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Contributo alla conoscenza della fauna endemica della Svizzera sudalpina

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Contributo alla conoscenza della fauna endemica della Svizzera sudalpina

Marzia Roesli’, Tiziano Maddalena’, Marco Moretti 2

‘& assodati Sagi, 6672 Gordevio, tmaddalena@ticino.com

2

6714 Semione

Riassunto: Uno degli indicatori utilizzati nell’ambito del progralmna nazionale di sorveglianza della biodiversità si rife risce alle specie minacciate a livello mondiale. Le specie endemiche del versante sudalpino rientrano automaticamente in questo indicatore, per cui le classi e gli ordini faunistici meglio conosciuti sono stati analizzati alla ricerca di endemiti. Per dare una definizione coerente e riproducibile di specie endemica è stato elaborato un procedimento selettivo graduale ba sato sulla presenza-assenza delle singole specie in aree geografiche sempre più limitate. Il presente lavoro si è concentrato sull’unità territoriale più piccola e quindi sul grado di endemismo più stretto. definendo le specie endemiche della Sviz zera sudalpina (SESA). Nonostante ciò sono state individuatc ben 66 specie che, allo stato attuale delle conoscenze, adem piono i criteri di SESA! Tra queste 10 specie sono particolarmente minacciate. Soprattutto per loro sarà urgente adottare un piano d’azione specifico. L’analisi delle varie SESA ha pure permesso di individuare 5 tipologie ambientali alle quali molte specie sono legate. Da ultimo è stato possibile confermare il ruolo di vero e proprio «hot spot» per le specie code miche assunto dal Monte Generoso.

Contribution to the knowledge of the endemic fauna of the Swiss Alpine southside

Abstract: One of the indicators used in the national programme of biodivcrsity rnonitoring conccrns the species that are endangered worldwide. Because endemic species of the Alpine southsidc are automatically included in this indicator some of the better known faunistic taxa were analysed in order to identify such species. A selective procedure was de veloped based on the prcsence/absence of a single spccies in gradually smaller gcographic areas. leading to a rcproducible definition of cndemic species. The present study focuses on the smallest tcrritorial un,t by applying the most restricted dcfinition of endemism: the endemic species of the Swiss Alpine southsidc (SESA). Neverthelcss 66 spccies were identi fied that. according to the present state ofknowledge, can be considcred SESA! Among thcm 10 are particularly endan gered and shotild bencfit from a specilic action plan. Based un the ecology of the diffcrcnt SESA 5 habitat types wcre identified that are important for this particular fauna. It was also possible to confiriu the ,ole of Monte Generoso as a true hot spot for the endernic species.

Key words: fauna. endemism. endemic species. Southern Switzerland. conservation

INTRODUZIONE

Uno degli indicatori utilizzati nell’ambito del programma nazionale di sorveglianza della biodiversità (BDM-CH;

HIxTERM\x et al. 2002) si riferisce alle specie minacciate a livello mondiale (indicatore Z4). definite secondo i cri teri IUCN (IUCN 2001). Qiesto indicatore comprende tutte le specie che mondialmente sono minacciate d’estin zione (categoria CR). fortemente minacciate (categoria EN) o vulnerabili (categoria \71J(. Secondo la definizione de1FIUCN si tratta di specie che hanno una distribuzione geogTafica inferiore ai 20’OOO km 2 e/o un areale effettiva mente occupato pari al massimo a 2’OOO km 2 (IUCN 2001). Tutte le specie endemiche del versante sudalpino rientrano automaticamente in queste categorie e sono quindi parte dell’indicatore Z4.

Il Cantone Ticino, grazie alla sua posizione geografica par ticolare a ridosso delle Alpi e al ruolo di zona di rifugio as

sunto da alcuni suoi rilievi (per esempio Monte Generoso) durante l’ultima glaciazione, ospita notoriamente un nu mero elevato di specie cndemiche (Corri et al. 1990). Per la conservazione di queste specie il nostro Cantone ha una responsabilità particolare. Perciò nel 2001 è giunta al Mu seo cantonale di storia naturale (MCSN. Lugano) la ri chiesta da parte dell’Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP. Berna). di allestire un pro gramma di protezione per 1 specie endemiche .1 Mollu sco e 3 Carabidi) del Monte Generoso. Questa richiesta è stata accolta favorevolmente dal Museo e ha condotto al l’elaborazione di un programma più generale di ricerca, protezione e monitoraggio delle specie endemiche del ver sante svizzero sudalpino.

Tra gli obiettivi di questo programma vi sono: 1) elabo rare una definizione standardizzata e riproducibile di spe cie endemica riferita alle regioni della Svizzera sudalpina;

2) individuare la fauna endemica; 3) definire, in base al ri

0379-1251i

(2)

\l. Roesli, Y ivladdaletia, i’Vl. Moictti: Contributo alla

Conoscenza

della huna cndemica deHa Svizzera surlalpina

schio cli estinzione delle diverse specie. le priorità per la messa a punto di programmi d’azione: 1 definire ambienti e comparti territoriali particolarmente importanti per la salvaguardia degli endciniti.

MATERIALE E METODI Gruppi tassonomici considerati

Hanno potuto essere considerati unicamente gruppi tas sonomici relati amente ben conosciuti. Tra questi sono stati scelti solo taxa per i quali era noto almeno un esperto con una buona visione d’assieme sulla distribuzione delle singole specie in Svizzera, e in particolare in Ticino e nelle regioni lirnitrofe (tah. 1).

Le specie con problemi sistematici e quelle per cui le co noscenze erano insufficienti (per esempio specie nuove per la scienza) sono state scartate. Anche i due taxa Diptera e Araneae hanno dovuto essere esclusi dalle analisi, poiché le conoscenze relative alla distribuzione delle singole spe cie sono giudicate generalmente insufficienti per identifi care le specie endemiclie Meiz HNGGl. comunica zione personale).

Grazie a queste limitazioni i risultati ottenuti dovrebbero avere un buon grado cli affidabilità. Non possiamo co munque escludere che per l’una o l’altra specie. in seguito a nuove conoscenze sulla distribuzione. vi saranno in fu turo dei cambiamenti relativi al grado di endernismo.

Definizione di specie endemica

Il termine endemico. per avere un senso, deve essere as sociato a un livello tassonomico e a un areale geografico ben definiti. Nel nostro caso i livelli tassonomici presi in Ihb. i

Gruppi tassono miei presi in considera zione per la ricerca di spe cie endemiche.

in un «econclo tempn questo taxa ha dovuto essere scan lato dalle analisi poiché gli cpcrti miei pellati haimu giu dicato le conoscenze relative alla distribuzione delle sin gole specie generalmente in sufficienti per identificare le specie endemiche

solo Hepialidae, Psyehidae.

Cossidae, Sesiidae. Zygae noidea, Thyrididae, Maerop terigidae

considerazione sono la specie e la sottospecie. Per quanto riguarda la delimitazione clell’areale geografico abbiamo deciso di adottare un procedimento selettivo graduale (fìg.

1). Qpesto ha due vantaggi: 1) è riproducibile e uguale per tutti i taxa considerati. 2) i vari livelli di selezione corri spondono a diversi gradi di endemismo.

Base di partenza per il procedimento adottato è la lista delle specie o sottospecie presenti nella regione biogeo grafica 6 «‘Sud delle Alpi” )fig. 2) e sul versante meridio nale del Sempione. tratta dalla banca-dati del Centro sviz zero di cartografia della fauna (CSCF Neuchàtel) e dalla letteratura (STEP lA e 1B). Criteri di selezione sono la di stribuzione geografica italiana (STEP 2: dati tratti dalle

«Checklist delle specie della fauna italiana» MINEu.T ‘t al.

1993-1995) e la distribuzione generale (STEP 3A 3F: (lati tratti dalla letteratura). Man mano che si avanza nella pro cedura di selezione vengono considerati areali di distribu zione sempre più limitati e quindi gradi di endemismo maggiori.

Il presente lavoro si concentra sul grado di endemismo più stretto. Con pede endemii/ic della St’ù:era sudalpina (‘SESA,( si intendono le specie o sottospecie presenti unicamente nella regione biogeografica 6 (Sud delle Alpi) compreso il versante Sud del Sempione e al massimo in una piccola ha scia della regione biogeografica 5 (Alpi centro—orientali) e/o delle regioni italiane limitrofe.

‘Ritte le SESA sono state verificate da esperti dei vari gTuppi tassonomici.

Definizione delle SESA prioritarie e degli ambienti e dei comparti territoriali importanti

Le informazioni sulla distribuzione. l’ecologia e la biologia delle SESA necessarie a questo tipo di analisi sono state raccolte soprattutto attraverso il contatto personale con gli esperti, nel corso di una visita a ognuno di loro (dati com pleti in RoEsu & MAIDALENA 2004, non pubblicato). Esse sono state completate con indicazioni contenute nella let teratura e con dati tratti dalle banche dati del CSCF (Neu chàtel), dalle collezioni del Museo cantonale di storia na turale (Lugano) e del Muséurn d’histoire naturelle de la Ville de Genève. dalla collezione Scherler depositata presso il Naturhistorisches Museum der Bùrgergemeinde Bern e dalle banche-dati personali del Dott. C. Besuchet, del signor W. Marggi e del Dott. P. Stucki.

Purtroppo non è stato possibile raccogliere dati sufficien temente approfonditi per tutte le specie e le SESA di 3 gruppi tassonomici. Trichoptera. Plecoptera e Diplopoda.

hanno dovuto essere scartate da queste analisi.

Per individuare le SESA per le quali è prioritario adottare un programma d’azione specifico ci siamo basati sul grado di minaccia delle singole specie.

Il grado di minaccia (li una specie è influenzato da vari fat tori tra i quali la grandezza dell’areale di distribuzione, l’e voluzione delle popolazioni nel tempo, la dimensione delle popolazioni. il grado di minaccia dell’habitat ecc. Solita mente esso viene espresso dalla categoria della Lista rossa (DuELLI 1994). Poiché per vari gruppi tassonomici non Mollu’.ca

Araehnida Scorpioncs

-

Araneae’

Pscudoscorpionida Crustacea

Isopoda Decapoda [)iplopoda lnsecta

-

Ephcmeroptea

Odonata

-

)dantotlea

-

Orthoptera

-

1>lecoptera Hcteroptet a Coleoptera ivlcgalnptera Raphidioptei a Neuroptera Diptera*

Trichoptera Lepidoptet a°

H) merloptera Chordata

12

Bollettino della Società ticinese di Scienze naturali -93. 2005. pp. 41-50 (ISSN 0379-1251)

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M. Roesli, T. Maddalena, M. Moretti: Contributo alla conoscenza della fauna endemiea della Svizzera sudalpina sono disponibili Liste rosse oppure queste si basano su co

noscenze storiche e in parte superate. le specie maggior mente minacciate sono state selezionate applicando anche in questo caso un procedimento dicotomico (fig. 3).

I fattori di minaccia considerati sono:

• Grado di minaccia de11hahitat

Si tratta di un ap prezzamento puramente qualitativo in base alla tipolo

gia di ambiente frequentata dalla specie.

• Grandezza dell’areale di distribuzione

Viene misu rata dal numero di quadrati chiometrici nei quali la specie è stata osservata fino ad oggi. Per questa analisi.

per mancanza di dati, abbiamo dovuto limitarci alle os servazioni avvenute in Svizzera.

specie presenti in Svizzera nella recione biogeotii afica 6 Sud dcll Alpi comprc’o il ersantc Sud dcl Seiuipione

specie presenti nella regione hioueourafica 6 e in almeno un’altra regione biitreocyafica CH

o

:uk/ui: versante

Sud del Sempione e una piccola area della reiione biogeografica 5

specie presenti in Svizzcia nella regione biogeografica 6 versante Sud del Sernpionc e al massimo una piccola

arca della regione biogeografìa 5 compresi

r

s))Ceie

presenti solo nella regii biogeografica 6 e al nuassinuo in I

regione biogeografica italiana

specie presenti in più di i regione biogeografica italiana

OLT specie con distribuzi4 me europea o cosmopolita

____________

specie clistiibuitc nelle Alpi e

iii

:ulnueno un’altra catena montana europea per esempio Pirenei

specie

distribuite

SLI tutto

Varco alpino

oui’

specie distribuite su tutto Farci sudalpino

OUT

.

specie presenti un almeno 3

i egiom

italiane specie presenti

iii

2

i

egioni italiane ti ae:unu specie presenti solo nelle Alpi l’ennine e I epontine)

Fig. I

Procedimento selettivo graduale adottato per la definizione delle

specie o sottospecie

endemiche della Svizzera sudalpina SESA.

Nello schema la parola specie ò usata globalmente sia per specie sia per sottospecie. Regioni biogeografiche Svizzere

=

Giura. Altopiano.

versante Nord delle Alpi. Alpi centro—occidentali. Alpi centro—orientali, versante Sud delle Alpi HIvrrR\1.sN\ ci al. 21)02 : regioni bio geografiche italiane

Nord. Sud. Sicilia. Sardegna (MINi

iii

e/ci. 1993-1995): regioni italiane

=

p es. Lombardia. Piemonte. Veneto.

s’I’EP lÀ L

SmP 1B

OLT

OLJT

STEP 2

STEP a\

STEP ,IB

STEP 3C STEP 3D

STEP 3E

STEP3F

OLT

OUT

SPECIE ENDEMICHE

DELLA SVIZZERA SUDALPINA SESA(

specie presenti solo uuulla regà me biogeografica 6 Sud delle Alpi compresi il vers:uite Sud dei Senipione e al

unissimo in

mia piccola fascia della regione biogeografica 5 Alpi centro orientali.

c’o delle regioni italiane lirnitri ti e

Bollettino della Società ticinese di Scieruze naturali-93, 2005. pp. 11-50 )ISSN 0379-1254)

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M. Roesli, Maddalena. M. Moretti: Contributo alla conoscenza della fauna endemica della Svizzera sudalpina

• Dimensione delle popolazioni

La dimensione delle popolazioni è stata valutata in base alle indicazioni qua litative fornite dagli esperti.

Il trend delle popolazioni nel tempo non ha invece potuto essere considerato per mancanza di dati di base affidabili.

I-

4

Fig. 2

Regioni biogeografiche della Svizzera. 1

=

Giura. 2

=

Al topiano. 3

Vérsante Nord delle Alpi. 1

=

Alpi centro—occiden tali. 5

Alpi centro—orientali. (i Versante Sud delle Alpi.

OFEFP/BUWAL 2001.

In effetti mancano rilievi sistematici delle specie e non è quindi possibile confrontare la situazione storica con quella attuale: una differenza nel

numero

di quadrati chilometrici occupati in passato e recentemente po trebbe semplicemente essere imputabile a sforzi di inda gine diversi.

RISULTATI E DISCUSSIONE

Specie endemiche della Svizzera sudalpina

La tab. 2 mostra le 66 specie che, secondo le attuali cono scenze relative alloro areale di distribuzione, possono es sere considerate SESA.

I gruppi con il maggior numero di SESA sono i Carabi dae seguiti dai Lepidoptera della famiglia degli Psychidae.

dai Mollusca e dagli Staphvlinidae. Si tratta in tutti i casi di specie relativamente poco mobili. spesso attere e cieche.

e quindi dotate di una limitata capacità di dispersione.

Questa caratteristica ha probabilmente favorito il processo di speciazione per effetto dell’isolamento geografico.

SESA prioritarie per un programma d’azione specifico Applicando il procedimento illustrato alla fig. 3 sono state individuate 11 SESA per le quali è prioritario elaborare un

Fig. 3

Schema dicotornico utilizzato per la scelta delle SESA prioritarie.

5

L

SESA presenti in ambienti molto ntinacciati

EDozLJnrk

SESA prioritarie

44

Bollettino della Società ticinese di Scienze naturali 93. 2005. pp. 11-50 ISSN 0379-1251)

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M. Roesli, T. Maddalena, M. Moretti: Contributo alla conoscenza della fauna endemica della Svizzera sudalpina Tab. 2 Elenco delle specie endemiche della Svizzera sudalpina (SESA).

Gruppo tassonomico Specie o sottospecie

Mollusca

Pscudoscorpionida Isopoda

Diplopoda

()rthoptera Plccoptera

Coleoptera: Carabidac

Coleoptera: Leptinidae Coleoptera: Choievidac ColeopLera: Scydmacnidac

Coleoptera: Pselaphidae

Colcoptera: Staphylinidae

Coleoptera: Bothrideridae

Coleoptera: Chrysornclidae Coleoptera: Curcuiionidae

Trichoptera

Lepidoptera: Rhopaloccra Lepidoptera: Psychidae

Cliarpentieria tliornaeiaen stia/eri (PINI 1884) C2iaipentieria c4odon (STUDER 1820) (:nentoma ac/mles arie/zona (STR0BEL 1857) C½ondiana generneenii H. NORDSIECK 1962 Matonirpia insubrica (KOSTER 1853) Oxychilos adamii (WESTERLUND 1886) 7sndonia nispa (K. PLEIFFER 1894) Cuithouius coniati/i INZAGIlI 1987

Andmniicus denti

gai

suhterrane’us CARI. 1906 (ialconice//ns gzi basici CARL 1908

Lencoeib/ioniseus verrnesgar VERH0EFF 1908

*

Ophyiu/ia rubrodorialie (VERIIOEFE 1901)

*

Podesinus ccesiag’nolcaeia VERHOEFF 1925

*

Foydcsmus lunsei VERHOEFF’ 1931 Odeìntopodiema dedpiens insubrica NADIG 1980

*

Leneti-a ninermi auheriirniin RAVIZZA&RAVIZZA DEMAYFEIS 1994 Ahax ohlongus DIiJEAN 1831

Bo/e/or/e/la tedeich/i SCIAKY 1977 fiera/sui cast000pterus VILLA 1833 Cainhus lcpootinus BORN 1908 DuraI/ui limgIlii (COMOLLI 1837) Laemostenia macre 1 bns (CHAUDOIR 1861)

Irichns àzev/pc5JEANNEL 1927 2rcchnspiazzo/iiFOCARILE 1950 l7echicipochonijEANNEL 1939 7brchus sdiaumi PANDELLC 1867 ircc/ius strasseri GANGLBAUER 1891 l7echus tenui/imhaius K. &J. DANIEL 1898 Leptiuus seiiatus DOI)ERO 1916

Bathpsciola tassa/si (KIF;SENWILFTER 1861) Bo/doria robiatii (REITTER 1889) Cephenniurn ha/rei/ram MACHULKA 1930 Gephenniurn monianum REITTER 1884 O/sennium stnlv MACHULKA 1932 Eaconnas eyspt/she/ini CROIssANDEAu 1893 Eup/ecins raisdus BESUCHET 1958

Fsclaphogenisss quadr/costatus (REITTER 1844) IVoxyon lombare/uso BINAGHI 1943 Geostiba zeithasnmeri (BERNHAUER 1940) Lepiusa hrixiensrs PACE 1978

Leptsaa/sioeinmradoriae SCHEERPEI:FZ 1972

Lepinsa inedia SCHEERPELTZ 1972 (tieiuensis FOCARILE 1989) Leptnsa monguzzii PACE 1989 ((e/siI/eri F()CARILE 1989) Metrotyph/us hesnc/seti PACE 1976

Anommatus beine/seti DAJOZ 1973 Aoornmaiza deutatus DAJOZ 1973 Anommatus se/zar/eri DAjOZ 1973

O,roiia /sei/eertissgari LEONARDI 1974 Dìehotraehelus /epontinus OSELLA 1971 JCeop//nthus apFrae F. SOLARI 1941 01/orIynchus /seeri SI1ERLIN 1858 Otiorhynchus /ombardus STIERLIN 1866 U’sydua iena/sordi t/c/nensal OSELLA 1977

*

iena/mi/a lombarda Ris 1897

*

RIssasoplsi/a rectisp/na MCLACHLAN 1884

* Thsoe&’s

Isese/nia RIS 1903

*

W;rrna/dia rai/segala madar/siani KIMMINS 1953 Erebia che/sii ILh-FzER 1890

Ei/a/a

styx

ir/i(/itei FRCHSTORFER 1918 Bifngis bemnhvce//a 1w/rei/ai TRAUTMANN 1914 Bresantennia s/ce/eri SAuTER 1954

Dah//ca

t/cinertde

HÀTFENSCFIWILER 1977 Da/il/ca sisnp/onica HJ1TiENSCHWILER 1977 Megalopisanei turai/i STAUDINGER 1877 Postsolcnohia t/iomanns REBEL 1936 Rchel/ajbrruginasts REBEL 1937

*

Per queste specie non è stato possi bile raccogliere dati sufficientemente approfonditi per cui hanno dovuto essere scartate dalle ulteriori analisi.

Bollettino della Società ticinese di Scienze naturali-93, 2005, pp. 41-50 (ISSN 0379-1254)

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\1. lo.sli. l. Maddalena .M.

Moretti: Contributo

alla

conoscenza

della latusa endcmica della Svizzera sudalpina

lab. 3 Lista di SESA per le quali un progranmia

cFazione specifico a

elaborato

iii pinna priorità e indicazioni relative

ai

fattori

di mi naccia

cousuleiatl No.

kniq: utimero di kmq nei quali la

specie

à stata osservata

iii Svizzera:

LR

= Lista rossa

degli aninsali minacciati della So

i/zera

l)t

1:1 lI

19$) I I

=specie minacciata

di

estinzione.

2

specie fortemente

nlniacciata. 3

=specie mInacciata.

1

=specie

Pi

eniialmente

tilutacclattI.

ml

specie non minacciata.

Gruppo

tassonomico Specie o sottospecie Habitat Minaccia No Grand.

habitat kmq pop.

LR

\ 1 lliis.i

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2

piano d’azione specifico (tab. 3). La loro scelta è pure stata confermata dagli esperti consultati. Una di queste specie.

iitritoìiwJzli.I tflj

uhràa (\ iiiusca. è considerata estmta e quindi al momento

un programma

d’azione specifico non si impone. Restano dunqtie 10 specie (15%) per le quali un programma cFazione andrebbe elaborato al più presto con la collaborazione degli esperti dei vari gruppi.

Ambienti prioritari per la conservazione delle SESA Un’analisi delle preferenze ambientali delle varie SESA inette in evidenza 5 gruppi di specie le quali occupano ti pologie ambientali simili (tab. 4). A questi 5 gruppi ap partengono 36 SESA 155%).

Un primo grande gruppo è costituito da 9 specie di Ca rabidae, 3 Staphylinidae e 2 Curculionidae presenti uni camente su quelle cime e creste alpine restate probabil

mente libere

dai

ghiacci durante 1’ ultima glaciazione

JÀCKLI i 970). Qycsti ambienti alpini, salvo alcune ecce zioni. non sono direttamente minacciati, indirettamente però potrebbero subire dei mutamenti in seguito al ri scaldamento climatico.

Un secondo gruppo è formato dalle specie legate alle fag gete e in particolare alla loro lettiera. Si tratta di 9 Co leoptera 2 specie di Sc)’dmaenidae. 3 Staphylinidae. i Pse laphidae. 2 Botlirideridae. i Curculionidae) e i Mollttsca.

In generale al momento questi boschi non sono minacciati.

Sarebbe comunque interessante utilizzare le SESA legate alle faggete qtiale filo conduttore per l’istituzione di nuove riserve forestali.

Un terzo g-ruppo accomuna le specie legate alla presenza di rocce calcaree. Si tratta di 2 Lepidoptera e 3 Mollusca.

Anche questo tipo di ambiente, benché piuttosto raro in BoUettiiso della Società ticinese di Scienze naturali -93. 2005. pp. 41-50 (ISSN 0379 12Sf) I

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46

(7)

M. Roesli. ‘E Maddalena, M. Moretti: Contributo alla conoscenza della fauna endemiea della Sizzera sudalpina

‘Tàb. 4 Principali tipologie ambientali occupate dalle SESA.

Tipologia ambientale

Pratesie e cespuglieti alpini fino al liinit delle ilexi

Faggete: solitamente letticra

Rocce caicatee: solitamente in zone apci te, più raramente in boscln

Rocce o mm etti drcondati da prati estensivi nella fascia montana Grotte e casita unndc

Specie o sottospecie

lhax

oh/o,io

Coì oSo a iann’jie, or, Gai ahio épontiou, 7 Su in Jruiut pia do, 7 dio /aaSo,u 2’d ibm o/daini, i /, strar a n idirhu tr ituil mhaiu,, Ltptma!aouunira/artai, Lq tma ir1za, Irptora o

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J{hr/U)itponiunir,

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iùchia nj fri 11 /itrn, Bon onut noia ,ucle,i. Chi/o tono oh

iii

ar/dona, (Iìond,ioo

i,

or,onma,i,, itndaoii, ìngra

I)ahii a lodo odi, DoS/da dinploi ira, Pontoln india i/iumano

Bo/dot in

i

dilani, dadi oììt,i,i n/en/dit nubi ,raotu, Gr/onori/un , 1 ihha,a Leo, xtphoma’n •iruar

Ticino, in generale non può essere considerato minac ciato. Ciò non toglie che localmente può sottostare a forti pressioni.

Il quarto gruppo comprende 3 specie di Lepidoptera legate a rocce e muretti circondati da prati piuttosto estensivi si

a • •

tuati nella zona montana. Qpesto tipo di ambiente può es sere considerato da mediamente a fortemente minacciato, principalmente dall’abbandono rispettivamente dall’in tensificazione delle pratiche agricole.

L’ultimo gruppo è composto da i specie di Coleoptera e 3

a.

‘:.

0

a.

rl

. a a

i

a

Lependa No SESA per 3x3 km

,

sJ

Fig. 4

-

Distribuzione delle SESA in Ticino e nel Moesano.

Sono rappresentati

i

seguenti gruppi tassonomici:

Mollusca (o). Isopoda (se). Orthoptera x). Coleoptera ) e Lepidoptera

Fig. 5

Carta di sintesi della distribuzione delle SESA in Ticino e nel Moesano. Per i gruppi tassonomici Mollusca, Isopoda. Ortho ptcra. Coleoptera e Lepidoptcra è rapprcserstata la densità (no nsero di specie) di SESA in unità territoriali di 3 km x 3 km.

Bollettino della Società ticinese di Scienze naturali-93. 2005. pp. 41-50 iISSN 0379 125 t

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M. Roesli, ‘IZ Maddalena, M. Moretti: Contributo alla conoscenza della fauna endemica della Svizzera sudalpina

Isopoda che vivono all’entrata di grotte o cavità umide. In generale questo tipo di ambiente non è particolarmente minacciato.

Da questa analisi scaturiscono alcuni dati interessanti. In rianzitutto si nota che le tipologie ambientali occupate dalla maggior parte delle SESA si distinguono netta mente da quelle occupate da molte altre specie minac ciate, tipicamente legate a zone umide e ambienti agricoli estensivi (DuELLI 1994, KELLEI et al. 2001). Qiesto ha come conseguenza che la maggior parte delle SESA non beneficia di interventi mirati alla salvaguardia di questi habitat, verso i quali sono attualmente diretti molti sforzi di conservazione.

I)’altra parte però le principali tipologie ambientali occu pate dalle SESA solitamente non sono particolarmente mi nacciate e quindi la fragilità della maggior parte delle SESA è da ricondurre soprattutto alla loro distribuzione molto limitata. Questo spiega anche il numero, attual mente relativamente contenuto. di SESA prioritarie.

Comparti territoriali prioritari per la conservazione delle SESA

Se si considera la distribuzione in Ticino e nel Moesano di tutte le SESA si può notare una grossa concentrazione di segnalazioni nel Ticino meridionale (Mendrisiotto) (fig. 4, fig. 5). Per i Mollusca, per esempio, su 6 SESA 3 sono se gnalate solo in questa regione. Le principali eccezioni sono costituite da: 1) diversi Coleoptera ben distribuiti lungo le cime e creste montuose del Sopraceneri; 2) due specie di Lepidoptera e alcuni Coleoptera presenti un po’ su tutto il territorio cantonale; 3) alcune osservazioni storiche di

una

specie di Orthoptera attorno al Lago Verbano.

Nel Mendrisiotto possiamo poi individuare un vero e pro prio «hot spot» per le SESA: il Monte Generoso e soprat tutto la zona della vetta. Sul Monte Generoso occorrono infatti ben 31 5 ESA (50°/o), 2 delle quali (7iehu laeuzpe e Bi-evantennia ieden) osservate in tutto il mondo unicamente in questa regione! Lareale occupato da liehui laevzjbes com prende unicamente una superficie di ca. lOOm x 200m at torno alla vetta (MAIGG1 comunicazione personale). La zona assume quindi un ruolo fondamentale per la conser vazione di moltissime SESA. Il Ticino ha perciò una re sponsabilità verso il mondo intero per garantire una sal vaguardia adeguata di questa regione.

CONCLUSIONI

Nonostante l’analisi limitata a relativamente pochi gruppi faunistici il Ticino si è rilevato sorprendentemente ricco di specie endemiche, Anche utilizzando una definizione molto stretta del termine e includendo solo quelle specie che sono presenti unicamente nella regione biogeografica 6 (Sud delle Alpi) compreso il versante Sud del Sempione e al massimo in una piccola fascia della regione biogeo grafica 5 e/o delle regioni italiane limitrofe vi sono co munque ben 66 specie o sottospecie che soddisfano que

sti criteri. È possibile che in futuro, grazie a nuove cono scenze più approfondite sulla distribuzione, alcune specie perdano il loro ruolo di SESA, ma questo dovrebbe essere limitato a casi isolati poiché nell’analisi sono state consi derate unicamente unità faunisticlie per le quali le cono scenze sugli areali erano buone.

Il nostro Cantone assume quindi un ruolo di rilievo mon diale per quanto concerne la conservazione di molte spe cie endemiche. In futuro sarà dunque importate adottare al più presto dei piani d’azione specifici per la protezione delle SESA maggiormente minacciate. Pure necessaria sarà un’attenta valutazione della situazione del Monte Generoso.

RINGRAZIAMENTI

Siamo grati a tutti gli specialisti che ci hanno fornito il loro prezioso aiuto (in ordine alfabetico): Claude Besuchet, Matt Braunwalder, Daniel Cherix. Paride Dioli. Peter Duelli, Christoph Germann, Folco Giusti, Ambros Hànggi, Peter Hàttenschwiler, Sandra Knispel, Beatrice Jann, Verena Lubini, Volker Mahnert, Alain Maibach, Werner Marggi. Bernard Merz, Andreas Mùller, Nicola Patocchi, Ariane Pedroli, Ladislaus Reser. Jòrg Rùetschi, Michel Sartori, Peter Sonderegger, Pascal Stucki, Phiippe Thorens, Richard Vernier e Hans-Peter Wymann. Rin graziamo inoltre il Centro svizzero di cartografia della fauna (CSCF, Neuchàtel) per averci fornito i dati a loro di sposizione e il Museo cantonale di storia naturale (MCSN, Lugano) per il sostegno e per l’aiuto durante la ricerca bi bliografica e la consultazione delle collezioni. Ringraziamo Michele Abderhalden per l’elaborazione della fig. 5 e siamo pure grati a Filippo Rampazzi, Lucia Pollini e Mi chele Abderhalden per i commenti alle varie fasi del pro getto e a Filippo Rampazzi e Nicola Patocchi per la rilet tura critica dell’articolo e i molti suggerimenti utili.

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