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RELAZIONE PROGRAMMATICA DELLA CAMPAGNA 2017

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Academic year: 2022

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RELAZIONE PROGRAMMATICA DELLA CAMPAGNA 2017

Obiettivi della ricerca

Iscritta nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco, la città di San Gimignano ed il suo territorio conservano anche la villa romana d’età tardo antica di Aiano-Torraccia di Chiusi (IV-VII sec. d.C.), un monumentale complesso archeologico, di circa 15.000 m2, che occupa la parte centrale della valle del torrente Fosci, nel cuore della Toscana, in quello che un tempo fu il territorio della metropoli etrusca Velathri e poi della romana Volterrae/Volterra.

Il progetto s’inscrive nella continuità di una ricerca condotta in situ dall’UCLouvain fin dal 2005 (VII REGIO. Elsa Valley during Roman Age and Late Antiquity) con l’obiettivo di comprendere, in una prospettiva diacronica, l’organizzazione spaziale e funzionale, nonché i rapporti con il paesaggio ed il territorio di una monumentale villa tardo antica (http://www.villaromaine- torracciadichiusi.be/index.php/fr/). In particolare si tratterebbe d’identificare e definire i differenti fattori che sono intervenuti nella trasformazione della villa nel suo ambiente (culturale, sociale e naturale) a partire dalla sua fondazione, alla fine del III – inizi del IV sec. d.C., fino alla sua completa metabolizzazione in una cava di materie prime e cantiere artigianale atto al riciclaggio, all’inizio dell’alto Medioevo, tra il VIed il VII sec. d.C.

Con tali finalità di massima, il progetto si pone tre obiettivi:

 L’attività di ricerca per l’anno 2017 si porrebbe in stretta continuità con quanto realizzato nell’estate del 2016, laddove le operazioni di scavo sono state soddisfacenti ma limitate da una ampio intervento di messa in sicurezza e pulizia del cantiere, forzatamente rimasto chiuso per dal 2013 al 2015.

L’obiettivo è, come sempre, poter dare una completa e organica lettura della villa, ma anche per poter intervenire con un programma di consolidamento delle strutture murarie emerse, così come si è iniziato a porre in atto durante la campagna 2016 (cfr. allegato 1). In particolare l’intervento di scavo previsto avrebbe come obiettivo principale lo studio archeologico-stratigrafico del settore settentrionale della villa: il rinvenimento, già nel 2011, di una lunga e monumentale sala pilastrata sul suo asse longitudinale (Room U, 8 X 20 m, dimensioni stimate allo stato attuale delle ricerche), induce a ritenere fondamentale alla direzione scientifica della missione la ripresa di un’attività di scavo di ampio respiro e volta ad approfondire l’organizzazione spaziale di questo settore della villa in rapporto ai padiglioni già emersi nelle precedenti campagne (fig. 1). Per una comprensione delle funzioni e della natura di tale settore – non dissimile, per altro da quanto le ultime ricerche di P. Pensabene hanno evidenziato alla villa del Casale di Piazza Armerina (1) – è necessario un approccio globale allo studio del sito, a partire dalla scelta topografica di posizionamento della sala a Nord del “trichorium”, della sua planimetria e decorazione architettonica (quel poco scampato al riciclo alto medievale).

 È evidente che tale ricerca mirata a Nord del quartiere dell’ambulatio polylobata non potrà essere scissa dalla prosecuzione delle ricerche stratigrafiche anche verso Sud, dove la conservazione delle strutture architettoniche si presenta assai meno importante, data l’intensa attività delle arature degli anni Ottanta e Novanta del XX secolo, ma si suppone fosse ubicato l’accesso monumentale, aperto verso il torrente Fosci, della villa. Anche in tal caso, in considerazione di quanto finora si conosce del sito anche in funzione delle prospezioni geofisiche, è ipotizzabile che alcune aree oggetto d’intervento a Sud-Est dell’area già investigata, corrispondano a spazi in parte all’aperto (zone cortilizie o peristili), organizzati di un’articolazione interna della villa in rapporto ad accessi ed ad una viabilità locale ancora poco conosciuta e da investigare (fig. 2).

 È fondamentale che tali dinamiche e strategie di scavo siano ancorate ad un’analisi pluridisciplinare dei dati raccolti (archeologici, architettonici, geologici, topografici, artistici e storici) relativi all’organizzazione della villa inserita nel suo contesto ambientale, politico, e sociale. Tale fase di sintesi si concluderà con la pubblicazione di una seconda e conclusiva monografia sul sito.

Status quaestionis

Ricerche moderne a carattere scientifico sulla val d’Elsa (territorio oggi compreso tra le province di Siena e Firenze) e sul sito d’Aiano-Torraccia di Chiusi hanno le loro premesse negli anni Trenta del XX secolo.

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A tal riguardo, infatti, il giovane Ranuccio Bianchi Bandinelli, nel 1928, descriveva piuttosto diffusamente alcuni reperti (oggi esposti nel Museo archeologico di San Gimignano) genericamente indicati provenire da Aiano e rinvenuti alla fine del XIX s. (2). Successivamente, nel 1977, in un testo incentrato sulla topografia storica du Val d’Elsa in periodo etrusco (3), si riportava come, in toponimo Aiano, si fossero rinvenuti materiali “tardo-romani”. Ancora alla fine degli anni Settanta, il continuo emergere di importanti tracce archeologiche sul sito intensificò l’opera di ricerca da parte della SBAT:

proprio questa continua attenzione garantì non solo l’acquisizione di numerosi reperti recuperati dal campo nel corso degli anni, ma anche la formazione di un archivio fotografico riproducente una più datata situazione di giacitura, allorquando nel terreno risultavano ancor più evidenti le tracce delle strutture archeologiche. Dunque, da subito si sviluppò un’attenzione particolare per la vicenda storica di Aiano, interesse che non solo era legato alla curiosità per le vestigia ancora da dissotterrare, ma soprattutto alla speranza d’integrare, grazie allo studio di un’evidenza archeologica, una parte della storia del territorio della Val d’Elsa, più in generale, ancora poco conosciuta e documentata: il periodo della piena e tarda romanità. Restava, tuttavia, il quesito, tutt’altro che ingiustificato, della reale consistenza storica e natura del sito. Infatti, alcuni testi, anche assai recenti (4), attribuivano in maniera unicamente indiziaria il sito di Aiano alla sola fase medievale, ricollegandolo al tracciato dell’antica via dei pellegrini, la ben nota via Francigena. In effetti, sullo scorcio del X sec. d.C. Sigeric, Arcivescovo di Canterbury di ritorno da Roma, nel tragitto fra Siena e l’Arno, sostiene d’aver incontrato sette submansiones, una delle quali, la diciottesima del percorso, definita Sce Martin in Fosse, San Martino ai Fosci, potrebbe ubicarsi, dalla ricostruzione del percorso, nei dintorni della zona in esame. Oggi, anche grazie all’attività di ricerca condotta dall’UCL, è evidente che la villa d’Aiano non corrisponde alla submansio di Sigeric, ma certamente il passaggio della via Francigena in prossimità della villa ricalca l’antica viabilità romana che dalla villa transitava (5). In generale, comunque, tutte le ricerche, fino al 2005, fatte rare eccezioni rimaste inedite (6), hanno soltanto dato conto dei materiali mobili emersi dal terreno durante lavori agricoli, senza aver mai approfondito la questione della natura del sito, della sua organizzazione e della sua articolazione spaziale e funzionale nel corso dei secoli e nell’ambito della realtà regionale.

Progetto di ricerca

I dati raccolti ad oggi mostrano come la villa ebbe una storia edilizia e funzionale assai lunga e articolata nel corso dei secoli. In funzione dell’analisi stratigrafica e degli alzati, si può comprendere come il piano architettonico della villa non sia stato concepito unitariamente ma sia la conseguenza di un agglutinarsi di progetti, ripensamenti, settori e padiglioni che nel tempo hanno costituito un complesso unico per planimetria, alzati e ricchezza degli apparati decorativi, alcuni di questi, come i sectilia in pasta vitrea, d’origine alessandrina (fig. 3). Anche l’ancora in corso studio delle malte murarie, dimostra diversi periodi di vita e di sviluppo progressivo dalla fine del III sec. d.C. alla fine del V sec. d.C., fase che conclude la storia residenziale della villa: lo scavo del settore nord, considerata la sua posizione di spazio relais del complesso manifesta le migliori condizioni per approfondire la vicenda archeologica di Aiano come sito, ma anche come central place territoriale dell’intero Val d’Elsa. Questi risultati, pur se parziali, dimostrano quanto sia urgente e necessario focalizzare le prossime ricerche su più settori del sito, al fine di comprendere i fattori che determinarono le scelte (topografica, architettonica ma anche delle funzioni) nella formazione e nella trasformazione dell’intero complesso architettonico. Anche l’orizzonte cronologico di tutta l’area Nord della villa necessita di una revisione Le ricerche condotte fin dal 2009, in effetti, hanno messo in luce i resti di un lungo e stretto corridoio (Room K) delimitante il versante Ovest della villa e cronologicamente ascrivibile al V sec. d.C. Tale evidenza architettonica risulta inattesa giacché essa mostra la vitalità del sito ancora in una fase storica generalmente considerata di “decadenza”

del sistema economico-politico delle classi dirigenti romane in Italia; inoltre essa apre nuove prospettive di ricerca in merito alle strategie di ripartizione dello spazio abitativo e, ancora una volta, su quelle della sua organizzazione funzionale, apparentemente non in rapporto dai cosiddetti “percorsi cerimoniali”

assializzati orientati sulla sala trilobata.

Per concludere, l’occupazione alto medievale (VI-VII sec. d.C.) del settore Nord è attestata, nelle stratigrafie più tarde, da una presenza, eccezionalmente ben conservata, di una batteria di fornaci di piccola taglia a carattere pirotecnologico (metallo e vetro) addossate al muro occidentale della Room K.

In tal modo si definisce il quadro di un impianto produttivo particolarmente sviluppato e diffuso, la cui organizzazione precisa sulla planimetrica generale della villa resta da definire, ma che da subito appare come una forma tra le più originali per la Toscana contemporanea di riqualificazione funzionale dello

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spazio. Di qui nasce l’ipotesi, tutta da verificare mediante la ripresa degli scavi, d’un nuovo ruolo economico di ciò che fu la villa, in un circuito di scambi locale, fosse esso subalterno nel quadro di una più vasta proprietà, oppure la sede di una piccola comunità rurale autonoma.

In considerazione dei dati acquisiti e delle prospezioni geofisiche realizzate preventivamente, il progetto si pone i seguenti obiettivi:

 Completare lo scavo del settore Nord della villa.

Dopo le 8 campagne di scavo realizzate tra il 2005 ed il 2012, è fondamentale poter completare lo scavo delle aree zone a Nord delle Rooms K e U, così come lo spazio posto ad Est della sala a pilastri, in funzione delle magnetometrie, un’area cortilizia (un peristilio?). Questo intervento sarà correlato con un secondo fronte di scavo posto a Sud dell’area già indagata al 2016, ovvero in prossimità del South Corridor, contesto ove si ipotizza la collocazione dell’accesso monumentale alla villa. L’intera operazione, da immaginare suddivisa in tre campagne su altrettanti anni (cinque settimane a campagna), sarà condotta dalla medesima équipe pluridisciplinare che da anni è impegnata sul sito d’Aiano (cfr. infra

“Equipe scientifica e contesto operativo degli scavi di Aiano-Torraccia di Chiusi”) (fig. 4).

 Studio integrato dei dati in merito ad architettura, topografia e geologica della villa.

In prossimità della villa d’Aiano il versante sinistro idrografico del torrente Fosci è costituito da sabbie Plioceniche, mentre la collina adiacente da formazioni rocciose di calcaire caverneu. Le ricerche preliminari condotte nell’ambito delle campagne 2009-2012 ed in merito alla geologia del sito, hanno evidenziato quanto tale contesto naturale sia stato determinate nella scelta della localizzazione della villa, dei suoi materiali edilizi, e delle sue caratteristiche architettoniche in alzato (7); inoltre, un approfondimento del dato geologico-ambientale e paesaggistico antico consentirebbe anche una migliore valutazione e ricostruzione nel tempo delle sue differenti fasi di rifunzionalizzazione e rioccupazione antropica. Tale ricerca di carattere geologico-ambientale e paesaggistico dovrà svolgersi in stretta connessione con l’analisi architettonica delle strutture edilizie della villa. Inoltre la raccolta di tali dati necessiterà di un supporto cartografico di alto dettaglio, al fine di poter disporre di dati atti ad una successiva consultazione, elaborazione e sintesi. A tal fine sarà realizzato un rilievo micro-topografico e strutturale completo del sito, in particolare dei settori di nuova intervento, all’interno del quale potranno essere integrati tutti i dati raccolti in maniera georeferenziata (architettura, scavo, geologia e landscape).

 Avanzamento nella creazione di un GIS.

A tal proposito, per la gestione e lo studio dei dati, s’impone la creazione di un GIS, di cui un prototipo è già stato concepito dalla missione senza che però si sia potuto renderlo operativo a causa del blocco forzoso delle attività di ricerca nel 2013 (8). Tale strumento permetterà una gestione ed un’analisi quantitativamente e qualitativamente più efficaci della copiosa documentazione che sia andrà raccogliendo e soprattutto una più adeguato strumento di studio dell’organizzazione spaziale della villa:

cartografia d’archivio, stratigrafia, architettura e materiali mobili. I dati così raccolti e organizzati potranno essere oggetto di categorizzazioni differenti a seconda delle necessità di studio e sintesi ed in funzione della natura delle dati stessi (archeologici, architettonici, topografici etc.).

 Interventi di carattere conservativo.

La villa di Aiano-Torraccia di Chiusi costituisce un giacimento eccezionale per la sua natura di sito monumentale, inserito in un ambiente preservato e per il suo elevato potenziale di attrattiva turistica settoriale. Per tale motivo, in conformità con le direttive della SABAP, la missione di ricerca dell’UCLouvain e il concessionario, Comune di San Gimignano, hanno previsto, così come documentato per la campagna 2016, serie di fondi ed interventi, finalizzati alla conservazione dei beni mobili ed immobili recuperati. A tal fine, durante la campagna 2016, a seguito di un accordo tra UCL – Comune di San Gimignano et SABAP (prot. 10005 30/06/2016 CL. 34.31 07/299.1), una campagna di consolidamento murario (muri perimetrali della cd. sala triabsidata), è stata portata a termine.

In funzione di quanto segnalato dalla funzionario geologo, dott. Pasquino Pallecchi,, la direzione scientifica si operava per porre in essere una collaborazione con esperti restauratori del lapideo afferenti al Palazzo Spinelli Group di Firenze (Stefano Landi, Daniela Manna), con la finalità di un loro intervento mirato nella conservazione muraria. Tali interventi si sono costituiti come stages per gli studenti dell’Istituzione sotto la supervisione dei docenti restauratori.

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Al medesimo gruppo di restauro, sempre sotto la supervisione della SABAP, sono stati affidati anche interventi di conservazione su materiali mobili che, come per la campagna 2016, in particolare si tratta di sectilia in pasta vitrea (figg. 5-6).

Infine quest’anno si vorrebbe provvedere, alla prima fase di conservazione e restauro del pavimento in opera cementizia a base litica della cd. Sala triabsidata, così come da progetto e preventivo economico allegati (cfr. allegato 2.2 e 2.2).

 Pubblicazione dei risultati.

Al termine dei tre anni di concessione, il settore Nord della villa d’Aiano-Torraccia di Chiusi srà oggetto di una seconda monografia in merito al sito (la prima è in corso di ultimazione per la fine del 2017): nel progetto editoriale saranno ripresi gli studi di tutta l’équipe pluridisciplinare che collabora al progetto. Il volume avrà come scopo precipuo una ricontestualizzazione dei nuovi settori di scavo, ma anche una sintesi del sito sotto il profilo dell’impianto architettonico, con un particolare interesse alla vicenda storica della villa nel paesaggio socio-economico e culturale della Toscana tra tarda Antichità ed alto Medioevo.

Bibliografia

(1) P. Pensabene, Nuove scoperte alla Villa del Casale di Piazza Armerina: magazzini, terme e fornaci, in Atti CISEM, La villa restaurata e i nuovi studi sull’edilizia residenziale tardoantica, a cura di P.

Pensabene e C. Sfameni, Bari 2014, pp. 9-18.

(2) R. Bianchi Bandinelli, Materiali archeologici della Val d’Elsa e dei dintorni di Siena, in La Balzana, II, 1928, 1-47; M. Cavalieri, La villa di Aiano-Torraccia di Chiusi: Bianchi Bandinelli e le origini della ricerca archeologica in Val d'Elsa, in L’occhio dell’archeologo. Ranuccio Bianchi Bandinelli nella Siena del primo ‘900, Catalogo della mostra di Siena, a cura di M. Barbanera, Milano 2009, pp. 80-82 e scheda n. 8.17 pp. 131-132.

(3) G. de Marinis, Topografia storica della Valdelsa in periodo etrusco, Castelfiorentino, 1977.

(4) A. Mosca, Via Cassia. Un sistema stradale romano tra Roma e Firenze, Firenze, 2002.

(5) M. Cavalieri, Vivere in Val d’Elsa tra tarda Antichità e alto Medioevo. La villa romana di Aiano- Torraccia di Chiusi (Siena, Italia), Atti del 17th International Congress of Classical Archaeology. Rome, Italian and foreign Archaeological Research Institutes, in Bollettino di Archeologia Online :

http://151.12.58.75/archeologia/index.php?option=com_content&view=article&id=2&Itemid=2 ; M.

Cavalieri, Quid igitur est ista villa? L’Etruria centro-settentrionale tarda Antichità e alto Medioevo.

Nuovi dati e vecchi modelli a confronto sulla villa d’Aiano-Torraccia di Chiusi (Siena, Italia), in Atti del Convegno internazionale ‚Leben auf dem Lande: Der Fundplatz ‚Il Monte‘ bei San Gimignano: Eine römische Siedlung und ihr Kontext (Jena, 19. – 21. Juni 2009), Wien 2013, pp. 283-319.

(6) M. Cavalieri, G. Baldini, La “villa romana” di Torraccia di Chiusi. Comune di San Gimignano (SI), in Notiziario della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana, 1/2006, pp. 401-409.

(7) C. A. Garzonio, Paesaggi geologici della Toscana, Pisa, 2008.

(8) M. Cavalieri et alii, San Gimignano (SI). La villa di Torraccia di Chiusi, località Aiano. Dati ed interpretazioni dalla V campagna di scavo, 2009, in The Journal of Fasti Online, AIAC.

www.fastionline.org/docs/FOLDER-it-2010-206.pdf; M. Pianigiani, Dal GIS al WebGIS: l’elaborazione dei dati di scavo della villa romana di Aiano-Torraccia di Chiusi, tesi di II ciclo (relatore E. Papi e correlatore M. Cavalieri), discussa all’Università degli Studi di Siena, 2009.

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Fig. 1. Planimetria generale della villa d’Aiano-Torraccia di Chiusi così come elaborata dalla Missione archeologica belga diretta dall’UCLouvain (Cavalieri 2016).

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Fig. 2. Fotografia aerea della villa di Aiano-Torraccia di Chiusi scattata nell’estate del 2011 (foto di M.

Cavalieri).

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Fig. 3: Pannello ricostruito a soggetto ittico in sectilia a pasta vitrea: esso decorava una parete della villa tardo antica di Aiano-Torraccia di Chiusi (foto di S. Landi).

Fig. 4: Rielaborazione di prospezioni magnetometriche con rielaborazione delle anomalie archeologiche dei settori nord e nord-ovest della villa d’Aiano-Torraccia di Chiusi (foto di M. Cavalieri 2012).

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Figg. 5-6: dopo la pulizia e lo studio ciascun sectile (1.600 frammenti circa) è stato alloggiato in una valigetta in alluminio rivestita internamente (come da fig. 6). L'idea è quella di riunire i sectilia su supporti costituiti da vari strati (a sandwich, come da fig; 7):

- primo strato cartaplus (carta, polistirolo, carta a sandwich) di 3 mm;

- secondo strato di feltro di 1,5 mm, che limita il movimento dei materiali archeologici;

- terzo strato di cartaplus sagomato di 3 mm (i primi tre strati saranno uniti tra loro con resine);

- quarto strato di feltro (che blocca i materiali);

- quinto strato di cartaplus (come coperchio).

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Equipe scientifica e contesto operativo degli scavi di Aiano-Torraccia di Chiusi

- Scuola di specializzazione in beni archeologici dell’Università degli Studi di Firenze (SSBA) (http://www.st-umaform.unifi.it/vp-265-scuola-di-specializzazione-in-beni-archeologici.html);

- Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Firenze (Professor Carlo Alberto Garzonio);

- Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Firenze (Prof.ssa Marta Mariotti);

- Istituto per la Conservazione e la Valorizzazione dei Beni Culturali del CNR di Firenze (Dr.

Emma Cantisani);

- Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambiente, Territorio e Architettura (DICATeA) dell’Università degli Studi di Parma (Professor Carlo Mambriani);

- AGM Archeonalisi (Dr. Alessandra Giumlia-Mair);

- Palazzo Spinelli Group di Firenze (Dr. Daniela Manna);

- Department of Archaeology dell’University of Sheffield (Dr. Chiara Corbino).

Il progetto benificia anche della collaborazione con il Centro Interuniversitario di Studi sull’edilizia abitativa tardo antica nel Mediterraneo (CISEM).

Da anni, inoltre, la missione sceintifica dell’UClouvain ad Aiano coltiva rapporti cordiali e scambi scientifici con le altre Università della Toscana ed europee impegnate in ricerche archeologiche: in particolare con le Università di Jena e Vienna (Professor Günther Schörner); Università di Pisa (Professor Federico Cantini, Prof.ssa Simonetta Menchelli); Università di Siena (Professor Marco Valenti); Southern University of Dallas (Professor Gregory Warden) etc.

Ottima, infine, la collaborazione con la Soprintendenza Archeologia della Toscana, in particolare con:

Dr. Carlotta Cianferoni, Dr. Pierluigi Giroldini, Dr. Michele Bueno, Dr. Elsa Pacciani, Dr. Pasquino Pallecchi e Dr. Gianna Giachi.

data in fede

22/10/2016

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