POPPER
prof. Andrea Bongiovanni
− Critica del principio di verificazione: una proposizione universale (una legge: ad es.
“tutti i cigni sono bianchi”) richiederebbe un numero infinito di verifiche → principio di falsificazione come criterio di demarcazione tra scienza e pseudoscienza (asimmetria tra verificazione e falsificazione: per confutare una teoria è sufficiente un solo “controfatto”
[il cigno nero]) → natura sempre congetturale-ipotetica di una teoria scientifica, che al massimo può essere “corroborata”.
− Scopo della scienza: la spiegazione dei fatti = possibilità di dedurli da una teoria:
l'explicans deve implicare l'explicandum, e avere prove empiriche indipendenti da esso
→ Newton explicans di Galilei e Keplero.
− Sono maggiormente esplicative quelle teorie che contengono un maggiore contenuto informativo (Ct), ossia da cui è possibile dedurre un numero maggiore di asserzioni empiriche (fatti).
a = “venerdì pioverà”; b = “sabato sarà sereno”; ab = “venerdì pioverà e sabato sarà sereno”.
P = probabilità.
1. Ct (a) < Ct (ab) > Ct (b) 2. P (a) > P (ab) < P (b)
Contenuto informativo (empirico) di una teoria inversamente proporzionale alla sua probabilità → è preferibile una teoria maggiormente falsificabile (cioè che ammetta un maggior numero di fatti che la falsifichino) in quanto maggiormente esplicativa (è da preferire una teoria “altamente improbabile”).
− Concezione popperiana delle teorie scientifiche come congetture: terzo punto di vista, diverso dall' “essenzialismo” [→ Galilei: teorie scientifiche come a) descrizioni vere del mondo e b) spiegazioni ultime] e dallo “strumentalismo” [teorie come meri strumenti pratici di previsione di fenomeni osservabili]. Entrambi oscurantisti perché non consentono il progresso della scienza, unicamente possibile attraverso la confutazione (falsificazione) di una teoria. Popper: teorie scientifiche come sì “descrizioni” del mondo, ma di cui si può asserire con certezza solo la falsità (falsificazione come unico momento in cui “cozzano” con la realtà) → unica certezza della scienza: sapere di non sapere.