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Pendolo non ideale ??

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Academic year: 2021

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5.87. PENDOLO NON IDEALE??

PROBLEMA 5.87

Pendolo non ideale ??

Un punto materiale di massa m è sospeso ad un punto fisso da una molla con lunghezza di riposo`0e costante elastica k. Per semplicità si può supporre che il moto avvenga in un piano verticale. Studiare le piccole oscillazioni del sistema attorno alla posizione di equilibrio stabile.

Soluzione

m k `0

θ

Figura 5.73.: Coordinate polari utilizzate per descrivere il pendolo.

Conviene utilizzare coordinate polari per specificare la posizione del punto materiale rispetto all’origine. L’estremo opposto della molla è fissato in quest’ultima (Figura 5.73).

Possiamo allora scrivere le equazioni del moto nella direzione radiale e tangenziale nella forma

m ¨r−r ˙θ2 = mg cos θk(r− `0) (5.87.1) m r ¨θ+2 ˙r ˙θ

= −mg sin θ (5.87.2)

La posizione di equilibrio si trova annullando nelle equazioni precedenti velocità e

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5.87. PENDOLO NON IDEALE??

accelerazioni. Deve quindi essere

sin θ = 0 (5.87.3)

cos θ = k

mg(r− `0) (5.87.4)

e troviamo le due soluzioni

(r, θ) =`0mgk , π (5.87.5) e

(r, θ) =`0+ mg k , 0



(5.87.6) Studiamo piccole oscillazioni attorno alla prima introducendo due nuove coordinate

θ = π+δθ (5.87.7)

r = `0mg

k +δr (5.87.8)

legate agli spostamenti rispetto alla posizione di equilibrio scelta. Sostituendo nelle equazioni del moto abbiamo

mh

δ ¨r−`0mg k +δr

 δ ˙θ2

i=mg cos(π+δθ)−k`0mg

k +δr− `0



(5.87.9) mh

`0mgk +δr



δ ¨θ+2δ ˙rδ ˙θi

=−mg sin(π+δθ) (5.87.10)

Trascurando tutte le quantità di ordine maggiore del primo rispetto alle piccole va- riazioni e utilizzando le approssimazioni sin(π+δθ) ' −δθ e cos(π+δθ) ' −1 otteniamo

mδ¨r = −kδr (5.87.11)

m

`0mg k



δ ¨θ = mgδθ (5.87.12)

La seconda equazione non corrisponde a piccole oscillazioni se, come supporremo,

`0 >mg/k. In effetti la sua soluzione generale è del tipo

δθ(t) =Aekt+Bekt (5.87.13) con

k=

s g

`0mgk (5.87.14)

e questo permette di concludere che il punto di equilibrio studiato non è stabile.

Passiamo allora alla seconda soluzione di equilibrio. Questa volta le “piccole” coordi- nate saranno definite da

θ = δθ (5.87.15)

r = `0+ mg

k +δr (5.87.16)

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e sostituendo come nel caso precedente nelle equazioni del moto troviamo mh

δ ¨r−`0+mg k +δr

 δ ˙θ2

i = mg cos(δθ)−k`0+ mg

k +δr− `0

 (5.87.17) mh

`0+mg k +δr



δ ¨θ+2δ ˙rδ ˙θ

i = −mg sin(δθ) (5.87.18)

Questa volta utilizzeremo le approssimazioni sin δθ ' δθ e cos δθ ' 1. Trascurando nuovamente prodotti di quantità piccole avremo

mδ¨r = −kδr (5.87.19)

m

`0+ mg k



δ ¨θ = −mgδθ (5.87.20)

Entrambe le equazioni descrivono oscillatori armonici, ed hanno per soluzioni generali δr(t) = A cos ωrt+B sin ωrt (5.87.21) δθ(t) = C cos ωθt+D sin ωθt (5.87.22) con

ωr = rk

m (5.87.23)

ωθ =

s g

`0+ mgk (5.87.24)

Abbiamo quindi una oscillazione radiale, la cui frequenza dipende dalla costante di richiamo della molla, e una oscillazione tangenziale. Per la seconda la frequenza è iden- tica a quella di un pendolo di lunghezza` = `0+ mgk , cioè alla lunghezza della molla nella posizione di equilibrio.

Le due oscillazioni sono indipendenti, e nel limite k → ∞, che ci aspettiamo corri- sponda al caso di un filo inestensibile, la frequenza di oscillazione radiale tende pure all’infinito, mentre quella tangenziale diviene la frequenza di un pendolo di lunghezza

`0.

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