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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.17 (1890) n.869, 28 dicembre

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L ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIEN ZA ECONOMICA, .FINANZA, COMMERCIO, BANCH I, F E R R O V IE , IN TE R E SSI P R I V A T I

Anno XVII - Voi. XXI

Dom enica 28 Dicem bre 1890

N . 869

LA FINANZA NEI DOCUMENTI OFFICIALI

Abbiam o ricevuto il rendiconto consuntivo per l’ esercizio 1 8 8 9 -9 0 e la legge sull’ assestamento del bilan cio per l’ esercizio in corso 1 8 9 0 -9 1 e nell’ ul­ tim o num ero abbiam o pubblicata la breve relazione colla quale il Ministro delle Finanze accom pagna la presentazione di quei docum enti.

Intraprendiam o ora un esame som m ario delle ri­ sultanze che si rilevano così dal rendiconto consun­ tivo com e dal bilancio in corso, m odificato dalla legge di assestamento.

L ’ esercizio che si è chiuso il 3 0 giugno 1 8 9 0 ha dato i seguenti resultati finali :

Entrata ordinaria . . . . L. 1542. 9 » straordinaria.. » 19.7

Totale dell’ entrata effettiva...L. 1562.6 Spesa ordinaria...L. 1509. 7

» straordinaria.. . . ¡> 127. 3

Totale della spesa effettiva...L. 1637. 0 Disavanzo... L. 74. 4

Alla spesa effettiva bisogna aggiungere altri 3 8 .5 m ilioni che furono necessari ad estinguere i debiti scadenti, e 139 milioni domandati dalla costruzione di strade ferrate per cui i bisogni del bilancio ri­ sultarono com e segue :

Spese effettive...milioni 1637 » per scadenze di d e b iti... » 38.5 » » costruzioni di strade ferrate » 139,0 Totale...milioni 1814. 5

Le entrate effettive com e si è visto non som m a­ rono tra ordinarie e straordinarie che a 1 5 6 2 .6 mi­ lioni, quindi rim anevano scoperti per i bisogni com ­ plessivi del bilancio 2 5 1 .9 ai quali venne provve­ duto colla alienazione di patrim onio e creazione di debiti per 2 7 5 m ilioni, ottenendosi così un avanzo di circa 23 milioni e mezzo. Giova però ripetere che-si sono estinte passivila per 3 8 .5 m ilioni e quindi la som m a del m aggior debito da 2 7 5 milioni scende a 2 3 6 milioni e mezzo.

N on occorre alcun com m ento per rilevare che simili risultati sono tult’ altro che confortanti e non fanno certam ente onore a chi ha contribuito a pro­ durli o non ha saputo m utarli. Se non ohe il d i­ scutere ora in via assoluta del bilancio 1 8 8 9 -9 0 ci con du rrebbe a ripetere le critiche che da molti anni orm ai noi m uoviam o senza tregua all’ indirizzo finan­

ziario seguito dal G overno e nella persuasione che i nostri lettori non abbiano dimenticati gli argomenti coi quali abbiam o rilevati e deplorati gli errori che sono stati com m essi, andrem o in vece cercando se dalle cifre del consuntivo 1 8 8 9 -9 0 si possa ricavare qualche sintom o di m iglioram ento. N on si deve obbliare che l’ esercizio 1889 -9 0 è corso dopo la caduta degli on. Grimaldi e Perazzi che avevano per programm a l’ im m ediato raggiungim ento del pa­ reggio, e dopo la discussione parlamentare del gen­ naio e febbraio 1889, durante la quale il centro del Parlamento con a capo 1’ on. Giolitti manifestarono l’ intendim ento ch e il pareggio si dovesse raggiun­ gere, non con nuove tasse, ina colle econom ie.

V ediam o quindi le singole cifre del rendiconto per form arci un concetto del posto che esso occupa tra i precedenti.

E com inciam o dalle entrale effettive.

Distinguendo le entrate effettive in ordinarie e straordinarie, negli ultimi dieci anni si ha il seguente m ovim ento in m ilioni :

Ordinarie Straordinarie Totale

1 8 8 0 ... . . . 1215. 8 22.7 1238. 5 1 8 8 1 ... ,...1 2 7 2 .4 8 .5 1280. 9 1 8 8 2 ... , . . . 1292. 7 8 .8 1301. 5 1 8 8 3 ... . . . 1325. 4 9 .4 1434. 8 1 8 8 4 -8 5 ..., . . . 1404. 5 8 .5 1413.0 1 8 8 5 -8 6 ..., . . 1398.4 10.6 1409. 0 1 8 8 6 -8 7 ... 9. 2 1453. 4 18 87-88. .. . . . 1487.1 12.7 1499. 8 1 8 8 8 -8 9 ... . . . 1490. 1 10.7 1500. 8 1 8 8 9 -9 0 ... . . . 1542. 9 19.6 1562.5

Da questo lato adunque due punti si possono sta­ bilire :

1 ° che il malessere econom ico, dal quale è af­ flitto il paese, non influì a dim inuire i mezzi di cui il G overno doveva disporre per provvedere ai ser­ vizi che gli sono domandati che anzi nel 188 9 -9 0 i contribuenti italiani pagarono ben 6 2 m ilioni più dell’ anno precedente e ben 85 milioni e mezzo più della media di tutto il quinquennio 1 8 8 5 -8 6 18 8 9 -9 0 ;

2 ° che le fam ose e ripetute dichiarazioni fatte da Ministri e da deputati ch e il paese era aggra­ vato abbastanza e non poteva pagare di più, si ri­ levano platoniche nel consuntivo, dal quale apparisce che in un m odo o nell’ altro si sono cavati ai con ­ tribuenti altri 6 2 m ilioni oltre i 1 500 che già pa­ revano troppi.

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più del 1 8 8 8 -8 9 il G overno doveva raggiungere il pareggio.

V ediam o ora le spese effettive ordinarie e straor­ dinarie eccone il prospetto:

Ordinaria Straordinaria Totale

1 8 8 0... . . . 1126.2 7 0 .4 1196.6 1 8 8 1 ... 8 9 .2 1229. 6 1 8 8 2 ... 11 6 .5 1297. 5 1 8 8 3 ... 12 1 .0 1333. 9 1 8 8 4 -8 5 .... . . 1277. 4 132.2 1409. 6 1 8 8 5 - 8 0 ......1 3 0 1 .1 131.5 1432. 6 1886 87 . . . . . . 1335. 2 126.3 1461. 5 1887 8 8 . . . . . . 1397 5 175.3 1572. 8 1 8 8 8 - 8 9 .... . . 1443. 8 2 9 1 .3 1725.1 1 8 8 9 -9 0. . . 1509. 7 127.3 1627. 0

Chi non vede da queste cifre che il cancro del nostro bilancio non sono già le spese straordinarie, le quali, tranne la grossa cifra del 1 8 8 8 -8 9 , non hanno grandi deferenze negli altri anni, ma è il continuo aum ento delle spese ordinarie che disangua i contribuenti e scuote l’ equilibrio del b ila n cio ? In tre soli esercizi l’ aumento fu di 1 12 m ilioni, e negli ultim i 9 anni di 3 8 3 m ilioni e mezzo.

Ora noi dom andiam o invano da gran tem po che ci si dim ostri dove siano i m iglioram enti dei pub­ blici servizi, dove sia la m igliore funzione dello Stato e dei suoi infiniti congegni da com pensare questo enorm e aumento di spesa ordinaria che ci si fa subire.

A n ch e da questo lato pertanto il male vero sta nel falso indirizzo finanziario per il quale si crede che la nazione possa pagare senza limite i servizi che dom anda allo Stato. E d anche quando salì al potere un M inistro, il quale non doveva avere altro com pito se non quello delle econom ie, ecco che la spesa ordinaria, cioè quella sulla quale sarà poi tanto difficile portare d im in u zion i, viene spinta da 14-13 a 1 5 0 9 m ilioni, cioè aumenta di 6 6 mi­ lioni !

Ed ora osserviam o un ultimo punto del bilancio 1 8 8 9 -9 0 , quello che riguarda i debiti.

Pur troppo il bilancio italiano non si è ancora retto un solo esercizio senza aumentare la cifra del debito, ma tuttavia anche in questo vi furono anni in cui la cifra fu m aggiore o m inore. Prendiam o anche qui l’ ultim o decennio e vediam o le creazioni di debiti, divise in quelle applicate alle costruzioni ferroviarie, e quelle invece prodotte da altre cause.

E ccon e il prospetto in m ilioni di lire. Movimento costruzione

di capitali di strade ferr. Totale

1 8 8 0... 67.7 109.6 1 8 8 1 ... . . . . 72.7 98.5 171. 2 1 8 8 2 ... . . . . 724. 3 99.5 823.8 1 8 8 3 ... 86 9 134.1 1884-85 . . . . . . . . 130. 1 72. 7 202.8 1 8 8 5 -8 6. . . . . . . . 72.8 170.0 242.8 1 8 8 6 - 8 7 . . . 58.2 196.2 244. 4 1 8 8 7 -8 8 .. . . . . . . 49.2 297.8 347.0 1888-89. . . . . . . . 37.5 235.4 272.9 1 8 8 9 - 9 0 .... . . 1 3 6 . 4 - 139.0 275.4

E qui abbiam o cam po per un’altra osservazione non m eno interessante delle precedenti. Malgrado cioè il 1 8 8 9 -9 0 abbia dato 6 2 milioni di entrate più dell’ esercizio precedente, ecco che, a soddisfare i bisogni del bilancio, indipendentem ente dalle costru­

zioni ferroviarie, si crea la più alta cifra di debiti che sia mai stata necessaria oltre quella per 1’ abo­ lizione del corso forzato.

Noi ci ferm iam o qui e additiamo al paese questo strano fenom eno : sono 5 0 8 deputati che ad una v o ce dom andano e co n o m ie ; il G overno che protesta di volerle e scieglie un ministro ad hoc e dopo un anno di esercizio riesce ad estorcere ai contribuenti 6 2 milioni di più dell’ anno precedente ed a far de­ biti, oltre quelli per le ferrovie, per 1 0 0 milioni più dell’ anno precedente.

È il caso di esclam are : qui trompe-t-on ici ?

IL PROBLEMA SOCIALE E I GOVERNI

È troppo frequente la audace afferm azione dei governi di voler risolvere il così detto problema s o c ia le , perchè non si debba insistere a rilevare l’ errore che così leggerm ente essi vengono co m ­ m ettendo. Problem a sociale, questione operaia : sono espressioni oggi così com uni, che può parere affatto inutile ricercarne il significato, determ inarne il v a ­ lore e la portata. Bene o male, vagam ente o no, con tendenze utopiste o con un intento sincero e po­ sitivo, ciascuno, che p oco o molto si interessi alla vita d ’ ogni giorno, ha ormai un concetto e si può dire un sistema intorno al gran problem a. E gli uom ini di govern o, soprattuiti, sono ispirati a questo proposito da un ottim ism o che resiste a qualsiasi colpo della critica, ai molti ostacoli che la natura stessa delle cose, la inerzia, la coalizione degli interessi in causa oppongono ai tentativi dei governi per risolvere, com e essi dicono, il problem a sociale.

M a allorquando dalle m ere affermazioni si tratta di passare al con creto, alla esplicazione pratica di una idea, di un program m a, tutta la sapienza g o ­ vernativa si riduce nel fare delle leggi.

E la pretesa dei governi a questo riguardo è ve­ ram ente curiosa, enorm e, assurda. C oloro che sono adetti in un m odo o nell’ altro alla gran macchina legislativa, oggi ad un’ alta pressione, credon o che ad essi sia riservato con una palla nera o una palla bianca, con un si o con un no, di toglier di mezzo questa o quella ragione di malessere econ om ico, questa o quella miseria umana. Gli è per questo che sentiam o i discorsi della Corona annunciare leggi che devono p rocurare il benessere degli ope­ rai, o ministri che, m eno prudenti, afferm ano di aver in pronto i provvedim enti per tagliare qu el- I’ eterno nodo g ord ia n o-ch e è il problem a sociale. Gli è per questo che i Parlamenti con baldanza e fiducia nom inano le com m issioni per escogitare p ro v ­ vedim enti sopra provvvedim enti e legare sem pre più le masse al carro dello Stato, con largizione di fa­ vori ipotetici o se reali di gran lunga neutralizzali da altri danni che la stessa opera legislativa loro cagiona.

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28 dicembre 1890 L’ E C O N O M I S T A 819 bisogni dello Stato e della collettività che lo com ­

pone, sono più iñelinati di molti altri, se non li soccorre una competenza speciale, a coltivare un concetto inesatto della questione operaia.

Invero i più credono che lo Stato nel conflitto tra capitale e lavoro possa venire in mezzo a decidere con sentenza inappellabile. Questo com pito egli non può, nè sa adem piere in m odo alcuno con vantaggio vero, generale e duraturo. La violenza , la coazione possono cerio im porre una data soluzione di un pro­ blem a, ma il conflitto, sciolto a quel m odo, risorge ben presto più grave di prima. E d’ altronde in che consiste realmente il problem a stesso ? Ed è proprio sem pre un con flitto? Non intendiam o di svolgere qui sotto i vari suoi aspetti un argom ento sì arduo e com plesso. Ma per il punto qui in discussione a noi basta notare che presentemente la questione con ­ cerne la parte che del risultato della produzione deve passare al lavoro e quella che deve rim anere al capitale. Su questo terreno il conflitto si com ­ prende com e possa sorgere e rinnuovarsi ; e si ca ­ pisce anche la tendenza socialista a farvi interve­ nire lo Stato. Ciò invece che non si intende è che, siano i liberali o i conservatori al potere, i governi credano di poter accam pare una ingerenza nella de­ terminazione di rapporti econom ici d’ una sì delicata indole. E ppure a chi ben consideri, appare logico e inevitabile che tutte le altre pretese governative, a nient’ altro adducano se non a quella di fissare i termini e le condizioni del contratto di lavoro. Fintanto che la legge si indirizza a protezione dei fanciulli e delle d o n n e , al riposo dom enicale e simili , il problem a operaio non può perdere un gram m o della sua gravità, anzi quella stessa protezione esigendo un sacrifizio, richiedendo un costo, una spesa, si riso ve in ultimo in una m aggiore difficoltà per la questione che v or- rebbesi risolvere.

Dopo gli esperimenti fatti in alcuni paesi risulta a luce meridiana che se certi incon venien ti,ch e niuno potrebbe disconoscere, sono eliminati o per virtù del progresso o per azione di legge , il così detto pro­ blema operaio perm ane intatto o quasi e ch e a nulla valgono i facili e com odi rim edi legislativi. Si rifletta alla°storia dell’ Inghilterra, il paese più fecondo di grandi insegnamenti in queste m aterie. Ivi una le­ gislazione quasi se co la re , un m oto incessante nelle idee, una lenta ma continua evoluzione nelle abitudini e nei costumi hanno potute sopprim ere alcuni gravi difetti dell’ organizzazione industriale; tuttavia il pro­ blem a operaio, il proletariato e il pauperism o sussi­ stono con tenacia e offrono pur sem pre materia di lotte, di studi, di perturbazioni, di tim ori.

Ora, regolare per legge il contratto di lavoro vuol dire attuare quel socialism o di Stato, di cui molti patrocinano, senza averne coscienza esatta, le dottrine e le proposte pratiche. E il ragionam ento che al­ cuni fanno a questo proposito è abbastanza specioso. Si dice che il lavoro è una funzione sociale e che per conseguenza spetta allo Stato di regolarla, com e ogni altra funzione di quel genere. E una massima che non si può am m ettere in alcun m odo. La ma­ gistratura, l’ armata e qualche altra istituzione com ­ piono una funzione sociale, ma il lavoro dell’ operaio, com e quello del padrone, è d’ ordine puram ente p ri­ vato. Il contratto che lega l’ uno all’ altro, è un con ­ tratto personale da uom o a uom o, e nel quale i po­ teri pubblici nulla hanno a vedere, se non nei ri­ guardi della m orale sociale. Si dirà forse che il

lavoro è una funzione sociale perchè interessa la società ? Ma allora non ci sarebbe manifestazione dell’ attività umana che non faccia sorgere un’ armata di funzionari, perch è è carattere della società che niuno possa isolarsi dal corpo sociale, al quale si connettono, nei profitti o nelle perdite, tutti gli atti individuali. Am m ettasi pure che il Codice ci­ vile debba com e per gli altri contratti stabilire alcune norm e pel caso di rescissione, di indennità e c im ili; ciò potrà valere in mancanza di patti spe­ ciali ; e a questo riguardo non neghiam o in tesi generale che possono essere adottate delle norm e. Ma tra queste e le altre sulia durata massima del lavoro, sul m inim o del salario, sulla misura della partecipazione ai profitti, evidentem ente ci corre e di molto.

I Governi che si dichiarano disposti o pronti a risolvere la questione operaia pongono in disparte una folla di obbiezioni che il loro intervento solle­ va, dim enticano che essi col solo ausilio della legge non possono se non voglion o offendere la giustizia, esercitare Uq „ decisiva azione in alcun senso, perchè i termini d eq a questione : la popolazione, il capitale • i 1 1 l » n o n i M i t r A l a M e c n il constiq]q sfuggono al loro con trollo. Ma so prem ito obliterano dàlia loro m em oria tutta una serie ili tristi ingerenze a danno di coloro che ora v orreb b ero pr0(e!?i?(,re, trascurano la dannosa in­ fluenza ch e diuturnam ente esercitano col ordina­ mento tributario, gli appoggi sinora dati al capitale quando si è trovato in conflitto col lavoro, i divieti di associarsi, di coalizzarsi, di dichiarare lo sciopero, creati appositamente pel lavoro ; in una parola non avvertono che le loro prom esse sono sfatate da un passato che non è stato dem olito senza grandi dif­ ficoltà, da un presente che sta in aperta e flagrante contraddizione con le prom esse fatte a fior di lab­ bro, senza idee e senza convinzioni.

D iciam o di più, quelle prom esse potranno anche essere mantenute, i G overni prom ulgheranno leggi e ancora leggi im perniate sui soliti divieti e sulle invadenti funzioni dello Stato ; ma il m iglioram ento graduale delle classi num erose, nel quale _ soltanto può consistere la soluzione del problem a sociale, non sarà possibile che nella misura consentita dallo svol­ gim ento della ricchezza, della coltura e della previden­ za, svolgim ento al quale l’ azione governativa ha oppo­ sto e oppone, più o m e n o , ostacoli, secondo i tempi e i luoghi, ma pur sem pre ostacoli, in nom e di un falso o erroneo concetto della m issione dello Stato. Se esso invece di proporsi un bene che non può dare, fosse guidato dal solo e sincero proponim ento di non fare il male, troverebbe che i ministri invece di annunciare alle turbe i prossim i rim edi, d ov reb ­ bero riconoscere gli errori presenti e ripararli c o l- l’ im porre a se stessi quei vincoli che m irano a im ­ porre agli altri, m ascherandoli da rim edi ai mali sociali.

IL TRATTATO DI COMMERCIO COLL’A O S T R M M E R IA

A L L A CAM ERA

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con do il nostro giudizio, gli effetti dell’ ultim o trat­ tato conchiuso colla Vicina m onarchia, e non occorre che avvertiam o qui com e il nostro punto di vista non fosse accettato da alcuno degli oratori che alla Camera discussero sull’ argom ento. Noi riteniam o le dogane un im provvido strum ento in mano ai G overni, che lo adoperano a danno delle popolazioni, e cre­ diam o che il vantaggio finanziario che il bilancio risente dalle dogane sia di gran lunga inferiore al danno che lo spostam ento degli interessi per causa dei dazi produce sulla econom ia nazionale, ed al ri­ stagno di attività ed intraprendenza che è prodotto dalla continua mutabilità del diritto doganale.

O ve si pensi che ogn i-sp ecie di produzione e di com m ercio deve im piegare un tem po non dispre­ gevole e che accum ulato diventa enorm e, per le sole operazioni doganali, si com pren de facilm ente che la som m a pagata in contanti per i dazi è la m inor parte dell’ aggravio che veram ente deve sopportare il produttore ed il com m erciante, e che viene poi riversata sul consum atore.

Che se poi a questo dispendio di forze, del quale nessuno profitta, si aggiungano tanti altri difetti enorm i, tra i quali quello della ingiustizia e della p os­ sibilità delle corruzioni, non occo rre di più per g iu ­ stificare la nostra avversione alle dogane. Per noi quindi, fedeli seguaci della econom ia politica, non vi è altro regim e ragionevole che quello della li­ bertà degli scam bi'; crediam o che due paesi sienò tanto più ricchi quanto più scam biano tra loro, e non crediam o affatto alla teoria della bilancia com ­ m erciale, perchè nessun paese può per lungo pe­ riod o com prare più diquello che possa v e n d e re ; se le statistiche com m erciali provano diversam ente vuol dire che sono errate, e già gli errori che conten­ g on o furono dimostrati.

Partendo da questo concetto fondam entale, per noi è tanto più condannabile un regim o doganale quanto m inore è la quantità degli scam bi che rende possibili; e cco perchè non possiamo approvare in nessun m odo la politica doganale di quest’ ultim o tem po che è riuscita a deprim ere fortem ente la qualità del no­ stro com m ercio nazionale ; e cco perchè non possiamo che deplorare che alla fine del secolo X I X . dopo tante decine d’ anni di studi e di dim ostrazioni, possa ancora trovar seguaci una politica econom ica ^ che m ira a vender mólto ed a comperar poco cioè al­ l ’assurdo.

Ma posti questi punti fondam entali, dai quali par­ tiam o coi nostri giudizi, ed aggiungendo che in que­ sto nostro culto per la libertà econom ica ci pare ch e dovrem m o avere alleati anzi stim olatori coloro ch e dicono di professare principi dem ocratici, — dobbiam o confessare che nella lotta che si è co m ­ battuta per due giorni alla Camera dei deputati a proposito del trattato lta lo-A u stro-U n ga rico, gli a v ­ versari nostri si m ostrarono di gran lunga superiori e più abili di eoloro che avevano impegnata la bat­ taglia.

D ifficilm ente una occasione così splendida ed un m om ento com e questo così propizio poterono pre­ sentarsi ad un deputato di Estrema sinistra per sostenere la tesi della libertà e la tesi della giu­ stizia ; — ma riconosciam o subito che difficilm ente anche potevano venire più sciupati e la occasione splendida ed il m om ento propizio.

Molte obbiezioni noi vorrem m o fare all’ on. Cilena se già in altre circostanze non avessim o manifestato

il nostro pensiero intorno alla tariffa ; ma dobbiam o anche dire che, dato il suo punto di vista, e data la falsa via nella quale si è messo I' on. Pantano, incerto tra la libertà, ed un regim e ancora più protezionista, l’ on. Ellena non poteva essere più concludente, più abile, e più moderato.

Noi non dim entichiam o che l’ on. Ellena ha d e­ plorato — forse non quanto bastava, ma ad ogni m odo con una certa insistenza — gli aumenti di dazi che alla Tariffa G enerale vollero portare prima l’ on. Luzzatti e poi la Camera, e speriam o che le dichiarazioni a cui è venuto I’ on. Luzzatti I’ altro giorno significhino una durevole resipiscenza. Egli afferm ò infatti c h e « preferisce legarsi coll’ Austria- Ungheria sino al 1897 piuttosto che denunziare il trattato senza la certezza di averne un altro ». P eccalo che questa aurea sentenza non sia uscita di b occa all’ on. Luzzatti quando la Camera tra gli ap­ plausi a cco g ’ ieva la dichiarazione dell’ o c . Robillant di avere denunciato il trattato colla F rancia. E al­

lora si trattava non di duecento o trecento milioni, ma quasi della metà dei nostri scam bi.

Frattanto prendiam o alto del risultato della di­ scussione che ci pare il seguente : grande ramma­ rico dell’ errore com m esso nel 1 8 8 6 , e tim ore di ripeterlo.

È un risultato notevole, ma sventuratamente per il paese questa lezione, data dai fatti ai grandi uom ini, costò e costa m olto cara.

RIVISTA DI COSE FERROVIARIE

L a r e t e M e d i t e r r a n e a net 1 8 8 9 - 9 0 . — / / rip os o d e g li

a g e n ti f e r r o v i a r i .C o n fro n to de lle t a r i f f e via g ­

g i a t o r i in F r a n c i a e n e g li a l t r i p a e s i eu ropei.

La rete Mediterranea nel 1889-90. — Dalla relazione del Consiglio d’ Am m inistrazione della S o­ cietà per le strade ferrate del M editerraneo, presen­ tata all’ Assem blea generale degli azionisti, che ebbe luogo il 27 novem bre u. s., togliam o le notizie più importanti sull’ esercizio 1 8 8 9 -9 0 .

Il risultato finanziario dell’ esercizio stesso si c o m ­ pendia nelle cifre che diam o qui sotto insiem e al confronto coll’ anno precedente :

1889-90 1888-89 Differenza

Prodotto lordo da ripar­

tirsi col G o v e r n o . ... .. 121,601,073 Quota spettante alla So­

cietà compresi gli in­

troiti a rimborso di spesa 81,319,381 Corrispettivo per l ’ uso del

materiale mobile e pro­

venti d iv e r s i... 8,970,809 Spese per l ’esercizio della

re te ... 79,508,776 Spese gener. imposte, ec. 2,214,425 Prodotto netto dell’ eser­

cizio della re te ... 42,092,297 Utile netto dell’ azienda

sociale , compreso 1’ a- vanzo del’ esercizio

pre-119,344,572 + 2,256,501 79,314,062 •+■ 2,005,319 9,407,985 — 437,176 78,387,086 -+- 1,121,690 2,259,054 — 44,629 40,957,487 -+. 1,134,810 cedente... 8,593,432 8,024,741 4 - 568,691 Dividendo d is t r ib u it o .... 29 27 ’ |s 1

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28 dicembre 1890 L’ E C O NO MI S T A . 821 S iccom e però em erge che le spese d'esercizio su­

perarono di L. 1 ,1 2 1 ,6 9 0 quelle del 1 8 8 8 -8 9 , la relazione si ferma a giustificare questo aum ento, e ne trova la causa principale nel m aggior costo dei com bustibili, che può essere calcolato a L. 1,52 per tonnellata, e rappresenta quindi da sè solo più di L . 6 0 0 ,0 0 0 : nota poi anche il conseguente m ag­ gior costo dei ferri e materiali d’ officina in genere, l’ aumento dei dazi doganali, le m aggiori percorrenze dei treni, ecc. ■

Ragguagliati i prodotti e le spese al chilom etro in esercizio, si trova un prodotto chilom etrico di L i­ re 2 5 ,7 2 5 per l’ intera reto (L . 2 8 ,2 3 8 per la prin­ cipale e di L . 1 0 ,0 1 3 per la secondaria) ed una spesa chilom etrica di L . 1 6 ,8 2 0 per le reti riunite.

L’ azienda sociale ha preso in quest’ ultim o anno un m aggiore sviluppo, non solo per I’ apertura di nuove linee già destinate, in forza delle con v e n ­ zioni del 1885, a form are parte della rete Mediter­ ranea (eh. 2 5 ), ma anche e più per l’ esercizio delle ferrovie secondarie Rom ane (eh. 6 7 ), assunto m e­ diante speciali accordi, stipulati colla società c o n ­ cessionaria su basi quasi identiche a quelle delle convenzioni suddette.

V enne poi aumentato il capitale sociale, portan­ dolo da 1 35 a 180 milioni, mediante em issione di 9 0 ,0 0 0 nuove azioni, che al 3 0 giugno u. s. erano interamente liberati e vennero pure collocate 9 0 ,0 0 0 obbligazioni, per un im porto di altri 4 5 milioni n o ­ minali, destinati anche essi a far fronte agl’ im pegni delle nuove costruzioni. A proposito di queste, va poi notato che, oltre le linee accollatele dai G overno colla convenzione 21 giugno 1888 (in com plesso eh, 4 0 3 ), la Società ha rilevato dal Consorzio pro­ m otore la concessione della R om a -V iterb o (eh. 90) e chiesta que|la della Varese Porto Ceresio (eh . 13). Col 1° gennaio di quest’anno fu attualo il nuovo regolam ento sul servizio nelle stazioni, e furono del pari attuati gli statuti per le nuove Casse Pensioni e di S occorso, dando così effetto al disposto del- l’ art. 35 del capitolato d’ esercizio, che prescriveva il riordino degli istituti di previdenza. Questi statuti portano considerevoli vantaggi al personale, ma per rispetto ai diritti acquisiti, al personale già in ser­ vizio al 1° luglio 1 8 8 5 fu lasciata facoltà d’opzione tra i vecchi e i nuovi ordinamenti.

Nel corso dell’ anno 1 8 8 9 -9 0 funzionò attiva­ mente il collegio arbitrale' costituito a sensi degli art. 17 della legge 27 aprile 1 8 8 5 e 103 del Capi­ tolato d’ esercizio. — A lcune cause vennero definite, altre sono tuttora pendenti.

A proposito dellejtarifie, la relazione nota esistere sem pre una grossa controversia per sapere se le disposizioni dell’ art. 4 4 del Capitolato intese a ren­ dere possibili, m ediante accordi fra G overn o e S o ­ cietà, dei ribassi di tariffa, necessari allo svolgi - ■ mento del com m ercio e dell’ industria nazionale, siano state limitate invariabilmente dall’ art. 7 della legge, che autorizzava il G overno ad ordinare nel prim o anno ribassi non eccedenti il mezzo per cento del prodotto lordo iniziale. La Società crede (e ci pare con ragione, che le due disposizioni siano affatto distinte e che l’ art. 44 possa e debba avere applicazione per tutta la durata della convenzione.

Quanto ai lavori di com pletam ento e assetto delle linee in esercizio, la situazione, già grave, è andata ancora peggiorando. Fino dall’ anno precedente, e s­ sendo già stata approvata sul fondo dell’ allegato B

(L . 8 4 ,0 9 3 ,0 5 0 ) la som m a di L. 8 2 ,8 0 0 ,0 0 0 , rimar- nevano disponibili poco più di L. 1 ,2 0 0 ,0 0 0 , somma insufficiente a com piere i lavori già ultimati o in­ trapresi. A quelli poi che esaurito il fondo dell’ alle­ gato B, avrebbero dovuto trovar margine nella Gassa per gli aumenti patrimoniali, non si poteva pensare, essendo le risorse di questa Cassa im pegnate in forza della legge 3 0 dicem bre 1 8 8 8 . Pende quindi sem pre, fra G overn o e Società, la questione pel reintegro di tali fondi.

La dotazione di materiale rotabile, fu aumentata nel 1 8 8 9 -9 0 di 89 locom otive, 3 3 0 carrozze, 55 ba­ gagliai e 1 ,4 7 3 c a r r i: al 3 0 giugno, u. s. rim ane­ vano inoltre in costruzione 20 carrozze e 185 carri. Il totale in servizio a quella data era di 1 ,2 5 5 lo­ com otive, 3 ,6 1 2 vetture e 2 1 ,9 6 5 carri.

L ’ esercizio della rete secondaria, che chiudeva sem pre con una perdita, per la prim a volta figura con un’ eccedenza attiva di L. 2 1 9 ,6 5 0 . Fatto questo però eccezionale e transitorio, perchè dovuto all’ es­ sere ora in detta rete com presa la succursale dei G iovi, la quale vi porta il contributo di un prodotto di L. 1 3 4 ,795 al chilom etro di lunghezza reale e di L. 1 0 0 ,0 0 9 , se si tiene conto della lunghezza virtuale. Fra tutte le altre una sola ne troviam o con prodotto superiore alle L. 9 ,0 0 0 , ed è la Chi- vasso-Casale, ch e è anche in aum ento in confronto all’ esercizio anteriore ; un’ altra la G allarate-L aveno, supera di poco le L . 7 0 0 0 , poi si va giù giù fino al disotto delle L. 20 0 0 .

Il riposo degli agenti ferroviari. — Abbiam o riferito nella precedente rivista le disposizioni prin­ cipali della nuova legge svizzera, andata in vigore col 1 ° corrente m ese, che regola il riposo degli agenti ferroviari.-A ggiungiam o ora che in altri paesi va accentuandosi la tendenza a disciplinare questa materia mediante disposizioni legislative. Nell’ im pero austro-ungarico la questione è allo studio da tempo e pare si voglia prom uovere una conferenza inter­ nazionale per risolverla. In Francia pure lo stesso argom ento è all’ ordine del g io rn o : si è costituito un com it to, il quale inviò al G overno una m em oria sui mezzi più opportuni per assicurare un giorno di riposo settimanale a tutti gli addetti alle ferrovie, e dal canto loro le Com pagnie propongono di lim i­ tare le ore di servizio negli uffici preposti al rice­ vim ento e alla consegna delle m erci, appunto per poter concedere un turno regolare di riposo al per­ sonale. R ministro ha deciso d' sottoporre la cosa al Gomitato consultivo delle strade ferrale.

L e tariffe viaggiatori in Francia. — Alla Ca­ mera dei deputati francese è stato presentato un disegno di legge, col q u ?'e s’invita il ministro dei lavori pubblici ad accordarsi colle Com pagnie fer­ roviarie per una riduzione della tariffa viaggiatori, specialm ente di terza classe, facilitando la cosa col dim inuire I’ imposta gravante i trasporti a grande velocità, che ora è al tasso veram enie elevatissim o del 2 3 .2 0|0. È interessante, a questo proposito, vedere il confronto tra i prezzi pagati in Francia e quelli degli altri principali paesi europei.

In Francia si hanno le basi chilom etriche seguen ti: la classe 2* classe 3a classe Tariffe . . . . cent. 10.0 7.5 5.5 Imposta . . . . . » 02.32 1.74 5.22

(6)

mentre negli altri Stati si paga com e risalta qui appresso :

I a classe 2a classe 3” classe A ustria-U ngheria... cent. 7 .5 5 . — 2 .5 Belgio... 9 .5 7.5 5 . — Germania... 1 0 .— 7.5 5 . — Svizzera... 10.6 7.5 5 .4 Olanda... 10.6 8 .5 5 .3 Italia ... 11.3 7. 91 5. -In gh ilterra... 12.5 9 .5 4 . — Spagna ... 1 3 . - 10.— 6 .2 R u ss ia ... 14.8 10.9 5. 7

R ivista ^Economica

Una p r o p o s ta p e l rio rd in am e n to del Debito pubblico.

L a questione d e lle t a r i f f e f e r r o v i a r i e in F r a n c ia .

Una proposta pel riordinamento del Debito pubblico. — Il Giornale degli Economisti di q u e­ sto mese Contiene un articolo del nostro redattore capo, prof, de Johannis, intorno al riordinam ento del debito italiano. Questa questione ha richiam ato negli ultim i tempi 1’ attenzione di alcuni uom ini po­ litici e finanzieri, tra i quali possiam o m enzionare 1’ on. deputato Sonnino, che nella Nuova Antologia propose di convertire il debito S 0|0 lordo in 4 0(0 netto, a parità di rendita, ben inteso. L’Economista ha esaminato a suo tempo la detta proposta, e ora per inform azione dei nostri lettori crediam o far loro cosa grata riferendo le proposte del prof, de Jo­ hannis e le ragioni di esse.

Tutti e due gli scrittori accennati si m ostrano concordi che a preordinare una possibile futura con ­ versione del debito o 0|0 a più mite interesse, con ­ venga prim a portare una riforma nel debito pub­ blico, riordinandolo e soprattutto liberandolo dalla im posta. E ciò perchè sono d’ accordo nel ritenere: che l’ imposta rende difficile la negoziazione dei nostri titoli in alcuni dei m ercati più ricch i, per esem pio 1’ inglese, dove si accolgono mal volentieri i valori soggetti ad im posta; che l’ imposta sia dannosa, od alm eno di imbarazzo a qualunque fu­ tura riform a dell’ aggravio sui redditi di ricchezza m obile, perchè la legge organica del 1861 sul de­ bito pubblico osterebbe a conservare la trattenuta sugli interessi del debito, quando si dim inuisse la aliquota della im posta per gli altri redditi ; che in­ fine non giova al credito pubblico questo apparente interesse del 5 0|0 quando infatti è del 1 ,3 1 ; per­ chè i confronti ch e si fanno con altre rendite, a chi non avverta la differenza effettiva dell’ interesse, fanno apparire m eno apprezzato di quel che non sia il titolo italiano.

Il prof, de Johannis propone quindi di con soli­ dare addirittura la imposta, cam biando i titoli attuali 5 0|0 in titoli 4 l [3 per cento, senza nulla togliere in tal m odo agli attuali detentori della rendita e senza alcun aggravio dello Stato. In pari tem po, a ridonare al nostro titolo quella com pleta fiducia di cui god on o altri, egli vorrebb e che si riform asse la dizione dell’ articolo 3 della legge 1861 sul debito pubblico, nel senso che ai possessori dei titoli di debito iscritti sul Gran L ibro fosse garantito che non potranno- essere per I’ avvenire dim inuiti per

nessuna guisa, g l’ interessi, salvo il caso di rim borso alla pari, nè per mezzo di imposte generali nè parziali.

Però anche ottenuto questo riordinam ento tecnico del nostro consolidato, ritiene il prof, de Johannis che non sarebbe ancora resa attuabile una con ver­ sione quando le circostanze lo perm ettessero : e ciò perchè la som m a di consolidato 5 0|0 emessa è tale da non lasciar pensare che per ora e per molto tempo avvenire possa l’ Italia trovarsi in grado di tentare una operazione, che riguarderebbe quasi 9 miliardi, e quindi dom anderebbe che fossero gia­ centi nelle casse del T esoro, per gli eventuali rim ­ borsi, delle som m e soverchiam ente ingenti. Crede perciò necessario che si trovi com e dividere in qual­ che m odo in due tipi questa alta cifra di consoli­ dato 3 0|0, e suggerisce il seguente m etodo.

Del consolidato 3 0|o p oco più di 4 miliardi sono iscritti nom inativam ente sul Gran libro del debito pubblico e 4 miliardi e mezzo sono al portatore. Ora le rendite iscritte nom inativam ente per la som ­ ma di 213 m ilioni, un terzo delle quali al nome di particolari, e gli altri due terzi a corpi m orali, de­ notano, osserva lo scrittore, o per spontanea volontà o per disposizione amministrativa, il proposito di un duraturo im piego del capitale e la speranza di un costante interesse. Non vi sarebbe pertanto nulla di male se, senza togliere alcun che ai possessori delle rendite al portatore, si prom ettesse alle rendite no­ m inative di non convertire se non dopo un periodo abbastanza lungo, per esem pio dieci o qu in dici anni pur lasciando la facoltà di tramutare in nom inative le rendite al portatare e viceversa in cartelle al portatore le iscrizioni nom inative.

Con questa disposizione che nulla avrebbe di coercitivo e di illegale, che nulla costerebbe allo Stato e nessun danno porterebbe ai cittadini, si avrebbe subito divisa in due grandi tipi, di som m a quasi eguale, la massa del nostro consolidato o 0[0 e si otterrebbero, com e avviene per altre rendite a cui è stata fatta o no promessa di esonero da ogni con ­ versione per un certo tem po, due diverse quota­ zioni alla Borsa.

Quando fosse venuto il m om ento della conversione o prima o dopo il term ine fissato in dieci o quindici anni, lo Stato potrebbe sem pre convertire uno solo dei tipi di consolidato e quindi non più n ove m i­ liardi, ma tutto al più la meta di tal som m a. Che se il desiderio di essere garantiti per un certo tem­ po dalla con version e facesse aumentare grandem ente il num ero delle iscrizioni nom inative, lo Stato ne risentirebbe un inestim abile vantaggio perciò che dim inuirebbe di altrettanto, o quasi, la som m a di interessi che oggi è costretto pagare all’ estero e che gli costano una bella som m a di aggio direttamente od indirettamente pagato.

In quanto ai debili redim ibili osserva il prof, de Johannis che essi son divisi in due parti ; quelli iscritti separatamente sul Gran libro i quali debbono continuare a godere dei vantaggi offerti dalla legge 1 8 6 1 , e quelli non iscritti sul Gran libro ai quali può essere mantenuta la im posta sulla ricchezza m o­ bile e la tassa di circolazione, giacché nessun di­ ritto possono accam pare i portatori per esserne esenti.

(7)

28 dicembre 1890 L’ E C O N O M I S T A 823 mezzo. E riportandosi alia legge del 1 8 7 4 che a u ­

torizza il G overno ad accordare la conversione dei debiti redimibili in consolidato a parità di rendita, legge che non può essere efficace se non quando il consolidato salga ad alti prezzi, crede 1’ autore, che si otterrebbe una facilitazione a sim ili sponta­ nee coversioni, quando al consolidato fossero ag­ giunti i vantaggi da lui proposti.

La questione delle tariffe ferroviarie in Fran­ cia. — Da qualche anno si parla m olto, nelle Ca­ m ere e dalla stampa, delle tariffe, dette di pen e- trazione. L ’ espressione fece fortuna : nessuno se ne occupava finché si appellavano tariffe internazio­ nali ; diventarono invece il cavallo di battaglia per tutti gli avversari del regim e econom ico attuale dac­ ché ebbero ad assum ere quella nuova e singolare denom inazione.

Son esse — domanda il Journal des Débats — dirette contro l’ agricoltura e l’ industria nazionale, com e una certa scuola pretende, oppure rispondono esse ai bisogni generali del paese, agli interessi dei produttori fra n ce si? Rispondono esse alle necessità com m erciali e industriali, o non sono invece che il risultato di m acchiavelliche com binazioni?

Il signor Noblem aire direttore della « Paris Lyon Mediterranée, » della cui competenza nessuno può dubitare, si propose di chiarire nella Bevue des Deux Mondes la quistione e d’ iniziare il pubblico alla conoscenza di tal problem a di tarifficazione, m olto, in apparenza, com plicato, ma che, in fondo, poggia su dati sem plicissim i e logici.

D opo avere esposto con m olto m etodo i principii che servono di base alla tarifficazione ferroviaria e spiegano il funzionamento delle tariffe generali, sp e­ ciali e com uni, il N oblem aire affronta le tariffe inter­ nazionali.

La m aggior parte di queste sono reciproche, vale a dire che le m erci francesi le quali penetrano al­ l’ estero hanno diritto alle stesse tariffe cui vanno soggette le m erci estere che « invadono » la Francia. Altre sono tariffe di pura penetrazione si appli­ cano, sia a m erci che la Francia non produce, sia a materia ch ’ essa produce in quantità non sufficiente al suo consum o; dal che consegue che in molti casi la penetrazione è inevitabile, è necessaria.

Per queste tariffe, le tasse sono stabilite sopra basi chilom etriche, tanto più decrescenti quanto più aumenta il percorso. Al contrario però di quanto si afferma, le tasse totali aumentano sem pre in ragione dell’ aumentar di percorrenza; esse passano, ad esem ­ pio, da 20 franchi per la distanza fra Fontainebleau e Parigi, 59 chilom etri, a 9 6 franchi per D igione, a 143 franchi per Lione , a 2 0 0 per A vignone, a 2 6 6 per Perpignano, a 2 9 0 per Barcellona, fin o a raggiungere i 4 8 0 franchi per M urcia, (1 8 5 9 ch ilo ­ m etri di percorso totale).

Con applicar dunque la tassa decrescente con la distanza, le Com pagnie di trasporto non fanno che mettere in pratica il principio com m erciale, con si­ stente nel vendere il più che possibile, contentan­ dosi del benefizio che, caso per caso, riesce possi­ bile di realizzare. Il raffinatore di Parigi vende il suo z u c c h e r o , preso allo stabilim ento, a un dato prezzo per Parigi e nel Dipartimento della Senna ; a prezzo m inore, se vuole andar più lungi ; m inore quanto più lo zucchero venduto deve allontanarsi, quanto più si avvicina al raggio d’ azione e di concorrenza delle altre Raffinerie, Nantes e Marsi­

glia. Se poi vende all’ estero, ribassa ancora i suoi prezzi di vendita sino talora, a vendere senza alcun benefizio, riflettendo che un benefizio indiretto c’ è sem pre in quanto che si avvantaggiano le spese generali d’ esercizio per poter lottare in Italia, in Ispa- gna, al M a ro cco , in Persia e via d iscorren do, in concorrenza delle industrie similari di ogni altro paese.

P er identico calcolo le Com pagnie ferroviarie sono costrette a ridurre i loro prezzi di trasporto per poter estendere il raggio di loro azione e più lar­ gam ente approvvigionare i grandi centri di consum o. E quando anche così non facessero, l’ introduzione di date m erci dall’ estero ne soffrirebbe, cesserebbe? N eppur per sogno, sem pre che, ben inteso si tratti di m erci delle quali si abbia bisogno indeclinabile, di cui non si possa far a m eno o che possano essere trasportate a m inor prezzo con altri mezzi che non siano le ferrovie, com e sarebbero il mare, i fiumi, i canali, dove questi esistono e, com e in Francia, sono mantenuti a spese dello S ta to, di guisa che nulla costa il servirsene.

Il mare, ad esem pio ò il più tem ibile concorrente per paesi com e l’ Italia, ove le ferrovie longitudinali non potrebbero, in non pochi casi sopportarne la concorrenza se non a patto di forti riduzioni di tariffe. Si pigli ad esem pio il vino delle regioni m eridionali, che viaggia dai luoghi d’ origine verso l’ Alta Italia. Questo v in o , tranne che per lievis­ sim e quantità, viene a G enova per via di mare. Se peraltro le Società ribassassero le loro tariffe al punto da far concorrenza ai battelli, ai piroscafi, certo egli è che una quantità ben più considerevole di vini delle Puglie di Calabria ed anche di Sicilia, preferirebbe la ferrovia, tanto per risparm iar le spese e gli inconvenienti d ’ im barchi e sbarchi, scarichi e carichi, senza pur calcolar il benefizio della celerilà.

Com e si rileva, anche a prim o colp o d’ occh io, il problem a e le questioni che il N oblem aire si è posti, dal punto di vista generale e speciale alla Francia, interessano molto dal punto di vista spe­ ciale, anche il nostro paese, ove dovrebbero e p o­ trebbero essere più profondam ente e con m aggior sollecitudine studiati.

LE OPERAZIONI DELLE CASSE DI RISPARMIO POSTALI

nei primi nove mesi del 1890

Gli uffici postali autorizzati a fare operazioni di risparm io erano alla fine di^settem bre p. p. in nu­ m ero di 44 6 0 .

Nel detto m ese furono emessi 2 0 ,1 2 3 nuovi li­ bretti e ne furono estinti 1 1 ,6 3 4 . In com plesso, dalla data della loro istituzione (1 8 7 6 ) al 30 set­ tem bre 1 8 9 0 , i libretti emessi furono 2 ,8 2 9 ,1 1 0 , quelli estinti 8 1 4 ,6 5 7 ; ne rim anevano dunque aperti a questa ultima data 2 ,0 1 4 ,4 5 3 .

Il m ovim ento dei fondi in dipendenza delle ope­ razioni eseguite dalle Casse postali di risparm io si riassume nelle cifre seguenti:

Depositi Rimborsi

Mese di settembre 1890. L. 14,042,866.14 16,007,179.35 Mesi precedenti deH’anno

(8)

Rimanenze

Mese di settembre 1890 ... .. . . Mesi precedenti deil’ anno in corso. . , . , . Anni 1879-89 ...

|l. 16,181,801.83 » 277,271,769.94

Totale L. 293,453,571.77 Nella cifra di L . 1 ,3 6 7 ,7 7 7 ,8 8 5 .4 7 che a tanto ascendono i depositi postali dalla creazione delle casse di risparm io fino a tutto settem bre 1 8 9 0 fi­ gurano L . 4 3 ,4 3 6 ,1 2 9 .4 7 di interessi capitalizzati.

L A S I T U A Z I O N E D E L T E S O R O

al 30 novembre 1890

costruzione di strade ferrate (L . 2 8 ,7 7 4 ,6 5 8 .4 9 ). I pagamenti nello stesso periodo di tempo am­ m ontarono a L. 5 8 3 ,6 5 9 ,5 6 2 .1 8 e questa somma confrontata con la spesa del periodo corrispondente dell’ esercizio 1 8 8 9 -9 0 presenta una dim inuzione di L . 3 9 ,4 6 6 ,0 8 8 .2 1 nella qual dim inuzione di spesa il Ministero della guerra figura per L. 2 0 ,0 4 8 ,9 7 2 .0 8 .

II seguente prospetto indica I' am m ontare degli incassi ottenuti nel lu glia -n ovem b re 1 8 9 0 in con ­ fronto del lu g lio-n ovem b re 18 8 9 .

Incassi Differenza

Entrati ordinaria nel luglio 1890 a tutto nov. luglio-nov.col

1890 1889

Il conto del Tesoro alla fine di novembre p. p. cioè alla fine dei primi 5 mesi dell’ esercizio finanzia­ rio 1890-91 presentava i seguenti resultati :

A t t i v o s Fondi di Cassa alla chiusura del­ l’esercizio 1889-90... L. Incassi dal 1° luglio 1890 al 30 no­

vembre (Entrata ordinaria).. » Id. (Entrata stra ord in a ria).... » Debiti e crediti di T esoreria.. . »

Totale attivo. L. 1,608,381,305. 51 P a s s i v o :

Pagamenti dal 1“ luglio 1890 a

tutto novembre... L. 583,639,562.18 Debiti e crediti di T e so re ria ... -> 837,969,979.59 Fondi di Cassa al 30 nov. 1890 » 186, 771,763. 74 Totale passivo. L. 1,608,381,305 51 Il seguente prospetto riepiloga la situazione dei debili e erediti di Tesoreria :

30 giugno 1890 30 nov. 1890 Differenze Conto d i cassa L. 205,132, 750. 52 186, 771,763 74 — 18,360,986 78 Situaz.deicrediti

di T esoreria.... 89,629, 257.08 130,132, 987. 42 4 - 40,503,730.34

Tot. dell’attivo L. 294,762,007 .60 316,904,751.16 + 22,142. 743. 56 Situaz. dei debiti

di T esoreria.. 477,402,826.57 459,493,117. SO 4- 17,909,709 27

Situa». \ attiva L.

di cassa ( passiva » 182,640, 818 97 142,588,366.14

4- 40.052 452 83

Gli incassi dal 1 ° luglio 1 890 a tutto novem bre dello scorso anno, cioè a dire nei primi 5 mesi dell’ esercizio finanziario 4 8 9 0 -9 1 ascesero, entrate ordinarie, e straordinarie riunite a L. 6 2 5 ,6 9 2 ,0 1 5 .0 1 contro L. 6 7 1 ,4 1 6 ,2 8 0 .0 1 nei primi 5 mesi del­ l’ esercizio 1 8 8 9 -9 0 e quindi una m inore entrata nel 1 8 9 0 -9 1 per la som m a di L . 4 7 ,7 2 4 ,2 6 5 . È da notare peraltro che m entre l’ entrata straordinaria dim inuiva di L. 3 7 ,7 3 8 ,6 8 7 .2 6 , l’ entrata ordinaria subiva una dim inuzione di L. 9 ,9 8 5 ,5 7 7 .7 4 soltanto.

N ell’ entrata ordinaria le m aggiori dim inuzioni si ebbero nelle tasse in amministrazione del Ministero delle finanze (L. 3 ,0 4 5 ,6 1 5 .6 6 ); nelle dogane e d i­ ritti marittimi (L . 1 6 ,5 9 6 ,6 1 1 .7 4 ) e neile entrate diverse (L . 2 ,3 1 6 ,8 3 8 .0 4 ).

Nell’entrate straordinarie le diminuzioni più note­ voli furono nei residui attivi (L . 6 ,2 2 8 ,5 4 7 .4 7 ) ; nell’ ascensione di debiti (L . 8 ,5 1 5 ,3 4 9 .6 1 ) e nella

205,132,750. 52

600,282,435.00 23,409,580.01 779,556,539.98

Rendite patriinon. dello Stato L. Imposta sui fondi rustici e sui fabbricati . ... Imposta sui redd. di rlcch. mobile Tasse in amministrazione del

Ministero delle Finanze... Tassa sul prodotto del movimento

a grande e piccola velocità sulle ferrov ie... Diritti delle Legaz. e dei Con­

solati a ll’ estero ..

Tassa sulla fabbrioazione degli spiriti, birra, eco... Dogane e diritti m arittim i... Dazi interni di cousumo ... Tabacchi . ... S a li... Multe e pene pecuniarie relative

alla riscoss. delle im poste.. . . Lotto... P oste... ... T elegrafi... Servizi diversi ... Rim borsi e cono, nelle spese... Entrate diverse... Partite di g i r o ... 43,416,420.08 59,291,193.66 57,487,586.79 81,834,122.45 8,050,507.39 300,599 04 9, 185,431.74 101,235,250.93 32,126,374.36 78,714,988.74 25,167,626.67 7,227. i9 28,083,409.97 19,237,247.69 5,770,828.12 6,613,009.37 2,592,786-47 1,436,100.97 29,731,723.07 Totale Entrata ordinaria.. L.

Entrata straordinaria

600,282,435.00

Entrate e'ffettive... Movimento di capitali... Costruzione di strade ferra te.. Capitoli aggiunti per resti attivi

9,156,721.68 11,851,433.34 2,394,697.91 6 725 08 Totale Entrata straordinaria. L. 23,409. 580.01

Totale generale incassi___L. 623,692,015.0' E cco adesso il prospetto delle sp ese:

+ 1,881,019.22 -t- 64.060 79 + 2,317,075 72 - 3,045,615.66 - 160 368.12 H- 156,337.98 + 2,213,455.92 -16,596,611.74 — 873,489.56 + 995,005 03 + 60,394.30 4,671.00 — 201,751.33 4- 296,439.10 -t- 89,682.65 -1- 73,048.93 4- 2,043,508.74 — 2,316.838.04 -+- 3,003.739.33 — 9,985,577.74 — 263.746.31 — 8 565,897.90 -28.774,638.49 — 120,404-60 -37,738,687.26 -47,724,265.00 Pagamenti Pagamenti da luglio 1890 Dlfferimza a tutto nov. co1 lu8ll°‘ n0V*

M inistero del T e s o r o ... L. Id . delle finanze... .. Id . di grazia e giustizia .. Id. degli affari e s te r i... Id . dell’ isti uzione pubb. .. Id. dell’ interno... Id. dei lavori p u b b lic i.... Id. poste e telegrafi... Id. della g u e rra ... Id . della m arina... Id . di agric. indus. e comm.

136,846,786 35 - 15,466,523.63 78,149,490.10 — 2,765,711.12 14,071,343.33+ 102,002.34 4,610,045.29 + 872,741.40 17,827,113.51+ 696,879.16 2,756,268.27— 1,917,233.30 88,489,944.27 — 597,898.23 22,867,569.23- 110,554.15 129,357,985.09 — 20,048,972.08 57,449,591.92 — 416,985 28 7,213,424.80+ 186,366-68 Totale pagamenti di bilancio..

(9)

28 dicembre 1890 L ’ E C O N O M I S T A 825

CRONACA DELLE CAMERE

Camera di Commercio di Firenze.

— Nella riunione del 12 corrente venne presentata un’ istanza di vari negozianti di alcool ecc. intesa a che la Ca­ mera interponga i suoi uffici presso le autorità com ­ petenti, affinchè sia trovato il mezzo più sollecito per il rilascio delle bolle di circolazione per lo spi­ rito puro, che attualmente vengono em esse dalla Dogana di Firenze, la quale giustifica il ritardo nel rilascio, per non avere impiegati cui potere affidare tale incarico. Nella stessa seduta la Camera fu c h ia ­ mata ad occuparsi della grave questione della co n ­ trattazione dei cereali. L e contrattazioni dei cereali provenienti dall’ Oriente, si fanno in gran parte per mancanza di linee di navigazione a Genova invece che a L ivorno, e ciò occasiona non indifferente spesa per il trasporto delle m erci da Genova in roscana.

Camera di Commercio di Siena e Grosseto. —

Approvava il bilancio preventivo per il 1891 in L. .6 ,8 0 8 .1 4 tanto all’ entrata che all’ uscita.

Camera di Commercio di Torino.

— N ella riu­ nione del 13 dicem bre approvava il bilancio pre­ ventivo per il 1891 nella com plessiva som m a di L. 1 2 2 ,1 2 7 .3 7 per l’ uscita, e in pari som m a per 1’ entrata.

Camera di Commercio di Bologna.

— O ccupan­ dosi del trattato di com m ercio con l’ Austria-U nghe- ria afferm ò la necessità di una revisione. Prendendo poi in esame la proposta di un nuovo valico nel S em pione, deliberò far voti al governo affinchè per quanto lo permettano le condizioni finanziarie dello Stato, voglia prendere in considerazione quel p ro­ getto, la cui esecuzione, secondo il concetto della Camera stessa, non potrebbe che giovare ai nostri traffici internazionali.

Camera di Commercio di Udine.

— Nella tor­ nata del I o dicem bre, Minisini ed O rter, revisori dei conti, presentano la loro relazione e la Camera di­ scute i singoli capitoli e gli allegati del bilancio.

Presero parte alla discussione i consiglieri Facini, K echler, M arcovich, Bardusco, M oro e il presidente.

L a Camera fissò la tassa sugli esercenti arti ed industria, pel 1 8 9 1 , in lire 1 7 8 0 2 .2 9 ed esaurita la discussione dei singoli capitoli, approvò in com plesso il proprio bilancio preventivo per l’ anno 1891 in lire 3 2 1 3 3 .3 6 d ’ entrate e di spese.

Approva quindi il bilancio preventivo del fondo pensioni in lire 4 9 2 1 .7 0 di entrate e di spese.

Camera di Commercio di Mantova.

— Nella tornata del 27 novem bre dopo varie com unicazioni il Presidente dava lettura di una dettagliata rela­ zione sulla proposta di m odificazioni alle tariffe per la riscossione del dazio consum o com unale e la Ca­ mera dopo viva discussione dava parere favorevole al progetto che dovrà valere per il quinquen­ nio 1 8 9 1 -9 6 .

Camera di Commercio italiana a Parigi. —

Nell’ ultima sua riunione approvava i seguenti voti:

1. Che la Camera segua lo studio sulla nuova tariffa doganale francese onde assicurare ulterior­ mente m igliori condizioni al com m ercio dell’ Italia. 2. Che il governo francese seguendo l’esem pio dell’ Italia sopprim a la tariffa differenziale.

3. La denunzia di tutti i trattati di com m ercio

conclusi co ll’ Italia onde abbia un’ intera libertà d’ azione contro le esigenze delle altre potenze.

4 . Che l’ Italia sopprim a la clausola della na­ zione più favorita nei prossimi trattati.

Mercato monetario e Banche di emissione

I continui m ovim enti di specie m etalliche, i timori di nuove richieste di oro da parte della Germania e degli Stati Uniti tengono in apprensione il m er­ cato londinese e spiegano la persistenza dello sconto privato al 4 e al 4 i|2 0|0- 1 cam bi su Nuova Y o rk e su Berlino hanno avuto sensibili oscillazioni sem pre contrarie all’ Inghilterra; ma per com penso dall’ Australia sono attese alcune som m e di danaro che permetteranno il m ercato di conservare la sua attuale posizione, che non è però buona, ma pare già m olto di poter evitare qualche peggioram ento.

In relazione al m ovim ento di rialzo, prodottosi sul m ercato dell’ argento a N ew Y ork in previsione di grosse com pre da parte del segretario del T esoro am ericano, il prezzo dell’ oncia e s a lilo fino a 49 1|2 pence, e il cam bio sulle Indie è aumentato a 1 stel­ lino e 7 pence per rupia.

Dal Monthly Trade Supplement dell'Economist, togliam o i dati segueuti che riguardano alle o p e ra ­ zioni della Clearing House durante i primi 11 mesi

degli anni 18 8 8 , 1 8 8 9 e 1 8 90.

1888 ... L . 3 ,2 8 2 ,7 1 3 ,0 0 0 1889 ... » 3 ,8 3 3 ,6 6 8 ,0 0 0 1890 ... » 5 ,9 6 0 ,9 8 3 ,0 0 0

A cagione delle feste la situazione della Banca di Inghilterra non ci è ancora pervenuta. — Il mercato am ericano si trova in una condizione relativamente m igliore, il ch e è attestato anche dalla ultima si­ tuazione delle Banche associate di Nuova Y o rk , le quali al 20 decem bre avevano l’ incasso in aum ento di doli. 4 ,2 0 0 ,0 0 0 e la riserva eccedente da 6 2 3 ,0 0 0 dollari era salita a 4 m ilioni è mezzo ; i depositi erano aumentati di 3 ,6 0 0 ,0 0 0 doli.

Il cam bio su Londra ha avuto frequenti oscilla­ zioni e chiude a 4 ,7 9 3 [4 ; quello su Parigi a 5 ,2 4 3|8.

La questione monetaria continua a interessare vivam ente la stampa, il Parlam ento, l’ opinione pub­ b lica ; il provvedim ento che pare incontri m aggior favore è quello di com perare 13 m ilioni d’ oucie di argento per surrogare i biglietti delle Banche Na­ zionali elle furono ritirali dalla circolazione.

A Parigi si nota una certa scarsezza di danaro e ciò per i con siderevoli im pegni di quella piazza messi in lu ce dalla ultim a, liquidazione quindicinale. La dom anda di danaro continuò per tutta la set­ timana e lo sconto libero è al 3 0|0 e anche p iù ; alla liquidazione di fine mese si avrà certo un più alto saggio di interesse.

Sul mercato berlinese è tornata un poca della facilità di sconto "e dell’ abbondanza di capitali d i­ sponibili d’ altri tempi. L e recenti im portazioni di danaro da Londra hanno m igliorato il m ercato m o­ netario e lo sconto privato che aveva oltrepassato il 5 0|0 è tornato al disotto di quel saggio. I cam bi essendo favorevoli alla Germania è da ritenersi che la liquidazione di fine mese sarà superata facilm ente.

Invece sul m ercato viennese continua la solita ristrettezza ili danaro attestata dai prezzi di riporto.

(10)

P oiché gli im pegni di questo mese sono sem pre considerevoli, si prevede che m inori som m e di da­ naro potranno essere messe a disposizione della Borsa, e che in conseguenza i riporli riusciranno non m eno cari di quelli del m ese scorso.

Nel m ercato dei cam bi si è avuta da prima una /s p ic c a ta ferm ezza, la quale, per altro, è venuta m eno appena la rendita ebbe m igliorali i suoi corsi al- P estero, m entre qui sono rimasti pressoché stazio­ nari. Così un lieve ribasso avvenuto da ultimo ha riportato i cam bi principali un po’ al di sotto del livello di sabato scorso.

Il chèque su Francia rim ane fra 101 ,1 2 e 1 0 1 ,5 0 ; quello su Londra fra 2 5 ,0 3 e 2 5 ,6 0 ; quello sulla Germania fra 1 2 5 ,9 7 e 126 ,0 5 .

Quanto al m ercato serico, i possessori di sete, sperando in un avvenire m igliore, serbarono un con ­ tegno ferm o rim petto allo offerte del con su m o, che pur avendo bisugno di provvedersi, non si mostra disposto a pagare prezzi m aggiori di quelli praticati la settimana scorsa. Onde deriva scarsità di tran­ sazioni sul m ercato.

La situazione degli Istituti di em issione al 1 0 di­ cem bre presentava le seguenti risultanze:

Differenza col 30 novembre C assa... 54,282,000 — 16,131,000 Riserva... 410,491,000 - 1,808,000 P o rta fo g lio ... 667,989,000 — 11,579,000 A n ticip azion i... 121,746,000 -f- 47,000 Circolazione l e g a l e . . . 740,541,000 — 1,498,000

» cop erta .. 112,637,000 — 481,000

» eccedente 160,254,000 — 19,246,000

» straordinaria. 60,127,000 Conti correnti e altri

debiti a vista... 137,503,000 — 4,315,000

Erano in dim inuzione la circolazione totale di 21 m ilion i; il portafoglio di 11 m ilioni e mezzo, conti correnti di 4 m ilioni, la cassa di 16 m ilioni, ec.

Situazioni delle Banche di emissione italiane

' 10 dicembre differenza . ( Cassa e r is e r v a ...L . 237.980 000 — 13,485,000 N .... ) Portafoglio... * 401,102,000 — 14,382 000 rt rt attivo < Anticipazioni... » 61.7S2.000 — 19.000 V Moneta metallica.. . » 199,938,000 — 557,000 ( Capitale versato.. . . » 150,000,000 — — = c$ n . \ Massa di rispetto.. . » 40.000,000 — — cg3S Passivo« ... 608.381.000 — 4,701,000 00 (. Conti cor. altri deb. a vista 66,330 000 — 4,355,000 10 dicembre differenza / Cassa e riserva.. . . L. 46.311.000 — 2 892 000 WaS ah;™ > Portafoglio...» 57-9I2000 + 4,244 000 i ? £= AU1V0 Anticipazioni... » 7,885.000 - 130,000

G3 ( Moneta metallica.. . . » 42,447,000 — 2,000

RJ g /C a p ita le ... * 21,000,000 — —

£2 o _ . \ Massa di rispetto..,.* 2.317,788 — — 5 h Passivo/ oircolazicne... » 90 301.000 + 18,000 CO ( Conti cor. altri deb. a vista» 3.393,000 4- 191,000 10 dicembre differenza / Cassa e riserva__ . . , . L . 5.379.000 — 69,000 co 3 ah;™ J Portafoglio... » 4,760,000 — 179 000 o s g M iiv o < Anticipazì01li... , 3,964 000 — 127,000 ■““ a) V Moneta m etallica...» 5,253 000 4“ 103,000 ctf / Capitale versato... » 5,000,000 — —

= Massa (,i rÌSpett0 ...* 535.000 — —

= .asuvoj 0irc0iazl0ae... .. 13 527,000 — 1,282,000

CO v Conto corrente a v ista ..» 12-000 — 25,000

11 dicembre differenza ( Cassa e riserva .. . . I . 23.650. 000 4- 57. 000 o Attivo ) Portafoglio...» 40,971,000 — 961,000 rr* f Anticipazioni... > 369,000 — — 05 V Moneta metallica...* 22,606 000 — 43,000 O f Capitale versato... . . . » 15 000.000 — — 5 Pn qqìvu / Massa di rispetto... » 5,069.977 — — Passivo < circolazion e...* 62,554.000 — 372.000 \ Conti cor.altri deb. a vista» 1,032,000 — 46,000

10 dicembre differenza / Cassa e riserva... L. 109 810 388 — 1,607,000 ~ Attiva ) Portafoglio...»> 133,347.000 — 944,000 o © Attivo j Anticipazioni... , 39 534.000 + 190,000 ,2 c3 \ Moneta m etallica....» 100.949,000 — 1,305,718 « 2 /C a p ita le ... » 48,750.000 — — Q2__p i \ Massa di rispetto...* 22-750,000 — — T3 m s iY 0 j C ircolazione...» 256 782 000 -14,765,000 \ Conti cor. e altri debiti» 42,625,000 + 503,000 11 dicembre differenza

Ì

Cassa e riserva.. . . L. 41 641 859 — 981,912 Portafoglio...» 29.894 286 + 638- 382 Anticipazioni... » 6,260.940 — 5,565 Numerario...» 39.305,289 — 4,000 / Capitale versato... » 12,000,000 — — CO p • \ Massa di rispetto.. . . » 5,000,000 — —

=5 massivo < circola zion e ... » 48,033.254 — 721,730 ( Conti corr. a vista . . » 24,108,227 — 294.000

Situazioni delle Banche di emissione estere

20 dicembre differenza <D ■ -¿é / Incasso metal.Doli. 74.500,000 + 4,200,000 ■f-j § q Attivo (Portai, e auticip.» 386,400,000 + 400,000 © c o - © > - (Valori legali . . . . * 25,100,000 + 600,000

*1 2 • Passivili Circolazione » 3-600.000 — —

cn ™ Z ^assivo( Conti cor. e depos.» 300,300,000 + 3,600,000 15 dicembre differenza m ® -« atf,vn (Incasso metal. Rubli 458,313,000 + 1,683,000 o « co (Portai e anticipaz. » 65,749,000 + 1,470,000

22 (Biglietti di credito >1,046,295,000 — —

m 9 - 5 Passivo]Conti corr. del Tes. > 62,328,000 — 5,679, 000 LL* I CC I » » d eip riv .» 147,389,000 + 4,404,000

^ 0 18 dicembre differenza

b o — 'TZr. ( Incasso. Franchi 106,703,000 — 2,713,000 S ' H S - S 411170 l P ortafoglio....). 316,305,000 - 1,116,000

m 5 M » ...¡„„(C ir c o la z io n e ...» 376,139.000 - 1.064,000

uj c m i-assivo ^ Ooilti 00rr(mtu, 64,665,000 — 845,000

^ 20 dicembre differenza

b __£ , (In ca sso... Pesetas 257,346,000 — 3,441,000 = va « 41 v (Portafoglio...»1,083,981,000 — 1,742,000 r5 £=. p . (Circolazione--- » 726,323.000 — 837,000 LJ C« rasslY0 (Conti corr. e dep. » 436,137,000 + 6,481,000

20 dicembre differenza » ( Incasso S oro 38,985.000 - 142,000 CS co 3: ) lu c a s s 0 ... j arg. 65,284,000 - 689,000 “ « 5 4U1V0 J Portafoglio... , 69,738,000 — 1,848,000 ^ ctì ( Anticipazioni...» 53,971,000 — 1,106,000 03 S i130 » . , Oiroolazioue... »198,090,000 — 2,711,000 ■§ rasslTOl Conti correnti... » 9,789,000 ■+■ 202,000

R IVISTA

DELLE SORSE

Firenze, 27 Dicembre

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