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Lezione 17 Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA)

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Academic year: 2021

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Lezione 17

Infezioni Correlate all’Assistenza

(ICA)

Pierpaolo Cavallo

Definizione

E’ un grave problema di sanità pubblica, diffuso in tutto il mondo (Healthcare-associated Infections, HAI).

Ne esiste una definizione ufficiale, data dalla Circolare Ministero Sanità n. 52/1985.

Una “infezione nosocomiale” (hospital acquired infection) è una «infezione contratta durante il ricovero in ospedale, che non era

manifesta clinicamente né in incubazione al momento dell’ammissione, ma che compare durante o dopo il ricovero e da questo è

determinata».

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Altri riferimenti importanti

Infezione OSPEDALIERA: non era manifesta né in incubazione al momento del ricovero: contratta dal paziente in ospedale

Infezione COMUNITARIA: era manifesta o almeno in incubazione al momento del ricovero: portata dal paziente in ospedale

Si considerano e vanno gestite anche:

• le infezioni che il personale ospedaliero può contrarre nell’assistenza ai malati

• le «colonizzazioni», ovvero moltiplicazioni a livello locale di microrganismi senza apparenti reazioni tessutali o sintomi clinici

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Eziopatogenesi

Microrganismi, spesso patogeni o commensali: • presenti nei pazienti

• presenti in ambiente

• veicolati dal personale sanitario • veicolati dai visitatori

Modalità di trasmissione:

• diretta = mani (pazienti, personale, visitatori); escreti (tosse etc.) • indiretta = dispositivi medici, aerosol (Legionella !!!)

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Agenti eziologici

Commensali o saprofiti in alcuni casi divengono «opportunisti».

Germi opportunisti: agenti innocui per il soggetto con normale funzione immunitaria ma aggressivi

• verso chi è in condizioni compromesse (traumi, ustioni, shock, ferite, malattie croniche etc.)

• se accedono a siti normalmente sterili (intubazione, cateteri urinari e venosi, etc.)

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Categorie di agenti

• Batteri: pericolosi soprattutto i ceppi resistenti agli antibiotici, che vengono indotti spesso dall’uso dissennato di questi farmaci:

• Gram+ = St. aureus meticillina-resistente (MRSA), Enterococchi vancomicina resistenti (VRE)

• Gram- = Klebsiella, Escherichia, Proteus, Pseudomonas etc. (alcuni resistono alle cefalosporine di terza generazione)

• Virus: rischio in caso di non corretta pratica di asepsi (es.: endoscopia, dialisi), per ferite accidentali o per epidemie respiratorie e alimentari • Miceti: sono pericolosi solo per pazienti con difese immunitarie

compromesse

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Epidemiologia

Prevalenza: molti studi in vari paesi indicano

• pazienti infetti 7 – 9% dei ricoverati negli ospedali • infezioni 7 – 10% di tutte le infezioni registrate Incidenza: è differenziata in base a

• dimensioni dell’ospedale • tipo di reparto

• durata della degenza

• misure di controllo adottate • età del paziente

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https://richardbrenneman.wordpress.com/2015/02/25/chart-of-the-day-ii-hospital-acquired-infections/

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Situazione in Italia

Prevalenza assoluta stimata: 450.000 – 700.000 casi/anno

Non vi sono dati certi per le ICA extra-ospedaliere ma la stima è ragionevolmente simile, tenendo conto del grande numero e tipo di situazioni che si possono verificare:

• ambulatori di area medica e chirurgica • dialisi

• assistenza domiciliare

• residenze sanitarie per anziani

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Costi

La principale stima è data

dall’aumento del numero di giorni di permanenza in ospedale e relativi maggiori costi (stime CDC): • infezione urinaria + 1-4 giorni • infezione di sito chirurgico + 7

giorni • setticemia +14 giorni • polmonite + 14-20 giorni https://www.managedcaremag.com/archiv es/2014/2/hospital-acquired-infections 9

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Provenienza dell’agente

Rispetto alla provenienza dell’agente, ovvero della sorgente da cui il germe colonizza l’ospite, abbiamo infezioni:

ENDOGENE:

• Primarie = flora già presente nel paziente e nel sito di infezione • Secondarie = flora già presente nel paziente ma che passa da un

distretto all’altro

ESOGENE: trasmesse da paziente (crociate) o da ambiente

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Sopra: modalità di trasmissione da paziente a paziente A sinistra: punti a maggior rischio di provenienza di germi

http://www.infermieriperlasalute.it/guide/misure-igieniche-per-la-prevenzione-delle-infezioni-id6.htm

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Sedi di infezione

In ordine di frequenza, circa l’80% di tutte le ICA riguarda una

di queste sedi:

• Infezioni delle Vie Urinarie (IVU) = 35-40%

• Infezioni del Sito Chirurgico (ISC) = 20%

• Infezioni delle Vie Respiratorie (IVR) = 15-20%

• Setticemie = 5% o meno, ma molto gravi

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Sedi

Agenti

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IVU

Associate per l’80% dei casi al catetere vescicale, incidenza dipendente da: • durata del periodo di cateterizzazione

• modalità di manipolazione della sacca Procedure corrette da applicare sono:

• cateterizzare solo se necessario e con durata minore possibile

• corretta igiene delle mani e tecnica infermieristica, uso di materiali adeguati

• buona idratazione del paziente e sorveglianza dei sintomi

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ISC

I problemi sono differenti in base al sito che si infetta: • superficiale = cute e sottocute

• profondo = muscolo e fascia • d’organo = organi e cavità interne

I fattori di rischio sono legati al tipo di intervento e tecnica adottata: • tricotomia (se fatta troppo tempo prima aumenta il rischio)

• durata dell’intervento (incidenza raddoppia ogni ora di intervento) • sede e tipo di intervento (pulito, contaminato, sporco)

• tecnica chirurgica (emostasi corretta, pulizia tessuti non vitali etc.)

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IVR

Sono riferite al basso tratto respiratorio, ovvero bronchi e polmoni, e sono legate a:

• aspirazione di germi

• inalazione di aerosol contaminati • colonizzazione per via ematogena Il rischio aumenta per:

• ventilazione meccanica (x 10) • disturbi della deglutizione

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Setticemie

Sono associate spesso alla presenza di dispositivi intravascolari

(monitoraggio emodinamico, nutrizione parenterale etc.). L’invasione può avvenire per: • sito d’inserimento del device • raccordo contaminato

• diffusione ematogena

• liquido d’infusione contaminato

https://medical-dictionary.thefreedictionary.com/parenteral+nutrition

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Prevenzione

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Vie di azione preventiva

Corretta pratica clinica e assistenziale:

• rispetto dell’asepsi ed applicazione rigorosa di procedure e protocolli • adeguata e continua formazione per operatori, pazienti e visitatori • buona organizzazione sanitaria

• Corretta politica degli antibiotici

La base è sempre la corretta igiene delle mani!

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Politica degli antibiotici

Il CIO (Comitato Infezioni Ospedaliere) dovrebbe sempre: • Definire nel PTO (prontuario terapeutico ospedaliero) quali

antibiotici usare e come usarli (protocolli di profilassi e terapia per reparto/caso)

• Definire prodotti, procedure e controlli per le operazioni di disinfezione e sterilizzazione

• Formare e verificare che il personale applichi correttamente le procedure

• Migliorare strutture e organizzazione dei reparti

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Lavaggio delle mani

Resta il mezzo più importante ed efficace per prevenire la

trasmissione delle infezioni. Consideriamo: • Lavaggio sociale • Frizione alcolica • Lavaggio antisettico • Lavaggio chirurgico http://slideplayer.it/slide/934128/ 21

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http://www.huffingtonpost.it/2015/06/10/tasha-

sturm-fotografa-batteri-palmo-mano-figlio_n_7551754.html

Esperimento di Tasha Sturm, microbiologa del Cabrillo College (Aptos, California) • mano del figlio di 8 anni al mattino,

pronto per andare a scuola, dopo aver giocato in giardino e accarezzato il cane • semina per contatto su una piastra di TSA

(Trypticase Soy Agar)

• Colonie rosse: serratia Spp., può colonizzare sia le vie respiratorie che urinarie, specie in soggetti

immunodepressi

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Lavaggio sociale

Ha lo scopo di eliminare lo sporco visibile e rimuovere la flora microbica transitoria. Si esegue prima di manipolare farmaci o di preparare o servire alimenti.

Applicare su mani bagnate una soluzione detergente,

frizionando accuratamente per almeno 1 minuto, e sciacquare accuratamente.

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Frizione alcoolica

Si effettua se le mani non sono

visibilmente sporche, prima e dopo il contatto con il paziente, dopo aver tolto i guanti e prima di manipolare dispositivi invasivi (aghi etc.).

La frizione con soluzione alcolica (gel disinfettante mani presidio medico) deve durare complessivamente 20-30 secondi fino a completa asciugatura.

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Effetto della disinfezione sul numero di microbi presenti sulle mani:

A = senza lavaggio B = lavaggio con sapone C = disinfezione con alcool

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Lavaggio antisettico

Stessi casi della frizione alcoolica, stessa tecnica del lavaggio sociale ma con detergente antisettico che sia «presidio medico chirurgico».

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Lavaggio chirurgico

• ha lo scopo di eliminare la flora batterica transitoria e ridurre in modo consistente la flora

batterica residente delle mani e degli avambracci.

• Si esegue con tecnica specifica, dura almeno 5 minuti e viene seguito da frizione chirurgica, subito prima di indossare i guanti sterili per procedure chirurgiche.

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Sorveglianza epidemiologica

Fa parte integrante e importante della prevenzione, e consiste in • Sorveglianza locale sulla base dei dati di laboratorio (da controlli

ambientali e campioni di pazienti)

• Studi epidemiologici locali, nazionali ed internazionali In Italia:

• SNICh – Sistema Nazionale Infezioni Chirurgiche (solo 9 regioni) • SITIN – Sistema Infezioni Terapia Intensiva (solo 142 unità di TI)

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Metodi di sorveglianza in ospedale

• Indirizzo «inglese»:

• infermiere addetto al controllo ICA (qualificato e addestrato) • verifica dei germi isolati in ospedale

• attivazione procedure se compaiono 2 o più casi di «alert organism» • idem in caso di allarme per un caso in un paziente ricoverato

• Indirizzo «americano»:

• un infermiere addetto ogni 250 posti letto

• un epidemiologo a tempo pieno dedicato al controllo ICA • raccolta e revisione continua dei dati dai reparti

• verifica continua degli interventi di prevenzione 29

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Alert Organisms

Sono i più pericolosi, segnale d’allarme, detti «patogeni sentinella»: • MRSA (Stafilococco Aureo Meticillina Resistente)

• VRE (Enterococchi Vancomicina Resistenti) • Ceppi con multipla resistenza antibiotica di

• Pseudomonas aeruginosa • Acinetobacter baumannii • Mycobacterium tuberculosis • Clostridium difficile 31

Regolamentazione in Italia

• Ogni ospedale deve avere un CIO – Comitato Infezioni Ospedaliere composto da medici, biologi, farmacisti ed infermieri

• Il CIO valuta la situazione ed elabora una politica di prevenzione adatta alla specifica situazione

• Le attività si basano su:

• controlli di laboratorio • studi di prevalenza ripetuti

• sorveglianza continuativa nei reparti ad alto rischio • sorveglianza per specifici problemi

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Materiale didattico

• da studiare: Barbuti – Giammanco – Fara, cap. 13.5

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Riferimenti

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