procedure, le prescrizioni e le disposizioni del piano di sicurezza e coordinamento redatto dal Coordinatore per la progettazione, la previsione di un’alta concentrazione di cantieri, che molto probabilmente sarà attivata soprattutto nei centri abitati, genererà problemi logistici a causa delle molteplici interferenze che si genereranno durante l’impianto e la vita dei vari cantieri, che dovranno prevedere un coordinamento inter-cantiere.

Analizzando i contenuti dell’allegato XV del d.lgs. 81/2008, nel PSC il coordinatore per la progettazione deve eseguire una descrizione del contesto in cui è collocata l'area di cantiere,

nonché una relazione concernente l’individuazione, l’analisi e la valutazione dei rischi concreti, con riferimento all’area ed alla organizzazione del cantiere, alle lavorazioni ed alle loro interferenze.

Inoltre, il PSC deve contenere le scelte progettuali ed organizzative, le procedure, le misure

preventive e protettive, in riferimento, tra l’altro, all'area di cantiere e all'organizzazione del cantiere.

Sempre in riferimento all'area di cantiere, il PSC deve riportare l'analisi delle caratteristiche

dell'area di cantiere, l’analisi dell'eventuale presenza di fattori esterni che comportano rischi per il cantiere e l’analisi degli eventuali rischi che le lavorazioni di cantiere possono comportare per l'area circostante.

È del tutto evidente che l’applicazione delle disposizioni sopra riportate implica, in interventi da eseguirsi nelle aree colpite dal sisma, un notevole sforzo conoscitivo del contesto, dello stato di danneggiamento delle strutture limitrofe a quella oggetto di intervento e, in esito a queste valutazioni, richieda la definizione di misure specifiche, idonee alla minimizzazione dei rischi.

Ove possibile, in fase di progettazione, i diversi coordinatori di cantieri limitrofi in grado di generare interferenze e pericoli gli uni verso gli altri, devono essere messi in condizioni di interloquire e definire di comune accordo misure di coordinamento, di cooperazione e di predisporre le conseguenti idonee misure di sicurezza. In quest’ottica, è opportuno definire organizzazioni di cantiere che consentano la “convivenza” dei cantieri soprattutto se operanti nei medesimi periodi di tempo.

In ragione della tipologia delle opere e del contesto attuativo, si reputa opportuno stabilire un modello operativo finalizzato alla regolamentazione generale delle attività connesse alla presenza di più cantieri limitrofi e contigui, che preveda prioritariamente un servizio di super coordinamento anche a supporto delle Amministrazioni comunali coinvolte, diretto al governo delle funzioni dei singoli Coordinatori per la sicurezza in fase di esecuzione.

Sull’esempio dell’esperienza condotta per la riedificazione dei centri urbani colpiti dal terremo del 2009 dell’Abruzzo, si ritiene necessaria l’attivazione, presso ogni Comune, di un modello organizzativo e di gestione dei cantieri della ricostruzione, con l’obiettivo di garantire un luogo di lavoro che:

- rispetti gli standard di legge in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro;

- attivi la valutazione di ogni fase di lavoro nella sua interezza, temporale/tecnica/qualitativa, in complementarità agli aspetti legati alla sicurezza all’interno dei cantieri segmentati per aree omogenee;

- attivi strutture organizzative, quali emergenze, primo soccorso, gestione degli appalti adeguate alla specificità delle lavorazioni e dei luoghi.

Si ritiene, pertanto, buona prassi quella di validare ed applicare un modello operativo finalizzato

alla regolamentazione generale delle attività connesse alla presenza di più cantieri edili, quindi

rientranti negli obblighi previsti al Titolo IV del d.lgs. 81/08, che preveda prioritariamente un

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servizio di super coordinamento funzionale alla gestione dei cantieri stessi, suddivisi (segmentati) in aree omogenee, di supporto alle Amministrazioni comunali, in grado anche di caratterizzare:

- i servizi igienico-assistenziali comuni ai vari cantieri;

- i locali di refezione accentrati, se necessari;

- i luoghi di primo soccorso;

- le aree da destinare ai singoli cantieri per la loro organizzazione, con individuazione degli spazi di stoccaggio materiale;

- le zone di pericolo, le vie di circolazione dei mezzi di soccorso e i percorsi di esodo in caso di emergenza;

- le localizzazioni di gru a torre ed autogrù, ponteggi ed altre opere provvisionali sulle vie di circolazione.

Sempre sulla scorta dell’esperienza pregressa, la ricostruzione dei centri colpiti genererà notevoli difficoltà logistiche che si acutizzeranno con l’avanzamento dei lavori e con il saturarsi di spazi idonei all’installazione dei singoli cantieri; se tale tematica non verrà analizzata e studiata anticipatamente si avranno certamente risvolti negativi anche sulla sicurezza dei lavoratori.

Ove necessario, la pianificazione generale di cantierizzazione dovrà prevedere:

− lay-out con l’ipotesi di localizzazione gru a torre;

− aree idonee per l’ubicazione di servizi igienico assistenziali comuni;

− aree idonee per l’ubicazione di locali di refezione comune;

− l’individuazione di luoghi di primo soccorso comuni;

− viabilità dei mezzi di soccorso, dei percorsi di esodo e punti di ritrovo e di contatto;

− viabilità, zone con particolari pericoli e aree comuni.

Al fine di garantire un livello di sicurezza minimo, una “regia” comune, nel rispetto delle leggi specifiche di settore e dei singoli cronoprogrammi di cantiere, dovrebbe essere garantita anche in fase di esecuzione in modo da:

− risolvere eventuali interferenze risultanti da più proposte progettuali presentate e tra loro incoerenti;

− assicurare attività di coordinamento con indicazioni riguardanti la logistica e le aree comuni;

− gestire le interferenze tra più lavorazioni di diversi cantieri;

− organizzare riunioni di coordinamento nelle aree di cantiere;

− promuovere specifici incontri formativi al fine di rendere edotte tutte le maestranze sui rischi presenti nel “macro” cantiere.

In questo modo si darebbe concreta attuazione ai principi dettati dal d.lgs. 81/2008 finalizzati a garantire l’organizzazione della cooperazione e del coordinamento, nonché della reciproca

informazione, fra i datori di lavoro e tra questi ed i lavoratori autonomi, anche se appartenenti a

cantieri diversi ma la cui attività risulterà inevitabilmente interferente.

Inoltre, si darebbe concreta attuazione all’applicazione delle misure di coordinamento relative

all'uso comune dei medesimi spazi e delle medesime dotazioni da parte di più imprese e lavoratori

autonomi come scelta di pianificazione lavori finalizzata alla sicurezza.

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Figura 7 - Studio degli impianti dei cantiere con riferimento agli apparecchi di sollevamento, agli accessi e alla viabilità (tratto da Linee guida. Piano generale di cantierizzazione di villa Sant’Angelo, a cura del comune

di Villa Sant’Angelo (AQ), l’USRC e il CPT della provincia di L’Aquila)

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Interventi preliminari all’esecuzione di lavori

Come accennato la crisi sismica avviatasi nell’agosto 2016 ha colpito soprattutto centri storici amplificando le problematiche dell’operare in sicurezza. Infatti, pur dovendo operare in un edificio singolo, la valutazione preventiva all’intervento dovrà essere necessariamente estesa all’intero agglomerato se non all’intera via di accesso.

Nella fase precedente alla ricostruzione massiccia dei borghi, soprattutto se questi sono completamente dichiarati zona rossa, occorre eseguire una messa in sicurezza delle strade e delle vie di accesso per consentire l’operatività degli addetti ai lavori.

Malauguratamente, la grande estensione del cosiddetto cratere non ha consentito la completa esecuzione di questi interventi preliminari, demandandoli sostanzialmente ai singoli affidatari degli interventi di ricostruzione o di ripristino.

Pertanto, come già accaduto per il terremoto de L’Aquila, l’esecuzione di questa tipologia di interventi dovrà essere svolta in un contesto ambientale ancora considerabile in piena emergenza.

Le problematiche che dovranno essere affrontate, aggiuntive a quelle della mera esecuzione dei lavori di messa in sicurezza transitoria dei fabbricati, saranno principalmente le seguenti:

− viabilità ordinaria stravolta, con strade di ridotte dimensioni, ostruite, destinata comunque al transito di un gran numero di mezzi pesanti e ingombranti;

− presenza di macerie in strada, all’aperto in genere e negli ambienti interni;

− rischio di caduta materiali dall’alto o di crolli sugli operatori che transitano o lavorano in prossimità di edifici ancora non in sicurezza;

− percorsi interni agli edifici, incluse le scale, non praticabili;

− cedimenti di solai, volte, ecc.;

− simultaneità operativa di più imprese in edifici confinanti;

− potenziale presenza di rifiuti speciali pericolosi, come, ad esempio, quelli contenenti amianto.

È di tutta evidenza che il primo intervento da eseguire sarà la messa in sicurezza dell’immobile finalizzato a consentire un sicuro intervento di riparazione e soprattutto a consentire gli interventi in condizioni di tranquillità per gli addetti ai lavori.

Come meglio dettagliato nelle singole schede di lavorazione contenute in questo volume, anche tale tipologia di intervento deve essere preceduta da una fase di diagnostica, consistente nello studio delle lesioni e dei dissesti presenti, volta a determinare con certezza le cause perturbatrici ma soprattutto i rimedi da adottare.

Nella fase transitoria, per giungere alla riparazione dei danni e all’eliminazione dei dissesti, occorre determinare gli interventi di rafforzamento e di puntellazione più idonei che consentano di operare in sicurezza, ma razionalmente progettati per consentire allo stesso tempo l’esecuzione dei lavori.

Si rende necessario, quindi, procedere alle seguenti indagini preliminari:

− effettuare una ricerca storica del fabbricato volta a determinare ogni caratteristica costruttiva e di funzionamento strutturale. Se l’edificio è posto a contatto o in prossimità di altre costruzioni, soprattutto se quest’ultime sono in cattive condizioni strutturali, è necessario procedere con le indagini volte a comprenderne, ad esempio, lo stato di danno, l’orditura dei solai (per determinare le murature più sollecitate), le particolari condizioni di carico, le quote dei solai di piano ecc.;

− appurare che nel sottosuolo (sia all’interno che all’esterno) non siano presenti locali

interrati, cavità e simili;

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− effettuare una verifica presso gli enti preposti alla gestione servizi tecnologici, finalizzata alla verifica della presenza di impianti, delle loro caratteristiche, dell’esatta pozione e se risultano in servizio;

− effettuare sondaggi esplorativi supplementari volti alla conferma delle condizioni ipotizzate con le ricerche precedentemente effettuate.

La progettazione dell’intervento preliminare di messa in sicurezza tiene conto delle indagini e definisce le modalità operative più idonee. In particolare, va pianificata la sequenza con cui verranno realizzati i “sottocantieri” e studiata la fase di sostegno delle strutture esistenti.

La pianificazione deve prevedere le fasi da eseguirsi preventivamente, come ad esempio degli interventi preliminari di rimozione di materiali in precaria stabilità, l’allestimento del cantiere nel suo complesso, la realizzazione di opere provvisionali e di pubblica incolumità.

I lavori conseguentemente dovranno procedere con cautela e con ordine, devono essere eseguiti sotto la sorveglianza di un preposto e condotti in maniera da non pregiudicare la stabilità delle strutture e di quelle degli eventuali edifici adiacenti. La successione dei lavori deve essere pianificata con apposito programma contenuto nel POS, in base alle specifiche del PSC.

L’esecuzione degli interventi di rimozione di porzioni pericolanti e l’installazione di sistemi di rafforzamento esterni agli edifici è opportuno, ove non vi siano altre ragioni ostative, che venga eseguita mediante l’impiego di appositi mezzi meccanici, come ad esempio delle piattaforme aeree, poiché oltre ad essere garantita una certa velocità di esecuzione, in caso di sisma o di improvvisi peggioramenti del quadro fessurativo dell’edificio, consentono un rapido allontanamento degli addetti ai lavori in quota.

Inoltre, si deve privilegiare l’impiego di piccoli attrezzi per evitare eccessive sollecitazioni delle strutture e devono essere preventivamente determinate le modalità di sollevamento e di calo a terra dei materiali.

Nelle schede e nelle immagini che seguono vengono evidenziate le principali disposizioni di sicurezza da applicare.

In questa fase, in quanto applicabile, si devono applicare le stesse disposizioni previste dagli articoli dal 150 al 154 del d.lgs. 81/08 sulle demolizioni.

Una valutazione specifica deve essere fatta anche per gli edifici che antecedentemente all’esecuzione dei lavori di riparazione sono stati già messi in sicurezza, magari a cura di altri soggetti non coinvolti poi nell’opera di riparazione. In questi casi, prima dell’allestimento del cantiere e di iniziare i lavori, occorre effettuare un sopralluogo congiunto tra i tecnici della committenza e quelli dell’impresa, atto a verificare le condizioni di efficienza dei puntellamenti e dei rafforzamenti provvisori, tenendo in debito conto gli effetti degli agenti atmosferici e quelli sismici. In questa fase, dovranno essere valutati eventuali pericoli non presi in considerazione all’atto del puntellamento, qualora non siano stati considerati i rischi connessi con le operazioni di manutenzione e quelli finalizzati alla stabilità dell’edificio durante l’intervento

2

.

In ogni caso l’impresa impegnata nell’esecuzione dei lavori dovrà attenersi alle misure generali di tutela di cui agli articoli 95 e 96 del d.lgs. 81/08.

2A tale proposito un utile strumento di lavoro è rappresentato dalla pubblicazione “Misure di prevenzione e protezione per la manutenzione dei sistemi di sicurezza e delle opere provvisionali realizzate sui manufatti a seguito di eventi calamitosi” a cura di Ance L’Aquila e CPT L’Aquila.

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1. Le attrezzature, o gli apprestamenti impiegati per il rafforzamento o il puntellamento delle strutture devono essere scelti tra quelli con caratteristiche idonee alle sollecitazioni da sopportare.

2. Nella movimentazione, piazzamento e nell’uso della macchina attenersi alle prescrizioni del fabbricante riportate nel libretto d’uso e manutenzione.

3. Ove ci si trovi ad operare in terreni poco compatti o cedevoli si deve prevedere al rafforzamento locale dell’area prevedendo, ad esempio, il riporto di materiale idoneo o dispositivi di ripartizione dei carichi.

4. Verificare preventivamente la presenza di ostacoli aerei e reti tecnologiche (sia aeree che interrate), verificare l’assenza di cavità o locali interrati, mantenere una distanza di sicurezza da edifici gravemente lesionati e/o con pericolo di crollo; mantenere la distanza di sicurezza da linee elettriche aeree.

5. Mantenere l’area di lavoro sgombra da attrezzature, materiali; mantenere il terreno in prossimità della zona di lavorazione pulito ed asciutto, privo di cumuli di terra, fanghi, grassi e oli.

L’uso di PLE è riservato a personale con specifica abilitazione secondo le prescrizioni di cui all’Accordo stato regioni del 22/02/2012.

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1. Le attrezzature, o gli apprestamenti impiegati per il rafforzamento o il puntellamento delle strutture devono essere scelti tra quelli con caratteristiche idonee alle sollecitazioni da sopportare.

2. Nella movimentazione, piazzamento e nell’uso della macchina attenersi alle prescrizioni del fabbricante riportate nel libretto d’uso e manutenzione.

3. Ove ci si trovi ad operare in terreni poco compatti o cedevoli si deve prevedere al rafforzamento locale dell’area prevedendo, ad esempio, il riporto di materiale idoneo o dispositivi di ripartizione dei carichi.

4. Verificare preventivamente la presenza di ostacoli aerei e reti tecnologiche (sia aeree che interrate), verificare l’assenza di cavità o locali interrati, mantenere una distanza di sicurezza da edifici gravemente lesionati e/o con pericolo di crollo; mantenere la distanza di sicurezza da linee elettriche aeree.

5. Mantenere l’area di lavoro sgombra da attrezzature, materiali; mantenere il terreno in prossimità della zona di lavorazione pulito ed asciutto, privo di cumuli di terra, fanghi, grassi e oli.

L’uso di PLE è riservato a personale con specifica abilitazione secondo le prescrizioni di cui all’Accordo stato regioni del 22/02/2012.

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1. Le attrezzature, o gli apprestamenti impiegati per il rafforzamento o il puntellamento delle strutture devono essere scelti tra quelli con caratteristiche idonee alle sollecitazioni da sopportare.

2. Nella movimentazione, piazzamento e nell’uso della macchina attenersi alle prescrizioni del fabbricante riportate nel libretto d’uso e manutenzione.

3. Ove ci si trovi ad operare in terreni poco compatti o cedevoli si deve prevedere al rafforzamento locale dell’area prevedendo, ad esempio, il riporto di materiale idoneo o dispositivi di ripartizione dei carichi.

4. Verificare preventivamente la presenza di ostacoli aerei e reti tecnologiche (sia aeree che interrate), verificare l’assenza di cavità o locali interrati, mantenere una distanza di sicurezza da edifici gravemente lesionati e/o con pericolo di crollo; mantenere la distanza di sicurezza da linee elettriche aeree.

5. Mantenere l’area di lavoro sgombra da attrezzature, materiali; mantenere il terreno in prossimità della zona di lavorazione pulito ed asciutto, privo di cumuli di terra, fanghi, grassi e oli.

L’uso di PLE è riservato a personale con specifica abilitazione secondo le prescrizioni di cui all’Accordo stato regioni del 22/02/2012.

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La gestione delle emergenze

Il terremoto è un evento imprevedibile, esalta soprattutto l’attività di soccorso da parte delle istituzioni preposte, mentre non consente di individuare alcuna misura di prevenzione se non quelle di carattere strutturale e informativo. Ma l’aspetto strutturale è proprio il punto debole negli edifici oggetto di interventi di miglioramento o adeguamento sismico. Ragione per cui la gestione delle emergenze in questi casi è molto più complessa che nelle condizioni ordinarie.

Questa deve essere affrontata sia a livello di cantiere, in coerenza con quanto disposto dal d.lgs.

81/2008 e il DM 10 marzo 1998, che a livello comunale, secondo le indicazioni della protezione civile, come obbligo giuridico (D.L. 15 maggio 2012, n. 59 convertito in legge con la legge 12 luglio 2012, n. 100) e dovere di garanzia di ogni Sindaco nei confronti dei propri cittadini derivante dalle competenze del Comune e attribuzioni del Sindaco stabilite dal d.lgs. 2 gennaio 2018, n. 1 - “Codice della protezione civile”, che ha sostituito, abrogandola, la legge n. 225 del 24 febbraio 1992 sulla “Istituzione del servizio nazionale della protezione civile”.

Nello specifico, il piano di emergenza comunale (PEC) è uno strumento operativo che contiene tutte le procedure per fronteggiare una qualsiasi calamità attesa o imprevista in un determinato territorio comunale, consentendo alle autorità di predisporre e coordinare gli interventi di soccorso a tutela della popolazione e garantendo con ogni mezzo il mantenimento del livello di vita “civile”

messo in crisi da una situazione che comporta gravi disagi fisici e psicologici.

Al 28 marzo 2018, secondo i dati della Protezione civile, la quasi totalità dei comuni delle quattro regioni interessati dal sisma hanno adottato un piano di emergenza comunale, con una percentuale prossima al 100%, mentre la media nazionale è dell’88%.

Regioni/Province Autonome Totale comuni Comuni con piano % Comuni con piano/totale

Abruzzo 305 301 99%

Lazio 378 366 97%

Marche 239 239 100%

Umbria 92 91 99%

Nazione 7.935 6.949 88%

Riferendoci ora al cantiere, secondo il DM 10 marzo 1998, a cui il d.lgs. 81/08 demanda la regolamentazione della materia, non vi è obbligo alcuno di redazione del piano di emergenza

3

. Tuttavia, il PSC e i singoli POS devono disciplinare la materia, integrandosi tra loro, in modo da garantire la corretta pianificazione e gestione delle emergenze. Il primo, attraverso procedure gestionali dei vari scenari di emergenza che si possono presentare, incluso il rischio sismico. La sezione del PSC sulla gestione delle emergenze va considerata come un vero e proprio piano di emergenza interno al cantiere (PEI), con l’esclusione dell’indicazione degli addetti ai compiti specifici gestionali, che devono essere riportati nei POS.

Naturalmente, le procedure gestionali devono essere divulgate a tutto il personale, anche attraverso prove pratiche di gestione delle emergenze.

In questa ottica, la conoscenza del manufatto sul quale si andrà ad operare finalizzata alla valutazione dei danni e al rischio di possibili crolli o cedimenti diventa imprescindibile.

Ad esempio, se l’opera oggetto dell’intervento è a contatto con altre costruzioni o è localizzata all’interno di centri come quelli colpiti dal sisma, diventa altrettanto imprescindibile non limitarsi al

3 DM 10 marzo 1998, art. 1, c. 3. Per le attività che si svolgono nei cantieri temporanei o mobili di cui al decreto legislativo 19 settembre 1996, n. 494 [oggi d.lgs. 81/08], e per le attività industriali di cui all'art. 1 del decreto del Presidente della Repubblica 17 maggio 1988, n.175, e successive modifiche, soggette all'obbligo della dichiarazione ovvero della notifica, ai sensi degli articoli 4 e 6 del decreto stesso, le disposizioni di cui al presente decreto si applicano limitatamente alle prescrizioni di cui agli articoli 6 e 7 [il paino di emergenza è contemplato all’art. 5].

(25)

proprio cantiere ma occorre procedere ad estendere le valutazioni anche oltre i limiti esterni dello stesso, anche perché l’individuazione delle vie di circolazione per i mezzi di soccorso, dei percorsi di esodo in caso di emergenza, l’individuazione delle zone in cui vi è il pericolo di crollo e individuazione di un punto esterno di raccolta in caso di emergenza coinvolge certamente molteplici situazioni (cantieri, scuole, uffici pubblici, attività commerciali, ecc.).

Come detto in precedenza, anche la gestione delle emergenze deve essere parte integrante della pianificazione generale di cantierizzazione e dovrebbe esserne affidato il controllo applicativo alla medesima “regia” comune.

In un’ottica di corretta gestione delle emergenze durante l’esecuzione degli interventi, le fasi lavorative devono seguire un ordine sequenziale, quando possibile, che prevede che le lavorazioni procedano dall’esterno verso l’interno in modo da garantire un percorso sicuro in canso di esodo. Allo scopo è necessario identificare un luogo sicuro esterno di raccolta del personale. Inoltre, quando necessario, si dovrà identificare o in assenza creare un luogo sicuro interno, dove ripararsi in attesa di raggiungere, a fine emergenza sisma, il luogo sicuro esterno.

Le vie d’esodo, adeguatamente segnalate, dovranno sempre rimanere sgombere e gli addetti alla gestione delle emergenze verificheranno costantemente che le stesse siano percorribili.

È necessario che almeno un lavoratore dell’impresa rimanga all’esterno dell’edificio, in continuo

contatto con gli altri lavoratori che operano all’interno, in modo da potere attivare i soccorsi in

caso emergenza.

(26)

Figura 8 - Studio delle vie d’esodo e dei punti di raccolta riguardanti più cantieri di uno stesso centro storico (tratto da Linee guida. Piano generale di cantierizzazione di villa Sant’Angelo, a cura del comune di Villa Sant’Angelo (AQ),

l’USRC e il CPT della provincia di L’Aquila)

(27)
(28)

CAPITOLO II - LAVORI GEOLOGICI

Aspetti generali

Il presente capitolo prende in considerazione le attività connesse ai sondaggi e i lavori geologici.

Nella fase di progettazione, qualora si preveda di ricorrere ad operazioni di perforazione del suolo, occorre valutare preventivamente i percorsi di accesso alla zona d’intervento, la disponibilità di spazi adeguati e la necessità di effettuare consolidamenti e spianamenti.

In particolare, è bene essere consapevoli dei limiti d’uso (per esempio, la pendenza dei percorsi) e di quelli di posizionamento delle macchine necessarie all’esecuzione di opere e sondaggi geologici.

Qualora in questa fase siano note le macchine specifiche che eseguiranno gli interventi, è bene verificare immediatamente la praticabilità delle operazioni da compiere, altrimenti si dovranno tenere in considerazione le seguenti limitazioni:

− macchine ordinarie di perforazione:

− pendenze in movimentazione di 20° in direzione longitudinale e di 8° in senso trasversale

− operare in piano e comunque con una pendenza massima di 4° (sia in senso longitudinale che trasversale).

− macchine per prove dilatometriche, penetrometriche e simili:

− pendenze in movimentazione di 10° in direzione longitudinale (18% di dislivello) e di 8° in senso trasversale;

− operare in piano e comunque con una pendenza massima di 4° (sia in senso longitudinale che trasversale).

− macchine battipalo, macchina perforatrice per setti diaframmati:

− pendenze in movimentazione di 20° in direzione longitudinale e di 5° in senso trasversale;

− operare in piano.

Per una corretta valutazione della sicurezza delle varie operazioni, occorre inoltre percorre a piedi il tragitto che dovrà fare la macchina e verificare la presenza di asperità, buche o oggetti sporgenti. La vegetazione presente può nascondere degli ostacoli non visibili.

Verificare l’assenza di fossati, terreni franosi, canali di drenaggio, recinti ed ostacoli.

In esito alle valutazioni suddette vanno previste le necessarie attività preparatorie del luogo di lavoro (livellare, costipare, ecc.).

Nella programmazione dei lavori è bene eseguire gli interventi di perforazione in tempi diversi da quelli di realizzazione dello scavo al fine di non creare instabilità nei posti di lavoro. Quando ciò non sia possibile, occorre mantenere la distanza di sicurezza dal ciglio dello scavo o eseguire preventivamente opere di rafforzamento e puntellamento.

Previo avvio dei lavori è opportuno, soprattutto se l’intervento è eseguito nei pressi di strutture

esistenti e peggio ancora se lesionate o in precario stato di conservazione, apporre delle spie

finalizzate al monitoraggio costante dello stato dei luoghi.

(29)

Le schede prevenzionistiche per voce di prezzario

Numero scheda

1

Riferimento voce/ Gruppi di voce assimilabili per fattori di rischio

A02001

A02011 A02002.a A02002.b

A02003.a A02003.b A02004.a A02004.b

A02005.a A02005.b A02006 A02007.a

A02007.b A02008.a A02008.b

Descrizione voce/gruppi di voce

Installazione di attrezzatura per sondaggio, a rotazione in corrispondenza di ciascun punto di perforazione, compreso il primo, su aree accessibili alle attrezzature di perforazione, compreso l'onere per lo spostamento da un foro al successivo.

Perforazione ad andamento verticale eseguita a rotazione a carotaggio continuo, anche di tipo Wereline, con carotieri di diametro minimo 85mm, in terreni a granulometria fine quali argille, limi, limi sabbiosi e rocce tenere tipo tufiti. La perforazione dovrà essere eseguita a secco o con una quantità minima di fluido di circolazione secondo le indicazioni del direttore lavori.

Analisi dei rischi, con l’indicazione delle risorse umane e materiali necessarie all’esecuzione del singolo intervento

Risorse umane (composizione della squadra di lavoro)

- Perforatore, (addetto alla manovra della perforatrice- opera nella cosiddetta postazione di manovra) - Sottomacchina, (chiamato anche aiuto perforatore – opera nell’area di lavoro della perforatrice) - Operaio comune

- Autista - Preposto

Nel caso di perforazione con immissione di fluido di circolazione:

- Addetto miscelatrice, betoniera/betonpompa

Macchine e attrezzature

Perforazione a secco:

- Macchina perforatrice - Autocarro

- Attrezzature manuali (mazza) - Gruppo elettrogeno - Serbatoio d’acqua - Minipala

Perforazione con immissione di fluido di circolazione:

- Macchina perforatrice - Autocarro

- Attrezzature manuali (mazza) - Serbatoio d’acqua

- Vasca - Miscelatore - Pompa - Betoniera - Beton pompa - Gruppo elettrogeno

Sostanze pericolose

Sostanze in uso:

- Carburante - Lubrificanti

Nel caso di perforazione con immissione di fluido di circolazione:

- Bentonite

- Boiacche cementizie Sostanze prodotte:

- Polveri - Gas di scarico

(30)

Sostanze/materiali potenzialmente presenti/rinvenibili:

- Radon (nel caso di perforazioni all’interno di locali interrati o seminterrati)

Rischi

Di natura infortunistica: urti colpi, impatti, compressioni, punture, tagli, abrasioni, cesoiamento, scivolamenti, cadute a livello, ribaltamento della macchina, investimento, elettrici, incendio, esplosione, caduta di materiale dall’alto (ad esempio durante il sollevamento delle camicie, aste, attrezzatura di prova), movimentazione manuale dei carichi, polveri, fibre, allergeni, microrganismi.

Per la salute: movimentazione manuale dei carichi, posture incongrue, sovraccarico biomeccanico, polveri, fibre, microrganismi, allergeni, rumore, vibrazioni, agenti chimici, microclima.

Scelte progettuali ed organizzative Tecniche costruttive

Nella scelta della tecnica di perforazione è possibile operare mediante semplice rotazione o con rotazione e percussione anche detta roto-percussione.

Nella roto-percussione, preferibile in terreni consistenti, il foro viene realizzato mediante frantumazione del terreno, della roccia o dei trovanti per effetto dell’azione battente della macchina.

Tale scelta, oltre che oggettiva in esito alla tipologia di terreni da attraversare, è da valutarsi attentamente nelle operazioni da condurre in prossimità, o all’interno di edifici lesionati, in quanto le vibrazioni indotte potrebbero aggravare le condizioni di stabilità e provocarne il crollo con conseguente pericolo per gli addetti presenti nell’area.

Se tale tipologia di perforazione è imprescindibile, la fase di progettazione deve valutare e contemplare le eventuali opere di rafforzamento o puntellamento preliminare.

Materiali da impiegare

Perforazione con immissione di fluido - Acqua

- Bentonite

- Boiacche cementizie

Tecnologie da adottare

Nessuna indicazione

Pianificazione temporale

Nessuna indicazione

Pianificazione spaziale

Il piano dei sondaggi deve indicare puntualmente la posizione delle perforazioni e la relativa area per il piazzamento della macchina perforatrice; dovranno essere privilegiate tutte quelle posizioni prive di ostacoli come ad esempio cornicioni, linee tecnologiche aeree, ad una distanza di sicurezza da edifici gravemente lesionati e/o con pericolo di crollo al fine di evitare che le vibrazioni indotte possano ulteriormente danneggiarli e soprattutto possano compromettere la sicurezza degli operatori a causa di crolli improvvisi. Dovranno essere anche mantenute le distanze di sicurezza dai sottoservizi, cavità o da locali interrati.

Se l’intervento di perforazione deve avvenire a tergo di muri di contenimento lesionati, si dovrà prevedere il mantenimento della macchina ad una distanza di sicurezza, oppure predisporre apposite opere di rafforzamento/puntellamento, o se sufficiente, occorre prevedere strumenti di ripartizione del carico trasferito dalla macchina mediante i cingoli e gli stabilizzatori.

Le operazioni di perforazione devono essere eseguite all’interno di un’area fisicamente delimitata; se le attività vengono realizzate all’interno di cantiere già allestito (di conseguenza delimitato con recinzione di cantiere) e con lavorazioni interferenti, l’area di perforazione e la zona pericolosa come indicata nel paragrafo Procedure/Prescrizioni operative, sotto-paragrafo Indicazioni di carattere tecnico, deve essere comunque circoscritta, segnalata e vietato l’ingresso ai non addetti ai lavori.

Procedure / Prescrizioni operative - Modalità e sequenza per eseguire il lavoro o l’operazione

Indicazioni di carattere temporale

Previo avvio delle operazioni di perforazione occorre verificare le condizioni del cantiere ed in particolare gli accessi, i percorsi da seguire, l’area per accatastamento temporaneo del materiale movimentato ecc.

Per i tratti in aperta campagna, il riempimento finale delle perforazioni verrà effettuato con terreno di riporto, costipato con idoneo mezzo meccanico, solo dopo aver allontanato le attrezzature di perforazione.

(31)

Indicazioni di carattere comportamentale

Verificare sempre l’efficacia della delimitazione dell’area, nonché della prescritta segnaletica ed eventualmente delle altre dotazioni in conformità alle norme del regolamento attuativo del codice della strada.

I lavoratori impiegati dovranno fare uso di indumenti ad alta visibilità e maschere a filtri specifici per la protezione delle vie respiratorie.

Verificare preventivamente l’efficienza della macchina, dei meccanismi di funzionamento di arresto e di sicurezza.

Verificare l’assenza di perdita di lubrificanti, oli e altre sostanze dalla macchina perforatrice e da altre macchine.

È vietato eseguire qualsiasi operazione di perforazione se la macchina non è stata correttamente stabilizzata come prescritto dal libretto d’uso e manutenzione.

Durante le operazioni di caricamento, infissione e recupero delle aste, l’operatore non deve avviare la macchina finché l’aiutante non si allontanato dalla zona pericolosa.

Durante le operazioni di estrazione delle carote e loro alloggiamento all’interno dell’apposita cassetta, l’aiutante deve porsi nella corretta posizione come indicata nel libretto d’uso e manutenzione e il perforatore non deve eseguire nessun’altra operazione finché l’aiutante non si sia recato in posizione di sicurezza.

Durante le operazioni movimentazione del materiale di risulta, non devono essere presenti operatori a terra negli spazi di manovra (e nella zona pericolosa più in generale) dell’escavatore o della pala di supporto impiegata per l’allontanamento del materiale.

Gli operatori alle macchine non devono eseguire operazioni di sorta finché non sia stata liberata la zona pericolosa.

Le operazioni combinate tra più macchine operatrici operanti nella stessa area devono essere precedentemente coordinate e deve essere precedentemente fissato un codice comunicativo tra i manovratori.

Attenersi alle prescrizioni del fabbricante riportate nel libretto d’uso e manutenzione.

Durante l’uso della macchina deve essere a disposizione apposito estintore e cassetta di primo soccorso / pacchetto di medicazione.

Qualora vengano impiegati prodotti chimici è necessario valutare preventivamente la pericolosità sulla base delle schede di sicurezza (comunque da custodire in cantiere) e determinare le idonee misure di prevenzione e protezione degli addetti (corretto stoccaggio, manipolazione, DPI e gestione delle eventuali emergenze).

Indicazioni di carattere organizzativo

Garantire la presenza dell’acqua o provvedere preliminarmente per un approvvigionamento mediante serbatoio di accumulo.

Garantire che la quantità d’acqua disponibile sia sufficiente alle operazioni da compiere.

Organizzare preventivamente lo spazio di lavoro e di deposito dei materiali necessari (ad esempio le aste).

Qualora sia previsto l’impiego di miscele da impiegare durante o dopo la perforazione, è necessario organizzare apposite aree attrezzate oppure predisporre appositi cassoni di miscelazione e vasche di recupero fluidi.

Indicazioni di carattere tecnico

Assicurarsi sempre dell’assenza di sottoservizi, cavità o locali sotterranei prima dell’inizio delle operazioni.

Assicurarsi sempre dell’assenza di ostacoli aerei previo sollevamento del must.

Durante l’esecuzione della perforazione con must verticale è vietato avvicinarsi alla batteria delle aste per una distanza inferiore di 1,5m; è inoltre vietato lo stazionamento nella parte antistante il must per una distanza almeno pari all’altezza del must stesso.

Indicazioni di carattere procedurale

Tutte le operazioni eseguite con la perforatrice devono essere fatte in conformità alle prescrizioni del fabbricante come rese palesi all’interno del libretto d’uso e manutenzione.

L’area di lavoro deve essere sempre mantenuta sgombra da attrezzature, materiali e soprattutto il terreno in prossimità della zona di lavorazione deve essere pulito da cumuli di terra, fanghi, da grassi, oli e ed asciutto; all’occorrenza si deve provvedere al drenaggio periodico con materiali inerti.

Al termine dei lavori l’area deve essere ripulita, devono essere sigillati o ricoperti i fori ed eventualmente proteggere e segnalare eventuali parti sporgenti delle lavorazioni eseguite.

Qualora necessario mantenere accessibile il foro, dovrà essere posto in opera apposito pozzetto di protezione con chiusino.

(32)

Durante le operazioni di pulizia e di allontanamento del materiale di risulta, la perforatrice non deve operare, gli addetti devono porsi in posizione di sicurezza e devono indossare i prescritti DPI con particolare riguardo all’uso di indumenti ad alta visibilità.

Misure preventive e protettive Apprestamenti

Garantire la presenza di servizi igienico assistenziali anche se la durata dell’intervento è minima Recinzione delle aree di lavoro

Attrezzature

Impianti elettrici di cantiere; impianti di terra e di protezione contro le scariche atmosferiche; impianti antincendio; impianti di adduzione di acqua.

In caso di impiego di mezzi meccanici all’interno della costruzione, predisporre appositi convogliatori per i fumi di scarico e idonei sistemi per il ricambio d’aria forzato.

Infrastrutture

Il terreno del piano di appoggio della sonda o della trivella deve essere sufficientemente livellato e consistente.

Ove ci si trovi ad operare in terreni poco compatti o cedevoli si deve prevedere al rafforzamento locale dell’area prevedendo, ad esempio, il riporto di materiale idoneo o a dispositivi di ripartizione dei carichi.

Va pianificata con attenzione la viabilità di cantiere per i mezzi al fine di garantire una distanza di sicurezza dagli scavi anche in relazione alle sollecitazioni che possano determinare l’instabilità delle pareti dello scavo stesso.

Va pianificata la viabilità pedonale in modo garantire l’accessibilità in sicurezza a tutti i luoghi di lavoro.

Mezzi e servizi di protezione collettiva

Estintore portatile

Cassetta di primo soccorso o pacchetto di medicazione Segnaletica di sicurezza

Segnaletica stradale ove necessario

Misure di coordinamento

Per le perforazioni da realizzarsi su luoghi aperti al transito o su strade, dove vi è la presenza di interferenze con il traffico veicolare o con i pedoni, l’area destinata alle operazioni dovrà essere delimitata con l’apprestamento di sicurezza più idoneo in relazione alle condizioni specifiche del sito.

In relazione alla scelta della delimitazione, effettuata la valutazione del caso, qualora vi sia un rischio di investimento determinato dall’alta frequenza di transito associato alla rilevante velocità dei veicoli, le aree di lavoro dovranno essere segregate da new jersey.

In particolare qualora l’intervento avvenga su strade o in prossimità delle stesse dovranno essere applicate le prescrizioni di cui al disciplinare segnaletico di cui al Codice della Strada per l’esecuzione di cantieri temporanei o mobili.

Di conseguenza le delimitazioni, la segnaletica, la posa di coni delineatori o dei deflettori e della cartellonistica specifica per la regolazione del traffico dovrà essere eseguita da lavoratori equipaggiati con indumenti ad alta visibilità assistiti da moviere per la segnalazione e la deviazione del traffico veicolare che abbiano frequentato l’apposito corso di formazione.

Nel caso di rinvenimento di sottoservizi con conseguente necessità di intervento da parte di personale dell’ente gestore, definire preventivamente il coordinamento e la cooperazione delle attività; in ogni caso è vietato eseguire in contemporanea operazioni di perforazione in aree interferenti.

(33)

Numero scheda

2

Riferimento voce/ Gruppi di voce assimilabili per fattori di rischio

A02013.a

A02013.b

A02013.c A02014.a

A02014.b A02014.c

A02015

Descrizione voce/gruppi di voce

Prelievo di campioni rimaneggiati e spezzoni di carote oppure di campioni indisturbati, compatibilmente con la natura dei terreni, nel corso di sondaggi a rotazione impiegando campionatore a pareti sottili spinto a pressione, o impiegando campionatore a pistone (tipo "Ostemberg") o rotativo (tipo "Mazier" o

"Deninson"). È compreso quanto altro occorre per dare il prelievo completo.

Analisi dei rischi, con l’indicazione delle risorse umane e materiali necessarie all’esecuzione del singolo intervento

Risorse umane (composizione della squadra di lavoro)

- Perforatore, (addetto alla manovra della perforatrice- opera nella cosiddetta postazione di manovra) - Sottomacchina, (chiamato anche aiuto perforatore – opera nell’area di lavoro della perforatrice) - Operaio comune

- Autista - Preposto

Nel caso di perforazione con immissione di fluido di circolazione:

- Addetto miscelatrice, betoniera/betonpompa

Macchine e attrezzature

Perforazione a secco:

- Macchina perforatrice - Autocarro

- Attrezzature manuali (mazza) - Gruppo elettrogeno - Serbatoio d’acqua - Minipala

Perforazione con immissione di fluido di circolazione:

- Macchina perforatrice - Autocarro

- Attrezzature manuali (mazza) - Serbatoio d’acqua

- Vasca - Miscelatore - Pompa - Betoniera - Beton pompa - Gruppo elettrogeno

Sostanze pericolose

Sostanze in uso:

- Carburante - Lubrificanti - Paraffina

Nel caso di perforazione con immissione di fluido di circolazione:

- Bentonite

- Boiacche cementizie Sostanze prodotte:

- Polveri - Gas di scarico

Sostanze/materiali potenzialmente presenti/rinvenibili:

- Radon (nel caso di perforazioni all’interno di locali interrati o seminterrati)

Rischi

Di natura infortunistica: urti colpi, impatti, compressioni, punture, tagli, abrasioni, cesoiamento, scivolamenti, cadute a livello, ribaltamento della macchina, investimento, elettrici, incendio, esplosione, caduta di materiale dall’alto (ad esempio durante il sollevamento delle camicie, aste, attrezzatura di prova), movimentazione manuale dei carichi, polveri, fibre, allergeni, microrganismi, ustioni.

(34)

Per la salute: movimentazione manuale dei carichi, posture incongrue, sovraccarico biomeccanico, polveri, fibre, microrganismi, allergeni, rumore, vibrazioni, agenti chimici, microclima.

Scelte progettuali ed organizzative Tecniche costruttive

Nella scelta della tecnica di perforazione è possibile operare mediante semplice rotazione o con rotazione e percussione anche detta roto-percussione.

La roto-percussione, preferibile in terreni consistenti, il quale il foro viene realizzato mediante frantumazione del terreno, della roccia o dei trovanti per effetto dell’azione battente della macchina.

Tale scelta, oltre che oggettiva in esito alla tipologia di terreni da attraversare, è da valutarsi attentamente nelle operazioni da condurre in prossimità, o all’interno di edifici lesionati, in quanto le vibrazioni indotte potrebbero aggravare le condizioni di stabilità e provocarne il crollo con conseguente pericolo per gli addetti presenti nell’area.

Se tale tipologia di perforazione è imprescindibile, la fase di progettazione deve valutare e contemplare le eventuali opere di rafforzamento o puntellamento preliminare.

Materiali da impiegare

Perforazione con immissione di fluido Acqua

Bentonite

Boiacche cementizie

Tecnologie da adottare

Nessuna indicazione

Pianificazione temporale

Nessuna indicazione

Pianificazione spaziale

Il piano dei sondaggi deve indicare puntualmente la posizione delle perforazioni e la relativa area per il piazzamento della macchina perforatrice; dovranno essere privilegiate tutte quelle posizioni prive di ostacoli come ad esempio cornicioni e linee tecnologiche aeree e ad una distanza di sicurezza da edifici gravemente lesionati e/o con pericolo di crollo al fine di evitare che le vibrazioni indotte possano ulteriormente danneggiarli e soprattutto possano compromettere la sicurezza degli operatori a causa di crolli improvvisi. Dovranno essere anche mantenute le distanze di sicurezza dai sottoservizi, cavità o da locali interrati.

Se l’intervento di perforazione deve avvenire a tergo di muri di contenimento lesionati, si dovrà prevedere il mantenimento della macchina ad una distanza di sicurezza, oppure predisporre apposite opere di rafforzamento/puntellamento, o se sufficiente, occorre prevedere strumenti di ripartizione del carico trasferito dalla macchina mediante i cingoli e gli stabilizzatori.

Le operazioni di perforazione devono essere eseguite all’interno di un’area fisicamente delimitata; se le attività vengono realizzate all’interno di cantiere già allestito (di conseguenza delimitato con recinzione di cantiere) e con lavorazioni interferenti, l’area di perforazione e la zona pericolosa come indicata nel paragrafo Procedure/Prescrizioni operative, sotto-paragrafo Indicazioni di carattere tecnico, deve essere comunque circoscritta, segnalata e vietato l’ingresso ai non addetti ai lavori.

Procedure / Prescrizioni operative - Modalità e sequenza per eseguire il lavoro o l’operazione

Indicazioni di carattere temporale

Previo avvio delle operazioni di perforazione occorre verificare le condizioni del cantiere ed in particolare gli accessi, i percorsi da seguire, l’area per accatastamento temporaneo del materiale movimentato ecc.

Per i tratti in aperta campagna, il riempimento verrà effettuato con terreno di riporto, costipato con idoneo mezzo meccanico.

Indicazioni di carattere comportamentale

Verificare sempre l’efficacia della delimitazione dell’area, nonché della prescritta segnaletica ed eventualmente delle altre dotazioni in conformità alle norme del regolamento attuativo del codice della strada.

I lavoratori impiegati dovranno fare uso di indumenti ad alta visibilità e maschere a filtri specifici per la protezione delle vie respiratorie.

Verificare preventivamente l’efficienza della macchina, dei meccanismi di funzionamento di arresto e di sicurezza.

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