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Nuovo impianto per la produzione di energia da fonte solare fotovoltaica nei comuni di Orani e Oniferi (NU)

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Rev. 0.0 Data: 22 Maggio 2020

QQG-PV-019 – Cuil’è Forma – Relazione agronomica

Nuovo impianto per la produzione di energia da fonte solare fotovoltaica nei comuni di Orani e Oniferi (NU)

V

ERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE

R ELAZIONE AGRONOMICA

Incaricato:

Queequeg Renewables, ltd Unit 3.21, 1110 Great West Road TW80GP London (UK)

Company number: 111780524 email: mail@quenter.co.uk Committente:

Trina Solar Sardegna 2 S.r.l Piazza Borromeo, 14 20123 MILANO

C. F. e P. IVA: 10929040961 PEC:

trinasolarsardegna2@unapec.it

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SOMMARIO

1. Premessa 4

2. Analisi della qualità ambientale 4

3.1. Il quadro di riferimento ambientale 4

3.2. Caratteristiche del sistema naturale 5

3.3. Geologia e morfologia 6

3.4. Pedologia 7

3.5. Caratteristiche idrologiche e chimico-fisiche 8

3.6. Analisi dei risultati 8

3.6.1. Reazione pH 10

3.6.2. Dotazione in elementi nutritivi 10

3.7. Conclusioni sull’analisi dei suoli 11

3.8. Uso del suolo 12

3.9. Inquadramento floristico 12

3. Conclusioni sugli aspetti agronomici del comprensorio di studio 13

4.1. Scelta delle specie vegetali impiegate come bordure e fasce di mitigazione degli impatti 13 4.2. Piano di riposizionamento delle piante arboree ed arbustive espiantate 14

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1. Premessa

La presente relazione agronomica è parte integrante del procedimento di Autorizzazione Unica Regionale ai sensi dell’articolo 12 del Decreto Legislativo numero 387 del 2003 e del D. G. R. 3/15 del 23 Gennaio 2018, e valido ai fini della Verifica di Assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi del D. G. R. 45/24 del 27 Settembre 2017.

Il progetto prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica da fonte solare, di potenza di picco nominale pari a 4.410,0 kWp, da localizzarsi su un terreno ricadente su un fondo parzialmente industriale e parzialmente agricolo nei Comuni di Orani e Oniferi (NU). L’impianto avrà una potenza di immissione AC nella Rete Elettrica Nazionale pari a 3.360,0 kW, attraverso una connessione i tipo ‘entra-esce’ sulla linea di media tensione dell’operatore e-distribuzione che attraversa il lotto dell’impianto.

I moduli fotovoltaici saranno montati su inseguitori (o trackers) monoassiali da 56 e 84 moduli cadauno che ottimizzeranno l’esposizione dei generatori solari permettendo di sfruttare al meglio la radiazione solare.

Si stima che l’impianto produrrà 8,6 GWh di elettricità, permettendo un risparmio di CO2 immessa in atmosfera pari a 4.248,0 tonnellate all’anno (fattore di emissione: 491 gCO2/kWh, fonte dati: ISPRA 2018).

2. Analisi della qualità ambientale

2.1. Il quadro di riferimento ambientale

Il quadro di riferimento ambientale, di cui al punto 6 dell’allegato A2 della D.G.R.23 aprile 2008, a) definisce l'ambito territoriale - inteso come sito ed area vasta - e i sistemi ambientali

interessati dal progetto, sia direttamente che indirettamente, entro cui è da presumere che possano manifestarsi effetti significativi sulla qualità degli stessi;

b) descrive i sistemi ambientali interessati, ponendo in evidenza l'eventuale criticità degli equilibri esistenti;

c) individua le aree, le componenti ed i fattori ambientali e le relazioni tra essi esistenti, che manifestano un carattere di eventuale criticità, al fine di evidenziare gli approfondimenti di indagine necessari al caso specifico;

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d) documenta gli usi plurimi previsti delle risorse, la priorità negli usi delle medesime e gli ulteriori usi potenziali coinvolti dalla realizzazione del progetto;

e) documenta i livelli di qualità preesistenti all'intervento per ciascuna componente ambientale interessata e gli eventuali fenomeni di degrado delle risorse in atto.

2.2. Caratteristiche del sistema naturale

L’ambiente naturale, nella sua complessità, può considerarsi la risultante di una serie di interazioni tra diversi elementi (geologici, geomorfologico, climatici, vegetazionali, etc.) che ne determinano le caratteristiche e concorrono alla sua evoluzione, costituendo la base di tutte le possibili destinazioni d’uso del territorio.

Nel presente paragrafo viene analizzata l’intera area di intervento nelle principali componenti fisiografiche e biologiche che costituiscono l’ambiente naturale:

- la geologia e morfologia;

- pedologia;

- l’idrogeologia;

- il clima;

- l’uso del suolo e la vegetazione;

- la fauna;

- le aree protette ed i territori soggetti a vincoli territoriali.

Si riporta di seguito l’ubicazione e l’individuazione dell’area di intervento

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Rev. 22 Maggio 2020 | QQG-PV-019.AU.REL004 – Relazione agronomica 6 Figura 1 – ubicazione area di intervento

2.3. Geologia e morfologia

Le litologie affioranti nell’area oggetto del presente lavoro, sono costituite essenzialmente da depositi di flussi pirosclastici mioceniche, e da soprastanti sedimenti argillosi frutto dell’attività erosiva superficiale. L’erosione e l’accumulo sono testimoniate dal pietrisco al piede dei versanti (detriti di pendio) e da importanti e diffusi accumuli pietrosi.

Le osservazioni sul terreno e la fotogeologia evidenziano per le aree a fondovalle, una morfologia più dolce ed un più fitto manto vegetale.

Le caratteristiche geomorfologiche del territorio oggetto dell’intervento sono caratterizzate dalle litologie affioranti ed in particolare i prodotti dell’attività vulcanica determinano un paesaggio tipicamente collinare con quote s.l.m. compreso tra i 300 ed i 400 m, sommità sub pianeggianti e versanti dolci da inclinati a debolmente inclinati, l’area di studio ha pendenze sempre sotto il 10%.

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Le morfologie fluviali del Rio Mannu impostatesi sul paesaggio delle vulcaniti evidenziano una origine marcatamente tettonica; i corsi d’acqua si sono impostati in corrispondenza di faglie e fratture, seguendo percorsi pressoché lineari.

2.4. Pedologia

L'esame delle unità cartografiche rilevate e dei suoli che la compongono mette in evidenza la eterogeneità del panorama pedologico del comprensorio studiato. Fra gli aspetti esaminati per ogni singola unità cartografica i più importanti riguardano:

- la Capacità d'uso dei terreni (Land Capability Classification).

- la genesi dei suoli ed il substrato geologico di partenza (Soil Genesis and Classification);

- lo studio stratigrafico;

- la posizione dei suoli e lo studio dei fattori responsabili dello sviluppo dei profili e delle loro caratteristiche chimico-fisiche.

Si tratta dei suoli evoluti sui depositi feldspatici e quarzosi derivati dalla alterazione dei flussi piroclastici miocenici e dai depositi di pendio di modestissima potenza. Gli Entisuoli a regime di umidità xerico con un sottile orizzonte ochrico sono classificati come Xerorthents, sottogruppo Lithic e Lithic-Ruptic.

Il colore è chiaro tendente al rossastro.

I suoli dell'area esaminata hanno subito un’intensa quanto negativa azione antropica: in primis un pascolamento con carico di bestiame elevato.

Le limitazioni sono rappresentate dalla tessitura grossolana, dalla modestissima potenza del suolo, dalla bassa alterabilità della matrice geologica, dal pericolo erosivo.

Il profilo è in generale così caratterizzato:

1) Orizzonte superficiale (B). Profondo 0-10 cm. Occupa la parte superficiale occupata dagli apparati radicali della macchia xerofila sempreverde, è caratterizzato da una struttura di tipo poliedrico angolare ma molto instabile. La permeabilità è media, per lo scarso stato di aggregazione naturale e per l'elevata percentuale di particelle grossolane. Il contenuto in sostanza organica è assai modesto con un'equilibrata mineralizzazione. Sotto l'aspetto mineralogico tali suoli contengono una percentuale molto bassa di minerali alterabili, dovuta proprio all'età del suolo.

2) Orizzonte C, Profondo 0-a 30 cm. Profilo creato da materiali colluviali che hanno occupato la base dei rilievi o le zone depresse con materiale posti in maniera caotica. I caratteri fondamentali, oltre

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all’alterazione, sono scomparsa quasi totale della S.O. e dell'attività biologica. Aggregazione massiva e tessitura franco-argillosa

Sotto l'aspetto mineralogico la frazione sabbiosa è data quasi esclusivamente dal quarzo e feldspati, mentre le argille sono a reticolo espandibile.

2.5. Caratteristiche idrologiche e chimico-fisiche

L'acqua utile, calcolata per differenza tra la capacità di campo ed il punto di appassimento, è limitata soprattutto per la modesta potenza del suolo.

Sulla terra fine sono state svolte tutte le analisi i risultati del rapporto di prova N. 615 è riportato nella tab.1.

Tab. 1 Caratterizzazione agronomica dei terreni

Parametri analitici U.M. Grandezza Rilvata Rapporto di prova

Grandezza attesa Valutazione agronomica

Sabbia % 43,20 70

Tessitura franco-argilloso

Limo % 18,40 10

Argilla % 38,40 20

PH in acqua - 6,63 7.0 Sub acido

Calcare totale % 1,20 3-5 basso

Calcae attivo % 2,0 3-5 Normale

Carbonio organico % 0,3 1 Carente

Sostanza organica % 0,64 2/3 Carente

Azoto totale % 0,06 >0,15 carente

Rapporto C/N - 10,10 >8 media

Fosforo Ass.le (P2O5) Mg/Kg 12,16 20 carente

CaO scamb.le Mg/Kg 128 120/140 Contenuto medio

MgO scamb.le Mg/Kg 85 100 Contenuto medio basso

Potassio sca.le (K2O) Mg/Kg 76 90 medio

Sodio scamb.le m/kg 49 50/60 Contenuto Alto

C.S.C. meq/100 gr 15,5 10/20 Medio-alto

Conduttività elettrica dS/m 0,872 <0,5 Leggermente alta

2.6. Analisi dei risultati

La tessitura è l’elemento che meglio caratterizza il terreno dal punto di vista fisico strutturale. La permeabilità, la capacità di scambio cationico, la capacità di ritenzione idrica e la struttura, sono alcune delle caratteristiche del terreno che dipendono in larga misura dalla tessitura; essa rappresenta pertanto uno degli elementi più importanti per la valutazione agropedologica del terreno.

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Rev. 22 Maggio 2020 | QQG-PV-019.AU.REL004 – Relazione agronomica 9 Figura 2 – Composizione del terreno

La tessitura dei terreni viene valutata secondo i limiti USDA. Alcune caratteristiche idropedologiche tipiche per ciascuna analisi sono riportate in tabella.

Tab. 2 Caratterizzazione idropeologica del terreno

Rapporto di prova

tessitura Permeabilità mm/ora

Porosità

%

Densità kg/mc

Capacità di campo % p.s.

Punto appassimento

% p.s.

acqua utile % volume

615 Franco-

argilloso

(1-10) 5 51-55 1,25 35 17 18-20

La tessitura rilevata sul campione di terreno e la misurazione dei valori medi delle caratteristiche fisiche e idrologiche ci consentono di certificare le elevate limitazioni fisiche all’uso del terreno: modesto spessore dell’orizzonte superficiale mediamente intorno ai 10 cm, la presenza di scheletro, valutato a vista in campo, con granulometria grossolana.

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3.6.1. Reazione pH

La reazione gioca un ruolo fondamentale nel regolare i processi chimici e biologici del terreno, infatti, sia l’assimilabilità degli elementi nutritivi indispensabili alle piante che la vita microbica del terreno sono condizionati dalla reazione (pH).

La reazione condiziona:

- l’assimilabilità di ferro, manganese, rame e zinco; un aumento del pH oltre i valori di 7,0 induce una diminuzione della loro solubilità, mentre valori inferiori a 6 la favorisce. Nei terreni alcalini, tutti i terreni oggetto di studio, l’elevata reazione, associata alla presenza del Ca, può indurre carenze di microelementi dovute alla loro scarsa solubilità;

- L’assimilabilità del fosforo viene fortemente condizionata dalla reazione; è noto come questo elemento risulti legato prevalentemente al ferro ed alluminio in ambiente acido, mentre per valori oltre il 7,5 assume un ruolo importante il calcio.;

- Rilevanti sono gli effetti che la reazione esercita su alcune attività microbiche del terreno. Quasi tutti i batteri sono sensibili al pH del mezzo, in cui svolgono le loro funzioni vitali. In linea generale si può affermare che la reazione acida riduce o inibisce numerose attività batteriche e favorisce lo sviluppo di funghi; anche l’azoto fissazione e la nitrificazione sono fortemente condizionati dal pH del mezzo.

Le complesse e diverse azioni che la reazione pH esplica nei confronti delle caratteristiche biochimiche dei terreni, non possono essere trattate dettagliatamente in questa sede, vale comunque la pena di ricordare alcuni principi utili nell’interpretazione dei risultati delle analisi.

Il rapporto di prova 615 fornisce valori di pH di 6,63, terreni sub acidi. Per il terreno oggetto di studio pertanto la solubilità di alcuni macro e microelementi tende alla normalità senza che si possano manifestare sintomi di carenze nutrizionali (clorosi ferrica, carenza di manganese, carenza di fosforo) riconducibili al mancato assorbimento.

3.6.2. Dotazione in elementi nutritivi

L’azoto è tra li elementi nutritivi il più importante per le piante; entra a far parte di una serie di composti di grande importanza biologica quali: clorofilla, proteine, acidi nucleici. I terreni analizzati risultano carenti di azoto. La quasi totalità dell’azoto presente nel terreno è rappresentato dall’azoto organico. Ne consegue che il basso contenuto di S.O. registrato nei rapporti di prova comporta un basso

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livello di azoto nel terreno. I valori riscontrati portano a una valutazione agronomica molto bassa dei terreni oggetto dell’intervento.

Il fosforo è assorbito dalle piante principalmente per diffusione sotto forma di H2PO4 e HPO4. Sia la concentrazione di fosforo nella soluzione del suolo che il suo mantenimento sono fattori importanti per la corretta nutrizione fosfatica delle colture. Nella tabella 4 vengono riportati i valori di fosforo assimilabile riscontrato nei rapporti di prova, la valutazione agronomica e l’apporto di fertilizzanti fosfatici. I valori riscontrati portano a una valutazione agronomica bassa dei terreni oggetto dell’intervento.

Il potassio è tra i cationi è il più importante per la crescita delle colture. I valori riscontrati portano a una valutazione agronomica bassa dei terreni oggetto dell’intervento.

L’importanza agronomica del magnesio è rimasta per molto tempo nascosta in quanto l’apporto involontario di questo elemento presente in piccole quantità nella S.O. ed in molti fertilizzanti minerali assicurano la reintegrazione delle dotazioni del terreno. I valori riscontrati portano a una valutazione agronomica media dei terreni oggetto dell’intervento.

La capacità di scambio da un punto di vista pratico può essere considerata come il magazzino in cui sono riposti i cationi di scambio (Ca, Mg, Na, K) sotto una forma prontamente utilizzabile dalle colture. Una buona capacità di scambio ed un buon bilanciamento delle basi di scambio sono fattori importanti della fertilità chimica del terreno.

3.7. Conclusioni sull’analisi dei suoli

I dati e le analisi effettuate indicano che i terreni in oggetto non sono suoli utilizzabili per le colture agricole. Le eterogenee limitazioni quali rocciosità affiorante, pietrosità elevata, scarsa profondità ed il forte pericolo di erosione, non suggeriscono la conservazione dell'attuale utilizzazione o un utilizzo proficuo in ambito agricolo.

Le concimazioni, dove possibili, sono da effettuarsi con concimi fosfatici fisiologicamente basici (Fosforiti tunisine). L'azoto deve essere frazionato e regolato in funzione delle colture e nei diversi stadi di vegetazione. Anche in questo ambito, si ritiene che l’arricchimento delle proprietà nutritive dei suoli sia un processo non immediato e che richiede sostanziali investimenti.

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3.8. Uso del suolo

L'esame delle unità cartografiche rilevate nella tavola dell'uso del suolo mette in evidenza l’uso a pascolo naturale dell’intero comprensorio di studio, con terreni boscati sparsi. Nelle immagini che seguono si riporta una vista di insieme dell’area interessata dall’intervento.

Figura 3 – Area interessata dall’intervento.

3.9. Inquadramento floristico

Sulla base dei rilievi eseguiti la vegetazione è stata suddivisa in relazione alla classe di altezza come proposto da Arrigoni (1974). I rilievi hanno interessato tutte le principali tipologie vegetazionali arboree ed erbaceei. Le formazioni sono state inquadrate secondo le caratteristiche floristiche, ecologiche e fitosociologiche.

Dallo studio si evince la spiccata mediterraneità dell'area vasta per l'elevata percentuale di termofite ed un grado di copertura forestale molto basso con la presenza di sugherete e macchie evolute. Viene anche evidenziata una percentuale elevata di geofite, apparentemente legata all’uso antropico del territorio, in particolar modo alle attività di tipo silvo-pastorale. Significativa è anche la percentuale di idrofite, localizzate essenzialmente lungo i torrenti e presso le sorgenti.

La vegetazione è del tipo a macchia termofila, caratterizzata da bassi arbusti xerofili e spinosi. Le formazioni arbustive sono fitte, spesso impenetrabili. Alla composizione della macchia a sughera e leccio allo stato arbustivo, olivastro, lentisco, si affiancano fillirea, ginestre e cisto. Si presenta come un basso cespugliato, ma in alcune zone è possibile osservare aspetti rigogliosi e la completa composizione floristica.

I cisti, sono molto diffusi e ricoprono le aree più degradate.

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Per quanto concerne l’area oggetto di intervento, l’unità cartografica comprende zone con presenza di una sughereta allo stato arboreo distribuito casisticamente nella superficie. Tale situazione è il risultato di pascolamento ovino e caprino e selvatici. La sughereta, in questa unità, forma aggruppamenti arborei e arbustivi con altre specie della macchia: lentisco, corbezzolo, erica, cisti.

La flora erbacea spontanea collegata, usualmente indicata come flora pabulare, è rappresentata da molte specie di piante erbacee tra le quali Loiessa (Lolium multiflorum), Coda di volpe (Alopecurus Myosuroides), Avena selvatica (Avena sterilis, Avena Fatua), Borsa del pastore (Capsella bursa-pastoris), Stoppione (Cirsium Arvense), Papavero (Papaver rhoeas), Vilucchio (Convolvulus Arvensis), Farinaccio (Chenopodium album), Crisanthemum coronarum, ), Asfodelo (Asphodelus microcarpus), Ferula (Ferula Comunis), Trifogli (trifolius subterraneum).

3. Conclusioni sugli aspetti agronomici del comprensorio di studio

I dati riscontrati durante i sopralluoghi, e i risultati delle analisi effettuate negli ambiti proposti, indicano un ambito agronomico non idoneo alla coltivazione, e non si ritiene pertanto che la proposta di progetto sottragga terreno utile alle attività agricole o ad ambiti naturali con essenze pregiate, essenziali per l’ecosistema, o la cui mancanza, nelle circostanze e nelle misure dell’oggetto di intervento, possano causare una configurazione negativa sul territorio circostante.

4.1. Scelta delle specie vegetali impiegate come bordure e fasce di mitigazione degli impatti

La scelta delle specie erbacee da impiegare come bordure e fasce di mitigazione degli impatti dell’impianto fotovoltaico in progetto è stata effettuata sulla base dei seguenti criteri:

- studio della flora erbacea locale;

- conservazione, recupero e riqualificazione delle essenze arboree ed arbustive presenti nell’area;

- specie erbacee autoriseminanti;

- buona resistenza alla siccità;

- equilibrata composizione floristica tra leguminose e graminacee;

- apparato radicale profondo;

- adattamento ai terreni alcalini.

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Le specie erbacee da utilizzare sono state individuate in: trifoglio rosso, loglio rigido ed italico, festuche. La quantità di seme da impiegare sarà pari a kg 50 per ettaro.

La scelta delle specie da impiegare nel progetto di rinaturalizzazione è stata fatta con i seguenti criteri:

- buona resistenza alla siccità;

- creazione di una cenosi pluristratificata con equilibrata composizione floristica tra specie erbacee arbustive ed arboree;

- apparato radicale profondo;

- studio della flora locale;

- adattamento ai terreni sub acidi;

- produzione di frutti;

- capacità di creare habitat favorevoli alla nidificazione della fauna stanziale; dare riparo e cibo all’avifauna migratoria.

Le specie da utilizzare sono state individuate nelle formazioni tipiche dell’entroterra sardo con la prevalenza della sughera, olivastro, fillirea e la macchia mediterranea composta prevalentemente da lentisco, corbezzolo, erica e ginestra.

La scelta della copertura vegetale nelle aree di compluvio non differirà dalle cenosi riscontrate nelle principali aste fluviali del comune con l’utilizzo di oleandri, salici e pioppo.

4.2. Piano di riposizionamento

delle piante arboree ed arbustive espiantate

Durante le fasi di cantiere e di sistemazione definitiva dell’area propedeutiche all’installazione dei pannelli fotovoltaici, si seguiranno tutte le precauzioni necessarie alla conservazione, recupero e riqualificazione delle essenze arboree ed arbustive presenti nell’area. Lo scopo è di massimizzare la conservazione e la cura (anche con interventi di dendrochirurgia) delle piante spontanee esistenti sull’area:

sughere, lentisco ed olivastro.

Tutta la vegetazione esistente incompatibile con la sistemazione definitiva dell’area sarà preparata, espiantata, protetta, curata attraverso le ordinarie e straordinarie cure colturali e reimpiantata lungo le fasce di rispetto e nelle immediate vicinanze dell’impianto su terreni convenzionati, definiti in accordo con gli enti competenti (i.e. Ente Forestale).

Verrà utilizzata la massima cautela ogni volta che durante i lavori di sistemazione dell’area e di installazione dei pannelli fotovoltaici, risulterà necessario svolgere attività nei pressi delle piante esistenti al fine di non infliggere rotture alle radici ed accidentali danni ai rami; particolare cura sarà posta nelle

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operazioni di preparazione ed espianto con interventi di potatura straordinaria, che saranno sempre eseguite da personale specializzato.

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