CARTA
TOPOGRAFICA
DELL' ISOLA
DEL MARITAGGIO
DI MONSIEUR LE MOBLE
PER LA PRIMA VOLTA
{
Tradotta dal
Francese,inItaliano. - ^»V••* *
a?
Ridendodicerev«rumquii vetat?
—
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r.'?K
* * l&l ***
*
IN COSMOPOLI,
M.D.CCLXV.
I
I
T
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voi thè avete
gli intelletti(ani Mirate
la dottrinache
safconde
Sotto ilVelame
deimiei
verfi (Irani
.DigitizedbyGoogl
AVVISO AL PUBBLICO.
Li Uomini non
fimifurano a Canne
, dice ilProverbio
,
ed
infatti tu vedrai tutto
giorno
^Pubblico dilettiamo
deimezzUomini che pajono abbozzi
e fconciature, e colla for-za,
e coll’ingegno fimettono
difottoiGi-
ganti.*Cosi
il valor dei librinon
fimifu-
raa
pefo diCarta
: figurati delvocabo-
lario dellaCrufca
, (taccia ftacciaquanto
thvuoi non
venti altroche Crufca
,ecrufca,e
crufcapoi:
Onde quando
tù vedraiPubblico Stimatiffimo
fuimio muricciolo
dellaBot-
4
'
A
2 *''' te-* 6• .
V
DigitìzedbyGoogle
tega il prefente libretto, e
che
per la loli- ta tua Curiofitk lo piglierai inmano
,non
lo rimetter giù lènzacomprarlo
perchè pe- lapoco
, perchènon
è in foglio* Iot’affi*curo
, eme
l’han
dettoanche
i maeftri di colorche fanno, che
vi è di belle cofette,molto
Spirito,molte
grazie,molto
Tale, emolta
veritk.Pubblico
dilettiflimo, tù ve- drai eh’ egli è tradotto dal francete;
ma non
ti fcandolezzare, le tùnon
ci vedi i quinci, iquindi,
e iguari, ne
ilverbo infondo
al periodo,ne
le frati boccaccevo- lì, tappi, e te lo dico per
mio
difcarico^ thè ho
pregato perdecoro
delmio
tor-chio,
della lingua etrufea , e di tutta lamia nazione,
ilTraduttore a
Svoltolar laCrufca
per fareun
libretto in ftilpurgato,
edegno
forfè di far teftoun
giorno di lin-gua, mà quel
benedetto traduttore,che è un’Uomo
dei più curiofi delmondo, m’ha mandato
via colle brutte,dicendomi che
« m’an*
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m’andaffi
a
far benedire io, laCrufca
, ilBuratto
, equanti
Crufcantimai
vi è almondo; mi ha
dettoche
chiferive
in Italianodeve
fcriverper chi intendel’italiano, enon
il fiorentino idiotifmo
onde deve
ripu- diare, per farfi intenderda
tutti, iRancidu- mi
delmercato
vecchio fiorentino , emol-
te frafi muffite dei
Cini da
Piltoja , edei fer Brunetti, e fe
non fcappavo predo
me ne avrebbe
detteanche
delle più bel- le:onde Pubblico
Cortefe leggilo talqual
è, e incolpaquel Tradutor
ftravagante,Spero
per altroche
tu l’intenderai ,perchè
l’ho intefoancor
ioche
fon piùignorante
di tè, e per dirti alla peggio il
mio
fenti-mento,
ti diròche
fui principio della let- tura,quando non
eraancor ben
entrato nello Spirito dell’allegoria , eche leggevo
il vento dei fofpiri , la
montagna
dePar
-remi
, ilPorto dell’amore,
e dell'interejfeyed
altre Cofette di quello gallo,
mi
pare-—
i
— sa
va che
fotte flato datoun Calcio
almon*
do,
eche
fotte tornato il fecolo delfeicen- ro,mà
piùche m’
inoltravo piùm’impof*
i fettavo della
metafora,
finché fon giunto a leggerlo tuttocon
fapore ediletto, anzi
ho
ammirato
lo fpirito,e la vivacità dell’Au- tore,che ha
faputo realizzar tantobene
dell’ideepuramente
attratte.Leggilo anche tù Pubblico
difcreto, e fperoche
verrai dal- lamia,
e riderainel fentirecon
qual gra- zia , e delicatezza fiano sferzati i feveriMariti
, i gelofi troppo molefti, e beffeg- giatileggiadramente
i galantiamatuntini.
Addio compralo,
ene
Tetteraicontento;
t?auguro
ognibene
**
c, .
Lo Stampatore
.CAR-
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CARTA TOPOGRAFICA
DELL’ISOLA DEL MARITAGGIO.
1
’
I
L
Paefe che prendo adefcrivere,èun’lfola di unavalla ellenfione» e delle più popolatedell*Univerfo:
non
vis’entraaltrimenticheduealla volta.Mà
appena, chevis’èpolloilpiedefive.dono
in Sentinella delleGuardieterribilialleCatene che chiudonoiPorti,ed impedifconoachiunque1*ufcita,lepure
Uno
deidue nondovetteelfercon- dottoalSepolcro,e l’altro trafportato nellaPeni»Tola deiVedovaggio, che rimane in
una
punta dell’,Ifola.Non
fiapprodaa quella vallaRegione fenon
da duePorti,uno
dei quali fichiama1*Intcrcfft,Palerò
Y Amore
. Ilprimo èun
Porto Mercantile ripieno diricchezzeimmenfe
,edin quelloiPa- dri, eleMadri
tengonoun
mercato continovodi Figlie efpolle nei loroMagazzini,delle qualifan-no
negozio adenari contanti:Ma
quello èun Commerciò
affattoAngolare,e diverfo dagli altri, poichéi'Mercantifogliosoordinariamente ricavarA 4
delDigitizedbyGoogle
"
3* 8
&
deldenarodallfeloromerci, e quelli dannoSol- do,eMercanzia a chivuol prenderla. Il Porto èacceflìbiledaognibanda, evifipuòentrare a qualfivoglia
Vento.
L’altroPortoè
ameno,
e ridente.* viregnauna perpetua primavera, fugliAlberi Tempre verdeg- giantivifcherzano gliAugelletticon foave armo, nia,edaquelloPorto nonfiapproda Te noncolVento
deifofpiri,evis*entraTempre conpiace- re:ma
primadiarrivarvi, Tpeffe volteTorgono dellefiereburraTcheche naTconodall’altaMonta-
gnadeiParenti,cheriTpingonoilegni inaitoma.rc»egl’impediTconodiapprodare;
ma
quandoilVento
dei Sofpirièveramente Tecondo,echeTpi- racollantemente, ècolarara che non Tuperiil furor delletempefte,eche nonguidificuriiViag- giatori nelPorto.Appena
che da lontanocominciali a Tcorgereil*Paefe» ponendoliacontemplarlo,non v’èal
mon- do
un’afpettopì&vago,
e più grazioTo. Miranfida ognilato dellevedutelontaneaffairidenti,edel- leProfpettiveche ingannanol’occhio.Ma
appena vis’entradentro,e amifura cheilpiis’avanza,ficonoTce, chequellePianure che comparivanolì belle,efifiorite.Tonotutte copertediSterpi,e di Spine, ripiene di orride,edeTerte Valli, Sega, teda Torrenti, daprecipizi,daViottoli angulii, edintrigati,e bagnate daStagni,e da Paludi che le
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*> »
lerendonoimpraticabili;equelle Collinette che da lontano parevano veditedifronzutiBofchetti, edi verdi Erbette,altronon fono che rupi, e balzeammontiochiateeintedalugubri Cipreffi,e abitate da Beftie feroci, da Draghi,edaSer- penti.
Ecco
adunquele due diverfe vide dell’ Ifola, che unafeamena,
e gratiflima a quelli chenon
perancheviapprodarono,eche la guardano da, lontano, e l’altra tanto funeda, efpiacevole a quelliche vicedano imprigionati,e cheappena vifonoentrati,bramanotanto quella dolce liber- tàche contantaimprudenza perderono; dimodo- chéa quelli appunto può adattarli a maraviglia lafavolletta dellaGabbiadelFringuello*Quanto
èdolceedereingabbia Diceaun
giorno un’ frifiguelletto»,
Che
vedeaqualiconrabbiaUn
gentilCanariodrettoTrà
fuoiferrilaprigione RallegrarconfuaCanzone.Quedi
hà fempre ilgrano detto,
Diceal’invidoAugellino, Ride,ebeve,elifeia ilpetto Allafua bella vicino,
,
E
col cantoa tutte l’oreVà
Spiegandoilproprioamore.Così ancor
Damon
licrede.DigitizedbyGoogle
r.v
Che
labella giovinettaÀ
criiferbaamore,efedeQuando
fiacon Luiriflretta Colbelnodo
maritale, Effér lieto, e fenzaaguale.Mà
non vedeilmefchinello.Che
illegarli%unapazzia Quallagabbiachel’uccelloNon
ben$àqual cofà fia,E
lapenanonviprovaChi
priadentrononfitrova•O
Voidunque
lalezione.Apprendete,aCuinelCore
Forma
ognor vivatemone
Forfennato,eCiecoamore
SeVoleteéffergraditi' SiateAmanti,
enon Mariti.Gli abitantidì queft’Ifolafonoinperpetuaguerra * conquellidell* Ifolidi
Amatonta
, ofìa 1’ Ifola degliAmanti,
che£ a quella vicina; depriverò in appreso la ritarderà con Cui quelli fanno la guerra;ma
prirfia bifogna eh’iodia un’ idea dei differentiPopoli deli’IfoladelMaritaggio.Dalla partéd’Oriente,etirando
nn
pocover.foil
Mezzo
giornofivedeUn’alt?’Ifólà divifadaun
gran braccio dimare
, e Uhe non ha verunCommerciò
collanoftra»la quale Bigamia s’ap- pella: diquellaMe hanprefe poffelfo iMaomet-
tani,
;
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S iti &
tmmmmvnm
iiwniiÉnimtani,elenoftrd leggiciproibifcono diapprodarci.
Vi
fcper altroqualche Coriofo Viaggiatore,che oper Capriccio;operamore
viapprodaf t con Cautelaeartifiziovientra;ma
è imponìbile ché notis’azzufficollaGiuftizia*t fé non ha tanto oro da buttar viaquanto ne ebbeil Ballando del- la Bottiglia, corre Rifchiodi andarcon Plaiavllté afare unviaggioaiConfini dellaProvenza.Stanno
dunque
iMuffulmaniin placido poffeflb delflfola diBigamia,conqueiverfiché,hànfati to Scolpire a Caratterid’orofopraun marmo
col«locatoalla teftadel
molo
dellóroPorto.Perfatollareleamorofebrame
Di
tenermolteDonne
abbiasi dilettoTroppe
farianoper faziarJafame
Mà
noi poiletenghiamo adaltrooggetto;E
quelloèilnoftrodetto; E’quelfellosìguado, chetràcentoUna
buonatrovarneègran portento.L’Ifola delMaritaggioèdivifa incinque cantò;
ni,ciafcunodeiquali ha una Città capitale, e
una
granquantità di piccoliBorghiàquella fogget- ti. Quattrodiquelle Provincie occupanolequat- tro5codedel alare,elapiùgrande,elapiù po- polata dalleColonie che vengonodallealtrequat- tro,èfituata nelcentrodelflfola , C quella pélr ilprodigioftìnumero'del fuoi abitantifièufurp*-tailpriàcipalgoverno.
IPo-
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IPopoli deiquattroCantoni delle Cotte fonoi favjimale appajati,imalContenti,ediGelofi.
La
gran Provinciacheènelmezzo
fi chiama Corno• vaglia,ladicui capitaleè Ircopoli, e oltreaque.
ftecinque contradevi fono ancoraledue Pendo- le,l’unadelVedovaggio,e l’altra del Divorziti cheoccupano due Capi, nelle loroEftremità
.
ICantonidei Sgggi, detti una volta » Fedeli.
occupanotutta lacottadallaparted’Oriente.So- pbia,neèlaCapitalelefue fabbrichefonomodelle
,
elRegoIarilefue fortezze fonbenfabbricate, e ben difefe;ellaèbagnatadal Cajlo,cheè
un
fiume, lelimpideacquedel quale fcorrono lentamente ,e fenza ftrepito,febbene nelfuocorfofigonfiper leconfluenti^cquedeiquattro Rufcelli,che fono
ilPietofol'Auflero,ilMorale,eilVigilante, che non
hanno
niented’ameno,
perchènon fannoal- trocheferpeggiare,e orlati da unMargine
di/ Ronchi,e diCefpugli che
impedirono
l’ingreflTo aivagabondifcorritorid’Amatonta
che vorrebbe,ro avvicinarli
.
IIPrincipe diBonafedeèil Governadore, e il
Contel'OnoreèilPrimo Miniftro; I
Templi
vi flannofempreaperti,vifivivecon frugalità,eipiacerifonoinnocenti; i Viali dove paffegegiafi fono adombrati fidamentedai Tigli nati da quelli in cuifuronocangiati Bacuci,
eFilemone,e
leSpal- jfierefono formatedeglialloridella Catta
Daphne.
E
pu*- s
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>3?$•
E
pureperquanto bella, e ben governata fia quella Città ellaèper altroaffai fpopolata, efe /«Fajfeprudenti fottolamafcheradellavirtùnon
vifi fofierointrodotte, quefta Provincia farebbe quali deferta.
Quellafalle prudenti
adunque
occupanolamag^
giorparte dellaCittà, ed abitanoun Quartieredi*
vifodallo Scuropiccolofiumea cui fanno
ombra
glialberiche
impedirono
il paffaggio al fole, eche wàaperderlinel
Mar Negro-
.Le
loroCafeal difuorifon fimililfimeaquelle deiSuvj;ma quando
il miniltrova dentroditan- to intanto a fare unaefattarivifta,vitrovadelle cofe tanto diverfe da quel che compariIca nell’ellerno,cheè fpeffe fiateobbligatodi bandirle ,
e
mandare
delle numerofecolonie nella gran Pro^* vincia.
Se
dunque
laCapitaleètanto fcarfadi popolazio- ne,èfacilea comprenderli quantomeno
popolati debbanoeffereicontorni edinfattialtronon vede-c
fiche qualche Borghettofuor di
mano
, e quali fenza abitanti,equeipochi che vi s’ incontrano fonodiun’umore
tanto ruvido,e felvaggio,cheun
poveropaffaggierodura gran fatica a trovarvil’alloggio.
Sebbenequelleche fono veramente faggie fieno autiere, e rifervate;fonoper altroaffai njenoor- gogliofe dellefalfeprudenti, nonv’cnefsuna che
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decanti tentoi loro pregi quanto coftoro, Elle trattano tuttiìloro viciniconalterigia,e condì*
fprezzo*
ma
quantunque vantinoun'alma
valoro*la,edintrepidaalle trattagli e,fonopoiinfattiper l’ordinario
manco
bravediquelloche,voglianofar Credere,egliAmatuntini conpoche
fcorrerie ilpiùdelle volte fannofopra quelle qualche confi*
derabil macello„
Anche
traileferie ve n' ha didueforte,ve n’ hadi quelle che fono favieperun
principio d’onoreeche fono Tempredi buon'umore
,ma
Tempre peraltro invincibili; ven’ha poi diquelle nelladicuifaviezla vik mefcolata più vanità,
chevirtù, e quelle fonlempretrifie, ferieedin quiète,loche dachiaramente aconofcereche fo*
no
poco contentedellaloro violenta fituazione.Per quantofìa(carfoil
numero
di quella con- trada,eperquantofieno rigide, e Tevere leleg*gìchela governano,nonpafsa giorno per altro, che qualcheduna, ed anchedelle più favie, non vadanellagranProvincia,poichéfinalmente accade alla virtù quello che accade ordinariamente al- lo fpirito,che rimanesfibrato, e fiacco dalia fo- verchia applicazione;
ma
quellichevirefiano ri*fguardano condifprezzo,e reputano
come
igno- miniofi,idifertori,e ataleoggettohanfatto in- cidereiprefentiverfifullafogliadellaporta prin- cipale.O
Digitizedby.Google
LJP1IIP
« — —
O
voiched’innocenza Ilbel fonti*?feguitfe.0 A
refpirarvenite..
• L* auredi /libertà. .. ;
Se pochinoifaremo
Hel
placidofoggio™©< Piàlieti,e fenza fcornp L’ore fipatteràir
E
fetalun difettaDa
sì beatoRegno,
Direni chenon £
degno.Che
rtiertoalcunfiòftha. . •Sulla collaoppoftache guarda l’Occidente, vi èil
Cantone
bizzarro,chefichiama dei maleap•papatitlacapitale di quella Provincia fi appella CittìtVecchia,lefue fabbrichefono tutte inegua- li,
e
lenzafimetria. Si vedeuna Porta grandiflì-ma
ad una Cafapiccola.Un
fportello tniferabileann
gran Palazzo.Ella4bagnatada’due Fiumi
,uno
dei qualifichiamaH
Capriccio1*altro1/Clan•deflirto .Ilprimoc
un
fiume che foorre tutto inGafcate,echeliprecipitacontinuamente dall’al- ioalbaffo.L’alitoè
un
Torrente che timido,e vergognofo par thènon
ardifca di comparire, e feorre fotte terra,mà
perquantoprocuricelarU
Ih®corfòildilui Tordoremore
loingahna, ;e10 manlfefìa.Appena
s’entra in Città altronon
«*ode che gemitidiragasii,cheun* Vecchia e ba-
«
vofa
Madre
viene ad immolare ad un Biondino sbarbato, o che un VecchiodifsolutohaSacrifica- toad una giovane Civettaorafivedeun
Padro.ne chefpofalaferva orauna Vecchiadi altoran*
go
chefàun matrimonio fegreto col fuo Carne*riere,enella fuaCappella domeftica adempiealle Sacre Cerimonie»che adaltronon fervono, che adaccrescereuna nuova vergogna al fuo liberti,
«aggio.
Sulle Porte appuntodiquella Città vi è quel famofo Bofcodicui parlaquelgraziofomotteggia- tore del
Medico
dìChinon
* Quello è quel Bo- fco,perquantoeglidice, in cui vi-fono quegli alberi che produconoogni Sorta d* iftrumenti di ferro,echelaterraaldi Sottodiquelliproduceimanichiperi medefimiiflrumenti,
mà
che So- venteaccade,chequando
ilferro calca,incam- bio di andare inquel manico fatto appolla per lui,entra inuno
larghilfimo, e Sproporzionato;
perefempioilferrod’unafalceentra nel manico d*unaPicca, quellod’un’Alabardanel]
manico
d’una
Zappa
, e così tutti gli altri,-di
modo
che neppure uno incontra quelloaluideflinato*
Ed
ecco appuntoche accade 1’ilteflò a coloro che fanno unionitantoSproporzionate,e disugua- lisìper l’età,chepercondizione,chedandoam-
piamateriadiScherno,e di ufo a chigli vede*/;Sopra duepernj uguali t.j ...
II b
i
.
f
j
*
DigitizedbyGoogle
*
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^ *7 &
ì
Il
Matrimonio
gira, wSe fontroppoinuguali Il rango,ibeni, e glianni Allora è,pien di lacrime,edaffanni.
Poiché
quantunque
fìapaffatoin proverbio cheAmore
unificaglieftremi, ed ogni difuguaglianza uguagli,everiflìmoche1’amore
formi ogniunio- necoldiletto,ma
tutta voltache I*unione viea ftrettaconnodoindififolubile-,non
ha più luogoil proverbio.
SulLidodel
Mare
cherettafituatoamezzogior.no,vièilcantonedeiMalcontenti«poco foldo è laCittà capitale,governata dal Colonnello Pan- nerò)gli abitatorifontuttimalinconici, e penfie- rofi,lecafe fon tuttefattedi ftoppia, che il bi*
fognodifarbollir lapentolafpogliaapocoa po- co.
Le
cucinefontutteaperte dalla parte diTra-montana
perlequali entraun
ventotaleche per ilfreddo,ilpopolofifoffia nellemani;Ella ba- gnatadalla careftia,piccolo fiumicello maledetto, e cattivo,che nonfaaltroche mormoreggiaretrà delle pietre fenzaneppure un piccolo pefce; leCampagne
tuttearide, e fecche,nondanno
altro chepaglia, e levignefoncompoftediviti falva.ciche-
t
Con
tuttociò,lamaggiorparte de’ Cittadini,e fpezialmenteleDonne
fi cavano quel miferabile boccon.dalla bocca * per metterli attorno un*B
abitoDigitizedbyGoogle
abitoche impongajeche nafcondafotto unabel- laapparenza,lamiferia interna;
mà
quellabrama appuntodiveltirfi congalanteria, e fuperiormen- te alle loro forze,eil borbottio, ele grida del Ventre affamato, fannosì,chelamaggiorparte di coflorolafcivolentieri quell’infelicePaefe, eva- daapiantare delle numerofe colonie nella gran Provincia.Voi Amanti,
checercateSempre
afarpredenovelle Quellaregolaimparate,Che
ilbifogno delie Belle E’laviafacile,e cortaChe
vimena
all’aurea portaDel
Giardinodell’amor.Il
Cantone
{che reità dalla parte Settentrio- nale,èquellodoveHanno
i la capitale diD
uellaProvinciaè lìtuata quali à
mezza
la collael
monte
Chimera,làdove
gli antichidicevano che abitavanoiCaproni, eiTori, chefullacimafirifugiavanoiLeoni,eal baffo i Serpenti, lo che detteluogoallafavoladiquell’Animale,che partecipava di quelle tre fpezie;
ma
i Poeti chenon badanofallaGeografia feceromalamentedelmonte
un’ animale , poichélenz’ altroilmonte Chimera
èfituatodoveiovidico.La
Città capitalefichiamafalfaidea, bagnata dal Ptuficro,ledicuiAcque
giallc,cprofondefer-DigitizedbyGoogle
*
1*?*
ear?jwbjì^ ui»-r-g».
vono
agliabitantidi fpecchio fallace, facendoli comparirdei fantafmicornati,egli fà veder le cofe affatto diverfedaquelloche realmenteliano;mà
oltrealpreftigio delleacque diquello fiume, gli abitantiaguifa degliAntojos degli Spagnuoli,
camminano
fempre portandofuinafo degliOcchia»licoi criftallida microlcopio,che gl’ingrandifco.
no
talmenteglioggetti,che lapiù piccolamofc*
glicomparifce
un
Elefante,eogn’atomo un
pen- nacchiod’unbue.QuelloPopoloèilpiù falvatico dituttal’Ifola edilPaefe più afpro,edimpraticabile;
Non
viè altrocbemontagne
ricoperteda folti Bofchi, che orridevalli,edaridePianure;dimodoché
i foli originarifoncapaci di ftarvinon avendo
neppu»reiGelofi ftranieri fofferenza di abitarvi,emol- to
meno
gli Amatuntini ,chehanno
per maflima di poter far fortuna per tutto.La
Capitaleabbenchè fìa polla amezza
Colla delmonte
einun
lito per altro molto ofcuro, e circondatoda Collinealtilfime.Non
viligiunge, fenon percalliangulle».efcabrofe, guardate da vigilantifentinelle,chedormono
una alla volta.SopraunPilallropollo fui piano inclinato della loroFortezza, vi avevano attaccato
un
Cartellò conquella Infcrizione. _Pallate
Amanti
attuti,e feduttori,Che
iltrionfo, elagloriariponeteB
a nel;- DigitizedbyGoogle
Nel
debellarejifemplicetti cuori,
Mà
qui dentroperDio nonentrerete*Allenoftremuraglie,
mà
aldi fuori Girate attornopur quantovolete.Colla Pentola purfatela gioftra,
Mà
lacarnechebollebtutto noftra* GliAmatuntinipiccati dalia profontuofa confi- denzadi quelliverfi,unanotteglicancellarono, ed invecediquelli foftituironoi prelenti.Quando
ragiongovernaa*.
Due
fidiAmanti
cuori,Argo
nonv’ èchefcernaIlornafcofti ardori, f
E
il più accortomortale, ,Nò
che a troncarnon
ValeLa
lorfelicità.In Cafa,eper le vie
Un
gelofoConforteTenga
miniftri, efpieChiuda
fineftre,e porte,Ma
quandofond’accordoII poverobalordo Burlatorefterà.
Le
ftradediquella Cittàfono affai luminofe , ediritteacciò polsa difcernerlìda un capo,allal- tro della firada,mà
le cafefonmoltoofcure aven.do pochiflìme fineftre, piccole, e con doppia in- f, ferriataigliabitanti fondicarattere fcrio, etrat-
tano
DigitìzedbyGoogle
I
tano pochilfimo coi vicini.
Quantunque
la Cittàfia molto popolata, perle ftrade per altro s’in- contrapocagente, ed imariti battonolaritirataa buonora perfarjtornare a Cafa le loro
Mogli,
prima che rimbrunirdellaferaleefpongaa qual- che pericolo;Vivono
inuna perpetuainquietudi-ne,
fivedonoufcir di cafa, e tornare con vifo burbero, cogli occhi Tempre fpalancati, e coll*orecchietefe.Son tanto fofpettofi , che credono che Tempretutti parlinodi loro,e
quando
vedo- no un’Amatuntino
tremano piud’ unaColomba
allaviffa dello Sparviere.
Oh
quanto fono allora ridicolicolleloro contorfioni, e coi loro fpafimi coi qualiappunto agevolanoi vantaggidei loro ne- mici,colleinfifìenti feccatureconcuivoglionodi- fenderedagli afTàfti le loroDonne
, poichéècer- tiffimoche nonviè cofacheaffretti;più leamo.rofefortune,quantole ragioniche fidàalla
Don-
nadivendicarfi,equantopiù grandifonoleftra- vaganze,eitrafportid’ungelofo, tanto più fi raffina,efiaumenta
il piacer degliAmanti.
Sidicecheun giorno unaaffainumerofa Colonia diquelli Gelofi fù obbligata di palfare tutta in unavolta nellagran Provincia per un’accidente affaicuriofo.Saltòinteda ad un’Amatuntino di attaccar quelli verfi nella principalPiazza della Città
.
Le
fmaniegelofe$
3D’u*
DigitizedbyGoogle
*§£*1
-v:') D’ unfcioccoMarito
•
< Pihilfuoco,eilprurito Cifvegìiannel
Cuor
•E
piùche tormenta*i
La
poveraMoglie*: .) più predofi coglie
La
palmad’amor
••’*
Un
gelofoche fi era alzato piùabuonora delfolitopadreggiando per batterlaluna, vàinPiaz- ta, viddequelli verfi,gliftrappò, corle a cafa in frettaebeftialmente baftonòlafuaMoglie: dipoi giròdicafaincafaa farlegger quei verfi etutti
iMaritiattribuendogli per loro feceroalleloroMogli
T
iftefforegalo;ma
con tuttalagran vigilanza di quellibalordi,leDonne
tutte d’accordo ilgior*no
dopoprefero tantobeneleloromifure,che livendicaronolanotte apprelfo,di
modo
chelamatti- nafeguentetuttiqueigelolìfitrovarono impenfa- tamentein Ircofpoli,irrevocabilmente arruolati nel Regiftro della gran provincia.
Hò
dettocheilFiume Venero
bagnava quella Città,quelloèun
fiumegrandiffimo,enavigabi- lefino dallafua lorgente,le.acquediquello han- nolaproprietàdi togliere il fonno,e non pro- ducealtraqualità diPefce che deghiozzi,chegli Amacuntint fannofpeflifiìmoingoiareaigelofi.La Cittàèmolto benfortificata,ed inacceIfibile, e t lemura,
cheperlaloro grettezzaraflembranoquellefatte
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/
33
^
fatte fareda Semiramide, fono daognibanda cir»
condate daquefto
Fiume
profondo,chelafciafola unapiccola lingua diterra,che conducealla uni« ca porta a cuinonfi viene fenon
fopradiuno
drettiflimoArgine che ha fei (leccati ; dimodo
chegliAmatutini non pottònopattarefenon con fommo
(lento,edartifizio,oppuretravediti;
mà
ficcomeil Popolo degli Amatuntini, e
uno
dei popoli più accorti ,ed indudriofi d* ogni altra nazione,cosìnon
patta giorno che qualcheduno non vis'intruda, enon
faccia delle fegrete, e terribiliftragi-#
Dopo
averparlato deiquattro Popoli cheabita- no,lecode,ragion vuole cheora parli dellagran ProvinciadiCornovaglia,e delgrannumero
dei fuoiabitanti,cheper giudittima Antonomafia lìfonoacqurttatiil
nome
di Ircini.Ircopoli è la Capitale della Provincia, ella é quafigrandequantoParigi,edfcanche molto fi-
milenellaforma,
mà
a guifa dell’ antichaTebe
ella ha cento Porte,acciò potta facilmente avere inquellal'ingrettb ilProdigiofo
numero
di quei che vengono adabitarla.Ognunocominciando
dagli Imperadori fino all’infimo dellaPlebevihaildritto dellaCittadinanza acquidato percontratto;ed ogni maritoentra in pofleflò fubitoche vuolelamoglie.
Queda
Cittàè (Ttuata inmezzo
adJunvado
pia-no
abondanteditutto ciòche immaginar fi pottaB
4 di*4 ^
di deliziofo,edigrato per lavita;IlPattolocol- lediluicopiofeacque,chefcorrono (òpra l'arena d’oroladivide appuntoindue.IlSignor Contan- te
Grande
di.Spagna,che fupocofàviceRe
del Perù, neèGovernatore.IGiovidellaDogana
fo-no
iPrefidenti, eTempre dal corpo di quelli ficavanoilPrefetto, egliEdili, efililafacciata del lorbPalazzohanfattoincidere la prefente Ifcri- zione
.
Se
un
fofpiroun
dolce fguardonon
penetraaDonna
ilcor, Prendi,efcoccaauratodardo,E
vedraichefenteamor.
Ciafcuna codadelPattoloè divifa indue Can- toni di
modo
chelaCittàne contiene quattroabi- tacidaCittadini,chehanno
tuttiiTuoinomi
di- vertìadattatial lorodivertì)carattere.1contenti, ifrenetici,gliincreduli, e gliimmaginari.Icontenti abitano
un
quartiere chamato Cocca- gna;gente buoniffima,allamano,
che fiaccomou daatutto,efifàdilorotutto quel chefi vuole edalla vifiadell’Amatuntino
fiallontano a trot- todilupo. Sarebbe uno dicoftoro 1*uomo
più afflittodelmondo,
fefapefle di avere interrotti, eturbatiicontenti diquei Signorichefidegnano di farvifita allalorometà:
etuttalaguerrache glifannoconfifte inquelle parole•vìva ilbuontem- po,vivalalibertà,vi acconfcnto.La
gioia brilla fuiDigitisedbyGootole s
/
& M
?S»fuiloro volti,incafa loro,fi fi Tempreballife- fìini
,
Commedie
mafcheratecaccie converfazioni,
• r•
partitedi piacere Ritrovati .galanti ,combriccole amorofe,eloro
accompagnano
pertutto.La
Città dalia-lorobanda non hanè Porte, nemura
nè ponti levatoi;Non
vifon fentinelle, vi fi vive conpienalibertà,lenza diffidenza, enon vi èal- trainquietudinechequelladi penfare alla fcelta deipiaceri,eallamanieradidivertirlima
conquello per altroalle fpalleche fia dell’Amatuntino
,che godemoltifliflto,efia affai volentieritra quella buona razzadi gente,quantunqueapoco àpoco telomandino
allo fpedale per poi prenderne a pelareun’altro,elfendol’Amante come
ilPefce, che il piùfrefco èTempreil migliore e acciochè fia palefe atuttiilgenio facile , e il carattere libero, egiocondodi quelliSignori ,lìfede fo*prauna granlaftrad’oroaffilia nellapubblica Piaz.
zalaprefente Ifcrizione.
Oh
che vitabenedettaOh
che amabile foggiorno! « *Senza tema,elenza fcerno
Qui
lìfvela ilnollroamor.
* Quiviil placido marito - ‘ *Guarda
intrepidolamoglie'
* ' Appagarlecalde voglie •> 4
^Colfuo fervidoamator
.
*
Q<4
afervanogliarcaci,.'.., ;; '•*v;.;
’
B
jEia
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*6 &
E
Jamagragelofia?Noi
calchiam ladritta via Della pace,e delgoder.*
Q.
uifidorme
indolce quieteQui
fi pranza,e quificena,E
laborfatemprepienaCi condifce ognipiacer. ,
Stoltoèbencolui,che crede Vergognofoilnoftrofiato,
Mà
un cuorfino, e delicato,
" Sifelicenonfarà.
Noi
fiam favj, e penfiam beneChe
fivive a fpalle altrui,Miferabileècolui
Che
ha unafciocca vanità-Dirimpettoai contenti, edall’altrapartedi
un
Jargofiume , chegli divide , viftanno1 fre- netici inun
quartieredove
lacomunità degl*Irei- niha fatto fabbricare lo fpedaletto dei matti.Perqueftoappuntofi chiamailquartierdeiPaz- 21,che èabitatodaunacertarazza di matti, che
fifannogloria di efporrealpubblicola loro igno- minia,di fiancareiTribunalicoilororidicoliri- corfi,e di darealPubblicouna
commedia
conti-nova
delle loro flravaganze , tuttoil loro di- vertimento confitte a imbrattarli da fe me.defimi,a rinfacciarlile loro vergogne, e affati- carlimolto per pervadereiGiudicidi]quei vita*
peri,
t
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perj,che dovrebberoanzi fare ognisforzo per o- bliargli,e diflfuderfene per non fare arroffire 11
Dea Temi*
Di
queftogeneredi Pazzivè n’ hadi due for- te,unaflàadalloggiare nelPalazzodei convale- fcenti,che dopo averefpoftifulla fcena delPub- blicoinutilmentetuttii loro fcornifi fon refi la.favola delPaefe,ritornanoallafaviezza ,e dicou no, chefottofopra,
dovendo
avereuna compagnia,
ed una
Amica
non cambierebberola loroMoglie.Glialtrichealloggiano nelle cafe dei matti,fo-
no
ipazziincurabili,cheftando fottolacurad’unMedico
Ircino,invecedi procurarlila guarigione vannodigaloppoamorirealloSpedale, vittimed*un’infenfata oftinazione,epredadegliavvoltoj, e deilupirapaci delforo.
La
deflazionedellalorofamiglia,leprigionidelle loroMogli,l’incertezza,e ladenegazionedei'propri lorofiglioli,eleeterne forgentidilitig)infinitifono lenecefiarieconfeguenzedellaloro pazia, eilfofte- gno che trovanofinché diihanno da gettar dell*
oronel falvadanaio di
Temi,
fièquellocheglifa acceccare affatto,edabiflfare.Son Tempreinfuriati,affaccendati,con tanti di occhi, chepajon palloni, col vifo rofiòinfuocato
,
correre dalProccuratoreall’avvocato,dall’avvo- catoalCancelliere, dal CancellierealMagiftrato,
cercando e
comprando
apefo d’orodei falfiTefii-B
< mo.DigitizedbyGoogle
«iSJS-
raonjjChcgliricuoprino, egli falvinodaU’ignomi*
nia,fordi TemprealconfigliodeiTaggj, e ciechi almodello , ed agli efempjdiquelliche riaqui- flaronoilbuonfenfo,elaragione. •
Dall’altrabandadelPattolofonogli Imrjjggina*
rj,che credonoeflferequelche realmente noiTo-
po
,egl»increduli,che realmente fono quel chej».
noncredono
diefifere.QuellifonoduefottediCit- tadinimoltodifferenti , poichéiprimi per forza han volutoveniread abitare in quellaCittà, e*
glialrrifimaravigliano
come
lenzaun
giuflomo- tivo fianofiatiafqritti allaCittadinanza.Le
abL fazionidiquelledue IpeziediCittadinifon fepa- rateda un Fiumicello, chefichiamail Confufole di cuiacque fontanto torbide,efcure,chenon può
diflinguerfiilfondo.„ Gli Increduli noi fonoper altraCaula, fenon perchè credonotroppo facilmente, e con troppa buonafede tutto ciòchele loroaccorteMogligli allerifcono.
Vivono
contenti , e tranquilli,non
giàcome
quelli delcantone della Cuccagna, che fanno,foffrono, ed anzi vogliono per trarne van- taggio,mà
perchèfono ben forniti d’un’ ignoran»zaftupida, cd indolente^,che gli libera da ogni mqleftia
.
Dallamattinaallafera,lalorooccupazione con- fitte nelripofarfiinpace nel Bofco della Confiden» f zaa cuinon giungelofirepirodella Città, e il
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1
fa
chiaro raggiodelSole.L’acuto Tuonodelletrom- be,e dei tamburinonécapacediferireiltimpa- nodel loro orecchio, ei raggi più luminofi del folenon han forzadipenetrare iloro occhi. Fe*
lici nelplacido loro torpore,
mà
piùfeliciancora quellefcaltriflìme volpicheglihanno
faputimet- terein quel tenoredivita.• Altronon regnatrailifpofi,che lagioja,e
un
dolce trafportodigiubbilo,edicontento;il ma- ritochevive nella placida fiducia,crede di non poter trovare efpreflìoniabbaflanza tenere,ed{*mo- rofeper ringraziarla Mogliediquella fedeltàche non gli mantiene;equando la fcaltraDonna
lo vuol burlareallora sì,che raddoppia lafoavitàdel miele,iltrafporto dellecarezze, ed ilfervor degli ampleflì.Ilquartiere abitato dagli Immaginari, total-
mente
diverfo, fonTempreinquieti, queruli ,in- trattabili;Hanno
Temprein guardia con tutti, e tantol’uno,chel’altrofelloe foggetto a quelle vertigini; fonTempretraile querele» è i rimpro- veri;auno
gli duollatefta,l’altro hadeivapo- rialcapo,eipoverifiglifon poile vittime del capriccio,e della flravaganza reciproca dei loro Padri;i\legitimi fon riguardaticome
baftardi ,tuttos’interpetrainmalaparte,e fempre i loro giudizj fon dettatidaunafalfaprevenzione.
Non
fipubfareunpaffo perlafirada,che nons’incon-
. tri
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p ^ $0 fa
* triunaprodigiosa quantità diriffe,edi biflicei
,
equeltrévoltebuonodiMartino, che vollemet- terlidi
mezzo
Scioccamente nell’aggiuftamentotrà fganarella, elaSuaMoglie meffe il dito tràl’in- cudine, eilMartello«Quelloèun Popoloaffolutamente incorrìgibile;
poiché quantunqueilbenigno
Nume
dellaRagione gliaveffeunavolta SpeditolàdalPaeSedellaCoc- cagnailfamofoMoliereper illuminargli,e Scapric- ciargli facendogliuna vivaemirabile pittura del- laftravaganza delle lorofatttafie,non potettemai riufcirfelicemente nella cura intraprefa,ediloro cervellirimaferoguadicome
prima, lo che poco dopodettecampo
aiSeguenti verfi,che gli furo- no mandati.
SiSoffreinpace un male Abbenchfcfiareale
Quando
dolornondà;Mà
un maldifantafia Tuttala FarmaciaNon
Jorifanerà.Anzipiù cheficura •
Con
medica impofluraSempre
maggiorfifà.SiccomeIrcopoli
quantunque
vaftiffimaella fialinon*capacedicontenereil prodigiosi
numero
dì tuttiquelli,chevihanno
acquillatoildiritto del- laCittadinanza ,nellacampagna
vièun
formi- co-DigilizedbyGoogle
^
31fa
\
/
1
coiaio
immcnfo
dipopolominuto,chelafcia laCit- tàperiCortigiani,peri Beneftanti, perlagente difinanze, perlagentedi fpada,mà
particolar-mente
perunaquantità mirabile diTogati, che perilloromeftierodevono
avere una acconciatu- ra diteli*chenonfallamai.Dopo
averdefcritto tutto il pieno dell* Ilbla,manca
foloa defcrivereiduepiccoliCantoni,che fonoleduePenifole una fìtuata fulla punta delmare
dalla partediSettentrione, eche il Pro- montoriodelDiwrzio,e l’altra dalla parte di Po.«ente, cheèquello del Vedovaggio.
La
Penifola del Divorzio , non è feparata da quella delMaritaggio,che da un Iftrao ftrettifli-mo
ildicuipaffaggio affai fcabrofo,edifficile.Sichiamal’Ifìmo diCorinto,ediqui ne venu.
toilproverbio, che nonèpermeiloàtuttil’andare à Corinto;cioèche ad
ognuno
non è permeiloil paffaggioalDivorzio.# ,
La
ftravaganzad’unVecchioUfiziale,cheten- tavarenderquello paffaggio piùagevole,1*aveva unavolta indotto a fare Governatore di quell*Iftmo un’ impudente, fordido,e brutal Gigante cheappellava!!ilMarchefeCongrego,
uomo
curio- fo, e sfrontato,che peragevolar quello paffaggio,
rendevainvalide, a forza di farle pubbliche , le provedi quelli,che volevano impedire alle loro
Donne
dipaffare.lafaviezzamoderna non
hapiù tol-DigitizedbyGoogle
tollerato che quello lordo Marchefe efponefle i
combattentiaquellainfamia, ed ha disfatto que- lloridicoloGovernatore,
mà
per altro l’accortezza*legliAraatuntiniha meffoin balloun’altraIncan- tatrice,chefièintrodotta fottoil
nome
di fepa.razione,edèdaquelli talmente fpalleggiata,che riefee felicemente nelle fue intraprefe.
E
dettaappuntofi quella,che inoggi popola laPenifola delDivorzio,perchéilFiume
delre- pudio,per cuiuna voltagiungeva!!alla dettaPe- nifolaalprefente nonipiù navigabile,ecosìaven-do
volutotogliereun
piccolomale che produceva per altroun granbene,fi introdottounpiccolo bene,che nontoglieun gran male.Quellopiccolo Paefenon ha nèCittà,nèBorghi
,
tutteleabitazioni fonfeparatein guifa,chepajo- notanti Romitorj,eguardandole da qualche al- tezzapoco lontana,fi crederebbero unavera
Te-
baide.Mà
lamalinconiadiqueidiferti,è mitiga- tadallefrequentivifitedegliAmatuntini,che vivengono
con fomraopiacere, eche fanno benequai dolcifollievirecardebbano aqueifolitarj;ma
fo.prattuttoquitrionfanogli amanti che profetanoi legaliimpieghi,poichéficcomela
Donna
non può giungereafarfi paflaggioaldivorziofenonafor- za di chilafoftenga,e laporti, cosi elleno prò.curano Temprediattaccartiad unforteProtettore cheagevoli toroilpaflaggio.
Que-
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33
Quelletali
Donne
non fon punto gradite nei Climidel maritaggio,equandocoloroche reftano nelPIfola fimoftranodiquelle fcontenti, e difap- provanolalorocondona
,ellegli rifpondoncosì»Lode
agli Deifiam fuora Dalle{offertepeneLe
barbare cateneAbbiam
fpezzatealfin.Forfè chisàféungiorno
/
PiùreecicrederetePerchè dall’empiarete
Abbiam
ritrattoilpiè? LafciatepurchepalliInvoi quel primofuoco.
Vedreteapocoapoco
La
voftra fchiavitù.Sebbeneilpiù delle voltele
Donne
fianoleprime
adimandareildivorzio,gliUomini
per altro gradifcono una taldimanda,eféne approfittano volentieri, etaluni accortiflìmi adoprano ogn* ar- teperfarsìche làfu aDonna
il dimandi e fin- gono con debole refiftenzadiopporli ,mà
foc.combono
poicome
laDonna
d’Ovidio,cherima- fe diceegli,vinta, e fchernita dal fuo proprio inganno;Ve
nefùuno chefieracontaleartifizio appuntoalleggerito delpefo dellaMoglie,eproctu ratoun’alloggioinundi queiRomitorj,chefecedi- pingereafrefco nella fuaCella»un’Uomo
, chefitro»
DigitizedbyGoogle
34 &
fitrovainunaburrafca di
mare
,evede lanave agitata,monta
fuiCaffero,e perobbedire al co.mando
del Piloto,che grida, chefigettinelma- -retutto quello'chevihadipiùpelante nel Balli*mento
prendelafuaMoglie, e la precipita nelmare
,conquelle paroleche ha fatto fcrivere al bafso delquadro.
Per timordinaufragare Se conviench'io getti in
mare Ogni
mercepiù pefante,Io non penfo
un
foloillante,
Or
tigetto,omoglie mia,Non
hoaltramercanziaChe
mipelipiù diti.L’altroPromontorio,è quello delVedovaggio
,
eglièfituatoCulla punta, che guardaP Occidente
,
edidivifo dal rellante dell’Ifola fidamente da unalingua diterraaffai llretta,ladicuilarghez- za reitàtuttaoccupatada
un
fuperboMaufoleo,
fattofuimodello di quel d’ Artemilia, in guifa chetuttiquelli,chedall'Ifola del Matrimonio, voglionopaflTarealCantone
del vedovaggionon
pofsonofardimeno
dinonattraverfare quello Se- polcro perunavoltafotteranea.Vi
s’entradentrovelliti à bruno,e collelacri-me
agl’occhi,eviliviveconletizia, econtento, el’ariache vifirefpìra è puriflìma,libera , ed aperta;Eppuretuttigliabitantinon fannolunga- men.^
3S^
mentegultare diquelladolcezza, e diquel piace- re, a caufa
d’un
certo piccoloCantone dell’Ifola d’onde loffiaun vento chefiparte dallaColtadi Binubia,efeco porta dellelefalazioni pellifere,e catti- velequaliaccendono nuovipruriti maligni,che dan.riograve molellia, dai quali chine vieneattacca- to, reputafcioccamentedinonpoter liberartene, fenoncoll’andareaprenderl’ariadiBinubia.
Non
pollòno rientrare neH’Ifola delMatrimonio, fenon
per quella Coltache formaun
piccolo can*toneaparte,incui vifonocerte leggi particolari
non
oflfervate neglialtriCantoni.
Per approdarealpiccolo Paefello delleBinubia, bifognachegliabitantidelPromontoriodel vedo- vaggio vadanoadimbarcarli in
un
piccoloPorto a cuiha datoilnome
laMatrona
diEfefo, perchè elladi colàpartili!colfuoSoldato per paflare in Binubia*Molti peraltrolochiamoMalconfiglioquan- tunquecertiverfiche fononella bafed’un’ antica fìatuadimarmo
,contenganoun
configliobuoniilìmo.Perchèdinuovo Sciocchi,chefiete Dentrola rete Poneteilpiè?
Retefatale
Da
cuilamorteJ -, Per buonaforte
Vi
liberò? .E
daDigitizedbyGoogle
E
daun’altra parte dellamedefima bafe fi leg- ganoqueftialtriverlì.'
'
Chi
una volta ulcìdigabbia Sedinuovo
invifchial’aliL’abbandono
allafuarabbia»Anzi godoalfuo dolor.
Non può
immaginarli con qualirifate,conquali beffepungentigliabitantidelvedovaggiofacciano dellefifchiateacoloro che partono per Binubia, glimandano
avanti un’infinità di Banditori, chenon
fannoaltrochegridargli all’orecchie.Chi
vuol l’Editto delle feconde nozze:quell’Edittochecon tanta providenza,e faviezzamette un freno alla nuova,e cieca paffìonedi colorochenon hantanta forzadi confervarfinellofiato felicechedopoaverlo perfo forfealtronon fanno chepiangere, efofpirare.Mà
iBinubi,cheperloavanti ilpiù delle vol- te farannofiati iprimia burlar quelli, ai quali poihancorfodietro,rifpondonoaquelli cherefta- nonel Promontorio conqueftiverfi.Abbiateflemma
Non
tanta boria,
Finchévirefta
Ombra
di vitaAncor
l’iftoriaNon
èfinitaChe
fealcervelloun
dì dettelavotai Potetetornarmattiun’altra volta.E
for.DigitizedbyGoogle|
« 37 »'
E
forfèforfè nonhanno
anchetorto rifponden.do
cosìipoiché fuccede fpeflìflimo, che fi cafca appunto in quelli ifteffi errori che fi volevano correggerenegli altri,eil più grannumero
dei Binubiègiufto quellochehafudatomoltoperdif- fuader glialtri daltarquelpatto fatale.BinubiaèunapiccolaCittàle di;cui fabbriche fon quali tutte antiche,e quafi cadenti ed hale muraglie imbiancatedi nuovo,e dipinte per na- fcondereartificiofamenteimalanni,ele fetture;
tuttofpira triftezza,elanguore;e ficcome quafi tutteleSocietà fonpiantatefulla bafe dell’ inte- rette,anche quà
ognuno
penfaai fuoivantaggial- lefpalledelcompagno,
acuilufingafi di foprav-ivere
:mà uno
deimigliori impieghidellaCittà,fièquello delLegaleaCaufadelle gran litiche nafcononeifecondi matrimoni
.
Qui
nonfifente altro,che gemiti,che lamenti difigliuolidelprimoletto derelitti,efpogliati,ai quali fù tolto ogni facoltà,edajuto per arricchì, re ifiglidel fecondoletto;chedifpute di fuccef- fioni,dellequali poi ordinariamente rimangono iMagifiratii principaliEredi: che litidirendimen- tidiContiintimatiagli avidiTutori , che efami di Inventari falfificati,edingiufti:tutto èinitur*
bolenza,e indifordine,e non vi èPaefeal
mon- do
chefomminiflri alpar di quellouna mette più copiofaairaggiri»eallecavillazoni..Ecco.
v
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Eccovicfefcrittituttiquei Popoli , che abitano l’ifoladelMatrimonio,ìfaggi,imale appaiatici malcontenti,igeloft,gliIrcinj,iBinubi, i[epura- ti,eiVedovi.
Ora
retta folo a parlare dei loro nemici,e delle guerre perpetue,chehanno
cogliAmatontini
.
Ho
dettocheAmatonta,
ofia l’Ifoladegliaman-
tirimane pocodittantedall* Ifoladel
Matrimonio;
anzi ellaè tanto vicina,che ad ogni
momento
gli Amatuntini vifannodelle prodigiofe irruzioni,e delleftragiterribili,efeunavolta gli riefce di porviilpiede,èqualiimponibilechefcne vada-no
più.Sempre
qualchèCantonefegli trova ad- dotto.DiluvianoinCornovaglia, edinondanoan- chetuttelealtreProvincie.La
maniera lorodifarlaguerraèmolto curio- fa,non
ripongonogià ilcolmo
dellafperanza del trionfonelle ttrepitofe,epalettcorfe,ma
credono megliofatto,e piùvantaggiofod* introdurfi alla fordina,afardei Segretiaccordi, ea tirardalIor partito tutto quellochevi èdi più confiderabile nelPaefe;ma
appena hanpiantatoiloroAccam-
pamentinon sloggianocosi!facilmente, equanto \più marcianofoli,òapiccoletruppe,tanto piùfi
rendonoformidabili conquiftatori.
Non
attaccanoadunqueilnemicoacuivanmac.
chinandola fconfitta in
campo
aperto,e nellelo- robattagliequando
marcianoall’afTaltononfifen*te
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teilfuondelletrombe,edei tamburi >
ma
tutto fifàconfilenzio,gli attacchificonduconoperle Trincerefegrete,eperfollifotteranei, elazuffa poifidecide per via di duello.Ifofpiri fonoicolpi deiloromofchetti,le oc- chiatefonoi colpidifciabola>eleefpreffionite- neredei loroamorofitrafporti formanotuttalalo.
roartiglieria.IlJor valore non confifle in altro chenellafommifiione,e nella foavità concuitrat- tanoiloronemici,la loro gloriafi reflringetutta a ricuoprireivinticolleproprie fpoglie,elalo.
ro piena vittoria nellofpirar trailebraccia del de- bellatonemico,e finalmente piùcheè fegreto il lor trionfo epiù piace, econtenta.
Con
talgiudiziofadirezione,epurchéil nervo dellaguerranonfiinlanguidifca,non viè riparo che trattengailvalor bellicofo d*un’amatuntino,dimodoché
nonv* édifefache bafìi al fuoco dei loroCannoni,nonv’ *Piazzache nons’arrenda allaoftinazionedei loro attacchi, e ataleoggetto eglinoun
giornofcrifferoquelliverfifoprauncar- caffo,che dedicarono adAmore.
Nella vada Regiondelmaritaggio,
Mà
più làde’ GelofinelPaefe, IlMaritopiù fcaltro,edilpiù faggio Controilnollro valornon hadifele.Quando
diFebo nonriluceilraggioTentiam
lenofire militari imprefe,E
eoaE
con armifottili,'eallafordina SidebellalaDama,
elaPedina.Ed
infattifanno appuntoquelche dicono.Que-
lloPopolo
Amatuntino
èbuono,liberaleallegro, generofo,e difintereflato àfegno,cheinvece di faccheggiare,edifarbottino nel Paefe del ma.ritaggio , vifannoanzi delle fpefe , che molte voltefanno arricchire i Vinti, o almanco quel
licheglihannoadditatoqualche piazza da con- quidati!.
Abbenchè
per altroi valorofiAmatun^ini trion- finoTempre,come
vihodetto,nullaodanteficco-me
laloromanieradiguereggiareètanto faticofa, eilorofono tanto ingordi,edinfaziabilinelle loro con- quide ,che divengonoprediflìmotalmentefiacchi,
efpoflfati,che non
podbno
piùfodenereun pieno adfalto, fon codretti a contentarli di piccole rube- rie,e di combattere conarme
leggiera , e di lafciare i groflì bottini ai loro fortiCompagni*
Non
vi per altroun
Popolo più odinato,e più millantotore diquedo
, poiché pieni di a-mor
proprio, e di vanitànon
vogliono pervader-lidella lordebolezza, econ poca polvere,econ fuciliarruginiti,erottitentano inutilmentediat„
taccare lePiazzepiùforti,onde divengonoogget- tidirifo,edicompaffione•Chifente loro
,fono
ipiù valorofiEroidellaterra,e dicono che più, che combattono,e piùfifentonointrepidi ,e ro- bu-
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