Partendosi di là e andando tre giornate verso levante, l’uomo si trova a Diomira, città con sessanta cupole d’argento, statue in bronzo di tutti gli dei, vie lastricate in stagno, un teatro di cristallo, un gallo d’oro che canta ogni mattina su una torre. Tutte queste bellezze il viaggiatore già conosce per averle viste anche in altre città. Ma la proprietà di questa è che chi vi arriva una sera di settembre, quando le giornate s’accorciano e le lampade multicolori s’accendono tutte insieme sulle porte delle friggitorie, e da una terrazza una voce di donna grida: uh!, gli viene da invidiare quelli che ora pensano d’aver già vissuto una sera uguale a questa ed esser stati quella volta felici.
200 c m 150 c m 400 c m 5 cm 28 cm 634 cm 700 cm 400 cm 112 cm 5 cm 5 cm 28 cm 5 cm 112 cm 28 c m 6 5 10
MONDO DI IMMAGINI
SEZIONE TRASVERSALE 1:20 DETTAGLI 1:5 A B C Traliccio in alluminio Pannello sandwich: truciolare dipinto nero, isolamento internoPavimento sospeso per passaggio cavi Citazioni luminose a pavimento
Proiettore Spazio tecnico
Tubolare distanziatore in alluminio Tubolare in alluminio
Telo teso per proiezioni a 360° Superficie specchiante A B C \\ BOTTINI_RIVA/ARALDI_METROPOLITANI/MARCO/TAV.5 Traliccio in alluminio Elemento di fissaggio Pannello sandwich: truciolare dipinto nero, isolamento interno Tubolare distanziatore in alluminio
Tubolare in alluminio Elemento di fissaggio
Elemento per l’appensione
Proiettore Telo teso per proiezioni a 360°
Superficie specchiante CIn. p. 14
Lo sguardo percorre le vie come pagine scritte: la città dice tutto quello che devi pensare, ti fa ripetere il suo discorso, e mentre credi di visitare Tamara non fai che registrare i nomi con cui essa definisce se stessa e tutte le sue parti. Come veramente sia la città sotto questo fitto involucro di segni, cosa contenga o nasconda, l’uomo esce da
Tamara senza averlo saputo.
CIn. p. 22
Nella mente del Kan l’impero si rifletteva in un deserto di dati labili e intercambiabili come grani di sabbia da cui emergevano per ogni
città e provincia le figure evocate dai logogrifi del veneziano.
CIn. p. 39
Ciò che rendeva prezioso a Kublai ogni fatto o notizia riferito dal suo inarticolato informatore era lo spazio che restava loro intorno, un vuoto non riempito di parole. Le descrizioni di città visitate da Marco Polo avevano questa dote: che ci si poteva girare in mezzo col pensiero,
perdercisi, fermarsi a prendere il fresco, o scappare via di corsa.
CIn. p. 40
Quando Polo cominciava a dire di come doveva essere la vita in quei luoghi, giorno per giorno, sera dopo sera, le parole gli venivano meno, e a poco a poco tornava a ricorrere a gesti, a smorfie, a occhiate. Così, per ogni città, alle notizie fondamentali enunciate in vocaboli precisi, egli faceva seguire un commento muto, alzando le mani di palma, di dorso o di taglio, in mosse diritte o
oblique, spasmodiche o lente.