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Messa in sicurezza e gestione di post-emergenza radiologica in Lombardia - SNPA - Sistema nazionale protezione ambiente

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Academic year: 2022

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(1)

Messa in sicurezza e ges-one di post-emergenza radiologica in Lombardia

S. Arrigoni, M. Forte, R. Rusconi ARPA Lombardia – Centro Regionale Radioprotezione

CONVEGNO NAZIONALE DI RADIOPROTEZIONE

Le emergenze e gli inciden- radiologici: scenari ambientali, sanitari ed industriali Trieste, 19 – 21 o;obre 2016

(2)

Il sistema di riposta alle emergenze

•  Sistema a>vo H24

•  Due livelli di intervento: Gruppo Base + Gruppo Supporto SpecialisHco GSS-RAD

•  Modalità operaHve definite in documentazione SQ:

•  9 scenari incidentali:

oIncidenH presso praHche o aziende con PEE (4 scenari) oIncidenH in corso di trasporto (2 scenari)

oFusione involontaria sorgenH radioa>ve, allarme portali (2 scenari) oRitrovamento rifiuH abbandonaH (1 scenario)

•  1 scheda per ogni scenario

(3)

DOVE?

COSA?

CHI FA COSA

Formazione,

esercitazioni

ELENCO AZIENDE

SCENARIO 2:

Incendio o allagamento c/o aHvità produHve che

u-lizzano sorgen- radioaHve

(4)

•  Per le emergenze nucleari:

Manuale delle emergenze su vasta scala

•  Declinazione operaHva del Manuale CeVaD

•  Chi fa cosa

•  Dove (georeferenziazione)

•  Come

•  Punto zero di contaminazione

•  Condiviso a livello regionale

(5)

Il sistema all’opera - CASO 1

•  Ritrovamento sorgenH orfane nella ciVà di Milano

(6)

Il sistema all’opera - CASO 1

•  Intervento congiunto ARPA, ASL, VVF

•  Rapidità nella gesHone della prima e più reale emergenza

(7)

Il sistema all’opera - CASO 1

•  Ricerca di soluzioni che minimizzassero l’impaVo sociale ed economico dell’intervento

•  Intervento di Enea e Nucleco

(8)

Il sistema all’opera - CASO 1

•  O>ma gesHone della comunicazione

•  Coordinamento efficace della

PrefeVura di Milano (a>vazione piano sorgenH orfane)

(9)

CASO 2

•  Fusione sorgenH radioa>ve c/o a>vità produ>ve

•  ~ 1 caso ogni 2 anni

•  GesHone «prima» emergenza: azienda + enH di vigilanza:

–  Confinamento

–  Recupero materiali contaminaH

–  Verifiche esposizione e contaminazione

(10)

CASO 2

•  GesHone post-emergenza:

– Cernita e caraVerizzazione del materiale contaminato:

– Assenza di un sito di conferimento, creazione deposiH locali

•  Produzione di grossi volumi (cenHnaia di mc) di materiale a bassa contaminazione (0,1-100 Bq/g)

•  procedure, mezzi, criteri sensaH e praHcabili

(11)

CASO 2

•  PrefeVura: comportamenH non omogenei. Si traVa di emergenze a tu> gli effe>?

•  ProblemaHco il rapporto con gli enH locali, la poliHca e la popolazione

(12)

– Scenari

– Matrici e parametri

– Livelli di riferimento (dose, concentrazione) – Metodi di campionamento e analisi

CASO 3

•  I casi irrisolH: discariche di scorie contaminate, stoccaggio «locale» di rifiuH radioa>vi

– 12 siH

– ~ 60,000 mc – ~ 1,500 GBq

MONITORAGGIO

(13)

CASO 3

1. Individuazione pozzi spia, punto zero controllo acque potabili

Cs-137

Piano di

monitoraggio periodico, inserito

nel programma

regionale, oggeRo di report periodici

(14)

CASO 3

2. Definizione livelli di rilascio per il percolato

- DOSE DA IRRAGGIAMENTO TRASPORTATORE

- DOSE CONSEGUENTE ALLA DISPERSIONE IN AMBIENTE (DEPURATORE, DISCARICA)

(15)

CASO 3

3. Monitoraggio conHnuo e da remoto del livello della falda

Cs-13

7

(16)

CASO 3

3. Monitoraggio conHnuo e da remoto del livello della falda

Cs-13

7

(17)

Qualche considerazione per chiudere

•  Nella definizione degli intervenH necessari deve essere sempre perseguita la

«ragionevolezza» della soluzione proposta a fronte della reale dimensione del problema

•  La caraVerizzazione e cernita di grossi volumi di materiali contaminaH, per ridurne il volume finale, è problemaHca. Indicazioni tecniche condivise su quesH aspe>, come sulle modalità di confezionamento, sarebbero uHli

•  Sarebbe uHle esplicitare in modo chiaro i livelli di rilascio anche per gli incidenH o i ritrovamenH che avvengono presso a>vità diverse dalle praHche

•  Il deposito, e il conferimento al deposito, sono un problema non risolto

•  Il riferimento al PrefeVo come soggeVo responsabile degli intervenH ex art. 126 bis non è sempre efficace. Forse uHle definire livelli diversi di emergenza, ridefinendo nel contempo ruoli e responsabilità

•  In molH casi si ha una inevitabile sovrapposizione del D.L.vo 230/95 e del D.L.vo 152/07: le due norme andrebbero coordinate

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