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Meccanismi dell'azione patogena dei batteri

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Academic year: 2022

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(1)

Meccanismi dell'azione

patogena dei batteri

(2)

Definizione di patogeno

Un microrganismo si definisce patogeno quando è in grado di

indurre uno stato morboso nell’ospite.

(3)

Patogenicità nei batteri

(4)

I fattori di virulenza possono essere divisi in due categorie:

1. Fattori di virulenza che

promuovono la colonizzazione batterica sull’ospite.

2. Fattori di virulenza che

danneggiano l’ospite.

(5)

Fattori di virulenza che promuovono la

colonizzazione batterica

sull’ospite.

(6)

Fattori di virulenza che favoriscono

l’adesione alla cellula ospite e resistere alla

rimozione fisica

(7)

La capacità di invadere

l’ospite

(8)

Invasività di Salmonella

(9)

Invasione delle cellule epiteliali del

colon da Shigella

(10)

Capacità di raggiungere l’ospite

Le Spirochete sono in grado di penetrare attraverso le mucose, le

abrasioni della pelle nell’organismo, raggiungendo gli strati profondi dei tessuti entrando nel circolo ematico e linfatico.

(11)

Resistere alle difese immunitarie naturali come la fagocitosi e

l’attivazione del complemento.

(12)

Capacità di resistere all’attacco e

all’ingestione dei fagociti

(13)

Capacità di resistere alla distruzione da

parte dei fagociti e alla lisi del siero

(14)

Evadere le difese immunitarie indotte

(15)

Capacità di competere con il ferro

• Il ferro è essenziale per la crescita batterica

• Alcuni batteri producono

oltre ai loro siderofori,

recettori in grado di

legare la transferrina

umana, la ferritina, e

l’emina

(16)

Fattori di virulenza che

danneggiano l’ospite

(17)

1. La capacità delle componenti parietali a legarsi alla cellula ospite provocando la sintesi e la secrezione di sostanze infiammatorie come citochine e chemiochine.

2. La capacità di produrre esotossine.

3. La capacità di indurre una risposta

autoimmune.

(18)

Effetto dannoso dell’LPS rilasciato in

seguito alla lisi dei batteri Gram-negativi

(19)

Shock settico

(20)

La capacità di produrre di

esotossine

(21)

Le esotossine veleni di natura proteica

generalmente secrete dai batteri vivi. Ci sono tre tipi principali di tossine:

1. Superantigeni (tossine di tipo I)

2. Esotossine che danneggiano le membrane della cellula ospite (tossine di tipo II).

3. Tossine che interferiscono con le funzioni

della cellula ospite (tossine tipo III)

(22)

Superantigeni

(tossine tipo I)

Tossine monomeriche, formate da peptidi non glicosilati

(23)

Superantigeni esempi

• Tossina-1 da sindrome da shock tossico (TSST-1) prodotta da Staphylococcus aureus. L’esotossina

provoca la sindrome da shock tossico (TSS).

• Esotossina streptococcica pirogena (Spe)

prodotta da Streptococcus pyogenes (gruppo A).

Questa tossina causa una sindrome simile a quella da shock tossico (TSLS).

• Enterotossina stafilococcica (SE) prodotta da

Staphylococcus aureus. Questo esotossina provoca l'avvelenamento dei cibi. Eccessiva produzione di IL2 provoca nausea, vomito, diarrea.

• Tossina stabile al calore prodotta da Escherichia

coli (ETEC) enterotossico, si lega alle cellule epiteliali

dell’intestino stimolando una superproduzione cAMP.

(24)

Esotossine che danneggiano le membrane della cellula ospite

(tossine di tipo II).

(25)
(26)

Esotossine che danneggiano le

membrane cellulari dell’ospite (tipo II)

Esotossine del Clostridium perfrigens:

Tossina alfa (lecitinasi) aumenta la permeabilità dei capillari e delle cellule muscolari rompendo la lecitina presente nelle membrane cellulari, causando un edema.

Tossina K (collagenasi) rompe il tessuto connettivo causando delle elsioni.

Tossina mu (ialuronidasi) rompe il cemento dei tessuti che mantiene insieme le cellule.

Esotossine dello Streptococcus pyogenes.

Leucocidina causa la lisi dei leucociti

Esotossina B è una proteasi che distrugge il muscolo o la guaina che ricopre il muscolo

Emolisine, proteasi, DNAsi e streptochinasi enzimi idrolitici che distruggono i globuli rossi, le proteine cellulari, il DNA e la fibrina. I tessuti danneggiati da questi enzimi causano infiammazione.

(27)

Tossine che interferiscono con le funzioni della cellula ospite

(tossine tipo III)

(28)

Componenti della tossina

(29)

Ingresso della esotossina

Endocitosi Passaggio diretto

(30)

ADP-ribosilazione

La subunità A va a legarsi ad una proteina G, detta fattore di ADP- ribosilazione, che amplifica l'attività catalitica ADP-ribosilante. Come per la tossina pertussica, colerica e difterica

(31)

Esempi di esotossine di tipo III

• Esotossina difterica prodotta dal Corynebacterium diphtheriae.

Questa proteina interferisce con la sintesi proteica della cellula ospite bloccando la formazione delle proteine. Cellule che hanno il recettore per questa esotossina sono il cuore, il tessuto nervoso e i reni.

• Esotossina colerica prodotta da Vibrio cholerae. Blocca la sintesi di una molecole regolatrice. In questo caso c’è un’eccessiva produzione di cAMP blocca le cellule dell’epitelio intestinale accumulando il sodio del lume intestinale e stimolando la secrezione cloro, acqua ed altri elettroliti, causando perdita di fluidi, diarrea e disidratazione.

Esotossina pertussica prodotta da Bordetella pertussis. come per il V.colerae c’è un accumulo di cAMP che provoca un aumento delle secrezioni respiratorie mucose, provocando la tosse.

(32)

Tossina difterica

(33)

Tossina colerica

(34)

Altri esempi di tossine

• Tossina di Shiga prodotta da Shigella e E.coli

enteroemorragico bloccando la sintesi proteica, stimola inoltre la produzione di citochine come IL-1 e TNF-.

• Tossina dell’antrace prodotta da Bacillus anthracis. In

questo caso ci sono due differenti componenti A conosciute come Fattore letale(LF) e Fattore edema (EF) la

componente B è comune alla due tossine ed è conosciuto come antigene protettivo(PA).

(35)

Rilascio di acetilcolina e

contrazione muscolare

(36)

Inibizione dell’acetilcolina e rilascio

della contrazione muscolare

(37)

CLOSTRIDIUM BOTULINUM TOSSINE

• Produce diverse tossine, quella che si ritrova negli alimenti non correttamente conservati ha un P.M. tra 140.000 e 150.000

• La sua azione è l’inibizione del rilascio di acetilcolina alle giunzioni neuromuscolari con un meccanismo a tre stadi:

– LEGAME AL RECETTORE SULLA SUPERFICIE DEL NERVO (Componente B)

– TRASLOCAZIONE INTRACELLULARE DELLA TOSSINA – BLOCCO DEL RILASCIO DELL’ACETILCOLINA =

PARALISI FLACCIDA (Componente A con attività endopeptidasica zinco dipendente)

• L’azione della tossina botulinica piò essere prevenuta con sieri specifici ma non può essere revertata.

(38)

Tossina botulinica

(39)

CLOSTRIDIUM TETANI TOSSINE

Produce due tossine

1. Neurotossina spasmogena o Tossina tetanica:

costituita da due sub unità (100.000+50.000 Da) – La subunità maggiore si lega alla membrana

cellulare (Componente B)

– La subunità minore presenta l’attività tossica (componente A)

– Inibisce il rilascio della glicina nei nervi inibitori del tratto spinale causando una paralisi spastica

2. Emolisina ossigeno sensibile o tetanolisina

correlata con la streptolisina l’attività è inibita dal

colesterolo.

(40)

Tossina tetanica

(41)

Proprietà delle esotossine e delle endotossine

Proprietà Esotossine Endotossine

Proprietà chimiche Proteine secrete dai batteri Gram- positivi o Gram-negativi, generalmente sensibili al calore.

Complessi

lipopolisaccaridici/lipoproteici rilasciati in seguito a lisi della cellula come componenti della membrana esterna dei batteri Gram-negativi, estremamente termostabili.

Modalità d’azione e sintomatologia

Specifica, generalmente si legano a specifiche strutture o recettori cellulari, citotossine enterotossine o neurotossine ad azione specifica su cellule o tessuti.

Aspecifica, generale, febbre, diarrea, vomito

Tossicità Spesso molto tossiche, alcune volte fatali

Scarsamente tossiche, raramente fatali.

Immunogenicità Altamente immunogeniche, stimolano la produzione di anticorpi neutralizzanti.

Poco immunogeniche, la risposta immunitaria non è sufficiente a neutralizzare le tossine.

Potenzialità del tossoide

Attività piretica

Il trattamento della tossina con

formaldeide elimina la tossicità, ma resta immunogenica.

Non inducono febbre nell’ospite

Nessuna

Inducono febbre nell’ospite

(42)

La capacità di indurre una

risposta autoimmune.

(43)

Induzione della risposta autoimmune

Si definisce autoimmunità quando le difese immunitarie dell’organismo per errore attaccano l’organismo stesso.

Ipersensibilità di tipo II e di tipo III. Alcuni batteri possono innescare questa risposta.

Streptococcus pyogenes può provocare la febbre reumatica o glomerulonefrite acuta.

Borrelia bergdorferi è coinvolta nella malattia del Lime.

Treponema pallidum causa la sifilide terziaria.

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