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Benessere Termoigrometrico
Massimo Garai
DIN - Università di Bologna http://acustica.ing.unibo.it
Importanza del benessere (comfort)
Nei paesi industrializzati le persone trascorrono la maggior parte del loro tempo negli ambienti costruiti dall’uomo
Lo scopo ultimo degli ambienti costruiti è quello di assicurare buone condizioni di vita, cioè di benessere (comfort) alle persone
Tuttavia la progettazione è ispirata a criteri di prestazione e di economicità piuttosto che a criteri di comfort
Le conoscenze scientifiche attuali sul benessere permettono – e impongono – di orientare diversamente i criteri di progettazione
L’accresciuta importanza della protezione dell’ambiente
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Benessere (comfort)
Il benessere è individuale e non collettivo: corrisponde per definizione al soddisfacimento psicofisico di un singolo individuo
Il benessere è globale e non singolare: vari fattori ambientali interagiscono fra loro e le percezioni sensoriali si sovrappongono provocando un effetto “sinergico” che dà origine alla sensazione di benessere
La qualità ambientale dipende da tipologie differenti, seppure fortemente interrelate, di benessere, e cioè:
– benessere termoigrometrico – benessere respiratorio - olfattivo – benessere visivo - illuminotecnico – benessere acustico
Benessere (comfort)
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Benessere (comfort)
Benessere termoigrometrico (thermal comfort):
condizione psicofisica di soddisfazione nei confronti dell'ambiente termico stato di neutralità termica, in cui il soggetto non sente né caldo né freddo
Benessere respiratorio – olfattivo (Indoor Air Quality, IAQ): stato di soddisfazione di un individuo nei confronti dell'aria che respira, in cui non sono presenti inquinanti in concentrazioni ritenute nocive per la salute dell’uomo
Benessere visivo – illuminotecnico: stato in cui l’individuo può svolgere nel modo migliore i diversi compiti visivi (visual task) relativi all’attività che sta svolgendo
Benessere acustico: stato di soddisfazione di un individuo, nei confronti di un campo di pressione sonora, tenuto conto anche dell’attività che sta svolgendo
Benessere termoigrometrico
Lo scostamento dalla condizione di benessere termoigrometrico è l’insoddisfazione, che può essere causata da:
disagio per la sensazione di caldo o freddo che prova il corpo nel suo complesso
non desiderato raffreddamento (o riscaldamento) di una particolare parte del corpo (es. da corrente d'aria)
differenza verticale di temperatura tra testa e caviglie troppo elevata
pavimento troppo caldo o troppo freddo
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Benessere termoigrometrico
Si hanno condizioni di benessere termoigrometrico quando i parametri ambientali, agendo sugli scambi termici sensibili e latenti del corpo umano, annullano le sensazioni di caldo o freddo percepite dal soggetto (neutralità termica)
Ciò senza interventi massicci del sistema di regolazione del corpo in quanto interventi estremi risultano fonte di disagio
Variabili principali che influenzano il benessere termico:
– la temperatura di bulbo secco dell’aria, ta – la temperatura media radiante, tr
– l’umidità relativa dell’aria, φ
– la velocità media relativa dell’aria, var – la potenza metabolica (attività), M – la resistenza termica del vestiario, Icl
progettista
soggetto
Metabolismo umano
Il corpo umano può essere considerato una macchina termodinamica che converte l’energia chimica dei cibi in energia termica e lavoro
Potenza metabolica: M in W o W/m
2o in met
1 met = 58,2 W/m
2= 50 kcal/(hꞏm
2)
1 met potenza metabolica prodotta da una persona seduta a riposo
Lavoro compiuto: W in W o W/m
2Rendimento meccanico: η = W/M (0 ≤ η ≤ 0,20)
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Potenza metabolica
Attività M, W/m2 M, met
Disteso 46 0,8
Seduto e rilassato 58 1,0
Attività sedentaria (ufficio, scuola, casa, laboratorio)
70 1,2
Attività leggera in piedi (compere, laboratorio, industria leggera)
93 1,6
Attività media in piedi (commesso, lavori domestici, lavori a macchina)
116 2,0
Camminare a 2 km/h 110 1,9
Camminare a 4 km/h 165 2,8
Camminare a 5 km/h 200 3,4
Area superficiale del corpo umano
Relazione di DuBois (1916)
A
b: area del corpo umano (nudo), in m
2m
b: massa del corpo umano, in kg
h
b: altezza del corpo umano, in m
𝐴 0,202𝑚 , ℎ ,
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Temperatura del corpo umano
Relazione di Gagge (1970)
t
b: temperatura media convenzionale del corpo umano, in °C
t
cr: temperatura interna del «nucleo» del corpo umano, in °C
t
sk: temperatura della pelle, in °C
𝑡 0,9𝑡 0,1𝑡
Termoregolazione del corpo umano
L’autoregolazione della temperatura corporea tende a mantenere il nucleo del corpo umano a temperatura all’incirca costante (37°C)
Man mano che le condizioni ambientali si fanno progressivamente più estreme si registra:
Con aumento della temperatura
vasodilatazione, con incremento della conducibilità termica della pelle e dello smaltimento di calore proveniente dal corpo umano
incremento progressivo della sudorazione
riduzione dell’attività fisica (riduzione della potenza metabolica M)
Con diminuzione della temperatura
vasocostrizione, con riduzione della conducibilità termica della pelle
aumento della tensione muscolare (aumento di M)
comparsa di brividi e battito di denti (ulteriore aumento di M)
assunzione di posizioni corporee contratte al fine di ridurre gli scambi termici
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Termoregolazione del corpo umano
In regime invernale (20 °C), per attività moderata (M 1,2 met), la cessione del calore per convezione C ed irraggiamento R rappresenta circa il 70÷80% di M
In regime estivo (27 °C) l’evaporazione eguaglia le altre modalità di scambio termico, mentre per valori di temperatura sensibilmente superiori diventa dominante
Termoregolazione del corpo umano
L’ipotalamo, al centro dell’encefalo, è l’organo centrale di controllo della temperatura
Esso ha sensori della temperatura del sangue arterioso e riceve informazioni dai recettori termici della pelle, dell’intestino ecc.
Esso reagisce a deviazioni dalle temperature di set point: 34 °C per la pelle, 36,8 °C per il nucleo a riposo (37,9 °C in esercizio fisico)
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Bilancio energetico del corpo umano
𝑆 𝑀 𝑊 𝐸 𝐸 𝐸 𝐶 𝐶 𝑅 𝐶 W
Bilancio energetico del corpo umano
S : variazione di energia interna del corpo umano
– S > 0 : riscaldamento – S < 0 : raffreddamento – S = 0 : omeotermia
M : potenza metabolica
E
d: potenza termica dispersa per diffusione di vapore attraverso la pelle
E
sw: potenza termica dispersa per sudorazione
𝑆 𝑀 𝑊 𝐸 𝐸 𝐸 𝐶 𝐶 𝑅 𝐶 W
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Bilancio energetico del corpo umano
E
ve: potenza termica dispersa nella respirazione come calore latente
C
ve: potenza termica dispersa nella respirazione come calore sensibile
C: potenza termica dispersa per convezione
R: potenza termica dispersa per irraggiamento
C
k: potenza termica dispersa per conduzione
𝑆 𝑀 𝑊 𝐸 𝐸 𝐸 𝐶 𝐶 𝑅 𝐶 W
A volte il bilancio è scritto in forma più sintetica
Ponendo
Bilancio energetico del corpo umano
𝑆 𝑀 𝑊 𝐸 𝑅 𝐶 𝑅 𝐶 W
𝐸 𝐸 𝐸 W
𝑅 𝐸 𝐶 W
S può essere suddiviso tra pelle e nucleo
cp,b= 3490 J/(kgꞏK)
sk = frazione di massa corporea concentrata nel compartimento «pelle» (dipende dal flusso sanguigno nella regione periferica considerata pelle)Copyright (C) 2004-2019 Massimo Garai - Università di Bologna 19
Potenza accumulata nel corpo umano
𝑆 𝛼 𝑚 𝑐 , 𝜕𝑡
𝜕𝑡
𝑆 1 𝛼 𝑚 𝑐 , 𝜕𝑡
𝜕𝑡
𝑆 𝑆 𝑆
Potenza termica dispersa per diffusione di vapore attraverso la pelle
r = 2,41ꞏ106 J/kg: calore latente del vapore alla temperatura della pelle tsk
Mv = 1,27ꞏ10-9 kg/(sꞏm2Pa): permeanza della pelle al vapore d’acqua
Ab = 1,8 m2: area convenzionale del corpo umano (nudo)
psk: pressione del vapore alla temperatura della pelle, Pa
pv= φpsa: pressione parziale del vapore in ambiente, Pa
𝐸 𝑟𝑀 𝐴 𝑝 𝑝
3,05 · 10 𝐴 256𝑡 3373 𝜑𝑝
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Potenza termica dispersa per sudorazione
𝑚 = portata massica di sudore prodotto dalla ghiandole sudoripare kg/s
r = 2,41ꞏ106 J/kg: calore latente del vapore alla temperatura della pelle tsk
Frazione di bagnatura della pelle w (wettedness)
In condizioni normali, la bagnatura dovuta alla diffusione non supera il 6% del totale
𝐸 𝑚 𝑟
𝑤 0,06 0,94 𝐸 ⁄𝐸
Potenza termica dispersa nella respirazione
r = 2,41ꞏ106J/kg: calore latente del vapore ala temperatura tsk
𝑀 = 1,43ꞏ10-6M kg/s: portata d’aria respirata (ventilazione polmonare)
xex: umidità assoluta dell’aria espirata
xa: umidità assoluta in ambiente
pv= φpsa: pressione parziale del vapore d’acqua in ambiente, in kPa
𝐸 𝑟𝑀 𝑥 𝑥
0,0173 · 𝑀 5,87 𝜑𝑝
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Potenza termica dispersa per convezione
𝑓 : fattore d’area dell’abbigliamento ( 1 – 1,4)
hc : coefficiente di convezione abiti-aria, in W/(m2ꞏK)
tcl : temperatura media della superficie esterna del corpo umano vestito, in °C
ta: temperatura dell’aria ambiente, in °C
𝐶 𝑓 𝐴 ℎ 𝑡 𝑡
𝑓 𝐴 ⁄𝐴
Coefficiente di convezione
In pratica il primo caso è tipico della convezione naturale ed il secondo della convezione forzata
𝑣 : velocità relativa dell’aria rispetto al corpo umano
va : velocità dell’aria
ℎ 2,38 𝑡 𝑡 , 𝑝𝑒𝑟 2,38 𝑡 𝑡 , 12,1 𝑣 ℎ 12,1 𝑣 𝑝𝑒𝑟2,38 𝑡 𝑡 , 12,1 𝑣
𝑣 𝑣 0,0052 𝑀 𝐴⁄ 58,2 per 𝑀 𝐴⁄ 1 𝑚𝑒𝑡
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Temperatura esterna dell’abbigliamento
Il calcolo di tcle hc può essere risolto iterativamente 𝑡 35,7 0,028 𝑀 𝐴⁄ 1 𝜂 𝐼 ·
3,96 · 10 𝑓 𝑡 273 𝑡 273
𝑓 ℎ 𝑡 𝑡
Potenza termica dispersa per irraggiamento
𝐴 : area efficace del corpo umano, in m2
feff 0,71 : coefficiente di area efficace
ε 0,975: emissività media del corpo umano vestito (media tra pelle εsk 1 e vestiti εcl 0,95)
𝑅 𝐴 𝜀𝜎 𝑡 273 𝑡 273
3,96 · 10 𝑓 𝐴 𝑡 273 𝑡 273
𝐴 𝐴 𝑓 𝑓 𝑓 𝐴 ⁄𝐴
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Temperatura media radiante
tr : temperatura media radiante, in °C = temperatura uniforme di una cavità nera virtuale nella quale un occupante scambierebbe per irraggiamento la stessa quantità di energia termica che scambia nell’ambiente reale non uniforme
Fbi : fattori di forma tra il corpo umano e la superficie circostante i-esima
Ti : temperatura assoluta, in K, della superficie circostante i-esima
𝑡 𝐹 𝑇
/
273,15
Temperatura operativa
Linearizzando l’espressione per la potenza termica scambiata per irraggiamento
hr : coefficiente di irraggiamento corpo umano-aria, in W/(m2ꞏK)
Sommando le potenze scambiate per irraggiamento e per convezione
𝑅 𝑓 𝐴 ℎ 𝑡 𝑡
𝑅 𝐶 𝑓 𝐴 ℎ 𝑡 𝑡 ℎ 𝑡 𝑡
ℎ 4𝜀𝜎 𝑓 𝑡 𝑡
2 273,15
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Temperatura operativa
Introducendo il coefficiente di adduzione
E la temperatura operativa
Si ha
ℎ ℎ ℎ
𝑅 𝐶 𝑓 𝐴 ℎ 𝑡 𝑡
𝑡 ℎ 𝑡 ℎ 𝑡
ℎ
Temperatura operativa
to : temperatura operativa, in °C = temperatura uniforme di una cavità nera virtuale nella quale un occupante scambierebbe per irraggiamento e convezione la stessa quantità di energia termica che scambia nell’ambiente reale non uniforme
Per differenze 𝑡 𝑡 4 °C si può approssimare to come (ISO 7730):
𝑡 𝐴𝑡 1 𝐴 𝑡
var , m/s A
< 0,2 0,5
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Resistenza termica dell’abbigliamento
Rcl: resistenza termica dell’abbigliamento, in m2K/W = resistenza termica unitaria di un solido ideale, disposto uniformemente su tutto il corpo, che per una temperatura della pelle tsk e una temperatura della superficie esterna pari a tcl, disperderebbe una potenza termica R + C
𝑅 𝐶 𝐴 𝑡 𝑡
𝑅
Resistenza termica dell’abbigliamento
La resistenza termica dell’abbigliamento si esprime spesso in clo e si indica con Icl
1 clo = 0,155 m2K/W = 0,180 m2Kꞏh/kcal
1 clo resistenza termica dell’abbigliamento occidentale da ufficio
𝑅 𝐶 𝐴 𝑡 𝑡
0,155𝐼
𝑅 𝐶 𝐴 𝑡 𝑡
0,155𝐼 1 ℎ𝑓⁄
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Resistenza termica dell’abbigliamento
Abiti giornalieri Icl, clo
Corpo umano nudo 0
Vestito estivo 0,3 – 0,6
Vestito tipico da ufficio 1 Abbigliamento invernale 0,7 – 1,2 Vestito pesante con soprabito 1,8
Valori dettagliati di Iclin ISO 9920
Fattore d’area dell’abbigliamento
Secondo ISO 7730
Espressioni alternative
𝑓 1,00 0,2𝐼 𝑝𝑒𝑟 𝐼 0,5 𝑐𝑙𝑜
𝑓 1,00 1,290𝑅 𝑝𝑒𝑟 𝑅 0,078 𝑚 𝐾 𝑊⁄ 𝑓 1,05 0,645𝑅 𝑝𝑒𝑟 𝑅 0,078 𝑚 𝐾 𝑊⁄
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Benessere (teoria di O. Fanger, 1970)
Condizione necessaria: equilibrio termico (omeotermia), cioè imponendo S = 0 nell’equazione di bilancio
Condizioni fisiologiche aggiuntive (determinate sulla base dell’analisi statistica di esperimenti controllati):
Sudorazione adeguata all’attività metabolica svolta:
Temperatura della pelle adeguata all’attività metabolica svolta:
𝐸 0,42𝐴 𝑀 𝑊 𝐴⁄ 58,2
𝑡 35,7 0,0275 𝑀 𝑊 𝐴⁄
𝑀 1 𝜂 3,05 · 10 𝐴 256𝑡 3373 𝜑𝑝 𝐸
0,0014𝑀 34 𝑡 0,0173𝑀 5,87 𝜑𝑝 𝐴
, ·
Camere climatiche di prova
Fanger condusse esperimenti su oltre 1300 soggetti
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Scala ASHRAE delle sensazioni termiche
Voto Sensazione Sensation
+3 molto caldo hot
+2 caldo warm
+1 leggermente caldo slightly warm
0 neutro (né caldo né freddo) neutral
-1 leggermente freddo slightly cool
-2 freddo cool
-3 molto freddo cold
È necessaria una differenza di temperatura di 3 °C o di pressione parziale di vapore di 3 kPa per cambiare categoria
Zone di comfort invernale ed estivo
ASHRAE (v
a< 0,2 m/s, M < 1,1 met)
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ASHRAE: Efficienza lavorativa in ufficio vs. scostamento dalla temperatura di comfort
Carico termico
Carico termico L = differenza tra la potenza metabolica non trasformata in lavoro e la potenza termica che il soggetto disperderebbe se si trovasse in condizioni di benessere termoigrometrico
Introducendo le 3 condizioni di Fanger nel bilancio energetico del corpo umano si ottiene
dove le grandezze asteriscate sono riferite alle condizioni ideali di benessere e non a quelle reali
𝐿 𝑀 𝑊 𝐸∗ 𝐸∗ 𝐸 𝐶 𝐶∗ 𝑅∗
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Indice PMV
Predicted Mean Vote PMV = voto medio previsto nelle condizioni di carico termico date
Sulla base dell’elaborazione statistica dei dati rilevati nelle camere climatiche Fanger ha ottenuto
Sostituendo l’espressione per L
𝑃𝑀𝑉 0,303 · 𝑒𝑥𝑝 0,036 𝑀 𝐴⁄ 0,028 𝐿
𝑃𝑀𝑉
0,303 · 𝑒𝑥𝑝 0,036 𝑀 𝐴⁄ 0,028
· 𝑀 𝐴⁄ 1 𝜂 3,05 · 10 5733 6,99 𝑀 𝐴⁄ 1 𝜂 𝜑𝑝 0,42 𝑀 𝐴⁄ 1 𝜂 58,15 1,7 · 10 𝑀 𝐴⁄ 5867 𝜑𝑝 0,0014 𝑀 𝐴⁄ 34 𝑡 𝑓 ℎ 𝑡∗ 𝑡 3,96
· 10 𝑓 𝑡∗ 273 𝑡 273
Indice PMV
Per come è stato ricavato, l’indice PMV vale nelle seguenti condizioni (ambienti termicamente moderati)
Grandezza Intervallo di validità
M 0,8 – 4 met
Icl 0 – 2 clo
ta 10 – 30 °C
tr 10 – 40 °C
va 0 – 1 m/s
Velocità dell’aria e temperatura operativa per PMV = 0
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Indice PMV - Esempio
Temperatura media radiante e temperatura dell’aria per PMV = 0
Indice PMV - Esempio
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Indice PPD
Predicted Percentage of Dissatisfied PPD = percentuale prevista di persone che, nelle condizioni di carico termico date, darebbero PMV +2 o PMV ≤ -2
Sulla base dell’elaborazione statistica dei dati rilevati nelle camere climatiche Fanger ha ottenuto
Anche per PMV = 0 PPD = 5%
Per ragioni principalmente economiche:
la ISO 7730 accetta PPD ≤ 10% cioè -0,50 ≤ PMV ≤ +0,50
l’ASHRAE 55 accetta PPD ≤ 20% cioè -0,85 ≤ PMV ≤ +0,85 𝑃𝑃𝐷
100 0,95 · 𝑒𝑥𝑝 0,03353𝑃𝑀𝑉 0,2179𝑃𝑀𝑉
Relazione tra PPD e PMV
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Indici di disagio globali e locali
L’equazione del benessere di Fanger correla 6 grandezze che possono essere regolate per ottenere condizioni di benessere termoigrometrico globale
𝑓 𝑀, 𝐼 , 𝑡 , 𝜑, 𝑣 , 𝑡 0
Indici di disagio globali e locali
Anche in presenza di condizioni di benessere locale si possono verificare condizioni di disagio locale, dovute a:
Disuniformità della velocità dell’aria (correnti d’aria)
Differenza verticale della temperatura dell’aria
Pavimento troppo caldo o troppo freddo
Disuniformità della temperatura delle pareti (asimmetria radiante)
Il disagio locale è avvertito soprattutto da persone che svolgono attività sedentaria o leggera, vicine alla neutralità termica
Il disagio dipende dalla velocità dell’aria, dalla temperatura dell’aria e dall’ intensità della turbolenza Tu, in %:
s(va) è lo scarto tipo della velocità dell’aria, misurata con un anemometro con costante di tempo di 0,2 s
In mancanza di dati si assume Tu 0,40
Fanger (1986) ha sviluppato il seguente modello di draught risk, DR, o percentage of dissatisfied, PD:
Se va< 0,05 m/s va= 0,05 m/s
Se PD > 100% PD = 100%
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Disuniformità locali della velocità dell’aria
𝑇𝑢 100𝑠 𝑣 𝑣
𝑃𝐷 34 𝑡 𝑣 0,05 , 0,37𝑣 𝑇𝑢 3,14
Disuniformità locali della velocità dell’aria
PD per correnti d’aria attorno alla testa
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Differenza verticale della temperatura dell’aria
Valutati come differenza di temperatura tra testa e caviglie
Più fastidiosa se temperatura testa > temperatura caviglie
ISO 7730: accetta PPD ≤ 5%, cioè ta,v = 3 °C, soggetto seduto
ASHRAE 55: accetta PPD ≤ 5%, cioè ta,v = 3 °C, soggetto in piedi
Il seguente modello della percentuale di insoddisfatti PD vale perta,v< 8 °C
𝑃𝐷 100
1 𝑒𝑥𝑝 5,76 0,856∆𝑡 ,
Differenza verticale della temperatura
dell’aria
Il disagio dipende dal fatto che le persone siano a piedi nudi (piscine, palestre, spogliatoi) o calzati
Se le persone sono a piedi nudi, dipende anche da tipo di materiale di finitura del pavimento
La percentuale di insoddisfatti PD, per persone con scarpe, sedentarie o in piedi, si può calcolare come:
tf: temperatura del pavimento, in °C
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Pavimento troppo caldo o troppo freddo
𝑃𝐷 100 94 · 𝑒𝑥𝑝 1,387 0,118𝑡 0,0256𝑡
Pavimento troppo caldo o troppo freddo
Disagio causato soprattutto da vetrate fredde in inverno o pannelli radianti a soffitto, più sensibile tra destra-sinistra che fronte-retro
Temperatura piana radiante tpr, in °C = temperatura uniforme di una semispazio nero virtuale nella quale un elemento piano scambierebbe per irraggiamento la stessa quantità di energia termica che scambia nell’ambiente reale non uniforme
Differenza di temperatura piana radiante tpr, in °C = differenza di tprtra le due facce opposte di un elemento piano
Sulla base degli studi di Fanger (1980):
In direzione orizzontale, per PD ≤ 5% tpr< 10 °C
In direzione verticale, per PD ≤ 5% tpr< 5 - 7 °C
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Disuniformità della temperatura delle pareti
Disuniformità della temperatura delle pareti
Soffitto caldo
Parete fredda
Soffitto freddo
Parete calda
𝑃𝐷 100
1 𝑒𝑥𝑝 6,61 0,345∆𝑡 , ∆𝑡 15 °𝐶
𝑃𝐷 100
1 𝑒𝑥𝑝 2,84 0,174∆𝑡 5,5 , ∆𝑡 23 °𝐶
𝑃𝐷 100
1 𝑒𝑥𝑝 9,93 0,505∆𝑡 , ∆𝑡 15 °𝐶
𝑃𝐷 100
1 𝑒𝑥𝑝 3,72 0,052∆𝑡 3,5 , ∆𝑡 35 °𝐶
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Disuniformità della temperatura delle pareti
L’ambiente termoigrometrico desiderato per uno spazio può essere scelto nell’ambito delle tre categorie riportate in tabella
Per ogni categoria, il criterio globale (PPD-PMV) ed i criteri locali dovrebbero essere soddisfatti contemporaneamente
Categorie di ambienti (ISO 7730 App. A)
Categoria PPD PMV DR PD, ta,v PD, tf PD, tpr A < 6% -0,2, +0,2 < 10% < 3% < 10% < 5%
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