William Parsons, Conte di Rosse (noto anche come Lord Rosse)
Nacque a York il 17 giugno del 1800, studiò al Trinity College di Dublino e poi a Oxford dove si laureò in matematica nel 1822.
[
1] secondogenito di 6 figli (2 femmine e 4 maschi).[2
] Un titolo nobiliare attribuito alla famiglia Parsons da Giacomo I (Stuart) nel 1620. I Parsons, di origine inglese, si erano stabiliti in Irlanda. Si noti che l’Irlanda conquisterà la propriaindipendenza solo nel 1922 (a seguito del conflitto anglo-irlandese 1919-1921).
[3] Una cittadina nella regione dell' Offaly dell' Irlanda il cui nome Biorra in gaelico significa piena d'acqua, ma che dal 1622 al 1899 si chiamava Pearsonstown.
Alla morte del padre (1841), essendo il primo figlio maschio ([1]) divenne il terzo conte di Rosse ([2]). Oltre al titolo William ereditò molti
possedimenti del padre e in
particolare il castello di Birr([3]).
Il castello di Birr, che appartiene tuttora ai conti di Rosse, non è aperto alle
visite del pubblico mentre visitabili sono i giardini botanici e … il telescopio
Nel 1836 Lord Rosse aveva sposato Mary Field, una giovane benestante, nata nel 1813 nello Yorkshire.
Il padre di William, che stava pensando di spostarsi a Brighton, nel sud dell' Inghilterra, per ragioni di salute, offrì alla coppia di sposi di risiedere nel castello di Birr.
Nel 1839 venne al mondo Alice, prima e unica figlia femmina di William e Mary, che sarebbe morta 8 anni dopo. I Rosse avrebbero avuto altri 10 figli maschi, ma soltanto 4 sarebbero sopravvissuti all'infanzia.
Nel 1842 la coppia iniziò la costruzione di un grande telescopio. Fu la stessa Mary che era un “fabbro” molto abile a realizzare la maggior
parte delle strutture di ferro di sostegno al telescopio.
Il telescopio che stavano costruendo sostituiva un precedente (36 pollici e 3 piedi) che avevano già costruito insieme e con i suoi 72 pollici e 6 piedi sarebbe stato il telescopio più grande del mondo fino al 1917.
L'impresa non era semplice considerate le dimensioni dello strumento (soltanto lo specchio, spesso 3 cm, pesava 3 tonnellate), ma
straordinariamente i due la portarono a termine in soli 3 anni.
Nel 1845 l' Irlanda fu colpita da una grande carestia (*) e quindi l'uso regolare del telescopio fu rimandato di un paio d'anni. Fra il 1845 e il 1847 Mary Field si
adoperò per poter impiegare 500 uomini a lavorare nel castello.
Wlliam e Mary avevano costruito tutto anche la macchina per pulire lo specchio, anzi gli specchi, perchè essendo realizzati in bronzo si ossidavano (annerivano) nel giro di pochi mesi. Per cui mentre uno era in funzione il secondo veniva ripulito.
Lo specchio principale era alloggiato entro un tubo in legno dal diametro di circa 2 metri e lungo 18,5 metri. La montatura era newtoniana, con l'oculare localizzato sul lato ovest del telescopio. Due muri lunghi 21 metri, alti 12 e distanti circa 7 metri l'uno dall'altro sostenevano il telescopio (che complessivamente pesava 12 tonnellate) con un ingegnoso sistema di carrucole e contrappesi.
Il telescopio poteva muoversi di quasi 90° in Altezza, ma solo di un'ora in Azimuth (dal meridiano).
Per arrivare all'oculare si utilizzava una passerella in legno di forma arcuata che seguiva il movimento del telescopio. Per osservare a basse altezze Lord Rosse si serviva di una pedana che si poteva alzare fino a raggiungere l'estremità
inferiore della passerella. Una scala ripidissima, appoggiata alla parte frontale del muro, permetteva di arrivare direttamente alla passerella.
(*) la grande fame dell' Irlanda 1845-1850 causata dalla peronospera infestans che distrusse le piante di patate che costituivano la sola fonte di alimentazione per circa 1/3 della
popolazione irlandese. A seguito di questa infestazione la popolazione dell' Irlanda si ridusse del 25% (circa 1 milione di morti e circa 1 milione di emigrati).
Questo dipinto realizzato da Henrietta Matilda Crompton (1793- 1881),
un'artista originaria dello Yorkshire, mostra Lord Rosse che attende lo
specchio (trasportato da 5 uomini con un carretto) del 72 pollici, sullo
sfondo il 36 pollici e ancora più indietro il castello di Birr.
Il telescopio da 72 pollici in una litografia del 1860
Il telescopio era un vero e proprio colosso. Spesso viene indicato col termine il leviatano (*) di Rosse
,che non ha nulla a che vedere con l’astronomia (non è un tipo di montatura del telescopio).
(*) Un termine che ricorre spesso nella Bibbia (livyathan, traslitterato dall'ebraico ) che significa “contorto“, “a spirale“. Il riferimento al livyathan si trova in Giobbe 3:8, 40-41;
nei Salmi 74:14 e 104:26 e in Isaia 27:1. In Giobbe e nel Salmo 74 la descrizione rimanda al coccodrillo, mentre nel Salmo 104 sembra indicare una creatura oceanica marina simile alla balena Isaia, infine, gli si riferisce come a un serpente guizzante o un tortuoso. Secondo un midrash, ossia un racconto rabbinico, il Leviatan sarebbe stato creato da Dio il quinto giorno: Dio ne avrebbe creato un esemplare maschio uno
femmina, poi, temendo che la specie si moltiplicasse a dismisura e distruggesse il mondo avrebbe ucciso la femmina, riservando la sua carne per il banchetto che sarà dato ai giusti alla fine dei tempi. Durante il Medioevo questa bestia divenne uno dei tanti simboli con cui si identificava Satana: che cerca di “divorare” le creature di Dio.
San Tommaso d’Aquino lo descrisse come il demone dell’invidia, primo nel punire i peccatori, un’ associazione che potrebbe provenire dalla credenza in un mostro
leggendario conosciuto come Bocca dell’Inferno, un’orribile belva intenta a divorare i dannati durante il Giudizio Universale, le cui raffigurazioni esistevano già nell’arte anglosassone del VII secolo. Alcuni storici sostengono che la figura del leviatano sia
stata presa dalla mitologia babilonese e rappresenti la Dea Tiamat, divinità che incarna il caos primordiale. Thomas Hobbes (1588-1679), filosofo inglese autore del Leviatiano (1651) identificò il mostro col potere assoluto dello stato, mentre è Moby Dick, il
capodaglio malvagio, ad essere indicato con tale termine dall'autore del romanzo.
Una sera del 1845 Lord Rosse puntò il suo Leviatano in direzione di M 51 e con grande sorpesa vide un disegno a forma di spirale,
Per la prima volta veniva rivelata questa forma nelle nebulae (e in seguito
sarebbe stata rivelata anche in altre). L'esistenza di nebulae col disegno a spirale sarebbe stata, 70 anni dopo, uno dei punti di forza per sostenerne la natura
extragalattica.
M 51 detta anche the whirlpool (il vortice) nel disegno originale di Lord
Rosse del 18 aprile 1845 comprensivo di commento autografo e in un'
immagine HST
M 51 Herschel, come si può notare, non era riuscito a vedere la forma
di spirale
Nel 1850 Lord Rosse pubblicò, nelle Phylosophical transactions of the Royal Society un articolo dal titolo Observations of the Nebulae in cui erano prodotti disegni e descrizioni di una trentina di nebulae (non tutte erano galassie) che
appaiono molto simili a come le si possono vedere oggi con un piccolo telescopio equipaggiato con un CCD,
M 87 cui Rosse diede il nome di nebulosa del Gufo (owl nebula). Nel commento autografo si legge : two stars considerably apart in the central region: dark penumbra around each spiral arrangements. (On many occasions only one star seen and spiral form doubtful.) Comprendiamo quindi che Lord Rosse avesse cercato il disegno a spirale anche in questa nebulosa planetaria.
Su M 87 esiste anche il commento di Thomas Romney Robinson (1792, 1882) fisico e astronomo irlandese, direttore dell'osservatorio di Armagh e amico di Rosse che nel 1848 scrisse: A most intricate group of spiral arcs disposed around two starry centers, looking like the visage of a monkey.
M 33 Rosse
M 33 in un'immagine ottenuta
con un CCD montato su un
telescopio di medie dimensioni
M 27 The dumbbell (il manubrio) nebulosa planetaria
M 101 the pinwheel (la girandola). Nel disegno di Lord Rosse e in 2 immagini CCD prese in colori diversi (nella
banda R in alto e nella B (in basso). In
quest'ultima si vedono in violetto le regioni di
formazione stellare caratterizzate dalla
presenza di stelle di alta
sequenza principale
Ma non tutti i disegni di Lord Rosse erano buone rappresentazioni dell' aspetto reale delle nebulae. M1, la nebulosa del Granchio (il resto della
Supernova del 1054) è probabilmente quello che gli riuscì peggio anche se ora capiamo le ragioni del nome (*)
(*) forse vi sarete chiesti come mai la nebulosa del Granchio si trova nel Toro, Fu Rosse a chiamarla così per l'aspetto che vide.
Va detto che questo disegno fu
tracciato sulla base di osservazioni fatte col 36 pollici e che Rosse lo rivide a seguito delle osservazioni fatte col Leviatano (disegno che, tuttavia, non sono riuscita a
recuperare)
Lord Rosse voleva trovare conferma sperimentale della ipotesi nebulare (*) secondo la quale la formazione di stelle e pianeti avveniva per
condensazione gravitazionale di materia all'interno di nebulose formate di gas. Per questa ragione cercava di risolvere in stelle le nebulose.
Del resto era profondamente convinto che le nebulae non fossero fatte solo di gas e che la ragione per cui non si vedevano le stelle che ne facevano parte era da attribuirsi all' incapacità dei telescopi di distinguerle.
Nel 1845 Rosse sostenne di essere riuscito a risolvere, col Leviatano, le stelle nella nebulosa di Orione affermazione a cui si oppose fortemente
John Herschel che sostenne che non era possibile e che quello che aveva visto era un difetto del suo telescopio.
(*) I
l
primo sostenitore di tale ipotesi fu Emanuel Swedenborg uno scienziato,teologo e filosofo svedese vissuto fra il 1688 e il 1772, che precedette di una ventina d'anni Immanuel Kant. Questi, nella sua Allgemeine Naturgeschichte und Theorie des Himmels del 1755, postulò che il sistema solare si fosse formato da una grande nube di gas, una nebula. Poi si spinse oltre, postulando che anche la via Lattea era un grande disco fatto di stelle formatesi da una nube più grande (di quella del
sistema solare) di gas in rotazione. Per finire suggerì che anche le altre nebulae fossero, similmente alla via Lattea, dischi lontani fatti di stelle. Fu poi Laplace, o
meglio Pierre Simon marchese di Laplace, matematico francese vissuto fra il 1749 e il 1827 a dare forma alla teoria per la formazione del nostro sistema solare.
Il telescopio di Lord Rosse ebbe un grande successo. Molti vennero da diverse parti del mondo per vederlo e utilizzarlo. Lo stesso Rosse scoprì col suo grande strumento 226 nebulae che poi vennero incluse nel catalogo NGC.
Mentre si accingeva a realizzare il suo ambizioso progetto, nel 1842, Lord
Rosse aveva fatto alcuni esperimenti coi dagherrotipi ([1]). È facile intuire che pensasse ad un'applicazione astronomica della fotografia che sarebbe stata realizzata molti anni dopo.
Contemporaneamente a Daguerre un inglese, William Henry Fox Talbot (1800, 1877), stava compiendo degli esperimenti fotografici ([2]).
[1] I dagherrotipi : figure sognanti in perplessità (da L'amica di Nonna Speranza poesia di Guido Gozzano del 1911). La dagherrotipia fu il primo processo fotografico messo a
punto da Louis-Jacques-Mandè Daguerre (1787, 1851) chimico e fisico francese che si era ispirato al lavoro di Joseph Nicéphore Niépce (1765, 1833) autore del primo scatto fotografico della storia (La veduta della finestra a Le Gras del 1827 . Questo processo fotografico si otteneva utilizzando una lastra di rame e applicando su di essa uno strato di argento che veniva reso sensibile alla luce esponendolo a dei vapori di iodio. La lastra rimaneva sensibile per un'ora e poteva essere esposta per 10 minuti. Lo sviluppo
avveniva utilizzando dei vapori di mercurio che rendevano bianche le zone esposte alla luce e il fissaggio con una soluzione di tiosolfato di sodio che eliminava i residui di ioduro d'argento. I dagherrotipi non erano pertanto riproducibili ed erano anche molto delicati:
oggetti preziosi che venivano conservati con cura e tenuti sotto vetro.
[2] a lui si deve la tecnica di riproduzione delle immagini con il metodo negativo/positivo (detta talbotipia dal suo nome o anche calotipia dal greco kalos, bello, e typos
...impronta? Immagine?)
La corrispondenza successiva fra Lord Rosse e Talbot testimonia il talento mostrato da Mary Field nell'arte della fotografia. Sarà lo stesso Talbot a
mostrare le fotografie della contessa di Rosse alla prima mostra fotografica di Londra e nel 1859 la contessa di Rosse sarà premiata con la medaglia
d'argento della società fotografica d' Irlanda.
[
Richard, Randal e Charles (tre dei quattro figli) di Mary e William assieme a Jane, sorella di quest'ultimo, nella “bocca del Leviatano”
Nella foto manca il
primogenito della coppia Lawrence (1840 1908) che sarebbe divenuto il 4º Conte di Rosse e
avrebbe continuato le osservazioni, Richard (1851, 1923) divenne famoso progettando
ferrovie in Sud America,
Randal (1848, 1946) si
fece prete e Charles
(1854 1931) sviluppò la
turbina a vapore.
Foto di gruppo davanti allo specchio da 72 pollici.
Tre distinte signore al castello di Birr.