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L'informativa settoriale ai sensi dell'IFRS 8: analisi della letteratura e prassi operativa

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Academic year: 2021

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Dipartimento di Economia e Management

Corso di Laurea Magistrale in Consulenza Professionale alle Aziende

TESI DI LAUREA

L’informativa settoriale ai sensi dell’IFRS 8:

analisi della letteratura e prassi operativa

Relatore:

Chiar.mo Prof. Marco Allegrini

Candidato:

Matteo Simoncini

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INDICE

Introduzione ... 5

CAPITOLO 1

L'IFRS 8: Operating Segments

1.1 Il ruolo e l’evoluzione del segmental reporting ... 9

1.2 Principio base e ambito di applicazione ... 13

1.3 La definizione di Operating Segment ... 19

1.4 I criteri di aggregazione e le quantitative thresholds ... 25

1.5 Le informazioni integrative e le “Entity wide disclosure” ... 35

1.6 Valutazione e riconciliazioni ... 42

1.7 La relazione tra IAS 36 e il reporting per segmenti ... 49

1.8 Le differenze con il previgente IAS 14R e con lo SFAS 131 ... 51

CAPITOLO 2

L'informativa settoriale nella prassi

2.1 L’informativa settoriale nel panorama nazionale ... 57

2.2 Evidenze empiriche circa l’impatto dell’IFRS 8 sul

financial reporting ... 64

2.2.1 Gli effetti del management approach sull’individuazione

dei settori ... 64

2.2.2 Gli effetti del principio sui dati settoriali e sulle misurazioni dei

risultati presentati ... 71

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2.2.3 Le Non-IFRS Measures ... 75

2.2.4 Gli effetti in merito alla completezza dell’informativa settoriale .. 83

CAPITOLO 3

I risultati di una ricerca empirica

3.1 L’obiettivo della ricerca ... 89

3.2 La scelta del campione ... 90

3.3 Rilevazione e presentazione dei risultati ... 92

3.3.1 Numero e tipologia degli operating segments ... 97

3.3.2 Le altre informazioni sulla composizione dei settori ... 104

3.3.3 Le Informazioni Integrative e le Entity Wide Disclosures ... 110

Conclusioni ... 129

Bibliografia e sitografia ... 131

(5)

Introduzione

Attualmente, il bilancio rappresenta un documento di assoluta importanza per qualsiasi società, in quanto mezzo di conoscenza della realtà aziendale, poiché contiene una molteplicità di informazioni che mirano a rappresentare in modo chiaro, veritiero e corretto la situazione finanziaria, patrimoniale ed economica di ogni società. Questo documento non ricopre soltanto una funzione conoscitiva, non si limita ad esprimere un giudizio sull’impresa in funzionamento e a evidenziare l’andamento della gestione passata, bensì ha anche l’onere e il dovere di comunicare ed informare. Deve essere uno strumento di sintesi, in grado di soddisfare contemporaneamente le differenti esigenze degli stakeholder.

Gli interlocutori sociali ai quali il bilancio si rivolge non sono pochi, e ognuno di questi ha un diverso fabbisogno informativo. Affinché la funzione informativa del bilancio sia assolta, questo deve includere un ampio set di informazioni che siano di comune interesse per tutti gli utilizzatori destinatari (finanziatori, fornitori, clienti, azionisti, lavoratori dipendenti, fisco oltre a Governo ed enti pubblici).

Al fine di risolvere questa problematica, l’Unione Europea ha adottato un insieme di principi contabili, i quali avevano l’obiettivo di favorire una migliore comprensione e comparabilità dei bilanci. Tali esigenze, unite al fenomeno della globalizzazione, hanno portato, quasi 15 anni fa, all’adozione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS. Questi ultimi miravano primariamente all’utilizzo di un linguaggio comune, tramite il quale consentire e agevolare la comparazione tra bilanci appartenenti ad imprese di paesi diversi, rendendoli maggiormente comprensibili a qualunque soggetto interessato.

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In particolare, all’interno del presente elaborato, sarà analizzato il principio contabile internazionale IFRS 8 – Operating Segments, riguardante l’informativa sui settori operativi. Tale standard, la cui emanazione ha sostituito il previgente IAS 14R del 1997, adotta un diverso approccio al fine dell’identificazione dei diversi settori operativi, in particolare il full management approach. Mediante tale metodo viene fornita ai lettori del bilancio la medesima prospettiva di osservazione utilizzata dal management per esaminare l’andamento generale dell’azienda, oltre a quello dei singoli settori, ai fini dell’allocazione delle risorse e della valutazione delle performance. Gli utilizzatori di bilancio hanno, quindi, la possibilità di vedere l’azienda “through the eyes of management”.

Il rilievo dell’informativa settoriale deriva dall’inidoneità del bilancio nell’evidenziare le singole unità economiche elementari, poiché questo mostra l’azienda nel suo complesso, l’unicum aziendale. In questo modo, diviene necessario evidenziare il contributo che le singole aree gestionali apportano al risultato economico prodotto. Il fine del presente lavoro consiste nell’illustrare, innanzitutto, la disciplina inerente all’informativa settoriale, passando, poi, alla presentazione di alcuni risultati di ricerca circa l’impatto del principio contabile internazionale su un campione di società quotate presso la Borsa italiana, operanti in tre differenti settori. Il fine di questa analisi consiste nel verificare le modalità di applicazione del principio IFRS 8 da parte delle società, per poter enfatizzare eventuali differenze o carenze a livello informativo.

Il primo capitolo verterà integralmente sullo studio e sull’analisi dell’IFRS 8; dopo aver inquadrato il ruolo ricoperto dall’informativa di settore nella comunicazione economico-finanziaria dell’impresa, sarà analizzato in dettaglio il Principio, sottolineando, al contempo, le differenze con il precedente IAS 14R e lo SFAS 131.

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Nel capitolo 2 si esamina, in primo luogo, l’informativa settoriale nel contesto nazionale, evidenziando gli aspetti più significativi delle poche norme civilistiche che disciplinano tale materia. In secondo luogo, verranno presentati diversi studi, ricerche e report, i quali documentano gli effetti dello standard IFRS 8 sulla presentazione, qualità, onerosità e altri profili rilevanti della segment disclosure fornita dalle società nei loro annual report.

Nel terzo ed ultimo capitolo saranno esposti i risultati dell’indagine empirica, la quale è stata effettuata su un campione di società quotate in Italia, appartenenti ai settori “Servizi finanziari”, “Servizi pubblici” e “Tecnologia”. Lo scopo dell’indagine è quello di accertare l’applicazione del principio IFRS 8 – Operating Segments, evidenziando la struttura informativa adottata da ciascuna entità del campione, in modo tale da valutare e commentare le differenze riscontrate nel contenuto e nella presentazione dell’informativa di segmento.

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1. L’IFRS 8: Operating Segments

1.1 Il ruolo e l’evoluzione del segmental reporting

L’informativa di settore ricopre un ruolo chiave nella comunicazione economico-finanziaria di qualsiasi azienda. Con la locuzione “informativa di settore” ci si riferisce ad una peculiare modalità di raccolta ed elaborazione dei dati in bilancio: questi ultimi possono rappresentare un valido supporto alle finalità conoscitive dei lettori di bilancio, qualora vengano disaggregati e rappresentati separatamente per ciascun settore o segmento. La segment information è quindi un’informativa di dettaglio finalizzata a rappresentare la dinamica gestionale delle varie aree di affari in cui l’impresa opera. L’informativa settoriale può condizionare il sistema relazionale interno dell’impresa e le relazioni che quest’ultima intraprende con l’ambiente esterno. In particolare, per comunicazione interna si intendono gli scambi di informazioni che abitualmente avvengono tra gli organi interni dell'azienda (tra cui rientrano, ad esempio, dirigenti, dipendenti, soci e collegio sindacale), i quali acquisiscono e forniscono informazioni al fine di assolvere i loro compiti, sia che essi siano decisionali, di controllo o meramente operativi. Questo flusso informativo, che viene poi elaborato ed affinato, prosegue all’esterno dell’impresa, per essere trasmesso a terzi: ciò rappresenta la comunicazione esterna.

Il bilancio, principale strumento tramite il quale l’impresa comunica e interagisce con l’ambiente esterno, ha l’onere di soddisfare esigenze informative ancor più specifiche e tempestive, dovute alla variabilità dell’ambiente e alla dinamicità del sistema aziendale. Proprio questi fattori hanno evidenziato l’esigenza di affiancare il documento contabile con una serie di rendiconti, approfondimenti, analisi fondamentali per gli interlocutori

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sociali. Fra i rendiconti suddetti rientrano proprio i report settoriali: essi sono strumenti solitamente utilizzati nei processi di pianificazione e controllo di gestione, ma che hanno acquisito importanza anche per quanto concerne la comunicazione esterna, soprattutto dopo il susseguirsi di nuove disposizioni normative internazionali.

Ciò nasce da alcune lacune mostrate dal bilancio nella presentazione dell’informativa di imprese diversificate o multibusiness: questa, così come presentata, non si focalizzava su singole componenti elementari (settori), bensì evidenziava solamente l’azienda nel suo complesso, mostrandosi quindi non allineata agli obiettivi delle strategie di diversificazione.

Il segmental reporting, e, più in generale, la comunicazione economico-finanziaria favoriscono la diffusione di informazioni propedeutiche ad una successiva interpretazione della dinamica finanziaria ed economica prospettica e passata.1

Già a partire dalla seconda metà degli anni Settanta, i primi studi scientifici riconobbero al reporting per segmenti una funzione integrativa al bilancio, poiché consentiva ai diversi stakeholder di beneficiare di un’informativa più esauriente. Data l’importanza crescente che stava assumendo, nel 1976 venne emanato dal FASB (Financial Accounting Standards Board) il principio contabile SFAS 14 - Financial Reporting for Segments of a Business Enterprise, il quale prevedeva la pubblicazione obbligatoria di report su ricavi, attività e risultati operativi relativi alle diverse aree geografiche e linee di business. Dopo aver assistito alla pubblicazione di tale principio e di altre linee guida sul medesimo argomento, l’International Accounting Standards Committee (IASC), nel 1981, emanò il principio contabile IAS 14 – Reporting Financial Information by

1 ALLEGRINI M., L’informativa di periodo nella comunicazione economico-finanziaria. Principi e contenuti,

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Segment2 che, nonostante fosse allineato al principio statunitense, presentava un contenuto più ristretto (26 paragrafi rispetto ai 106 dello SFAS 14).3 Con il passare degli anni, l’IAS 14 originario cominciò a presentare limiti e lacune tra cui la mancanza di chiarezza circa la definizione di segmento, la genericità della disclosure geografica, l’assenza di informazioni su passività e flussi di cassa e il silenzio in merito alla possibilità di unire settori di dimensioni ridotte.

Per questi motivi, a partire dal 1994, l’IASC iniziò un progetto di riforma dello IAS 14, anche a causa dei cambiamenti che stavano interessando i principi contabili nel panorama nordamericano in materia di informativa di settore. Verso la fine del 1995, venne emanato l’Exposure Draft E51, Reporting Information by Segment, il quale costituisce la bozza per la pubblicazione, due anni più tardi, del nuovo principio contabile internazionale IAS 14R (revised), Segment Reporting.4 Nel 1997, lo Statement of Financial Accounting Standards No. 14 fu sostituito dall’attuale SFAS 131 - Disclosures about Segments of an Enterprise and Related Information.

L’IAS 14, rivisto nella sostanza, mostrava un contenuto piuttosto differente rispetto alla versione emanata nel 1981 e si connotava per un maggior grado di dettaglio. In particolare, la novità consisteva in un diverso approccio per l’identificazione dei settori, la quale avveniva sulla base del profilo rischio-rendimento presentato da ciascuno di essi (risk-reward approach)5: ogni combinazione produttiva omogenea sotto il profilo rischio-rendimento, anche se ricondotta dal management a settori distinti per via dell’eterogeneità relativa a gestione e controllo, poteva essere inclusa in un medesimo

2 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS COMMITTEE, IAS 14 - Reporting Financial Information by

Segment, IASC, Londra, 1981.

3 ANGIOLA N., IAS 14: Segment Reporting. Interpretazione e Applicazione, Franco Angeli, Milano, 2004.

4 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS COMMITTEE, IAS 14R – Segment Reporting, IASC, Londra,

1997.

5 Lo IAS 14, invece, si fondava sul risk-return approach, che consiste in un’analisi delle opportunità e rischi delle

diverse attività di un’impresa attraverso la mappatura in aree geografiche e settori merceologici. Inoltre, rispetto allo IAS 14R, il principio originario richiedeva di fornire per ogni settore 6 tipologie di informazioni: ricavi infrasettoriali, basi per il calcolo dei prezzi di trasferimento infrasettoriali e ricavi verso terzi, risultato, attività, riconciliazioni, cambiamenti rilevanti nei criteri contabili di settore.

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settore. In questo modo, quindi, si favoriva la comparabilità tra settori operativi di aziende distinte, visto che il criterio base era appunto rappresentato dall’omogeneità rischio-redditività.

Questo tipo di approccio, però, si differenziava da quello seguito dallo standard statunitense, il management approach. Tale discrepanza in tema di rappresentazione dell’informativa settoriale condusse FASB e IASB – International Accounting Standards Board6, a partire dal 2002, ad avviare congiuntamente un ambizioso progetto di convergenza (convergence project), formalizzato con il Norwalk Agreement7, allo scopo di allineare i principi contabili che i due board hanno nel tempo emanato e limare le differenze ancora esistenti, in modo da rendere uniforme la rappresentazione in bilancio delle performance aziendali. In base all’accordo spettava allo IASB modificare l’IAS 14R; nel 2005, allora, il Board confrontò il suo standard con lo SFAS 131 e dai risultati della comparazione si palesarono difformità riguardanti: individuazione dei segmenti, principi contabili di settore, informazioni di segmento da fornire ed infine modalità di presentazione dei dati settoriali.

A quel punto, lo IASB aveva a disposizione due opzioni per la modifica dell’IAS 14R: la prima alternativa consisteva nell’entrata in vigore di un nuovo principio che rispecchiasse le previsioni di quello americano; la seconda, invece, prevedeva lo sviluppo ex-novo di una bozza dello standard, che però fosse equidistante fra i due suddetti principi.

Al fine di raggiungere il più rapidamente possibile l’obiettivo del convergence project, l’organismo internazionale adottò la prima soluzione e, nel gennaio 2006, pubblicò

6 Dal primo aprile 2001 questa è la nuova denominazione del precedente IASC. I principi contabili internazionali

emanati dall’IASC fino al 2001 mantengono la denominazione di International Accounting Standards (IAS); quelli approvati successivamente dallo IASB sono denominati International Financial Reporting Standards (IFRS).

7 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD & FASB, Memorandum of understanding – The

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l’Exposure Draft 8 – Operating Segments per poi arrivare, a novembre dello stesso anno, all’emanazione dell’IFRS 8.

1.2 Principio base e ambito di applicazione

L’IFRS 8 – Operating Segments è stato emanato nel novembre del 2006, in seguito ad una consultazione tra esponenti del mondo imprenditoriale, accademico e delle professioni ed è stato adottato con il Regolamento (CE) n. 1358/2007, il quale lo ha recepito nell’ambito del processo di convergenza tra gli US GAAP e i principi contabili internazionali IAS/IFRS. L’applicazione del nuovo principio è prevista a decorrere dai bilanci degli esercizi con inizio dal primo gennaio del 2009 o da data successiva; è ammessa l’applicazione anticipata. Qualora un’impresa adotti questa soluzione, tale fatto deve essere specificamente indicato in bilancio.8

Il principio sostituisce il previgente IAS 14R – Segment Reporting9 e sostanzialmente ricalca le previsioni dello SFAS 131. Il principale elemento di novità consiste nell’adozione del full management approach o approccio direzionale, già seguito dallo standard statunitense (al contrario dello IAS che si fondava sul risk and reward approach): questo prevede che gli operating segments oggetto di informativa esterna, quali distinte componenti di un’entità, siano così identificati in base ai flussi informativi (sistema di reporting interno) ed alla struttura organizzativa interna dell’impresa, la quale dovrebbe riflettere la differenza nei rischi e rendimenti che la direzione reputa rilevanti allo scopo di una gestione corretta e consapevole.10

8 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD, IFRS 8 – Operating Segments, par. 35. 9 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD, IFRS 8 – Operating Segments, par. 37. 10 BUSSO D., DEZZANI F., BIANCONE P.P., IAS/IFRS, IPSOA Editore, Torino, pag. 2643, 2012.

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I segmenti individuati, quindi, possono corrispondere, per esempio, alle tipologie di prodotti/servizi offerti, ai canali distributivi, alla tipologia di clientela servita, alle aree geografiche: un’indagine di KPMG11, a tal proposito, dimostra che la maggior parte delle imprese che hanno optato per l’applicazione anticipata dell’approccio manageriale puro dell’IFRS 8, hanno utilizzato più fattori per l’identificazione dei segmenti (in particolare combinando aree geografiche con le tipologie di prodotti e servizi offerti). L’informativa settoriale da presentare in bilancio, quindi, coincide con quella utilizzata dal management al fine della misurazione dei risultati di ciascun settore operativo e della ripartizione ottimale delle risorse disponibili. Grazie a questo metodo, i destinatari del bilancio sono messi nelle condizioni di osservare l’azienda “through the eyes of management”12, ovvero analizzare il trend dei singoli settori e l’andamento generale

dell’impresa per valutare l’allocazione delle risorse e le performance raggiunte.

Tutto ciò si traduce in un miglioramento della significatività e attendibilità dei dati settoriali poiché le informazioni, già disponibili in azienda per fini interni, non necessitano di elaborazioni onerose in termini di tempo e costi.

L’unico svantaggio dell’approccio direzionale è rappresentato dalla minore comparabilità spaziale, ovvero tra settori operativi di aziende diverse, poiché non rileva più l’omogeneità sotto il profilo rischio-rendimento. Si possono configurare come settori distinti (se così considerati dal reporting interno) anche sottosistemi aziendali che presentano un profilo risk-reward similare. Tale limite, però, è ampiamente superato dal vantaggio di cui godono gli utilizzatori del bilancio nell’avere a disposizione i medesimi elementi di valutazione assunti dal top management per il governo dell’impresa.

11 KPMG, The Application of IFRS: Segment Reporting, KPMG IFRG Limited, pag. 9, Settembre 2010.

12 KAJÜTER P., NIENHAUS M., “Segment Reporting Through the Eyes of Management”, in Oxford Business Law

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Lo IASB stesso, nel 200613, ha motivato l’emanazione dell’IFRS 8 indicando diversi vantaggi derivanti dall’adozione del management approach:

1) Le aziende potranno identificare i segmenti sulla base del reporting interno; 2) L’informativa settoriale risulterà più coerente con quella che l’impresa fornisce

nelle altre parti del bilancio (ad esempio, nella relazione sulla gestione); 3) Alcune aziende individueranno più segmenti;

4) L’informativa settoriale sarà più ampia anche nei bilanci intermedi.

Il Board era anche consapevole del fatto che, per le ragioni appena menzionate, molti utilizzatori del bilancio erano favorevoli all’approccio direzionale di SFAS 131, perciò ha deciso di allinearsi alle disposizioni del principio contabile statunitense.

Il principio base dell’IFRS 8 (Core principle) indica come obiettivo principale quello di fornire le informazioni che permettono ai lettori del bilancio di valutare la natura e gli effetti economico-finanziari delle diverse attività imprenditoriali svolte dall’entità ed i contesti economici nei quali questa opera.14

Secondo PwC, l’applicazione di tale standard deve essere ragionata: il management dovrebbe considerare il principio base al fine della determinazione dell’informativa di segmento piuttosto che fare affidamento sul set di regole prospettato. Il concetto chiave è che l’impresa dovrebbe fornire le informazioni utilizzate dalla direzione aziendale, le quali consentano agli utilizzatori di bilancio di comprendere le principali attività svolte, dove queste sono localizzate e i loro risultati in termini di performance.15

Il Core principle enfatizza sostanzialmente la funzione dell’informativa settoriale, la quale è contenuta nelle note al bilancio (Note Esplicative). Secondo gli IAS/IFRS,

13 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD, IFRS 8 - Operating Segments, Basis for

conclusions, 2006, BC9.

14 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD, IFRS 8 - Operating Segments, par. 1.

15 PRICEWATERHOUSECOOPERS, A practical guide to segment reporting, PricewaterhouseCoopers International

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queste devono includere informazioni descrittive o, comunque, analisi più dettagliate dei valori esposti negli altri prospetti di bilancio (tra i quali rientrano stato patrimoniale, conto economico, rendiconto finanziario e prospetto delle variazioni delle poste di patrimonio netto). Esse, inoltre, devono contenere anche l’informativa richiesta ed incoraggiata dagli altri Principi contabili internazionali e, in generale, ogni altra informazione che risulti necessaria allo scopo di ottenere una presentazione attendibile. Sempre a tal fine, il Framework – Quadro sistematico per la preparazione e la presentazione del bilancio – afferma che è possibile includere informazioni aggiuntive, di natura quantitativa o qualitativa, in forma discorsiva, grafica o tabellare, purché derivino o comunque siano basate su prospetti o altro materiale esplicativo facenti parte integrante del bilancio.

È stato riscontrato che le aziende potrebbero mostrarsi riluttanti nei confronti dell’IFRS 8: il fatto che vi sia un obbligo di presentazione nelle note esplicative dell’informativa settoriale, per giunta allineata ai dati gestionali, espone al rischio di rendere accessibili a tutti informazioni riservate relative all’impresa, di natura strategica ed operativa. Per evitare ciò, le entità potrebbero volutamente abbattere le informazioni settoriali da presentare in bilancio, spiegando che solo queste sono utilizzate internamente dal management al fine della valutazione dell’andamento dei singoli segmenti.

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I paragrafi 2-4 definiscono l’ambito di applicazione del principio, il quale ricalca, in sostanza, quello del previgente IAS 14R.16 In dettaglio, l’IFRS 8 deve essere applicato:

1) Al bilancio individuale o separato17 di un’impresa:

a) i cui strumenti rappresentativi del capitale o titoli di debito siano negoziati un mercato pubblico (inteso come borsa valori estera o nazionale oppure un mercato cosiddetto “over the counter”18, compresi mercati regionali e

locali); oppure

b) il cui bilancio sia depositato o sia in procinto di farlo presso una Commissione per la borsa valori o altro organismo di regolamentazione al fine di emettere una qualunque categoria di strumenti finanziari in un mercato pubblico;

2) Al bilancio consolidato di un gruppo avente una capogruppo:

a) i cui strumenti rappresentativi del capitale o titoli di debito siano negoziati un mercato pubblico (inteso come borsa valori estera o nazionale oppure un mercato cosiddetto “over the counter”, compresi mercati regionali e locali); oppure

b) il cui bilancio sia depositato o sia in procinto di farlo presso una Commissione per la borsa valori o altro organismo di regolamentazione al fine di emettere una qualunque categoria di strumenti finanziari in un mercato pubblico.

16 Esso si applicava, analogamente all’IFRS 8, alle imprese i cui titoli di debito o azioni erano negoziati

pubblicamente e alle imprese che avevano in corso di emissione azioni o titoli di debito in mercati mobiliari pubblici (IAS 14R, par. 3).

17 Ai sensi dello IAS 27 (paragrafo 7) il bilancio individuale è il bilancio presentato da un’impresa che non detiene

alcuna partecipazione in controllate, collegate, joint venture.

Per bilancio separato (IAS 27, paragrafi 4 e 37), invece, si intende il bilancio presentato da una controllante o partecipante, nel quale le partecipazioni in controllate, collegate e joint venture sono valutate col metodo dell’investimento diretto (costo o fair value in base allo IAS 39).

18 Con tale espressione si identifica un mercato mobiliare non soggetto ad alcuna regolamentazione specifica inerente

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Il paragrafo 4 dell’IFRS 8 fornisce un’utile precisazione in merito al punto 2) suindicato: qualora un unico fascicolo di bilancio contenga il bilancio consolidato di una controllante che rientra nell’ambito di applicazione del principio congiuntamente al bilancio separato di tale controllante, l’informativa settoriale deve essere presentata soltanto con riferimento al bilancio consolidato. L’obbligo di redigere l’informativa non si estende, quindi, al bilancio di esercizio della holding se questo è contenuto, insieme al bilancio consolidato, all’interno del financial report. Se così non fosse, sarebbe necessario presentare l’informativa di settore relativa al bilancio separato della controllante quotata, in aggiunta a quella richiesta per il consolidato.

Anche in questo caso non vi sono novità rispetto all’IAS 14R poiché tale esenzione, sin dalla sua origine, ha permesso ai redattori del bilancio di evitare un’inutile duplicazione dei costi.

Un’altra peculiarità rimasta immutata è la possibilità, concessa alle società non soggette all’applicazione dei principi IAS/IFRS, di presentare l’informativa di settore volontariamente a patto che siano rispettate le previsioni dell’IFRS 8. Qualora una società, seppur in modo volontario, esponga i suoi dati settoriali senza conformarsi (in tutto o in parte) alle disposizioni del principio, non potrà definire le informazioni fornite come informativa di settore.19

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1.3 La definizione di Operating Segment

Dopo aver trattato specificamente del principio base e dell’ambito di applicazione dell’IFRS 8, è opportuno soffermarsi sulla definizione che quest’ultimo fornisce al fine dell’identificazione degli Operating Segments.

In particolare, un settore operativo è un’unità economico elementare, una componente di un’impresa diversificata20:

a) che intraprende attività imprenditoriali generatrici di ricavi e costi (compresi quelli infrasettoriali, ovvero relativi ad operazioni con altre componenti della medesima impresa);

b) i cui risultati operativi siano periodicamente21 rivisti al più alto livello operativo decisionale (CODM – Chief Operating Decision Maker) ai fini dell’adozione di decisioni in merito alla valutazione dei risultati e alle risorse da allocare al settore;

c) per la quale sono disponibili informazioni di bilancio separate.

In merito al punto a) suindicato, si precisa che è considerato operating segment anche un settore che ha intrapreso un’attività imprenditoriale dalla quale non ha ancora ottenuto ricavi: ci si riferisce alle attività in fase di start-up.22 Il conseguimento dei ricavi, in questo caso, non rileva al fine della determinazione di un settore operativo. Non è invece specificato quali debbano essere le informazioni di bilancio separate di cui al punto c).

20 La definizione di settore operativo è contenuta anche all’interno del “Appendice A – Definizione dei Termini”

dell’IFRS 8.

21 Il principio non definisce cosa debba intendersi con “periodicamente”, quindi sarebbe opportuno giudicare caso per

caso il rispetto di tale condizione. Comunque, si ritiene che quest’ultima sia rispettata quando il CODM rivede i risultati operativi almeno trimestralmente. La sola revisione dei ricavi, però, non è sufficiente per integrare il requisito.

(GRANT THORNTON, IFRS 8 Implementation Guide, pagg. 16-18, Giugno 2009, disponibile su www.grantthornton.tw/en/eglpublications/ifrs/operating-segments/.)

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Si ritiene comunque non necessario fornire uno stato patrimoniale del settore in oggetto; sono sufficienti, ad esempio, informazioni sui ricavi e margine operativo lordo per linea di prodotto. Talvolta il management potrebbe ricevere solamente informazioni circa i flussi di cassa delle componenti dell’entità: questi, tuttavia, permettono di farsi un’idea piuttosto attendibile della profittabilità di un segmento e perciò possono integrare il requisito di cui alla lettera c).23

Un altro chiarimento è dato dal paragrafo 6 del principio, il quale stabilisce che ciascuna componente di un’entità non costituisce necessariamente un settore operativo o parte dello stesso: talvolta alcune divisioni funzionali o la direzione di una società possono non generare ricavi oppure conseguire solamente ricavi aventi natura accessoria rispetto alle attività svolte dall’impresa. In questi casi, non si può parlare di operating segments. A tal proposito, non sono considerati tali neanche i piani per benefici successivi alla fine del rapporto di lavoro di un’entità.

Sicuramente il punto più critico per l’individuazione dei settori operativi è rappresentato dall’identificazione del CODM, dato che l’IFRS 8 non impone né di fornire indicazioni in merito alla sua identità né come questo è stato determinato. Con l’espressione “più alto livello decisionale operativo” non ci si riferisce ad un manager con titolo specifico formalizzato all’interno dell’organigramma aziendale bensì ad una funzione: essa consiste nella stima delle performance dei singoli settori operativi dell’entità e nella decisione in merito alle risorse da allocare alle singole unità economiche elementari.

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Nella maggior parte dei casi tale funzione compete ad un singolo, l’amministratore delegato (CEO – Chief Executive Officer), tuttavia potrebbe spettare ad un gruppo di amministratori esecutivi o ad altri.24

Per delineare più chiaramente il concetto, si riporta un esempio tratto da una guida operativa di E&Y sull’applicazione dell’IFRS 8. Assumiamo che un’impresa abbia un presidente, un CEO e un amministratore esecutivo (COO - Chief Operating Officer). Tutti e tre formano il consiglio di amministrazione, la cui funzione è quella di prendere le decisioni in merito alle diverse attività imprenditoriali esercitate dall’entità. Il consiglio adotta le sue decisioni con il consenso di tutti i suoi membri. In questo caso, il CODM coincide con lo stesso consiglio di amministrazione. Tuttavia, la presenza di tale organo, non implica necessariamente che questo sia “il più alto livello operativo decisionale”. Ad esempio, se l’amministratore delegato ignorasse le decisioni assunte dal consiglio e prendesse in proprio queste ultime, si potrebbe qualificare il CEO come CODM, poiché fondamentalmente il CODM controlla il consiglio e quindi le decisioni che vengono assunte.

In pratica, però, è raro effettuare distinzioni tra CEO e consiglio di amministrazione al fine di classificarli come CODM, in quanto le informazioni sui risultati settoriali, che sono regolarmente riviste da entrambi, potrebbero essere identiche.25 KPMG, nella sua indagine, mostra che solo il 39% delle aziende analizzate ha volontariamente fornito informazioni circa l’identità del CODM come parte della spiegazione sulle modalità di determinazione degli operating segments ai sensi dell’IFRS 8.

24 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD, IFRS 8 – Operating Segments, par. 7. Tale

precisazione è stata aggiunta in seguito alla Post Implementation Review dell’IFRS 8, conclusasi nel luglio del 2017. (BALLARIN F., Proposte di miglioramenti all'IFRS 8, in "Amministrazione e Finanza", 8-9, 2017)

25 ERNST & YOUNG, IFRS 8 Operating segments. Implementation guidance, EYGM Limited, pag. 8, 2009.

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Inoltre, più di 3/4 delle imprese che hanno indicato il loro “più alto livello decisionale operativo”, hanno identificato quest’ultimo in un gruppo di amministratori esecutivi.26

Generalmente un settore operativo ha un manager di settore che risponde direttamente al CODM, con il quale mantiene contatti costanti per discutere i risultati di bilancio, le attività operative, i piani settoriali futuri e le previsioni. Così come il CODM, il termine “manager di settore” identifica una funzione, non necessariamente un manager con titolo specifico. Per taluni settori operativi può esservi una coincidenza tra le due funzioni. Un unico manager di settore può essere segment manager di più settori operativi.

Qualora le caratteristiche indicate nel paragrafo 5 conducano all’identificazione di una molteplicità di gruppi di componenti dell’entità, per esempio diverse aree geografiche di produzione o commercializzazione e differenti linee di prodotti/servizi, il settore operativo sarebbe rappresentato dall’unico gruppo per il quale il manager operativo è considerato responsabile.27

Inoltre, le caratteristiche sopraindicate possono essere riconducibili a due o più gruppi di componenti coincidenti la cui responsabilità spetta al manager di settore: è il caso di una struttura con una forma di organizzazione cosiddetta a matrice. Ad esempio, in talune entità alcuni manager operativi sono responsabili di diverse linee di prodotti/servizi a livello mondiale, mentre altri sono responsabili di determinate aree geografiche. Il CODM rivede periodicamente i risultati operativi di entrambi i gruppi di componenti, per i quali sono disponibili informazioni economico-finanziarie.

In questo caso, dato che vi sono due classi di informazioni ugualmente importanti e che ricevono analoga considerazione in termini di analisi delle performance e allocazione

26 KPMG, The Application of IFRS: Segment Reporting, pag. 12.

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delle risorse tra i segmenti, spetta al redattore del bilancio determinare quale gruppo di componenti (prodotti/servizi o aree geografiche) costituisca i propri settori operativi.28 A scopo esemplificativo, si consideri un Gruppo operante nel settore del lusso: i settori operativi potrebbero essere costituiti non solo dalle diverse tipologie di prodotti commercializzati (ad esempio orologeria, gioielleria ed accessori) e dalle differenti aree geografiche di commercializzazione degli stessi (Italia, Europa, Resto del mondo per esempio) ma anche dai vari canali distributivi adottati (negozi a gestione diretta, franchising). Resta fermo che le diverse unità economico elementari devono soddisfare le condizioni di cui al paragrafo 5 dell’IFRS 8 per poter essere considerate settori operativi.29

Nella maggior parte dei casi, le tre caratteristiche degli operating segments enunciate dal principio consentono alle aziende di identificare agevolmente i propri settori operativi; non sempre, però, tale identificazione risulta banale. Un’entità può presentare relazioni o report interni nei quali le sue attività imprenditoriali sono descritte in diversi modi: se il più alto livello decisionale operativo utilizza diversi schemi di informativa settoriale per valutare i risultati delle proprie attività, possono essere applicati altri fattori per identificare le componenti che costituiscono i settori operativi dell’entità, tra cui la natura dell’attività imprenditoriale di ciascuna componente, la presenza di manager per esse responsabili e le informazioni presentate al consiglio di amministrazione.30

In conclusione, prima di trattare dei settori oggetto di informativa, si riporta uno schema riassuntivo delle principali fasi che consentono l’identificazione dei settori operativi di un’entità.

28 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD, IFRS 8 – Operating Segments, par. 10. 29 Esempio tratto da BUSSO D., DEZZANI F., BIANCONE P.P., IAS/IFRS, pag. 2645, 2012.

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Tabella 1.1 - Schema per l'identificazione degli operating segments31

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1.4 I criteri di aggregazione e le quantitative thresholds

Il principio contabile internazionale IFRS 8 richiede l’identificazione dei segmenti operativi da parte di un’entità, in base allo schema esposto in precedenza. Una volta identificati, l’impresa deve determinare quali tra essi hanno le caratteristiche per poter essere reportable segments, ovvero settori oggetto di informativa, i quali devono essere presentati all’esterno. A tal proposito, il paragrafo 11 del Principio prevede che l’impresa deve fornire informazioni separate in merito a ciascun settore operativo che32:

• sia stato identificato separatamente (conformemente ai criteri fissati nei paragrafi 5-10) oppure derivi dall’aggregazione di due o più di tali settori;

• superi le soglie quantitative (quantitative thresholds) indicate dallo stesso IFRS 8;

I segmenti, per risultare reportable, devono avere una dimensione significativa ed essere diversi fra loro, perché soltanto così le relative informazioni possono rivelarsi utili per soddisfare le differenti esigenze informative degli utilizzatori di bilancio. Infatti, lo stesso standard internazionale ritiene che la presentazione separata dell’informativa relativa ad una molteplicità di settori operativi similari potrebbe non risultare rilevante per il lettore del bilancio al fine di una migliore comprensione dell’andamento gestionale dell’azienda.

In queste particolari situazioni, l’utilizzatore di bilancio ne trarrebbe un beneficio trascurabile, minimo, tale da non giustificare una presentazione tanto dettagliata quanto potenzialmente onerosa per la stessa impresa. È il caso di un’impresa operante nel settore della GDO con numerosi punti vendita, i quali, individualmente, rispettano le

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condizioni di cui al paragrafo 5 per poter essere definiti settori operativi ma, in sostanza, risultano tra loro cloni dal punto di vista sia “operativo” che “economico”.33

Allo scopo di migliorare la fruibilità e la chiarezza dell’informativa settoriale da presentare si può ricorrere all’aggregazione, la quale è consentita (non imposta) dall’IFRS 8 a patto che siano rispettati alcuni specifici criteri.

I settori operativi presentano sovente risultati di bilancio simili (ad esempio in termini di reddito operativo o MOL) nel lungo periodo qualora abbiano caratteristiche economiche similari.34 In questo caso, due o più operating segments possono essere aggregati in un unico settore operativo se l’aggregazione è coerente con il Core Principle enunciato nel primo paragrafo (ovvero presentare un’informativa settoriale che consenta agli utilizzatori di bilancio di valutare la natura e gli effetti economico-finanziari delle diverse attività imprenditoriali dell’impresa ed i contesti economici nei quali essa opera).

Dunque, l’aggregazione di settori operativi è possibile se: a) essa è compatibile col principio base dell’IFRS 8; b) questi presentano caratteristiche economiche analoghe;

c) gli operating segments sono similari con riferimento a ciascuno dei seguenti aspetti:

• natura dei prodotti e dei servizi; • natura dei processi produttivi;

33 BUSSO D., DEZZANI F., BIANCONE P.P., IAS/IFRS, pag. 2648, 2012.

34 Il principio non definisce cosa debba intendersi con “caratteristiche economiche similari”: un’impresa che opti per

l’aggregazione, quindi, dovrà quindi giustificarla chiaramente, con idonea documentazione. Mentre, per considerare similari i risultati di bilancio nel lungo periodo, l’entità deve tener conto delle performance attuali, passate e future. Ai fini dell’aggregazione di due operating segments, non rilevano eventuali differenze di margine operativo lordo nell’esercizio corrente, se i risultati operativi nel lungo periodo risultano simili per il lungo periodo. Al contrario, se due segmenti operativi hanno risultati similari nell’esercizio corrente ma si prevede che questi differiscano in futuro, allora non dovrebbero essere aggregati. (GRANT THORNTON, IFRS 8 Implementation Guide, pagg. 20-22, Giugno 2009)

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• classe o tipologia di clientela in relazione ai loro prodotti/servizi;

• metodi/canali utilizzati per distribuire i loro prodotti e fornire i propri servizi;

• natura del contesto normativo, se applicabile (per esempio bancario, assicurativo o dei servizi pubblici).35

Si pensi al caso di un Gruppo del settore automotive, i settori operativi potrebbero essere costituiti dalle diverse tipologie di prodotti e servizi offerti alla clientela (a patto che siano rispettate le previsioni di cui al paragrafo 5 del Principio) quali ad esempio autovetture, veicoli industriali, servizi finanziari, servizi assicurativi e servizi di assistenza tecnica. Il settore oggetto di informativa “servizi finanziari” sopraindicato potrebbe risultare dall’aggregazione di due distinti settori operativi (servizio leasing e di finanziamento all’acquisto). Tale aggregazione risulta corretta soltanto nel caso in cui questa collimi con il Core Principle dell’IFRS 8 e sia stata effettuata tra due settori operativi che effettivamente presentano caratteristiche similari in termini economici e di servizi prestati, clientela, modalità distributive, contesto normativo di riferimento e processi produttivi utilizzati.36

Pare interessante osservare che non molte aziende specificano in modo chiaro se i loro settori operativi sono stati aggregati o meno. In particolare, talvolta risultano mancanti le ragioni di un’eventuale aggregazione tra gli stessi. La causa è riconducibile alla condizione imposta dal principio nel paragrafo 12 (gli operating segments per poter essere aggregati devono avere caratteristiche economiche similari): qualora essa non venga rispettata, il management non può affidarsi soltanto agli altri criteri di aggregazione. Risulta, dunque, necessario tener conto di una serie di fattori quali

35 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD, IFRS 8 – Operating Segments, par. 12. 36 BUSSO D., DEZZANI F., BIANCONE P.P., IAS/IFRS, pag. 2646, 2012.

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aspettative di crescita del prodotto, margini operativi lordi e previsioni a lungo termine del management relative alle linee di prodotto. Una volta fatte queste considerazioni, è fondamentale giustificare adeguatamente che gli operating segments presentano caratteristiche economiche similari.37

Dopo aver effettuato gli eventuali accorpamenti sulla base dei criteri di aggregazione stabiliti dal paragrafo 12 del Principio, occorre ancora verificare il rispetto di determinate soglie quantitative (quantitative thresholds) allo scopo di poter individuare i settori operativi “significativi” in termini di dimensioni. Nello specifico, l’IFRS 8 articola il sistema di limiti quantitativi su due livelli, i quali risultano tra loro gerarchicamente subordinati:

• livello di singolo settore operativo (paragrafo 13); • livello complessivo (paragrafo 15).

Con riferimento al primo punto, un’entità deve fornire informazioni separate in merito a ciascun settore operativo che soddisfi una qualsiasi delle seguenti soglie quantitative di rilevanza:

a) i ricavi oggetto di informativa, compresi sia le vendite o trasferimenti tra settori (ricavi interni) che le vendite a clienti terzi (ricavi esterni), devono ammontare almeno al 10% dei ricavi complessivi (esterni ed interni) di tutti i segmenti operativi;

b) l’importo in valore assoluto del relativo utile o della relativa perdita è almeno il 10% del maggiore, in valore assoluto, tra i seguenti importi: i) l’utile complessivo relativo a tutti i settori operativi in utile; ii) la perdita complessiva relativa a tutti i settori operativi in perdita.

37 Si veda in merito KPMG, The Application of IFRS: Segment Reporting, pagg. 15-16, Settembre 2010, e

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c) le sue attività sono almeno il 10 percento delle attività complessive di tutti i settori operativi.

Come accennato in precedenza, è presente un’ulteriore soglia quantitativa di carattere complessivo: il totale dei ricavi esterni presentati dai segmenti che rispondono ai criteri enunciati nel paragrafo 13 devono essere almeno pari al 75% dei ricavi dell’impresa nel suo complesso (soltanto ricavi esterni, previa eliminazione delle operazioni “intercompany”). Qualora così non fosse, devono essere identificati come reportable ulteriori settori operativi, anche se non raggiungono individualmente il 10%, fino al raggiungimento della percentuale sopraindicata.38

In merito a quest’ultimo punto, è opportuno sottolineare che un’entità, al fine del raggiungimento della soglia del 75%, non deve necessariamente considerare il settore più grande in termini di dimensioni (ricavi, risultati economici, attività), ma quello più significativo.39 Occorre tener conto di fattori sia qualitativi che quantitativi nel determinare quale segmento risulti più utile agli utilizzatori del bilancio. Per esempio, un’azienda potrebbe selezionare un settore operativo “piccolo” (perché ritenuto in potenziale crescita), dal quale si aspetta, però, un contribuito futuro in termini di ricavi consolidati.

L’IFRS 8 non richiede esplicitamente un numero minimo di reportable segments. Ciononostante, tale duplice meccanismo di limiti quantitativi risulta, indubbiamente, un’oggettiva modalità di individuazione, da parte di qualsiasi impresa, di un numero equo di settori operativi oggetto di informativa separata.

Alcuni settori operativi possono non raggiungere alcuna delle soglie suddette: in tal caso essi possono comunque essere considerati oggetto di informativa separata, qualora

38 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD, IFRS 8 – Operating Segments, par. 15. 39 PRICEWATERHOUSECOOPERS, A practical guide to segment reporting, pag. 24.

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la direzione aziendale ritenga che le informazioni ad essi relative siano utili per i lettori di bilancio.40 Inoltre, ai sensi del paragrafo 14 dell’IFRS 8, è possibile aggregare informazioni relative ad operating segments che non soddisfano le quantitative thresholds con le informazioni settoriali di altri settori operativi che non soddisfano tali soglie, in modo da ottenere un reportable segment, soltanto se essi presentano caratteristiche economiche similari e condividono la maggior parte dei criteri di aggregazione (di cui al paragrafo 12).

In ogni caso, per quanto riguarda tutte le informazioni relative ad altre attività imprenditoriali e settori operativi non oggetto di informativa separata, esse devono essere incluse e presentate in un raggruppamento di carattere residuale contrassegnato dalla voce “altri settori”, la quale si distingue dalle altre poste di riconciliazione mediante la distinzione delle diverse fonti di ricavi.41

In conclusione, i segmenti di minori dimensioni, non significativi, possono essere trattati in tre modi:

• Indicazione separata, se il management ritiene che le informazioni relativi agli stessi siano utili agli utilizzatori di bilancio;

• Accorpamento con altri settori minori, nel rispetto delle condizioni di cui al paragrafo 14 dell’IFRS 8;

• Raggruppamento nella voce residuale “altri settori”.

40 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD, IFRS 8 – Operating Segments, par. 13. 41 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD, IFRS 8 – Operating Segments, par. 16.

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Il Principio contabile internazionale, nei paragrafi 17-18, disciplina i casi in cui un settore, rispettivamente, abbia perso i requisiti di rilevanza di cui al paragrafo 13 oppure per la prima volta li abbia superati.

In particolare, qualora la direzione aziendale reputi ancora rilevante un settore operativo identificato come reportable nell’esercizio immediatamente precedente, deve presentare separatamente le informazioni relative a tale settore anche nell’esercizio corrente, nonostante non rispetti più i limiti quantitativi. Se, invece, un settore operativo è divenuto reportable (per la prima volta) nell’esercizio in corso, occorre rideterminare le informazioni di quel segmento relative ai periodi precedenti, presentate a fini comparativi, per poter riflettere il nuovo settore oggetto di informativa come settore separato, purché le informazioni necessarie siano disponibili e non richiedano un’elaborazione eccessivamente onerosa.42

Infine, l’IFRS 8 afferma che vi può essere un limite pratico al numero di settori oggetto di informativa che un’impresa presenta separatamente, al di là del quale le informazioni settoriali potrebbero risultare troppo dettagliate. Quando il numero dei reportable segments risulta superiore a 10, l’entità dovrebbe considerare se un limite pratico sia stato raggiunto e, dunque, non presentare ulteriori settori.43 Tale soglia è puramente indicativa, per cui può essere superata laddove, ad esempio, l’azienda non abbia ancora raggiunto il 75% dei ricavi consolidati (di cui al paragrafo 15), pur avendo selezionato dieci segmenti.

42 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD, IFRS 8 – Operating Segments, parr. 17-18. 43 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD, IFRS 8 – Operating Segments, par. 19.

(32)

Di seguito si riportano, rispettivamente, un flow chart funzionale all’identificazione dei reportable segments e un esempio numerico che riassume le considerazioni effettuate nella determinazione dei settori oggetto di informativa separata.

Tabella 1.2 - Schema per l'identificazione dei reportable segments44

(33)

Tabella 1.3 - Esempio di settori operativi oggetto di informativa separata45

(1) I settori operativi presentano una totalità di ricavi esterni.

(2) I settori operativi sono tutti in utile

45 Fonte: BUSSO D., DEZZANI F., BIANCONE P.P, IAS/IFRS, 2012.

1 26 9 9 Esercizio n-1 Sett. Op. Gruppo "Alfa" Ricavi sett. / Ricavi tot. (%) (1)

Utile (perdita) sett. / Utile (perdita) tot.

(%) (2) Attività sett. / Attività tot. (%) 2 8 9 8 3 9 9 22 100 100 100 4 26 36 8 5 22 30 45 8 9 26 22 Il settore deve essere presentato separatamente? SI NO (Facoltà) SI SI SI Esercizio n Ricavi sett. / Ricavi tot. (%) (1) Utile (perdita) sett. / Utile (perdita) tot. (%) (2) Attività sett. / Attività tot. (%) 26 9 10 8 36 30 SI 9 8 22 8 45 Il settore deve essere presentato separatamente? SI SI SI SI NO (Facoltà) 8 7 100 9 100 100 NO (Facoltà) 6 9 7 8

(34)

Come si può notare da questa tabella, il settore operativo “1” supera le quantitative thresholds con riferimento ai soli ricavi (26%>10%), sia nell’anno n che in quello precedente; il settore “3” le supera relativamente alle sole attività (22%>10%) in entrambi gli esercizi, mentre i penultimi due rispettano quasi tutte e tre le soglie quantitative.

Inoltre, questi segmenti, congiuntamente, rappresentano, nell’anno n-1, almeno il 75 (precisamente l’83) % dei ricavi consolidati del Gruppo “Alfa”, integrando quindi il limite complessivo di cui al paragrafo 15 del Principio, senza la necessità di individuare ulteriori settori operativi al fine di raggiungere la percentuale suddetta.

Per quanto riguarda il settore operativo “2” (evidenziato in grigio) si nota che l’obbligo di presentazione separata scatta dall’anno n (l’utile settoriale rappresenta almeno il 10% di quello complessivo), e relativamente ad esso devono essere fornite anche le informazioni relative all’anno n-1, al fine di garantire la comparabilità, benché in quest’ultimo esercizio non rispettasse le soglie di cui al paragrafo 13.

Infine, l’ultimo settore operativo non integra nessuno dei requisiti dimensionali previsti dall’IFRS 8; non sarà quindi oggetto di informativa separata né per l’esercizio n né per l’esercizio n-1, a meno che il management ritenga che le informazioni ad esso relative siano utili per gli utilizzatori di bilancio. In alternativa, tale operating segment sarà ricompreso nella categoria residuale degli “Altri settori”, con indicazione della fonte dei ricavi in essa inclusi.

Non è consentita l’aggregazione tra il settore n°6 e un qualsiasi altro reportable segment. Quest’ultima sarebbe percorribile soltanto in presenza di due o più settori con caratteristiche economiche similari, che non raggiungono le quantitative thresholds e aventi in comune la maggioranza dei 5 aggregation criteria di cui al paragrafo 12.

(35)

1.5 Le informazioni integrative e le “Entity wide disclosure”

Secondo l’IFRS 8, un’entità deve fornire tutte le informazioni che consentano agli utilizzatori di bilancio di valutare la natura e gli effetti sul bilancio delle attività imprenditoriali intraprese e dei contesti economici nei quali essa opera46.

Al fine di conferire efficacia al principio base, un’impresa deve fornire, per ciascun esercizio per il quale venga presentato un conto economico, una serie di informazioni relative a ciascun segmento oggetto di informativa settoriale, ricomprese in tre categorie47:

a) informazioni di carattere generale (di cui al paragrafo 22);

b) informazioni relative all’utile o alla perdita di settore, compresi i ricavi e i costi specificati ivi inclusi, alle attività e passività settoriali e, infine, alla base di valutazione;

c) informazioni necessarie per riconciliare i dati complessivi dei diversi reportable segments con quelli risultanti dal bilancio.

La prima tipologia di informazioni è preliminare rispetto a quelle specifiche, relative ai singoli settori: infatti, gli stakeholder aziendali, prima ancora di conoscere gli aspetti reddituali, le attività settoriali ecc., devono acquisire un set informativo che comprende48:

46 Il Core Principle dell’IFRS 8 è reiterato anche nel paragrafo 20 dello stesso.

47 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD, IFRS 8 – Operating Segments, par. 21.

48 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD, IFRS 8 – Operating Segments, par. 22. A seguito

della PIR del 2017, erano state previste due ulteriori categorie di informazioni da fornire, quali: titolo e descrizione del ruolo del soggetto o del gruppo di soggetti identificato come CODM, e una spiegazione delle motivazioni di eventuali differenze tra i settori operativi individuati nel bilancio e quelli presenti in altri documenti di informativa finanziaria. Quest’ultima appare tuttora, peraltro, di difficile applicazione, poiché gli altri report di informazione finanziaria, non essendo redatti in base agli IFRS, potrebbero essere soggetti a regole o principi di redazione differenti. Questo contribuirebbe ad aumentare lo sforzo per i redattori di bilancio ed i revisori, i quali dovrebbero verificare anche altre informazioni disseminate su altri documenti di informativa finanziaria, incrementando, probabilmente, i costi di predisposizione e revisione del bilancio. (BALLARIN F., Proposte di miglioramenti all'IFRS 8, in "Amministrazione e Finanza", 8-9, 2017)

(36)

• i fattori utilizzati dal management per l’identificazione dei segmenti oggetto di informativa, ritenuti meritevoli in sede di presentazione in bilancio. Oltre a questo, è necessario indicare il criterio di organizzazione (ad esempio, se la direzione aziendale abbia scelto di organizzare l’entità in funzione delle differenze dei prodotti/servizi, delle aree geografiche, del contesto normativo, classi di clientela o una combinazione tra questi criteri);

• le valutazioni effettuate dalla direzione aziendale nell’applicare i criteri di aggregazione (di cui al paragrafo 12). Ciò include una breve descrizione dei settori operativi che sono stati aggregati secondo tali criteri e degli indicatori economici utilizzati, allo scopo di stabilire se i settori accorpati abbiano o meno caratteristiche economiche similari49;

• le classi di prodotti e servizi dalle quali ciascun reportable segment ottiene i propri ricavi.

In merito alle informazioni di cui al punto b), l’impresa deve fornire una valutazione del risultato economico (utile o perdita) e delle attività totali per ciascun settore oggetto di informativa. Per quanto riguarda la valutazione delle passività, invece, essa è richiesta soltanto se il loro importo viene periodicamente fornito al CODM, ovvero al più alto livello decisionale operativo.50 Inoltre, possono essere forniti una serie di elementi relativi ai reportable segments, qualora tali elementi partecipino alla valutazione della performance oppure vengano periodicamente trasmesse al CODM, senza contribuire alla valutazione del risultato economico di settore.

49 Tale punto è stato aggiunto a seguito del Ciclo annuale di miglioramenti agli IFRS 2010-2012, pubblicato a

dicembre 2013. Le modifiche sono entrate in vigore a partire dagli esercizi con inizio dal primo Luglio 2014, o da data successiva. (INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD, IFRS 8 – Operating Segments, par. 36C).

50 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD, IFRS 8 – Operating Segments, par. 23, così come

modificato dai Miglioramenti agli IFRS, pubblicati nell’Aprile del 2009 ed entrati in vigore a partire dagli esercizi con inizio dal primo Gennaio 2010. (INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD, IFRS 8 –

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Con tale disposizione, il paragrafo 23 dell’IFRS 8 si riferisce a: ricavi da clienti esterni, ricavi derivanti da operazioni con altri settori operativi della medesima entità, interessi attivi, interessi passivi, svalutazioni e ammortamenti, voci significative di ricavo o costo presentate conformemente al paragrafo 97 dell’IAS 151, quota di pertinenza dell’entità

nell’utile o nella perdita di società collegate e joint venture contabilizzate col metodo del patrimonio netto, imposte sul reddito e proventi fiscali ed, infine, voci non monetarie rilevanti diverse da svalutazioni e ammortamenti. La distinta rappresentazione di ricavi esterni (conseguiti mediante scambio coi terzi) e interni (derivanti da trasferimenti infrasettoriali) è rilevante per gli utilizzatori di bilancio, poiché permette di conoscere quanta parte del valore della produzione è riconducibile alle transazioni esterne e a quelle interne.

Con riferimento agli interessi, attivi e passivi, essi devono essere indicati separatamente per ciascun settore oggetto di informativa, a meno che la maggior parte dei ricavi del settore non provenga da interessi ed il più alto livello operativo decisionale si basi, principalmente, sugli interessi attivi netti al fine di valutare i risultati settoriali e prendere decisioni in merito alle risorse da allocare. In quest’ultimo caso, l’entità può indicare gli interessi attivi del settore al netto di quelli passivi, purché ne sia data specifica indicazione.

Secondo il principio contabile, vi sono delle specifiche componenti di attività che devono essere evidenziate, se giudicate significative dal CODM al fine di stimare la performance. A tal proposito, un’entità deve fornire gli elementi relativi a ciascun operating segment se gli importi specificati sono inclusi nella valutazione delle attività settoriali esaminate dal più alto livello operativo decisionale, oppure se questi sono

51 Questo elemento è stato aggiunto dall’IAS 1 (rivisto nella sostanza nel 2007), il quale ha modificato la

terminologia utilizzata in tutti gli IFRS. (INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD, IFRS 8 –

(38)

periodicamente forniti al CODM, anche se non inclusi nella valutazione delle attività di settore.

Si tratta, in particolare, dell’importo relativo all’investimento in società collegate e joint venture contabilizzate col metodo del patrimonio netto e degli incrementi delle attività non correnti, diversi da strumenti finanziari, diritti derivanti da contratti assicurativi, attività fiscali differite e dai benefici successivi al rapporto di lavoro.52

Prima di indicare le disposizioni del Principio in merito alla valutazione e alla riconciliazione delle voci presentate per ciascun settore oggetto di informativa (di cui alle lettere b) e c) dell’elenco inizialmente esposto), è opportuno soffermarsi sulle Entity wide disclosure. Queste informazioni, riguardanti l’impresa nel suo insieme, devono essere fornite da tutte le imprese soggette all’applicazione dell’IFRS 8, comprese quelle che hanno un solo reportable segment, a meno che non siano già contenute nell’ambito dell’informativa sul settore richiesta dallo standard stesso.

In particolare, esse sono suddivise in tre classi, quali: 1) informazioni in merito ai prodotti e ai servizi; 2) informazioni in merito alle aree geografiche; 3) informazioni in merito ai principali clienti.

Le suddette tipologie di informazioni sono considerate rilevanti, poiché i settori oggetto di informativa di un’impresa possono detenere attività o presentare ricavi da clienti in diverse aree geografiche, oppure uno dei suoi segmenti operativi può operare nella medesima area geografica. Inoltre, l’importanza di quest’informativa si riscontra anche quando le attività imprenditoriali di un’impresa non sono organizzate in funzione delle differenze nei relativi prodotti e servizi, o nelle diverse aree geografiche di attività.

(39)

Quindi, i settori operativi di tali imprese possono presentare un’ampia gamma di prodotti e servizi sostanzialmente differenti, ovvero più di uno dei suoi settori operativi può fornire essenzialmente gli stessi prodotti e servizi.53

La prima categoria di informazioni richiesta è quella riguardante i prodotti e i servizi dell’entità. Quest’ultima deve indicare i ricavi da clienti terzi per ciascun prodotto e servizio, o per ciascun gruppo di prodotti e servizi similari, a meno che le informazioni necessarie non siano disponibili e la loro elaborazione risulterebbe eccessivamente onerosa; nel qual caso tale fatto deve essere indicato. Gli importi dei ricavi presentati devono essere basati sulle informazioni di bilancio utilizzate per produrre il bilancio dell’impresa.54

L’impresa deve, poi, indicare le seguenti informazioni geografiche, sempre che queste siano disponibili e non richiedano un’elaborazione eccessivamente onerosa (in tal caso occorre informare il lettore di bilancio di tale mancanza):

a) ricavi da clienti esterni, con riferimento al paese in cui ha sede l’impresa e a tutti i paesi esteri in cui gli stessi sono conseguiti. I ricavi da clienti, relativi a singoli paesi esteri, dovranno essere separatamente illustrati se risultano di ammontare significativo. Infine, occorre indicare il criterio base applicato per l’attribuzione dei ricavi da clienti terzi ai singoli paesi;

b) le attività non correnti diverse da strumenti finanziari, attività relative a benefici successivi alla fine del rapporto di lavoro, attività fiscali differite, ecc.

53 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD, IFRS 8 – Operating Segments, par. 31. 54 INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD, IFRS 8 – Operating Segments, par. 32.

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(in sostanza attività immateriali, investimenti immobiliari, immobili, impianti e macchinari) presenti nel paese in cui ha sede l’impresa e situate in tutti i paesi esteri, in totale, nei quali l’impresa detiene attività. Analogamente ai ricavi da clienti terzi, se le attività di un singolo paese estero sono significative, tali attività devono essere indicate separatamente.

Inoltre, l’entità può fornire, in aggiunta alle informazioni sopra descritte, subtotali per le informazioni geografiche relative a gruppi di paesi. Anche in questo caso, gli importi presentati devono essere basati sulle informazioni di bilancio usate dall’impresa per produrre quest’ultimo.55

L’ultima tipologia di informativa richiesta riguarda i principali clienti. A tal fine, l’impresa deve fornire informazioni in merito al grado di dipendenza dai suoi clienti più importanti. Nello specifico, se i ricavi provenienti da operazioni con un singolo cliente esterno sono pari o superiori al 10% dei ricavi dell’impresa, questa deve segnalare:

a) tale fatto;

b) l’importo totale dei ricavi da ciascun cliente principale; c) l’identità del settore o dei settori che presentano tali ricavi.

Tali informazioni hanno lo scopo di rendere consapevole l’utilizzatore di bilancio di un’eventuale concentrazione dei rischi.

L’entità non è tenuta a comunicare l’identità di un cliente importante o l’ammontare dei ricavi che ciascun settore ottiene da tale cliente. Ai fini dell’IFRS 8, un gruppo di imprese deve essere considerato come cliente unico se agisce sotto un controllo comune.

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