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(1)

Dalla Filosofia della Natura alle Scienze della Natura

Scienza e Ontologia Duale della Realtà

Gianfranco Basti

basti@pul.it

Facoltà di Filosofia e

IRAFS – International Research Area on

PONTIFICIA UNIVERSITAS LATERANENSIS

(2)

FILOSOFIA DELLA NATURA

COME ONTOLOGIA DELL’ENTE NATURALE

Sezione I

(3)

Una definizione

Con il termine «filosofia della natura»

si definisce nella nostra accezione quella parte della metafisica che ha per oggetto l’essere (essenza o

natura ed esistenza) degli enti del mondo fisico, i medesimi enti che sono oggetto di studio, nei loro

aspetti fenomenici,delle scienze

naturali (Basti 2002, 225)

(4)

Premessa: metafisica e personal commitment

Il caso tipico della cosmologia e un modo stantio di fare filosofia (ontologia) della natura

1. S. Weinberg: la realtà è assurda, ma...

 Comunque possano essere risolti tutti questi problemi, e qualunque modello cosmologico possa rivelarsi esatto, la soluzione trovata non potrà darci alcun conforto. Negli esseri umani c’è un’esigenza quasi irresistibile di credere che noi abbiamo un qualche rapporto speciale con l’universo, che la vita umana non sia solo il risultato più o meno curioso di una catena di eventi accidentali risalente fino ai primi tre minuti, che la nostra esistenza fosse già in qualche modo preordinata fin dal

principio. Mentre scrivo queste righe mi trovo in un aereo che vola a 9.000 metri di quota nel cielo del Wyoming, diretto da San Francisco a Boston. Sotto di me la terra mi appare dolce e confortevole: qua e là sono sospese soffici nubi, che il sole

declinante tinge di rosa; la campagna è attraversata da strade rettilinee che collegano una città all’altra. È molto difficile rendersi conto che tutto ciò è solo una piccola parte di un universo estremamente ostile. Ancora più difficile è rendersi conto che

l’universo attuale si è sviluppato a partire da condizioni indicibilmente estranee e che

sul suo futuro incombe un’estinzione caratterizzata da un gelo infinito o da un calore

intollerabile. Quanto più l’universo ci appare comprensibile, tanto più ci appare senza

scopo (Weinberg 1977, 170).

(5)

Continua…

 …Ma

– Ma se non c.è conforto nei risultati della nostra ricerca, c.è almeno qualche consolazione nella ricerca stessa.

Gli uomini e le donne non si accontentano di consolarsi con miti di dei e di giganti o di restringere illoro

pensiero alle faccende della vita quotidiana.

Costruiscono anche telescopi, satelliti e acceleratori, e siedono alla scrivania per ore interminabili nel tentativo di decifrare i dati che raccolgono. Lo sforzo di capire l’universo è tra le pochissime cose che innalzano la vita umana al di sopra del livello di una farsa,

conferendole un po’ della dignità di una tragedia

(Weinberg 1977, 170s.).

(6)

Continua…

2. J.D. Barrow & G. J. Tipler (1968): il principio antropico “forte” (SAP):

– “The Universe must have those properties which allow life to develop within it at some stage in its history” ( Intelligent Design, ID)

– “Observers are necessary to bring the Universe into being”

(PAP of J. A. Wheeler)  Il problema dell’informazione in QM (“It from bit”)  Soluzione mediante QFT dissipativa –  K. Stengers: “The Universe is not fine-tuned to life; life is

fine-tuned to the Universe”  Intelligent Design: esempio della falsa teologia del Dio-Tappabuchi.

–  G. V. Coyne: “Intelligent design isn't science even though

it pretends to be. If you want to teach it in schools, intelligent

design should be taught when religion or cultural history is

taught, not science” (2005)

(7)

Continua…

3. S. Hawking: “Dio non gioca a dadi”

– «Dobbiamo dunque cercare una

spiegazione nel principio antropico? Tutto quanto fu dunque il prodotto di un caso fortuito? Questa sembra essere una

conclusione del tutto insoddisfacente, una negazione di tutte le nostre speranze di comprendere l’ordine sottostante

all’universo” (Hawking 1988, 157).

(8)

Cosa abbiamo imparato da queste opinioni: concetti-chiave

1. Ontologia non può essere ridotta a esposizione di opinioni personali.

2. Il vero problema è la dialettica ordine-disordine che soggiace alla realtà ( cosmologia: informazione-vuoto quantistico).

3.  Fondazione fisica della nozione di informazione senza riferimento all’osservatore (vs. Szilard): informazione come correlazione in QFT dissipativa, informazione = neghentropia

>> energia libera  distinzione bosoni di gauge/bosoni di Goldman

4.  Errore logico SAP confusione fra necessità ontica e deontica (due sensi “perché”, causale e finale)

5.  Errore logico ID: confusione fra logiche intensionali

(ontologia, metafisica, teologia) e logiche estensionali (scienze

matematiche teoriche ed applicate (naturali))

(9)

Analisi teoretica: analisi logica

 Gli strumenti che useremo per le nostre analisi delle teorie scientifiche, metafisiche e teologiche sono quelle tipiche del pensiero occidentale fin dalle origini: l’analisi logica e l’analisi ontologica:

Analisi Logica (Pr  Th): ogni teoria, formulata in un linguaggio, implica un insieme di enunciati che possono essere provati in essa attraverso un determinato metodo o insieme di regole.

Naturalmente ogni teoria può essere provata e/o interpretata (Th  Pr’  Th’) all’interno di una meta-teoria Th’ costruita in un linguaggio di ordine logico più alto  Th’ completa per Th.

Tripartizione della analisi logica delle teorie:

Analisi sintattica: della coerenza come conformità alle leggi logiche (logica formale, analisi dei sistemi formali)

Analisi semantica: della verità come conformità allo stato di cose in quanto espresso in enunciati empirici (logica materiale, teoria dei modelli)

Analisi pragmatica: dell’efficacia in relazione agli agenti della

comunicazione e all’interazione col mondo esterno (logica dialettica)

(10)

Analisi logica delle teorie scientifiche

 Epistemologia delle scienze matematiche e naturali = epistemologia senza soggetto conoscente (Popper)

  Logica del metodo ipotetico-deduttivo della scienza

limitata alle sole dimensioni sintattica (= sistema formale) e semantica (= interpretazione del sistema formale)

 Teorie scientifiche = modelli matematici =

interpretazioni di una struttura su un determinato dominio di oggetti  Teoria scientifica = insieme di enunciati

 proposizioni matematiche.

 Spiegazione scientifica: individuazione di leggi

matematiche che connettano variabili dipendenti e

indipendenti (cognitio certa per leges)

(11)

Analisi teoretica: analisi ontologica

Analisi Ontologica (As  Th): ogni teoria, in quanto implementata in un processo comunicativo (ontologia = parte della pragmatica e non della sola semantica e sintattica), include un insieme di asserti = enunciati, espressi in un linguaggio coerente (sintassi) il cui senso è legato anche al contesto (agenti) d. comunicazione, oltre che riferiti (semantica) ad una o più categorie di oggetti (cose  enti) che esistono o possono esistere nel dominio della teoria.

Ontologia formale (OF): per evitare ambiguità nell’interpretazione degli asserti è possibile assiomatizzare in logica modale un’ontologia espressa in un linguaggio naturale e formalizzarla in termini di calcolo simbolico.

OF vs. LF (Cocchiarella 2001; 2004:2007; Basti 2004; 2007;

2011; 2012):

Predicazione aggettivale vs. appartenenza di classe: es.: “Questo vegetale è verde”

(Aristotele: predicazione accidentale, di proprietà che il soggetto ha)

Predicazione sostantivale vs. appartenenza di classe: Generi concettuali/naturali vs. classi/insiemi. Es.: “Questo vegetale è un albero” (Aristotele: predicazione

essenziale o per generi/specie, di proprietà che il soggetto è = modalità di esistenza)

(12)

Analisi Ontologica (continua)

 Diversi sensi dell’essere vs. univocità (essere  genere):

quantificatori non legano solo variabili nominali (nomi di individui: x,y), ma anche variabili predicative (nomi di concetti, proprietà: F, G)

secondo diverse modalità di esistenza (esistenza naturale, concettuale, concettuale cum fundamento in re).

 Predicazione di esistenza vs. assegnare un valore ad una variabile (legandola e/o sostituendola con una costante): “esiste un gallese giocherellone”  “qualche gallese (Jonny) è un giocherellone”.

Scienza moderna = fenomenica ( verità  evidenza) perché il suo modo di dire “esiste” coincide col legare/sostituire una

variabile, p.es., attraverso una misura (scienze empiriche), e/o

attraverso una dimostrazione di non-contraddittorietà (scienze

matematiche).

(13)

Schema delle possibili ontologie

 Tutte le principali ontologie possono essere ridotte al seguente schema in base a come sono considerati gli universali nella

predicazione:

Ontologia

 

Nominalismo Realismo  

Concettualismo Naturalismo  

Fisicalista Modale

(14)

LOGICA MODALE COME SINTASSI DEL DIALOGO INTERDISCIPLINARE

Sezione II

(15)

Tre età nello sviluppo della LM assiomatizzata

Non vero-funzionalità dei calcoli intensionali  diverse condizioni di verità  diverse logiche

intensionali tutte interpretazioni di comuni strutture sintattiche modali.

 Seguendo (Blackburn, de Rijke & Venema, 2010)

distinguiamo tre ere nello sviluppo logica modale (LM) assiomatizzata:

1. Era sintattica (1912-1959): C.I.Lewis…

2. Era classica (1959-1972): Semantica relazionale di S.

Kripke basata sulla Teoria dei frame

3. Era attuale (1972…): interpretazione algebrica di S. K.

Thomason della teoria dei frame  LM come

metalogica dell’algebra (coalgebre)  della theoretical computer science ( fisica (QFT), biologia e

neuroscienze):

(16)

Due principi fondamentali

dell’interpretazione algebrica di LM

a.  Correspondence principle equivalence between modal formulas interpreted on models and first order formulas in one free variable  Possiblity of using ML (decidable) for individuating novel decidable fragments of first-order logic (being first-order

theories (models) incomplete or not fully decidable) b.  Duality theory between ML relation semantics

and algebraic semantics based on the fact that

models in ML are given not by substituting free

variables with constants like in predicate calculus,

but by using binary evaluation letters in relational

structures (frames) like in algebraic semantics.

(17)

Intensional logic and intentionality

 There exists an intensional logical calculus, just like there exists an extensional one, and this explains why

both mathematical and philosophical logic are today often quoted together within the realm of computer science.

 This means that intensional semantics and even the intentional tasks can be simulated artificially («third person» simulation of «first person» tasks, like in human simulation of understanding, without conceptual

«grasping»).

  The “thought experiment” of Searle’s “Chinese Room”

is becoming a reality, as it happens often in the history of

science

(18)

Triangolo delle relazioni logica

filosofica/logica matematica in LM

Conscio Intenzionale

 Logiche Intensionali

Fisico  Osservativo

 Logica Estensionale Computazionale Simulativo

 Logica Estensionale/Intensionale

(19)

Sensi dell’essere

Ciò che è reale  ciò che è esistente (essere  esistere). È reale:

– x,x: ciò che può essere, ma non esiste attualmente (p.es. enti passati/futuri

rispetto a un io pensante e/o a un concorso causale).

–  e x, e x: ciò che è attualmente

E!(a)= def ( e y) (y = a): ciò che è esistente

come individuo concreto  ( e F) E!(F)

(20)

Realismo intenzionale: proprietà concettuali (classi) e naturali

 Cuore del realismo intenzionale di Tommaso d’Aq. (e di Cocchiarella) è la tesi dell’analogia dell’essere fra concetti e proprietà naturali (=

doppia significazione concettuale e naturale dei predicati), le quali sono definibili come causalmente realizzabili in natura:

(F j )(x 1 ),…,(x j ) F(x 1 ,…,x j ): proprietà concettuale ( n F j ) C (x 1 ),…,(x j ) F(x 1 ,…,x j ): proprietà naturale

 Proprietà naturali reali (  n ) in quanto entità, causalmente realizzabili (  C ), anche se non attualmente realizzate, in nessun individuo (vs.

Aristotele)  ontologia dei futuribili rispetto alla causalità divina nella teologia di Tommaso e ontologia dell’evoluzione rispetto alla

causalità naturale nella fisica e nella biologia contemporanee  compatibilità di evoluzione e Xmo.

Cfr. anche ontologia meccanica quantistica e ontologia meccanismi caotici non-stocastici (caos deterministico) di variazione selettiva nei sistemi complessi, non-lineari, stabili fuori dall’equilibrio: Shaw,

Prigogine, Kauffmann, etc. che coniugano determinismo causale e impredicibilità logica in quanto corrispettivo in fisica, chimica e

biologia dell’ontologia delle proprietà naturali “causalmente realizzabili”

(21)

ONTOLOGIA DUALE IN FISICA, BIOLOGIA E

NEUROSCIENZE

Sezione Terza

(22)

Potenza del cambio di ordinamento…

+ + =

+ + =

(23)

Informazione: grandezza fisica immateriale

Determinismo vs indeterminismo

–  In una scienza determinista non c’è spazio per l’informazione né per un’ontologia duale della

forma/materia come costitutivi di ogni corpo/evento fisico (secc. XVI-XIX).

– Ma la fisica (e quindi la scienza moderna) non è più determinista almeno da un secolo (It from Bit), per questo non studia più solo la materia

(massa/energia: grandezze fisiche materiali) ma anche l’informazione (grandezza fisica

immateriale)  fine dell’armistizio cartesiano.

(24)

Ontologia duale in fisica biologia neuroscienze (Davies 2010; Smoot 2011; Vitiello 2012)

 Carattere evolutivo delle leggi fisiche

inversione dello schema platonico nella scienza moderna (Davies 2010):

– Matematica  legge fisica  informazione – Informazione  matematica  legge fisica

 Riscoperta schema aristotelico distinzione matematica

concreta/astratta

(25)

Cosmologia duale e

«informazione ontica»

A. Wheeler (it from bit) «informazione: grandezza fisica immateriale»:

It from bit. Altrimenti detto, noi poniamo che ogni ‘it’— ogni particella, ogni campo di forza, addirittura lo stesso continuo spazio-temporale — deriva la sua funzione, il suo significato, la sua stessa esistenza per intero — anche se in alcuni contesti solo indirettamente — dalle risposte elicitate dall’apparato a questioni di tipo si-no, scelte binarie, ‘bits’. 'It from bit' simbolizza l’idea che ogni componente del mondo fisico ha al fondo — molto in profondità, nella stragrande maggioranza dei casi — una sorgente ed una spiegazione immateriali; ciò che noi chiamiamo “realtà” sorge, in ultima analisi, dal porre delle questioni “si-no” e dalla registrazione di risposte evocate dall’apparato. In breve ciò significa che tutte le realtà fisiche sono

all’origine informazionali (information theoretic) e che tutto ciò costituisce un universo di partecipazione”

Interpretazione ontica (Davies 2010) dell’entropia/informazione vs.

interpretazione soggettiva (Szilard 1929).

Doppia sorgente cosmologica informazione: 1) decoerenza funz. onda (sorpresa / inf. di Shannon); 2) QFT dissipativa (lavoro / inf. Di

Boltzman)

 Informazione come neghentropia (I = -S) (Schroedinger) doppia componente:

1. Energia libera

2. Ordinamento  stati coerenti  bosoni di Goldman

(26)

Cosmologia duale e «universo olografico»

 Universo olografico (Smoot 2010):

1. Max quanità informazione attuale universo  volume attuale:

10 122 bit (Lloyd 2006)

2. Informazione buco nero  superficie orizzonte e non volume  analogia orizzonte eventi universo  stessa misura 10 122 bit!!!

«La teoria suggerisce che l’intero universo può essere concepito come una struttura informazionale bidimensionale “dipinta”

sull’orizzonte cosmologico, tale che le tre dimensioni che osserviamo ne sono soltanto un’effettiva descrizione a scale macroscopiche e a basse energie» (Smoot 2010).

Universo ha una «interiorità» la sua evoluzione è simile al dispiegarsi tridimensionale di un’origami di carta

bidimensionale… [= erronea ma suggestiva metafora platonica preformista]

Enti localizzati = effetto della decoerenza mediante interazione

con l’ambiente dell’unica funzione d’onda soggiacente [Zeh

2009: erronea, ma suggestiva metafora spinoziana infinitista]

(27)

Cosmologia duale e «universo olografico»

 Universo olografico (Smoot 2010):

1. Max quanità informazione attuale universo  volume attuale:

10 122 bit (Lloyd 2006)

2. Informazione buco nero  superficie orizzonte e non volume  analogia orizzonte eventi universo  stessa misura 10 122 bit!!!

«La teoria suggerisce che l’intero universo può essere concepito come una struttura informazionale bidimensionale “dipinta” sull’orizzonte

cosmologico, tale che le tre dimensioni che osserviamo ne sono soltanto un’effettiva descrizione a scale macroscopiche e a basse energie» (Smoot 2010).

Universo ha una «interiorità» la sua evoluzione è simile al dispiegarsi tridimensionale di un’origami di carta

bidimensionale… [= erronea ma suggestiva metafora platonica preformista]

Enti localizzati = effetto della decoerenza mediante interazione

con l’ambiente dell’unica funzione d’onda soggiacente [Zeh

2009: erronea, ma suggestiva metafora spinoziana infinitista]

(28)

Teoria Quantistica dei Campi (QFT) e nozione fisica d’informazione

Nozione di vuoto quantistico, III Principio termodinamica  cambio di paradigma dalla

visione newtoniana (≈ materia prima: «essere finito e sempre diverso»)

Sistemi quantistici come sistemi dissipativi  interazione con l’ambiente  generazione di

correlazioni  emergenza di domini di coerenza nel vuoto quantistico  passaggio

microscopicomacroscopico

Fondazione fisico matematica delle «strutture dissipative» di Prigogine  applicazione alla

coerentizzazione (AM-FM) delle dinamiche

caotiche scoperte da W. Freeman nel cervello.

(29)

Quanti (bosoni) di energia e d’informazione

 Dualità materia (massa-energia) /

informazione ≈ bosoni di gauge (fotoni, gluoni, bosoni W-Z) / bosoni di

Goldman (fononi, magnetoni, partoni, DWQ). I primi si conservano i

secondi no!!! Sono quanti d’informazione

 Esempi: cristalli, magneti,

superconduttori, materia vivente

(30)

Basi fisiche della vita:

coerentizzazione dei dipoli elettrici

Passaggio dalla cinetica alla dinamica chimica:

acqua come «matrice della vita» (70% dei ns. corpi)

 Il solo modo per “canalizzare” in maniera efficace le molecole, ciascuna oscillante con frequenze

caratteristiche che dipendono da leggi quantistiche, consiste nel sottometterle a dei campi

elettromagnetici, oscillanti anch’essi secondo

specifiche frequenze, che si propagano nell’acqua.

In tal modo molecole specifiche si possono

riconoscere l’un l’altra anche a distanza ed in mezzo

ad una moltitudine di altre molecole (Frölich, 1968)

(Popp & Yan, 2002)  domini di coerenza.

(31)

Continua…

 “La materia vivente può essere considerata come un insieme di dipoli elettrici la cui simmetria rotazionale (= equivalenza di tutte le direzioni, N.d.R.) è stata rotta” ( (Vitiello G. , 2010), p. 16. Per l’apparato

matematico della teoria

basato sulle coalgebre, cfr.

(Celeghini, Rasetti, &

Vitiello, 1992; Vitiello G. ,

1992; Del Giudice & Vitiello,

2006)

(32)

Continua…

Basi fisiche della vita:

 «Chimisimo autoregolato su base molecolare di sistemi auto- regolanti, stabili fuori

dall’equilibrio, con scambio di energia e bilancio energetico»

(Van Hagens 1985; Basti 1995ss.)

 Infatti caratteristico della QFT dissipativa è che, essendo sistemi aperti, sono

caratterizzati da molteplici stati di vuoto quantistico  rotture di simmetria  molteplici stati

coerenti = auto-organizzazione

(33)

QFT dissipativa, Co-algebre (A, A) e bisimilarità in LM

Il principio del DDF (Doubling of Degree of Freedom) (Vitiello) come nozione-chiave della QFT dissipativa.

 L’input dall’ambiente determina nella dinamica del sistema ricevente la risposta come auto-determinazione di un comportamento dinamico coerente, che definiremo A, con conseguente “congelamento” di altri possibili comportamenti dinamici (=congelamento degli altri gradi di libertà = rottura di simmetria del disordine = induzione di ordine).

 Da quel momento in poi, però, il medesimo input sarà letto sempre da quel sistema secondo quel determinato modo di risposta, ovvero come il complemento di A, e cioè A così da soddisfare

termodinamicamente la condizione di “bilancio energetico”, ovvero portare la differenza input/output sempre e comunque a “0” 

induzione di una condizione di bisimilarità con l’ambiente:

costituzione causale di una specie (=genere naturale) come

«struttura dissipativa».

Cfr. Teorema di J. F. van Benthem sulla bisimilarità in LM e sua

implementazione fisica  Y. Venema: LM logica delle coalgebre

(34)

Ontologia modale

dell’evoluzione biologica

 Ontologia evolutiva:

– Esistenza possibile generi

( k A) C ( e x)(yA) (x=y) (1);

– Esistenza attuale individui nei generi fisici

( k A) (yA)  C (E!(a)  (a=y)  ((ay)  A)) (2) – … nei generi biologici (epigenesi come mutua

saturazione individuo/specie analogamente S/P logica):

( k A) (yA)  C (E!(a)  (ay)  ((ay)  A)) (2b)

Tor Vergata 2 www.stoqatpul.org 34

(35)

Epigenetica e epigenesi

Epigenetica (Waddington): «La branca della biologia che studia le interazioni causali fra i

geni e i loro prodotti che portano all’esistenza il fenotipo». Oggetto: processi di segnalazione chimica mediante cui ambiente retro-agisce

sulle sequenze DNA attivandole/disattivandole

 specializzazione cellulare  generazione informazione in sistemi auto-organizzanti.

Epigenesi: Termine ontologico aristotelico

processo ontogenetico in quanto causalmente

(non logicamente) pilotato dal DNA.

(36)

Epigenesi in Tommaso: come doppia saturazione individuo-specie

… Dal che appare evidente la differenza esistente fra l’essere parte di un qualche tutto e l’essere di un

accidente. (...) Poiché pertanto l’essere assoluto è il

termine di ambedue le azioni causali (delle cause Prima e seconde, N.d.R.) (...), in tali enti abbiamo una duplice

composizione, e cioè:

a) del soggetto individuale esistente e dell’essenza, poiché l’individuo aggiunge molte cose alla sua natura specifica;

b) della composizione del tutto della cosa e del suo essere. (...) Quindi, l’essenza in essi non è ciò che direttamente ha l’essere, ma come ridotta all’essere attraverso un qualche soggetto individuale cui soltanto compete di avere l’essere ed al quale si termina l’azione del producente [De Nat.Mat., 8,404].

 Ontologia dell’epigenesi come meccanismo attivazione- disattivazione sequenze DNA e sua ereditarietà.

 Formalmente: induzione di una bisimilarità con l’ambiente

dell’individuo vs. specie e della specie vs. genere

(37)

ONTOLOGIA DUALE DELLA MENTE INTENZIONALE

Sezione IV

(38)

Intenzionalità cognitiva e neuroscienza duale

 “Generalization [stimulus equivalence] is one of the primitive basic functions of organized

nervous tissue. … Here is the dilemma. Nerve impulses are transmitted from cell to cell

through definite intercellular connections. Yet all behavior seems to be determined by

masses of excitation. (...) What sort of nervous organization might be capable of responding to a pattern of excitation without limited

specialized paths of conduction? The problem is almost universal in the activities of the

nervous system” (Lashley, 1942, p. 306).

(39)

Il Problema

Tor Vergata 2

S

O

E I

I II III

www.stoqatpul.org 39

(40)

Schema percettivo

(41)

QFT intenzionale

(42)

Formazione di pattern di attivazione complessi nel bulbo della corteccia

olfattiva simile al processo di condensazione/rarefazione pilotato da input

(43)

QFT come meccanismo di LTM

 Ovvero: ogni volta che un nuovo input è ricevuto da un determinato sistema sensorio (visivo, auditivo, tattile, etc.) attiva certamente la specifica rete neurale fatta di

connessioni sinaptiche cui gli ordinari studi neurofisiologici ci hanno abituato, ma questo avviene nell’ambito di

un’attività dinamica di fondo dei sistemi neurali nel loro complesso, che, lungi, dal consistere in un “rumore di fondo”, costituisce invece il contesto di “memoria

dinamica” a lungo-termine in cui – i gradi di libertà entro cui – interpretare il nuovo dato in arrivo.

 L’ambiente viene, perciò, “modellizzato dal cervello”, secondo però quella modellizzazione auto-adattiva

all’input, che l’input stesso ha originariamente elicitato nel

cervello medesimo.

(44)

Equivalenza per referenza causale

 Equivalenza modale implica bisimilarità sotto determinate condizioni. QFT-Doubling è una di queste (=LTS dove il «labeller» è l’input).

Intuitivamente:

 H 2 O  a-c-q-u-a

 H 2 O  w-a-t-e-r

 H 2 O  w-a-s-s-e-r

 H 2 O  e-a-u

 acqua-water-wasser-eau equivalenti, ma non

per bisimilarità fra di loro, ma di ciascuno con lo

stesso input con cui si duplicano dinamicamente

per dipendenza causale.

(45)

Referenza in Tommaso come doppia saturazione S/P…

 “Bisogna sapere che qui “universale” non viene inteso nel senso di ciò che viene

predicato di più soggetti, ma secondo un qualche adattamento o adeguazione

(adaptationem vel adaequationem) del predicato al soggetto, rispetto alla quale né il predicato viene detto senza il

soggetto, né il soggetto senza il predicato”

(In Post.Anal., I,xi,91).

 S/P=1 = S-P=0 (Basti 1995)

(46)

…Pilotato dalla causalità dall’oggetto esterno (from synapses to rules)

Secondo quanto dice il Filosofo nel Libro V della Metafisica, quella relazione che si trova nell’essere e che è solo di ragione è la relazione (di referenza, N.d.R.) secondo la quale ciò che è oggetto di riferimento non dipende da ciò che ad esso si

riferisce, ma viceversa (è ciò che si riferisce che dipende

realmente da ciò che è oggetto di riferimento, N.d.R.), poiché questa stessa relazione dice una qualche forma di dipendenza, come appare nella relazione fra scienza e scibile o fra senso e sensibile. La scienza, infatti, dipende dallo scibile, ma non è vero l’opposto: quindi la relazione mediante la quale la scienza si riferisce allo scibile è una relazione reale (ovvero, causale, N.d.R.), ma la relazione mediante la quale lo scibile si riferisce alla scienza è solo di ragione: infatti lo scibile si può dire “relato”, secondo il Filosofo, non perché esso si riferisca, ma perché

qualcosa si riferisce a lui (la referenza è dunque una relazione asimmetrica e Tommaso difende una teoria causale della

referenza, N.d.R.).

(47)

Formalizzazione della teoria della epigenesi/

/referenza come “doppia saturazione”

u

w

u

vu

v

vu

Fondazione di una relazione di equivalenza (transitiva- simmetrica-riflessiva) fra due mondi possibili a partire dalla relazione causale (transitiva e seriale) di ciascuno da un terzo e di ciascuno dei due con l’altro.

w  oggetto referenziale/nicchia ecologica u/v  soggetto/predicato –individuo/specie

incorporati in un processo causale epistemico

(48)

Conclusione

 Universalità intenzionale non perché abbiamo in testa le medesime idee (informazione) ma perché capaci di

«adeguarci» indefinitamente alla stessa

realtà rimanendo diversi cioè «persone»

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