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Laurea in Medicina e Chirurgia

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(1)

Laurea in Medicina e Chirurgia

Anno accademico 2011-2012

Biochimica/biologia molecolare clinica e diabete

Prof. Fabrizio Barbetti

(2)

Il diabete mellito

• Definizione e tipi di diabete mellito.

• Cenni sul controllo fisiologico dei livelli ematici del glucosio.

• Ia biochimica clinica nella diagnosi del diabete mellito.

• Il diabete monogenico e la sua diagnostica

• La biochimica clinica nel controllo metabolico e nella valutazione delle complicanze

(3)

Definizione di diabete mellito

• “Un gruppo di disordini metabolici eterogenei dal punto di vista clinico e genetico caratterizzati da

elevati livelli ematici di GLUCOSIO”

• Nella classificazione corrente si distinguono due tipi principali di diabete:

• il tipo 1 (T1D, distruzione immuno-mediata delle cellule pancreatiche).

• il tipo 2 (T2D, conbinazione di “insulino resistenza”

e deficit insulinico risultanti sia da fattori genetici che ambientali).

• T1D + T2D: >95% dei casi

(4)

Il controllo fisiologico dei livelli ematici del glucosio

• Il glucosio ematico è regolato entro limiti stretti.

• Il controllo fisiologico della glicemia è -tra l’altro- finalizzato al

mantenimento di livelli minimi di glucosio durante la fase di digiuno notturna.

1 H-C=O

2 H-C-OH 3 OH-C-H 4 H-C-OH 5 H-C-OH 6 CH2OH D-Glucosio

(5)

Gluconeogenesi Glicogenolisi

Isola pancreatica

Insulina Glucagone

Somatostatina

Glucosio

+ +

+

+

70 mg/dl 120

Glicemia

(6)

Gluconeogenesi Glicogenolisi

Isola pancreatica

Insulina Glucagone

Somatostatina

FEGATO MUSCOLO

SCHELETRICO TESSUTO ADIPOSO

Glucosio

+ +

+

+

400 mg/dl 600

Glicemia

2+

(7)

La “soglia” renale

• I livelli plasmatici di glicemia raggiunti i quali si “satura” il meccanismo di riassorbimento del glucosio a livello del tubulo renale:

mediamente attorno a 180 mg/dl.

• Primo dosaggio

affidabile della glicemia su sangue intero:

Folin-Wu (1920).

Primi inibitori della glicolisi: 1931.

(8)

I primordi della biochimica clinica:

il “dosaggio” (!?!) della glicosuria nella diagnosi di diabete

• Diagnosi rara nell’ ‘800: su circa 48.000 ricoveri al Massachussets General Hospital tra il 1824-1898, solo in 172 casi (0,004%) venne emessa diagnosi di diabete.

Metodo analitico: far assaggiare

al medico interno le urine del paziente.

(9)

Dosaggio della glicemia: raccolta e conservazione del campione

• Il dosaggio del glucosio in laboratorio è effettuato su siero o plasma (il sangue intero è utilizzato nell’autocontrollo domiciliare e fornisce valori più bassi del 12-15%).

• Poiché la glicolisi diminuisce la concetrazione di glucosio ad un tasso del 5-7%/h a temperatura ambiente, si aggiungono al prelievo inibitori della glicolisi come il sodio fluoruro (NaF), in grado di stabilizzare i livelli di glucosio per almeno 3 giorni a temperatura ambiente ed un anticoagulante (ossalato di potassio).

(10)

Diabete tipo 2: rilevanza della diagnosi

• T2D= circa 90% di tutti i casi. Insorge tipicamente

> 50 anni di età ed ha una elevata morbidità e costo sociale.

• L’aumento della prevalenza di T2D correla con l’aumento dell’obesità.

• 30-35% degli individui con T2D sono asintomatici ed inconsapevoli della malattia.

• L’iperglicemia asintomatica può precedere di molti anni (fino a 10) l’esordio clinico e correla con il

rischio cardiovascolare.

• Una significativa percentuale di pazienti con T2D (ca.

20% negli USA) presenta retinopatia diabetica alla diagnosi.

(11)

Le complicanze alla diagnosi come indicatore di malattia

silente: la retinopatia

• La retinopatia diabetica può essere presente alla diagnosi e correla con gli anni di malattia.

Estrapolando i dati è evidente che il diabete tipo 2 può essere presente almeno 6.5 anni prima dei sintomi clinici (e oltre !).

(12)

Diabetes ():

“passare attraverso”

• 1964: il WHO

stabilisce/propone i

primi criteri diagnostici mediante il carico orale di “tolleranza”

GLUCOSIO (OGTT).

• In Giappone:

“Shoukachi” ovvero malattia della sete.

• Primi del ‘900: test di “tolleranza” al RISO

(13)

Carico orale di glucosio (OGTT): modalità.

• OGTT “standard”: 75 g di glucosio

(disciolto) per os e prelievi al tempo 0’

ed ogni 30’ per 2 ore.

• Da effettuarsi solo se la glicemia a digiuno NON abbia già valore diagnostico.

• Casi speciali.

• Screening del diabete gestazionale: minitest (50 g), prelievi a 0’ e 60’. Se >140 mg/dl a 60’, OGTT con 100 g.

• Bambini < 40 Kg:

1.75g per Kg di peso corporeo.

(14)

Diabete mellito: criteri

diagnostici ADA* e WHO §

• Criteri ADA*/WHO§

• Sintomi classici di diabete e un valore di glicemia venosa plasmatica

“casuale” =/> a 200 mg/dl (*, §).

• Glicemia a digiuno >126 mg/dl (per 2 volte) (*, §).

• Glicemia =/>200 mg/dl al tempo 120’ dell’OGTT (§, [*]).

• Categorie a rischio:

• IGT (alterata tolleranza al glucosio): coloro che

hanno una glicemia plasmatica a 120’

dell’OGTT >140 e <200 mg/dl (§, [*]).

• IFG (alterata glicemia a digiuno): coloro che hanno una glicemia a digiuno

>100** e <126 mg/dl (*).

** RIVISTO NEL 2003 (precedente >110)

(15)

Criterio di scelta della glicemia a digiuno diagnostica di diabete da

parte degli esperti ADA

• Il valore di 126 mg/dl è stato scelto come

“equivalente” in

termini di sensibilità e specificità al valore di 200 mg/dl a 120’

dell’OGTT.

(16)

Uso o non uso dell’OGTT nella diagnosi di diabete: conseguenze pratiche

bassa= <2

<50 anni magri

elevata= ca. 30

>50 anni obesi Incidenza

7.6 casi/1000/anno Incidenza/10 aa.

IFG/NGT

>110<126/<140 X 11

Incidenza/10 aa.

NFG/IGT

<110/>140<200 X 4

Incidenza/10 aa.

IFG/IGT

>110<126 + >140<200 X 20

Studio di BRUNICO (follow-up a 10 a.)

40-79 anni= 919->837

Prevalenza FPG+OGTT (WHO) =7.2%

Prevalenza solo FPG (ADA) = 5.5%

(17)

Cambiamento di prevalenza: non solo un problema metodologico

• Boston, 1946. Campione:

circa 70.000 persone.

• USA 2000 (stima WHO):

17.700.000

• Messico 2000 (stima WHO): 2.179.000

• Italia 2000 (stima WHO):

4.252.000

• Prevalenza diabete: 0.52

%

• USA 2030 (stima WHO:

30.3120.000

• Messico 2030 (stima WHO): 6.130.000

• Italia 2030 (stima WHO):

(18)

Il diabete tipo 1

• Il T1D è una malattia autoimmune organo specifica caratterizzata dalla distruzione delle cellule beta pancreatiche mediata dai linfociti T.

• Esordisce tra l’infanzia e la pubertà, ma nessuna età è risparmiata.

• L’esordio clinico è spesso brusco, con forte dimagramento, poliuria, iperglicemia elevata accompagnata da chetosi.

(19)

Gli autoanticorpi circolanti confermano la diagnosi clinica

• Islet Cell Antibodies (ICA)

• Glutamic Acid Decarboxylase Antib. (GADA)

• Insulinoma-associated protein 2 Antib. (IA-2A)

• Insulin autoantibodies (IAA)

• ZnT8 autoantibodies (ZnT8A)

(20)

Ruolo degli autoanticorpi per la predizione del T1D

• Il dosaggio degli autoanticorpi nei

parenti di primo grado di soggetti con T1D combinato con la valutazione delle

secrezione insulinica è un valido predittore di insorgenza di T1D.

• Circa il 3-5% dei

pazienti clinicamente T1D sono negativi al dosaggio degli

autoanticorpi.

(21)

Elevata percentuale di malattia celiaca nei pazienti con T1D

• 6.8-8.3 % dei

pazienti con T1D hanno la malattia celiaca, confermata con biopsia

intestinale.

• Di questi, circa il 70% sono

sintomatici.

• IgA antiendomisio (EmA) o anti-TG2

• (sensib.>90%, spec.>95%

• Se IgA tot. <5 g/L->

IgG antigliadina (AGA)

(22)

GENETICA del T1D e T2D

• Entrambe malattie poligeniche (nessun andamento di tipo mendeliano)

• Geni maggiori del T1D:

1) HLA; 2) VNTR del gene INS

• Geni maggiori del T2D:

polimorfismi del gene TCF7L2, moltissimi altri

(23)

Glic.= 132

Età= 31 anni

“Scoperta”= 24 aa Terap.=Dieta

= Normale

La famiglia “GCK/MODY 2”

Glicemia= 118 Glicemia= 130

Glic.= 143

Età= 65 anni

“Scoperta” = 39 aa Terapia=Dieta Complicanze=NO

(24)

Le mutazioni GCK/MODY 2 (1)

• Il gene della glucochinasi (GCK) è uno dei sette geni noti che causano un sottotipo monogenico di diabete mellito denominato MODY (Maturity Onset Diabetes of the

Young).

• Il MODY si definisce come una condizione

autosomica dominante in cui il diabete -non di tipo 1- insorge prima dei 25 anni di età.

(25)

CANALE DEL Ca++

DI CLASSE L

CANALE DEL K+ ATP-SENSIBILE

GK (alta Km)

INSULINA

K+

(DEPOLAR.)

Ca++

GLUCOSIO (+)

ATP/ADP

(+)

Ca++

(+)

RECETTORE DELL'INSULINA

GK (alta Km) (+)

CELLULA BETA EPATOCITA

2 2

(26)

Le mutazioni GCK/MODY 2 (2)

• Le mutazioni della glucochinasi sono

relativamente frequenti quando ricercate in una casistica pediatrica.

• L’iperglicemia è modesta e NON progredisce nel tempo.

• La diagnosi molecolare derime i dubbi nei

famigliari del bambino portatore ed è utile per l’indirizzo terapeutico e della valutazione

delle complicanze.

(27)

Il diabete tipo 1: un esempio clinico .

• Bambino di 14 anni con recente perdita di peso, poliuria, polidipsia, alito acetonico

• Glicemia a digiuno: 318 mg/dl

• Chetoni nelle urine: presenti (Ketostix ++

+, semiquantitativo= 80-100 mg/dl)

• Diagnosi clinica: diabete tipo 1.

• E’ una diagnosi corretta ?

(28)

Il dosaggio degli autoanticorpi nel sospetto clinico di T1D in soggetti ad elevata

familiarità

• ICA

• Decarbossilasi

dell’acido glutamico (GAD65)

• Islet antigen 2 (IA-2)

• Insulina (IAA)

= Diabete mellito ad esordio precoce (<40 anni)

= Sospetto T1D Ab - probabile

MODY3/HNF 1

Ab + T1D

(29)

Mutazioni MODY 3/HNF-1: possibili meccanismi di iperglicemia

• Topo HNF-1 -/-.

Ridotta espressione genica nella cellula  di:

• 1) Ins-1 (ma non Ins-2)

• 2) Glut 2, GK

• 3) Ipf-1/Pdx-1

• 4) NeuroD, HNF-4

(30)

Efficacia delle solfaniluree nei paz.

MODY 3

• Deterioramento della HbA1c->

10.3% dopo cambio per metformina

• Perdita di peso - 5.3kg

• Ripristinata

Glibenclamide 5mg

• HbA1c 5.3%

4 5 6 7 8 9 10 11

8 8.5 9

9.5 10 10.5 11 11.5 12 12.5 13 13.5 Years from Diagnosis

SU stopped M started

SU started M stopped

HbA1c

%

Pearson et al. Diab Med 2000

(31)

Casi sporadici con insorgenza nei primi 6 mesi di vita:diagnosi ?

• Neonato che alla terza giornata di vita esordisce con glicemia 400 mg/dl,

chetoacidosi

• Peso alla nascita: 2.400 g

• Familiarità per diabete: nessuna

(32)

KIR6.2

SUR1

K+

Glucose ATP/ADP

Ca2+

[Ca2+]i

VDCC

KATP independent or augmentation pathway

- prolonged 2nd phase insulin release

KATP channels and insulin secretion regulation

pulsatile

insulin release

_

+ +

KATP channel activity

+

KATP dependent or triggering pathway

produce 1st phase insulin release

KCOs

sulphonylureas

Cav2.3

(33)

Insulin weaning and transfer to SU in patients with KCNJ11 mutation

MUT Age at

“switch” Dose

mg/kg/d HbA1c TX: Ins

HbA1c TX: SU

Dur. TX SU

C-peptide nmol/L

R50P 10a, 6m 0.57 7.2 6.3 10m 0.23

V59M 17m 0.5 9.8 5.2 7m 0.2

V59M 28m 0.39 9.2 5.8 14m 0.3

V59M 9a, 1m 0.18 8.0 5.4 12m 0.39

R201C 22m 0.32 7.3 6.7 12m 0.12

R201H 6m 0.47 6.4 5.4 2m 0.2*

R201H 7m 0.37 7.9 4.9 4m 0.2

R201H 23m 0.16 7.1 5.5 1m 0.7*

V59M 9a 0.55 7.7 5.8 6m 0.06

K170R 8a, 6m 0.61 8.4 7.4 14m 0.21

(34)

Casi sporadici e non con insorgenza nei primi 6 mesi di vita:diagnosi ?

• Neonato che al terzo mese di vita esordisce con glicemia 500 mg/dl, chetoacidosi

• Peso alla nascita: 3.100 g

• Familiarità per diabete: un genitore con

diabete diagnosticato entro i primi due anni

di vita

(35)

M A L W M R L L P L W L A L L A L G

P D P

A A

F V E N

H L C G S H L E A L Y L V C G E R G

FFYTPKT

E R A

E D

L E V G Q

V E

L G G

G P

G A

G S

N C

Y N

L Q

R

E

Q C C T S I L Y Q

G R K Q

P L A L

L S

E G C A

V

I

V

S L E

1 2

3 4

5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22

23

24252627282930

COOH

NH2

s=s s=s

s=s

Signal peptide

B-chain

A-chain

6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21

5

43

2

1

Insulin precursor

P LH

PC-2

(36)

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WT (PRO)INSULIN

(37)

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R65C (PRO)INSULIN

(38)

Days from birth

0 50 100 150 200 250 300 350

C-peptide (ng/ml)

0 2 4 6 8

10 nd-PS/1 (R65C)

0,3 ng/ml

nd-PS/1: C-peptide values 70, 90, 150 and

350 days after discovery of hyperglycemia

(39)

Gli “old-days” della biochimica clinica nel controllo metabolico: la “soglia” renale

• I livelli plasmatici di glicemia raggiunti i quali si

“satura” il meccanismo di riassorbimento del glucosio a livello del tubulo renale: mediamente attorno a 180 mg/dl.

(40)

Rilevanza della HbA

1c

come marcatore di rischio delle complicanze

microvascolari

• DCCT (T1D):

-35% del rischio di progressione della retinopatia diabetica ad ogni decremento del 10% (ad es. da 8 a 7.2%) della HbA1c

• UKPDS (T2D):

-35% di rischio di progressione delle complicanze

microvascolari ogni decremento di 1

punto percentuale (ad es. da 9 a 8%) della HbA1c

(41)

“Biotecnologia di ritorno”: l’uso della HbA1c a fini diagnostici (2009)

• HbA1c> 6.5%=diabete

• Vantaggi: modeste variazioni intraassay, nessuna necessità di digiuno, stabile a RT

• Svantaggi: risultati spuri in caso di condizioni

che influenzano la vita media dei globuli rossi.

(42)

La nefropatia diabetica

• Insorge nel 35-45% dei casi con T1D

• Insorge nel 20-35% dei casi con T2D

• 1a causa di insufficienza renale e trattamento dialitico.

• Insorge solitamente dopo 15-20 anni di malattia, ma può essere più precoce.

• Se accertata nelle sue prime fasi, può regredire

• Marcatore precoce la “microalbuminuria”

(43)

Il ruolo della biochimica clinica nella valutazione della nefropatia diabetica.

1) L’aumento di escrezione urinaria di albumina (UAE) è un marcatore di alterazione microvascolare.

2) Una UAE aumentata è -a volte- presente nei pazienti con diabete tipo 2 alla diagnosi.

3) UAE > 20 g/min è un fattore di rischio di sviluppare una nefropatia diabetica clinicamente evidente.

4) UAE nei soggetti con diabete tipo 2 è un predittore

indipendente di aterosclerosi e mortalità cardiovascolare.

(44)

Microalbuminuria: definizione

• Valori compresi tra 30 e 300 mg/24 ore

• La terminologia NON si riferisce ad una isoforma particolare di albumina, ma al fatto che i livelli di UAE non sono rilevabili dai comuni metodi colorimetrici con “stick” (in grado di misurare concentrazioni >200 mg/L), pur essendo i valori al di sopra della norma (<30 mg/24 ore).

(45)

Microalbuminuria: quando, come.

• Nei soggetti con T1D a partire da 5 anni dalla

insorgenza della malattia. Controlli successivi con cadenza annuale.

• Nei soggetti con T2D alla diagnosi e successivamente con cadenza annuale.

• Metodi quantitativi:

• Dosaggio radioimmunologico. Sensibile e preciso.

• ELISA (“sandwich”).

(46)

Microalbuminuria: problemi

• La UAE aumenta con:

- l’esercizio fisico

- l’ipertensione arteriosa - la posizione eretta

- l’iperglicemia

- -> necessità di standardizzare la raccolta del campione.

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