CAPITOLO II
FORZA LAVORO
E OCCUPAZIONE
2.1 L’occupazione e la forza lavoro nella provincia di Lucca
2.1.1 Introduzione
Il 2005 si apre con la conferma del progressivo miglioramento dello stato di salute del mercato del lavoro manifestato nel corso dell’anno precedente. Secondo i risultati dell’indagine semestrale sulle forze lavoro, condotta dall’Amministrazione Provinciale di Lucca nel periodo gennaio-marzo, la dinamica dell’occupazione è senza dubbio rilevante in rapporto al rallentamento dell’attività economica: la variazione tendenziale annua al primo trimestre (+1,9%) continua a mostrarsi molto elastica rispetto ad una crescita economica che anche per la provincia, come per la Toscana e l’Italia intera, è caratterizzata da un profilo sostanzialmente piatto. Nonostante le difficoltà della congiuntura economica, nella quale non si intravedono al momento significativi segnali di ripresa, assistiamo a segnali di confortante reattività del mercato del lavoro locale, soprattutto dal lato dell’occupazione giovanile e dell’abbattimento della disoccupazione che raggiunge nel periodo di riferimento il minimo storico. Altri segnali positivi riguardano sia il consolidamento di alcune tendenze di fondo, come ad esempio il recupero del tasso di partecipazione femminile al mondo del lavoro, sia un’inversione di tendenza rispetto al passato, come una rinnovata crescita dei lavoratori alle dipendenze.
Tali evoluzioni sono frutto, di dinamiche anche fortemente differenziate per quanto riguarda:
il genere: ad aumentare, in maniera decisa, è l’occupazione e la partecipazione femminile al mercato del lavoro;
il territorio: con una buona performance della Piana e con andamenti più misurati in Versilia, contro una Media Valle contrassegnata da segnali di “criticità”;
il settore: l’avanzata è da imputare prevalentemente all’industria che riesce a compensare le difficoltà riscontrate nel terziario. Un contributo positivo proviene anche dal settore agricolo che continua a crescere dopo anni di arretramenti;
la posizione professionale degli occupati ed i rapporti di lavoro: per la quale si evidenzia un’avanzata dei lavoratori dipendenti (compagine operaia in testa), ed in misura minore degli “autonomi”;
Quindi la base occupazionale provinciale aumenta nell’anno 2005 di 2.800 unità (+1,9%) e gli inoccupati ( i disoccupati) calano di 2.200 unità (-30%) ed ovviamente la forza lavoro (occupati + inoccupati) aumenta di 600 unità:
Tabella 20. Confronto occupazionale ’04 - ’05
ANNO 2005 (I Trim) ANNO 2004 (I Trim) FORZA LAVORO 157,9 FORZA LAVORO 157,6
Occupati 152,8 Inoccupati
5,1 Occupati 150,0
Inoccupati
7,3
Sotto viene riportato il tasso di attività1 provinciale, regionale e nazionale:
Tabella 21. Tasso di attività ’04 - ’05 Tasso di attività
I trim ‘04 I trim ‘05 Provincia 47,3 47,2
Toscana 49,8 50,4
Italia 49,2 49,1
ed un grafico della situazione negli ultimi 5 anni:
1 anni più o 15 con e Popolazion _ lavoro Forze TassoISTAT
Figura 27. Tasso di attività dal ’00 al ’05
TASSO DI ATTIVITA’ 2000-2005
2.1.2 Analisi dei dati: il genere e l’età
La prima buona notizia deriva dall’aumento delle donne nel mondo del lavoro, infatti sono proprio loro che trainano l’incremento degli occupati dal 2003 ad oggi, facendo quindi scendere la disoccupazione femminile.
Tabella 22. Dati assoluti Occupati – Inoccupati per genere ’03-’04-’05
2003 (I Trimestre) 2004 (I Trimestre) 2005 (I Trimestre) Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi
Occupati 55,7 87,7 59,2 90,9 64,5 88,3
Inoccupati 5,3 3,2 5,6 1,7 2,0 3,1
Forza lavoro 60,9 90,8 64,8 92,5 66,5 91,4
Tabella 23. Tasso d’occupazione per genere ’04 - ’05
Tasso d’occupazione provincia di Lucca I trim ‘04 I trim ‘05
Figura 28. Tasso d’occupazione per genere dal ’00 al ’05 T asso di occupazione per genere
30 35 40 45 50 55 60
I trim 2001 I trim 2002 I trim 2003 I trim 2004 I trim 2005
Mas chi Fem m ine Generale
Analizzando l’ultimo anno notiamo subito che è solo grazie all’aumento dell’occupazione femminile che il 2005 può segnare un “più” nella casella della variazione dell’occupazione totale:
occupazione femminile +5.300; occupazione maschile -2.600.
Il coinvolgimento delle donne nella provincia di Lucca nel mercato del lavoro, rilevato in questa indagine, aumenta notevolmente portandosi su livelli analoghi a quelli nazionali. Da rilevare, a questo proposito, i risultati ISTAT relativi al primo trimestre del 2005 che indicano il tasso di attività2 femminile nazionale al 38%. Il dato provinciale conseguito nel primo trimestre 2005 (37,9% il tasso di attività femminile) è frutto di un incremento su base tendenziale di circa 1.700 unità di forza lavoro, a cui si accompagna una maggiore crescita nelle occupate (+5.400). Possiamo pertanto sottolineare il notevole livello di assorbimento dimostrato dal mercato lucchese nei confronti della componente femminile.
Soffre invece la partecipazione al mercato del lavoro da parte degli uomini residenti nella provincia di Lucca, passata in un anno dal 58,6% al 57,6% attuale,
2 anni più o 15 con e_F Popolazion _ _lavoro F Forze TassoISTAT
per effetto di diminuzione delle forze lavoro (-1.200 unità su base annua) dovuta principalmente all’incremento delle persone in cerca di lavoro (+1.400 unità) ma non degli occupati (addirittura -2.600 unità).
In breve nella tabella sottostante i tassi di attività per genere:
Tabella 24. Tasso d’attività per genere ’04 – ’05
Tasso di attività per genere I trim ‘04 II trim ‘04 I trim ‘05
Donne: Provincia 37,1 37,8 37,9 Toscana 41,2 40,6 41,2 Italia 38,4 37,9 38 Uomini: Provincia 58,6 57 57,6 Toscana 59,3 61,1 60,4 Italia 60,9 61,3 61
Dalla situazione degli ultimi 5 anni dei tassi di attività per genere possiamo notare che il tasso di attività maschile segue l’andamento regionale e nazionale, mentre quello femminile, più arretrato rispetto agli aggregati maggiori, tende ad allinearsi con la regione e la Nazione:
Figura 29. Tasso di attività maschile dal ’00 al ’05
TASSO DI ATTIVITA’ MASCHILE
Figura 30. Tasso di attività femminile dal ’00 al ’05
TASSO DI ATTIVITA’ FEMMINILE
Figura 31. Tasso di attività per genere dal ’01 al ’05
Tasso di attività per genere
30 35 40 45 50 55 60
I trim 2001 I trim 2002 I trim 2003 I trim 2004 I trim 2005
Mas chi Fem m ine Generale
La componente giovanile della forza lavoro (quella compresa tra i 15 ed i 29 anni) conferma la riduzione verificatasi nelle precedenti rilevazioni. In particolare nella presente indagine si registrano 30.600 giovani (pari ad un tasso di attività del 48,9%), quando dodici mesi prima la popolazione giovanile attiva era di 31.100 persone (con un tasso di attività del 49,8%).
Tabella 25. Tasso di attività e Occupati per classe d’età ’04 - ’05
Tasso di attività per classe d’età Occupati per classe d’età
I trim ‘04 II trim ‘04 I trim ‘05 I trim ‘04 II trim ‘04 I trim ‘05
15-29 49,8 51,2 48,9 27 29,1 28,4
30-44 85 80,4 81,5 71,2 67,3 68,6
oltre 44 28,7 29,6 30,5 51,9 54,1 55,7
28,7% al 30,5%. A tale incremento si deve pertanto imputare l’aumento verificatosi nel tasso di attività provinciale a livello tendenziale. Peggiore si prefigura invece la situazione riconducibile alla classe di età dei 30-44enni. Per questa classe, rispetto allo scorso anno, si sono perse 2.700 unità ed il rispettivo tasso di attività è sceso dai 85 ai 81,5 punti percentuali.
2.1.3 Analisi dei dati: il territorio
Scendendo nel dettaglio territoriale, il contributo alla ripresa dell’occupazione provinciale proviene in toto dalla Piana, sia rispetto ad un anno fa (+5,8%) sia, sebbene in misura minore, rispetto al terzo trimestre del 2004 (+0,8%). I nuovi occupati si collocano tutti nella Piana, frutto, in un ottica mista genere/settore dell’occupazione industriale e del terziario che avanzano molto nelle rispettive componenti femminili. La crescita dell’industria rappresenta un dato fortemente incoraggiante per la congiuntura economica provinciale nel suo complesso, per la portata, perché realizzato nell’area a più prevalenza industriale e perché superiore alle performance evidenziate dal settore su scala regionale e nazionale.
La Versilia rimane praticamente stabile dal punto di vista occupazionale (-0,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno). In questo s.e.l. avanza, in maniera sostenuta, soltanto l’occupazione “in rosa” (+2.100 unità rispetto al primo trimestre 2004) mentre la componente maschile arretra (-2.200) per effetto di una forte flessione nel terziario (-5.700) addetti in un anno) non completamente bilanciata dalla ripresa dell’industria (+4.200).
Non si conferma invece l’avanzata manifestata dalla Media Valle-Garfagnana nella precedente rilevazione. Dai risultati di questa indagine emerge un peggioramento della posizione occupazionale all’interno del quadro provinciale: la diminuzione del numero degli occupati – seppur rilevante in termini numerici
(-1.000 unità in dodici mesi) considerata anche la dimensione limitata del s.e.l., assume in termini percentuali la portata non limitata del 4,6%. Contrariamente dalle restanti zone territoriali, soffre l’occupazione femminile mentre si assiste alla crescita della maschile (rispettivamente, -1.400 e +400 occupati su base tendenziale). Tale flessione generale si manifesta pienamente nel terziario (-2.700 occupati rispetto al primo trimestre 2004) mentre crescono l’agricoltura (+900 occupati) e l’industria (+700 occupati).
Tabella 26. Tasso di attività - Occupati per genere e s.e.l. ’05 Tasso di attività per s.e.l.
I trim 2005
Occupati per s.e.l. I trim ‘05 (x1000)
Piana Versilia V. Serchio Piana Versilia V. Serchio
Femmine 47,1 32,1 30,1 33,2 23,9 7,4
Maschi 58,8 56,4 57,8 37 37,1 14,2
Totale 52,6 43,6 43,5 70,2 61,1 21,5
2.1.4 Analisi dei dati: il settore
L’analisi della dinamica settoriale tendenziale vede un balzo in avanti nel settore dell’agricoltura, con un +62% (dai 4.200 occupati del primo trimestre 2004 ai 6.800 del primo trimestre 2005) e dell’industria, a cui corrisponde una crescita del 8,2%. In termini di valori assoluti la dinamica positiva dell’industria in senso stretto (+2.300 occupati) si aggiunge alla ripresa riscontrata nell’edilizia (+1.600) ed il settore industriale passa in un anno dalle 47.600 alle 51.500 unità. Al contempo, influiscono negativamente sulla crescita degli occupati i non buoni andamenti del terziario (-3,8%), sebbene il commercio metta a segno un +3,2%.
Rispetto alle zone della provincia l’industria cresce in Versilia (+3.800 unità), ed in maniera meno spedita nella Piana (+1.500 unità), mentre arretra nella Media Valle (-1.300). L’agricoltura mostra invece segni positivi in tutti e tre i sistemi economici locali, crescendo in entrambi i generi nella Piana (+1.200) e nella Media Valle (+1.100), mentre avanza di sole 200 unità in Versilia per effetto della sola componente femminile. È soprattutto nella Media Valle-garfagnana che si manifestano i positivi effetti della crescita del comparto agricolo. In tale area infatti, la diminuzione intervenuta su base annua nel numero di occupati (-1.000), è dovuta sostanzialmente al bilanciamento dell’agricoltura sui risultati negativi sperimentati dall’industria 1.300 addetti) e dal terziario (-1.000). Il settore terziario in provincia flette su base tendenziale in maniera consistente (-3.800) grazie soprattutto all’apporto degli altri servizi, dato che il commercio vede invertire la tendenza al ribasso che l’ha contraddistinto oramai nelle ultime rilevazioni. Nel dettaglio di s.e.l. i servizi diminuiscono in maggior misura nella Versilia e meno sensibilmente nella Valle del Serchio.
2.1.5 Analisi dei dati: la posizione professionale
Analizzando le tipologie contrattuali degli occupati, dai risultati del primo trimestre del 2005, diversamente da quanto evidenziato nelle scorse indagini, la tendenza da parte delle imprese al ricorrere a rapporti di lavoro meno vincolanti, almeno per la forma contrattuale del tempo determinato, non è completamente confermata. Il dato si posiziona tuttavia in linea con quanto evidenziato a livello nazionale nella media dell’anno 2004. L’indagine attuale manifesta infatti una decisa avanzata del contratto a tempo indeterminato, tutto ciò a diretto discapito dei contratti a tempo determinato la cui contrazione sia in assoluto (300 unità in meno rispetto al primo trimestre 2004) che come quota sul lavoro dipendente (passata dal 13,1% al 12,6%).
Il ritardo che sembrava caratterizzare il mercato lucchese del lavoro, per quanto riguarda l’introduzione delle nuove forme contrattuali più flessibili, sembra finalmente chiudersi. L’indagine conferma infatti l’avanzata delle forme contrattuali più flessibili come le collaborazioni a progetto (+300 unità) ma soprattutto delle prestazioni d’opera occasionale (+1.100 unità), che rappresentano ben il 51% dei nuovi occupati. Per il “tempo indeterminato” si è passati dalle 91.800 unità del primo trimestre 2004 alle 96.000 attuali, per una quota di appropriazione dell’aggregato pari al 63% sul totale degli occupati (come dire che sono dipendenti a “posto fisso” quasi due occupati su tre) ed al 89% per il totale dei lavoratori alle dipendenze. Allo stesso modo la ripresa del numero dei “posti fissi” su scala nazionale è interpretata come un “processo di ricomposizione delle forme contrattuali nei rapporti di lavoro, spiegabile in primo luogo con situazioni di pieno impiego ormai raggiunte nelle regioni settentrionali e in alcune aree del centro”.
Si assiste, inoltre, ad una inversione di tendenza per quanto riguarda la compagine dei lavoratori dipendenti i quali, diversamente dell’ultimo triennio, tornano a crescere di circa 2.200 unità su base tendenziale (+2,1%) riportando la rispettiva quota sul totale complessivo degli occupati a poco meno del 71%. Nel contempo il lavoro indipendente, tra i quali includiamo i collaboratori a progetto o prestatori d’opera occasionale, diminuisce la propria quota raggiungendo il 29,4% del totale degli occupati.
In ultima analisi, la posizione professionale degli occupati rivela una buona dinamica sia della compagine operaia (addirittura +5.500 rispetto al primo trimestre 2004), per la quale risulta determinante sia l’apporto maschile (+2.700 unità) che il femminile (+2.800 unità). Viceversa arretrano le posizioni da “direttivo-quadro” (-5.200 unità) con flessioni più vistose per gli uomini rispetto alle donne.
Quindi Rispetto allo stesso periodo del 2004, l’aumento dei posti di lavoro nella provincia di Lucca risulta concentrato prevalentemente sulla componente dipendente, salita dalle 105.700 alle 107.900 unità, assestandosi in termini percentuali intorno al 70,6% del totale occupati contro il 69,3% della precedente rilevazione.
Tabella 27. Posizioni professionale ’05 Posizione nella professione (migliaia)
Dipendenti: 107,9 - dirigenti 1,4 - direttivo-quadro 3,8 - impiegato o intermedio 51,2 -operaio/subalterno 49,3 - apprendista 2,1 - lavorante a domicilio 0,1 Autonomi: 44,9 - imprenditore 5,4 - libero professionista 5,5 - lavoratore in proprio 28,9 - coadiuvante (nell’impr. Famil. 4,4 - socio di cooperativa 0,7
TOTALE 152,8
Tabella 28. Rapporto di lavoro ’05
Rapporto di lavoro (migliaia)
Contratto tempo indeterminato 94,3 Contratto tempo determinato (a termine) 13,6
Contratto a progetto 2,5
Contratto di prestazione d’opera occas. 2,6
Figura 32. Occupati per industria e terziario dal ’00 al ‘05
e l’aumento dei dipendenti:
2.1.6 Rappresentazione complessiva della dinamica tendenziale
I trim ’04 – I trim ‘05
Tabella 29. Tendenza occupati ’04 - ’05: per genere occupati per genere
femmine -2.600 -2,8%
maschi 5.400 +9,1%
totale 2.800 +1,9%
Tabella 30. Tendenza occupati ’04 – ’05: per classe d’età occupati per classe d’età
Meno di 30 1.500 +5,5%
30-44 -2.600 -3,6%
oltre 55 3.900 +7,5%
Totale 2.800 +1,9%
Tabella 31. Tendenza occupati ’04 – ’05: per settore economico occupati per settore
agricoltura 2600 +62,2% industria 3900 +8,2% terziario -3800 -3,8%
totale 2700 +1,9%
Tabella 32. Tendenza occupati ’04 – ’05: per s.e.l. occupati per s.e.l.
Piana di Lucca 3.800 +5,7%
Versilia 0 0%
V. del Serchio -1.000 -4,4%
totale 2.800 +1,9%
Tabella 33. Tendenza occupati ’04 – ’05: per pos. prof. occupati per posizione profess.
Dipendenti 2.200 +2,1%
autonomi 500 +1,2%
di cui collab.ri 5.100
totale 7.800 +1,9%
(Tutte le cifre sono arrotondate alle centinaia, eventuali differenze sono dovute a arrotondamenti)
Dal seguente schema è facile visualizzare la distribuzione dei posti di lavoro all’interno della provincia lucchese:
2.2 Tasso di disoccupazione
2.2.1 Disoccupazione al minimo storico
Per quanto riguarda la dinamica dell’aggregato delle persone in cerca di impiego, in questa rilevazione si raggiunge il minimo storico: con 5.100 unità siamo in diminuzione di 2.200 (pari al -30,7%) rispetto dodici mesi fa ed, in misura minore, con -800 unità (in termini percentuali, -13%) in confronto all’ultima rilevazione estiva. Di pari passo il tasso di disoccupazione raggiunge il valore più basso dal 2000, assestandosi al 3,2%, mentre nel primo trimestre del 2004 era il 4,6%. Il dato medio nazionale, per quanto in discesa (nel primo trimestre 2005 raggiunge l’8,2% rispetto l’8,7% del 2004), resta di dimensioni più che doppie rispetto a quello provinciale.
I contenuti livelli di disoccupazione avvicinano così il mercato del lavoro provinciale lucchese alle aree più avanzate del Paese, caratterizzate dalla piena occupazione e da un tasso di disoccupazione del 2/3% (presupposto come fisiologico).
La diminuzione di coloro che si dichiarano non occupati ed al contempo disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma entro le due settimane dell’intervista) è quasi in toto riscontrabile, come vedremo, nella fascia dei più giovani, per i quali, su base annua, si assiste ad una diminuzione di ben 1.800 unità
Tabella 34. Tasso di disoccupazione ’04 - ’05
Tasso di disoccupazione
I trim ‘04 III trim ‘04 I trim ‘05
Provincia 4,6 3,7 3,2
Toscana 5,4 4,9 5,1
Italia 8,7 7,4 8,2
Figura 35. Tasso di disoccupazione ’00 - ’04
2.2.2 Disoccupazione per genere ed età
La componente femminile delle persone in cerca di occupazione nella presente rilevazione risulta sostanzialmente in calo di ben 3.650 unità, ed il tasso specifico di disoccupazione raggiunge il 3% rispetto al 8,7% dello stesso periodo del 2004, battendo inoltre i discreti risultati della scorsa stagione estiva (5,6%). I buoni risultati in termini di recupero della disoccupazione femminile portano il tasso di disoccupazione specifico ai minimi storici. Buona parte del contributo portato al dato generale da tale flessione è vanificato dal comportamento
dell’universo maschile. Infatti, la componente maschile vede aumentare su base tendenziale il numero delle persone in cerca di lavoro di ben 1.400 unità (corrispondente, nientemeno, all’84%). Inoltre, a causa dell’aumento ben più forte rispetto alle forze di lavoro, lo specifico tasso di disoccupazione risale al 3,4%, dopo il più contenuto 1,8% del primo trimestre 2004. Analogo il comportamento rilevato sia su base nazionale che regionale, dove la componente maschile denuncia un innalzamento del tasso di disoccupazione, mentre diminuisce al contempo quello femminile.
Nello specifico, la discesa della disoccupazione nazionale su base trimestrale (dall’8,7% del primo trimestre 2004 all’attuale 8,2%) è imputabile, come si riscontra per la provincia lucchese, quasi esclusivamente al comparto femminile, il cui tasso specifico di disoccupazione scende dal 11,5% al 10,4%.
Tabella 35. Tasso di disoccupazione per genere ’04 - ‘05 Tasso di disoccupazione per genere
I trim ‘04 III trim ‘04 I trim ‘05 Donne: Provincia 8,7 5,6 3,0 Toscana 7,2 6,7 6,6 Italia 11,5 9,9 6,4 Uomini: Provincia 1,8 2,4 3,4 Toscana 4,1 3,6 3,9 Italia 6,8 5,7 6,8
Per i giovani al di sotto dei 29 anni il tasso di disoccupazione raggiunge il risultato storico del 7,2%; ben al di sotto del 12,9% di dodici mesi fa e del 9,1% dell’ultima rilevazione estiva. Da notare il netto divario esistente tra il corrispondente tasso femminile (1,8%) e quello maschile (11,6%). Quanto ai gruppi di età più elevate, sia quelli fra i 30 e i 44 anni (3,2% il tasso di disoccupazione nel primo trimestre 2005) che quelli con più di 44 anni (1,1%), guadagnano rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (soprattutto per gli
svantaggiati dal possesso di professionalità “obsolete”. Ben altre grandezze si rilevano a livello nazionale, basta pensare che la disoccupazione giovanile calcolata dall’Istat nel primo trimestre 2005 per la fascia 15-24 anni segna un 25%.
Tabella 36. Tasso di disoccupazione per classe d’età ’04 – ‘05 Tasso di disoccupazione per classe d’età
I trim ‘04 III trim ‘04 I trim ‘05
15-29 12,9 9,1 7,2
30-44 3,2 3,5 3,2
oltre 44 1,8 0,9 1,1
Totale 4,6 3,7 3,2
Figura 37. Tasso di disoccupazione maschile dal ’00 al ’04
2.2.3 Disoccupazione per titolo di studio
Dato il numero crescente di soggetti in possesso di titoli di studio elevati (quali lauree di primo e secondo livello o equiparabili e titoli superiori come master e dottorati) che si affacciano sul mercato del lavoro, e nel contempo risultano sempre in cerca di un occupazione, il tasso specifico del primo trimestre 2005 riporta un rialzo dal 4,7% dello stesso periodo del 2004 al 5%. Tale dato parrebbe confermare una certa difficoltà da parte delle imprese della provincia ad assorbire una manodopera certo fornita di titoli di studio elevati ma poco idonea a ricoprire le posizioni richieste dalle realtà produttive del territorio. Giova però osservare come tale tasso si sia risotto su base congiunturale, considerato che nella precedente indagine estiva aveva raggiunto il picco massimo (7,3%).
persone in cerca di lavoro. In particolare i diplomati passano da un tasso di disoccupazione, per lo stesso primo trimestre, del 5,4% nel 2004 al 4% nel 2005, dove lo specifico tasso di attività subisce anch’esso una leggera flessione (passando dal 68,2% al 66,3%).
In netto miglioramento l’evoluzione per i titolari di licenza media, il cui tasso di disoccupazione scende in questa rilevazione al 2,3% dopo il 3,9% di dodici mesi fa, aumentando al contempo la quota nell’ambito del totale delle forze lavoro, segno dell’invecchiamento della popolazione lavorativa che, come osservato per il comparto degli occupati “over 44”, sembra “rientrare” nel mercato del lavoro.
Tabella 37. Tasso di disoccupazione ’05 per titolo di studio Tasso di disoccupazione per titolo di
studio I trim '05
Laurea 5%
Diploma 4%
Licenza media 2,3%
Licenza elementare 1,5%
Nel grafico “scatter” sotto riportato viene riassunta la variazione dei tassi di disoccupazione per genere, età e per titolo di studio in funzione al tasso di attività:
Figura 38. Confronto t. di disoccupazione – t. di attività: per genere, territorio, età e titolo di studio
2.2.4 Disoccupazione nei sistemi economici provinciali (s.e.l.)
Le marcate differenze territoriali della provincia si ripercuotono ovviamente anche sul tasso di disoccupazione. In questa rilevazione la Piana di Lucca sembra, rispetto al primo trimestre dell’anno precedente, aver ottenuto migliori risultati sia rispetto alla Versilia sia rispetto alle aree economicamente meno avanzate della Valle del Serchio. In particolare la Piana sperimenta una tendenza al ribasso con un tasso specifico di disoccupazione che si assesta al 2,2% dopo il 3,6% del primo trimestre 2004.
Ancora una volta, a determinare i risultati conseguiti dalla Piana e dalla Versilia è la sola componente femminile, che vede diminuire di anno in anno le persone in cerca di lavoro ed al contempo crescere la rispettiva occupazione.
Non altrettanto bene sembrano essere andate le cose per la Media Valle-Garfagnana che sperimenta pur sempre una flessione, ma di soli undici decimi di punto, portando il tasso di disoccupazione al 4,9%. Differenziati, ovviamente i comportamenti dei tassi di genere. Per la Piana e la Versilia si assiste ad un tasso di disoccupazione femminile minore del corrispondente maschile. In controtendenza si pone invece la Valle del Serchio.
Tabella 38. Tasso di disoccupazione per s.e.l. ’04 - ’05 Tasso di disoccupazione per s.e.l.
I trim '04 III trim '04 I trim '05
Piana 3,7 2,1 2,2
Versilia 5,2 6,1 3,8
V. Serchio 6 3 4,9
Tabella 39. Tasso di disoccupazione per genere e s.e.l. ’05 Tasso di disoccupazione per genere e s.e.l.
Piana Versilia V. Serchio
Femmine 1,2 3,3 9,4
Maschi 3 4,1 2,4
2.3 Le non forze di lavoro
Il gruppo della cosiddetta “forza lavoro potenziale”, ovvero di coloro che dichiarano di non essere in cerca di lavoro e non compiono azioni attive di ricerca ma sono pronti ad accettare un lavoro solo qualora si presentino occasioni che soddisfino particolari esigenze (orario, tipo di contratto, vicinanza alla residenza, ecc.), subisce nel primo trimestre del 2005 un calo sostanziale, passando dalle 6.600 unità di dodici mesi prima alle 5.600 attuali. Non si conferma, pertanto, la forte ascesa registrata nel terzo trimestre del 2004, presumibilmente dovuta ad un effetto stagionale, dove era stato raggiunto il valore più alto degli ultimi tre anni.
A livello di genere, è il gruppo femminile delle forze lavoro potenziali, numericamente più consistente con circa il 73% del totale, a mettere a segno la diminuzione più sostanziale pari a 1.100 unità, mentre la forza lavoro potenziale maschile rimane pressoché invariata. Resta, per questa categoria, ancora la prevalenza delle classi da 15 a 29 anni e 30-44 anni che, pressoché equivalenti (1.900 unità la prima e 2.100 la seconda), segnalano la sostanziale dimensione “giovanile” della questione. Il fenomeno rimane, anche fuori dalla stagione estiva, più presente in Versilia. Ed è proprio a tale s.e.l che è attribuibile la flessione generale: rispetto ad un anno fa risulta infatti quasi dimezzato (siamo passati precisamente dalle 4.700 unità del primo trimestre 2004 alle 2.400 attuali). Difficile non pensare che una tale contrazione non sia legata ad un crescente senso di sfiducia e “scoraggiamento” – soprattutto nelle donne – circa il successo delle azioni di ricerca di lavoro. Viceversa, si notano incrementi, seppur in lieve misura, sia nella Piana di Lucca (+1.200unità) sia nella Media Valle-Garfagnana (+200 unità).
Infine l’analisi tendenziale I trim ’04 – I trim ’05:
Tabella 40. Tendenza “non forze lavoro” ’04 - ’05 Non forze di lavoro
casalinghe -2.400 -6,20% studenti 2.100 17,80% ritirati dal lavoro -100 -0,20%
altri 1.400 20,60%
2.4 Confronto tra tassi d’occupazione e di disoccupazione
2.4.1 Confronto comunale
Grazie, ancora, ai dati relativi al 14° censimento della popolazione del 2001 sono stati possibili recuperare i dati comunali riguardanti l’occupazione, la disoccupazione e la popolazione con 15 anni e più, quindi utilizzando le formule appropriate abbiamo calcolato il tasso di disoccupazione ed il tasso di occupazione comunale. ; _ _ 15 _ . più e pop occupati e occupazion T ; _ _ 15 _ . più e pop i disoccupat ione disoccupaz T ; _ _ 15 _ _ _ _ . più e pop lavoro forza attività di T
T. occupazione - T. disoccupazione - T. attivita’ - ANNO ‘01 Comuni Tasso d'occupazione Tasso di disoccupazione Tasso di attività Altopascio 48,41 7,58 52,38 Capannori 47,75 5,21 50,38 Lucca 45,86 6,46 49,03 Montecarlo 50,76 5,91 53,95 Pescaglia 43,09 5,83 45,76 Porcari 48,80 6,88 52,41 Villa basilica 40,91 7,16 44,07 Camaiore 43,90 7,38 47,4
Forte dei marmi 37,39 11,15 42,08
Massarosa 46,72 8,57 51,1 Pietrasanta 41,10 8,26 44,8 Seravezza 39,74 10,25 44,28 Stazzema 34,54 7,99 37,54 Viareggio 43,14 9,85 47,86 Bagni di lucca 40,63 6,33 43,38 Barga 43,36 5,57 45,92 Borgo a mozzano 45,93 5,18 48,44 Coreglia antelminelli 44,99 5,4 47,56 Fabbriche di vallico 36,40 1,69 37,03 Camporgiano 41,90 6,48 44,8 Careggine 36,73 5,68 38,95 Castelnuovo di G.na 46,11 6,72 49,43 Castiglione di G.na 40,82 7,12 43,95 Fosciandora 36,70 11,02 41,25 Gallicano 44,91 5,37 47,45 Giuncugnano 36,31 5,91 38,59 Minucciano 36,80 8,28 40,12 Molazzana 36,57 6,51 39,11 Piazza al serchio 41,32 8,95 45,38 Pieve fosciana 41,66 6,16 44,39
San romano in G.na 39,28 4,66 41,2
Sillano 36,90 8,27 40,23
Vagli sotto 36,19 3,42 37,48
Vergemoli 35,95 11,33 40,54
Villa collemandina 38,44 6,26 41,01
Settore Economico Locale
Piana di Lucca Versilia Media Valle Garfagnana
Adesso occorre, utilizzando un analisi cluster con le tre variabili sopra descritte, raggruppare i comuni simili per sintetizzare la situazione comunale.
La divisione è avvenuta in tre gruppi:
il primo gruppo (verde) raggruppa tutti i comuni che hanno il tasso di disoccupazione circa in media comunale, ma hanno il tasso di occupazione più alto della provincia, si può dire che sono quelli che a livello occupazionale hanno meno problemi.
il secondo gruppo (arancione) sono la via di mezzo: tasso di occupazione e disoccupazione in media comunale, esso contiene anche 2 comuni anomali (Fabbriche di Vallico e Vagli Sotto) che hanno tasso di disoccupazione e occupazione molto basso, questo può essere spiegato osservando il tasso di attività, anche esso molto basso rispetto agli altri comuni, quindi la spiegazione è da attribuirsi ad una popolazione residente molto ristretta e una forza lavoro ancora più ristretta.
Il terzo gruppo (rosso) contiene i sette comuni che hanno il più alto tasso di disoccupazione comunale ed il più basso tasso di occupazione, quindi in pratica i comuni che offrono meno lavoro di tutta la provincia.
Di seguito troviamo la sintesi dei gruppi appena descritti e la raffigurazione grafica di
essi: le coordinate rappresentano il tasso di occupazione e disoccupazione, e le linee tratteggiate le medie comunali e le linee viola la media regionale.
Nel 2001 la provincia di Lucca, in media, aveva dei tassi di occupazioni minori di 4 punti percentuali della media toscana, mentre il tasso di disoccupazione era molto vicino alla media, fortunatamente adesso la situazione si è ristabilita.
Figura 39. Confronto comunale T. disoccupazione - T. occupazione – Anno ’01 S.E.L PIANA DI LUCCA VERSILIA MEDIA VALLE GARFAGNANA .
Tabella 42. Raggruppamento comunale T. disoccupazione – T. occupazione- T. attività
Cluster 1 Cluster 2 Cluster 3
Gallicano Fabbriche di vallico Bagni di lucca Coreglia
antelminelli Vagli sotto Castiglione di G.na Borgo a mozzano Stazzema Villa basilica Lucca Giuncugnano Seravezza Castelnuovo di
G.na Careggine Pieve fosciana Capannori Molazzana Pietrasanta Massarosa Minucciano Camporgiano Altopascio Sillano Piazza al serchio Porcari Vergemoli Pescaglia Montecarlo Villa collemandina Barga
San romano in G.na Camaiore Fosciandora Viareggio Forte dei marmi
Montecarlo Porcari Altopascio Capannori Lucca Pescaglia Villa basilica Massarosa Viareggio Camaiore Pietrasanta Seravezza Forte dei marmi
Stazzema Borgo Mozzano Coreglia antelminelli Barga Bagni Lucca Fabbriche di vallico Castelnuovo di G.na Gallicano P.zza Serchio Camporgiano Pieve Fosciana Castiglione di G.na Fosciandora
San romano in G.na V. Collemandina Vergemoli Sillano Minucciano Molazzana Careggine Giuncugnano Vagli sotto 1 3 5 7 9 11 33 35 37 39 41 43 45 47 49 51 53 Tasso di occupazione T a s s o d i d is o c c u p a z io n e
CLUSTER 1
CLUSTER 2
CLUSTER 3
2.4.2 Confronti tra province toscane
Infine per completare l’analisi confrontiamo i tassi d’occupazione, disoccupazione e attività con le province toscane.
I dati, a differenza dell’analisi comunale, sono più recenti e si riferiscono al 2004.
Figura 40. Confronto T. occupazione – T. attività tra province Toscane – ‘04
40 45 50 55 60 65 70 Massacarrara Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Pisa Pistoia Prato Siena Toscana Italia tasso d'occupazione tasso d'attività
Figura 41. Confronto T. disoccupazione tra province Toscane – ‘04
Massacarrara Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Pisa Pistoia Prato Siena Toscana Italia tasso di disoccupazione
2.5 Conclusioni e riflessioni
La situazione appena descritta nella Provincia di Lucca non si discosta molto dalla condizione del Contenitore che la include, ovvero le prospettive di lavoro in Italia non sono delle più rosee, basti pensare che le assunzioni nazionali previste nel 2005 sono calate dal 2004 del 4% (tot. assunzioni 2004: 673.760; tot. assunzioni 2005: 647.740).
In questa parte conclusiva commento le previsioni di assunzioni del 2005 nella Provincia di Lucca e nelle zone limitrofe che rispecchiano quanto descritto e commentato nei paragrafi sopra riportati.
Tabella 43. Assunzioni previste 2005
Confronto Regionale Assunzioni 2005
Totale Assunti Assunzioni/Imprese (x100)
ITALIA 647.740 15,29% TOSCANA 41.590 12,98% AREZZO 3.510 12,43% FIRENZE 13.140 14,53% GROSSETO 2.200 12,53% LIVORNO 3.440 13,40% LUCCA 4.520 12,77% MASSA 1.580 9,67% PISA 4.650 14,31% PISTOIA 2.010 7,82% PRATO 3.250 12,34% SIENA 3.290 14,84%
A confronto con le province Toscane Lucca è il terzo distretto in termini assoluti per numero di assunzioni, mentre per valutare in termini relativi abbiamo calcolato un indice3 per pesare le assunzioni in base al numero di imprese presenti sulla Provincia.
Neanche il tipo di contratto fa sperare in una ripresa del lavoro, considerato la stramaggioranza di contratti a tempo determinato (51,77% del totale):
Tabella 44. Assunzioni previste 2005 per tipo di contratto
ASSUNZIONI PER TIPO DI CONTRATTO
Assunti a tempo indeterminato 1.710 37,83%
Assunti a tempo determinato 2.340 51,77%
Assunti apprendisti 360 7,96%
Assunti altri contratti 110 2,43%
TOTALE ASSUNZIONI 4.520
Per quanto riguarda “l’inquadramento sul lavoro”, emerge una molto più alta concentrazioni di operai nella nostra Provincia confronto alla media Italiana e Toscana che sono in linea fra loro, questo rispecchia quanto detto precedentemente: ripresa dell’industria e agricoltura, ma crisi del settore terziario.
Tabella 45. Assunzioni previste 2005 per inquadramento
ASSUNZIONI PER INQUADRAMENTO
Inquadramento LUCCA TOSCANA ITALIA
Dirigenti 40 0,88% 0,22% 0,38%
Impiegati e quadri 760 16,81% 29,07% 29,95%
Operai 3.740 82,74% 70,71% 69,67%
TOTALE ASSUNZIONI 4.520
Mentre la Provincia di Lucca è in linea con la Toscana e l’Italia per quanto riguarda le assunzioni per “titolo di studio”:
Tabella 46. Assunzioni previste 2005 per titolo di studio
ASSUNZIONI PER TITOLO DI STUDIO
Titolo di studio LUCCA TOSCANA ITALIA
Nessun titolo richiesto (scuola dell'obbligo) 1.670 36,95% 34,59% 37,49% Qualifica professionale regionale 320 7,08% 7,84% 6,43% Istruzione professionale e tecnica (3-4 anni) 710 15,71% 16,37% 13,70% Diploma superiore (5 anni) 1.580 34,96% 33,56% 33,59%
Titolo universitario 230 5,09% 7,64% 8,79%
TOTALE ASSUNZIONI 4.520
Il dato che merita un commento particolare riguarda il numero di assunzioni di immigrati sul totale previsto:
Tabella 47. Assunzioni extracomunitari previste 2005
Assunzioni extracomunitari ITALIA 182.890 28,24% TOSCANA 12.490 30,03% LUCCA 1.690 37,39% MASSA 560 35,44% SIENA 1.040 31,61% PRATO 1.000 30,77% FIRENZE 3.880 29,53% AREZZO 1.030 29,34% GROSSETO 640 29,09% LIVORNO 990 28,78% PISTOIA 570 28,36% PISA 1.070 23,01%
Al primo posto della Toscana e ben più alto della media regionale e nazionale è situata la nostra Provincia.
Questo dato però è in linea con i dati appena commentati riguardanti gli inquadramenti sul lavoro:
ricordiamo che più dell’80% delle richieste di lavoro sono per operai, quindi possiamo concludere che gli immigrati non ci “rubano” il posto di lavoro, ma si vanno a sostituire a quei lavori ormai “snobbati” da noi “autoctoni”, come i lavori manovali e i lavori più “pesanti”.
GLOSSARIO
Variazione congiunturale: variazione del dato rispetto alla rilevazione precedente.
Variazione tendenziale: variazione del dato rispetto alla rilevazione effettuata nello stesso periodo
dell’anno precedente.
Occupati: sono considerati occupati tutte le persone di almeno 15 anni di età che soddisfano almeno
uno dei seguenti requisiti:
aver effettuato almeno un'ora di lavoro retribuita (o anche non retribuita se prestata all’interno dell’impresa familiare) nella settimana antecedente l’intervista, indipendentemente dalla condizione dichiarata;
avere un'attività lavorativa anche se durante la settimana non hanno effettuato ore di lavoro; avere effettuato una o più ore di lavoro non retribuite presso un impresa familiare. Qualunque
forma di lavoro atipico, con o senza contratto, costituisce un requisito sufficiente per essere incluso fra gli occupati. Gli stagisti non retribuiti sono invece esclusi.
Fra gli occupati sono compresi anche i lavoratori in cassa integrazione, considerati alla stregua di coloro che nella settimana di riferimento hanno svolto un orario di lavoro effettivo inferiore (ancorché nullo) a quello abituale per ragioni economiche.
Persone in cerca di occupazione: sono considerati tali tutti coloro (con almeno 15 anni) che dichiarano
al contempo:
o di essere alla ricerca di lavoro;
o di aver effettuato almeno un’azione di ricerca attiva nelle quattro settimane antecedenti l’intervista (non è considerata attiva l’attesa del risultato di azioni precedenti);
o di essere immediatamente disponibili (entro due settimane) ad accettare un lavoro qualora venga loro offerto.
Ad essi vanno aggiunti coloro che dichiarano di aver già trovato un lavoro che inizierà entro i tre mesi successivi in quanto in attesa di prendere servizio (nel caso dell'occupazione dipendente) o in quanto hanno già approntato i mezzi per iniziare una attività in proprio. Per questi individui non viene applicato ne' il criterio della ricerca attiva, ne' quello della immediata disponibilità.
Le persone in cerca di lavoro possono essere suddivise in:
disoccupati in senso stretto, ovvero coloro che hanno perso il posto di lavoro o cessato una precedente attività autonoma;
in cerca di prima occupazione, ovvero coloro alla ricerca di primo impiego. L'aggregato comprende anche coloro che hanno svolto in precedenza una attività lavorativa ma
nell'anno successivo al termine della stessa non hanno effettuato alcuna ricerca attiva di lavoro.; altre persone in cerca di lavoro, categoria che comprende il già citato caso di coloro che
inizieranno una attività in futuro ed inoltre coloro che si dichiarano appartenenti alle "non forze di lavoro" (casalinghe, studenti, ritirati dal lavoro etc.) ma che a successiva specifica domanda dichiarano di possedere al contempo uno dei tre requisiti di cui sopra (essere alla ricerca di lavoro, avere svolto azioni attive di ricerca nelle quattro settimane antecedenti, essere immediatamente disponibili a lavorare).
Forze di lavoro: l’insieme degli occupati e delle persone in cerca di occupazione costituisce l’aggregato
delle forze di lavoro (detto anche offerta di lavoro o popolazione attiva).
Non Forze di lavoro: le non forze di lavoro (o popolazione inattiva) è l’insieme della popolazione che
non rientra nelle forze di lavoro. All’interno delle non forze di lavoro quella di età superiore ai 14 anni (cui è rivolta la rilevazione) si distingue a seconda della condizione in casalinga, studente, ritirato dal lavoro e altra condizione (militari di leva, benestanti, invalidi etc.).
Forze di lavoro potenziali: all’interno delle non forze di lavoro si distingue la cosiddetta forza lavoro
potenziale, insieme di coloro che dichiarano di cercare un lavoro ma che, a successiva domanda, risultano non aver compiuto azioni di ricerca attive nelle ultime quattro settimane o non essere immediatamente disponibili (entro due settimane) ad accettare un eventuale impiego qualora venga loro offerto.
Tasso di attività: è l’indice che misura il livello di partecipazione della popolazione al mercato del
lavoro e si ottiene dal rapporto fra la forza lavoro e il totale della popolazione (=forza lavoro / popolazionex100).
Tasso di disoccupazione: rappresenta l’incidenza delle persone in cerca di lavoro sul totale delle forze
di lavoro e si ottiene quindi come rapporto percentuale fra i due aggregati (=persone in cerca di lavoro / forza lavoro x100).
Tasso di occupazione: rappresenta la percentuale di occupati sulla popolazione in età lavorativa, ovvero
quella di 15 anni e oltre di età e si ottiene quindi come rapporto percentuale fra i due aggregati. E’ talvolta calcolato anche come rapporto fra occupati e popolazione in età lavorativa considerata fra i 15 e i 64 anni.
Fonte utilizzata per l’analisi dei dati: Centro Statistica Aziendale di Firenze per conto
dell’Amministrazione Provinciale di Lucca (tramite interviste telefoniche) un campione di 853 famiglie per complessive 1.970 persone.
Il campione di famiglie è stato ottenuto per estrazione casuale dagli elenchi anagrafici comunali che la Provincia ha messo a disposizione o, nel solo caso di indisponibilità degli stessi, dall’elenco degli abbonati telefonici. La numerosità del campione assicura, per un universo quale quello della popolazione dei tre s.e.l. della provincia lucchese, un margine di errore dei risultati (con un livello di confidenza del 95%): inferiore al 3% per il dato complessivo; tra il 3-6% per il dettaglio del sesso e del s.e.l., e sempre inferiore al 8% per la classe di età (15-29 anni; 30-50; 50-64; oltre 64 anni); inferiore, inoltre, al 6% per l’incrocio a coppia sesso - s.e.l. ed inferiore al 15% per l'incrocio della classe di età con genere e s.e.l..
BIBLIOGRAFIA
Le forze di lavoro in provincia di Lucca – rapporto appendice statistico -CSA
Webgrafia:
o Database sulle forze di lavoro. Anni 1993-2002 - Redazione STARNET – DATI ISTAT
www.starnet.unioncamere.it
o 8° Censimento generale dell'industria e dei servizi – 22/10/2001 dwcis.istat.it
o 14° Censimento della popolazione e delle abitazioni – 21/10/01