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1 Integrali tripli.

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(1)

Tutorato di Analisi 2 - AA 2014/15

Emanuele Fabbiani 20 marzo 2015

1 Integrali tripli.

1.1 Integrali tripli.

Risolvere i seguenti integrali tripli sull'insieme D.

1. ˚

D

px2+ y2dxdydz, D =(x, y, z) ∈ R3: x2+ y2≤ z ≤ 2

Il dominio di integrazione è la regione di spazio compresa tra il paraboloide di equazione z = x2+ y2 e il piano z = 2. Dal momento che gli estremi sull'asse z sono numerici (0 ≤ z ≤ 2), si procede con l'integrazione per strati paralleli al piano xy. Immaginando di osservare la gura dall'alto, è facile notare come la sezione dell'insieme D su un piano orizzontale parallelo a xy sia il cerchio descritto dall'equazione x2+ y2≤ z, con centro O (0; 0) e raggio√

z.

2 1 0 -1 -2 -2

-1 0 1 3

2.5

2

1.5

1

0.5

0 2

(a) Insieme 3D (D)

−2 −1 1 2

−2

−1 1 2

x y

(b) Insieme 2D (Az)

Figura 1.1: Dominio di integrazione dell'integrale triplo e dell'integrale doppio.

Si denisce quindi:

Az=x2+ y2≤ z

(1.1) E si trasforma l'integrale:

˚

D

px2+ y2dxdydz = ˆ 2

0

Az

px2+ y2dxdy



dz (1.2)

(2)

L'integrale doppio deve essere eseguito nelle variabili x e y su un cerchio di raggio√

z. Dal momento che quest'ultima non è una variabile di integrazione, può essere considerata alla stregua di una costante. Si passa in coordinate polari:

(x = ρ cos θ

y = ρ sin θ (1.3)

dxdy −→ ρdρdθ (1.4)

Dalla gura si deduce che le nuove variabili di integrazione sono comprese negli intervalli:

0 ≤ ρ ≤√

z (1.5)

0 ≤ θ ≤ 2π (1.6)

Si può quindi riscrivere l'integrale:

ˆ 2 0

Az

px2+ y2dxdy

 dz =

ˆ 2 0

ˆ 0

ˆ z 0

q

ρ2cos2θ + ρ2sin2θ ρdρ

! dθ

!

dz (1.7)

E risolvere:

ˆ 2 0

ˆ 0

ˆ z 0

q

ρ2cos2θ + ρ2sin2θ ρdρ

! dθ

! dz =

ˆ 2 0

ˆ 0

ˆ z 0

ρ2

! dθ

!

dz = (1.8)

= ˆ 2

0

ˆ 0

 ρ3 3



z

0

! dz =

ˆ 2 0

ˆ 0

z32 3 dθ

! dz =

ˆ 2 0

2πz32 3

!

dz = 2π 3 · 2

5 h

z52i2 0

= 16√ 2 15 π

2. ˚

D

x dxdydz, D =(x, y, z) ∈ R3: x ≥ 0 ∧ y ≥ 0 ∧ z ≥ 0 ∧ x + y + z ≤ 1

L'insieme di integrazione è la porzione di spazio dove tutte le coordinate sono positive, limitata superior- mente dal piano x + y + z = 1. Per capire la disposizione del piano nello spazio, il procedimento più semplice è trovare le intersezioni con i tre assi coordinati:

(x + y + z = 1

x = y = 0 −→ (0; 0; 1) (1.9)

(x + y + z = 1

x = z = 0 −→ (0; 1; 0) (1.10)

(x + y + z = 1

y = z = 0 −→ (1; 0; 0) (1.11)

Poi si tratta solo di unire i puntini.

0 0.2 0.4

X 0.6 0.8 1 1 0.8 0.6 0.4

Y 0.2 0.4

0 0.2 1

0.8 0.6

0 Z

(a) Insieme 3D (D)

−1.0 −0.5 0.5 1.0 1.5 2.0

−1.0

−0.5 0.5 1.0 1.5 2.0

x y

(b) Insieme 2D (A)

Figura 1.2: Dominio di integrazione dell'integrale triplo e dell'integrale doppio.

(3)

Se si decidesse di integrare per strati orizzontali, il dominio dell'integrale doppio sarebbe un triangolo di dimensioni variabili in funzione di z. Più semplice risulta la soluzione dei li verticali: in questo caso il doppio integrale più esterno è eseguito su un insieme sso - ovvero la proiezione del volume D sul piano xy, mentre l'integrale monodimensionale lungo l'asse z ha estremi variabili in funzione delle altre coordinate.

In particolare, manipolando le condizioni che descrivono D, si ottengono gli estremi della variabile z:

(z ≥ 0

x + y + z ≤ 1 −→

(z ≥ 0

z ≤ 1 − x − y −→ 0 ≤ z ≤ 1 − x − y (1.12) Per ricavare il dominio del doppio integrale esterno, invece, è suciente osservare che la proiezione di D sul piano xy di equazione z = 0 è l'area A del triangolo con vertici C (0; 1), B (1; 0) e O (0; 0). In alternativa è possibile considerare le disequazioni che descrivono D sul piano xy, di equazione z = 0. In entrambi i casi si ricavano gli intervalli di variazione delle due incognite:



 z = 0

x + y + z ≤ 1 x, y ≥ 0

−→

(x + y ≤ 1 x, y ≥ 0 −→

(0 ≤ y ≤ 1 − x

0 ≤ x ≤ 1 (1.13)

Si può qui di procedere nella risoluzione:

˚

D

x dxdydz =

¨

A

1−x−y 0

x dz



dxdy = (1.14)

=

¨

A

x

1−x−y 0

1 dz



dxdy =

¨

A

x (1 − x − y) dxdy =

= ˆ 1

0

1−x 0

x (1 − x − y) dy

 dx =

ˆ 1 0

x

1−x 0

1 − x − y dy

 dx =

= ˆ 1

0

x



− ˆ 1−x

0

− (1 − x − y) dy



dx = − ˆ 1

0

x

"

(1 − x − y)2 2

#y=1−x

y=0

dx =

= 1 2

ˆ 1 0

x (1 − x)2 dx = 1 2

ˆ 1 0

x + x3− 2x2dx =

=1 2

 x2 2 +x4

4 − 2x3 3

1

0

= 1 24

3. ˚

D

y dxdydz, D =(x, y, z) ∈ R3: y ≥ 4x2+ 4z2∧ y ≤ 4

L'insieme di integrazione è ancora un paraboloide, con asse parallelo all'asse y. Il limite superiore è il piano y = 4, parallelo a xz. Gli estremi di integrazione sull'asse y sono numerici:

0 ≤ y ≤ 4 (1.15)

Lo strato bidimensionale che si ottiene sezionando il volume D con un piano parallelo a xz è una circonferenza di raggio variabile in funzione della coordinata y:

Ay=4x2+ 4z2≤ y =n

x2+ z2≤y 4

o (1.16)

(4)

8 6

Y 4 2 1 0

0.5 0 X -0.5 0.2

-1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 1

0.8

0.6

0.4

-1

Z

(a) Insieme 3D (D)

−1.0 −0.8 −0.6 −0.4 −0.2 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0

−1.0

−0.8

−0.6

−0.4

−0.2 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0

x z

(b) Insieme 2D (Ay)

Figura 1.3: Dominio di integrazione dell'integrale triplo e dell'integrale doppio.

Il centro della circonferenza è l'origine e il raggio è 2y. Si propende quindi per una risoluzione per strati: l'integrale singolo più esterno viene eettuato rispetto alla variabile y e presenta estremi numerici, l'integrale doppio più interno, invece, interessa x e z e ha per estremi funzioni di y.

˚

D

y dxdydz = ˆ 4

0

¨

Ay

y dxdz

! dy =

ˆ 4 0

y

¨

Ay

1 dxdz

!

dy (1.17)

Per risolvere l'integrale doppio non è necessario alcun cambio di variabili. Per denizione, l'integrale doppio della costante 1 su una supercie fornisce la misura dell'area della supercie stesse. L'area di un cerchio di raggio 2y è:

¨

Ay

1 dxdz = π √y 2

2

4y (1.18)

Rimane ora da arontare solo l'integrale singolo:

ˆ 4 0

y

¨

Ay

1 dxdz

!

dy = π 4

ˆ 4 0

y2dy = π 4

 y3 3

4

0

= 16

3 π (1.19)

4. ˚

D

y

1 + z4dxdydz, D =n

(x, y, z) ∈ R3:p

x2+ y2≤ z ≤ x + y ∧ 0 ≤ z ≤ 1o

Il dominio di integrazione è compreso tra il cono di equazione z = px2+ y2 ed il piano z = x + y. Da come è descritto l'insieme è facile capire che il metodo più semplice è l'integrazione per strati paralleli al piano xy. Gli estremi di z sono infatti numerici:

0 ≤ z ≤ 1 (1.20)

Sul singolo strato Az, che interseca il volume D ad altezza z, questa variabile diviene costante. Si può quindi descrivere il dominio di integrazione bidimensionale tramite le seguenti disequazioni:

(px2+ y2≤ z

x + y ≥ z −→

(x2+ y2≤ z2

y ≥ z − x (1.21)

Dove x e y sono le variabili del piano cartesiano, mentre z può essere considerata alla stregua di un numero.

Si riconosce quindi che le precedenti disequazioni identicano la parte di piano interna alla circonferenza di raggio z centrata nell'origine e al di sopra del graco della retta y = z − x.

(5)

1 0.5

Y 0 -0.5 1 -1

0.5 0

X -0.5 -1

0 2

1.5

1

0.5 Z

(a) Insieme 3D (D)

−1.0 −0.8 −0.6 −0.4 −0.2 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0

−1.0

−0.8

−0.6

−0.4

−0.2 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0

x y

(b) Insieme 2D (Az) con z = 0.6.

Figura 1.4: Dominio di integrazione dell'integrale triplo e dell'integrale doppio.

˚

D

y

1 + z4dxdydz = ˆ 1

0

Az

y

1 + z4 dxdy

 dz =

ˆ 1 0

1 1 + z4

Az

y dxdy



dz (1.22)

A questo punto rimane da risolvere il doppio integrale. Si procede per li verticali: la y è limitata inferiormente dalla retta e superiormente dalla circonferenza, mentre la x varia entro la lunghezza del raggio della circonferenza. Per trovare l'estremo in funzione di y occorre manipolare l'equazione della circonferenza per portarla nella forma y = f (x, z).

x2+ y2= z2−→ y =p

z2− x2 (1.23)

Da cui gli estremi:

z − x ≤ y ≤p

z2− x2 (1.24)

0 ≤ x ≤ z (1.25)

Si deve quindi risolvere:

ˆ 1 0

1 1 + z4

Az

y dxdy

 dz =

ˆ 1 0

1 1 + z4

ˆ z 0

ˆ z2−x2 z−x

y dy

! dx

!

dz = (1.26)

= ˆ 1

0

1 1 + z4

ˆ z 0

 y2 2



z2−x2

z−x

dx

! dz = 1

2 ˆ 1

0

1 1 + z4

z 0

z2− x2− z2− x2+ 2xz dx

 dz = ˆ 1

0

1 1 + z4

z 0

−x2+ xz dx

 dz =

ˆ 1 0

1 1 + z4



−x3 3 +x2z

2

z

0

dz = ˆ 1

0

1 1 + z4



−z3 3 +z3

2

 dz =

= 1 6

ˆ 1 0

z3

1 + z4 dz = 1 24

ˆ 1 0

4z3

1 + z4 dz = 1

24ln 1 + z41

0= 1 24ln 2

5. ˚

D

1

px2+ y2 dxdydz, D =n

(x, y, z) ∈ R3: z ≥ 0 ∧ 2 − 3p

x2+ y2≤ z ≤ 1 −p

x2+ y2o

La prima condizione del dominio di integrazione indica il semispazio con z positive. La seconda descrive la regione compresa tra due coni. Il primo, z = 2 − 3px2+ y2 ha vertice nel punto V1(0; 0; 2)ed è più

stretto perché il coeciente davanti alla radice ha valore assoluto maggiore (vale lo stesso ragionamento che viene presentato al liceo per le parabole). Il secondo, z = 1 − px2+ y2 ha vertice V2(0; 0; 1) ed è

(6)

più largo. Il dominio di integrazione è la regione di spazio al di sopra del primo cono ma al di sotto del secondo.

1 0.5

X 0 -0.5 -1 -1

-0.5 0 Y 0.5 2

-2 -1.5 -1 -0.5 0 0.5 1 1.5

1 Z

(a) Insieme 3D (D).

1 0.5

Y 0 -0.5 0 -1

-0.2 -0.4 -0.6 X -0.8 2

0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6 1.8

-1 Z

(b) Insieme 3D (D) in sezione.

−1.0 −0.8 −0.6 −0.4 −0.2 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0

−1.0

−0.8

−0.6

−0.4

−0.2 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0

x y

(c) Insieme 2D (Az) con z = 0.

Figura 1.5: Dominio di integrazione dell'integrale triplo e dell'integrale doppio.

Dal momento che gli strati Az ottenuti sezionando il volume D con piani paralleli a xy sono corone circolari, si procede con l'integrazione per strati. Occorre innanzitutto determinare gli estremi numerici della variabile z. Quello inferiore è ovviamente z = 0, mentre quello superiore è la quota alla quale i due coni si intersecano. Questa si ricava mettendo a sistema le due gure:

(z = 2 − 3p x2+ y2 z = 1 −p

x2+ y2 −→

(z−2

3 = −p x2+ y2 z − 1 = −p

x2+ y2 −→ z − 2

3 = z − 1 −→ z = 1

2 (1.27)

Quindi z varia nell'intervallo:

0 ≤ z ≤ 1

2 (1.28)

Si può quindi riscrivere l'integrale:

˚

D

1

px2+ y2 dxdydz = ˆ 12

0

¨

Az

1

px2+ y2 dxdy

!

dz (1.29)

L'insieme Az è una corona circolare centrata nell'origine i cui raggi variano in funzione di z. Si pensa quindi di passare in coordinate polari. L'angolo θ deve spazzare tutto il piano:

0 ≤ θ ≤ 2π (1.30)

Ricordando che, sul piano cartesiano, la distanza di un generico punto (x, y) dall'origine è ρ = px2+ y2, dalle condizioni del dominio si ricava immediatamente l'intervallo di variazione di ρ.

(2 − 3p

x2+ y2≤ z z ≤ 1 −p

x2+ y2 −→

(2 − 3ρ ≤ z z ≤ 1 − ρ −→

(ρ ≥2−z3

ρ ≤ 1 − z (1.31)

2 − z

3 ≤ ρ ≤ 1 − z (1.32)

Si può quindi procedere alla risoluzione dell'integrale:

ˆ 12

0

¨

Az

1

px2+ y2 dxdy

!

dzpolari−→

ˆ 12

0

¨

A0z

1 ρρdρdθ

! dz =

ˆ 12

0

ˆ 0

ˆ 1−z

2−z 3

1 dρ

! dθ

! dz =

(1.33)

= ˆ 12

0

0

1 − z −2 − z 3 dθ



dz = 2π 3

ˆ 12

0

1 − 2z dz = 2π

3 z − z212

0 = 2π 3 ·1

4 = π 6

(7)

6. ˚

D

z dxdydz, D =n

(x, y, z) ∈ R3: 1 ≤p

x2+ y2+ z2≤ 2 ∧ z ≥ 0o

Si riscrive la prima condizione:

1 ≤p

x2+ y2+ z2≤ 2 −→ 1 ≤ x2+ y2+ z2≤ 4 (1.34) La disequazione rappresenta la regione compresa tra due sfere: la più grande ha raggio√

4 = 2, mentre la più piccola ha raggio 1. Considerando anche la seconda condizione, si conclude che D individua i punti compresi tra le due semisfere contenute nel semispazio con coordinata z positiva.

2 1

X 0 -1

-2 -2 -1.5 -1 -0.5 0 0.5

Y 1 1.5 2

1.5

1

0.5

0 2 Z

(a) Insieme 3D (D).

4

3

X 2

1

-2 0 -1 0

Y 1 2 0.5 1 1.5 2

0 Z

(b) Insieme 3D (D) in sezione.

Figura 1.6: Dominio di integrazione dell'integrale triplo.

Data la struttura dell'insieme pare appropriato passare alle coordinate sferiche:









x = ρ sin φ cos θ y = ρ sin φ sin θ z = ρ cos φ

dxdydz −→ ρ2sin φ dρdφdθ

(1.35)

Si rende necessario ricavare gli estremi di integrazione nelle nuove variabili: il raggio ρ è compreso tra i raggi delle due sfere che delimitano l'insieme; l'angolo θ descrive la longitudine spazzando il piano orizzontale xy: in questo caso deve coprire tutto il piano, quindi oscilla tra 0 e 2π; l'angolo φ, invece, descrive la latitudine e si apre a partire dal semiasse positivo delle z: in questo caso, dovendo coprire solo la metà superiore della sfera, è limitato tra 0 e π2. Riassumendo:

1 ≤ ρ ≤ 2 (1.36)

0 ≤ θ ≤ 2π (1.37)

0 ≤ φ ≤ π

2 (1.38)

Si denisce D0 l'insieme denito dalle precedenti disuguaglianze. Si può ora risolvere l'integrale:

˚

D

z dxdydzsf eriche−→

˚

D0

ρ cos φ ρ2sin φdρdφdθ = ˆ 2

1

ˆ 0

ˆ π2

0

ρ3cos φ sin φ dφ

! dθ

!

dρ = (1.39)

=

2 1

ρ3

 ˆ 0

1 dθ

 ˆ π2

0

sin φ cos φ dφ

!

=

2 1

ρ3

 ˆ 0

1 dθ

 1

2 ˆ π2

0

2 sin φ cos φ dφ

!

=

(8)

=1 2

2 1

ρ3

 ˆ 0

1 dθ

 ˆ π2

0

sin 2φ dφ

!

= 1 4

2 1

ρ3

 ˆ 0

1 dθ

 ˆ π2

0

2 sin 2φ dφ

!

=

=1 4

 ρ4 4

2

1

· 2π · [− cos 2φ]0π2 = π 2

 4 −1

4



(1 + 1) = 15 4 π

7. ˚

D

xyz +sin x3

z2+ y2 dxdydz, D =n

(x, y, z) ∈ R3: 1 ≤p

4x2+ 4y2+ 4z2≤ 2o

L'insieme di integrazione è identico a quello descritto nell'esercizio precedente, tolta la restrizione sul valore di z. Questo signica che la regione da considerare è quella compresa tra le due sfere e non tra le due semisfere.

2 1

X 0 -1 -2 -2

-1 0 Y 1 2

-2 -1.5 -1 -0.5 0 0.5 1 1.5

2 Z

(a) Insieme 3D (D).

4 3

X 2 1 -2 0 -1 0

Y 1 2 -0.5 2

1.5

1

0.5

0

-1

-1.5

-2 Z

(b) Insieme 3D (D) in sezione.

Figura 1.7: Dominio di integrazione dell'integrale triplo.

Dalla gura si nota come l'insieme sia simmetrico rispetto a tutti i piani coordinati x = 0, y = 0 e z = 0. Dal momento che la funzione integranda non è delle più semplici, si verica l'esistenza di qualche simmetria che possa semplicare il calcolo.

Rispetto alla variabile y:

f (x, −y, z) = x (−y) z + sin x3

z2+ (−y)2 = −xyz + sin x3

z2+ y2 6= f (x, y, z) ∧ 6= −f (x, y, z) (1.40) Il solo fatto di aver notato che il primo termine della funzione è dispari potrebbe semplicare i calcoli. Si possono tuttavia ottenere risultati migliori passando a considerare la variabile x:

f (x, −y, z) = (−x) yz + sin

(−x)3

z2+ y2 = −xyz − sin x3

z2+ y2 = −f (x, y, z) (1.41) L'intera funzione è dispari rispetto a x e, come sottolineato in precedenza, l'insieme è simmetrico rispetto al piano x = 0. Senza ulteriori indugi - e senza eseguire calcoli - si conclude:

˚

D

xyz +sin x3

z2+ y2 dxdydz = 0 (1.42)

8. ˚

D

x2+ y2dxdydz, D =(x, y, z) ∈ R3: 1 ≤ x2+ y2+ z2≤ 4 ∧ y ≤ 0

(9)

Seguendo la traccia dei due esercizi precedenti, si conclude che l'insieme di integrazione è la regione di spazio delimitata tra le due sfere centrate nell'origine e di raggio 1 e 2 e limitata al semispazio dove la coordinata y è negativa.

-4 -3

Y -2 -1 0 -2 -1 0 X 1 1.5

-0.5

-1.5 0

-1

-2 0.5 1 2

2 Z

(a) Insieme 3D (D).

Figura 1.8: Dominio di integrazione dell'integrale triplo.

Si passa quindi in coordinate sferiche:









x = ρ sin φ cos θ y = ρ sin φ sin θ z = ρ cos φ

dxdydz −→ ρ2sin φ dρdφdθ

(1.43)

Il raggio ρ è compreso tra quelli delle due sfere; l'angolo θ deve spazzare i due quadranti del piano cartesiano 2D che presentano y negativa: è quindi compreso tra π e 2π; l'angolo φ, invece, deve coprire sia le z positive che quelle negative: oscilla quindi tra 0 e π. Ricapitolando:

1 ≤ ρ ≤ 2 (1.44)

π ≤ θ ≤ 2π (1.45)

0 ≤ φ ≤ π (1.46)

Si può ora risolvere l'integrale. Sia D0 l'insieme di integrazione nelle coordinare sferiche:

˚

D

x2+ y2dxdydz =

˚

D

ρ2sin2φ cos2θ + ρ2sin2φ sin2θ ρ2sin φ dρdφdθ = (1.47)

˚

D

ρ4sin3φ cos2θ + sin2θ dρdφdθ =

˚

D

ρ4sin3φ dρdφdθ = ˆ 2

1

π

π 0

ρ4sin3φ dφ

 dθ

 dρ =

=

2 1

ρ4

 ˆ π

1 dθ

 ˆ π 0

sin3φ dφ



La ricerca della primitiva delle prime due funzioni non crea particolari problemi, mentre quella della terza richiede alcuni passaggi:

2 1

ρ4

 ˆ π

1 dθ

 ˆ π 0

sin3φ dφ



= ρ5 5

2

1

· π ·

π 0

sin φ sin2φ dφ



= (1.48)

31π 5 ·

ˆ π 0

sin φ 1 − cos2φ dφ =31π 5 ·

ˆ π 0

sin φ−sin φ cos2φdφ = 31π 5 ·

π 0

sin φ dφ − ˆ π

0

sin φ cos2φ dφ



=

= 31π 5 ·

 2 +

ˆ π 0

− sin φ cos2φ dφ



= 31π 5 ·



2 + cos3φ 3

π

0



= 31π 5 ·

 2 − 2

3



= 124 15 π

(10)

9. ˚

D

1 dxdydz, D =



(x, y, z) ∈ R3: y ≥ 0 ∧ z ≥ 0 ∧ 3y +3

2z − 6 ≤ x ≤ 0



Una equazione lineare rappresenta sempre un piano nello spazio tridimensionale. Di conseguenza, la condizione 3y + 32z − 6 ≤ x ≤ 0 descrive i punti che hanno ascissa negativa ma superiore a quella del piano 3y +32z − 6 = x. Le prime due condizioni impongono di considerare solo la regione di spazio dove le variabili x e y sono positive. Per disegnare l'insieme risulta ancora una volta consigliabile trovare i punti di intersezione del piano con gli assi per poi tracciare la supercie che li unisce.

(3y +32z − 6 = x

x = y = 0 −→ (0; 0; 4) (1.49)

(3y +32z − 6 = x

x = z = 0 −→ (0; 2; 0) (1.50)

(3y +32z − 6 = x

y = z = 0 −→ (−6; 0; 0) (1.51)

La scrittura dell'insieme D fornita dall'esercizio contiene gli estremi di variazione dell'incognita x in funzione delle altre due. Risulta quindi opportuno procedere con l'integrazione per li paralleli all'asse x.

˚

D

1 dxdydz =

¨

A

ˆ 0 3y+32z−6

1 dx

!

dydz (1.52)

Il doppio integrale esterno deve essere eseguito sulla proiezione del volume D sul piano yz, di equazione x = 0. Sostituendo questa condizione nelle disequazioni che descrivono D si ottiene l'insieme bidimensionale:

(D =y ≥ 0 ∧ z ≥ 0 ∧ 3y + 32z − 6 ≤ x ≤ 0

x = 0 −→ A =



y ≥ 0 ∧ z ≥ 0 ∧ 3y +3

2z − 6 ≤ 0



(1.53)

0

-2

X -4

-6

0 -8 0.5 1

Y 1.5 4

3

2

1

0 2 Z

(a) Insieme 3D (D)

−4 −3 −2 −1 1 2 3 4

−4

−3

−2

−1 1 2 3 4

y z

(b) Insieme 2D (Ax)

Figura 1.9: Dominio di integrazione dell'integrale triplo e dell'integrale doppio.

Per risolvere il doppio integrale si sceglie di procedere per li paralleli all'asse z, ovvero verticali, nella

gura mostrata. Si rende quindi necessario scrivere gli estremi di z nella forma z = f (y):

(z ≥ 0

3y + 32z − 6 ≤ 0 −→

(z ≥ 0

2y + 1z − 4 ≤ 0 −→

(z ≥ 0

z ≤ 4 − 2y −→ 0 ≤ z ≤ 4 − 2y (1.54)

(11)

Dalla gura si nota che:

0 ≤ y ≤ 2 (1.55)

Si può quindi risolvere l'integrale:

¨

A

ˆ 0 3y+32z−6

1 dx

! dydz =

¨

A

6 − 3y −3

2z dydz = ˆ 2

0

4−2y 0

6 − 3y −3 2z dz



dy = (1.56)

= ˆ 2

0



6z − 3yz −3 4z2

z=4−2y z=0

dy = ˆ 2

0

6 (4 − 2y) − 3y (4 − 2y) −3

4(4 − 2y)2 dy =

= ˆ 2

0

24 − 12y − 12y + 6y2− 12 − 3y2+ 12y dy = ˆ 2

0

12 − 12y + 3y2dy =

=12y − 6y2+ y32

0= 24 − 24 + 8 = 8

10. ˚

D

xy dxdydz, D =



(x, y, z) ∈ R3: 0 ≤ x ≤ y ∧ 0 ≤ z ≤ 4 −4

9 x2+ y2



La prima condizione individua i punti la cui ascissa è positiva ma minore di quella del piano y = x.

La seconda descrive invece la regione compresa tra il pano xy, di equazione z = 0 e il paraboloide z = 4 −49 x2+ y2. Questo ha come asse di simmetria l'asse z e come vertice il punto (0; 0; 4).

4 2

X 0 -2 -4 -4

-2 0

Y 2 5

0 1 2 3 4

4 Z

(a) Insieme 3D (D)

X 8

6

4

2

0 -3 -4 -1 -2

Y 1 0 3 2

4 0 1 2 3 4 5

Z

(b) Insieme 3D (D), sezione.

X

-4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4

Y

-4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4

(c) Insieme 3D (D), vista dall'alto.

−4 −3 −2 −1 1 2 3 4

−4

−3

−2

−1 1 2 3 4

x y

(d) Insieme 2D (A)

Figura 1.10: Dominio di integrazione dell'integrale triplo e dell'integrale doppio.

(12)

Dal momento che l'insieme già fornisce l'intervallo di variazione di z in funzione di x e y, pare ragionevole impostare l'integrazione per li paralleli all'asse z:

0 ≤ z ≤ 4 − 4

9 x2+ y2 (1.57)

˚

D

xy dxdydz =

¨

A

ˆ 4−49(x2+y2)

0

xy dz

! dydx =

¨

A

xy

 4 − 4

9 x2+ y2



dydx (1.58)

L'insieme A è la proiezione del volume sul piano xy, di equazione z = 0. Si ricavano le disequazioni che descrivono l'insieme:

(D =0 ≤ x ≤ y ∧ 0 ≤ z ≤ 4 −49 x2+ y2

z = 0 −→ A =



0 ≤ x ≤ y ∧ 0 ≤ 4 −4

9 x2+ y2



(1.59)

A =0 ≤ x ≤ y ∧ x2+ y2≤ 9 (1.60)

Come si nota dalla gura, l'insieme è un ottavo di circonferenza. Data la particolare forma, per l'integrale doppio è opportuno passare alle coordinate polari, secondo la trasformazione:





x = ρ cos θ y = ρ sin θ dxdy −→ ρdρdθ

(1.61)

Con i seguenti estremi:

0 ≤ ρ ≤ 3 (1.62)

π

4 ≤ θ ≤ π

2 (1.63)

Si procede quindi nella risoluzione dell'integrale doppio:

¨

A

xy

 4 −4

9 x2+ y2



dydxpolari−→

¨

A

ρ cos θρ sin θ

 4 − 4

2



ρdρdθ =

¨

A

ρ3cos θ sin θ

 4 − 4

2

 dρdθ = (1.64)

= ˆ 3

0

ˆ π2

π 4

ρ3cos θ sin θ

 4 −4

2

 dθ

! dρ =

3 0

ρ3

 4 − 4

2

 dρ

 ˆ π2

π 4

cos θ sin θdθ

!

=

=

3 0

3−4 9ρ5

 1

2 ˆ π2

π 4

2 cos θ sin θdθ

!

=



ρ4− 4ρ6 6 · 9

3

0

·1 2

ˆ π2

π 4

sin 2θdθ =1

4(81 − 18) ˆ π2

π 4

2 sin 2θdθ =

=1

4(81 − 18) [− cos 2θ]

π π2

4 = 63

3

1.2 Applicazioni

1. La densità di massa di una semisfera di raggio a è µ (x, y, z) = k 2a −p

x2+ y2+ z2

con k > 0.

Determinare la massa totale del solido.

Per denizione, la massa di un solido è il triplo integrale della sua densità di massa su tutto il volume del solido. Si deve quindi risolvere:

˚

D

µ (x, y, z) dxdydz =

˚

D

k 2a −p

x2+ y2+ z2

dxdydz (1.65)

Dato che l'insieme di integrazione è una semisfera, si passa alle coordinate sferiche:









x = ρ sin φ cos θ y = ρ sin φ sin θ z = ρ cos φ

dxdydz −→ ρ2sin φ dρdφdθ

(1.66)

(13)

Gli estremi delle nuove variabili sono: 





0 ≤ ρ ≤ a 0 ≤ θ ≤ 2π 0 ≤ φ ≤ π2

(1.67)

L'angolo θ deve infatti spazzare tutto il piano xy, mentre φ, per individuare una semisfera, si deve limitare a metà dello spazio. Sia D0 l'insieme nelle nuove variabili; l'integrale da risolvere è:

˚

D

k 2a −p

x2+ y2+ z2

dxdydz = (1.68)

=

˚

D0

k

 2a −

q

ρ2sin2φ cos2θ + ρ2sin2φ sin2θ + ρ2cos2φ



ρ2sin φ dρdφdθ =

=

˚

D0

k

 2a −

q

ρ2sin2φ cos2θ + sin2θ + ρ2cos2φ



ρ2sin φ dρdφdθ =

=

˚

D0

k

 2a −

q

ρ2sin2φ + ρ2cos2φ



ρ2sin φ dρdφdθ =

=

˚

D0

k

 2a −

q

ρ2 sin2φ + cos2φ



ρ2sin φ dρdφdθ =

˚

D0

k (2a − ρ) ρ2sin φ dρdφdθ =

= ˆ a

0

ˆ 0

ˆ π2

0

k (2a − ρ) ρ2sin φ dφ

! dθ

! dρ =

 k

ˆ a 0

2aρ2− ρ3

 ˆ 0

1 dθ

 ˆ π2

0

sin φ dφ

!

=

2kπ

 2aρ3

3 −ρ4 4

a

0

= 2kπ 2a4 3 −a4

4



= 5π 6 ka4

2. Calcolare il volume della regione interna alla sfera x2+ y2+ z2 = 6 e posta al di sopra del paraboloide z = x2+ y2.

Per denizione, il volume di un solido limitato alla regione D è dato dalla formula:

V =

˚

D

1 dxdydz (1.69)

Si devono quindi individuare le disequazioni che descrivono D. La supercie interna alla sfera è identicata da:

x2+ y2+ z2≤ 6 (1.70)

Mentre i punti al di sopra del paraboloide sono quelli che rispettano:

z ≥ x2+ y2 (1.71)

3 2 1

X 0 -1 -2 -3 -3 -2 -1 0

Y 1 2 3 0 5

4

3

2

1 Z

(a) Insieme 3D (D)

8

X 6

4

2

0 -2 -3

-1

Y 1 0 3 2

0 1 2 3 4 5

Z

(b) Insieme 3D (D), sezione.

Figura 1.11: Dominio di integrazione dell'integrale triplo.

(14)

Si sceglie di integrare per li paralleli all'asse z. La variabile z è limitata superiormente dalla sfera e inferiormente dal paraboloide:

(x2+ y2+ z2≤ 6 z ≥ x2+ y2 −→

(z ≤p

6 − x2− y2

z ≥ x2+ y2 −→ x2+ y2≤ z ≤p

6 − x2− y2 (1.72) Si riscrive quindi l'integrale:

˚

D

1 dxdydz =

¨

A

ˆ √6−x2−y2 x2+y2

1 dz

!

dxdy =

¨

A

p6 − x2− y2− x2+ y2 dxdy (1.73)

L'insieme A su cui deve essere eseguito il doppio integrale è la proiezione sul piano xy del volume D: è quindi il cerchio racchiuso dalla circonferenza che sfera e paraboloide formano intersecandosi. Per scoprire il raggio occorre mettere a sistema le due superci, ricordando che il raggio di una circonferenza con centro sull'asse x = y = 0 è ρ = px2+ y2

(x2+ y2+ z2= 6 z = x2+ y2 −→

2+ z2= 6

z = ρ2 −→

(z2+ z − 6 = 0

z = ρ2 −→

(z = −3 ∨ z = 2 ρ =√

2 (1.74)

Dato che l'insieme di integrazione è un cerchio, si opera un cambio di variabili verso le coordinate polari:





x = ρ cos θ y = ρ sin θ dxdy −→ ρdρdθ

(1.75)

0 ≤ ρ ≤√

2 (1.76)

0 ≤ θ ≤ 2π (1.77)

Sia A0 l'insieme relativo alle nuove variabili. Si risolve l'integrale:

¨

A

p6 − x2− y2− x2+ y2 dxdypolari−→

¨

A0

p6 − ρ2− ρ2

· ρdρdθ = (1.78)

= ˆ 2

0

0

ρp

6 − ρ2− ρ3

 dρ =

ˆ 2 0

ρp

6 − ρ2− ρ3

!ˆ 0

1dθ



=

= 2π ˆ 2

0

ρp

6 − ρ2−ρ3dρ = 2π ˆ 2

0

ρp

6 − ρ2dρ−2π ˆ 2

0

ρ3dρ = −π ˆ 2

0

−2ρ 6 − ρ212 dρ−2π

ˆ 2 0

ρ3dρ =

= −2π 3

h

6 − ρ232i

2

0

− 2π ρ4 4



2

0

= −2π 3

 8 − 6√

6

− 2π = 2π 3

 6√

6 − 11

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