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9. Mobilità internazionale di capitale e lavoro

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Academic year: 2021

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9. Mobilità internazionale di capitale e lavoro

Abel & Bernanke, Macroeconomia, Il mulino 1994, cap. 7, pp.259-367, 371-379; Slides

(2)

Flussi internazionali di capitale

• Distinti in : Investimenti esteri diretti (lungo termine) e flussi finanziari a breve termine.

• I primi distinti in greenfield e brownfield

• Qui parleremo da un punto di vista generale di movimenti di capitale.

• Seguiremo dapprima il punto di vista neoclassico

(dominante) seguendo l’esposzione del libro di testo di Bernanke (ex Presidente della Fed)

• Successivamente preseteremo un punto di vista

alternativo sostenuto però anche da eminenti

economisti monetari “mainstream”

(3)

Risparmio nazionale

• Introduciamo concetti di contabilità nazionale, dunque

“oggettivi” in quanto sempre validi ex post (quando si tirano le somme di fine anno)

• Il risparmio nazionale è la somma di risparmio pubblico e risparmio privato S = SP + SG

• SP = (Y – T – C)

• SG = G – T

(T imposizione fiscale netta dai trasferimenti, G consumi pubblici (gli I pubblici sono comresi in quelli privati)

• Per cui S = Y – C - G

(4)

Risparmio nazionale

• Consideriaamo ora l’equazione del reddito

• Y = C+I+G+NX, ovvero Y-C-G= I + NX, dove NX = X-M, otteniamo

• S = I + NX ovvero S-I = NX

• Questa equazione ci racconta che se S>I, NX>0

• Vale a dire, se le partite correnti sono in attivo e il paese sta accumulando attivi verso l’estero (o concedendo

crediti, ovvero accumulando RU investite in titoli (in gener) di Stato stranieri. Il paese “vive al di sotto dei propri mezzi” (vi ricorda il mercantilismo?)

• Viceversa se S<I, NX<0, il paese “vive al di sopra dei

propri mezzi” e accumula passività verso l’estero.

(5)

Sviluppiamo alcune relazioni

• Abbiamo Y = C + I + G + X – M = Y = C + I + G + NX, ovvero (sottraendo l’imposizione fiscale T da entrambi i membri ed effettuando alcuni spostamenti)

• (Y – T - C) – I = (G – T)+ NX

• Y – T è il reddito disponibile (post-tax), e (Y – T - C) = SP è il

risparmio privato. G – T = SG è il risparmio pubblico. Quindi questa è la relazione vista sopra S-I = NX dove S = SP + SG

• Se SP = I, si ha SP + SG = 0. SP ed SG sono noti nella letteratura come disavanzi gemelli. Ma quale disavanzo causa l’altro?

• Ipotesi tradizionale SG > 0 (disavanzo pubblico)  NX < 0 (disavanzo partite correnti)

• Reverse causation NX < 0  SG > 0.

• Vedi Chi non rispetta le regole pp. 30-34.

(6)

Piccola economia aperta

• Ora passiamo dalla contabilità nazionale ella teoria

marginalista. Supponiamo una piccola economia aperta per la quale il tasso di interesse sui prestiti

internazionali è un dato. Questa economia è in piena occupazione (questo è un assunto teorico! V. nota 6 di A&B).

• SCAN fig. 7.1 e 7. 2 di A&B

• Abbiamo due casi, quello al quale ai tassi internazionali il paese si indebita, e quello al quale concede credito.

• C’è liberta di movimenti di capitale.

(7)

6% tasso di interesse internazionale

(8)

2% tasso di interesse internazionale

(9)

Due osservazioni

• A) I tassi sui prestiti dipendono anche dalle aspettative di cambio, come sappiamo dalla condizione di parità

scoperta sui cambi. Regimi di cambio fisso, finché sono credibili, diminuiscono il rischio di cambio (assunto o dal debitore o dalcreditore a seconda della denominazione del contratto di credito). L’euro ha per esempio favorito l’indebitamento della periferia europea.

• Il resoconto di A&B della problematica del debito dei PVS è mainstream, ma dà una idea.

• B) I paesi si possono difendere da afflussi e deflussi indesiderati di capitale intriducendo controlli sui

movimenti di capitale. Esistevano durante Bretton Woods,

aboliti successivamente, ora persino il FMI li ritiene una

forma accettabile di difesa delle prerogative di politica

economica nazionale.

(10)

Flussi di capitale fra due economie grandi

• Si può pensare alla fig. 7.6 di A&B come alla

determinazione del tasso di interesse mondiale fra due grandi regioni, Nord e Sud (o “core” e periferia).

• Si può pensare che il Nord ricco di capitale (risparmio) presti al Sud povero di capitale (risparmio). Nel Nord il PMK è basso, nel Sud il PMK è alto.

• (si rammenti che in questa visione il risparmio è la fonte

del capitale).

(11)

Fig. 7.6

(12)

Flussi di capitale (più in generale di “fattori”) e commercio internazionale

• Nell’analisi neoclassica il commercio internazionale è un surrogato dei movimenti internazionali dei fattori.

• Così paesi ricchi di capitale o esporteranno beni “capital intensive”, o esporteranno capitale; paesi ricchi di lavoro si specializzeranno in beni “labour intensive”, o

esporteranno lavoro.

• In ambedue i casi si tende al livellamento del prezzo dei

fattori.

(13)

Torniamo all’endogenità della moneta

• Le banche non intermediano risparmio, creano moneta (creano depositi attraverso la generazione di credito)

• Le banche nei paesi periferici (ma possiamo anche pensare agli USA rispetto alla Cina) generano credito, sapendo di potersi riapprovvigionare di riserve

all’estero…

• To study an archetypal example of these events in the perspective of this paper, let us consider a payment (100 €) for a German commodity by a Greek citizen financed by credit/money creation by a representative Greek commercial bank (Alpha Bank).

• Following endogenous credit/money logic, Alpha Bank

creates a deposit in favour of Athanasios:

(14)

Attanasio compra un Bosch

• Following endogenous credit/money logic, Alpha Bank creates a deposit in favour of Athanasios:

• Athanasios instructs the bank to pay for the German

good (say a Bosch fridge).

(15)

TARGET2 e i movimenti di capitale

(Per il sistema dei pagamenti interno a un paese si veda in fondo alla prima dispensa)

• Athanasios instructs the bank to pay for the German good (say a Bosch fridge). According to the Eurosystem payment system

Target 2, Alpha Bank deletes 100 € from Athanasios’s deposit and the Bank of Greece cancels 100 € from the bank’s reserves; at the same time the Bundesbank (BB) credits 100 € of reserves to a

representative German bank, Deutsche Bank (DB) that in turn credits 100 € to Bosch. The BB matches its new liability with a Target 2 claim with the Eurosystem, while the BoG enters a corresponding new Target 2 liability.

(16)

TARGET2 (si chiama Pietro, in inglese Jack*)

* it comes back! (sometimes!)

(17)

• The initial chain of events (the west-east arrow) confirms what Borio

& Dysiatat argue about uncoupling of import financing in a CA deficit country from inflows of foreign saving (funding) from the surplus

country.

• Foreign saving appears in a second phase (the east-west arrow).

The Greek bank is indeed short of reserves - the actual obligatory reserve coefficient in the euro area is 1%, so it must recover 99 € of reserves - while DB has a 99 € excess of reserves (since 1 € is held for the new deposit). If the interbank market is functional, DB

normally lends the excess reserves to Alpha Bank, and this almost regulates the Target 2 imbalances. If you look at Bosch’s deposit as saving (suppose for the sake of the argument that it has not been spent), then we may say that DB is funding Alpha Bank lending of German saving (final finance).

(18)

• The reader should not consider the fact that the capital flow

(funding) from Germany to Greece (the eastward pointing arrow) is backed by German saving as confirmation of conventional theory. In our example, a Greek bank generated initial finance. It could have been generated by a French or German bank (vendor finance). In this case, this initial financial flow from France or Germany would not be backed by saving (it would be pure credit creation by a foreign bank in favour of a Greek subject; the story would then continue as in Table 7: Athanasios buys the German fridge etc.).

(19)

Interpretations of international capital flows (neoclassical and endogenous money views)

• According to neoclassical theory, international financial flows are an expression of the time-honoured loanable funds theory, by which loanable funds are the

practical manifestation of the savings supply.

• In the case of international loanable funds, they

represent savings from capital-rich countries –with a lower natural interest rate i

ncore

- that become available to countries with lower capital endowment – and a

higher natural interest rate i

np

. So the divergence

• between natural interest rates justifies a view of capital movements as a general equilibrium phenomenon

(Blanchard/Giavazzi 2002).

 0

ncore

np

i

i

(20)

Cont.

• Applied to the EZ crisis, the standard

neoclassical interpretation is that German

savers loaned to peripheral countries – savings being equal to the CA surplus according to the well-known national account identity (where the German CA balance is simplified in the trade- balance component, standard notation):

• S

G

- I

G

= (G

G

- T

G

) + (X

G

- M

G

)

• From a logical (and endogenous money) point of view it is unclear how German savers could lend abroad before Germany's trade-surplus

materializes. Indeed the Target2 story makes it

clear that the financial circuit begins with a loan

granted in, say, Spain

(21)

Per approfondire

• Cesaratto, S. (2017a) Initial and Final Finance in the Monetary Circuit and the Theory of Effective Demand, Metroeconomica, 68 (2), 228–258. Available at:

http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/meca.12132/e pdf.

• Cesaratto, S. (2013c) The implications of TARGET2 in the European balance of payment crisis and beyond,

European Journal of Economics and Economic Policies: I ntervention

, 10 (3), versioni working paper:

http://www.deps.unisi.it/it/ricerca/pubblicazioni-deps/q

uaderni-deps/anno-2013/681the-implications-target2-europ ean-balance

; http://www.networkideas.org/featart/sep2013/fa03_TA

RGET_2.htm

(22)

Mobilità del lavoro (flussi migratori)

• Tema molto attuale e controverso

• Cominciamo con la visione neoclassica.

• Nella figura, ripresa dal maggiore studioso convenzionale delle migrazioni, sono tracciate le funzioni del prodotto marginale del lavoro nelle due aree Nord e Sud, più alta quella del nord più ricco di capitale.

• Lo spostamento di lavoratori da S a N determina un aumento dei w nel S e una diminuzione nel N fino a che wN=wS=w*

• Il prodotto nel S cala del trapezoide C, e aumenta nel N del trapezoide A+B. Poiché B=C, c’è un guadagno netto di welfare mondiale pari al triangolo A.

• Il mondo sta utilizzando più efficientemente le proprie risorse.

(23)
(24)

Borjas

• Non v’è dubbio, tuttavia,che i salari nel N sono diminuiti

• Ma anche al riguardo dei presunti vantaggi, Borjas si

domanda se una immigrazione massiccia e molto rapida non trascini con se le inefficienti istituzioni* socio-

economiche del S al N, determinando un deterioramento delle istituzioni locali (un esempio: la n’drangheta ora

diffusa nel nord d’Italia; la mafia siciliana negli USA ecc).

• A questo si aggiungono I costi di congestione ecc.

• * In Italia per istituzioni si intendono sopratutto quelle pubbliche in contrapposizione alla società civile). In economia il termine indica piuttosto tutte le regole di convivenza e di relazione che le società si danno, in maniera sia informale che formale. Da esse dipende, per esempio, la fiducia reciproca, un elemento importante in società avanzate (e scarso in società arretrate)

(25)

L’esercito industriale di riserva di Marx

• E’ uno dei concetti più importanti introdotti da Marx. Obiettivo dei capitalisti è di

• valorizzare il capitale D-M-D’. Se tuttavia il tasso di accumulazione del capitale diventa più rapido, la domanda di lavoro aumenta e i salari diminuiscono, facendo cadere il saggio del profitto. Secondo Marx, dunque, un capitalismo ben funzionante richiede la costante presenza di un pool di lavoratori disoccupati che calmierino il

mercato del lavoro, l’esercito industriale di riserva (EIR).

• Questo sarà tipicamente composto da bambini, donne, immigrati, vagabondi, lavoratori anziani, diversamente abili, figure tenute

normalmente fuori del mercato del lavoro, ma richiamate in servizio qualora il nerbo della forza lavoro composta da maschi in età

matura non possa far fronte alle necessità dell’accumulazione, la forza contrattuale dei lavoratori si accresca, i salari tendano ad aumentare. Nel lungo periodo anche la fertilità tenderà ad

adeguarsi alle necessità dell’accumulazione, ma questo richiede tempi assai lunghi. L’importazione di lavoro immigrato sarà ad

esempio un metodo più rapido per calmierare i salari. L’introduzione di macchinario sarà un altro metodo adottato dai capitalisti per

creare disoccupazione e preservare l’EIR.

(26)

Marx (cont.)

• La crisi è infine un ulteriore metodo con cui, se l’EIR si inaridisce, i capitalisti lo ricreano. Gli economisti non ortodossi ritengono ad esempio che l’elevata

disoccupazione nei paesi occidentali dagli anni 1970 sia una scelta del capitalismo dopo la sbornia della piena occupazione dei due decenni precedenti e la

conseguente indisciplina sindacale alla fine degli anni 1960.

• E’ obbligatorio a questo punto, e costituisce domanda

d’esame, lo studio del seguente saggio di Michal Kalecki, un grande economista polacco, che spiega perché il

capitalismo pur potendo ottenere la piena occupazione è incompatibile con essa. Il saggio è fondamentale per

comprendere la realtà perversa (come si esprimerebbe Kalecki) in cui viviamo.

• http://www.modernmoneynetwork.org/uploads/1/2/5/3/12

534585/political-aspects-of-fullemployment.pdf

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Immigrazione e mercato del lavoro

• la discussione si è focalizzata sulla natura sostitutiva (gli stranieri portano via il lavoro) o complementare (gli stranieri svolgono lavori non più accettati dagli italiani).

• Se è vera la prima ipotesi, l’immigrazione ha contribuito a

determinare l’abbassamento dei salari reali e dei diritti in Italia (read my lips: contribuito), processo che attendibilmente potrebbe

continuare e peggiorare con ulteriori afflussi.

• Se fosse vera la seconda, i bassi salari degli immigrati

dipenderebbero dalla bassa qualità delle mansioni svolte e dallo scarso potere contrattuale; mentre i bassi salari degli autoctoni

sarebbero dovuti ad altre cause (sconfitta storica del lavoro dall’inizio anni ’80; alta disoccupazione e politiche di austerità; concorrenza dai paesi emergenti ecc.).

• Gli immigrati non fanno concorrenza agli italiani che farebbero bene, anzi, ad allearsi con gli immigrati per combattere le cause

dell’abbassamento generale dei salari (si da sollevarli in ambedue i settori).

(28)

Un difficile test empirico

• Testare empiricamente queste due ipotesi è complicato. Si

potrebbe infatti legittimamente sostenere che la segmentazione

“etnica” del mercato del lavoro sia un risultato dell’immigrazione:

vale a dire certe mansioni semplici erano svolte da italiani sino ad anni recenti, poi espulsi con l’arrivo della concorrenza degli

stranieri. Come affermano Barba e Pivetti (2016, p. 144, corsivo degli aa):

• “Qualsiasi misurazione dell’impatto dell’immigrazione sui salari è resa estremamente problematica dal fatto che sul loro livello e andamento agiscono continuamente una molteplicità di

circostanze che non restano immutate a fronte di variazioni dei flussi migratori.”

• Gli stessi autori citano Borjas, che avrebbe “gradualmente

cambiato idea sulla questione finendo per ammettere nel 2003 che

‘l’evidenza empirica suggerisce invariabilmente che l’immigrazione ha effettivamente arrecato pregiudizio alle opportunità di impiego dei lavoratori indigeni concorrenti... e che a livello nazionale essa esercita un effetto considerevole sul salario dei lavoratori

concorrenti”.

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Un recente studio di Borjas

• In un recente studio, proprio per formarsi un’idea sugli effetti dei recenti flussi migratori in Europa, Borjas (2017) studia alcuni esempi storici. Le conclusioni (ibid. p. 53) non lasciano adito a dubbi:

• “La nostra analisi empirica dei quattro episodi storici di shock di offerta di rifugiati insegna una importante

lezione. Sebbene questi episodi differiscono per

innumerevoli ragioni, un tema universale sembra legare i risultati empirici. Detto senza giri di parole, i principi

umanitari che incoraggiano i paesi di accoglienza ad

accettare quanti più migranti è possible hanno importanti conseguenze distributive, come predetto dal modello

canonico di offerta e domanda nel mercato del lavoro.”

• I quattro casi storici esaminati sono: (1) l’afflusso di rifugiati cubani a Miami nel 1980; (2) quello di rifugiati dall’Algeria (francesi e algerini) in Francia nel 1962; (3) l’ingresso dei rifugiati ebrei provenienti

dall’ex URSS in Israele nei primi anni ’90; (4) il flusso di profughi dalla ex Jugoslavia verso alcuni paesi europei fra il 1991 e il 2001.

(30)

Dove eterodossi e ortodossi possono concordare in tema di immigrazione

• Al riguardo ci sono due aspetti da considerare.

• Dal lato dell’offerta di lavoro, da Smith, passando per Marx, Keynes e Kalecki sino ai marginalisti (tu chiamali se vuoi, neoclassici) un aumento dell’offerta, ceteris pari bus, comporta una diminuzione dei salari reali. A parità di condizioni, perché abbiamo esempi storici di

economie in rapido sviluppo che hanno attirato massicci flussi migratori che, non senza tensioni nel breve

periodo, non hanno però ostacolato la crescita dei salari nel lungo. Nel caso dell’Italia parliamo attualmente di

una massiccia pressione dell’offerta su una domanda a

dir poco stagnante. Le conclusioni di Borjas nei riguardi

degli effetti di una maggiore offerta di lavoro sui salari

sono pertanto condivisibili (e naturalmente confutabili da

altri studi).

(31)

Cont.

• Dal lato della domanda di lavoro l’analisi classico-keynesiana si distacca certamente da quella del marginalismo e di Borjas. Per gli economisti eterodossi l’occupazione dipende dalla domanda

aggregata, e questa fondamentalmente dalle politiche economiche e dalla distribuzione del reddito. Per i marginalisti dall’offerta di

“fattori produttivi” fra cui il lavoro. Non sappiamo se Borjas ritenga che, pur al prezzo di minori salari (anzi, proprio attraverso minori salari), i flussi migratori abbiano accresciuto l’occupazione, come si deduce dal “modello canonico di offerta e domanda nel mercato del lavoro” da lui richiamato. Chissà se qualche brava tesista vorrà

studiare cosa sostiene Borjas al riguardo. Dal nostro punto di vista non vediamo ragione alcuna perché l’immigrazione determini

occupazione aggiuntiva, che anzi l’effetto negativo sui salari deprime domanda aggregata e occupazione. Potrebbero certamente verificarsi mutamenti nella struttura produttiva e occupazionale, a favore per esempio di servizi ad elevato sfruttamento di mano d’opera e bassi salari, e di disincentivo all’innovazione risparmiatrice di lavoro. In questo senso

l’immigrazione avrebbe contribuito a determinare una sua propria domanda, segmentando il mercato del lavoro. Ma non si tratterebbe comunque di occupazione aggiuntiva.

(32)

Conclusioni

• Dal punto di vista di politiche progressiste, sia la mobilità del capitale che quella del lavoro devono essere

controllate e non liberalizzate.

• Circa la problematica dell’immigrazione ci sarebbero tanti altri aspetti da considerare: impatto sul welfare, contributo al riequilibrio demografico, integrazione ecc.

• Tema vastissimo e attuale per una tesi su uno degli

aspetti.

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