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Attualità e Cultura

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Academic year: 2021

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DELL’INCERTO DESTINO DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO, IMPLICITAMENTE DEI BOSCHI

E DEL TERRITORIO MONTANO

Nell’ambito della riorganizzazione delle Amministrazioni pubbliche e della spending review si parla e si legge di soppressione del Corpo Forestale dello Stato o di un suo accorpamento con altre forze di polizia; in ogni modo di una sua muta- zione, di un suo diverso incerto destino.

Martedì 9 settembre la Commissione affari costituzionali del Senato ha pro- posto di svolgere in proposito un’indagine conoscitiva invitando le associazioni e gli enti interessati.

Mi auguro che in Senato l’Accademia Italiana di Scienze Forestali sia ritenu- ta ente interessato o comunque essa faccia in modo di essere invitata e sentita. Per- ché la buona manutenzione del territorio montano ed in particolare la buona gestione dei boschi, la buona selvicoltura sono inevitabilmente legati all’efficienza dei servizi forestali.

In questa prospettiva mi pare utile proporre una discussione preventiva:

infatti, le opinioni, le convinzioni, sono molto diverse.

Per esempio, all’interno del Corpo forestale dello Stato si auspica un mag- gior impegno di polizia, esteso a tutti i possibili reati ambientali, e non solo a quel- li. Vedi l’articolo di Giorgio Corrado sul numero 5/2013 de L’Italia Forestale e Montana e il “saluto” a nome del Capo del Corpo Forestale espresso da Donato Monaco in occasione dell’apertura dell’Anno Accademico 2014, riportato da L’Ita- lia Forestale e Montana nel numero 3/2014.

La tesi mia – e spero di non essere solo – è invece che – a immagine e somi- glianza di quanto avviene nel resto d’Europa – in uno Stato moderno debba esiste- re ed operare una Amministrazione forestale autonoma nel proprio limitato setto- re, tecnicamente ben specializzata e tecnologicamente attrezzata. Ciò può avvenire soltanto tramite un Corpo forestale statale o per mezzo di Corpi regionali, a secon- da delle competenze statutarie in vigore.

In questa prospettiva a rigor di logica, ora, in Italia, in coerenza al titolo V della costituzione, la soppressione del Corpo Forestale dello Stato e l’istituzione di Corpi regionali appaiono prima o poi inevitabili.

Non così sarebbe se, come sembra, il titolo V della costituzione venisse modificato restituendo allo Stato, in tutto o in massima parte, quelle competenze

– L’Italia Forestale e Montana / Italian Journal of Forest and Mountain Environments 69 (4): 237-238, 2014 © 2014 Accademia Italiana di Scienze Forestali

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238 F

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CLAUSER IFM

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di tutela e manutenzione del territorio forestale e montano che in passato gli ven- nero tolte – avventatamente, per riconoscimento stesso di chi le aveva proposte.

Sopprimere o accorpare il Corpo Forestale dello Stato prima che la pro- grammata nuova riforma del titolo V della Costituzione si concretizzi, appare dun- que cosa insensata, comunque la si veda.

Per quanto riguarda la riduzione della spesa ottenibile con la soppressione o l’accorpamento, dovendosi escludere licenziamenti di massa, non se ne vede molta.

Con la soppressione le Regioni avrebbero una ragione di più per creare Corpi forestali propri. La spesa risulterebbe al minimo raddoppiata: secondo il costume di quelle Istituzioni difficile sarebbe respingere la tentazione di aumenta- re a dismisura organici e dirigenze.

L’accorpamento può essere la solita trovata per lasciare le cose come stanno, cioè non bene, oppure, rischia di diventare di fatto una soppressione dalle conse- guenze appena dette.

Se è questo ciò che si vuole…

Serpieri nel suo discorso di apertura del primo congresso forestale nazionale diede questo avvertimento: “Dio guardi il Corpo Forestale dal ripetere l’errore di credere di dover monopolizzare tutte le attività, tutte le iniziative per la monta- gna”. Ora, a quanto sembra, si vorrebbe dilagare su tutto il territorio nazionale con competenze di polizia che comprendono tra le tante altre, il settore agro-ali- mentare, competenze che nulla hanno a che fare con boschi, foreste e tutela idro- geologica. Quell’avvertimento, quel monito di Serpieri in passato non è stato molto ascoltato e ciò che poi è successo ha dimostrato che egli aveva davvero ragione: non sarà stato per punizione divina, ma nel tempo conseguenze negative per il Corpo Forestale dello Stato si sono manifestate, certamente. L’ultima minac- cia di essere letale. Di nuovo: se è questo quel che si vuole…

La speranza mia è che ora, in un momento cruciale per la sopravvivenza del Corpo Forestale, quell’avvertimento venga percepito da tutti gli interessati come estremamente attuale, che porti a comprendere come la vera salvezza del Corpo, della sua efficienza operativa, stia nel recupero delle prerogative tecniche delle ori- gini, cioè nell’accettare come limiti operativi prioritari − certamente non esclusivi

− la difesa idrogeologica e la selvicoltura, ivi compresa la tutela della biodiversità.

A me pare non poca cosa e non poco gratificante.

F

ABIO

C

LAUSER

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