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Habitat e vegetazione del Gennargentu (Sardegna centrale)

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Academic year: 2021

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Premessa

Il Gennargentu rappresenta il complesso montuoso di gran lunga più importante della Sardegna e con i suoi 1.834 m raggiunge la quota massima dell’isola; un’altezza modesta, anche rispetto a quasi tutte le grandi isole del Mediterraneo, ma non per questo meno imponente. Una montagna solcata da vallate ora ampie, ora incassate, ora aspre, ora con morfologie dolci su cui scorrono rigagnoli perenni dove si incuneano le formazioni riparie a ontano nero. I versanti, a partire dalle creste di Punta Lamarmora sono contornati dalle grandi colate di massi porfidici dette, in lingua locale, sciuscius o suladas ed enclavi che il tempo non ha eroso del tutto dei tonneri di calcari mesozoici che evocano sia eventi geologici molto lontani nel tempo, sia fasi più recenti della storia mutevole del clima negli ultimi 10.000 anni.

Da Punta Lamarmora, si apre un paesaggio grandioso verso le vaste formazioni dei calcari mesozoici dei Supramonti a Nord-Est e dell’Ogliastra a Sud e a Sud-Est, il Monte Albo a Est e la piana di Oristano a Ovest; a settentrione la catena del Marghine-Goceano delimita un grande cerchio ma lascia intravvedere ancora più in lontananza le creste del Limbara.

IntroduzIone

Gli habitat, con riferimento alla legenda di CORINE Biotopes, sono uno strumento di analisi e interpretazione

Habitat e vegetazione del Gennargentu (Sardegna centrale)

L. C

arta

, a. B

runu

, G. B

rundu

& I. C

amarda

Dipartimento di Agraria, Università degli Studi di Sassari, Via Piandanna, 4, 07100-Sassari. Email: lu-carta@libero.it

Abstract – Habitat and Vegetarion of Gennargentu (C-Sardinia) – The map of habitats of the Gennargentu area is a funda- mental tool for the definition of the botanic features of this region and highlights its natural, semi-natural and environmental values. The ecological system that has been chosen as an homogeneous environmental unit of reference is “the habitat”, graphically identified on the basis of land cover (vegetation and anthropic elements) and of the litho-geomorphology. All data is georeferenced and summarised by descriptive and cartographic products. The applied methodology requires monitor- ing the state of the flora and vegetation with field surveys in the whole study area.

The map of habitats provides information on their features according to physiognomic and floristic criteria, the legend

“CORINE Biotopes” has been used, as it provides a suitable classification scheme for the habitat mapping. In fact,

“CORINE Biotopes” is mainly based on plant communities (phytocoenosis) types but it also takes into account lithology, geomorphology, land use and biogeography. The map of habitats of the Gennargentu area highlights the presence of garigues of thorny hemispheric subshrubs over the 32.4% of the total study area and of mesophylous Quercus pubescens woods on the 20.3%. The syntaxonomic analysis supports the presence of 79 syntaxa, composed by 13 classes, 13 orders, 28 alliances, 17 associations and 2 sub-associations.

We provide a synoptic vegetation scheme and an overview on its dynamic processes in relationship with the main phytocli- matic types and the evolution/degradation stages, for the climax typologies.

Key words: habitat, vegetation, Gennargentu mountain, Sardinia.

Quad. Bot. Amb. Appl., 25 (2014): 111-123. Pubblicato online il 08.08.2015

dell’ambiente con particolare riferimento alla componente vegetazionale, che include allo stesso tempo la flora che la caratterizza. Si tratta di uno strumento comune al contesto europeo per la realizzazione della Carta della Natura, che va oltre la semplice analisi della vegetazione e la tipizzazione fitosociologica che pure la sottende. Gli habitat, al pari della vegetazione, possono essere rappresentati cartograficamente a diversa scala e quindi con visione sintetica o di dettaglio a seconda dell’interesse o dell’importanza che viene data all’espressione ambientale dei luoghi.

Il sistema “EUNIS” (2015) offre la possibilità di dare maggiore dettaglio con riferimento alla dominanza di singole specie, mentre in Natura 2000 il metodo fitosociologico è del tutto prevalente. Gli habitat o i complessi di habitat richiamano spesso specificità dei diversi ambiti geografici nazionali e, all’interno di questi, anche a livello regionale, ciò che in molti casi rende immediata la loro riconoscibilità e classificazione. In altri casi, la tipologia di un habitat è caratterizzata in modo generico su basi continentali e la piena corrispondenza a livello regionale resta quindi problematica.

Per altri versi, l’esigenza di mantenere un quadro unitario a livello europeo suggerisce di non accentuare un’ulteriore frammentazione che renderebbe il confronto con le altre aree geografiche più complesso.

Al fine di poter meglio rappresentare, e comunque confrontare in un quadro nazionale ed europeo, la grande variabilità presente nell’area vengono dati riferimenti e le

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corrispondenze di tutti e tre i sistemi di classificazione. In effetti, i puri e semplici riferimenti a manuali internazionali o internazionali non possono comprendere la variabilità e specificità che si riscontra in un dato territorio, soprattutto in riferimento agli scopi che le ricerche si prefiggono. In questo caso, sia le indagini, storiche che moderne, sulla flora e sulla vegetazione del Gennargentu consentono di dare un quadro ampiamente dettagliato sulla fitodiversità del più importante complesso montuoso della Sardegna.

HaBItate VeGetazIone

La legenda del manuale ISPRA riporta l’inquadramento sintassonomico di base, una sintetica descrizione degli habitat con le specie guida, l’appartenenza alla regione biogeografica e il piano altitudinale. Una cartina dell’Italia indica l’eventuale presenza, piuttosto che la distribuzione, in Sardegna. Contemporaneamente è stata fatta la comparazione con il Manuale di interpretazione degli habitat di Natura 2000 (EUR27) e con il Manuale italiano SBI di interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE (Blasi & al., 2014).

In tutti i casi relativi al Gennargentu si tratta di descrizioni basate su indagini di campo appositamente effettuate.

DH ed EUNIS, con i rispettivi codici, indicano gli habitat che hanno una corrispondenza nell’allegato 2 della Direttiva 43/92/CEE (Natura 2000) e con EUNIS. Di norma, per gli habitat di modesta estensione viene indicato se sono riportati o meno nella cartografia. Per gli habitat della fascia ipsofila vedi anche il capitolo relativo alla vegetazione ipsofila in arrIGonIe Camarda (2015).

Gli habitat descritti sono quelli che presentano una superficie apprezzabile anche a livello cartografico alla scala data e seguono sostanzialmente il protocollo seguito per la realizzazione della Carta della Natura d’Italia. La superficie minima, legata al sistema cartografico utilizzato, non consente di evidenziare tutti i numerosi ambienti (fontanili, rocciai, aree di ristagno e temporaneamente umide) con micro-habitat che non sempre rientrano negli schemi pur articolati di CORINE Biotopes, Natura 2000 o EUNIS. La piena corrispondenza con la classificazione seguita non sempre è verificata, ma è stata privilegiata la possibilità di confronto con le altre regioni italiane ed europee. La descrizione degli habitat e l’inquadramento della vegetazione discende dalle indagini di campo eseguite durante le ricognizioni. Di ogni habitat, oltre ai controlli di campo, è stata fatta una descrizione originale e per l’inquadramento tassonomico una valutazione critica in base alla bibliografia disponibile e consultata, di seguito vengono distinti gli habitat cartografati con la formattazione in maiuscoletto grassetto.

2 Acque non marine 24 Acque correnti

Vengono tenute distinte le acque fluviali in senso stretto e le sponde dei fiumi, mentre non è possibile differenziare la vegetazione delle acque correnti che di solito è limitata a corsi d’acqua di dimensioni ridotte (come i rivoli di sorgente).

24.1 Corsifluviali (aCqueCorrentideifiumimaggiori) DH 3250, 3260, 3290; EUNIS C2.2, C2.3

Inquadramento sintassonomico - Querco-Fagetea, Glechomo (sardoae)-Alnetum glutinosae Arrigoni 1986.

I corsi d’acqua, se si eccettua il tratto superiore del Flumendosa hanno generalmente carattere torrentizio e intermittente e nel territorio delimitato precedono le dighe che interessano quasi tutti i bacini e i sottobacini. Solo il Flumendosa, che nell’area che va da Passo Correboi sin verso la diga, si presenta ampio, ora sabbioso, ora ciottoloso, ora a scorrere su letto di rocce granitiche. Questo determina anche una serie di micro-habitat di suffrutici e di elofite- idrofite che confinano con gli ontaneti. Più in generale i corsi d’acqua prendono origine dai numerosi fontanili e scorrono intagliando il basamento per lo più scistoso o porfiroide.

Per la rappresentazione degli habitat si è fatto riferimento alla rete idrografica con l’indicazione degli habitat della vegetazione riparia che è data fondamentalmente dagli ontaneti, di cui nella rappresentazione cartografica, al fine di non perdere l’informazione, in qualche caso è stata enfatizzata l’estensione in larghezza. Le specie erbacee più comuni sui corsi d’acqua maggiori sono specie spondicole come Agrostis stolonifera, Apium nodiflorum, Glyceria notata, Nasturtium officinale, Veronica beccabunga, Mentha sp.pl., Oenanthe crocata.

24.225 gretideitorrentimediterranei

DH 3250; EUNIS C3.553.

Inquadramento sintassonomico: Scrophulario-Helichrysetea Glaucion flavi, .

I greti dei torrenti dell’Alto Flumendosa sono caratterizzati spesso anche da garighe sui substrati arenosi- ciottolosi con Scrophularia ramosissima, Helichrysum microphyllum, Teucrium massiliense, Delphinium pictum, Glaucium flavum, Mentha insularis, Mentha aquatica. E’ da considerare solamente occasionale la presenza di Santolina insularis. In questa categoria sono inclusi anche 24.21- Greti privi di vegetazione, possibili a seguito di alluvioni che asportano del tutto la vegetazione riparia, ma la mancanza di vegetazione risulta in genere temporanea e si passa in tempi relativamente brevi a 24.22-Greti con vegetazione erbacea.

3 Cespuglieti e praterie 31 Brughiere e cespuglieti 31.43 Brughiereagineprinani

31.431 Cespuglieti a Juniperus nana DH 4060; EUNIS F2.2.

Inquadramento sintassonomico: Juniperion nanae, Thymo-Juniperetum nanae Juniperetum sibiricae

Si includono in questo habitat una serie di associazioni che costituiscono il mosaico di tanta parte della vegetazione cacuminale (vedi 31.7). La presenza dei ginepreti a ginepro nano (Juniperus sibirica Burgsd.) è limitata al substrato siliceo oltre 1.200 m di quota.

I ginepreti a ginepro nano sono distribuiti a mosaico, soprattutto in rapporto agli incendi ricorrenti, attualmente meno frequenti, e sono a contatto con le garighe culminali del Gennargentu di 31.7-Arbusti spinosi emisferici delle alte montagne mediterranee di norma a quote più basse, da 900 a 1.200 m di altitudine, alla base di Monte Spada, di Bruncu Spina, presso Tascusì, caratterizzate da Genista

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corsica, Genista pichisermolliana (vedi 31.43). Sempre all’interno dei ginepreti nelle chiarie si possono distinguere Prati steppici con arbusti, Praterie montane e Vegetazione casmofila ed eliofila, tutte appartenenti alla stessa fascia fitoclimatica degli Arbusti nani prostrati. Questo complesso di habitat (manca nel manuale ISPRA e nel manuale di interpretazione degli habitat della SBI per la Sardegna) va esteso anche all’Isola con un’attribuzione differenziata e specifica (31.431.A – Ginepreti a ginepro nano della Sardegna) strettamente compenetrati con 31.75-Arbusti spinosi emisferici cirno-sardi e con aspetti strutturali affini ai ginepreti a Juniperus hemisphaerica della Sicilia.

31.75 arBusti spinosi emisferiCidella CorsiCae della sardegna

31.751 Formazioni ad Astragalus gennargenteus 31.753 Formazioni cirno-sarde a Thymus 31.754 Formazioni cirno-sarde a Genista 31.755 Formazioni cirno-sarde a Berberis DH 4090; EUNIS F7.4.

Inquadramento sintassonomico: Carici Genistetalia (Carlinetalia macrocephala), Astragaletum genargentei, Thymo-Juniperetum nanae, Armerio-genistion salzmannii, Crepido-Brachypodietum pinnati subass. genistetosum, Helichryso-Genistetum salzmannii, Berberido-Genistetum lobelioidis.

L’indicazione sintassonomica per il complesso degli habitat 31.7 della Sardegna fa riferimento ai lavori di Gamisans, di Pignatti & al., e di Arrigoni. Queste formazioni, sia in termini cartografici che sintassonomici, sono spesso frammentate e inestricabili e costituiscono unità di paesaggio caratteristiche e ben distinte. Le formazioni a Genista pichi-sermolliana e Thymus catharinae sono differenziate da quelle della Corsica a T. herba-barona, pur trattandosi sempre di uno dei tanti componenti suffruticosi pulviniformi delle formazioni di quota. Parimenti le formazioni a Berberis aethnensis sono frammiste alle aree maggiormente rocciose silicee del Gennargentu. L’insieme di questi habitat fa parte del grande complesso delle garighe silicicole della Sardegna con evidenti analogie strutturali con 31.77-Arbusti spinosi xerici della Sicilia e dell’Appennino.

Altri sintaxa riscontrabili negli interstizi degli arbusti e nelle aree più aperte sono le associazioni erbacee di Crepido- Brachypodietum pinnati subass. juniperetosum, Crepido- Brachypodietum pinnati. subass. genistetosum, Festucetum morisianae , Plantagini-Armerietum sardoae.

31.81 Cespuglieti medio-europei 31.811 Cespuglieti a Prunus e Rubus.

EUNIS F3.1.

Inquadramento sintassonomico: Prunetalia, Berberidion, Quercion ilicis.

Sono formazioni di margine dei boschi e compaiono occasionalmente soprattutto in prossimità di vecchi ovili o lungo i muri a secco. Prunus spinosa e Rubus ulmifolius sono i componenti caratterizzanti questi habitat, trascurabili dal punto di vista della loro estensione e quindi non cartografati.

Altre specie frequenti sono Crataegus monogyna e Rosa sempervirens nelle aree più basse. Costituisce la fascia di transizione tra il bosco di roverella e le garighe supramontane.

31.845 formazionia Genistaaethnensis

EUNIS: F3.1.

La diffusione della ginestra dell’Etna in Sardegna è sporadica dalle aree di bassura e trova il suo optimum nella fascia tra i 600-800 m di quota nei substrati silicei.

Nella vallata del Rio Searthu (in territorio di Villagrande) a circa 1400 m di quota si trova l’unica stazione presente sul Gennargentu, estesa per alcuni ettari, con esemplari arbustivi e arborei sulla macchia di leccio e erica arborea.

Si differenzia nettamente dalle formazioni naturali dell’Etna e merita una apposita distinzione come di seguito. Si indica provvisoriamente come Genisto aethnensis-Ericetum arboreae.

31.863 formazioni supramediterranee a Pteridium

aquilinum

EUNIS F5.33

Inquadramento sintassonomico: Trifolio-Geranietea.

Gli pteridieti sono diffusi frammisti alle garighe supramontane di ginestre e ginepro nano un po’ ovunque, ma soprattutto nei versanti della vallata del Rio Aratu e si sviluppano sui terreni non più coltivati, anche per il fatto che la felce aquilina non viene brucata dagli animali al pascolo.

Nelle formazioni a Pteridium si ritrovano anche gran parte delle specie erbacee endemiche di altitudine.

32 Cespuglieti a sclerofille

Le formazioni a sclerofille sempreverdi mediterranee nel Gennargentu comprendono le macchie ad erica, i ginepreti in senso lato che possono degradare e sfumare, per un verso, nelle garighe e, per l’altro, evolvere nei matorrales e quindi nelle boscaglie e nei boschi veri e propri di leccio. Per le leccete vedi oltre.

32.11 matorraldiquerCesempreverdi

DH: 9330, 9340; EUNIS: F5.11.

Inquadramento sintassonomico: Quercetalia ilicis,

Una fase di evoluzione della lecceta è caratterizzata dalla presenza delle macchie a Erica arborea con esemplari isolati di leccio con copertura variabile, che esprimono in modo chiaro la potenzialità del leccio che tuttavia non va oltre i 1.400 m di altitudine. I matorrales di leccio ed erica arborea sono limitati alle aree più basse su suoli aridi e silicei nei versanti meglio esposti nella vallata del Flumendosa e nei dintorni di Girgini.

32.131 matorraldi JuniPerusoxycedrus

DH: 5210; EUNIS: F5.13.

Inquadramento sintassonomico: Quercetea ilicis.

Le formazioni a Juniperus oxycedrus subsp. oxycedrus in molte parti del Gennargentu, e in modo particolare nel settore orientale, rappresentano la prima fase della serie verso veri e propri boschi, fatto avvalorato da conoscenze pregresse e dalla presenza di relitti arborei monumentali.

Estese garighe a Santolina insularis e Helichrysum microphyllum, sono spesso caratterizzate dalla presenza del ginepro ossicedro, così come molte delle macchie a Erica arborea ed Erica scoparia. In molte aree (Tedderie) i ginepreti costituiscono formazioni chiuse con alberi di grandi dimensioni che dimostrano la potenzialità edificatrice

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della specie come stadio finale (climacico) della vegetazione forestale. Si indica in via provvisoria come Erico arboreae- Juniperetum oxycedri.

32.3 - garigheemaCChiemesomediterraneesiliCiCole

32.31 Macchie alte ad ericacee 32.32 Macchie basse ad ericacee 32.34 Macchie basse a Cistus

32.35 Macchie basse a Cistus e Lavandula EUNIS F5.2.

Inquadramento sintassonomico: Cisto-Lavanduletea, Lavanduletalia stoechidis Cisto-Ericion, Erico- Lavanduletum stoechidis, (acidofili) e Rosmarinetea (calcifili), Erico-Arbutetum.

32. 32B Macchie a Erica scoparia (Aggruppamento a Erica sp.pl.)

Erica scoparia è una specie eliofila, silicicola, mesofila, a sviluppo primaverile, diffusa dal livello del mare sino a 1.600-1.700 m di quota. Le formazioni più estese degli ericeti a Erica scoparia del Gennargentu sono distribuite a mosaico nei versanti più umidi alternati a garighe a Genista pichisermolliana e G. corsica e a prati erbosi a Brachypodium rupestre, ma più spesso forma macchie basse miste con Erica arborea.

Ericeti misti a Erica scoparia ed Erica terminalis dei corsi d’acqua e dei fontanili. Si riscontrano alla base di Tonneri d’Irgini su superfici molto limitate e puntiformi su suoli di tipo haploxeralf.

Ericeti a Erica scoparia con Genista corsica delle aree alto-montane. La macchia a Erica scoparia negli spazi che per vari motivi restano aperti vedono l’affermazione di Genista corsica che va a coprire il suolo con le caratteristiche fioriture primaverili.

Cisteti, lavanduleti e macchie basse discontinue (32.347, 32.348; 32.35, 32.351)

Nelle aree sotto i 1.200 m di quota, i cisteti, formazione intermedia tra macchia bassa e garighe, sono diffusi ma solo raramente hanno un’estensione rilevante. La specie maggiormente rappresentata è Cistus salviaefolius, componente importante delle garighe basse, mentre le altre specie del genere Cistus sono pressoché assenti, come del resto Lavandula stoechas. Di contro la presenza di modeste aree con la dominanza di specie suffruticose e piccoli arbusti si osserva in molte tratti senza che questo costituisca un elemento di vegetazione dominante.

32.4 garigheemaCChiemesomediterraneeCalCiCole

EUNIS: F6.1.

Inquadramento sintassonomico: Rosmarinetea, Cisto- Ericion, Rosmarino officinalis-Thymelaeetum tarntorairae.

Nell’area d’indagine solo poche zone possono considerarsi calcaree (Genna ‘e Ragas, Bruncu Crisaone, Genna Intermontes) si tratta di piccole superfici in cui si può indicare la presenza di una gariga mesofila calcicola che si instaura a seguito della degradazione della macchia, della macchia-foresta e delle formazioni forestali mesofile in genere e rappresenta formazioni secondarie legate al Quercion ilicis. Le specie caratterizzanti sono Teucrium marum e T. polium, Cistus eriocephalus, Euphorbia spinosa, ginepri a portamento prostrato (Juniperus oxycedrus),

Genista corsica, Santolina insularis, Helichrysum microphyllum.

32.6 - Garighe supramediterranee

32.65 Garighe supra-mediterranee italiane EUNIS: F6.6.

Inquadramento sintassonomico: Ononidetalia striatae Si intendono in questo caso le garighe decisamente montane indipendentemente dal substrato, ma che, per lo più, ricadono nelle categorie precedenti (in cartografia nel 31.75). Pertanto si richiamano qui gli aspetti montani, spesso di modestissima estensione, indipendentemente dai caratteri di mesofilia o termofilia con le specie dominanti:

- Astragalus genargenteus, 900-1.800 m s.l.m.

- Berberis aetnensis, 1.300-1.800 m s.l.m., Gennargentu su silice;

- Euphorbia spinosa, 1.000-1.200 m s.l.m., su calcare preferibilmente sulle creste ventose a Tonneri d’Irgini;

- Genista corsica, 1.000-1.600 m s.l.m., ubiquitaria, nelle zone aperte e degradate;

- Genista pichi-sermolliana, 1.000-1.800 m s.l.m., su silice, nel Gennargentu;

- Helichrysum microphyllum s.l., 1.000-1.500 m. s.l.m., ubiquitaria su aree aperte degradate;

- Juniperus sibirica, 1.000-1.830 m. s.l.m., su silice;

- Lavandula stoechas, 800-1.400 m s.l.m., sui substrati silicei;

- Rosa serafini, oltre i 1.000 m s.l.m., su silice;

- Stachys glutinosa, 1.000-1.800 m s.l.m., sui rocciai e luoghi pietrosi aperti, coste e creste ventose;

- Teucrium marum, 1.000-1.500 m s.l.m., su calcare a Tonneri d’Irgini, nei rocciai e nelle creste ventose;

- T eucrium massiliense, 1.200-1.600 m s.l.m., aree montane del Gennargentu;

- Thymus catharinae 1.000-1.800 m s.l.m. su aree silicee aperte e degradate.

34 Pascoli calcarei secchi e steppe

34.326 prateriemesiChedelpianoCollinare

DH: 6210*; EUNIS: E1.2.

Inquadramento sintassonomico: Festuco-Brometea, Brometalia erecti, Bromenion erecti, Asphodelo microcarpi- Brachypodietum retusi, Plantagini (sardoae)-Armerietum sardoae.

Nelle aree calcaree dei tonneri, il degrado della vegetazione forestale, oltre le fasi di gariga porta alla formazione di prati aridi secchi dominate da Asphodelus ramosus, Brachypodium retusum e Carlina corymbosa.

Nelle aree silicee del Gennargentu, oltre i 1.500 m di quota, Carlina corymbosa è vicariata da Carlina macrocephala, e appaiono diverse graminacee endemiche come Poa balbisii, Festuca morisiana, Trisetaria gracilis che caratterizzano floristicamente le aree aperte e le garighe alto-montane.

Brachypodium rupestre si riscontra sia nelle radure dei querceti che nei prati aperti, stabili, delle aree più elevate del Gennargentu. Tra i prati permanenti culminali sono da segnalare le formazioni a Gentiana lutea di Monte Novu e altre stazioni minori. Sia sui calcari, sia sui substrati silicei le formazioni prative sono frammentate e relegate all’interno delle garighe e delle macchie degradate, delle quali costituiscono un naturale connettivo.

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34.81 pratimediterraneisuBnitrofili (inCl. vegetazione mediterraneaesuBmediterraneapostColturale) EUNIS: E1.61.

Inquadramento sintassonomico: Brometalia rubenti-tectori, Stellarietea mediae.

Questi prati occupano nell’area una superfice ridottissima, risultano presenti in zone pianeggianti limitrofe agli abitati, la loro composizione floristica è varia e si origina dal riposo temporaneo (1-2 anni) delle colture agrarie, dove prevalgono specie segetali, ruderali e di ambienti ricchi di nutrienti, quali sono appunto le colture legate all’allevamento ovino e caprino, a causa degli apporti di concimi naturali.

4 Foreste

Le principali formazioni boschive del Gennargentu sono riconducibili sostanzialmente a ginepreti, leccete, querceti, boschi misti di latifoglie, foreste miste residue di tasso e agrifoglio, foreste miste di roverella e agrifoglio, foreste a galleria di ontano nero, castagneti, rimboschimenti con specie autoctone o esotiche.

La roverella (Quercus pubescens) è la specie forestale che maggiormente contribuisce alla configurazione del paesaggio vegetale del Gennargentu sino ai 1.600 m di quota, con l’acero trilobo (Acer monspessulanum), l’orniello (Fraxinus ornus), il sorbo ciavardello (Sorbus aria).

Le foreste miste di tasso e agrifoglio sono relegate in poche aree del Gennargentu, mentre in altre regioni la presenza di queste due specie è per lo più sporadica e non costituisce, se non raramente, boschi veri e propri.

I castagneti sono di origine antropica, sebbene possano riscontrarsi, nei casi di abbandono delle colture, processi di diffusione spontanea e aspetti seminaturali.

La vegetazione forestale riparia azonale è costituita soprattutto da formazioni a galleria ad Alnus glutinosa, Salix fragilis, S. atrocinerea, S. pedicellata (incl. S. arrigonii).

Nell’ambito delle latifoglie decidue sono stati evidenziati, pertanto, i tipi di bosco riportati di seguito:

41 Boschi decidui di latifoglie

41.72 querCeti a roverella Con q. Pubescens suBsp.

Pubescens (=q. virgiliana), q. conGestadella sardegna e CorsiCa

EUNIS: G1.72

41.732 querCeti a querCe CaduCifoglie Con quercus Pubescenss.l. dell’italiapeninsulareeinsulare

EUNIS: G1.732

Inquadramento sintassonomico: Querco-Fagetea, Quercetalia pubescentis, Quercion pubescentis, Saniculo- Quercetum pubescentis; Quercetum congestae-suberis.

I boschi di Quercus pubescens si rinvengono sino a 1.500 m di quota sul Gennargentu e sono spesso monospecifici nello strato arboreo.

Lo strato arbustivo o medio-arboreo è dato spesso da Ilex aquifolium, che ne caratterizza l’aspetto più mesofilo e continentale, da Acer monspessulanum e Crataegus monogyna, Hedera helix, mentre le specie erbacee caratterizzanti e più comuni sono: Oenanthe pimpinelloides, Sanicula europaea, Brachypodium rupestre, Cyclamen repandum, Viola dehnhardtii, Luzula forsteri, Poa nemoralis, Potentilla micrantha, Dactylorhiza insularis, Asplenium onopteris.

Sono formazioni aperte, luminose nel periodo invernale, con un sottobosco ricco di specie erbacee (che formano un tappeto pressoché continuo, sebbene di poca consistenza in biomassa.

Si riconoscono qui, secondo una scala di mesofilia crescente, i seguenti aspetti:

- Boschi termofili di Quercus congesta prevalente e Quercus ilex;

- Boschi montani di Quercus pubescens prevalente e Quercus ilex;

- Boschi alto-montani di Quercus pubescens, con Acer monspessulanum, Ilex aquifolium e Sorbus aria.

I querceti caducifogli sono riconducibili alla facies mesofila delle aree di alta collina e montane (indicata come boschi mesofili di cui al 41.732). La loro differenziazione fitosociologica si basa sull’attribuzione tassonomica di diverse specie di querce oltre che per la componente erbacea.

41.9 - Castagneti

DH 9260; EUNIS G1.7D7.

Inquadramento sintassonomico: Querco-Fagetea, Oenantho pimpinelloidis-Castaneetum sativae subass. quercetosum pubescentis, Oenantho pimpinelloidis-Castaneetum sativae subass. castanetosum.

Il castagno (Castanea sativa) è una specie caducifoglia comune nell’area del Gennargentu, forse di antica introduzione. Sono di probabile origine antropica anche nelle aree dove il castagno forma boschi misti di una certa estensione, come sul Gennargentu (Tonara, Aritzo, Belvì, Sorgono), prevalentemente nella fascia tra gli 800 e i 1.200 m di quota e di norma sono legati al substrato siliceo.

I castagneti, oggi per lo più in abbandono, in tutti i casi, presentano una struttura che conserva, in parte, aspetti delle utilizzazioni per i frutti e il legname, in quanto si rinvengono sia boschi cedui, sia fustaie con la presenza di grandi alberi.

Nei castagneti abbandonati si assiste alla ricolonizzazione da parte di Quercus ilex, Quercus pubescens e Ilex aquifolium accanto, nelle chiarie, a specie arbustive come Crataegus monogyna e Prunus spinosa e lianose come Clematis vitalba, che tendono a riportare queste aree alle condizioni di maggiore naturalità delle formazioni vegetali climaciche.

La flora erbacea dei castagneti è quella tipica dei boschi montani di roverella e leccio con Melica uniflora, Hieracium sardonium, Dactylorhiza insularis, Platanthera chlorantha, Polygonatum multiflorum, Pteridium aquilinum, Ruscus aculeatus, Teucrium scorodonia, Trifolium ochroleucon, Viola riviniana, Brachypodium sylvaticum, Oenanthe pimpinelloides, Sanicula europaea, Epipactis microphylla, Orchis provincialis, Dactylorhiza insularis.

41.D Populeti

41.d1 formazioniapioppotremoloeBetulla

Inquadramento sintassonomico: Corylo-Populion.

EUNIS: G1.924 - Boschi supra- e sub-mediterranei di Populus tremula (della Sardegna)

Per i pioppeti di pioppo tremolo appare opportuno istituire, con analoga denominazione EUNIS, una nuova categoria (41.D4A - Formazioni supra-mediterranei di Populus tremula della Sardegna) per rappresentare un aspetto peculiare delle formazioni presenti sul Gennargentu (Aritzo) che sono accompagnate da roverella, biancospino e nocciolo, quest’ultimo di origine colturale. Nel boschetto

(6)

di Aritzo, esteso per circa 2 ettari il pioppo tremulo è in continuità, mentre altrove è in genere raro e sporadico.

42 Boschi di conifere 42.a7 BosChiContasso

DH 9580*; EUNIS G3.9

Inquadramento sintassonomico: Querco-Fagetea, Ilici- Taxetum baccatae.

La distribuzione di Taxus baccata in Sardegna è frequente in tutte le montagne oltre gli 800-900 m di quota; vere e proprie foreste di tasso sono limitate al Marghine-Goceano.

Nel Gennargentu l’estensione maggiore si ha sui porfidi degli sciuscius di Ortu Is Aragnos in territorio di Desulo, mentre esemplari isolati sono presenti nelle quote superiori ai 1.000 m sia su substrato siliceo che calcareo. Si tratta di un biotopo di foreste vetuste aperte con grandi alberi, molto degradate, che non danno la possibilità di eseguire rilievi fitosociologici sufficientemente omogenei e pertanto di definire una tipologia precisa. In tutti i casi sono presenti costantemente Ilex aquifolium, Sorbus torminalis, Geranium robertianum, Glechoma sardoa, Polystichum setiferum, Sanicula europaea, che caratterizzano le formazioni a tasso anche nella gran parte della Sardegna. Tali formazioni sono strettamente legate a 45.8-Boschi di agrifoglio, che rappresenta anche la componente più mesofila della formazione. Grandi alberi isolati sono presenti in tutta l’area, particolarmente lungo il Rio Aratu misti a agrifoglio e ontano nero.

42.A9 - Formazioni a Juniperus oxycedrus dH:9560*; EUNIS: G3.99

I ginepreti sono stati riferiti cartograficamente al 32.1311-Matorral arborescenti di J. oxycedrus, ma occorre tenere presente che le formazioni di J. oxycedrus, che si sviluppano su aree decisamente montane, possono essere considerati come veri e propri boschi molto differenti per struttura e composizione floristica dai ginepreti delle aree costiere e collinari. Nelle aree più elevate del Gennargentu (Tedderìe) costituiscono la testa di serie delle garighe silicicole montane con la tipica componente suffruticosa ed erbacea delle garighe supramediterranee. Vedi Matorral di Juniperus oxycedrus.

44 Boschi e cespuglieti alluviali e umidi

44.63 forestemediterraneeriparialiafrassino

DH: 92A0; EUNIS: G1.33.

Inquadramento tassonomico - Glechomo sardoae-Alnetum glutinosae.

La vegetazione forestale riparia costituisce un insieme di formazioni molto articolato e complesso. In base alla fisionomia le formazioni del Gennargentu possono essere riassunte nel seguente prospetto.

- Ontaneti delle aree montane, 1.000-1.200 m di altitudine, con Salix atrocinerea, Salix fragilis, Clematis vitalba.

- Ontaneti ad Alnus glutinosa dei fontanili e rigagnoli della fascia culminale del Gennargentu con una elevata componente di specie endemiche (Carex microcarpa, Hypericum hircinum, Athyrium filix-foemina, Glechoma sardoa, Viola riviniana, Platanthera algeriensis, Mentha requienii).

- Saliceti a Salix atrocinerea; corsi d’acqua perenni, margini delle aree umide, fontanili sino a circa 1.500 m di quota.

45 Foreste di sclerofille sempreverdi

45.323 leCCetesupramediterraneedella sardegna DH: 9340; EUNIS: G2.122

Inquadramento sintassonomico: Quercion ilicis, Erico- Quercion ilicis, Clematido cirrhosae-Quercenion ilicis, Galio-Scabri-Quercetum ilicis, Saniculo europeae- Quercetum ilicis, Aceri monspessulani-Quercetum ilicis, Ilici-Quercetum ilicis, Viburno-Quercetum ilicis, Erico- Arbutetum.

Le leccete si estendono su qualsiasi tipo di substrato e si elevano, pur in modo frammentario, sino a 1.450 m di quota su alcuni versanti meridionali (Correboi-Monte Bruttu) del Gennargentu. Si riscontrano nella fascia altitudinale superiore in cui sono frequenti anche alcune specie caducifoglie e includono in generale tutte le formazioni più mesofile della lecceta. Sono presenti due facies la prima su substrato calcareo ai Tonneri d’Irgini e Genna

‘e Ragas, inquadrabile chiaramente in 45.323 Leccete supramediterranee della Sardegna, descritta da Arrigoni e Di Tommaso (1991) per i calcari del Supramonte di Orgosolo come Aceri monspessulani-Quercetum ilicis.

La seconda facies della lecceta su substrato siliceo, a parte le formazioni rupestri di Monte Bruttu che non costituiscono veri e propri boschi, si riscontra sulle aree più aride dei graniti del versante sinistro di Rio Ispanu, del Rio Aratu e nel versante meridionale di Monte Discudu. Ai boschi pressoché monospecifici con rari esemplari di acero minore dei suoli più aridi, fanno seguito i boschi misti con roverella e con agrifoglio nelle aree più fresche e/o esposte a settentrione. Inquadramento sintassonomico delle leccete su substrato siliceo: Galio scabri-Quercetum ilicis e Saniculo europeae-Quercetum ilicis associazioni molto simili se non sinonimi.

45.8 BosChidiagrifoglio DH 9380; EUNIS G2.6.

Inquadramento sintassonomico: Querco-Fagetea, Ilici- Quercetum ilicis, Galio scabri-Quercetum ilicis subass.

ilicetosum, Ilici-Taxetum baccatae.

Le formazioni a Ilex aquifolium della sono senza dubbio tra le più importanti d’Italia, con aspetti misti a Taxus baccata o quasi puri che costituiscono boschi piuttosto estesi nei canaloni umidi del Gennargentu. La flora delle formazioni evolute è molto povera: si tratta di specie sciafile quali Polystichum setiferum, Teucrium scorodonia, Sanicula europaea, Epipactis helleborine, Geranium robertianum, Hedera helix, Cyclamen repandum. L’inquadramento sintassonomico dei boschi di agrifoglio merita seri approfondimenti in quanto è in grado di costituire anche estesi boschi monospecifici. Alberi monumentali si trovano sul Gennargentu soprattutto a Is Pucius in territorio di Desulo dove esiste la più alta concentrazione di grandi alberi di agrifoglio della Sardegna. (Vedi anche 42.A73 Boschi di tasso della Sardegna).

6 Rupi ghiaioni e sabbie 61 Ghiaioni

61.3C ghiaioni termofili aCidofili della penisola

italiana

DH: 8130, EUNIS: H2.56.

Inquadramento sintassonomico: Linarion purpureae.

(7)

Sono inclusi in questa categoria i brecciai diffusi nella Sardegna centro-settentrionale, soprattutto sui versanti delle creste del Gennargentu (Sciuscius-Suladas), caratterizzate dalla presenza di massi porfirici, granitici e migmatitici arrotondati o spigolosi che accolgono un’elevata componente di specie endemiche e rare: Berberis aetnensis, Santolina insularis, Prunus prostrata, Teucrium marum, Saponaria alsinoides, Epilobium angustifolium, Valeriana montana, Festuca morisiana, Arrhenatherum sardoum, Sedum alpestre, Fragaria vesca. Questo habitat, per la sua specificità e ricchezza di endemiche, merita di essere distinto come prioritario rispetto alle brecce e ghiaioni affini della penisola italiana.

62 Rupi

62.24 rupidella sardegnaedella CorsiCa DH: 8220; EUNIS: H3.14

Inquadramento sintassonomico: Asplenietea rupestris – Androsacetalia vandelli, Arenarion balearicae, Hieracio (brunelliforme)-Saxifragetum cervicornis.

Nel Gennargentu, la loro distribuzione degli habitat tipicamente rupestri è per lo più limitata alle aree dei versanti quarzitici e alle aree di cresta. Sono caratterizzate da un’elevata componente endemica e hanno Arenaria balearica, Potentilla crassinervia, Dianthus tenuifolius e Saxifraga cervicornis come specie guida.

83.3 piantagioni

83.31 Piantagioni di conifere EUNIS G3.F.

I rimboschimenti con pino marittimo (P. pinaster subsp.

pinaster), pino nero (P. poiretiana), cedro (Cedrus atlantica) occupano una superficie piuttosto limitata. Si riconoscono le seguenti tipologie.

1. Pinete a Pinus pinaster (a Su Separadorgiu) 2. Pinete a pino nero (a Tascusì).

3. Cedrete (a Funtana Calavriga).

86.4 sitiindustriali (aBBandonati) 86.41 Cave

EUNIS H3.1 >H3.2.

Inquadramento sintassonomico: Artemisietea.

L’attività mineraria nel Gennargentu data dalla fine dell’Ottocento e in modo particolare nell’area di Correboi, con diversi punti di discarica di inerti di minerali di piombo argentifero e la presenza di edifici legati all’attività estrattiva. Contigua alla stessa area è stata creata una cava di prestito per la costruzione della strada che perfora il passo di Correboi e costeggia il corso superiore del Flumendosa, fonte di continua erosione verso il letto del vicino fiume.

86.6 sitiarCheologiCi. EUNIS X 21.

Il Gennargentu, nell’area presa in considerazione, conserva tuttora importanti siti archeologici, di cui il villaggio nuragico di Ruinas, di Sa Calavriga e di Tedderie sono i più significativi.

LaCartadeGLIHaBItatedeLLaVeGetazIone

La rappresentazione cartografica basata sulla carta degli habitat di Carta della Natura della Sardegna (Camarda &

al, 2015) ed elaborata in scala 1:10.000 presenta un quadro di dettaglio tale da evidenziare con precisione anche habitat e tipi di vegetazione di modesta estensione. La tabella 1 richiama la presenza dei singoli habitat con i relativi codici e l’estensione in ettari (fig. 1), a cui segue il grafico esplicativo in istogrammi e quindi la cartografia (fig. 2). Il sistema informativo consente allo stesso tempo di mettere evidenziare i rapporti dinamici esistenti nel territorio in relazione alle quote e agli aspetti geomorfologici e climatici.

HABITAT - CORINE Biotopes Area

(ha) 31.75 - Arbusti spinosi emisferici corsico-sardi 8992 41.732 - Querceti a querce caducifoglie con Q. pube-

scens 5450

32.3 - Garighe e macchie mesomediterranee silicicole 4600

45.317 - Leccete sarde 2259

83.31 - Piantagioni di conifere 1310

32.13 - Matorral di ginepri 1112

44.63 - Foreste mediterranee ripariali a frassino 823 45.323 - Leccete supramediterranee della Sardegna 803 34.326 - Praterie mesiche del piano collinare 589 24.225 - Greti dei torrenti mediterranei 276 62.24 - Rupi della Sardegna e della Corsica 275 32.11 - Matorral di querce sempreverdi 240 41.72 - Querceti a Roverella con Q. congesta 179 32.4 - Garighe e macchie mesomediterranee calcicole 225 84.6 - Pascolo alberato in Sardegna (Dehesa) 172 31.863 - Formazioni supramediterranee a Pteridium

aquilinum 88

82.3 - Colture di tipo estensivo e sistemi agricoli com-

plessi 85

61.3C - Ghiaioni termofili acidofili della Penisola Ita-

liana 66

31.43 - Brughiere a ginepri nani 59

34.81 - Prati mediterranei subnitrofili (incl. Vegetaz.

medit. e submedit. Postcolt.) 56

86.1 - Cittá, centri abitati 31

86.41 – Cave 24

42.A7 - Boschi con tasso 3

31.845 - Formazioni a Genista aethnensis 2 41.D1 - Formazioni a pioppo tremolo e betulla 2

45.8 - Boschi di agrifoglio 2

Tabella 1 – Habitat secondo CORINE Biotopes (codifica e tipi) e rispettive superfici in ettari.

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dIsCussIoneeConCLusIonI

Le ricerche sulla vegetazione della Sardegna hanno una storia che risale ormai ad oltre un secolo ed hanno portato ad una conoscenza sia puntuale per molte aree, sia di carattere generale con compendi e inquadramento sintassonomici su tematiche specifiche o comprensivi di tutta l’Isola. Il numero delle associazioni descritte (VaLseCCHI, 1980; 1983; Camarda

& satta, 1995, BaCCHetta & al., 2004a; 2004b, BaCCHetta

& al., 2007) è veramente alto e non sempre soddisfacente a causa dell’ampio grado di libertà consentito oggi dal metodo fitosociologico ed anche dall’interpretazione tassonomica di specie forestali importanti (basti citare il caso del genere Quercus). Ad un eccessivo dettaglio e frammentazione si è preferito una trattazione, basata sulla documentazione fornita dagli habitat secondo CORINE Biotopes (Camarda

e al., 2015), richiamando dove possibile le associazioni o il rango superiore, generalmente di alleanza, o di ordine e classe. Le ricerche sulla vegetazione delle aree del Gennargentu a partire dagli inizi del secolo scorso (HerzoG, 1909; sCHmId, 1933; SCHmId, 1946, MoLInIer & moLInIer, 1955; MartInoLI, 1956a; MartInoLI, 1956b; PIGnattI-WIkus

& PIGnattI, 1974; GamIsans, 1976a, 1977b; PIGnattI & al., 1980; ArrIGonI, 1987; ArrIGonI, 1991; ArrIGonI & al.,1996;

ArrIGonI & al., 1990; ArrIGonI & Marras, 1990; Camarda, 1977; Camarda, 1984; Camarda I., 1985; BruLLo & al. , 2001 Camarda I., 2004 ; ArrIGonI & Camarda I., 2015) hanno consentito di descrivere un quadro sufficientemente preciso della vegetazione reale e potenziale dell’area indagata.

Habitat e vegetazione sono strettamente correlati e la rappresentazione cartografica degli habitat mette in evidenza le tipologie più rappresentate, con il 32,4% della superficie, le garighe degli arbusti spinosi emisferici, a cui vanno ascritte le diverse associazioni con Astragalus genargenteus Berberis aetnensis, Genista corsica, Genista pichisermolliana, Juniperus sibirica, Helichrysum microphyllum, e con il 20,3% i boschi mesofili di Quercus pubescens, comprendenti anche una minima parte di boschi termofili a Quercus congesta nelle aree basali.

Le macchie mesofile sono rappresentate soprattutto dalle facies mesofile dalla Erica arborea e parzialmente da Erica scoparia. Le leccete che sono complessivamente l’11% sono distinte in relazione alle quote e al substrato, ma sono pertinenti in genere alla facies più mesofila del leccio. I

ginepreti a Juniperus oxycedrus (4%) si sviluppano sui suoli più poveri e degradati, che evolvono da garighe a matorrales e quindi a formazioni forestali mature, laddove rocciosità e aridità non consentono lo sviluppo della lecceta e dei boschi di caducifoglie. Gli ontaneti e le foreste mediterranee ripariali, sebbene poco estese (3%), rivestono un’importanza notevole in quanto accolgono un’elevata concentrazione di entità endemiche, così pure le rupi, di basso valore percentuale in superficie (1%), ma particolarmente ricche di casmofite endemiche, rare o esclusive.

La vegetazione forestale più rara è costituita dalle formazioni a tasso, estese per circa 3 ettari, costituite da un aggruppamento di grandi alberi sulle pietraie di Su Sciusciu e dai boschi di agrifoglio, che in diverse aree formano nuclei puri, mentre di norma sono misti con roverella o tasso. Tra la vegetazione forestale da segnalare, infine, l’unico boschetto di Populus tremula dell’Isola. Gli habitat del Gennargentu sono pienamente naturali in piccola parte e seminaturali per la maggior parte, mentre gli habitat di origine esclusivamente antropica sono limitati ai rimboschimenti con Pinus poiretiana e Cedrus atlantica, ai pochi orti e alla coltivazioni arboree ai margini degli abitati.

Dal quadro complessivo della vegetazione sono riportati 16 associazioni, 4 sub-associazioni e (Tabella 2) incluse in 68 sintaxa comprendenti 26 alleanze, 12 ordini e 10 classi e 6 aggruppamenti definiti in via provvisoria, che ricadono in minima parte nel piano fitoclimatico delle leccete con boschi misti di Quercus congesta sino a circa 800 m, e oltre tale quota si possono distinguere due piani principali (Arrigoni e Camarda, 2015); il primo delle leccete supramontane con boschi a netta dominanza di Quercus ilex sino ai 1.200 m di quota, sui substrati aridi dei graniti orientati nei settori circa meridionali, una fascia dominata dai boschi di Quercus pubescens (sino ai 1.500 m di quota) nei settori più freschi esposti verso settentrione, in molti casi è la presenza dei grandi alberi isolati a testimoniare della potenzialità dei boschi di roverella. Si tratta delle due tipologie maggiormente diffuse che, nelle condizioni ambientali intermedie, costituiscono boschi misti. La fascia intorno ai 1.000 m è caratterizzata anche dalle formazioni miste con Castanea sativa, dovute alle antiche introduzioni. Oltre i 1.200 m a costituire boschi misti con Quercus pubescens subentra Ilex aquifolium, che nei canaloni umidi diventa dominante. La difficoltà di rendere cartograficamente situazioni boschive di superficie minima, determina una stima seppure di poco inferiore a quanto realmente i boschi di agrifoglio rappresentano nell’area. La presenza dei residui delle formazioni con grandi alberi di Ilex aquifolium indica la grande potenzialità che nei versanti più freschi e umidi possiede questa specie, anche rispetto a Taxus baccata, con il quale generalmente si accompagna. Foreste di Taxus baccata e Ilex aquifolium nelle formazioni vetuste di Su Sciusciu, nelle vallate umide e in varie situazioni isolate, sono i testimoni di una cosiddetta vegetazione relitta, che in realtà anche in altre aree nella Sardegna, e particolarmente nel Marghine- Goceano, trova ancora situazioni pienamente naturali. I boschi di tasso e agrifoglio sono estremamente poveri della componente erbacea e con tutta probabilità questa è una delle cause che hanno contribuito alla loro rarefazione. La maggiore mesofilia dell’agrifoglio e la maggiore eliofilia del tasso sono alla base delle diverse situazioni che vedono la prevalenza ora dell’una ora dell’altra specie.

Il secondo piano fitoclimatico è relativo alle garighe Fig. 1 – Valori percentuali delle superficie degli habitat maggiori

di 100 ettari.        

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119 Figura 1 – Carta degli habitat del Gennargentu secondo CORINE Biotopes (da elaborazione a scala 1:10.000)

 

     

Legenda Carta degli habitat secondo CORINE Biotopes Area del Gennargentu

CLASSE

24.225 Greti dei torrenti mediterranei 31.43-Brughiere a ginepri nani

31.75-Arbusti spinosi emisferici corsico-sardi 31.845-Formazioni a Genista aetnensis

31.863-Formazioni supramediterranee a Pteridium aquilinum 32.11-Matorral di querce sempreverdi

32.13-Matorral di ginepri

32.3-Garighe e macchie mesomediterranee silicicole

32.4-Garighe e macchie mesomediterranee calcicole 34.326-Praterie mesiche del piano collinare 34.81-Prati mediterranei subnitrofili

41.72-Querceti a roverella con Q. congesta della Sardegna e Corsica 41.732-Querceti a querce caducifolie con Q. pubescens 41.D1-Formazioni a pioppo tremulo e betulla 42.A7-Boschi con tasso

44.63-Foreste mediterranee ripariali a frassino 45.317-Leccete sarde

45.323-Leccete supramediterranee della Sardegna 45.8-Boschi di agrifoglio

61.3C-Ghiaioni termofili acidofili della Penisola Italiana 62.24-Rupi della Sardegna e della Corsica

82.3-Colture di tipo estensivo e sistemi agricoli complessi 83.31-Piantagioni di conifere

84.6-Pascolo alberato in Sardegna (Dehesa) 86.1-Città, centri abitati

86.41-Cave

Fig. 2 – Carta degli habitat del Gennargentu secondo CORINE Biotopes (da elaborazione a scala 1:10.000).

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degli arbusti montani prostrati, in generale, è piuttosto brusco ed è da attribuire in gran parte alle utilizzazioni antropiche soprattutto con il pascolamento. La presenza delle formazioni preforestali a Erica arborea sin oltre i 1.500 m indica la foresta di Quercus pubescens e Ilex aquifolium come condizione climacica. Le formazioni a Taxus baccata e Ilex aquifolium stabili sono individuabili nella fascia dei 1.200-1.600 m in condizioni pedologiche particolari, come nelle pietraie degli sciuscius.

La stabilità climacica delle aree delle garighe delle aree culminali è accettabile oltre la fascia dei 1.600 m, caratterizzata dalla presenza costante di Juniperus sibirica, che tende a colonizzare gran parte delle superfici, ma è soggetta all’impatto del fuoco lasciando spazio alla diffusione degli arbusti nani prostrati e pulviniformi, con una ben diversificata presenza di associazioni endemiche.

Praterie a Brachypodium rupestre sono limitate ad aree con suoli più freschi e profondi inframezzate tra le garighe. La vegetazione con il maggiore grado di naturalità e quella delle associazioni casmofitiche delle rupi che restano del tutto indenni dagli effetti del pascolamento sia da parte degli animali domestici, sia da quelli selvatici.

Una valutazione a parte richiede la vegetazione azonale dei boschi igrofili ad ontano nero, strettamente legata alla presenza di umidità anche durante tutta la stagione estiva, che segnala in modo marcato tutta la rete idrografica.

La distribuzione dei diversi tipi di vegetazione è fortemente condizionata dalle condizioni geologiche, orografiche e pedologiche che soprattutto nelle parti meno elevate subiscono l’influenza delle utilizzazioni antropiche, ora con i drastici interventi di rimboschimento con specie

esotiche, ora con il pascolo brado degli animali domestici.

Pertanto tali fattori danno una chiave di comprensione dello stato della vegetazione reale e consentono di ipotizzare, in modo sintetico, il quadro dinamico di evoluzione- degradazione, verso e a partire dalle formazioni climaciche o comunque a forte stabilità. I processi derivanti dai fattori di degrado possono essere di brevissimo periodo (bosco/taglio drastico/arature/pascolo arborato; rimboschimenti; incendio della macchia/prati/garighe), apparentemente stabili (pascolo sulle garighe), mentre quelli di evoluzione sono di lungo (ripristino di formazioni naturali dai castagneti) o lunghissimo periodo (processi di ripristino delle formazioni forestali climaciche).

Di seguito è presentato in modo sintetico il quadro complessivo della vegetazione secondo i piani fitoclimatici e le fasce altitudinali delle stesse in relazione ai processi di degradazione e involuzione della vegetazione inclusi gli effetti della presenza degli animali al pascolo brado, con le indicazioni tassonomiche pertinenti.

pianofitoClimatiCodelleforestemesofiledi querCusilex

Fascia 500-800 m

§ Boschi di Quercus suber e Quercus congesta su substrati silicei (Quercetum congestae-suberis)

o Macchie a Erica arborea e Arbutus unedo (Erico- Arbutetum)

§ Garighe a Cistus sp.pl. e Lavandula stoechas (Erico- Lavanduletum stoechidis)

§ Prati terofitici e emicriptofite termofile (Brometalia rubenti-tectori, Helianthemion guttati)

1 Aggruppamento a Erica arborea e Erica scoparia 2 Aggruppamento a Erica arborea e Genista aethnensis 3 Aggruppamento a Erica arborea e Genista corsica 4 Aggruppamento a Erica terminalis

5 Aggruppamento a Juniperus oxycedrus

6 Aggruppamento a Limonium irginianum e Campanula forsythii.

7 Arenarion balearicae Bolos et Mol. ex Wikus et Pignatti.

8 Asphodelo microcarpi-Brachypodietum retusi Biondi e Mossa 9 Berberido-Genistetum lobelioidis Gamisans

10 Crepido (caespitosae)-Brachypodietum rupestri Arrigoni subass. genistetosum Arrigoni 11 Crepido (caespitosae)-Brachypodietum rupestri Arrigoni subass. juniperetosum Arrigoni 12 Erico-Arbutetum (Molin.) All. et Lacoste

13 Erico-Lavanduletum stoechidis Br-Bl.

14 Festucetum morisianae Pignatti et Nimis 15 Glechomo (sardoae)-Alnetum glutinosae Arrigoni 16 Helichryso-Genistetum salzmannii Gamisans

17 Hieracio (brunelliforme)-Saxifragetum cervicornis Arrigoni 18 Ilici-Taxetum baccatae Brullo, Minissale & Spampinato 19 Juniperetum sibiricae Arrigoni

20 Oenantho pimpinelloidis-Castaneetum sativae subass. castanetosum Arrigoni 21 Oenantho pimpinelloidis-Castaneetum sativae subass. pubescentetosum Arrigoni 22 Plantagini (sardoae)-Armerietum sardoae Pignatti et Nimis

23 Quercetum congestae-suberis Camarda e Pignatti 24 Rosmarino officinalis-Thymelaeetum tarntorairae Biondi 25 Saniculo-Quercetum pubescentis Camarda et Pignatti 26 Viburno-Quercetum ilicis (Br.Bl.) Rivas-Martinez

Tab. 2 – Associazioni, sub-associazioni e aggruppamenti vegetali individuati.

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§ Boschi di Quercus ilex e Quercus suber su substrati silicei (Viburno-Quercetum ilicis)

o Boschi misti di Quercus congesta e Quercus suber, Quercetum congestae-suberis

§ Macchie a Erica arborea e Arbutus unedo (Erico- Arbutetum)

§ Garighe a Cistus sp.pl. e Lavandula stoechas (Erico- Lavanduletum stoechidis)

§ Prati terofitici e emicriptofite termofile (Brometalia rubenti-tectori)

piano fitoClimatiCo delle foreste mesofile di leCCio e roverella

Fascia 800-1200 m

§ Boschi di Quercus ilex dei substrati calcarei

o Macchie a Quercus ilex e Arbutus unedo (Viburno- Quercetum ilicis)

§ Garighe a Teucrium marum, Rosmarinus officinalis, Thymelaea tartonraira, Genista corsica e Euphorbia spinosa (Rosmarino officinalis-Thymelaeetum tarntorairae)

· Prati stabili a terofite e emicriptofite (Asphodelo microcarpi-Brachypodietum retusi)

· Macchia igrofila a Erica terminalis

§ Boschi mesofili di Quercus ilex dei substrati silicei a debole pendenza

o Macchie di Erica arborea e Arbutus unedo (Erico- Arbutetum)

§ Garighe a Genista corsica e Thymus catharinae (Helichryso-Genistetum salzmannii)

· Prati a emicriptofite (Crepido caespitosae- Brachypodietum rupestri)

§ Boschi mesofili di Quercus pubescens su substrati silicei pianeggianti o a debole pendenza (Saniculo-Quercetum pubescentis)

o Pascoli arborati a Quercus pubescens

§ Macchie a Erica arborea (aggruppamenti a Erica arborea e Genista corsica)

· Garighe a Genista corsica e Genista pichisermolliana (Helichryso-Genistetum salzmannii)

o Prati a emicriptofite mesofile (Crepido caespitosae-Brachypodietum rupestri)

§ Boschi mesofili di Quercus pubescens e Castanea sativa su substrati silicei (Oenantho pimpinelloidis-Castaneetum sativae subass. castanetosum)

o Boschi di Quercus pubescens (Oenantho pimpinelloidis- Castaneetum sativae subass. pubescentetosum)

o Macchie a Erica arborea (aggruppamenti a Erica arborea e Genista corsica)

§ Garighe a Genista corsica e Genista pichisermolliana

· Prati a emicriptofite mesofile (Crepido caespitosae-Brachypodietum rupestri)

§ Vegetazione casmofitica a Limonium irginianum e Campanula forsythii

Fascia 1200-1600 m

§ Foreste di Juniperus oxycedrus su substrati silicei con suoli aridi

o Boscaglie di Juniperus oxycedrus

§ Macchie a Erica arborea (aggruppamento a Erica arborea e Genista corsica)

· Garighe a Helicrysum microphyllum e Thymus catharinae (Helichryso-Genistetum salzmannii) o Prati a terofite e emicriptofite (Crepido

caespitosae-Brachypodietum rupestri)

§ Boschi mesofili misti di Quercus pubescens e Quercus ilex su substrati silicei

o Boschi di Quercus pubescens (Saniculo-Quercetum pubescentis)

§ Macchie a Erica arborea e Erica scoparia;

· Garighe a Genista corsica e Thymus catharinae (Helichryso-Genistetum salzmannii)

· Garighe a Genista pichisermolliana (Helichryso- Genistetum salzmannii)

o Prati a emicriptofite (Crepido caespitosae- Brachypodietum rupestri)

§ Boschi mesofili di Quercus pubescens su substrati silicei dei versanti freschi (Saniculo-Quercetum pubescentis)

o Macchie di Erica arborea (Aggruppamenti a Erica arborea)

o Macchie a Erica arborea e Genista aethnensis

§ Garighe a Genista corsica e Thymus catharinae (Helichryso-Genistetum salzmannii)

· Prati a emicriptofite (Crepido caespitosae- Brachypodietum rupestri)

§ Boschi misti di Quercus pubescens e Ilex aquifolium Su substrati silicei su versanti freschi

o Macchie a Erica arborea ed Erica scoparia

§ Garighe a Genista corsica e Thymus catharinae (Helichryso-Genistetum salzmannii)

o Macchie a Erica arborea e Genista aethnensis

§ Garighe a Genista corsica e Thymus catharinae (Helichryso-Genistetum salzmannii)

· Prati a emicriptofite (Crepido caespitosae- Brachypodietum rupestri)

o Ginepreti a Juniperus nana (Juniperetum sibiricae)

§ Boschi di Populus tremula su substrati silicei umidi (Corylo- Populion)

o Macchia a Erica arborea ed Erica scoparia (Aggruppamento a Erica sp.pl.)

§ Boschi mesoigrofili a Ilex aquifolium e Taxus baccata su substrati silicei di versanti freschi (Ilici-Taxetum baccatae) o Boschi misti a dominanza di Quercus pubescens

§ Boschi a dominanza di Ilex aquifolium (su suoli profondi umidi) (Ilici-Taxetum baccatae)

· Macchie a Erica arborea ed Erica scoparia (aggr.

a Erica arborea ed Erica scoparia)

· Prati a emicriptofite (Crepido caespitosae- Brachypodietum rupestri; Festucetum morisianae)

§ Boschi a dominanza di Taxus baccata (su substrati rocciosi e suoli poveri) (Ilici-Taxetum baccatae)

§ Garighe a Berberis aethnensis e Prunus prostrata (Berberido-Genistetum lobelioidis)

§ Garighe a Juniperus sibirica (Juniperetum sibiricae)

pianofitoClimatiCodegliarBustinaniprostrati

Fascia 1600-1800 m

§ Garighe a Juniperus sibirica con Astragalus genargenteus, Berberis aethnensis, Daphne oleoides, Genista corsica, Helichrysum microphyllum, Prunus prostrata, Rosa serafinii, Santolina insularis, Substrati silicei, suoli erosi di versante

(12)

122

 

Figura 2 – Carta della vegetazione del Gennargentu (da elaborazione a scala 1:10.000)

   

Legenda Carta della vegetazione Area del Gennargentu

1.1.1B Ginepreti naturali

1.1.2 Boschi di latifoglie sempreverdi 1.1.3 Boschi di latifoglie caducifoglie 1.1.4B Boschi misti di conifere e latifoglie 1.1.5 Boschi igrofili

1.2.2 Macchie mesofile al di sopra dei 600-800 m s.l.m.

1.3.2A Garighe mesofile silicicole

1.3.2B Garighe mesofile calcicole

1.4.2B Popolamenti erbacei a dominanza di emicriptofite 1.5 Vegetazione casmofitica delle rupi montane

1.5 Vegetazione igrofila 1.7 Pascoli arborati 2.1 Rimboschimenti

2.5 Sistemi agricoli complessi

3 Aree antropizzate ed alta densità insediativa

Fig. 3 – Carta della vegetazione del Gennargentu (da elaborazione a scala 1:10.000)

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