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Limitiamoci dapprima a considerare una funzione f di periodo 2π. Cercheremo di “approssimarla” con polinomi trigonometrici di ordine n della forma

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Academic year: 2021

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(1)

L’idea che sta alla base degli sviluppi in serie di Fourier `e quella di approssimare, in qualche senso, le funzioni (integrabili) periodiche per mezzo di funzioni pi` u regolari e/o pi` u facilmente maneggiabili come le funzioni trigonometriche. Un riferimento molto completo per questi argomenti `e [2] oppure [3, Cap. 12].

0.1 Funzioni 2π-periodiche

Limitiamoci dapprima a considerare una funzione f di periodo 2π. Cercheremo di “approssimarla” con polinomi trigonometrici di ordine n della forma

s n (x) = a 0

2 +

n

X

k=1



a k cos kx + b k sin kx 

. (1)

Data una funzione 2π-periodica f : R → R cerchiamo di scegliere i coefficienti a 0 , a k e b k in modo da minimizzare lo scarto quadratico cio`e da rendere minima la quantit`a

E n = Z 2π

0

f (x) − s n (x)  2

dx.

I coefficienti scelti, per f integrabile, come nella Tabella 1 sono detti coefficienti di Fourier di f . Osserviamo che con tale scelta a 0 = 1 π

R 2π

0 f (x) dx.

a k = 1 π

Z 2π 0

f (x) cos kx dx, k = 0, 1, 2, . . .

b k = 1 π

Z 2π 0

f (x) sin kx dx.

k = 1, 2, . . .

Tabella 1: Coefficienti di Fourier per funzioni 2π-periodiche Si dimostra che vale il seguente teorema

Teorema 0.1.1. Supponiamo che f sia 2π-periodica ed integrabile in [0, 2π], al-

lora, al variare di s n tra tutti i polinomi trigonometrici di ordine n della forma

(2)

2

(1), lo scarto quadratico E n `e minimo quando i coefficienti di s n sono scelti come nella Tabella 1. In questo caso si ha

E n = Z 2π

0

f (x) 2 dx − π a 0

2 +

n

X

k=1

(a 2 k + b 2 k )

! . Inoltre (identit` a di Parseval)

Z 2π 0

f (x) 2 dx = π a 0

2 +

X

k=1

(a 2 k + b 2 k )

! , cio`e lim

n→∞ E n = 0.

La serie

a 0

2 +

X

k=1



a k cos kx + b k sin kx 

. (2)

con i coefficienti dati dalla Tabella 1 `e detta serie di Fourier di f . Si pu`o dimostrare che

s n (x) = 1 π

Z π

−π

f (x + t) sin(n + 1/2)t 2 sin(t/2) dt.

Questa formula `e utile per il calcolo numerico di s n (x), infatti richiede il computo di un solo integrale ed evita la somma (numericamente instabile) di termini di diversa grandezza.

E facile vedere che se f : R → R `e una funzione 2π-periodica pari, cio`e tale ` che f (x) = f (−x) per ogni x ∈ R, allora nella sua serie di Fourier compaiono solo coseni (cio`e 0 = a 0 = a 1 = . . .); se invece f `e dispari, ovvero tale che f (x) = −f (−x) per ogni ∈ R, allora nella sua serie di Fourier compaiono soltanto seni (cio`e 0 = b 1 = b 2 = . . .).

Osserviamo inoltre che ogni funzione definita sull’intervallo [0, 2π] pu`o sempre essere estesa ad una funzione 2π-periodica su tutto R. Inoltre, ogni funzione f definita definita sull’intervallo [0, π] pu`o essere estesa sia ad una funzione 2π- periodica pari su R, sia ad una funzione 2π-periodica dispari su R dando cos`ı luogo ad uno sviluppo in (soli) coseni o in (soli) seni di f .

0.2 Funzioni di periodo qualunque

Sia T > 0 dato e sia f : R → R una funzione T -periodica integrabile su [0, T ].

Prendendo ω = 2π/T , e s T n (x) = a 0

2 +

n

X

k=1

 a k cos(kωx) + b k sin(kωx) 

, (3)

si ha che lo scarto quadratico E n T =

Z T

0

f (x) − s n (x)  2

dx.

(3)

a k = 2 T

Z T

0

f (x) cos(kωx) dx, k = 0, 1, 2, . . .

b k = 2 T

Z T

0

f (x) sin(kωx) dx.

k = 1, 2, . . .

Tabella 2: Coefficienti di Fourier per funzioni T -periodiche

`e reso minimo dalla scelta dei coefficienti come nella Tabella 2 Pi` u precisamente vale il seguente risultato

Teorema 0.2.1. Supponiamo che f sia T -periodica ed integrabile in [0, T ], allora, al variare di s T n tra tutti i polinomi trigonometrici di ordine n della forma (3), lo scarto quadratico E n T `e minimo quando i coefficienti di s T n sono scelti come nella Tabella 2. In questo caso si ha

E n T = Z T

0

f (x) 2 dx − T 2

a 0

2 +

n

X

k=1

(a 2 k + b 2 k )

! .

Inoltre (identit` a di Parseval) Z T

0

f (x) 2 dx = T 2

a 0

2 +

X

k=1

(a 2 k + b 2 k )

! ,

cio`e lim

n→∞ E T n = 0.

La serie

a 0

2 +

X

k=1



a k cos(kωx) + b k sin(kωx)  . con i coefficienti dati dalla Tabella 2 `e detta serie di Fourier di f .

0.3 Convergenza puntuale

Poniamoci il problema della convergenza puntuale di una serie di Fourier.

Sia f : [0, T ] → R una funzione limitata monotona a tratti 1 Estendiamo f ad una funzione T -periodica su R. In questo caso, per ogni x 0 ∈ R, risultano ben definiti i limiti destro e sinistro di f

f (x + 0 ) =

def.

lim

x→x

+

0

f (x) f (x 0 ) =

def.

lim

x→x

0

f (x).

1

Cio`e tale che [0, T ] si possa decomporre in un numero finito di sottointervalli su cui f risulti

monotona.

(4)

4

Teorema 0.3.1. Sia f come sopra. Allora i coefficienti di Fourier sono ben definiti e la serie di Fourier converge per ogni x 0 alla media dei limiti destro e sinistro di f , cio`e

a 0

2 +

X

k=1

 a k cos(kωx 0 ) + b k sin(kωx 0 ) 

= f (x + 0 ) + f (x 0 ) 2

con ω = 2π/T . In particolare, negli estremi dell’intervallo [0, T ] la serie converge a f (0 + ) + f (T )/2, inoltre in ogni punto di continuit`a x ∈ (0, T ) di f la serie di Fourier converge a f (x).

f(x)

n=3

n=5 n=7

0 1 2 3 4 5 6 7

−1.3

−0.9

−0.5

−0.1 0.3 0.7 1.1 1.5

0 1 2 3 4 5 6 7

−1.3

−0.9

−0.5

−0.1 0.3 0.7 1.1 1.5

0 1 2 3 4 5 6 7

−1.3

−0.9

−0.5

−0.1 0.3 0.7 1.1 1.5

0 1 2 3 4 5 6 7

−1.3

−0.9

−0.5

−0.1 0.3 0.7 1.1 1.5

Figura 1: Alcune somme parzia- li della serie di Fourier relativa all’onda quadra 2π-periodica Questo teorema non deve far pensare che

il grafico del polinomio S n T si avvicini neces- sariamente a quello di f . A questo proposito si consideri la serie di Fourier dell’onda quadra (2π-periodica di ampiezza 1) cio`e della funzione

f (x) =

( 1 se 0 ≤ x < π

−1 se −π < x < 0

estesa periodicamente a R. Con facili calcoli si vede che la serie di Fourier di f `e data da

X

n=0

4

π(2n + 1) sin(2n + 1)x.

Si pu`o dimostrare che la proiezione sull’asse

delle ordinate della curva y = s n (x) ristretta ad un intorno di x 0 = 0 tende (per n → ∞) ad un segmento i cui estremi sono diversi da f (x + 0 ) = 1, f (x 0 ) = −1. 2 Questo fatto `e noto come fenomeno di Gibbs (si veda per esempio [1, Cap. 2 §10]) ed `e del tutto generale nei punti di discontinuit`a.

0.4 Rappresentazione nel campo complesso

Usando la relazione

e int = cos(nt) + i sin(nt), n ∈ Z

`e facile dimostrare che la (1) pu`o essere scritta nella forma s n (x) =

n

X

k=−n

c k e ikx , n = 0, 1, . . .

2

Con questa scelta di f , per esempio, si pu` o dimostrare che la proiezione tende al segmento di estremi

±

„ 1 + 2

π Z

π

sin t t dt

«

.

(5)

scegliendo, per k ∈ Z,

c k = ( a

k

−ib

k

2 for k ≥ 0,

a

k

+ib

k

2 for k ≤ 0, dove si `e posto b 0 = 0.

La serie di Fourier (2) di una funzione f si pu`o allora scrivere nella forma:

+∞

X

k=−∞

c k e ikx ,

dove i coefficienti c k , k ∈ Z, sono dati dalla formula:

c k = 1 2π

Z 2π 0

f (x)e −ikx dx.

(6)

Bibliografia

[1] Sansone G., Orthogonal functions. Dover, New York, 1991.

[2] Tolstov G.P., Fourier series. Dover, New York, 1976.

[3] Widder D.V., Advanced Calculus, II edition. Dover, New York, 1989.

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