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IL SIGNIFICATO DEI POPOLAMENTI ARBOREIED ARBUSTIVI FUORI FORESTA NEL PAESAGGIO AGRARIOE LA LORO DINAMICA EVOLUTIVAIN DUE AREE CAMPIONE DELLA SICILIA (1)

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MARCO MARCHETTI (*) - TOMMASO LA MANTIA (*) GIUSEPPE MESSANA (*) - GIUSEPPE BARBERA (*)

IL SIGNIFICATO DEI POPOLAMENTI ARBOREI

ED ARBUSTIVI FUORI FORESTA NEL PAESAGGIO AGRARIO E LA LORO DINAMICA EVOLUTIVA

IN DUE AREE CAMPIONE DELLA SICILIA (1)

FDC 261 : 235.42 : 907.1 : (450.82)

Il presente lavoro tratta del ruolo multifunzionale delle formazioni arboree e arbu- stive fuori foresta nei paesaggi agrari mediterranei, con lo scopo di approfondirne il signi- ficato territoriale anche nell’ottica delle reti ecologiche. Dopo aver esaminato il contesto nazionale ed internazionale dello studio di questi veri e propri biotopi di alto valore eco- logico e paesistico, ne viene proposta una semplice articolazione tipologica, inquadrata nelle definizione di FRA 2000, e si esaminano i primi risultati della ricerca avviata in Sicilia, in un paesaggio ancora soggetto a dinamiche di intensivazione agricola, proponen- do un semplice protocollo di rilievo di campo e un’analisi multitemporale.

I

NTRODUZIONE

Le aree forestali non boschive sono essenzialmente rappresentate dagli alberi e dalle formazioni fuori foresta e giocano un importantissimo ruolo multifunzionale soprattutto nei paesaggi agrari rappresentando spesso gli unici elementi naturaliformi, serbatoi di biodiversità e connettori ecologici (M

ASSA

e L

A

M

ANTIA

, 1997) e contribuendo non poco all’immagazzina- mento del carbonio e alla lotta alla desertificazione (ANPA, 2001).

– I.F.M. n. 4 anno 2002

(*) Dipartimento di Colture Arboree, Università degli Studi, Viale delle Scienze 11, 90128 Palermo (I); e-mail: agrofor@unipa.it.

(1) Lavoro svolto nell’ambito del progetto MIUR cofin2000 «Studio dell’influenza e del ruolo di frangivento, alberature e rimboschimenti nella lotta alla desertificazione in ambiente mediterraneo»

(coordinatore scientifico: O. Ciancio).

(2)

370

L

ITALIA FORESTALE E MONTANA

In genere, esse non sono state fin’ora considerate ai fini dei rilievi inventariali di tipo classico che da tempo hanno comunque cominciato ad interessarsi al rilievo di tutti gli spazi ecotonali (M

ARCHETTI

et al., 1998).

A livello europeo gli alberi fuori foresta sono stati a volte considerati indirettamente sia in rilevi di tipo campionario sulle statistiche agricole per scopi congiunturali che nella cartografia di copertura del suolo. Un esem- pio del primo tipo è il progetto LUCAS (Land use and land cover analysis from statistics): un piano di campionamento a due stadi che nel riconosci- mento delle classi di uso del suolo considera anche ambiti misti in aree puntuali di circa 7m

2

al secondo stadio estendibili fino a 20 m di raggio pro- prio per la presenza di alberi isolati o gruppi di alberi, oltre a realizzare transects di 1200 m per i cambiamenti della copertura del suolo. Non ven- gono rilevate altre variabili, tuttavia la registrazione della sequenza di usi del suolo fornisce interessanti informazioni sul paesaggio (EUROSTAT, 2001). Anche nella cartografia tematica di uso e copertura del suolo la pro- blematica è molto importante: essendo ormai lo studio della diversità una delle priorità nella determinazione delle politiche territoriali dell’UE, ed in particolare di quelle agricole e di conservazione ambientale, si è spesso ten- tato di utilizzare le basi di dati disponibili per queste analisi; in particolare CORINE Land Cover, programma europeo per eccellenza di cartografia di uso e copertura del suolo ha consentito alcune analisi sommarie per passare dall’uso del suolo alla verifica della diversità a livello di paesaggio secondo le proposizioni della Landscape Ecology (EC, 1999), dimostrando però tutti i suoi limiti proprio nello studio delle classi miste (2.4 – aree agricole etero- genee, e 3.3 – spazi aperti con vegetazione rada) in cui la commistione di elementi naturali e seminaturali e artificiali è il vero valore legato alla biodi- versità, tanto da consigliare in molti casi l’approfondimento del sistema di nomenclatura a scale maggiori (B

OSSARD

et al., 2000; B

IANCHI

et al., 1999).

Dagli inizi degli anni ’90 infatti si è cominciato a capire che il paesaggio deve essere visto come un insieme di macchie e corridoi e che la connetti- vità deve essere considerata parametro chiave della gestione. Anche i con- cetti di rete agroforestale (F

RANCO

, 1999) legano in primo luogo alla confi- gurazione spaziale delle strutture del paesaggio le funzioni e i processi eco- logici che si possono instaurare e svolgere di trasporto e filtro-barriera o source-sink tra siepi, filari, alberate e campi coltivati, pur dipendendo in larga parte dalle specie e dal loro comportamento (home range e capacità dispersive); in genere queste sono infatti le strutture a maggior metastabi- lità, seguiti dalle piantagioni e dalle colture arboree e poi dai seminativi semplici estensivi e dalle monocolture industriali a rotazione.

D’altra parte, rilievi dettagliati delle presenze legnose fuori foresta, del

loro stato e della loro struttura sono stati a vario titolo realizzati nel corso

(3)

degli ultimi anni anche in contesti molto diversi: il grande valore di queste formazioni è dimostrato, oltre che dalle mutate caratteristiche della PAC e dei relativi studi propedeutici, dall’importanza che viene loro attribuita in tutti i progetti che legano, nei PVS, sicurezza alimentare e spazi forestali (FAO, 2000a); la disponibilità di boschi aperti nei paesaggi mediterranei iberici e le relazioni tra ordinamenti colturali, formazioni riparie e alberi sparsi e difesa del suolo vengono studiate anche per composizione, densità e vigore (L

OURO

e S

EQUEIRA

1998); nei paesaggi agrari centroeuropei, defo- restati da secoli, stime recenti confermano che l’entità del patrimonio legnoso fuori foresta ha spesso più o meno le stesse dimensioni di quello forestale chiuso (aree > 0.5 ha, ad esempio in Danimarca e Olanda) e sta dimostrando ulteriori incrementi.

Nel nostro paese non esistono indagini significative; una stima riporta- ta nei dati ufficiali relativi a TBFRA 2000 (Temperate and Boreal Forest Resources Assessment) parla di 90 milioni di metri cubi di legname negli alberi fuori foresta (UN-ECE, 2000), ma il dato non è calibrato su rilievi specifici. Esistono poi esperienze limitate, relative alle piantagioni fuori foresta, come l’inventario continuo della pioppicoltura padana (C

ORONA

e T

ABACCHI

, 2001) o ad analisi di dettaglio dell’uso del suolo su base campio- naria: un programma realizzato sulle statistiche dell’uso e della copertura del suolo a livello nazionale, utilizzando una base di osservazione di circa 1.200.000 fotopunti allocati sistematicamente su ortofoto digitali (coperture con riprese aeree 1989- 1996) in bianco e nero (P.O.Po.L.U.S – Permanent Observation Points for Land Use Statistics, Consorzio ITA, 2001), stima in circa 680.000 ha la presenza di alberi fuori foresta nel nostro paese. Si tratta in questo caso di un primo dato non aggiornato ma derivante da un rilievo metodologicamente significativo anche se, essendo non finalizzato allo scopo specifico, il metodo di campionamento non risulta certamente otti- mizzato per variabili a principale sviluppo lineare come sono queste forma- zioni nel nostro paese.

Altre esperienze sono in corso a livello metodologico per indagare le

presenze di alberi e arbusti fuori foresta nei rilievi legati a esperienze di inven-

tari multiobiettivo o nei rilevamenti del mosaico del paesaggio agrario (Coun-

tryside Surveys) basati sui principi della rappresentatività spaziale e quindi

della statistica campionaria, finalizzati soprattutto allo studio della biodiver-

sità (B

RANDT

et al., 2002): piani di campionamento e metodi differiscono a

seconda dell’enfasi posta sulle caratteristiche topologiche (rilievi per punti,

sistematici o multifase) o sulle differenze geografiche dovute a connessioni in

sistemi di paesaggio eterogenei (normalmente basati su campionamenti stra-

tificati e descrizioni); esempi diversi nel nostro paese fanno capo agli studi

condotti con i metodi dell’architettura del paesaggio che preferiscono

(4)

372

L

ITALIA FORESTALE E MONTANA

comunque sempre rilievi di tipo sintetico sulla struttura e tessitura dei pae- saggi più che quantificarne le componenti, al massimo stimando la densità degli elementi di stabilità ecologica (poligonali e lineari) nelle celle in cui viene diviso il territorio in esame (F

ERRARIO

et al., 1999).

Soluzioni diverse, che mirano a coniugare la descrizione del paesaggio con la quantificazione di specifici attributi caratteristici dei luoghi campio- nando le diverse coperture del suolo che lo caratterizzano, sono state già ten- tate in passato nell’inventario pilota in regione Liguria (MAF, 1993): il rilievo lineare degli elementi costituenti le aree miste prevedeva infatti due transect perpendicolari (a L, in direzione nord e est, di massimo 200 m a partire dal centro delle unità di osservazione inventariali), nei quali veniva effettuato il rilievo e la descrizione di tutte le coperture e usi del suolo presenti secondo un definito sistema di nomenclatura. I metodi di campionamento per transet- ti o strisce sono infatti i migliori per valutare e stimare la presenza di variabili disperse nel territorio con andamenti generalmente lineari (C

ORONA

, 2000).

Ciò è stato confermato recentemente anche a livello europeo nel protocollo previsto per la realizzazione di inventari delle risorse non legnose, dove nelle unità di osservazione (clusters sparsi a L) campionamenti lineari uniscono le diverse aree di saggio (C

HIRICI

et al., 2001; C

ORONA

et al., 2002).

I

L RUOLO DELLE FORMAZIONI FUORI FORESTA IN

S

ICILIA

La Sicilia, isola fortemente ventosa, vanta una storica tradizione nell’u- so dei frangiventi (B

ARBERA

e L

A

M

ANTIA

, 1991), tipologia prevalente nella categoria inventariale degli alberi fuori foresta nella regione, in molti casi realizzati impiegando cipressi, eucalipti, ulivi o valorizzando le siepi sponta- nee, spesso costituite da specie ripariali. In questo senso, come in tutti gli ambiti mediterranei, i biotopi arborei fuori foresta derivano da interventi specifici di difesa delle colture, non essendo ancora iniziati piani di

«deframmentazione» del territorio. La situazione è quindi diversa dall’Italia centro-settentrionale dove la trasformazione dell’agricoltura aveva già per- messo specifici interventi di ricucitura nei primi anni ’90 con siepi campe- stri e alberate, attraverso le misure di accompagnamento della PAC, che vengono ora seguiti da azioni di verifica e monitoraggio della loro efficacia (B

ONALBERTI

, 1999).

In molte isole circumsiciliane, le tradizionali opere di difesa dal vento

costruite con le pietre a secco, costituiscono un elemento caratteristico del

paesaggio (B

ARBERA

et al., 1997). La necessità di proteggere le colture dal

vento, ha determinato la diffusione dei frangiventi soprattutto lungo le

coste dell’Isola esposte maggiormente ai venti provenienti sia da sud (sci-

(5)

rocco) che da nord e nelle isole. Mancano, tuttavia, informazioni dettagliate su queste formazioni, ma anche sulle altre formazioni lineari nonché sugli alberi isolati, pur essendo noto il ruolo ecologico fondamentale che svolgo- no nelle zone aride, sia sotto il profilo climatico (contenimento dell’evapo- traspirazione innanzitutto) che dell’aumento della biodiversità (B

ARBERA

e L

A

M

ANTIA

, 1991; L

A

M

ANTIA

, 1997; L

O

V

ERDE

e L

A

M

ANTIA

, in stampa;).

Non è mai stata inoltre compiuta una valutazione dell’entità e della dinami- ca di questi sistemi; esiste una stima recente (C

ONSORZIO

ITA, op.cit.) relati- va alle superfici che per la regione vengono quantificate in circa 65.000 ha di alberi fuori foresta contro un totale di 318.000 ha di aree forestali s.s.. È molto importante anche nella pianificazione agricola poter considerare l’in- tegrazione delle problematiche della biodiversità tra ambiti strettamente agrari e spazi diversi, soprattutto in relazione alle coperture naturali e semi- naturali. In genere gli elementi considerati nel paesaggio agrario sono quelli che possono costituire microhabitat e corridoi ecologici capaci di contrasta- re l’omogeniezzazione delle colture industriali e di contribuire alla diversifi- cazione: biotopi lineari – filari, siepi, muretti a secco e divisori dei campi, ma anche fossi, canali e fiumi e relativa vegetazione riparia – o biotopi pun- tuali costituiti da piante isolate, gruppi di alberi, boschetti e piccole pianta- gioni o anche stagni, laghetti, torbiere e lembi di incolti abbandonati, prate- rie permanenti, arbusteti (la tabella 1 riporta una possibile classificazione degli habitat fisionomicamente più legati alla componente arborea). La necessità di analizzare le caratteristiche delle formazioni fuori foresta e quindi anche delle siepi-frangivento, è oggi avvertita anche per apprezzare il ruolo che questi sistemi svolgono anche nell’immobilizzazione di anidride carbonica e quindi nella riduzione dell’inquinamento atmosferico. Indiret- tamente, inoltre, le variazioni avvenute nelle quantità di questi elementi possono indicare le variazioni che caratterizzano il paesaggio agrario pur- troppo indirizzate verso il progressivo degrado di un sistema che punta verso una ridotta sostenibilità ambientale ed un maggiore apporto di input esterni (L

A

M

ANTIA

e B

ARBERA

, in stampa).

M

ATERIALI E METODI

Area di studio

L’area di studio comprende i Comuni di Menfi e Ribera, ambedue rica-

denti nella provincia di Agrigento (Fig.1). I territori sono interessati per lo più

da colture arboree specializzate quali agrumeti, vigneti ed uliveti e da seminativi

semplici alternati a colture orticole da pieno campo. Esiste anche una discreta

quantità di strade asfaltate e una fitta rete costituisce la viabilità poderale.

(6)

374

L

ITALIA FORESTALE E MONTANA

Tabella 1 – Articolazione tipologica delle formazioni forestali arboree e arbustive appartenenti alla classe degli Alberi Fuori Foresta (definizione inventariale sensu FRA 2000, ISAFA 1999)(*).

– The framework of the nomenclature adopted for the class «trees outside forest», sensu FRA 2000.

1. FORMAZIONI LINEARI

1.1 FASCE ARBOREE

1.1.1 Frangivento: fascia arborea protettiva, costituita da specie autoctone (es. Populus nigra) o alloc- tone (es. Cupressus sp.), conservata come difesa dal vento, principalmente per la protezione di coltivazioni agricole (es. agrumi, o colture ortive)

1.2 FASCE MISTE ARBOREE E ARBUSTIVE

1.2.1 Scarpata stradale: fascia destinata alla protezione di scarpate stradali (Eucalyptus sp., Acacia cya- nophylla e Pinus halepensis)

1.2.2 Formazioni riparie: aspetti vegetazionali legati a stazioni umide lungo i corsi d’acqua ed i vallo- ni, forma e ampiezza irregolari, costituite da Arundo donax, Tamarix sp., Salix sp.

1.2.3 Fasce a protezione di versanti (es. Eucalyptus sp. e Pinus halepensis)

1.2.4 Fasce agroforestali: fasce miste arboree arbustive dove prevalgono specie quali carrubo (Cerato- nia siliqua) e mandorlo (Amygdalus communis) spesso con funzione di protezione delle coltiva- zioni agrarie

1.2.5 Siepi arbustive di dimensioni irregolari costituite da arbusti spontanei (Rubus sp., Calicotome sp., Spartium junceum, etc.) o da specie alloctone (Opuntia sp.)

1.3FILARI

1.3.1 Filari ornamentali: alberate, singole o multiple di alberi, essenzialmente per arredo di strade pri- vate o di abitazioni (Cupressus sp., Pinus halepensis, Eucalyptus sp.).

1.3.3 Alberatura stradale: fascia d’arredo stradale con individui posti a distanza regolare su una o due file (Eucalyptus sp.)

2. FORMAZIONI PUNTUALI

Sono formazioni costituite da specie tipicamente forestali (es. Q. suber), agro-forestali (es. C. siliqua) e specie alloctone (Myoporum insulare, Acacia sp., Pinus sp.)

2.1PIANTA ISOLATA

2.2 GRUPPO DI PIANTE (2-5, con chiome riconoscibili e separabili)

2.3 BOSCHETTI (più di 5 piante o comunque chiome non distinguibili, e copertura sempre secondo gli standards di FRA 2000 per gli alberi fuori foresta)

(*) Va precisato che, nell’analisi multitemporale, per il 1987, essendosi l’interpretazione effettuata solamente da foto aerea, non si sono potute distinguere le diverse tipologie.

(7)

Figura 1 – L’area di studio.

– The study area.

Individuazione e rilievo dei popolamenti

L’individuazione dei popolamenti è avvenuta attraverso le seguenti fasi:

– Fotointerpretazione volo A.T.A. – Regione Siciliana del 1987 a colori (1:20000);

– Rilievi diretti in campo nel 2001 e classificazione secondo l’articolazione tipologica di cui alla tabella 1;

– Riporto su Ortofotocarta digitale in bianco e nero ed elaborazione della cartografia tematica con l’ausilio del GIS ArcView 3.2.

In ogni biotopo arboreo-arbustivo fuori foresta sono state rilevate: specie, numero di file o numero di individui, lunghezza, altezza media, profondità, densità (%), struttura, presenza e caratteri della rinnovazione, presenza di solchi di separazione dalle colture, eventuale presenza di colture protette, larghezza della chioma.

Criteri guida

Il criterio guida è, come detto, quello delle definizioni adottate dal

Forest Resource Assessment per l’inventario forestale mondiale all’anno

2000. In particolare esso prevede che il dominio degli inventari forestali

propriamente detti riguardi i boschi, le foreste (forest) e le altre terre bosca-

te (other wooded lands), ma per la prima volta evidenzia l’importanza della

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presenza di aree forestali non boschive (trees outside forest) nelle cosiddette

«altre terre» (other lands): (ISAFA, 1999).

Bosco: territorio con copertura arborea maggiore del 10% su un’estensione di almeno 0,5 ha. Gli alberi devono raggiungere un’altezza minima di 5 m a maturità in sito. Può essere costituito da formazioni naturali o artificiali, chiuse o aperte. Soprassuoli giovani o aree temporaneamente scoperte per cause naturali o per intervento umano, ma suscettibili di ricopertura a breve termine secondo i requisiti sopra indicati, sono inclusi nella definizio- ne di bosco. Sono inoltre inclusi: vivai forestali e arboreti da seme (che costituiscono parte integrante del bosco), strade forestali, fratte tagliate, tagliafuoco, e altre piccole aperture nel bosco, boschi inclusi in parchi nazionali, riserve naturali e altre aree protette, barriere frangivento e fasce boscate di larghezza maggiore di 20 m, sempreché maggiori di 0,5 ha. Sono incluse anche le piantagioni di alberi da gomma e le sugherete. È escluso il territorio prevalentemente destinato alle attività agricole. La definizione ita- liana per il secondo inventario forestale nazionale comprende anche i casta- gneti da frutto.

Altre aree boscate: territorio con copertura arborea del 5-10% di alberi capaci di raggiungere 5 m a maturità in sito, oppure con copertura di oltre il 10% di alberi o arbusti o cespugli non capaci di raggiungere 5 m a matu- rità in sito. Sono esclusi: le aree radicate da alberi, cespugli o arbusti come sopra specificato ma su un’estensione inferiore di 0,5 ha e larghezza di 20 m, classificati come altre terre.

Alberi fuori foresta: alberi radicati su terre non classificate a bosco o altre terre boscate.

Sono inclusi: alberi su territorio che soddisfa le definizioni di bosco e altre terre boscate eccetto che per l’estensione inferiore a 0,5 ha e la larghezza inferiore a 20 m (boschetti); alberi sparsi in pascoli e prati permanenti (pra- terie arborate); arboreti permanenti da frutto e palmeti da cocco; alberi in parchi e giardini, attorno ad edifici, al bordo e lungo strade, ferrovie, corsi d’acqua (filari); fasce frangivento di meno di 20 m di larghezza e 0,5 ha di estensione.

Può essere utile ricordare come questa definizione nasca dopo Rio (FAO, 2000b), dal processo di Kotka (in Finlandia, terminato nel 1996), quando alle tradizionali variabili inventariali forestali si decise di aggiunge- re i parametri collegati alla biodiversità, alla biomassa e ai cambiamenti del- l’uso e copertura del suolo, preparando gli standards per il Global Forest Resources Assessment (N

YYSSONEN

, 1993), pur limitando il dominio inven- tariale sensu stictu ai boschi e alle altre terre boscate. Attualmente, dopo l’ultima pubblicazione dello «State of World’s Forests» (FAO, 1999), presa coscienza della perdurante carenza di informazioni omogenee e attendibili

376

L

ITALIA FORESTALE E MONTANA

(9)

su scala mondiale è in corso di definizione il Global Forest Survey (GFS), campionamento multistadio su scala mondiale che ha mantenuto le stesse definizioni, specificando che gli alberi fuori foresta sono «alberi ed ambien- ti arborei (tree environments) su terre non definite foreste o altre terre boscate»; in particolare le note esplicative della definizione includono ora:

gruppi di alberi, alberi sparsi, piantagioni di alberi per scopi diversi dalla produzione legnosa includendo così anche palmizi e frutteti, parchi e giar- dini (FAO, 2000c). È emblematica la considerazione che tali sistemi vege- tali, naturaliformi o artificiali, hanno anche nel sistema di nomenclatura degli habitat europei EUNIS – European Nature Information System (D

AVIES

e M

OSS

, 2000): questo sistema di classificazione è perfettamente inquadrato nelle definizioni di FRA 2000 e stabilisce una classe ad hoc già al II livello gerarchico (G5 - Lines of trees, small anthropogenic woodlands, recently felled woodland, early-stage woodland and coppice). Anche il siste- ma tipologico forestale e preforestale regionale, ancora in corso di perfezio- namento (L

A

M

ANTIA

et al., 2000 e 2001), tiene in grande considerazione queste formazioni che ricadono in tutte le principali macrocategorie (for- mazioni naturali, naturalizzate, artificiali, macchie-arbusteti-garighe, forma- zioni riparie) con grande valore anche per l’innesco di fenomeni di coloniz- zazione e rinaturalizzazione ed in forte dinamismo con le aree agroforestali.

R

ISULTATI

In questa prima fase della ricerca, si è proceduto alla valutazione della consistenza delle formazioni lineari e i parametri rilevati sono stati la specie e la lunghezza delle formazioni.

In tabella 2 e 3 vengono riportate le caratteristiche delle formazioni lineari di Menfi e Ribera. A Menfi (Tab. 2) dal 1987 ad oggi sono spariti complessivamente circa 17 chilometri di formazioni lineari, riduzione non compensata dai circa 2700 m di nuove formazioni costituite per il 55% da frangiventi (Fig. 2). Anche a Ribera (Tab. 3) si è avuta una riduzione, seb- bene più contenuta, e pari a 5813 m e pochissimo compensata da nuove formazioni (Fig. 3).

La composizione delle formazioni lineari è varia, anche se il Cupressus sempervirens e l’olivo cipressino (Olea europea var. cipressino) sono le spe- cie maggiormente impiegate. Viene finalmente poco utilizzato il Cupressus arizonica in quanto tende a spogliarsi nella parte basale del tronco.

Dal confronto intertemporale, tra il 1987 e il 2001 si evidenzia anche

come alcune formazioni lineari con funzione di frangivento siano state

sostituite da reti artificiali in plastica.

(10)

Tabella 2– Formazioni lineari e loro caratteristiche nel territorio di Menfi (AG).Characteristics of linear plantations at Menfi (AG). PeriodoNumero TipologiaSpecie principaleSpecie secondaria complessivo Denominazione% (rispettolunghezzaSpecieN.di Lunghezza (m)SpecieN di al periodo)complessiva(m)impiantitipologia per specieper specie MinMedMax Presenti 121Impianti e formazioni 10017207Diverse16142952 nel 1987lineari complessive ma assenti nel 2001 Assenti20Frangiventi551729Cupressus739158402 nel 1987sempervirens ma presentiOlea europaea1145156203 nel 2001var. sativa (cv cipressino) Scarpate stradali5367Ailanthus altissima2778286 Pinus pinea492102112 Fasce a protezione di versanti20604Acacia cianophylla2107116125 O.e. var. sativa4184186188 (cv cipressino) Filari ornamentali2030Eucalyptus 130 camaldulensis Presenti 554Frangiventi52,242818C. arizonica1436 nel 1987C. sempervirens211A. cianophylla1 e nel 2001 C. arizonica8 O.e. var. sativa1 (cv cipressino) Opuntia ficus-indica 1 17140581200 E. camaldulensis936164782 O.e. var. sativa 6315167557 (cv cipressino) P. halepensis 537183317 (segue)

(11)

(segue Tabella 2) PeriodoNumero TipologiaSpecie principaleSpecie secondaria complessivo Denominazione% (rispettolunghezzaSpecieN.di Lunghezza (m)SpecieN di al periodo)complessiva(m)impiantitipologia per specieper specie MinMedMax Scarpate stradali16,811850A. cianophylla10E. camaldulensis4 Robinia1 pseudacacia 351801505 C. sempervirens4Myoporum1 insulare P. halepensis1 5270992 E. camaldulensis70A. cianophylla23 1111845847 P. halepensis131 Quercus suber831184417 Formazioni riparie4,23895Ceratonia siliqua4Ulmus minor3 352193211 C. sempervirens2108127145U. minor2 E. camaldulensis8O. europaea var.1 oleaster Rhus coriaria2 Rubus ulmifolius1 Salix caprea1 291202993 M. insulare2196223249E. camaldulensis2 Q. ilex3C. siliqua2 Q. pubescens1 94304600 R. ulmifolius178 U. minor3Ficus carica1 S. caprea1 521242061 Fasce a protezione di versanti6,93584C. sempervirens5P. halepensis1 681032034 E. camaldulensis21C. sempervirens6 329530715 P. halepensis10C. sempervirens1 27911379 U. minor24784121 (segue)

(12)

(segue Tabella 2) PeriodoNumero TipologiaSpecie principaleSpecie secondaria complessivo Denominazione% (rispettolunghezzaSpecieN.di Lunghezza (m)SpecieN di al periodo)complessiva(m)impiantitipologia per specieper specie MinMedMax Fasce agroforestali21568C. siliqua7Amygdalis communis2 551864595 A. communis 44367102 Siepi6,53399M. insulare3183973 O. ficus-indica23R. coriaria7 138020416 R. coriaria3O. ficus-indica2 1391772241 R. ulmifolius2R. coriaria1 1631701771 Senecio ficoides522115412 Filari ornamentali7,43142A. cianophylla53566150 C. siliqua1 38 C. sempervirens43670103 E. camaldulensis8 Casuarina equisetifolia1 P. halepensis1 311444086 Phoenix canariensis1 37 Filari ornamentaliP. halepensis21P. pinea1 215415020 P. pinea1183M. insulare1 Alberature stradali4,23432C. siliqua2 A. communis1 771211641 C. sempervirens286191296 E. camaldulensis 1716159517 P. pinea144 Platanus x hybrida167

(13)

Tabella 3– Formazioni lineari e loro caratteristiche nel territorio di Ribera (AG).Characteristics of linear plantations at Ribera (AG). PeriodoNumero TipologiaSpecie principaleSpecie secondaria complessivo Denominazione% (rispettolunghezzaSpecieN.di Lunghezza (m)SpecieN di al periodo)complessiva(m)impiantitipologia per specieper specie MinMedMax Presenti75Formazioni lineari105813Diverse878349 nel 1987 ma assenti nel 2001 Assenti4Frangiventi50113Cupressus sempervirens2775736 nel 1987 ma presentiFilari ornamentali50191Acacia cianophylla1108 nel 2001C. arizonica183 Presenti328Frangiventi40,0918328C. arizonica112267114 al 1987C. sempervirens10511146905A. farnesiana1 e al 2001C. sempervirens1 Eucalyptus 1 camaldulensis E. camaldulensis52369107C. sempervirens1 Opuntia ficus-indica1 74 Pinus halepensis2486581 P. pinea1 1011E. camaldulensis1 Thuja occidentalis1 49P. halepensis1 Olea europaea83085138 Scarpate stradali11,611020C. sempervirens1 98E. camaldulensis1 E. camaldulensis3733295972 Formazioni riparie14,34339A. cianophylla430110291Tamarix sp.1 E. camaldulensis1 105 Tamarix sp.421190449Phragmites 3 (segue)

(14)

(segueTabella 3) PeriodoNumero TipologiaSpecie principaleSpecie secondaria complessivo Denominazione% (rispettolunghezzaSpecieN.di Lunghezza (m)SpecieN di al periodo)complessiva(m)impiantitipologia per specieper specie MinMedMax Fasce a protezione di versanti8,82832A.cianophylla2204236267Tamarix sp.2 C. sempervirens287188288E. camaldulensis1 E. camaldulensis182290320 Myoporum insulare1 49 P. halepensis4203763 Tamarix sp.26988106 Fasce agroforestali1,5482Ceratonia siliqua33493184 Amygdalis communis266101136 Siepi6,41619A. cianophylla55092169 A. farnesiana3376189 Chamaerops humili184Arundo donax1 M. insulare33069131C. sempervirens1 O. europaea var.sylvestris232106179 Opuntia ficus-indica51667111 Pittosporum tobira1109Nerium oleander1 Rubus ulmifolius1 32 Filari ornamentali10,13221C. arizonica1841 C. sempervirens82358101 E. camaldulensis52462181 P. halepensis1628104381C. sempervirens1 E. camaldulensis1 P. pinea333234336C. sempervirens1 Alberature stradali6,41055C. sempervirens1 36 E. camaldulensis151253172A. cianophylla2 P. halepensis5224684P. pinea1

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Figura 2 – Porzione del territorio di Menfi (AG) con riportate le formazioni lineari al 1987 (a) e al 2001 (b).

– Part of Menfi countryside with the multitemporal (1987-2001) linear plantation.

a

b

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384

L

ITALIA FORESTALE E MONTANA

Figura 3 – Porzione del territorio di Ribera (AG) con riportate le formazioni lineari al 1987 (a) e al 2001 (b).

– Part of Ribera countryside with the multitemporal (1987-2001) linear plantation.

a

b

(17)

Grande diffusione ha avuto l’Eucalyptus camaldulensis, utilizzato per la resistenza all’aridità nonché per la capacità di rigenerarsi dopo il pas- saggio del fuoco. Insieme ad esso sono state utilizzate le acacie (per lo più Acacia cyanophilla) per il rinverdimento delle scarpate delle principali arterie stradali. Per la stessa tipologia, si rinviene nel territorio di Menfi la sughera (Quercus suber), ormai specie relitta, che un tempo costituiva for- mazioni più estese spesso presente in fasce arborate ad elevata naturalità, dove si nota la presenza di un corteggio floristico vario ed interessante con Smilax aspera, Pistacia lentiscus, Chamaerops humilis, Euphorbia cara- cias ed altre specie, tipiche di quella flora che un tempo rivestiva i querce- ti dell’area costiera. Questa diminuzione critica della specie rappresenta senza dubbio un grave problema ecologico e naturalistico oltre che pae- saggistico.

Le formazioni riparie si presentano difformi nei due comuni interes- sati: a Menfi si trovano relitti della macchia foresta un tempo presente, composta da Quercus ilex e Q. pubescens, insieme a Ceratonia siliqua;

talvolta la vegetazione riparia risulta composta da Ulmus minor, Salix caprea e Rubus ulmifolius. A Ribera tali formazioni sono per lo più carat- terizzate da Tamarix sp. presente negli impluvi, su suoli a prevalenza argillosa.

Le formazioni localizzate sui versanti sono costituite prevalentemente da cipresso comune e acacia (A. cyanophilla), mentre poco utilizzate sono le specie arbustive autoctone quali Tamarix sp..

Le siepi sono per lo più di Opuntia ficus-indica, utilizzate a triplice scopo di frangivento, coltura da frutto e come foraggio verde per gli ani- mali nel periodo estivo. Esse sono localizzate lungo le strade interpoderali o talvolta a protezione di versanti scoscesi. Talvolta le formazioni a fico- dindia abbandonate sono state colonizzate dal sommacco (Rhus coriaria), specie un tempo coltivata in Sicilia. Le siepi presentano la composizione più varia essendo costituite da acacie quali Acacia cyanophilla ed A. farne- siana, oltre che dal mioporo (Myoporum insulare) e da rovi (Rubus ulmifo- lius). Nel territorio di Menfi si è diffusa largamente una specie ornamenta- le, Senecio ficoides, utilizzata sia per formare siepi a protezione delle coltu- re che lungo le stradelle interpoderali a rivestimento di vecchi muri a secco.

I pini (Pinus halepensis e P. pinea), il Cupressus sempervirens e

l’Eucalyptus camaldulensis hanno trovato largo uso sia come alberature

a scopo ornamentale che come alberature stradali. Ciò è dovuto prin-

cipalmente alla facilità di reperimento del materiale vegetale nonchè

alla facilità di attecchimento delle piante ed al rapido sviluppo vegeta-

tivo.

(18)

386

L

ITALIA FORESTALE E MONTANA

C

ONCLUSIONI

Le caratteristiche agrarie dei due comuni, Menfi e Ribera, hanno subi- to delle grosse modifiche in seguito alla diffusione dell’irrigazione. Menfi fu inclusa nel Consorzio di Bonifica Basso Belice Carboj istituito nel 1952 a seguito della costruzione della diga sul fiume Carboj da parte dell’Ente di Riforma Agraria e che diede origine al lago Arancio. L’irrigazione ebbe ini- zio nel 1957 e per una superficie consortile di 3.687 ha. Ribera apparteneva al Consorzio di Bonifica Gorgo-Verdura-Magazzolo istituito nel 1959 che a tutt’oggi permette di avere una superficie irrigabile pari a 5570 ha.

L’introduzione di tale innovazione portò una graduale ma radicale modificazione del paesaggio interessando gli ordinamenti colturali che da seminativi e mandorleti si trasformarono in agrumeti, vigneti e colture orti- ve. Le colture arboree che si diffusero furono prevalentemente agrumeti, pescheti e vigneti e, tra le ortive, carciofo, anguria, melone invernale e peperone.

Questo processo di intensivizzazione dell’agricoltura ha determinato e continua a causare nel territorio siciliano grossi squilibri (L

A

M

ANTIA

e B

ARBERA

, in stampa) come, nel caso specifico di questi territori, la diffusio- ne di numerosi frangiventi vivi e soprattutto morti (reti plastiche). Oggi la crisi soprattutto dell’agrumicoltura determinata anche dal perdurare della siccità, ha causato una nuova modifica del sistema agrario, con la dismissio- ne o l’abbandono di moltissimi frutteti in parte sostituiti da colture orticole.

Ciò ha comportato anche l’estirpazione di alcune fasce frangivento un tempo a servizio degli agrumeti. Tutto ciò consente di constatare un perdu- rare del fenomeno di diminuzione dei microhabitat e delle componenti legnose fuori foresta, oltre alla diffusione prevalente di specie alloctone, in netto contrasto con la tendenza generale dell’agricoltura centroeuropea e anche dell’Italia settentrionale dove questo fenomeno ha iniziato la sua inversione di tendenza alla fine degli anni ‘80 (B

RANDT

e H

OLMES

, 2001;

H

AINES

-Y

OUNG

et al., 2000) sia per i biotopi di tipo lineare che per quelli

di tipo areale. Poiché questi processi indirettamente determinano un aggra-

varsi della crisi ambientale e in particolare del processo di desertificazione

che, nel territorio siciliano, interessa proprio le aree costiere meridionali

(S

CIORTINO

e G

IORDANO

, 2001) è necessario che al più presto si proceda

alla realizzazione di un inventario su basi permanenti delle aree forestali

boschive e non boschive, auspicabilmente integrando tale analisi con quella

della biodiversità nel paesaggio agrario dell’isola; in questo senso la verifica

della presenza e della qualità dei microhabitat può essere considerata un

ottimo indicatore, coniugabile anche con le necessità derivanti dall’integra-

zione delle reti ecologiche nella pianificazione territoriale. L’integrazione di

(19)

metodi di campionamento areale, adeguati alle indagini generali su scala regionale (C

ORONA

e M

ARCHETTI

, 2000) con metodi di campionamento lineare a strisce o transects si rivela un’opportunità percorribile a basso costo sia in campo che in laboratorio tramite analisi a video, consentendo anche verifiche multitemporali che evidenzino la dinamica dei fenomeni passati e di quelli in corso e correlazioni efficaci con i metodi cartografici e l’adozione di sistemi telerilevati ad alta risoluzione per il monitoraggio costante dei cambiamenti (M

ARCHETTI

, 1997), in funzione della scala d’in- dagine.

R

INGRAZIAMENTI

Ringraziamo Pietro Puma e Nicoletta Riggio per l’aiuto prestato nel- l’effettuare i rilievi.

SUMMARY

The meaning of trees outside forests in the countryside and their evolution in two test areas of Siciliy

Present work deals with the multifunctional role of trees outside forests in the mediterranean countryside and agricultural landscapes. The international and Italian context is presented, focusing on the high ecologic and naturalistic value of these actual biotopes, giving the framework of a simple system of nomenclature to be adopted for a field and multitemporal survey, in a specific Sicilian landscape still dominated by intensive cropping.

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