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REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 62/11 DEL

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Academic year: 2022

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DELIBERAZIONE N. 62/11 DEL 14.11.2008

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Oggetto: Procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, ai sensi dell’art. 31 della L.R.

18.1.1999 n. 1 e s.m.i., e della Delib.G.R. 23.4.2008 n. 24/23 relativa all’intervento “Opere strategiche funzionali al Grande Evento Nazionale del G8”.

Proponente: Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di Missione per il 150°

Anniversario dell’Unità d’Italia e per la Presidenza italiana del G8 – Ufficio del soggetto attuatore.

L'Assessore della Difesa dell'Ambiente riferisce che la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Struttura di Missione per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia e per la Presidenza italiana del G8 – Ufficio del soggetto attuatore, ha presentato, il 5 agosto 2008, l’istanza di avvio della procedura di valutazione di impatto ambientale relativa al progetto “Opere strategiche funzionali al Grande Evento Nazionale del G8”, ascrivibile alla categoria di cui al punto 7, lettere b) e o) dell’allegato B1 della Delib.G.R. del 23 aprile 2008, n. 24/23 (“…progetti di riassetto o sviluppo di aree urbane all'interno di aree urbane esistenti che interessano superfici superiori ai 10 ettari, “Porti turistici e da diporto, quando lo specchio d’acqua è inferiore o uguale a 10 ettari, le aree esterne interessate non superano i 5 ettari e i moli sono di lunghezza inferiore o uguale a 500 metri, nonché progetti di intervento su porti già esistenti”). Per l’intervento, interno al Parco Nazionale della Maddalena, si applica la riduzione dimensionale del 50% delle soglie, prevista dall’articolo 3, comma 1, dell’allegato A della citata Delib.G.R. n. 24/23. Nell’ambito dello studio di impatto ambientale sono state esaminate anche le possibili interferenze con il limitrofo SIC.

L’Assessore riferisce che l’intervento è soggetto alle seguenti ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri (OO.P.C.M), che prevedono disposizioni particolari in merito all’iter concernente la procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale:

OO.P.C.M. 3663 del 19 marzo 2008, art. 5 e art. 8: prevedono disposizioni in deroga per la segretazione degli interventi e per la disciplina dei termini della valutazione di impatto ambientale, che vengono dimezzati. È previsto, inoltre, che nelle more del procedimento di valutazione d'impatto ambientale il soggetto attuatore è autorizzato a procedere agli affidamenti dei lavori, espressamente riservandosi il potere di imporre al soggetto affidatario le eventuali prescrizioni che dovessero essere impartite successivamente all'esito della

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valutazione d'impatto ambientale, consentendo, altresì, l'apertura dei cantieri e l'inizio delle opere compatibilmente con le esigenze ambientali;

OO.P.C.M. 3669 del 17 aprile 2008, art. 1: stabilisce, parzialmente in deroga a quanto disposto dal D.Lgs. n. 42/2004, i poteri del Direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici della Regione autonoma della Sardegna;

OO.P.C.M. 3684 del 13 giugno 2008 art. 4, comma 6: stabilisce che “per accelerare la realizzazione delle iniziative da porre in essere per consentire lo svolgimento del grande evento relativo alla Presidenza italiana del vertice G8 il Commissario delegato, ovvero il soggetto attuatore, è autorizzato, in deroga all'art. 23 del decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4, ad allegare all'istanza di valutazione di impatto ambientale il progetto preliminare dell’opera o intervento”.

L’intervento, il cui costo complessivo è pari a circa euro 300.000.000, è finanziato con Fondi Governativi e con fondi FAS, e consiste in una serie d’interventi complessi, articolati in diversi lotti, volti alla realizzazione delle strutture atte a ospitare l’evento e delle infrastrutture connesse, sia direttamente, con la realizzazione di opere a mare destinate ad adeguare e rifunzionalizzare gli approdi, sia indirettamente, con interventi sulle infrastrutture del comparto idrico – potabile e fognario depurativo.

Più nel dettaglio gli interventi sono così articolati:

− il lotto relativo alla Residenza dell’ex Ospedale Militare prevede la ristrutturazione dell’edificio dell’ex Ospedale Militare, da adibire a struttura ricettiva per l’evento del G8, attraverso la demolizione delle superfetazioni recenti e di edifici fatiscenti privi di valenza architettonica e storico–artistica, la ristrutturazione del corpo centrale del vecchio Ospedale Militare caratterizzato invece da elevata valenza, e la costruzione di corpi aggiunti. Per la realizzazione dell’intervento sono stati sbancati circa 30.000 m3 di terreno di cui si prevede il riutilizzo; sono stati demoliti circa 12.360 m3 e sono attualmente in fase di ristrutturazione circa 18.900 m3 di edifici esistenti, mentre le nuove volumetrie previste ammontano a circa 37.989 m3. L’intervento è stato progettato sulla base dei principi del risparmio energetico: la residenza sarà dotata d’impianti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria; inoltre il consumo di energia elettrica tal quale, che complessivamente ammonta a circa 1322,5 kW di potenza nominale, è contenuto anche dall’installazione di un impianto di condizionamento che utilizza come fluido scambiatore l’acqua marina. È prevista la piantumazione di specie arboree e/o arbustive per una superficie complessiva di circa 5.100 m2, dotate di un impianto d’irrigazione che utilizza prioritariamente l’acqua piovana proveniente dalle coperture degli edifici, e la integra, al bisogno, con acqua grezza non potabilizzata, distribuendola attraverso una rete duale;

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− i lotti relativi al Palazzo delle Conferenze, alla Residenza dell’ex Arsenale Militare, e all’Area servizi stampa, insistono sull’area denominata appunto ex Arsenale Militare, che è stata preventivamente sottoposta a caratterizzazione e a messa in sicurezza permanente ai sensi di quanto previsto dalla parte IV, titolo V, del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. Anche questi lotti d’intervento, così come il precedente, prevedono la demolizione di edifici fatiscenti privi di valenza architettonica e storico–artistica, la ristrutturazione di altri edifici caratterizzati invece da elevata valenza, e la costruzione di nuovi. La finalità è quella di realizzare una seconda struttura ricettiva, un’area da destinare alle conferenze e una da dedicare ai servizi per la stampa. Complessivamente, per la realizzazione di questi tre lotti sono stati demoliti circa 47.390 m3 e sono attualmente in fase di ristrutturazione circa 137.321 m3 di edifici esistenti, mentre le nuove volumetrie previste ammontano a circa 89.763 m3. Anche questi edifici sono stati progettati nel rispetto dei principi del risparmio energetico: la residenza sarà dotata d’impianti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria; inoltre il consumo di energia elettrica tal quale, che complessivamente ammonta a circa 1686 kW di potenza nominale, verrà in parte compensato dalla produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici totalmente integrati installati su alcune delle coperture, che produrranno circa 852 KW di potenza nominale. L’efficienza energetica del complesso sarà aumentata dalla realizzazione di un impianto di condizionamento che utilizza come fluido scambiatore acqua marina. Si prevede infine la piantumazione di specie arboree e/o arbustive per una superficie complessiva di circa 35.737 m2, dotate di un impianto d’irrigazione che utilizza prioritariamente l’acqua piovana proveniente dalle coperture degli edifici, e la integra, al bisogno, con acqua grezza non potabilizzata, distribuendola attraverso una rete duale;

− il lotto d’intervento relativo alle opere a mare consiste in una serie di interventi puntuali localizzati in diverse aree del fronte del porto della Maddalena, prevalentemente di pertinenza della Marina Militare, finalizzati al riassetto funzionale o all’integrazione di infrastrutture marittime esistenti o alla realizzazione di nuove opere ritenute utili al fine dello svolgimento dell’evento G8. In particolare gli interventi riguardano le seguenti aree e settori:

a) interventi in corrispondenza dell’ex Ospedale Militare, al fine di rifunzionalizzare due esistenti approdi, il principale dei quali da destinare al servizio del trasporto via mare degli ospiti, conseguendo nel contempo anche un sostanziale miglioramento estetico del complesso molo–rive adiacenti, dall’aspetto attuale significativamente degradato;

b) riassetto complessivo dell’intera area compresa tra Cala Camiciotto e Punta Moneta, interessante tutto il vasto complesso dell’area già militare in cui trovava sede l’Arsenale della Marina, attraverso:

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1. interventi vari di sistemazione dello specchio acqueo interno, con scavi e dragaggi generalizzati per la costituzione di idonei fondali (minima profondità utile 2,50 metri sotto il livello di bassa marea);

2. la riprofilatura delle esistenti banchine, ottenuta tramite cassoni cellulari prefabbricati con celle superficiali anti – risacca e cavedio per le canalizzazioni impiantistiche;

3. la realizzazione di una mini-darsena nella banchina esistente per fruizione quale approdo diretto all’edificio destinato a Palazzo delle Conferenze;

4. la creazione, nell’area di Cala Camiciotto, di un molo sopraflutto banchinato, sia sul lato interno sia sul lato esterno, con la testata del molo corredata da un faro, che si svilupperà per una lunghezza di 150 metri in maniera ortogonale alla costa, e per ulteriori 125 metri in direzione sud-est, realizzato attraverso cassoni cellulari prefabbricati e affondati in loco, con opportuno riempimento delle celle interne, su idonee superfici e fondali di appoggio, su imbasamenti previamente bonificati e regolarizzati. Tutta l’area banchinata sarà dotata degli impianti tecnologici: rete idrica duale (potabile e grezza), rete elettrica, rete fognaria, rete antincendio; inoltre nell’area di Punta Moneta sarà realizzata una stazione di aspirazione e trattamento delle acque di sentina, e una di aspirazione degli oli esausti, oltre a una stazione di servizio per il carburante;

− il lotto relativo alle opere del comparto idrico–potabile prevedono una serie di interventi finalizzati a migliorare l’efficienza del sistema con:

a) la sostituzione progressiva dei tratti ammalorati delle vecchie tubazioni;

b) il completamento della condotta di acqua grezza proveniente dal Bacino del Liscia, dal ponte di Caprera all'impianto di potabilizzazione (tratto di circa 2 Km), in parte già realizzata;

c) la sostituzione della vecchia condotta di acqua potabile in cemento amianto proveniente da Palau, nel tratto interrato sull'isola di S. Stefano, con una nuova condotta in acciaio (tratto di circa 2,3 Km);

d) l’adeguamento dell'impianto di potabilizzazione esistente mediante realizzazione di una seconda linea di trattamento acqua di maggiore capacità, con aumento della portata da circa 60 L/sec a circa 180 L/sec;

e) interventi sul serbatoio di Mongiardino volti a eliminare le criticità che si verificano nel periodo estivo;

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− le opere relative al comparto fognario–depurativo prevedono una serie di interventi finalizzati a migliorare l’efficienza del sistema con:

a) la sostituzione di alcuni tratti del collettore fognario principale, che allo stato attuale presenta fenomeni di intrusione delle acque marine, che creano una diminuzione notevole dell’efficacia del processo depurativo a valle;

b) la dismissione di un impianto di sollevamento e la realizzazione di ulteriori due nuovi impianti;

c) l’adeguamento dell’impianto di depurazione esistente, per il quale si prevede una modifica del processo di depurazione senza variarne i volumi. È prevista la modifica dell’attuale schema di trattamento (a fanghi attivi classico), con un sistema denitro–nitro (denitrificazione in testa, seguita da ossidazione/nitrificazione);

d) lo spostamento dello scarico a mare del depuratore, attualmente prossimo alla linea di costa, attraverso la realizzazione di una condotta sottomarina che si dipartirà dall’attuale punto di scarico in direzione Sud-Sud-Ovest verso la rada di Santo Stefano, per una lunghezza di circa un chilometro.

In merito all’iter amministrativo, l’Assessore fa presente che il procedimento è stato avviato in data 5 agosto 2008, in seguito al deposito della prescritta documentazione e alle pubblicazioni di rito, avvenute il 1 agosto sul quotidiano La Nuova Sardegna. Successivamente non sono pervenute osservazioni. In data 8 settembre 2008, nella sala consiliare del Comune di La Maddalena, si è tenuta la presentazione al pubblico del progetto in esame unitamente allo Studio di Impatto Ambientale. Anche in questa sede non sono state formulate osservazioni.

In data 23 settembre 2008, presso la sede dell’Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente, si è tenuta la conferenza istruttoria, a seguito della quale il proponente ha presentato chiarimenti, fornendo, a ottobre 2008, ulteriori elaborati riservati.

Il Servizio Governo del territorio e tutela paesaggistica per le Province di Olbia-Tempio, nella citata conferenza del 23 settembre 2008, ha espresso la coerenza dell’intervento con quanto previsto dalle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Paesaggistico Regionale (PPR).

Stante quanto previsto dall’OO.P.C.M. 3669 del 17 aprile 2008, in merito ai poteri del Direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici della Sardegna del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, questi, con nota prot. n. 5488 del 17 settembre 2008, ha reso noto “… di aver già comunicato i propri avvisi favorevoli, con prescrizioni, con le note prot. n. 119/RIS del 6.5.2008 130/RIS del 27.5.2008. Tali note sono state depositate nelle conferenze di servizi, presso la Sede del soggetto attuatore, nelle date del 7 e 28 maggio 2008”.

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Il Servizio Sostenibilità Ambientale, Valutazione Impatti e Sistemi Informativi Ambientali (S.A.V.I.), vista la documentazione agli atti, preso atto del succitato parere favorevole del Direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici della Sardegna del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, preso atto della coerenza dell’intervento con il PPR, ha concluso l’istruttoria con un giudizio tecnico positivo in merito alla compatibilità ambientale dell’intervento, a condizione che siano rispettate e recepite nel progetto da sottoporre ad autorizzazione le prescrizioni di seguito riportate:

1. in relazione alla fase di cantiere dovranno essere messi in atto tutti gli accorgimenti tecnico/progettuali atti a:

a. garantire la massima tutela del suolo, sottosuolo, acque superficiali, ambiente marino ed atmosfera, mettendo in atto ogni precauzione per evitare il rilascio accidentale di materiali e sostanze potenzialmente inquinanti e la loro diffusione in mare; contenere al minimo indispensabile gli spazi destinati al cantiere e allo stoccaggio temporaneo dei materiali movimentati;

b. smaltire in conformità alle leggi vigenti in materia tutti i rifiuti prodotti/rinvenuti durante l’esecuzione delle opere, privilegiandone il riutilizzo;

c. minimizzare gli impatti indotti da polveri, rumore e vibrazioni;

2. nell’ambito delle indagini di caratterizzazione, della messa in sicurezza d’emergenza e permanente del sito dell’ex Arsenale, dovranno essere recepite, e trasmesse al Servizio SAVI e al Servizio Tutela dell’atmosfera e del territorio dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente, le prescrizioni di cui alla nota prot. n. 22258 del 4 settembre 2008 del Servizio Tutela dell’atmosfera e del territorio dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente, di seguito elencate:

a. in corrispondenza delle aree interessate da eccedenze sulle CSC di cui alla tabella 1 colonna A della parte Quarta, titolo V, allegato 5, dovrà essere effettuato un approfondimento d’indagine in senso verticale, esteso anche eventualmente al terreno saturo, come previsto al punto 1a) della nota prot. n. 08/RIS/G8LM del soggetto attuatore, secondo il profilo analitico già utilizzato;

b. dovrà essere estesa l’estensione della caratterizzazione, con maglia 50×50, anche alle aree pavimentate dell’intero sedime;

c. dovrà essere effettuata la caratterizzazione ambientale dei fondali dell’area marina antistante l’ex Arsenale secondo quanto previsto nel Piano di caratterizzazione redatto dall’Ispra (documento CII-Pr-SA-MA-01.01);

d. come misura di messa in sicurezza d’emergenza, dovrà essere effettuata la completa rimozione del terreno saturo ed insaturo contiguo orizzontalmente e verticalmente a tutte le

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aree interessate da eccedenze sulle CSC di cui alla colonna A della tabella 1 dell’allegato 5 alla parte Quarta titolo V del D.Lgs. n. 152/2006, destinate alla costruzione di manufatti.

La destinazione d’uso delle sub aree è subordinata agli esiti di bonifica conseguiti;

e. dovrà essere rimossa, trattata in situ e re-immessa in mare, l’acqua di intrusione marina contaminata e l’eventuale prodotto surnatante affiorante in corrispondenza degli sbancamenti sul litorale;

3. per quanto riguarda la realizzazione delle opere a mare e le operazioni di dragaggio:

a. in fase di progettazione esecutiva, dovrà essere predisposto, un piano di emergenza in cui siano indicate le operazioni da effettuare in caso di sversamento a mare o a terra di idrocarburi o altre sostanze inquinanti durante la fase di costruzione, ivi incluso la possibile diffusione degli inquinanti presenti nei sedimenti portuali a seguito dei dragaggi;

b. dovrà essere predisposto un idoneo progetto che preveda una specifica caratterizzazione dei sedimenti che si intendono rimuovere e/o riutilizzare, secondo quanto specificato nel manuale APAT – Icram (Manuale per la movimentazione dei sedimenti marini);

c. al fine di minimizzare l’aumento di torbidità delle acque marine nell’area esterna al cantiere a mare causate da fenomeni di risospensione dei sedimenti, le operazioni di dragaggio dovranno essere realizzate preferibilmente tramite draga aspirante e rifluente di bassa potenza (inferiore ai 300 hp, con tubo di aspirazione di diametro non superiore ai 250 cm);

inoltre durante tutto il corso dei lavori di dragaggio lo specchio acqueo nell’intorno della draga andrà conterminato mediante la posa in opera di panne galleggianti munite di gonne;

d. dovrà privilegiarsi il riutilizzo in situ del materiale, qualora idoneo; a tale fine dovrà essere effettuata una puntuale programmazione dei volumi prelevati e ricollocati, in modo che gli stoccaggi siano soltanto temporanei e riguardino aree opportunamente individuate e realizzate;

e. qualora venga realizzata l’immersione in mare del materiale dragato, questa dovrà essere condotta secondo le specifiche tecniche del Manuale Apat - Icram (Manuale per la movimentazione dei sedimenti marini);

4. relativamente all’utilizzo di materie prime e materiali provenienti da attività di cava per le opere a mare:

a. dovranno essere prioritariamente riutilizzati i materiali derivanti dalle operazioni di escavo e sbancamento, secondo quanto previsto dall’art. 186 del D.Lgs. n. 152/2006, così come

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modificato dal D.Lgs. n. 4/2008; i materiali non conformi ai sensi del suddetto articolo dovranno essere smaltiti secondo le leggi vigenti in materia;

b. secondariamente dovranno utilizzarsi sfridi provenienti da attività di cava ubicate nella provincia di Olbia–Tempio, per i quali dovrà essere predisposto un progetto di cantierizzazione che definisca i poli di cava da utilizzare e i percorsi cava-cantiere. In tal senso si dovrà tendere a escludere l’uso della viabilità urbana per l’approvvigionamento dei materiali, e dovranno comunque essere preferite le modalità realizzative che limitino la pressione sul sistema del traffico e della viabilità cittadina;

c. i massi da utilizzare per la realizzazione degli scanni di imbasamento delle opere a mare dovranno avere caratteristiche geologiche, mineralogiche e cromatiche coerenti con quelle del contesto d’intervento (massi granitici);

5. riguardo alla realizzazione delle opere a verde:

a. in tutte le aree di intervento dovrà essere rigorosamente evitato l’impianto di specie non coerenti con il contesto vegetazionale e l'uso di ibridi e varietà tipicamente ornamentali;

b. tutto il materiale di propagazione dovrà provenire da ecotipi locali, in coerenza con l’obiettivo di conservazione della biodiversità del Piano Forestale Ambientale Regionale;

c. considerato che l’intervento è inserito in ambito urbano, dovrà essere evitato l’uso di specie allergizzanti;

6. al fine di contribuire al risparmio energetico, alla riduzione dell’inquinamento luminoso, nonché al mantenimento degli equilibri ecologici all’interno dell’area Parco, l’impianto di illuminazione esterna delle aree d’intervento dovrà essere realizzato nel rispetto dei criteri di riduzione dell’inquinamento luminoso e di risparmio energetico, in conformità alle disposizioni di cui alla Delib.G.R. n. 48/31 del 2007, e delle zone di tutela e protezione ivi individuate;

7. con riferimento al sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti:

a. tutti gli spazi comuni dell’area d’intervento (banchine portuali, aree verdi) dovranno essere corredati di sistema di raccolta dei rifiuti solidi del tipo a scomparsa (bidoni portarifiuti e cassonetti per la raccolta differenziata);

b. all’interno delle strutture alberghiere e delle aree destinate al catering e alla ristorazione dovranno prevedersi appositi spazi per la raccolta differenziata;

8. riguardo ai sistemi di raccolta e trattamento dei reflui:

a. le superfici impermeabili scoperte, funzionalmente connesse agli interventi in esame, dovranno prevedere sistemi per la raccolta, lo stoccaggio e lo smaltimento delle acque

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meteoriche di prima pioggia, da esse scolanti. Tenuto conto della vicinanza dell’impianto di depurazione e della disponibilità di una fonte di acqua grezza alternativa (acqua non potabilizzata proveniente dal bacino del Liscia), le acque di prima pioggia, rispetto al previsto trattamento e riutilizzo, dovranno essere recapitate nella fognatura nera comunale.

In quanto scarico a tutti gli effetti, dette acque dovranno rispettare i limiti per lo scarico in fognatura stabiliti dal gestore, in coerenza con quanto stabilito dall’allegato 5 alla parte III del D.Lgs. n. 152/2006. I manufatti di scarico dovranno permettere i campionamenti e gli accertamenti per la verifica della conformità ai limiti di legge;

b. in riferimento ai criteri di dimensionamento delle vasche di prima pioggia, si precisa che esse dovranno avere una capacità d’accumulo atta al contenimento di tutte le acque meteoriche di prima pioggia, intendendo per queste ultime il volume corrispondente ad una precipitazione di cinque millimetri, uniformemente distribuita su tutta la superficie scolante.

Per quanto riguarda le portate da assumere nei calcoli di progetto della rete di drenaggio delle acque di prima pioggia, si ammette che la precipitazione di cinque millimetri si verifichi in quindici minuti;

c. le “acque di seconda pioggia” (sfiori dalle vasche di prima pioggia), previa verifica dell’idoneità al riutilizzo, e le acque meteoriche scolanti dalle aree verdi, dai tetti, dalle pensiline e dai terrazzi degli edifici, dovranno essere accumulate e utilizzate per l’alimentazione delle reti idriche “secondarie” (rete duale degli edifici, rete irrigua, rete antincendio, rete duale dell’area portuale);

d. in fase definitiva/esecutiva dovrà essere valutata la possibilità di delocalizzare la vasca di compenso denominata “Arsenale” all’interno dell’impianto di depurazione esistente, vagliando anche l’alternativa di non realizzazione del manufatto, considerato che lungo il collettore principale sono presenti/previsti diversi impianti di sollevamento, che contribuiscono di per sé alla “polmonazione” dei reflui;

e. tenuto conto della posizione degli impianti (ambito prettamente urbano), e al fine di mitigare le emissioni odorigene, particolarmente acute durante la stagione estiva, l’eventuale vasca di compenso e tutte le stazioni di pompaggio (previste in progetto ed esistenti) lungo il collettore fognario principale, dovranno essere munite di adeguati sistemi di deodorizzazione;

f. ai fini della mitigazione dell’impatto acustico, olfattivo e visivo, l’impianto di depurazione dovrà essere delimitato, sui quattro lati, da una barriera verde, mediante l’impiego di piante arboree e arbustive autoctone, disposte su più file e secondo le seguenti indicazioni:

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la parte più esterna della barriera dovrà essere realizzata con latifoglie autoctone (Quercus ilex e Ceratonia siliqua), a distanza non superiore a 6 metri tra loro;

per la protezione delle latifoglie nella fase di accrescimento iniziale e al fine di garantire la schermatura dell’impianto anche nel breve periodo, potranno essere utilizzate specie di aghifoglie autoctone (per es. Pinus pinea);

relativamente alle specie arboree, dovranno essere impiantati individui con altezza compresa tra 1,5 e 2 metri assicurando l'alternanza delle specie vegetali all'interno del filare;

la parte più interna della barriera dovrà essere realizzata con specie autoctone a portamento arbustivo, assicurando l'equilibrio numerico tra quelle alto (per es. Pistacia lentiscus, Phillyrea latifolia), e quelle basso–arbustive (per es. Helichrysum microphyllum, Lavandula stoechas, Cistus monspeliensis, Vibumum tinus, Rosmarinus officinalis);

− tutto il materiale vegetale dovrà provenire da ecotipi locali e dovrà essere escluso l’impianto, anche temporaneo, di specie arboree esotiche.

g. quale soluzione alternativa o complementare alla debatterizzazione con raggi U.V., dovrà essere mantenuta in esercizio la sezione di disinfezione finale, evitando, tuttavia, l’impiego dell’ipoclorito di sodio e privilegiando l’utilizzo di acido peracetico (P.A.A.) al fine di ridurre gli impatti sul corpo idrico recettore derivanti dalla formazione di sottoprodotti della clorazione (trialometani, clorofenoli, acetonitrili, ecc.);

h. al fine di mitigare l’impatto acustico delle stazioni di sollevamento e dell’impianto di depurazione, dovranno essere effettuati, a cura del proponente, i controlli strumentali di cui al punto 6, parte V, della Delib.G.R. n. 30/9 del 8.7.2005, finalizzati a verificare la conformità dei livelli sonori ai limiti di legge. Qualora gli esiti di tali controlli dovessero evidenziare un superamento dei detti limiti, dovranno essere individuati interventi da adottarsi per ridurre i livelli di emissioni sonore, al fine di ricondurli al rispetto delle soglie associate alla classe acustica assegnata. La documentazione relativa al suddetto monitoraggio dovrà essere trasmessa al Servizio tutela dell'atmosfera e del territorio dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente, all’A.R.P.A.S. e al Comune;

i. al fine di verificare l’efficacia degli interventi sul collettore fognario principale e prevenire fenomeni di intrusione di acqua marina/salmastra, che potrebbero inficiare il corretto funzionamento dell’impianto di depurazione, dovrà essere predisposto un piano di monitoraggio che preveda il controllo della qualità delle acque reflue nelle stazioni di

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sollevamento (esistenti/in progetto) localizzate in prossimità della linea di costa, e nella vasca di compenso “Arsenale”;

9. per quanto concerne gli interventi sul sistema idropotabile e al fine di mitigare gli impatti sul suolo, in fase definitiva/esecutiva, dovrà essere valutata la possibilità di evitare il raddoppio della linea adduttrice tra il potabilizzatore e il serbatoio in località “Mongiardino”, adeguando semplicemente l’impianto di sollevamento, se la condotta esistente è in buone condizioni di manutenzione; in caso contrario dovrà essere prevista la sostituzione della condotta stessa, considerate le sue caratteristiche tecniche e che, anche in occasione di malfunzionamenti, il serbatoio d’accumulo ha una capacità di riserva sufficiente a compensare l’interruzione temporanea del servizio;

10. relativamente al deposito e al distributore di carburante a servizio dell’area portuale:

a. le singole casse di contenimento dei serbatoi in cls dovranno essere dotate internamente di una vasca di raccolta in materiale impermeabile, ispezionabile e dotata di sistema di raccolta; il cunicolo per passaggio delle tubazioni del combustibile dovrà essere anch’esso dotato di fondo impermeabile;

b. il piazzale dell’area di deposito carburanti dovrà essere dotato di un piezometro per il monitoraggio e la rilevazione di eventuali perdite, sul quale dovranno essere effettuati periodici controlli;

c. il piazzale del distributore carburanti e il piazzale serbatoi dovranno essere dotati di sistema di raccolta delle acque meteoriche;

d. in fase di esercizio del porto, in prossimità del distributore dovranno essere in dotazione dispositivi antinquinamento, per il confinamento di emergenza e l’aspirazione d’idrocarburi accidentalmente sversati in mare, le cui modalità di esercizio dovranno essere espressamente previste nel piano di gestione del porto, o analogo elaborato;

11. al fine della tutela degli habitat marini, e dei fondali interessati dalla realizzazione di tutte le opere a mare (condotta sottomarina, nuovo molo, dragaggi):

a. prima dell’inizio dei lavori, sui fondali dell’area d’intervento dovrà essere effettuato di un rilievo subacqueo naturalistico di dettaglio, atto ad affinare gli esiti delle indagini già effettuate dal proponente; il rilievo dovrà essere teso alla verifica puntuale dell’assenza di specie e habitat bentonici prioritari di cui alla Direttiva 92/43/CEE sui fondali soggetti a lavorazioni; a questo proposito, andrà trasmesso, al Servizio SAVI, all’ARPAS, al Servizio Tutela della Natura e all’Ente Parco della Maddalena, un articolato report, corredato di documentazione fotografica e di cartografia (1:1000 / 1:5000) dei fondali e dei popolamenti

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b. sulla base dei dati ottenuti col rilievo subacqueo di cui al punto precedente, il tracciato della condotta dovrà essere adeguato, in fase esecutiva, in modo da rispettare distanze da eventuali posidonieti e popolamenti di Pinna nobilis adeguate a garantirne la tutela, anche nei confronti di effetti indiretti dovuti allo scavo; a tal proposito, la posa della condotta andrà eseguita con la supervisione di subacquei specializzati;

c. qualora si evidenzi la presenza di individui isolati di Pinna nobilis, nell’impossibilità di adeguamento del tracciato, dovranno essere rispettate tutte le disposizioni di legge in materia e si dovrà provvedere comunque alla salvaguardia degli esemplari, anche mediante lo spostamento degli stessi in zone adiacenti, non interferenti con le opere, con caratteristiche simili per regime idrodinamico, substrato e profondità; nel caso, dette operazioni dovranno svolgersi secondo le disposizioni di legge e, previo formale preavviso, sotto il diretto controllo del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale e dell’Ente Parco della Maddalena;

d. durante i lavori di posizionamento della condotta, al fine di evitare impatti su tratti di prateria eventualmente presenti sui fondali limitrofi, si dovrà evitare l’ancoraggio della nave operante e provvedere al posizionamento di pannelli in materiale geotessile in prossimità del posidonieto per limitare la deposizione di sedimenti;

12. durante il periodo di esercizio dell’opera, dovrà essere effettuato il monitoraggio semestrale della qualità delle acque e dei fanghi del fondale del porto, per mezzo di analisi chimiche, fisiche e microbiologiche di campioni di acqua prelevati in almeno due punti all’interno del porto e di un punto posto esternamente allo specchio acqueo individuato dal molo di sopraflutto in progetto. Dovranno essere monitorati i seguenti parametri: temperatura, ossigeno disciolto, metalli pesanti, indicatori microbiologici, idrocarburi, BOD, COD, torbidità, PCB;

13. con cadenza annuale per un periodo di almeno cinque anni dalla conclusione dei lavori, dovrà essere monitorata, con rilievi subacquei, e georeferenziata, la posizione e dell’estensione della prateria a fanerogame marine, e determinate la densità dei fasci fogliari e la percentuale di ricoprimento (secondo le indicazioni fornite nel volume “Metodiche analitiche di riferimento”

dell’ICRAM - Ministero dell’Ambiente, per il Programma di monitoraggio per il controllo dell’ambiente marino costiero), sia nel tratto di mare antistante gli interventi relativi alle opere a mare tra Cala Camiciotto e Punta Moneta, sia lungo tutto il tracciato della condotta sottomarina e nel tratto antistante il diffusore terminale; dovrà altresì essere monitorata la presenza della specie prioritaria Pinna nobilis ed altri eventuali specie, indicatori, o parametri di interesse naturalistico su richiesta dell’Ente Parco; tutti i dati andranno cartografati in scala adeguata;

14. nel caso in cui il monitoraggio e la mappatura di cui al punto precedente evidenzi la perdita di porzioni di prateria e/o la sua regressione, dovrà essere predisposto, previo accordo con l’Ente

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Parco della Maddalena, uno specifico progetto di reimpianto della Posidonia, in modo da creare condizioni di ricolonizzazione e contrastare perdite significative di biomassa rispetto allo stato attuale;

15. ai fini della sensibilizzazione ed educazione al rispetto dell’ambiente marino e costiero, i risultati di tutti i monitoraggi, nonché gli esiti del piano di caratterizzazione e di messa in sicurezza d’emergenza, dovranno essere elaborati in documenti a carattere divulgativo e resi pubblici (per esempio tramite stand espositivo all’interno di spazi a disposizione dell’amministrazione comunale o dell’Ente Parco);

16. al fine di evitare l’effetto di “cesura urbana” tra l’area d’intervento e la città della Maddalena, dovrà essere realizzato, in collaborazione con il comune di La Maddalena, uno studio di livello preliminare, che, in coerenza con il PUC attualmente in fase di adeguamento al PPR, nonché con quanto previsto dalla Delib.G.R. n. 50/6 del 16.9.2008 (Piano di riqualificazione di iniziativa pubblica degli edifici con funzione residenziale presenti in La Maddalena, località “Vaticano, Moneta, ex Caserma Sauro”), consenta di pianificare lo sviluppo di un lungomare urbano ad alta valenza architettonica che meglio valorizzi le potenzialità paesaggistiche derivanti dalla realizzazione degli interventi e integri pienamente la stessa area con il centro abitato. A tal fine, al termine dell’evento del G8, dovrà essere garantita la continuità urbanistica anche attraverso l’eliminazione delle barriere fisiche attualmente presenti (recinzione muraria);

17. dovranno essere trasmessi al servizio SAVI, all’Ente Parco della Maddalena, e all’ARPAS gli elaborati progettuali adeguati alle prescrizioni di cui ai punti 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11 e 16;

18. per quanto concerne i monitoraggi da effettuarsi in fase di esercizio, di cui ai punti 8h, 8i, 12, 13 e 14, dovrà essere stipulato un apposito Protocollo d’Intesa tra il proponente e l’ARPAS, per concordare le specifiche tecniche con cui effettuare i monitoraggi. Tali monitoraggi saranno a carico dei gestori delle infrastrutture previste (Abbanoa per le opere del comparto idrico e fognario – depurativo e il gestore dell’infrastruttura portuale per le opere a mare). Gli esiti di tali monitoraggi dovranno essere trasmessi, al servizio SAVI, all’Ente Parco della Maddalena e all’ARPAS.

Tutto ciò premesso, l'Assessore della Difesa dell'Ambiente, constatato che il Direttore Generale ha espresso il parere favorevole di legittimità, propone alla Giunta regionale di far propria la proposta del Servizio Sostenibilità Ambientale, Valutazione Impatti e Sistemi Informativi Ambientali.

La Giunta regionale, condividendo quanto proposto e rappresentato dall'Assessore della Difesa dell'Ambiente

DELIBERA

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di esprimere, per le motivazioni indicate in premessa, un giudizio positivo sulla compatibilità ambientale dell’intervento in esame denominato “Opere strategiche funzionali al Grande Evento Nazionale del G8”, proposto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di Missione per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia e per la Presidenza italiana del G8 – Ufficio del soggetto attuatore, a condizione che siano rispettate, e recepite nel progetto da sottoporre ad autorizzazione, le prescrizioni descritte in premessa, sull’osservanza delle quali dovranno vigilare, per quanto di competenza, il Comune di La Maddalena, la Provincia di Olbia – Tempio, l’Ente Parco di La Maddalena, il Servizio territoriale dell'ispettorato ripartimentale del CFVA di Tempio Pausania, il Servizio Opere di competenza regionale e degli enti dell’Assessorato Regionale dei Lavori Pubblici e l’A.R.P.A.S.;

− di stabilire che, fermo restando l’obbligo di acquisire gli altri eventuali pareri e autorizzazioni previsti dalle norme vigenti, dovrà essere comunicata al Servizio S.A.V.I. la data di inizio dei lavori, la cui realizzazione non sia già in corso, entro cinque anni dall’adozione della presente deliberazione, pena l’attivazione di una nuova procedura di valutazione di impatto ambientale.

Il Servizio S.A.V.I. provvederà alla comunicazione della presente deliberazione ai soggetti interessati al procedimento, a tutte le Amministrazioni competenti, anche in materia di controllo ambientale, e alla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna (BURAS).

Il Direttore Generale Il Presidente

Fulvio Dettori Renato Soru

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