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B I O G R A F I A del giovane

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Academic year: 2022

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B I O G R A F I A del giovane

MAZZARELLO G I U S E P P E

P E L S A C E R D O T E

G

.

B. L E M O Y N E

Direttore del Collegio-Convitto di Lanzo

T O R I N O

T I P . D E L L ’ O R A T O R I O D I S . F R A N C E S C O DI S A L E S

1 870.

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circostanze, e così fu consacrato figlio di Maria. Tutti e r a n commossi. F in ita la funzione, lo a c c o m p a g n aro n o p e r alcun tratto di via. Ad u n certo pun to si fer­

m a r o n o : « Addio! » disse Mazzarello.

« Addio » risposero gli a ltri colle l a ­ g rim e agli occhi. « P re g a te p e r me! » e ciò dicendo prese c a m m in o alla volta di Torino.

CAPO XIV.

L ’O ratorio d i s. Francesco d i Sales.

P rim a che io ra c c o n ti l’e n tr a ta del n o stro Giuseppe n e ll’Oratorio di s.

F rancesco di Sales n o n sa rà discaro al le tto re c h e d i a u n piccolo cenno della sto ria di questa casa della quale forse a v rà già udito a p a r la r e .

Fin dall’a n n o 1841 il Sacerdote Bo­

sco Giovanni, vedendo come la g io ­ v en tù specialm ente o p e ra ia ab b iso ­ gnasse di essere avviata all’a d e m p i­

mento dei doveri del Cristiano ed allo n tan ata dai pericoli che suole i n ­ c o n tr a r e nei g io rn i di festa, aveva

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concepito u n vivissimo desiderio di c o n s e c ra r tu tta la su a vita al b ene dei giovanetti, fondando o ra to rii festivi nei c e n tri p iù p o p o la ti della città di T o rin o . L’esem pio di s. Filip p o N eri in R o m a lo in co rag g iv a e sp ro n a v a alla g ra n d e im p resa. Senza alcu n mezzo u m a n o , fidando s o la m e n te n ella Divina P r o v ­ videnza, e p e r consiglio del c e le b re D. Cafasso si accinse all’opera. Il m a t ­ tin o di u n a d o m en ica u s c ì p e r la città ed in c o n tr a ti alc u n i giovanetti che g iuocavano li invitò a s e g u irlo , ed al­

lettatili coi regalucci e colle belle m a ­ n ie re fece p r o m e tte r lo ro che la d o ­ m e n ic a seguente s a re b b e ro venuti a trovarlo in casa. P ro m e tte v a u n p ic ­ colo p re m io a chi di lo ro avesse c o n ­ dotto a ltri com pagni. R accoltone co sì un certo n u m e r o , pensò al locale p e r is tru irli e r ic r e a r li. Ma sul bel p r i n ­ cipio i n c o m in c ia r o n o le difficoltà. R i ­ coveratisi al Rifugio, in via Cottolengo, u n a stanza serviva di cappella e la stra d a p u b b lica di luogo di r ic re a zio n e . Ma essendo sconveniente quel posto, fissò il luogo di ric re a zio n e dei giovani

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presso i m o lin i della città. Di q u i c a c ­ ciati, te n tò r a d u n a r l i n ella ch iesu o la di s. P ietro in vincoli, m a alc u n i vi­

c in i n o n volendo s o p p o rta re i cla m o ri dei gio v an i, dopo alc u n e s ettim an e o b ­ b lig aro n o D. Bosco a r i t i r a r s i di là.

I l paziente sacerd o te n o n si p e rd e tte d’anim o e p e n s a n d o che D o m in i est terra et p le n itu d o eius prese a pig ione u n p ra to in Valdocco, dove oggidì a p ­ p u n to avvi u n a fo n d e ria di ghisa presso fa casa d etta l’Oratorio di s. F r a n c e ­ sco. Qui all’a r ia a p e r ta si r a d u n a v a n o c irc a 500 g iovanetti, qui si r ic re a v a n o con ogni s o r ta di g iu o c h i, qui si con­

fessavano al d ir e tto r e , il quale li a- scoltava seduto so p ra u n a riv a n ell’a n ­ golo del p ra to , q u i re c ita v a n o u n a p a r te delle loro p re g h ie re , q u i si fa­

ceva lo ro la spiegazione del Catechismo, e sim ili. Ad u n a c e rt’o r a poi il suono d’u n a tro m b a li r a d u n a v a e q u in d i si in c a m m in a v a n o o rd in a ta m e n te verso la chiesa indicata. P e r via u n dei p iù g ran d icelli in co m in ciav a la p r e g h ie r a del ro s a r io a cui tu tti gli altri r i s p o n ­ devano. E r a m eta di questo pio p elle­

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g rinaggio o ra il monte dei Cappuccini, o r a la Madonna di Cam pagna, Stupi- n ig i, Sassi, S operga ed altri lu o g h i c irconvicini. Ascoltata la santa Messa, fatta da a lc u n i la sa n ta Com unione, dopo u n breve se rm o n e si d istribuiva a lutti pane e frutta p e r colazione, e q uindi o g n u n o se n ’an d av a pe’ fatti suoi. Il dopo pran zo si ra d u n a v a n o di bel nuovo nel p ra to di Valdocco e la ric re a zio n e te rm in a v a col c a d e r della notte. Ma n e a n c h e in questo p ra to D. Bosco fu lasciato tran q u illo . Una dom enica il p a d ro n e v enne a c o n ­ g e d a rlo pel futile motivo che i giovani calpestando il te r r e n o toglievano p e r ­ fino le ra d ic i dell’e rb a , risoluto a p e r d e r e il fitto p u rc h é andasse via.

Dove a n d a re ? che fare? Mentre il s a ­ cerd o te Bosco stava in u n angolo tutto pensoso, u n a persona avvicinatasi a lu i gli d om andò se desiderasse p r e n d e r e in affitto u n a casa p e r a p rire u n ’o r a ­ to rio ... D. Bosco m erav ig liato acconsentì e subito andò a visitarlo.

Trovò un m iserab ile a b itu r o co m p o ­ sto di due cam erette e d u n a tettoia

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assai lu n g a p e r uso di rim essa. Il contratto fu subito accettato ed ebbe stabile d im o ra l ’O ratorio di s. F r a n ­ cesco di Sales ove trovasi oggidì. E ra l 'a n n o 1845. La rim essa fu subito a c ­ com odata ad uso di cappella. Fu d’uopo a b b assare il pavim ento di due g ra d in i affinchè u n uom o e n tr a n d o n o n u r ­ tasse nel soffitto. In questo sito si fa­

cevano le funzioni religiose. In u n a n ­ golo di essa e r a u n a ca tte d ra s o p ra cui però n o n tu tti potevano stare p e r p re d ic a re . E ra p e r altro molto a d a tta ta all’infaticabile Teologo Giovanni Bo- relli, che, essendo di assai bassa s ta ­ t u r a , vi si accom odava a m araviglia, e faceva o g n i sera dei giorni festivi u n a p red ica con molto zelo e con m o lta soddisfazione dei giovanetti, che n u m e ro s i interv en iv an o ad ascoltarlo.

In qu ell’a n n o Monsignor F r a n z o n i Arcivescovo di T o rin o , a m an tissim o p ro te tto re di q u e s t’ora to rio , e che lo r ig u a r d a v a come luogo di b enedizione, v enne ad a m m in is tra re il s acram en to della Cresim a in questa chiesuola. La funzione e r a incom inciata: qu a n d o il ve­

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scovo salì all’altare, e dovendo secondo il r ito m ettersi la m itra , ne fu im pedito p e rc h è u rta v a nella volta della chiesa.

Le due stanzette, alle qu ali salivasi p e r u n a scala così stre tta che b is o ­ g nava a n d a r quasi di fianco, f u ro n o destinate p e r abitazione di D. Bosco e della p ia sua m a d r e M argherita, la quale a p p e n a seppe le an g u stie e i lavori del figlio corse p e r aiu tarlo n ella s a n t’o p e ra .

I gio vani che santificavano la d o ­ m e n ic a al l 'Oratorio e ra n o c irc a 600, e D. Bosco p r o c u ra v a ogni allettam ento p e r c h è si in n a m o ra s s e ro del servizio di Dio. Quindi m oltissim e volte dopo il mezzodì li conduceva a far belle passeggiate fuori di T orino, p re n d e n d o seco due o tr e s o m a re lli c a rich i di varie specie di com m estibili. Seguiva la m usica is tru m e n ta le , che allora co n ­ sisteva in u n violino, in u n a c h ita r r a , in una tro m b a con un ta m b u r r in o . I giovani n o n e ra n o sch ierati, m a r a c ­ colti in to rn o al D irettore, che li r i ­ creava ra c c o n ta n d o qu alch e in te r e s ­ sante storiella. Q uando esso e r a stanco

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di p a r la r e , ripigliava la m u sica ora vocale o ra istrum entale. Giunti al pa­

ese od al s a n tu a r io fissato, u n a stu ­ p e n d a m e r e n d a li ris to ra v a della fatica del viaggio, e dopo breve riposo a n d a ­ vano in chiesa, dove p r e n d e v a n o parte ai vespri, alla p re d ic a ed alla b e n e ­ dizione. All’avvicinarsi della notte si raccoglievano tutti in to rn o a D. Bo­

sco e qui com inciava il solito canto e suono p er t utto il cam m ino sino a T orino. Alcune volte la com itiva si fer­

mava, e preso il bu o n p re te , che vo­

leva pu r dire non facessero, lo sollevava in alto, e a volere o n o n volere lo p o rta v a n o in trionfo, com e gli a n ­ tichi R o m an i p o rta v a n o sugli scudi i loro i m p e ra to ri. E n tr a n d o poi in città si faceva silenzio e o g n u n o si m etteva schierato, e di m ano in m ano che g iu n g e a al sito più vicino al p ro p rio domicilio, ciascuno si sep arav a dalle file e si recava a casa sua. In quella guisa q u a n d o D. Bosco arriv av a all’o­

ra to rio , avea a p p e n a seco alcuni g io ­ vani che gli facevano co m p ag n ia. A glo ria di queste c a m m in a te si vuol

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n o ta re che con tanti giovanetti n o n legati da a lc u n a disciplina n o n av­

veniva il m in im o d is o rd in e . Non u n a rissa, non u n lam ento, n o n il furto di u n frutto, q u a n tu n q u e il n u m e r o fosse s t r a g ra n d e .

Ma non è da farsene stu p o re. Questi giovani am av an D. Bosco con quell’a ­ m o re col q u ale i giovani si affezionano a chi loro vuol b en e. Allorché n e i giorni feriali usciva p e r le vie della città, si vedea ad ogni passo sulle porte delle officine g iovanetti i qu ali c o r ­ re v a n o in to rn o a lu i p e r dargli il b u o n g io rn o . Guai a chi avesse fatto il m i­

nim o segno di disprezzo al loro p re te ; gu ai a chi si fosse perm esso di p a r ­ la re m eno b e n e di lui. Se qualche giovane dell'O ratorio fosse invitato al male, bastava il p en siero del disgusto c he ne avreb b e provato D. Bosco p e r r itra rlo dal cattivo passo. S em b ra in ­ cre d ib ile , ma pu re è c o s ì . Un suo d e ­ siderio e r a p e r essi u n co m an d o .

Questi fatti ebb ero luogo fino a l­

l’a n n o 1847. In qu ell’a n n o crescendo il n u m e r o dei giovani e così divenuta

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ris tre tta la c a p p e lla , si a p r ì in altro luogo della città, viale dei Platani a p o rta Nuova u n secondo Oratorio sotto il titolo di s. Luigi Gonzaga col m e ­ desimo scopo dell’an te c e d en te . Dive­

n u ti insufficienti questi due locali l’a n ­ no 1849 se ne ap rì un terzo sotto il titolo dell’Angelo custode in Vanchi- g l i a , altro q u a r tie r e di q u e sta città.

Il S u p erio re ecclesiastico con tra tto di g ra n d e b o n tà di moto p ro p r io approvò il reg o lam en to di questi O ratorii e ne costituì D irettore capo D. Bosco, c o n ­ cedendogli tutte quelle facoltà che p o ­ tessero to r n a r e necessarie ed o p p o rtu n e a questo scopo. In tan to n o n pochi gio­

vani già alq u a n to avanzati in e tà non potevano essere in s tru iti p e rc h è di g io rn o dovevano tro v a rsi nei l a b o r a ­ to ri, fu ro n q u in d i ap e rte scuole serali;

e in P iem onte fu D. Bosco fra i p rim i a d a re p rin c ip io ad u n a così utile i- stituzione.

Ma u n nuovo biso g n o si faceva se n ­ tire . Molti giovani totalm ente poveri, od orfani m a n c a v a n o d ’alloggio e di vitto, D. Bosco p ensò di r i t i r a r l i nella casa

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di Valdocco, e fatta a cco m o d are l ’u ­ n ic a soffitta diede p rin c ip io al colle­

gio. D urante il giorno i giovani a n ­ davano alle officine, e alla s e ra avevano u n a refezione, e d o rm iv a n o n ell’Ora- to rio . In poco tem po c r e b b e a c irca 60 il n u m e r o dei ric o v e ra ti, e coll’aiuto di p e rs o n e caritatevoli s ’in c o m in c iò a fa b b ric a re . A poco a poco m a n if e s ta n ­ dosi in alc u n i di essi g e r m i di sp e­

ciale b o n tà ed in g eg n o , si p e n sò di in c a m m in a rli n ella c a r r i e r a degli studi.

D. Bosco e ra solo, n o n aveva c o lla ­ b o r a t o r i , m a n o n si sgom entò. Esso faceva t u t t o ; il d ire tto re , p rofessore, m aestro di m usica, p r e d ic a to r e , a ssi­

s t e n te , cuoco. Che g io rn i felici e r a n q u e l l i , m i diceva u n o degli a n tic h i giovani della casa. Alla s e ra to rn a n d o n o i s tu d en ti dalle scuole di D. Picco, e di B onzanino, e gli a rtig ia n i dalle officine, ci portav am o in cucina colla n o stra scodella in m an o a s p ettan d o che D. Bosco, col suo g re m b ia le e col m e ­ stolo in m an o ci versasse la m in e s tra . Avutala, sicom e n o n vi e r a refettorio, a ndavam o a sederci sui m u ric c i e sulle

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zolle del p ra to e m angiavam o col m i­

glio r appetito del m o n d o . Quindi ci ra d u n a v a m o in to rn o al b u o n p a d re , il quale m e n tre cenava c’in seg n av a il can to , e r iu s c im m o a m u s ic a re . Nelle feste p rin c ip a li cantavam o le m esse ed i vespri nella n o stra cappella, e molte volle a n c h e nelle chiese di T o rin o . E ra n p e r noi g io rn i di trio n fo , p e rc h è fum m o i p rim i fanciulli che cantassero sulle o r c h e s t r e ; cosa che p e r 1’ a- vanti non si e r a veduta.

Nulla m a n c a v a a n o i figliuoli della P rovvidenza. La signora Gastaldi, m a d re del Rev.mo Vescovo di Saluzzo, ci usava ogni più te n e ra c u ra . Al sabato sera po n ev a sul letto di ciasc h e d u n o di noi la cam icia ed i fazzoletti, ed ogni mese le len zu o la, che essa stessa aveva fatto la v are, ed alla d o m e n ic a veniva a ve­

rificare se avessim o deposte le vesti sudicie. Quindi passava in rivista le no stre m a n i p e r v edere se ci eravam o la v a t i, e visitava ad u n o p e r u n o tutti i letti; se n o n eran o fat t i b en e, o se i n o s tr i vestiti e ra n o t r a s c u r a t i, u n a s g ri­

d a t i n a non m a n c a v a . T ornava poi alla

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su a abitazione, facendosi p o r t a r e d ietro la ro b a s d ru s c ita e vecchia p e r fa rla c u c ire o so stitu ire con della nuova.

Intanto la casa che p rim a e ra solo in affitto potè essere c o m p r a ta coll’a ­ iuto di perso n e b e n efattrici, e poscia si incom inciò a f a b b r i c a r e ; le scuole e i la b o ra to ri furono costrutti, ed i g i o ­ vani non dovettero più a n d a r e fu o ri di casa p e r im p a r a r e il m estiere. Altri preti e c h ierici la m a g g io r p a r te ed u cati nella casa si asso c ia ro n o a D. Bosco nella caritatev o le m issione, e così a n ­ che le classi g in n asiali potero n o co m ­ p iersi n e ll’o ra to rio . Ma i giovani r i ­ coverati essendo già circa 500, l ’an tic a cappella non poteva p iù s e rv ire , e p e r ­ ciò l ' a n n o 1 851 fu posta la p ie tra fo ndam entale di u n a chiesuola capace di circa m ille p ersone. Ma crescendo se m p re i fabbricati e il n u m e r o dei giovani essendo già di 800, an c h e la nuova chiesa non e ra più sufficiente e si dovevano escludere dalle funzioni quasi tu tti gli esteri p e r m a n c a n z a di posto. P er questo motivo, e p e rc h è nel popolatissim o borgo di Valdocco vi era

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m a n c a n z a di chiesa, D. Bosco progettò di fa b b ric a rn e u n a an n essa al suo o- ra to r io d ed ic a n d o la a Maria sotto il titolo di Ausiliatrice. Magnifico te m ­ pio in fo rm a di croce latina, so p ra u n a superficie di 1200 m e tr i q u a d ra ti, s o rm o n ta la di u n a cupola di 27 m e tri di d iam etro . F u m essa la p r i m a p i e t r a n ell’an n o 1865 ed u ltim a ta la fabbrica n e l 1868. Maria stessa pose la m a n o ad edificarlo. Si può d ire con verità che aedificavit sibi do m u m M a ria . Così che l ' Oratorio di s. F ran cesco di Sales fu quel g ran e llin o di se n a p a m utato in u n g r a n albero. I giovani oggidì sono sem p re divisi in due g ra n d i ca­

t e g o r ie : di s tu d en ti e di a rtig ia n i.

Per gli stu d e n ti avvi u n g ra n locale apposito p e r le scuole, ed u n g ra n salone p e r lo studio della se ra . Da qu alch e a n n o a u m e n ta n d o o g n o ra più il n u m e ro degli stu d en ti, si dovettero a p r ir e a ltre case s u c c u r s a l i , u n a in Mirabello Monferrato, l ’a ltr a in Lanzo To rin ese, u n a t e rz a n e lla città di Che- rasco, ed u n a q u a rta ad Alassio n ella Liguria. Oltre all’istru zio n e classica

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sono anche obbligati ad applicarsi alla m usica vocale ed al c a n to fermo. P e r gli a r tig ia n i sonvi vasti fab b ricati e cia sc h e d u n ’a rte ha il suo la b o ra to rio . Son divisi in sarti, calzolai, fa b b ri-fe r­

r a i, falegnam i, legatori, fonditori di ca­

r a tte r i, tipografi, cappellai, p a n a ttie r i, m usici, pittori. In g e n e ra le poi son tutti studenti, p e rc h è devono tutti f r e q u e n ­ ta re la scuola serale; m a coloro che m anifestano m ag g io r in gegno e m ig lio r condotta sogliono da D. Bosco essere applicati esclusivam ente allo stu dio.

E questo basti p e r avere una qualche id e a dell’ o ra to rio di s. F ran cesco di Sales, e del suo scopo.

CAPO XV.

M attarello entra nell'O ratorio di s . F r a n ­ cesco d i Sales — S u a tribolazione nella difficoltà dello studio.

E n tra to Mazzarello n e ll’O ratorio, si p resentò a D. Bosco e gli d isse : « Son q u i p e r o b b e d ir e ; q u a lu n q u e cosa mi c o m a n d e rà l’eseguirò p u n tu a lm e n te ;

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I N D I C E

In t r o d u z i o n e . . . . pag. 3

CAPO I. N a scita del M azzarello

— Suo am ore alla preghiera

— S u a avversione al pec­

cato ...» 9 CAPO II. Va a scuola — S u a

divozione n e ll’ascoltar la santa Messa — S u a p r im a Co­

m u n io n e ... » 1 4 CAPO III. E n tr a nel corso di

la tin ità — In terro m p e p iù vo lte g li stu d i . . . . » 19 CAPO IV. F a voto d i castità .» 25 CAPO V. M azzarello entra nei

Cappuccini, da cui deve u - sci re p er cagione d i m a la t­

tia ...» 28

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CAPO VI. Torna a M orn ese — Vien messo ad u n a dura p r o v a ... pag. 34 CAPO VII. Im p a ra il m estiere

del sarto, e collocato in qua­

lità d i fattore presso una ricca fa m ig lia . . . . » 39 CAPO VII I . A p re bottega da sarto

— S u a sm a n ia pel guadagno

— S u o raffreddam ento nella p i e t à ...» 46 CAPO IX. U n buon libro » 52 CAPO X. Le associazioni reli­

giose ... » 57 CAPO XI. Le prediche . . » 61 CAPO XII. Un buon am ico » 64 CAPO XIII. Conversione del M az ­

zarello — S u a generosa r i ­ soluzione ... » 71 CAPO XIV. L ’O ratorio d i s. F r a n ­

cesco d i Sales . . . . » 78 CAPO XV. M azzarella en tra nel-

l ' O ratorio d i s. Francesco d i

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S a les — Su a tribolazione nella difficoltà dello stu d io pag. 91 CAPO XVI. S u a m ortificazione

ed obbedienza . . . . » 101 CAPO XVII. S u a severità » 1 0 8 CAPO XVIII. S u a p ie tà straor­

d in a ria nell'adem piere i suoi d o v e r i ...» 11 2 CAPO XIX. S u o amore ai p a ­

re n ti ...» 118 CAPO XX. U ltim a m a la ttia e p re­

ziosa m orte . . . . » 124

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