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Academic year: 2021

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Jekyll.comm 3 – settembre 2002

Quando la scienza fa notizia…

Pietro Greco

Master in Comunicazione della Scienza, SISSA, Trieste

Lo ha dimostrato una nostra indagine, la prima in Italia sulla comunicazione pubblica della scienza attraverso i grandi media: la scienza fa notizia. Occupa spesso spazi importanti sulle prime pagine dei giornali. E spesso è presente nei titoli di testa dei telegiornali.

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Il risultato non è sorprendente. La cultura scientifica, forse più di ogni altra forma di cultura, rimodella in continuazione la percezione che noi uomini abbiamo di noi stessi e del mondo che ci circonda. Inoltre la conoscenza scientifica è la fonte primaria cui attinge in modo sistematico il sistema d’innovazione tecnologica. E la tecnologia pervade la nostra vita quotidiana.

La presenza viva della scienza nella nostra cultura, nel nostro immaginario e nella nostra vita quotidiana genera una domanda diffusa di informazione scientifica. I grandi mezzi di comunicazione di massa non fanno altro che cercare di soddisfare questa domanda diffusa.

Con questo assolvendo a un compito sociale di primaria importanza. Perché l’informazione scientifica si va imponendo come uno degli snodi decisivi per il governo democratico della “società della conoscenza”.

1 Barbara Montolli, Osservatorio permanente sulla comunicazione scientifica attraverso i media, Jekyll.comm N. 3, http://jekyll.sissa.it/jekyll.comm/commenti/foc03_01.pdf.

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L’attenzione crescente che gli riservano i media non è altro che un riflesso di cambiamento di ruolo che la comunicazione pubblica della scienza va subendo sia all’interno delle comunità scientifiche che nell’intera società.

La crescita quantitativa di attenzione solleva, però, un formidabile e articolato problema di qualità. Solleva, in altri termini, molte domande. Che tipo di informazione scientifica veicolano i vari mezzi di comunicazione di massa? Qual è il ruolo che l’informazione veicolata dai media ha nella costruzione dell’immagine pubblica della scienza? E, d’altra parte, qual è, se c’è, l’immagine della scienza cui fanno riferimento i media quando veicolano informazione scientifica? Chi comunica scienza attraverso i media? È possibile (e giusto) formare chi comunica scienza attraverso i media?

Altre dimensioni culturali hanno subito nel tempo un cambiamento nella loro capacità di catturare l’attenzione del grande pubblico o, se si vuole, del loro ruolo mediatico. C’è, dunque, un’ampia letteratura nella sociologia della comunicazione cui attingere per cercare di dare risposte a queste e altre domande.

Tuttavia la scienza è una dimensione culturale con una sua marcata specificità. E uno dei caratteri che contribuiscono a creare la specificità della cultura scientifica è la lontananza dal senso comune. La scienza, come scrive il fisico Alan Cromer, è

“uncommon sense”

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. La sua storia è una storia di progressivo allontanamento dal senso comune.

Da quel senso comune che, per definizione, è il modo di “sentire” del grande pubblico e dei mezzi con cui si comunica al grande pubblico.

Molto più della traduzione dal gergo specialistico, questione “tecnica” comune a una serie di altre dimensioni culturali, è questa lontananza della scienza dal senso comune il grande problema, culturale, della comunicazione pubblica della scienza.

Queste domande, questo problema costituiscono il filo rosso del “Primo convegno sulla comunicazione pubblica della scienza” organizzato dal Master in Comunicazione della Scienza della Sissa di Trieste e dalla Nuova Civiltà delle Macchine di Forlì che si terrà dal 24 al 26 ottobre prossimo proprio a Forlì.

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2 Alan Cromer, L’eresia della scienza, Raffaello Cortina, 1995.

3 “Primo convegno sulla comunicazione pubblica della scienza”, Forlì, 24 - 26 ottobre 2002. Per ulteriori informazioni rivolgersi a dott. Nico Pitrelli, tel. 040 3787462, o alla sig.ra Mila Bottegal, tel. 040 3787549.

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