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Ingegneria Informatica e dell’Automazione

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Academic year: 2021

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(1)

C.d.L. Triennale in

Ingegneria Informatica e dell’Automazione

A.A. 2012/2013

Corso di Analisi Matematica 2 – 9 CFU

Dr. G. Autuori

Prova scritta del 19 Settembre 2013

Esercizio 1. Stabilire esistenza, specificando il dominio, e unicit` a del seguente problema di Cauchy

(P C)

( x

00

(t) − 2x

0

(t) + 5x(t) = b(t), x(0) = 1, x

0

(0) = 3,

dove b ` e soluzione di (P )

( b

0

(t) = b(t)[1 + 2 tan(2t)], t ∈ (−π/4, π/4).

b(0) = 1,

Esercizio 2. Si consideri la curva, di sostegno γ, parametrizzata da

ϕ(t) :

 

 

x(t) = a cos(t/4), y(t) = b sin(t/4), z(t) = c(t + 1),

t ∈ [0, 2π], a, b, c ∈ R.

i) Determinare i valori di a, b e c ∈ R per i quali ϕ `e regolare in tutto l’intervallo [0, 2π]. Scrivere inoltre la parametrizzazione di γ in termini dell’ascissa curvilinea quando a = b, dopo aver giustificato se e quando tale condizione rende la curva regolare.

ii) Trovare almeno una parametrizzazione equivalente per γ che non sia in termini dell’ascissa curvilinea.

iii) Dire per quali valori di a, b, c ∈ R la curva `e rettificabile e calcolarne la lunghezza quando a = b, se e quando ci` o rientra nella condizione di rettificabilit` a.

Esercizio 3. Data la funzione f

α

(x, y) = x

3

y

x

2

+ y

2

sin(αxy) e l’insieme D

α

= (x, y) ∈ R

2

: y ≤ x ≤ αy, π/y ≤ x ≤ 2π/y, x > 0 , si calcoli

I

α

= Z Z

Dα

f

α

(x, y)dxdy, α ∈ R.

Esercizio 4. i) Si determini la trasformata di Fourier F

 1

x

2

− a

2



(t) per t 6= 0 e a ∈ R

+

.

(2)

ii) Usare la parte i) per calcolare il valore di I

α,β

=

Z Z

R2

e

−(|t|−α+itx)

 p

2

 x

2



+ 4β

4x

2

− π

2



dxdt, α, β ∈ R, dove p

2

indica la funzione porta centrata nell’origine e di ampiezza 2.

Risoluzione

Esercizio 1. Partiamo con lo studio di (P ). L’equazione ` e evidente- mente a variabili separabili. Constatiamo innanzitutto che la funzione b ≡ 0 in (−π/4, π/4) non verifica (P ), in quanto non soddisfa la con- dizione iniziale.

Dunque dividiamo ambo i membri per b(t), t ∈ (−π/4, π/4), e inte- grando separatamente i due membri dell’equazione, troviamo

b(t) = e

t

cos(2t) .

Studiamo ora (P C). L’equazione ` e lineare del secondo ordine non omo- genea. L’equazione caratteristica ` e λ

2

− 2λ + 5 = 0 con soluzioni λ = 1 ± 2i. Dunque, due soluzioni linearmente indipendenti dell’equa- zione omogenea associata sono

x

1

(t) = e

t

cos(2t) e x

2

(t) = e

t

sin(2t).

Per trovare una soluzione particolare applichiamo il metodo della va- riazione delle costanti, ossia cerchiamo una soluzione del tipo

x

p

(t) = c

1

(t)x

1

(t) + c

2

(t)x

2

(t),

dove c

1

e c

2

sono funzioni incognite da determinare attraverso il sistema

 

 

 

 

c

01

(t) = − x

2

(t)b(t)

x

02

(t)x

1

(t) − x

2

(t)x

01

(t) , c

02

(t) = x

1

(t)b(t)

x

02

(t)x

1

(t) − x

2

(t)x

01

(t) .

Abbiamo x

01

(t) = e

t

cos(2t)−2e

t

sin(2t) e x

02

(t) = e

t

sin(2t)+2e

t

cos(2t).

Pertanto x

02

(t)x

1

(t) − x

2

(t)x

01

(t) = 2e

2t

e di conseguenza

 

 

c

01

(t) = − x

2

(t)b(t)

2e

2t

= − 1

2 tan(2t), c

02

(t) = x

1

(t)b(t)

2e

2t

= 1

2 ,

(3)

da cui, omettendo le costanti di integrazione, c

1

(t) = log p

4

cos(2t) e c

2

(t) = t 2 che danno x

p

(t) = e

t



cos(2t) log p

4

cos(2t) + t sin 2t 2



. Quindi, l’inte- grale generale dell’equazione in (P C), con dominio (−π/4, π/4), ` e

x(t) = e

t

{k

1

cos(2t) + k

2

sin(2t)} + x

p

(t), k

1

, k

2

∈ R.

Per trovare l’unica soluzione di (P C) imponiamo le condizioni iniziali.

Avendo

x

0

(t) = x(t) + e

t

n

−2 sin(2t) h

k

1

+ log p

4

cos(2t) i

− 1

2 sin(2t) + 2 cos(2t)

 k

2

+ t

2



+ sin(2t) 2

 ,

si trova x(0) = k

1

e x

0

(0) = 1+2k

2

e quindi k

1

= k

2

= 1. In conclusione, l’unica soluzione di (P C), definita in (−π/4, π/4) ` e

x(t) = e

t



cos(2t) h

1 + log p

4

cos(2t) i

+ sin(2t)

 1 + t

2



.

Esercizio 2. Parte i). Indicato con I il generico insieme di definizione di una curva ϕ in R

3

, essa ` e regolare in un punto t ∈ I se ` e derivabile in t e se |ϕ

0

(t)| 6= 0. Nel nostro caso I = [0, 2π].

Senz’altro ϕ ` e derivabile in tutto I per ogni valore dei parametri a, b, c ∈ R, essendo

ϕ

0

(t) = (x

0

(t), y

0

(t), z

0

(t)) =



− a

4 sin  t 4

 , b

4 cos  t 4

 , c

 .

Si ha |ϕ

0

(t)| =

r a

2

sin

2

(t/4) + b

2

cos

2

(t/4)

16 + c

2

e dunque ϕ ` e regolare in tutto [0, 2π] solo in due casi: c 6= 0 e c = 0 e (a, b) 6= (0, 0) . Infatti se c = 0 e a = 0 allora ϕ perde regolarit` a in t = 2π, mentre se c = 0 e b = 0 allora ϕ perde regolarit` a in t = 0.

Per comodit` a di scrittura, poniamo ν(t) = |ϕ

0

(t)| per i valori a, b, c ∈ R che rendono ϕ regolare in tutto I. Il caso a = b `e ammesso purch´ e c 6= 0 oppure a 6= 0. In tali casi si ha ν(t) = √

a

2

+ 16c

2

/4 e dunque

s(t) = Z

t

0

ν(t)dt = tν = t √

a

2

+ 16c

2

/4, t ∈ [0, 2π].

(4)

La parametrizzazione in termini di s ` e

ϕ(s) :

 

 

x(s) = a cos(s/4ν), y(s) = b sin(s/4ν), z(s) = c(s/ν + 1),

s ∈ [0, 2πν].

Parte ii). Si consideri la mappa ψ : [0, π/2] → [0, 2π] che associa ϑ 7→

4ϑ. Si ha ψ

0

(ϑ) = 4 > 0 per ogni ϑ ∈ [0, π/2]. Una parametrizzazione equivalente per ϕ ` e ˜ ϕ = ϕ ◦ ψ, definita da

˜ ϕ(ϑ) :

 

 

x(ϑ) = a cos(ϑ), y(ϑ) = b sin(ϑ), z(ϑ) = c(4ϑ + 1),

ϑ ∈ [0, π/2].

Parte iii). Ritornando alla parametrizzazione originaria ϕ(t), la curva

`

e rettificabile se ha lunghezza finita, ossia

`(γ) = Z

0

0

(t)|dt < ∞.

Ci` o implica ovviamente che ϕ sia regolare in I (a rigore basterebbe la deriviabilit` a, ma se |ϕ

0

(t)| = 0 banalmente `(γ) = 0).

Dunque consideriamo la curva rettificabile negli unici casi c 6= 0 e c = 0 e (a, b) 6= (0, 0) .

Il caso a = b ` e ammissibile purch´ e sia c 6= 0 oppure a 6= 0 e si ottiene

`(γ) = s(2π) = 2πν = π √

a

2

+ 16c

2

/2.

Esercizio 3. Innanzitutto osserviamo che, se α < 1, l’insieme D

α

= ∅ e dunque non ha senso calcolare l’integrale.

Consideriamo il caso α ≥ 1. La funzione integranda pu` o essere scritta nella forma f

α

(x, y) = x

y · x

2

y

2

x

2

+ y

2

sin(αxy), che insieme al dominio D

α

, suggerisce il cambio di variabili

u = xy, v = x

y , ⇒

 x = √

uv, y = r u

v , ⇒ |detJ| = 1 2v . Si osserva che u ∈ [π, 2π] e v ∈ [1, α]. L’integrale diventa I

α

= 1

2 Z

π

Z

α 1

u sin(αu)· v

1 + v

2

dudv = 1 2

Z

π

u sin(αu)du·

Z

α 1

v

1 + v

2

dv.

(5)

Dall’ultima espressione si evince immediatamente che I

α

= 0 se α = 1.

D’altra parte, ci` o si poteva immediatamente dedurre dal fatto che, se α = 1, il dominio si riduce ad un arco di curva nel piano che ha misura nulla in R

2

.

Procediamo allora supponendo α > 1. Integrando per parti si ha Z

π

u sin(αu)du =



−u cos(αu) α



π

+ Z

π

cos(αu)

α du

= − 2π

α cos(2πα) + π

α cos(πα) +  sin(αu) α

2



π

= π

α {cos(πα) − 2 cos(2πα)} + 1

α

2

{sin(2πα) − sin(πα)} . Per il secondo integrale otteniamo

Z

α 1

v

1 + v

2

dv =  1

2 log(1 + v

2

)



α 1

= log

r 1 + α

2

2 . Pertanto, se α > 1 si ha

I

α

= log

4

r 1 + α

2

2 ·  π

α {cos(πα) − 2 cos(2πα)} + 1

α

2

{sin(2πα) − sin(πα)}

 . In particolare, se α ∈ Z e α > 1 l’espressione si sempifica in

I

α

= [(−1)

α

− 2]π

α log

4

r 1 + α

2

2 .

Esercizio 4. Parte i). Si ha F

 1

x

2

− a

2

 (t) =

Z

−∞

e

−itx

x

2

− a

2

dx. Per il calcolo dell’integrale ci serviamo della teoria dei residui.

Sia f (z) = e

−itz

z

2

− a

2

. Si vede subito che f ha due poli semplici nei punti dell’asse reale z = a e z = −a, tali che

Res(f, a) = e

−ita

2a e Res(f, −a) = − e

ita

2a . Ora, utilizziamo il Lemma di Jordan, si ha

Z

−∞

e

−itx

x

2

− a

2

dx =

 

 

−2πi  1

2 Res(f, a) + 1

2 Res(f, −a)



, t > 0, 2πi  1

2 Res(f, a) + 1

2 Res(f, −a)



, t < 0.

(6)

Avendo Res(f, a) + Res(f, −a) = 1

a · e

−ita

− e

ita

2 si ottiene Z

−∞

e

−itx

x

2

− a

2

dx =

 

  π

a · e

−ita

− e

ita

2i , t > 0 π

a · e

ita

− e

−ita

2i , t < 0, in altri termini

Z

−∞

e

−itx

x

2

− a

2

dx = −sign(t) π

a sin(ta).

Parte ii). Riscriviamo l’integrale I

α,β

= e

α

Z

−∞

e

−|t|

Z

−∞

e

−itx

p

2

 x 2



dx + β Z

−∞

e

−itx

4 4x

2

− π

2

dx

 dt

= e

α

Z

−∞

e

−|t|

 F h

p

2

 x 2

i

(t) + β F

 1

x

2

− (π/2)

2

 (t)

 dt, dove F [f(x)](t) indica, come di consueto, la trasformata di Fourier della funzione f (x) valutata in t.

Ora, per la propriet` a di omotetia della trasformata di Fourier, si ha F h

p

2

 x 2

i

(t) = 2 F [p

2

(x)] (2t) = 2 sin(2t) t . D’altra parte, usando la parte i), con a = π/2, si ottiene

F

 1

x

2

− (π/2)

2



= −2sign(t) sin  π 2 t 

, e pertanto

I

α,β

= 2e

α

Z

−∞

e

−|t|

 sin(2t)

t − βsign(t) sin  π 2 t  

dt.

L’integranda ` e pari e dunque, per simmetria e grazie ad un cambio di variabili per il primo integrale, si ha

I

α,β

= 4e

α

Z

0

e

−t

sin(2t) t dt − β

Z

0

e

−t

sin  π 2 t 

dt



= 4e

α

Z

0

e

−t/2

sin t t dt − β

Z

0

e

−t

sin

 π 2 t

 dt



= 4e

α



L  sin t t

  1 2



− β L h sin  π

2 t i (1)



,

(7)

dove, L [f(x)](t) denota ovviamente la trasformata di Laplace di f(x) valutata in t. In conclusione,

I

α,β

= 4e

α

 π

2 − arctan  1 2



− β π/2 1 + (π/2)

2



= 4e

α

 π

2 − arctan  1 2



− 2βπ 4 + π

2



.

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