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Dipartimento di Scienze Economiche Università di Verona

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Academic year: 2021

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(1)

Prof. Riccardo Fiorentini

Dipartimento di Scienze Economiche

Università di Verona

Liceo Scientifico Statale “A. Messedaglia”

(2)

Perché una moneta unica?

Vantaggi di un’unione monetaria (1):

 la riduzione della variabilità dei tassi di cambio elimina un elemento di incertezza sui mercati internazionali

 Una variabilità eccessiva dei cambi nominali può creare

variazioni eccessive dei prezzi relativi e scoraggiare il

commercio internazionale

(3)

Perché una moneta unica?

Vantaggi di un’unione monetaria (2):

 la riduzione dell'incertezza può perciò aumentare l'efficienza dei mercati e favorire l'integrazione finanziaria e commerciale

 Una Unione Monetaria non è però sufficiente a creare

integrazione economica e finanziaria se i cambi sono

stabilizzati con controlli sui movimenti di capitale

(4)

Vantaggi di un’unione monetaria (3):

 Una Unione Monetaria elimina i costi connessi alla transazione tra valute:

 circa lo 0.25%, 0.50% del PIL della UE

 si riducono le opportunità di discriminazione dei prezzi tra i mercati nazionali con vantaggi per i consumatori

 Si eliminano i rischi legati all'oscillazione delle valute

 Si riduce l'incertezza sui ricavi delle imprese

Liceo Messedaglia 16 marzo 2017 3

(5)

Vantaggi di un’unione monetaria (4):

 L'eliminazione del rischio di cambio può favorire la crescita economica

 Tassi di interesse più bassi favoriscono l'investimento e la crescita

 I benefici di un'unione monetaria sono direttamente

collegati all'apertura agli scambi

(6)

Svantaggi di una unione monetaria (1):

 Perdita dell'autonomia monetaria nazionale

 La “triade incompatibile”:

 Cambi fissi, perfetta mobilità dei capitali e autonomia monetaria: uno dei tre deve essere sacrificato

 Rinunciando all'autonomia monetaria si rinuncia a:

Usare la moneta per stabilizzare l'economia nazionale

Finanziare la spesa pubblica con la tassa da inflazione (signoraggio)

Liceo Messedaglia 16 marzo 2017 5

(7)

Svantaggi di una unione monetaria (2):

 perdita di autonomia nella politica fiscale

il livello delle tasse non può essere troppo diverso da quello degli altri membri dell'unione

 Se i fattori della produzione sono mobili può esserci una fuga verso i paesi con trattamento fiscale migliore

 Se questo avviene, la capacità di un paese di ottenere

entrate fiscali aggiuntive è molto limitato

(8)

Svantaggi di una unione monetaria (3):

 Può essere difficile per un singolo paese finanziare un eventuale deficit di bilancio emettendo titoli del

debito pubblico

 L'impossibilità di aumentare in modo significativo le

tasse può generare dubbi sulla capacità del governo di

far fronte, alla fine, ai propri obblighi debitori

(9)

La nascita del progetto di integrazione europea

 Eliminare la cause dei conflitti intereuropei superando i nazionalismi

 Progetto “sovranazionale” europeo

 “Stati Uniti d’Europa”

 Organizzazione per la cooperazione economica europea (1948-1961))

 Unione europea dei pagamenti (1950)

 Ceca: Comunità europea del carbone e dell’acciaio (1952)

 Progetto (fallito…) di Comunità Europea di Difesa

(10)

Il cammino verso l’Unione Monetaria Europea

 Nel 1957 a Roma nasce la Comunità Economica Europea

 In quel periodo le questioni monetarie internazionali e la politica dei cambi erano delegate al Fondo

Monetario Internazionale

 -Sistema di “Bretton Woods”

 -Cambi fissi centrati sul Dollaro

 -I cambi delle valute rispetto il Dollaro potevano oscillare attorno alla parità ufficiale del ±1%.

 Es: il cambio Lira/Dollaro era di 625 £. Il margine di

oscillazione attorno questo valore era perciò di ±6,25

lire

(11)

 Le Banche centrali dovevano intervenire sul mercato dei cambi per mantenere le quotazioni entro questi limiti

 Nel caso di deficit della bilancia dei pagamenti le BC devono vendere valuta estera

 Nel caso di avanzi di bilancia dei pagamenti devono comperare valuta estero (dollari)

 In caso di esaurimento delle riserve di dollari un paese

poteva chiedere un prestito al FMI

(12)

 I paesi della CEE stabilirono di limitare le oscillazioni delle loro valute attorno al dollaro al ± 0,75%

 in questo modo le oscillazioni tra le monete europee invece che del ±4% erano al massimo del ± 3%

 NEL CORSO DEGLI ANNI ‘60 LA POSIZIONE DI INDISCUSSO PREDOMINIO DEL DOLLARO

INIZIO’ A DECLINARE

 -Spese per la guerra nel Vietnam

 -Continui deficit di Bilancia dei Pagamenti

 PARALLAMENTE CREBBE LA FORZA DEL MARCO E

SI POSE IL PROBLEMA DI CREARE UN PIU’ FORTE

COORDINAMENTO MONETARIO IN EUROPA

(13)

Il Piano Werner

 Nel 1962 Walter Hallstein, presidente della

Commissione Europea propose un progetto di unione monetaria da costituire entro il 1971

 Questa idea fu accantonata ma verso la fine degli anni

‘60 fu formata una commissione presieduta da Pierre Werner con il compito di studiare un progetto per

l’Unione Economica e Monetaria Europea.

 Nel 1970 fu presentato il piano Werner

(14)

Il Piano Werner

 Il piano Werner prevedeva:

 Unione Monetaria entro il 1980

 Eliminazione della fluttuazione dei cambi

 completa liberalizzazione dei movimenti di capitale

 Questo poteva essere fatto sia mantenendo le valute nazionali che creando una valuta comunitaria

 Dal punto di vista istituzionale il piano prevedeva

 un sistema comunitario di Banche Centrali

 un coordinamento delle politiche comunitarie

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(15)

Il Piano Werner

 Però….

 Il piano poneva poca attenzione ai processi di convergenza economica tra i paesi

 Il piano fu approvato nel 1971 ma non venne mai

realizzato!

(16)

Il “serpente monetario”

 Nel 1973 crollò il sistema di Bretton Woods:

 Il dollaro fu sganciato dall’oro

 iniziò una fase di fluttuazioni libere delle valute

Sistema monetario internazionale basato sul “dollar standard”

 Allo scopo di limitare le fluttuazioni tra le valute europee nel 1972 nacque il “serpente

monetario”.(inizialmente Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi)

 Le valute europee potevano oscillare attorno il dollaro al massimo del 4,5% e tra loro del 2,25%

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(17)

Il “serpente monetario”

 -Il serpente non durò a lungo, perché mentre il Marco iniziò a rivalutarsi fortemente rispetto il Dollaro, altre valute di paesi con più alta inflazione tendevano a

svalutarsi

 Si crearono tensioni che spinsero la Lira, la Sterlina ed il Franco a lasciare il serpente

 Restarono nel serpente solo le valute di paesi

fortemente legati alla Germania (Benelux e

Danimarca)

(18)

Il “Sistema monetario europeo” (SME)

 Nel 1978, su iniziativa del Cancelliere tedesco Helmut

Schmidt e del Presidente Francese Giscard D’esteing venne negoziato lo SME (Sistema Monetario Europeo) che partì nel 1979

 Lo SME era un accordo di cambio che prevedeva un sistema di cambi fissi “ma aggiustabili” tra le valute dei paesi

aderente alla CEE basato su:

parità bilaterali fisse calcolate rispetto l’ECU

fasce di oscillazione del ±2,25%

le parità erano modificabili in presenza di squilibri persistenti

indicatore di “divergenza” per stabilire chi deve intervenire

quando i cambi tendono a superare i limiti prefissati

(19)

Il “Sistema monetario europeo” (SME)

 Dal 1979 al 1990 vi sono stati 12 riallineamenti

 -Lo SME entra in crisi nel 1992:

 Shock della riunificazione tedesca

Alti tassi di interesse in Germania

Restrizione monetaria trasmessa agli altri paesi

Italia e Inghilterra presentavano forti disavanzi esterni

Attacchi speculativi contro lira e sterlina

 - da allora (fino all’avvio dell’UME) le fasce di

oscillazione sono state ampliate al ±15%

(20)

Problemi dello SME

 Era diventato un sistema “asimmetrico”

 Con n paesi vi sono n-1 tassi di cambio

 In cambi fissi, perciò vi sono n-1 paesi che devono operare per tenere fisso il cambio

Il paese n (residuale o leader) può adottare la politica che vuole e gli altri si adeguano

Nello SME il paese leader era la Germania

 L'onere degli aggiustamenti e degli interventi sui cambi è finito per ricadere sui paesi con tendenza a svalutare

(Italia…)

 In teoria questo non era previsto:

Lo SME doveva essere simmetrico

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Il progetto Delors

 Nel 1988 il Consiglio Europeo incaricò una

commissione presieduta da Delors di studiare e

proporre fasi concrete verso l’Unione Economica e Monetaria

 Il Rapporto Delors è alla base del Trattato di Maastricht e prevedeva 3 fasi:

 1) completa liberalizzazione dei movimenti di capitale;

 completamento del mercato interno europeo

 partecipazione di tutte le monete allo SME

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Il progetto Delors

 2) entrata in vigore del Trattato

 istituzione di un sistema di banche centrali europeo;

 rafforzamento delle procedure di concertazione delle politiche economiche

 regole quantitative precise per i disavanzi pubblici e il loro finanziamento

 3) fissazione irrevocabile delle parità tra le monete e passaggio alla moneta unica

 politica monetaria comune affidata alla Banca Centrale Europea (BCE)

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(23)

Il Trattato di Maastricht

 Secondo il Trattato, le condizioni che un paese deve rispettare per essere ammesso nell'Unione sono 4:

1.

L'inflazione dei prezzi al consumo deve essere contenuta entro l'1,5% in più della media dei tre paesi con inflazione più bassa

2.

I tassi di interesse nominali a lungo termine non devono superare di oltre il 2% i tassi dei tre paesi con inflazione più bassa;

3.

Non devono esserci stati riallineamenti tra tassi di cambio negli ultimi due anni

4.

La finanza pubblica deve rispettare due condizioni:

a) il rapporto tra il debito pubblico lordo e il PIL non deve superare il 60%

(24)

CARATTERI PECULIARI DELL’UNIONE MONETARIA EUROPEA

 UNIONE MONETARIA “SOVRANAZIONALE”

 Politica monetaria gestita da una banca centrale sovranazionale

 Ma…

 ASSENZA DI UNITA’ POLITICA TRA GLI STATI

 Non esiste un governo “federale” o sovranazionale che

gestisca la politica fiscale

(25)

CARATTERI PECULIARI DELL’UNIONE MONETARIA EUROPEA

 I precedenti storici sono di due tipi:

 Unioni “nazionali

 la creazione di un’unità politica precede quella monetaria (Usa, Regno d’italia, Germania)

 Unioni “multinazionali”

 Unioni monetarie tra stati indipendenti senza una

comune banca centrale (Unione Monetaria Latina e

Scandinava)

(26)

CARATTERI PECULIARI DELL’UNIONE MONETARIA EUROPEA

 L’asimmetria istituzionale della UME crea problemi di

 Coordinamento tra la politica monetaria centralizzata e quella fiscale decentralizzata

 Problema del “chi paga l’eventuale fallimento di uno stato membro?” (crisi greca, crisi del debito sovrano…)

 Rappresentanza della UE e UME presso gli organismi

internazionali (ONU, FMI ecc.)

(27)

La BCE: una “strana” banca centrale

 Obiettivo statutario della BCE è la stabilità dei prezzi:

Inflazione poco sotto il 2%

 La stabilizzazione dell’economia o il livello di

disoccupazione non sono obiettivi espliciti della BCE

 Divieto di finanziare direttamente gli stati acquistando titoli del debito pubblico di nuova emissione

 Solo dalla fine del 2014 la BCE ha il compito di sorvegliare il

(28)

Shock economici asimmetrici nella aree valutarie

 Esempio: due paesi con valuta comune: Germania e Italia

 Se l’inflazione in Italia fosse più alta di quella tedesca:

 Le esportazioni italiane perderebbero competitività

 Disavanzo commerciale in Italia

 Calo della domanda e del reddito in Italia

 Aumento della disoccupazione in Italia

 Cosa fare per risolvere la crisi economica in Italia dato

che non si può svalutare?

(29)

Shock economici asimmetrici nella aree valutarie

 Possibili soluzioni in una unione monetaria:

 Intervento del governo federale che con adeguate politiche di bilancio federale trasferisce fondi dalla Germania all’Italia (Unione dei trasferimenti, USA…)

 Se la mobilitàdel lavoro è sufficiente, i lavoratori italiano vanno in Germania e la disoccupazione scende

 Se i prezzi e i salari sono flessibili,

Questi scendono in Italia e salgono in Germania

(30)

La UME: progetto economico o politico?

L’UE è un’area valutaria ottimale?

Ha le caratteristiche per funzionare bene e resistere a crisi?

Per la teoria della aree valutarie ottime, un’unione monetaria può funzionare se vi è

1.

Un adeguato bilancio federale

2.

Sufficiente mobilità del lavoro tra paesi/aree dell’area valutaria

3.

Flessibilità dei prezzi e dei salari

4.

Tassi di inflazione uniformi

In base a questi criteri la risposta è NO

(31)

La UME: progetto economico o politico?

Può il mercato unico europeo funzionare con tante monete nazi0nali che possono svalutarsi?

 Pericolo della frammentazione del mercato unico europeo e del riemergere di tentazioni

protezionistiche

 La creazione della UME si è basata sull’idea che la

creazione di una moneta unica avrebbe portato

necessariamente a una unione fiscale europea

(32)

Crisi economica mondiale, crisi del debito sovrano, crisi dell’euro

 La crisi finanziaria internazionale del 2008 ha prodotto in Europa la crisi del debito sovrano

 La crisi del debito sovrano e le asimmetrie istituzionali della UME hanno prodotto la crisi dell’euro

 E’ l’austerità e la politica della “casa in ordine” la giusta risposta alla crisi dell’euro?

 Conviene uscire dalla UME?

 Esistono politiche alternative?

(33)

Austerità e vincoli fiscali

automatici: una risposta sbagliata

 L’aumento dei disavanzi pubblici e del debito nella UE sono conseguenza, non causa della crisi

 Il costo del salvataggio del sistema finanziario si è scaricato sui bilanci pubblici

 La recessione economica ha ridotto le entrate fiscali

 Il rapporto disavanzo pubblico/Pil è salito automaticamente

 Politiche di taglio alla spesa pubblica hanno aggravato la

situazione

(34)

“Uscire” dall’euro è la soluzione?

Uscire dall’euro, riprendere “sovranità” monetaria, svalutare per far

“ripartire” l’economia soffocata dai vincoli europei e dall’austerità

E’ così facile?

No, I costi economici possono essere molto alti…

Quasi sempre forti svalutazioni provocano consistenti aumenti dell’inflazione

Per tornare alla moneta nazionale occorre bloccare i movimenti finanziari da e per l’estero

Rischio di panico bancario e paralisi del sistema finanziario

L’uscita dall’euro di un grande paese (Italia) minaccerebbe la sopravvivenza di tutta l’Unione

Probabili contraccolpi politici e rottura della stessa UE

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Integrazione europea, crisi e solidarietà

Allora quali alternative?

 Rilanciare la solidarietà tra stati e cittadini europei

 Rafforzare le istituzioni rappresentative e democraticamente elette europee (Parlamento)

 Usare il bilancio federale europeo in modo innovativo per rilanciare la domanda aggregata europea

Fondo “assicurativo” di solidarietà per aiutare paesi con difficoltà di

bilancio

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