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Le funzioni degli enti territoriali in una emergenza radiologica - SNPA - Sistema nazionale protezione ambiente

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Academic year: 2022

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Le funzioni degli enti strumentali territoriali nella gestione di un’emergenza radiologica. La simulazione dell’esplosione di uno

container contenente materiale radioattivo

Niccoli R.*, Procopio S.**, Russo G.*, Migliorino C.**, De Fazio A.**

*

Arpacal, Centro Funzionale Multirischi – Struttura Complessa, Viale degli Angioini, 143 - 88100 Catanzaro

**Arpacal, Laboratorio Fisico Ettore Majorana, Via Lungomare, snc Giovino 88100 - Catanzaro RIASSUNTO

Il presente lavoro nasce da un’esercitazione tenutasi, nell’anno 2015, nel territorio della provincia di Catanzaro ed organizzata dal Ministero degli Interni. Il coordinamento delle attività è stato affidato alla Prefettura di Catanzaro che ha attivato il Comitato Provinciale di Difesa Civile, in seno al quale siedono le forze statali, gli Enti ed alcune Organizzazioni locali individuati dal Piano Provinciale di Difesa Civile. Tra gli Enti territoriali coinvolti dal Piano Provinciale vi è l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria che, ha redatto un proprio “Piano di Difesa Civile”. Nello specifico, all’interno della nostra Agenzia opera una struttura denominata Centro Funzionale Multirischi, in grado di acquisire ed elaborare dati utili a disegnare mappe speditive dinamiche del rischio. In linea teorica partendo dai parametri microclimatici si è in grado di ipotizzare l’evoluzione di un evento accidentale o di altra origine nelle 36 ore successive all’evento. In questo studio vengono testati i modelli di calcolo e gli strumenti di previsione in ambito locale supportati da osservazioni dirette, analizzate le criticità oltre che i limiti di tutte le fasi operative che possono caratterizzare un evento in termini di:personale impiegato sul territorio ed in laboratorio. Il principale obiettivo è quello di stimare il livello e l’efficacia del supporto che un Ente strumentale per la protezione ambientale regionale è in grado di offrire ai soggetti statali preposti, in caso di incidente con materiale radioattivo.

INTRODUZIONE

Il caso studio presentato si inquadra, normativamente, nell’ambito del capo X del decreto legislativo n. 230/95 s.m.e i., recante “Attuazione delle direttive Euratom 80/836, 84/467, 84/466, 89/618, 90/64, 92/3 in materia di radiazioni ionizzanti ” ed, in particolare per gli aspetti riguardanti:

la pianificazione prevista dall’art. 121 (Piano Nazionale) sulle misure protettive contro le emergenze radiologiche su tutto il territorio e il coinvolgimento degli enti territoriali; il piano di interventi previsto per incidenti nel corso di attività con utilizzo di sorgenti radioattive (ex art. 115 quater e quinqies dello stesso decreto) redatto in ambito locale. Le misure necessarie per fronteggiare eventuali conseguenze derivanti da incidenti con materiale radioattivo in ambito territoriale sono organizzate e pianificate dal Prefetto, con la redazione e l’adozione del Piano Provinciale di Difesa Civile, il quale si avvale del Comitato Provinciale di Difesa Civile (CPDC), che ha il compito di attuare le azioni volte alla tutela della pubblica incolumità. Tra questi Enti e le Organizzazioni facenti parte del CPDC figurano le Agenzia Regionali/Provinciali per la Protezione dell’Ambiente, soggetti deputati a svolgere azioni di prevenzione e controllo ambientale oltre che supporto tecnico alle diverse Autorità territoriali. Nello specifico, mediante le proprie risorse umane specializzate, effettua la stima del rischio derivante dall’evento attraverso, la verifica di eventuali contaminazioni ambientali, supporta le attività di messa in sicurezza delle aree interessate dall’emergenza e fornisce al Prefetto, attività di consulenza ed assistenza tecnica specialistica e le valutazioni necessarie per l’adozione dei provvedimenti. Allo stato, sul territorio calabrese è presente una Rete di monitoraggio e di rivelazione del rateo di dose ambientale afferente alla rete GAMMA di proprietà Ispra, composta da tre stazioni gestite dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria (ARPACal) oltre, alla rete per la sorveglianza radiometrica in possesso dei Vigili del Fuoco. La rete consente di registrare eventuali variazioni rispetto al fondo di radioattività naturale e valutare le anomalie radiometriche. Nella risposta agli eventi di natura radiologica solo in caso di un’emergenza di carattere nazionale, il coordinamento operativo è assunto dal Dipartimento della Protezione Civile presso il quale si riunisce il Comitato Operativo della Protezione Civile, per garantire la direzione unitaria degli interventi. Il Dipartimento si avvale della Commissione Nazionale Grandi Rischi e del CEVaD (Centro Elaborazione e Valutazione Dati, istituito presso l’ISPRA) quali, organi tecnico-consultivi, con il compito di stimare il presumibile impatto dell’evento incidentale sulla popolazione e sull’ambiente. Il CEVaD fornisce inoltre, alle autorità preposte alla diffusione dell’informazione alla popolazione, gli elementi radiometrici che

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caratterizzano la situazione in atto. Questo ultimo è importante poiché è Il Centro che viene attivato da ISPRA su richiesta del Dipartimento della Protezione Civile per ogni situazione che comporti l’attivazione del Piano Nazionale e può essere richiesto dal Prefetto per l’attuazione dei piani locali di emergenza. Tutti i centri e le reti di rivelamento devono inviare al CEVaD i risultati delle misure radiometriche effettuate nel corso dell’emergenza. Inoltre, sulla base della situazione venutasi a creare in seguito all’evento incidentale, possono essere indicate dal Centro particolari modalità operative delle reti e mezzi mobili di rivelamento disponibili sul territorio nazionale. In questo lavoro viene simulato un incidente che ha un’elevatissima probabilità di accadimento. Lo scopo della simulazione è quello di verificare la risposta di ARPA Calabria, nell’ambito del sistema locale di Difesa Civile nei seguenti punti:

a) governo del flusso informativo istituzionale;

b) gestione delle Risorse umane disponibili;

c) eventuale supporto al Prefetto nella diffusione delle informazioni rivolte alla popolazione.

In particolare, per il punto a) si vuole verificare la gestione del flusso informativo che si genera dalla comunicazione effettuata dalla Prefettura verso la Sala Operativa dell’ARPACal ed, a cascata, il flusso informativo biunivoco che si genera con il Responsabile di Struttura e gli Operatori sul campo. Per il punto b) si vogliono verificare, le procedure di attivazione delle Risorse umane, con particolare riferimento al Responsabile di struttura, che siede in seno al CPDC, ai Responsabili di funzione, che operano presso la Sala Operativa in h24 ed agli operatori da inviare sul campo, richiamando eventualmente, il personale in reperibilità. Inoltre, si vogliono testare le procedure di comando e controllo interne, il flusso informativo tra il Responsabile di struttura, i tecnici sul campo ed i laboratori; per il punto c) si vuole verificare l’eventuale supporto al Prefetto nella diffusione delle informazioni rivolte alla popolazione per il tramite dei canali informativi gestiti da ARPACal (homepage istituzionale e canali social). Per la simulazione è stata presa in esame l’area di Germaneto di Catanzaro, nella quale sono presenti, tra gli altri, strutture sensibili quali: il Policlinico, la Cittadella Regionale, la Stazione Ferroviaria Germaneto – Catanzaro, oltre che importanti infrastrutture viarie e ferroviarie (SP48, SS106, tratta ferroviaria Lamezia Terme – Catanzaro Lido). In questo quartiere della città è presente un cantiere per la posa in opera di un metanodotto. Gran parte delle saldature della rete è stata realizzata e pertanto si sta procedendo, al controllo di qualità di tipo non distruttivo, dei giunti di saldatura mediante radiogammagrafia.

L’Azienda che esegue le indagini e che impiega sorgenti di radiazioni ionizzanti ha regolarmente ottemperato agli obblighi previsti per il datore di lavoro, avendo trasmesso la comunicazione di detenzione ed inizio lavori agli Enti preposti al controllo ed alla prevenzione, quali: Azienda Sanitaria Provinciale, Ispettorato del Lavoro, Vigili del Fuoco e Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria. La sorgente impiegata per l’attività di verifica, mediante radiogramma, proviene da fuori Regione. Tra l’altro, non vi è nessun deposito temporaneo autorizzato in prossimità del cantiere e considerati i tempi di approvazione dello stesso gli operatori che non possono rientrare nella sede di appartenenza dichiarata nel nulla osta autorizzativo, decidono il da farsi. Per tali motivazioni si opta, per la non movimentazione della sorgente e quindi per la custodia presso il cantiere, che tra l’altro è dotato di un servizio di guardia notturna. La sorgente è disposta in un container dedicato e posto sotto chiave. Si ipotizza inoltre,che la causa dell’incendio nell’area del cantiere sia di tipo doloso, infatti sono molto frequenti gli attentati ai cantieri edili a scopo estorsivo, su tutto il territorio nazionale, con qualche aggravante in termini statistici. Si comprende, quindi, che anche un atto fraudolento con finalità diverse possa innescare un rischio non convenzionale N.B.C.R. che determina una situazione di crisi e di Difesa Civile. La sorgente sigillata 75Se (t1/2 =120 giorni) ha un’attività massima di circa 2 TBq ed è contenuta in una doppia capsula di protezione (acciaio – vanadio) in grado di resistere, senza disperdere materiale radioattivo, fino a temperatura massime tra 600 – 800 °C, per un intervallo di tempo non superiore ai 60 minuti. Nel caso di specie, si ipotizza che vi sia un superamento delle temperature massime di sicurezza e che le squadre dei Vigili del Fuoco, intervenute sul posto, riescano a circoscrivere e porre sotto controllo l’incendio dopo un tempo superiore ad un’ora. Nel territorio complesso in cui si sviluppa il caso studio può verosimilmente accadere che alle ore 22:00 un incendio doloso venga

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appiccato al cantiere. La dinamica dell’evento che, ai fini della gestione dell’ emergenza e dei rischi connessi alla presenza della sorgente è una variabile fondamentale, viene descritta in figura 1.

Figura 1– dinamica dell’evento

21,00 21,50 22,00 22,50 23,00 23,50 Incendio container con…

Telefonata ai Vigili del Fuoco Vigili sul luogo dell'accaduto Viene informata la Prefettura Sala operativa dell'ArpaCal Operatore reperibile Operatore in sede Arpacal Operatore ArpaCal sul luogo

tempo [h]

d i n a m i c a

e v e n t o

La squadra dei Vigili del Fuoco, che per prima arriva sul posto è dotata di misuratore di rateo di dose ambientale e rivela livelli anomali di radioattività. Si informa la Sala operativa dei Vigili che, attiva una propria squadra NBCR preposta ad affrontare le emergenze nucleari, biologiche, chimiche e radiologiche e allerta la Prefettura che, a sua volta, convoca il CPDC ed attua i piani di emergenza radiologica. Le prime fasi dell’emergenza sono quelle più importanti: il CPDC dispone immediatamente che vengano effettuate le seguenti attività: perimetrazione delle zone interessate ed individuazione della zona rossa, arancione, gialla e verde; soccorso a persone contaminate ed evacuazione verso zona sicura previo decontaminazione; controllo degli accessi alle zone interessate (cancelli). Al netto delle procedure previste nel Piano Provinciale di Difesa Civile, nelle prime ore successive al verificarsi dell’evento, si attiverà il flusso di comunicazione verso i mass media, supportato dall’Ufficio stampa dell’ARPACal con i propri canali (homepage istituzionale e pagine social). Verranno, quindi, suggerite alla popolazione delle comunicazioni come: restare in casa con porte e finestre chiuse, tenere spenti i sistemi di ventilazione per evitare l’inalazione e l’irraggiamento esterno derivanti in special modo dal passaggio della nube radioattiva e da materiale radioattivo depositato al suolo; in alcuni casi si procederà con la iodoprofilassi o la restrizione alimentare. A tale attività saranno affiancati bollettini periodici informativi redatti dal CPDC, che descriveranno oltre alle indicazioni di autoprotezione sopra indicate, l’evolversi della situazione (aree interessate) e delle persone coinvolte (contaminate, decedute o feriti).

MATERIALI E METODI

Nella situazione sopra descritta l’operatore Arpacal, viene attivato dalla propria Sala operativa e con il supporto delle Forze dell’ordine si reca, entro 30 minuti sul posto di lavoro; si dota dei dispositivi di protezione individuale (DPI) e della strumentazione necessaria e si sposta nei luoghi dell’emergenza (Figura 2). Il tempo stimato che intercorre tra la chiamata ai Vigili del Fuoco con cui si annuncia l’incidente e l’arrivo del nostro operatore è di circa un’ora e mezza. L’operatore sul campo dispone di un’attrezzatura di base sottoposta regolarmente ad un programma di taratura, composta da:

 contaminametro LB 124 Scint della Berthold;

 misuratore universale tipo BERTHOLD modello LB123 con le seguenti sonde:

contaminametro per la rivelazione delle radiazioni beta-gamma e contatore proporzionale con rivelazione della radiazione gamma [10-2,104] µSv/h;

 scintillatore plastico da 3”x 3” in grado di coprire range energetici dai 20 keV e i 7 MeV e un range dell’intensità di dose tra 1 nSv/h e 99,9 µSv/h;

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 spettrometro portatile Canberra per il riconoscimento dei radionuclidi in campo. e la determinazione dell’attività con rivelatore allo ioduro di sodio NaI (Tl) da 2”x 2” che sia stabile è non dipenda dalla temperatura (-10°C, 40 °C).

 scintillatore plastico su asta telescopica e radiametro portatile formato da: una unità di lettura digitale con rivelatore interno e un rivelatore esterno allo ioduro di sodio (NaI) di dimensioni pari a 2”x 2” e con una sensibilità di 1.400 cps/µSv sulla riga del 137Cs e capace di coprire ratei di dose gamma compresi tra 0.4 µSv/h e 10 Sv/h.

Figura 2– Schema riferimento zone

Al fine di minimizzare ed ottimizzare le operazioni di misura dei livelli di fondo radioattivo, le stesse iniziano a partire dalla sede di lavoro e continuano durante il trasferimento verso il luogo dell’incidente. In tal modo si acquisiscono informazioni preziose sui livelli di radioattività a diverse distanze dal luogo dell’incendio. Quando l’operatore Arpacal arriva sul luogo dell’incidente individua almeno tre punti di misura fissi, dai quali si può monitorare l’evoluzione dei livelli di dose e l’estensione delle zone (rossa, arancione, gialla e verde). La Sala operativa del Centro Funzionale Multirischi dell’Arpacal gestisce, in h24, le tipologie di emergenze che possono interessare l’Arpacal ed è in grado, inoltre, di fornire al CPDC, impiegando il modello WRF (Weather Research and Forecasting Model), un sistema di simulazione atmosferica, l’evolversi della nube radioattiva nelle successive 12-24-36 ore, tenendo conto della dinamica dei fenomeni atmosferici rapportati all’orografia del territorio interessato dall’emergenza in esame. Il WRF è un sistema creato per la ricerca e per la previsione meteorologica ed è tra i modelli atmosferici più avanzati attualmente esistenti. Si tratta di un modello fluidodinamico completamente comprimibile e non idrostatico in cui vengono conservate le variabili scalari. Il modello è il risultato degli studi effettuati dai maggiori centri di ricerca internazionali nell’ambito della fisica dell’atmosfera, tra i quali il National Center for Atmospheric Research (NCAR). Oggi, il WRF viene impiegato in tutto il mondo nella maggior parte dei centri di studio e di previsioni atmosferiche. Per la simulazione descritta in questo lavoro è stata utilizzata la versione Advanced Research WRF (ARW). L’ARW si può scomporre in quattro parti principali schematizzate in Figura 3:

 dati esterni e risorse esterne come: dati osservati, griglie del territorio e dati orografici terrestri;

 WPS (WRF Preprocessing System): insieme di programmi che prepara i dati di input per le simulazioni;

 modello WRF:parte del modello costituita dai programmi di inizializzazione per le simulazioni ideali e reali e dai programmi di integrazione numerica;

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 post-Processing e Visualizzazione: estrazione dei dati, conversione in formato ASCII e visualizzazione.

Figura 3 – schema a blocchi del modello WRF

Di seguito vengono presentate le specifiche del modello WRF-ARW 5 km 3DVAR che ci ha consentito di effettuare la simulazione:

 dati di inizializzazione e al contorno: GFS 0.5° + SST 0.083° + Dati BUFR di GFS + Radianza da satellite + Rete stazioni ARPACAL e Meteonetwork.it (temperatura, pressione e umidità);

 griglia: 5 km Arakawa C-grid;

 livelli verticali: 38;

 processi radiativi in onda corta: Dudhia;

 processi radiativi in onda lunga: Rapid Radiative Transfer Model (RRTMG);

 microfisica: ETA microphysics scheme (Ferrier);

 parametrizzazione convettiva: Assente (trattazione esplicita dei processi convettivi);

 parametrizzazione strato superficiale e PBL: YSU (Non-Local Closure Scheme);

 parametrizzazione del terreno: Unified Noah land-surface model.

RISULTATI

In tabella 1 vengono riportate le misure acquisite dall’operatore ArpaCal, le prime ore successive all’evento.

Tabelle 1 – osservazioni rateo di dose ambientale Punti di misura

Distanza dall'incidente

[km]

H [mGy/h]

s1

[mGy/h]

Sede Arpacal Lungomare 16,0 8,9E-05 1,1E-05 Stazione Ferroviaria 10,0 9,6E-05 1,2E-05

Località Germaneto 2 8,6E-05 1,0E-05

Località Germaneto* 1 2,8E-04 3,4E-05

Località Germaneto* 0,5 1,1E-03 1,3E-04 Località Germaneto* 0,001 2,8E+02 3,4E+01

* cantiere incidente

Nella fase iniziale dell’emergenza e una volta individuati i punti fissi di misura, l’operatore Arpacal, che è un lavoratore esposto di categoria A/B, ha compiti ben stabiliti: deve osservare. Misurare è infatti il compito principale a cui si è chiamati durante la fase di emergenza. La scelta dei punti

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dipende dalle informazioni numeriche che sono state già acquisite come quelle riportate in tabella 1. Dopo un consulto con il capo squadra dei Vigili che è il Responsabile della radioprotezione e coordina le operazioni in campo,deve continuare ad effettuare misure di rateo di dose gamma utile per stimare la gravità dell’incidente e la conseguente dose per la popolazione a causa dell’irraggiamento diretto dalla nube e dal suolo. Dovrà acquisire delle spettrometrie in situ per determinare la tipologia di radionuclide che interessa l’area, effettuare un campionamento di aria su filtro e solo successivamente avviare un monitoraggio delle matrici ambientali ed alimentari dopo averlo concordato con il comitato in Prefettura. Il campionamento dell’aria su filtro è funzionale alla misura delle attività alfa e beta totale. Nel caso di specie sarà utile considerare la rete di monitoraggio che è attiva sul territorio per aggiornare i dati e confrontarli con quelli osservati in situ. L’operatore svolgerà prevalentemente misure in sicurezza, consapevole che pur dotato di dispositivi individuali di protezione dovrà rispettare i livelli operativi o livelli di intervento indicati dal dispositivo normativo in caso di emergenza, sia per la dose che per i livelli operativi derivati, più conservativi ed espressi in concentrazioni di attività per contenere il rischio per la popolazione al di sotto del 1 mSv/annuo. Si devono quindi distinguere i due tempi dell’emergenza: le prime 24 ore e l’anno successivo.

Tabelle 2 – livelli di dose adottati in caso di emergenza

Livelli operativi in dose - rateo di dose per un giorno

E [mSv]

H [µSv/h]

Popolazione 0,1 12

Lavoratori Esposti 2 250

A partire dai valori di dose richiamati in tabella 2, sono stati calcolati e riportati nei manuali per le emergenze i livelli operativi per l’aria e gli alimenti utilizzando i coefficienti di dose previsti dal decreto legislativo n. 230/95 così come il calcolo della dose efficace per i lavoratori e la popolazione. Nel nostro caso, si può stimare che se il lavoratore Arpacal si trova a ridosso dei 500 m dal luogo della sorgente potrà essere esposto a meno di 10 µSv per un tempo di otto ore. Se si ipotizza una situazione più conservativa in cui parte significativa del materiale radioattivo viene vaporizzato, utilizzando i coefficienti di dose del manuale CEvaD e i metodi di calcolo ben rappresentati è possibile stimare la dose da inalazione di aria contaminata e verificare che non superi il livello di riferimento relativo al radionuclide interessato nell’incidente: 75Se. L’ esposizione al selenio comporta maggiori rischi per i reni di un individuo, pertanto è stata stimata la dose equivalente per l’organo più esposto e la concentrazione integrata in aria [3,9 10^(9) Bq·s·m-3] che può determinare una dose efficace di 1 mSv. In tabella 3 si riportano le stime effettuate facendo riferimento ad un adulto (> 17 anni) che ha bisogno di inalare in media un volume d’aria di 0,93 m3 h-1. Si ipotizza che i dati di tab.3 riportati nella colonna colorata siano il risultato delle osservazioni in campo.

Tabelle 3 – stime di dose ipotizzate Concentrazione

di attività in aria per unità di

tempo [Bq s/m3]

Dose efficace inalazione aria

contaminata [Sv]

Dose equivalnete

impegnata ai reni [Sv/Bq]

1,0E+03 2,6E-10 1,4E-09

3,0E-02 7,8E-15 4,2E-14

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Figura 4 – Evoluzione cartografica dell’evento

In cartografia è stata indicata l’evoluzione del fenomeno a 12 e 24 ore dall’evento, calcolate con l’ausilio delle previsioni meteorologiche prodotte dal modello WRF, che tiene conto, come già specificato, sia delle condizioni meteo-climatiche iniziali che dell’orografia del territorio preso in esame. Al fine di predisporre per tempo le attività che i diversi Enti ed Organizzazioni dovranno affrontare nelle ore successive all’evento, sono state individuate, al passar del tempo, le zone Rossa, Arancione, Gialla e Verde. Il giorno dopo l’evento, dal database delle comunicazioni di pratiche con sorgenti ionizzanti in possesso dell’Arpacal, sarà confermata la presenza di una sorgente radioattiva nello scenario descritto. Dato noto anche dagli archivi della Prefettura. Gli elementi raccolti rappresentano un’ulteriore base di informazioni per il CPDC.

CONCLUSIONI

Il presente lavoro ha lo scopo di verificare l’operatività dell’Arpacal nel caso di un evento NBCR che coinvolga un’area di territorio nella quale ricadono strutture sensibili quali: Policlinico, zona industriale, etc. L’incidente accade al di fuori del normale orario di lavoro, tanto al fine di testare se i tempi massimi d’intervento siano compatibili con questo tipo d’evento. Le risultanze appaiono positive, infatti la dinamica dell’intervento sul campo è in grado di fornire quel necessario supporto alle squadre dei Vigili del Fuoco intervenute sul posto ed al CPDC che ha la responsabilità della gestione complessiva dell’evento emergenziale. Inoltre, la multidisciplinarietà posta in atto

TeTemmppoo:: II++1122 oorree I

Innnneessccoo iinncceennddiioo ((II)):: oorree 2222::0000 V

Veennttoo:: 33--55 mm//ss SSEE TTeemmppeerraattuurraa:: 1188 °°CC UUmmiiddiittàà:: 6600--7700 %%

2,8·10^(-5) mGy h-1

TTeemmppoo:: II++2244 oorree

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dall’Arpacal, con l’uso di un modello meteorologico che dia indicazioni sull’evoluzione dei fenomeni nel tempo costituisce senz’altro un punto di forza per l’Agenzia e può rappresentare una discriminante unica nell’azione di tutela della pubblica incolumità. Tale lavoro determinerà un aggiornamento del Piano NBCR interno all’Arpacal e, di conseguenza, un aggiornamento dei Piani provinciali di Difesa Civile delle Prefetture calabresi.

BIBLIOGRAFIA

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Decreto Legislativo n. 230 del 17 marzo 1995 recante "Attuazione delle direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 92/3/Euratom e 96/29/Euratom in materia di radiazioni ionizzanti." Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Supplemento ordinario n°136 del 13 giugno 1995

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