3.12 Conclusioni
Questo studio si inserisce in un più ampio progetto, iniziato a cura del CE.TU.S, con lo scopo di censire la popolazione di Tursiops truncatus presente lungo la costa versiliese.
In particolar modo nel 2001 è stato attivato un progetto che ha il fine ultimo di censire, indagare la biodistribuzione e il comportamento di questa specie.
Sono ad oggi stati fotoidentificati ed inseriti nell’archivio 116 soggetti grazie appunto alla tecnica di fotoidentificazioe e capture-mark-recapture, metodica non invasiva che quindi non va a ledere gli animali.
Sono state quindi raccolte in questi anni molte nozioni relative a distribuzione spaziale e comportamento di questi delfini, ed è in questo contesto che si inserisce questa tesi, scopo principale della quale è lo studio della distribuzione dei Tursiopi appartenenti alla popolazione Alfa residenti nel Mar Nostrum.
Lo studio, effettuato nel corso degli anni 2006 e 2007 presso il CE.TU.S (Centro TUrsiopi e Stenelle), si basa su osservazioni eseguite in mare aperto prevalentemente nelle acque comprese tra Viareggio e Marina di Pisa. Alla base dei rilievi vi è l’iter seguito per gli avvistamenti, come già accennato dividendo le zone di ricerca per aree, per transetti, in base agli avvistamenti precedenti o secondo segnalazioni di pescherecci o capitaneria di porto. Una volta avvistati delfini, nel mio caso in particolare Tursiopi, è necessario mantenere una direzione di navigazione parallela alla rotta da loro eseguita, con velocità bassa e costante senza effettuare manovre brusche e senza intralciarne l’andamento. A questo punto è possibile attuare tutti i rilievi del caso:
segnare mediante GPS la rotta (che viene registrata comunque dal momento della partenza) a intervalli molto brevi, circa ogni 10 minuti;
fotografare la pinna dorsale, sede di caratteristiche individuali dei soggetti, sia dal lato destro che sinistro;
eseguire anche foto del gruppo per annotare atteggiamenti particolari come interazioni madre figlio, salti, surf ecc.;
annotare i tempi respiratori precisando la durata dell’immersione (indicante lo stato del soggetto, se tranquillo sarà di decorso ristretto e il delfino riemergerà probabilmente a breve distanza dal punto di inabissamento; al contrario se inquieto l’immersione sarà prolungata e l’affioramento lontano. Vengono registrate anche la durate dell’emersione e gli atti respiratori eseguiti. Questi ultimi sono rappresentati da affioramenti e immersioni ripetute uno di seguito all’altro, ogni volta che emerge è un atto respiratorio. Anche
questo dato mi indica la condizione emotiva del delfino (tanti atti in periodi lunghi indicano tranquillità, pochi e per breve tempo agitazione).
Registrare mediante idrofono le vocalizzazioni emesse dal gruppo.
Una volta raccolti questi dati vengono inseriti in appositi software di rielaborazione per poterli catalogare e confrontare con quelli già inseriti. E’ così possibile verificare il numero di soggetti presenti nel gruppo, stimare l’abbondanza di popolazione, il tasso di fecondità e di nascita e il tasso di reclutamento mediante metodi statistici quali il metodo di Schnabel, quello di Schumacher- Eschmeyer e di Petersen o Lincoln.
Parte fondamentale di questo lavoro è la raccolta di dati relativi alle rotte seguite dai Tursiopi, registrate con sistema GPS modello Etrex della Garmin, che permette di esportare i dati, gestiti mediante PhotoID foglio elettronico (Microsoft EXCEL), direttamente sul pc (modello Toshiba H25 con sistema Pentium centrino) attraverso un apposito programma, il MAP source, e un plotter cartografico per la navigazione.
Come più volte dichiarato i marker vengono posti indipendentemente dal buon esito dell’uscita, nel caso in cui effettivamente si abbiano avvistamenti la registrazione della rotta avviene ogni 10 minuti.
Mediante i dati raccolti in questa tesi è stato possibile riscontrare una correlazione tra la profondità delle acque lungo la costa toscana, in particolare tra Viareggio e Marina di Pisa, e la presenza dei Tursiopi, e quindi l’appartenenza di questi all’ecotipo costiero.
È stato infatti rilevato che questi Cetacei non si ritrovano oltre l’isobata (nelle carte geografiche, è la linea che unisce tutti i luoghi di uguale profondità sotto il livello del mare) dei 100 m. Ulteriore conferma a ciò è dettata dal tipo di alimentazione di questi delfini, rappresentata da pesci come sogliole, rombi ecc. e crostacei che risiedono appunto a profondità di 100m. Grazie al lavoro svolto nella presente tesi, che conferma dati precedenti, è stato possibile classificare il gruppo di Tursiopi residenti nelle nostre acque come appartenenti all’ecotipi costiero piuttosto che pelagico. Il secondo tipo infatti è costituito da soggetti di dimensioni maggiori e un corpo più robusto, con un maggior numero di globuli rossi e un’emoglobina più concentrata, a causa delle lunghe immersioni richieste dalla necessità di alimentarsi in profondità. Mentre il tipo costiero presenta dimensioni minori che consentono più agilità e una termoregolazione più efficace in acque calde, poco profonde e quasi prive di predatori.