• Non ci sono risultati.

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 22/10 DEL

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 22/10 DEL"

Copied!
6
0
0

Testo completo

(1)

DELIBERAZIONE N. 22/10 DEL 7.6.2007

—————

Oggetto: Procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.), ai sensi dell’art. 31 della legge regionale 18 gennaio 1999 n. 1 e s.m.i. e dell’art. 8, comma 2, della L.R. n.

15/2002, relativa al progetto “Cava di perlite in località Monte Sparau, agro del comune di Morgongiori”. Proponente: Società Sarda Perlite S.r.l.

L'Assessore della Difesa dell'Ambiente, di concerto con l’Assessore della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, riferisce che:

− ai sensi dell'art. 31 della L.R. 18.1.1999, n. 1 recante "Norma transitoria in materia di valutazione di impatto ambientale", e dell’art. 8, comma 2, della L.R. n. 15/2002, il Servizio sostenibilità ambientale e valutazione impatti (SAVI) ha concluso la procedura di valutazione di impatto ambientale relativa all’intervento in oggetto, ascrivibile alle categorie di opere di cui all’allegato A, lettera q), del D.P.R. 12 Aprile 1996 “Cave e torbiere con più di 500.000 m3/a di materiale estratto o di un'area interessata superiore a 20 ha”;

l’istruttoria è stata condotta inizialmente dal SIVIA, e in seguito dal Servizio SAVI, supportato dalla Task-Force, integrata da un gruppo di lavoro a tempo pieno composto da dipendenti della Progemisa S.p.A., specificamente istituita dalla Giunta regionale con la deliberazione n. 38/32 del 2 agosto 2005;

− il progetto in esame concerne una cava già in attività, sottoposto alla procedura di VIA in adempimento all’art. 8, comma 2, della legge regionale n. 15/2002 in quanto attività autorizzata dopo l’entrata in vigore del DPCM 3 settembre 1999 e della legge regionale 18 gennaio 1999, n. 1;

− il relativo procedimento è stato avviato con il deposito della prescritta documentazione presso gli Uffici interessati e con le pubblicazioni di rito. Non sono pervenute osservazioni.

Il Servizio Conservazione della natura e degli habitat, con nota n. 40188 del 28.11.2006, ha informato che l’attività ricade nell’area individuata dalla L.R. n. 31/1989 come parco del Monte Arci e ha individuato, in relazione alla soluzione progettuale prescelta a seguito dell’istruttoria, delle prescrizioni per la mitigazione degli impatti riportate nel presente provvedimento.

(2)

Il Comune di Morgongiori, con nota n. 4977 del 21.12.2006 ha ribadito il parere favorevole già espresso in una precedente conferenza istruttoria del 2004.

L’Assessore riferisce che il progetto sottoposto alla valutazione di impatto ambientale concerne una cava di perlite, autorizzata dall’Assessorato regionale dell’Industria con determinazione n. 230 del 2.5.2002. La superficie autorizzata è di circa 31,63 ettari mentre quella interessata dalla coltivazione è di circa 19,86 ettari. La coltivazione della roccia perlitico-ossidianacea procederà, dall’alto verso il basso, per lotti funzionali rappresentati da ogni singolo gradone, che, al termine della coltivazione, saranno immediatamente recuperati, dando avvio alla coltivazione del lotto sottostante. Le modalità di coltivazione saranno le stesse per tutti i gradoni. È stato stimato che il materiale ancora estraibile sia pari a circa 1.400.000 metri cubi, di cui 600.000 di sterili da utilizzare principalmente per opere stradali (SS 131). Attualmente, il ciclo produttivo consente la produzione media giornaliera dei seguenti prodotti:

− 1200 t/g di perlite grezza;

− 600 t/g di perlite per cementeria;

− 500 t/g di perlite commerciabile (passata all’impianto);

− 960 t/g di riolite (sterili per opere stradali).

L’Assessore fa presente che il Servizio sostenibilità ambientale e valutazione impatti, previa ricognizione degli atti e delle integrazioni documentali, tenuto conto dell’istruttoria tecnica della Task-Force-Progemisa, visto il parere positivo espresso dall’Amministrazione comunale di Morgongiori, il parere del Servizio Conservazione della natura e degli habitat, ha espresso il parere di compatibilità ambientale positivo alla prosecuzione dell’attività di coltivazione, a condizione che siano rispettate le seguenti prescrizioni:

1. il proponente dovrà porre in essere la soluzione progettuale denominata “soluzione 2”;

2. la coltivazione mineraria e i contestuali interventi di recupero ambientale dovranno procedere per lotti funzionali e sequenziali tra loro e secondo il cronoprogramma descritto nel progetto iniziale, nelle successive integrazioni ed aggiornato sulla base delle prescrizioni di seguito enunciate;

3. con riferimento alla soluzione progettuale n. 2, in seguito alla fase di modellamento morfologico dei fronti di scavo, dovranno immediatamente essere intrapresi gli interventi di recupero ambientale nelle aree dismesse;

(3)

4. al fine di favorire la formazione di suolo minerale idoneo allo sviluppo degli apparati radicali delle piante, sia effettuata una scarificazione meccanica superficiale della pedata del gradone, preventivamente alla creazione del dreno in pietrame e allo stendimento della terra vegetale;

5. per la piantagione delle specie arboree e alto arbustive, siano realizzate buche con profondità non inferiore a 0,8 m dal piano di campagna e distanza media tra buche non superiore a 3 m;

inoltre, le buche dovranno essere realizzate in posizione varia ed alternata allo scopo di favorire la rivegetazione arborea del gradone per tutta la sua larghezza;

6. la superficie del gradone dovrà essere coperta con il terreno vegetale del sito, precedentemente stoccato in cava, per uno spessore medio non inferiore a 30 cm; se necessarie, dovranno essere effettuate sufficienti integrazioni di terra vegetale compatibile con i caratteri pedologici dell’area e la stessa dovrà essere priva di corpi estranei (materiali inerti, pietrame grossolano, legname), esente da patogeni vegetali e da sostanze tossiche;

7. per l'arricchimento in sostanza organica ed elementi nutritivi del letto di semina, dovranno essere utilizzati esclusivamente fertilizzanti organici e compost di qualità setacciati e privi di materiali non conformi (vetro, plastica, rifiuti metallici, ecc.);

8. al fine di aumentare il grado di riqualificazione ambientale e di biodiversità vegetale, dovranno essere evitate le piantagioni monospecifiche o la netta prevalenza di una specie; è invece da favorire l’uso di più specie sempreverdi autoctone (es.: Ceratonia siliqua, Rhamnus alaternus, Pistacia lentiscus, Erica arborea, ecc.) oltre a quelle già previste a livello progettuale;

9. la disposizione delle specie legnose, arboree ed arbustive, dovrà essere mista, alternata ed irregolare, il più possibile naturaliforme;

10. sulla rimanente superficie del gradone, sia effettuata la semina a spaglio di miscugli di specie ad elevato potere aggrappante e notevole capacità di rigenerazione/propagazione in coerenza con le condizioni microclimatiche dei lotti;

11. con riferimento agli interventi di mitigazione degli impatti visivi e paesaggistici delle scarpate dei gradoni, sulle stesse dovranno essere realizzati gradoncini minori e concavità, in ragione di almeno 12-15 gradoncini ogni 100 mq; gli stessi dovranno essere funzionali al trattenimento duraturo della terra vegetale e all'insediamento di specie arbustive pioniere e di lianose rampicanti sempreverdi (es.: Helichrysum microphyllum, Lavandula stoechas, Cistus monspeliensis, Teucrium marum, Hedera helix), previa analisi della coerenza con la vegetazione potenziale del sito;

(4)

12. sulla rimanente superficie della scarpata, con finalità di ricoprimento immediato nel breve periodo, dovrà essere effettuata l'idrosemina di miscele di sementi di origine certificata, utilizzando specie coerenti con le condizioni ecologiche stazionali (specie autoctone arido- resistenti), con prevalenza di specie ad elevato potere aggrappante e con elevata capacità di rigenerazione (stolonifere e rizomatose);

13. durante l’esecuzione degli interventi relativi alla rinaturalizzazione dei lotti, la Direzione Lavori dovrà essere supportata da personale esperto in discipline botaniche e tecniche vivaistiche, al fine di verificare la coerenza ecologica e la corretta esecuzione pratica delle opere a verde;

inoltre, tutti gli interventi dovranno essere effettuati in accordo con il Servizio Territoriale Ispettorato Ripartimentale del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale competente per il territorio d'intervento;

14. per almeno due anni dall’impianto del materiale vegetale vivo, e comunque sino al completo affrancamento delle piantine e delle erbe introdotte artificialmente, si dovrà provvedere alle necessarie cure colturali, alle irrigazioni periodiche e di soccorso e, qualora si riscontrasse uno scarso attecchimento, agli interventi di infittimento delle superfici inerbite e di risarcimento delle fallanze tra le specie arboree e arbustive;

15. allo scopo di evitare rischi di rilascio di sostanze tossiche, dovranno essere evitati i trattamenti anticrittogamici e insetticidi delle opere a verde;

16. dovrà essere comunque evitata ogni forma di pascolamento nell'area;

17. durante i lavori di coltivazione della cava, dovranno essere poste in essere tutte le misure di mitigazione descritte in progetto come di seguito riportate:

18. per contenere le polveri dovute alla movimentazione dei macchinari in fase di escavazione, carico e trasporto, si dovranno innaffiare i piazzali e tutte le aree potenzialmente polverose, soprattutto durante le stagioni secche e le giornate ventose. In quest'ultimo caso, nei tratti di strada sterrata in cui avviene il transito dei mezzi pesanti, si dovrà procedere all'aspersione con acqua o all'utilizzo di sostanze incrostanti. Dovrà essere, altresì, assicurata la stabilizzazione dei cumuli di materiale e posta particolare attenzione alla loro ubicazione rispetto alla direzione del vento dominante;

19. dovranno essere realizzati interventi periodici di sistemazione e manutenzione della strada che conduce all'area di cava in modo da diminuire la potenzialità di sollevamento delle polveri;

20. l'impianto di frantumazione dovrà essere mantenuto in perfetta efficienza con l'adozione di

(5)

21. dovranno essere realizzati interventi periodici di sistemazione e manutenzione della strada che conduce all'area di cava;

22. al fine di minimizzare l'emissione di inquinanti in atmosfera si dovranno tenere i mezzi meccanici sempre in perfetta efficienza e si dovranno adottare misure gestionali che obblighino i conducenti allo spegnimento dei mezzi durante il non utilizzo;

23. al fine di minimizzare l'inquinamento acustico dovuto all'uso dell'esplosivo, quando possibile, dovrà essere messa in opera la temporizzazione della volata con detonatori elettrici, altrimenti con miccia detonante e relais, avendo cura di ricoprire la miccia con sabbia;

24. al fine di garantire il buono stato di conservazione del suolo asportato durante le attività di coltivazione si dovranno adottare tutti gli accorgimenti più idonei, tra i quali la sua copertura con terra e il rimescolamento, evitando l'impiego di materiali che possano risultare dannosi per le specie da impiantare;

25. la regimazione idraulica finale dovrà prevedere che le acque meteoriche siano raccolte e regimate tramite un canale di guardia, dimensionato secondo quanto previsto in progetto e attraverso i dreni naturali, posti al raccordo tra pedata e alzata del gradone, per essere convogliate nella parte periferica verso i canali laterali e da qui verso i compluvi limitrofi all'area di cava;

26. la verifica di stabilità dei fronti di scavo, ai sensi della normativa vigente, dovrà essere ripetuta con cadenza annuale e, in ogni caso, ogni qual volta possano essere modificati i principali parametri utilizzati nel progetto;

27. dovranno essere poste in essere le attività finalizzate all'immediato recupero di qualsiasi materiale inquinante sversato accidentalmente in superficie (piazzali, strade, etc.).

Tutto ciò premesso, l'Assessore della Difesa dell'Ambiente, con il concerto dell’Assessore della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport acquisito nel corso della seduta, constatato che il Direttore Generale ha espresso il prescritto parere favorevole di legittimità, propone alla Giunta regionale di far propria la proposta del Servizio sostenibilità ambientale e valutazione impatti.

La Giunta regionale, condividendo quanto rappresentato e proposto dall'Assessore della Difesa dell'Ambiente,

DELIBERA

(6)

− di esprimere il giudizio positivo di compatibilità ambientale per l’attività estrattiva in questione con le prescrizioni riportate nella premessa, sul rispetto delle quali dovranno vigilare, per quan­

to di rispettiva competenza, il Corpo Forestale dell’Assessorato regionale della Difesa dell’Am­

biente, il Servizio Attività estrattive dell’Assessorato regionale dell’Industria e l’ARPAS;

− di stabilire che, fermo restando l’obbligo di acquisire gli altri eventuali pareri e autorizzazioni previsti dalle norme vigenti, la presente deliberazione ha validità di 3 anni, coincidente con il periodo di vigenza dell’autorizzazione rilasciata dall’Assessorato regionale dell’Industria con determinazione n. 230 del 2 febbraio 2002, alla scadenza della quale, il proponente dovrà ac­

certare, presso gli Uffici competenti, la necessità di una nuova procedura di valutazione di im­

patto ambientale.

Il Servizio SAVI provvederà alla comunicazione della presente deliberazione ai soggetti interessati al procedimento, a tutte le Amministrazioni competenti, anche in materia di controllo ambientale, e alla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione (B.U.R.A.S.).

Il Direttore Generale Il Presidente

Fulvio Dettori Renato Soru

Riferimenti

Documenti correlati

RILEVATO che a seguito dell’espletamento delle suddette verifiche, è emerso che i candidati indicati nell’allegato 1, unito al presente atto per costituirne

al termine delle attività e delle operazioni di recupero, il cantiere dovrà essere completamente smantellato, dovrà essere effettuato lo sgombero dai macchinari e lo smaltimento

DELIBERAZIONE N. A completamento di quanto esposto, il Presidente ricorda ancora che la Conferenza Stato-Regioni in data 29 aprile 2004, secondo le previsioni

Organismi pagatori, nel caso della Regione Sardegna all’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea). Alla Regione, in questa fase, spetta il compito di individuare il soggetto

- di dare mandato all'ATS di remunerare al presidio ospedaliero privato Mater Olbia le prestazioni di assistenza ospedaliera e di specialistica ambulatoriale effettivamente erogate,

al fine di assicurare il recupero ambientale contestuale alla fase di coltivazione, l'attività estrattiva dovrà essere condotta per lotti o fasi

− di non sottoporre all’ulteriore procedura di VIA il progetto per il “Completamento della messa in sicurezza e ripristino della funzionalità idraulica del Rio Spinosu - Rio

− la riorganizzazione dell’assistenza distrettuale, coerente con le indicazione del PRSS 2006- 2008, parte seconda – punto 2 – “Distretto”, da attuare con interventi