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Fonologia del latino. ossia SUONI e il loro rapporto con le LETTERE alfabetiche

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Academic year: 2022

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(1)

Fonologia del latino

ossia SUONI e il loro rapporto con le LETTERE alfabetiche

(2)

L’alfabeto latino

Derivazione dall’alfabeto greco usato nelle colonie della Magna Grecia

A sua volta adattato dall’alfabeto fenicio con l’inserimento o trasformazione

dei segni vocalici

Mediazione etrusca della penetrazione greca in Italia

(I nomi delle località sono qui riportati con ortografia spagnola: in violetto le colonie ioniche ed eoliche; in verde palude le colonie achee; in ocra le colonie doriche; in marrone le colonie beotiche)

(3)

L’alfabeto latino

A B C D E F G H I K L M N O P Q R S T V X Y Z a b c d e f g h i k l m n o p q r s t u x y z

Suono vocalico: lupus

Suono consonantico: uita

(4)

La pronuncia

Nessuna uniformità né diacronica né sincronica:

variazioni in base a epoca, contesto geografico,

contesto sociale

I sec. a.C. – II sec. d.C.

PRONUNCIA CLASSICA /SCIENTIFICA / RESTITUTA

TESTIMONIANZE: I grammatici (cioè i maestri che scrivevano libri di grammatica)+ il confronto con la lingua greca + alcuni giochi linguistici di autori latini + trascrizione di onomatopee + dati della

linguistica comparata. È quella adottata in alcuni Paesi europei

PRONUNCIA SCOLASTICA / ECCLESIASTICA

sicuramente dal IV sec. d. C.

Usata dal latino ecclesiastico

È quella che adotta la tradizione scolastica italiana

(5)

Pronuncia: un confronto

GRAFIA ESEMPIO PRONUNCIA SCOLASTICA PRONUNCIA CLASSICA

ae, oe laetus

proelium /e/  létus ; prélium /àe/  làetus

/óe/  próelium ce, ci

ge, gi acerbus

gerĕre suono «dolce»  acèrbus ;

djérere suono «duro»  akèrbus ; gèrere

gl glans suono duro  glans suono duro  glans

gn cognoscĕre /gn/  cognòscere g+n staccati  coknòscere

h hostis muta  ostis leggermente aspirata  hostis

ph Philippus /f/  filippus /p/ leggermente aspirata  philippus

ti + vocale patientia /tsi/  paziènzia /ti/  patièntia

quu equus /ku/  èkus o ekuus /ku/  èkus

y tyrannus /i/  tirànnus /ü/ francese  türànnus

(v) u vivus /v/  vìvus /u/  uìuus

(6)

Le vocali e i dittonghi

A E I O V Y A e i o u y

SEMIVOCALI:

-inizio di parola, es. iuuare ; uinum -interno di parola, es. peior ; nauem

DITTONGO PRONUNCIA ESEMPIO

ae, oe /e/ Caesar ; poena

au /au/ aurum

eu (greco) /eu/ Europa

ei /ei/ eius

oi /oi/ proinde

ui /ui/ cui

yi (greco) /i/ Harpyia

La DIERESI (Umlaut): si segna quando due vocali

non danno dittongo si pronunciano

separatamente Es. poëta

(7)

La quantità delle vocali

DURATA DEL TEMPO IMPIEGATO PER PRONUNCIARE UNA

VOCALE

GRAFICAMENTE si indicano con due segni che vengono apposti sopra alla

vocale di cui si vuole indicare se la quantità è lunga o breve

ā  quantità lunga es. m ā lum = mela

(prestito greco)

ă  quantità breve es. m ă lum = male

Come faccio a determinare la quantità di una vocale?

• Dizionario

• Desinenze

hanno sempre quantità ben precisa

vocalis ante vocalem corripitur (vocale davanti a vocale si

abbrevia)

I dittonghi hanno sempre

quantità lunga

(8)

La divisione in sillabe

Vocali che non formano dittongo fanno 1 sillaba: es. I-ta-li-a

i e u semivocali formano sillaba con la vocale che segue: es. ui-ta ; Iup-pi-ter

I dittonghi formano sillaba: es. proe-li-um «battaglia»

Quando in una parola si susseguono più consonanti, queste si separano: es. an-nus; mag-nus

La consonante labiovelare qu fa, ovviamente, sillaba con la vocale che la segue: es. e-quus «cavallo»

b, p, c, g, d, t, f, v + l / r formano sillaba con la vocale/dittongo che segue: es. la-crĭ-ma

Le parole composte con prefissi mantengono, perlopiù, il prefisso

autonomo separabile: es. sub-i-go «sottometto»

(9)

La quantità delle sillabe

«DURATA» DEL TEMPO IMPIEGATO PER

PRONUNCIARE UNA SILLABA

Una sillaba può essere:

• APERTA : quando finisce in vocale es. dŏ-mus

• CHIUSA : quando termina in consonante es. do-mŭs

SILLABA APERTA:

• Breve: se contiene una vocale breve es.

pă-ter «padre»

• Lunga: se contiene una vocale lunga es. lā-tus «ampio» (agg.)

SILLABA CHIUSA:

• È considerata SEMPRE lunga

(10)

Le leggi dell’accento

Per posizionare l’accento sulle parole in latino DEVO conoscere la quantità delle sillabe

SILLABE TONICHE SILLABE ÀTONE

L’accento non si usa segnarlo mai

nella pratica didattica

LE TRE LEGGI principali

• Legge del trisillabismo : l’accento non risale mai oltre la terzultima sillaba;

• Legge della baritonési : l’accento non cade mai sull’ultima sillaba;

• Legge della penultima sillaba : l’accento cade sulla penultima se questa è lunga,

sulla terzultima se la penultima è breve (es. vidēre; divĭdo)

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