Resoconti P arlam en tari — 8751 — Assemblea Regionale Siciliana
fi Legislatura CCLXXXIX SEDUTA 20 Luglio 1954
CCLXXXIX. SEDUTA
(Antimeridiana)
MARTEDÌ 20 LUGLIO 1954
Presidenza del Presidente BONFIGLIO GIULIO
I N D I C E
Pag.
Disegno di legge: « Istituzione presso lo Istituto regionale per i finanziamenti alle medie e piccole industrie (I.R.F.I.S.) ili una Cassa regionale per il credito alle imprese artigiane (345) e proposta di legge: «Coordinamento, assistenza e sviluppo delle attività artigiane in Si
cilia» (111) (S eguito della discussione):
PRESIDENTE . 8751,8754,8756,8757,8758,8759,8760 : 8764, 8762, 8763 ADAMO DOMENICO, relato re 8752, 8758, 8759, 8762 . LA LOGGIA, Vice P residente della R e
gione ed Assessore alle finanze . 8752, 8756, 8757 8759, 8761, 8762 D’ANTONI ... 8753,8758 CIPOLLA . . . 8753, 8755, 8756, 8758, 8761, 8762 RESTIVO, P resid en te della Regione . . 8753,8754 M A C A L U S O ... 8754,8756,8763 LO G I U D I C E ... 8757, 8760 '
(Votazione s e g r e t a ) ... 8763
(Risultato della votazione) . . . . 8763
Proposta di legge (A nnunzio di presen
tazione e rich iesta di procedura di u rg en za):
P R E S ID E N T E ... 8764 M A R I N E S E ... 8764
Sui lavori dell’Assemblea:
P R E S ID E N T E ... 8763,8764 M A R I N E S E ... 8763
Sull’ordine dei lavori:
p r e s i d e n t e . ... 8764
La sed u ta è a p e rta alle ore 10,15.
FA RANDA, segretario, dà lettura del pro
cesso verbale della seduta precedente, che, non sorgendo osservazioni, si intende appro
vato.
Seguito della discussione del disegno di legge:
« Istitu zio n e presso T Istitu to re g io n a le p e r i finanziam enti alle m edie e piccole in d u strie (I.R.F.I.S.) di u n a Cassa regionale p e r il c re dito alle im prese artig ia n e » (345) e della p ro posta di legge: « C oordinam ento, assistenza e sviluppo delle a ttiv ità artig ia n e in Sicilia » (111).
PRESIDENTE. L ’ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge:
« Istituzione presso l’Istituto regionale per i finanziam enti alle medie e piccole industrie (I.R.F.I.S.) di una cassa regionale per il cre
dito alle imprese artigiane » e della proposta di legge « Coordinamento, assistenza e svilup
po delle attività artigiane in Sicilia », di ini
ziativa degli onorevoli D’Antoni ed altri.
Avendo la quarta Commssione legislativa, in atto riunita, fatto conoscere che fra pochi m inuti sarà in grado di riferire sull’em enda
mento Macaiuso ed altri a ll’articolo 5, per lo esame del quale nella seduta precedente la discussione è stata rinviata ad oggi, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10,25, è ripresa alle ore 10,45)
Resoconti, f. 1198 (700)
Resoconti P arlam entari — .8752 — Assemblea Regionale Siciliana
II Legislatura CCLXXXIX SEDUTA 20 Luglio 1954
PRESIDENTE. Si rip ren d a la discussione dell’articolo' 5 e delTem endam ento Macaiuso ed altri.
Li rileggo:
A rt. 5.
Alla gestione della Cassa artigiana so- vrainten d e un Consiglio di am m inistra - zione nom inato con decreto dell’Assessore per le finanze.
Il Consiglio è composto:
a) dal P residente e dal Vice Presidente designati dall’Assessore per le finanze;
b) da un consigliere designato d all’A s
sessore per l’in d u stria ed il commercio;
c) da quattro consiglieri designati dallo Assessore per l’in dustria ed il commercio, scelti su tern e proposte dalle associazioni regionali di categoria;
d) da un consigliere designato d all’As
sessore regionale per l ’industria ed il com
m ercio su tern a proposta dall’Unione r e gionale delle cam ere di commercio;
e) dal Presidente del Consorzio regio
nale delle banche popolari della Sicilia 0 da un suo delegato.
I componenti del Consiglio sono scelti fra persone estranee alla pubblica am m i
nistrazione. durano in carica tre anni e possono essere riconferm ati. Q ualora un consigliere, prim a della scadenza, cessi dalla carica per m orte, dimissioni od altra causa, il nuovo designato d u rerà in carica sino alla scadenza del Consiglio.
— Em endam ento degli onorevoli Macaiuso, Ci
polla, Cefalù, Di Cara e Nicastro:
sostituire alla lettera a) la seg u en te: a) due rap p resen tan ti designati dall’Assessore alle finanze » ed aggiungere, in fine, il seguente com m a: « Il Presidente ed il Vice Presiden-, te sono nom inati dal Consiglio di am m ini
strazione ».
Il relatore, onorevole Adamo Domenico, ha facoltà di riferire sull’esame compiuto dalla Commissione relativam ente all’em endam ento Macaiuso ed altri.
ADAMO DOMENICO, relatore. Signor P re sidente la Commissione si è riu n ita questa m attina per esam inare l’emendamento. A
m aggioranza lo ha respinto, poiché condivide le dichiarazioni fatte, in proposito, ieri sera, d all’Assessore alle finanze.
PRESIDEN TE. Ha facoltà di parlare, per il Governo, il Vice Presiden te della Regione ed Assessore alle finanze, onorevole La Loggia.
LA LOGGIA, Vice Presidente della Regio
ne ed Assessore alle finanze. Onorevole Presie
dente, onorevoli colleghi, non ho che da con
ferm are le dichiarazioni fatte ieri sera. Non vi sono precedenti nel campo della legisla
zione nazionale — se ve ne è qualcuno, pre
go gli onorevoli colleghi di indicarmelo — in cui si registri che il P residente o il vice P residente dei consigli di am m inistrazione de
gli istitu ti di credito di diritto pubblico siano eletti dai risp ettivi componenti. Questo è un sistem a che si adotta norm alm ente per quanto riguarda le private aziende di credito non per gli istituti di diritto pubblico. P e r le casse di risparm io i p residenti sono nom inati dal M inistro per il tesoro, sentito il Comitato dei m inistri per il credito ed il risparm io e, qui nella Regione siciliana, sono nom inati dall’As
sessore alle finanze, sentito il Comitato re
gionale per il credito. P er il Banco di Sicilia, il Presidente, come tu tti sanno, è nominato dal M inistro del tesoro d ’intesa col Presiden
te della Regione, sentito il Comitato per il cre
dito, e così anche per l’I.R.F.I.S.. In definitiva, in tu tti gli istituti aventi carattere pubblico, come il Banco di Napoli, l’Istituto San Paolo di Torino, il Banco di Santo Spirito, il presi
dente è nom in ato-co n decreto dell’autorità preposta alla vigilanza sulla m ateria del cre
dito. Debbo anche dire che la cosa è perfetta
m ente norm ale e ragionevole. Se si dovesse qui prevedere la nom ina del presidente e del vice presidente m ediante elezione, bisogne rebbe senz’altro cam biare la composizione del consiglio di am m inistrazione, poiché la mag
gioranza di esso è composto dagli interessati.
Sicché noi affideremmo questo pubblico de
naro eventualm ente a chi lo amministrereb
be nel proprio interesse non n ell’interesse pubblico. Credo che bastino queste conside
razioni, così scarne, per rendersi conto della necessità e dell’opportunità che l ’amministra
zione sia affidata a tecnici della materia, as
solutam ente estranei ad ogni legame con 1 d iretti interessati.
D ’ANTONI. Chiedo di parlare.
Resoconti P arlam entari — 8753 Assemblea P igionale Siciliana
H Legislatura ' CCLXXXIX SEDUTA 20 Luglio 1954
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CA N TO N I. Ieri sera avevo aderito, chia
ramente, al pensiero espresso, n ell’em enda
mento prim a, e poi nella dichiarazione dello onorevole La Loggia. Ma le dichiarazioni che stamattina ha fatto lo stesso onorevole La Loggia mi portano a venire ad una diversa conclusione. Ho fatto tesoro del pensiero da lui espresso circa la particolare n atu ra della Cassa artigiana, che non può essere assimilata per nessuna ragione a quella degli istituti da lui stesso ricordati. Nella Cassa hanno giusta rappresentanza le categorie interessate, cioè gli artigiani. Che gli artigiani facciano sentire in seno al Consiglio d ’am m inistrazione, con la loro voce, le loro istanze e la loro influenza nella determ inazione della politica della Cas
sa non è un male, m a un bene, perchè per loro è stata istitu ita la Cassa.
LA LOGGIA, Vice Presidente della Regio
ne ed Assessore alle finanze. Vengono ad am ministrare da se stessi i prestiti in proprio fa vore.
D’ANTONI. Senza dire che i gravi pericoli denunziati non esistono, essendo quattro i rap presentanti degli artigiani, nel Consiglio d’am ministrazione che è costituito da ben nove persone. Quindi, la maggioranza viene deter
minata da altri elem enti che, per la loro pro
venienza e capacità tecnica, sono garanzia vera per il Governo, prim o interessato al regolare funzionamento della Cassa artigiana. P er que
ste considerazioni sono favorevole all’em en
damento proposto dagli onorevoli Macaiuso e Cipolla.
CIPOLLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CIPOLLA. L ’onorevole D’Antoni, che ha Parlato prim a di me, ha anche lui posto l’ac
anto sul carattere particolare di questa Cas
sa artigiana e sul fatto che i diretti interessati n°n sono in maggioranza. Noi abbiamo, su no- Ve> due componenti del Consiglio designati dall’Assessore alle finanze, uno designato dal
l’Assessore all’industria ed al commercio, un altro ancora designato sempre dall’Assessore
^ in d u s tria ed al commercio su tern a propo
sta dall’Unione regionale delle camere di com
mercio, il P residente del Consorzio regionale delle banche popolari di Sicilia e quattro con
siglieri designati d all’Assessore a ll’industria ed al commercio su tern e proposte dalle asso
ciazioni regionali di categoria. Cioè non c’è nessuno dei consiglieri che sfugga al controllo preventivo da parte del Governo, anche quelli designati dalle categorie interessate. U n ’u lte riore garanzia è data dall’articolo 9 che sta bilisce che « non possono far p a rte del Consi-
« glio d ’am m inistrazione e del Collegio dei sin-
« daci... coloro che siano, o siano stati, debitori
« inadem pienti verso la Cassa artigiana e le
« abbiano cagionato perdita ». In sostanza, lo articolo 9 contiene una sanzione che può m et
tere sull’avviso per il futuro. Certo non opera ora, ma per l’avvenire: è una spada di D am o
cle che pesa su tu tti questi am m inistratori.
La questione qui assume anche un rilievo particolare. Noi abbiamo sostenuto un d ibatti
to, in quest’Assemblea, che ha portato a delle modifiche del progetto di legge ed a vari rin vìi alla Commissione ed anche ad un certo contrasto. Così è stato perchè si voleva dare una caratterizzazione particolare a questa Cas
sa. Ora, se per caso si dovesse pervenire (io sono convinto che l ’Assessore La Loggia e lo onorevole Restivo neanche pensano a questa eventualità) alla composizione della direzione come è prevista nella lettera a) dell’articolo 5, faremmo cosa contraria allo spìrito che ha an i
mato l’Assemblea ieri sera quando ha votato contro l’dstituzione della Cassa presso lo I.R.F.I.S..
RESTIVO, Presidente della Regione. Chie
do di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RESTIVO, Presidente della Regione. Vorrei fare una precisazione perchè qui la questione, da un piano tecnico, è stata spostata su un piano che. non credo sia quello che possa por
tare alle conclusioni più rispondenti agli in teressi degli artigiani, che attendono questa legge. Che cosa ha detto l ’onorevole La Log
gia? Che, in m ateria dì credito, noi abbiamo una potestà legislativa, secondo la norm a del
l’articolo 17 dello Statuto, entro i lim iti e i principi della legislazione dello Stato. Vi è un criterio, che costituisce principio generale della nostra legislazione, per cui il presidente
Resoconti P arlam entari — 8754 — Assemblea Regionale Siciliana
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del consiglio di am m inistrazione di enti che esercitano il credito deve essere scelto dalla au to rità che esercita la vigilanza, sentiti alcuni organi tecnici, come il Com itato per il credito in sede nazionale. Questo è il principio che esiste nella nostra legislazione e che è p e rfe tta m ente logico perchè gli sta tu ti dì questi enti riconoscono al Presidente poteri propri con r e sponsabilità anche in ordine agli organi di v i
gilanza. A discostarci da questo principio noi farem m o una norm a, a parte ogni valutazione di m erito, intaccabile. Se vogliamo approva
re una legge che possa al più presto consen
tire il raggiungim ento di quelle finalità che sono comuni, credo che le nostre norm e deb
bano inserirsi nel quadro dei principi che i n form ano la legislazione creditizia nazionale.
E non è venuto alcuno a contestare la validità di questo principio che è insito nel nostro o r
dinam ento con una chiarezza particolarm ente evidente. Nè possiamo sostenere la particola
rità della Cassa risp etto ad altri istitu ti che esercitano il credito, perchè, anche per essa è valida la considerazione che l’organo di P re sidenza — ripeto — ha poteri pro pri che sono oggetto di valutazione tecnica da p arte del Co
m itato per il credito. Devo anche sottolineare la opportunità c h e , la scelta del Presidente cada su persona che conosca in modo partico
lare i problem i della categoria, senza confon
dersi con essa; diversam ente si determ inereb
be una situazione di incertezza e di perplessi
tà, che noi, per conto nostro, vogliamo evitare.
P er le considerazioni già dette, il Governo non ritiene di potere accogliere l ’em endam ento, proposto dagli onorevoli Macaiuso ed altri.
MACALUSO. Neanche il Vice Presidente?
CIPOLLA. Almeno il Vice Presidente!
MACALUSO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MACALUSO. Se non ho capito male, le os
servazioni fatte dall’onorevole Restivo — che a nostro avviso sono discutibili — si rife ri
scono ai presidenti degli istitu ti di credito. Ma qui, intanto, secondo l’articolo 5, l’Assessore alle finanze nom ina, oltre ' che il Presidente, il Vice Presidente, che non ha le a ttrib u z ’oni alle quali il Presidente della Regione testé si
riferiva. P er cui, io credo che, volendo ade
rire appunto alle ultim e considerazioni fatte d all’onorevole Restivo, si potrebbe accogliere la proposta che il Presiden te venga nominato d all’Assessore alle finanze e che il Vice Pre
sidente venga eletto dal Consiglio d ’ammini
strazione.
RESTIVO, Presidente della Regione. Chie
do di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RESTIVO, Presidente della Regione. Pren
do atto della sostanziale adesione dell’onore
vole Macaiuso alle proposte del Governo. Il Governo, per quanto concerne la sua imposta
zione, non ha nulla in contrario che il Vice Presidente sia scelto, attraverso la elezione, dal Consiglio di am m inistrazione, proprio per
chè cosi non si viene ad u rta re quel principio di carattere generale.
D ’ANTONI. Modifichiamo in tal senso lo emendamento.
PRESIDENTE. Comunico che gli onorevoli Macaiuso ed altri hanno modificato come se
gue il loro em endam ento:
sostituire, nella lettera a), alle parole: «e dal Vice Presidente » le a ltre: « e da un com
ponente » ed aggiungere, in -fine, il comma se
g u e n te : « Il Vice Presidente è nominato dal Consiglio di am m inistrazione ».
Non sorgendo osservazioni, pongo ai voti lo articolo 5 con le modifiche di cui al nuovo em endam ento Macaiuso ed altri.
Ne do lettu ra:
A rt. 5.
Alla gestione della Cassa artigiana so- vraintende un Consiglio di amministrazio ne nom inato con decreto dell’Assessore per le finanze.
Il Consiglio è composto:
a) dal Presidente e da un componente designati dall’Assessore per le finanze;
. b) da un consigliere designato dall’As
sessore per l’industria ed il commercio;
c) da quattro consiglieri designati dallo Assessore per l ’industria ed il commercio,
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II Legislatura CCLXXXIX SEDUTA 20 Luglio 1954
scelti su tern e proposte dalle associazioni regionali di categoria;
d) da un consigliere designato dall’As
sessore regionale per l’industria ed il com
mercio su tern a proposta dall’Unione re gionale delle cam ere di commercio;
e) dal P residente del Consorzio fra le banche popolari siciliane o da un suo dele
gato.
Il Vice Presidente è nom inato dal Consi
glio di amm inistrazione.
I componenti del Consiglio sono scelti fra persone estranee alla pubblica am m inistra
zione, durano in carica tre anni e possono es
sere riconferm ati. Qualora un consigliere, prima della scadenza, cessi dàlia carica per morte, dimissioni ed altra causa, il nuovo designato durerà in carica sino alla scaden
za del Consiglio.
Do lettu ra dell’articolo 6 del nuovo testo elaborato dalla Commissione:
Art. 6.
Spetta al Consiglio:
1) deliberare il program m a di attività della Cassa;
2) approvare i regolam enti;
3) esam inare ed approvare il bilancio;
4) deliberare su tu tti gli <atti e tu tte le operazioni di ordinaria e straordinaria am ministrazione.
Non sorgendo osservazioni, lo m etto ai voti.
(E’ approvato)
Do lettu ra degli altri articoli nel testo p re
cedentemente proposto dalla Commissione:
A rt, 7.
II Presidente ha la legale rappresentanza della Cassa artigiana e provvede alla ese
cuzione delle deliberazioni del Consiglio di amministrazione.
In sua assenza è sostituito dal Vice P re sidente.
Non sorgendo osservazioni, lo m etto ai voti.
(E ’ approvato)
Art. 8.
Il Collegio sindacale della Cassa a rti
giana è nom inato con decreto dell’Asses
sore per le finanze.
Esso è composto da tre m em bri effettivi e da due supplenti designati come segue:
1) due effettivi, di cui uno scelto fra i sindaci del Consorzio regionale delle b a n che popolari della Sicilia, designati dallo Assessore per le finanze;
2) uno effettivo ed uno supplente de
signati dall’Assessore per l’industria ed il commercio;
3) uno supplente designato dall’Asses
sore per l’industria ed il commercio su terna proposta d all’Unione regionale delle camere di commercio.
Non sorgendo osservazioni, lo m etto ai voti.
(E’ approvato) A rt. 9.
Non possono far parte del Consiglio di am m inistrazione e del Collegio dei sin daci:
a) senatori, deputati nazionali e depu
tati regionali;
b) parenti ed affini fra di loro sino al quarto grado incluso, ed i coniugi;
c) coloro che siano, o siano stati debi
tori inadem pienti verso la Cassa Artigiana e le abb'aho cagionato perdite.
Comunico che a questo articolo il Vice P re sidente della Regione ed Assessore alle finan
ze, onorevole La Loggia, ha presentato il se
guente emendam ento:
sostituire alla lettera c) la seguente : « co
loro che, personalm ente o in rappresentanza di enti o ditte da essi am m inistrati, abbiano rapporti di debito, ovvero siano o siano stati debitori inadem pienti verso la Cassa artigia
na o le abbiano cagionato perdite ».
CIPOLLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CIPOLLA. Signor Presidente, va bene che non possa far parte del Consiglio di am m ini
strazione il debitore inadem piente o che abbia cagionato pardita alla Cassa. Non condivido però che si debba escludere dall’am m inistra
zione della Cassa il debitore in atto e che non abbia causato alcuna perdita.
Resoconti P arlam entari 8756 Assemblea Regionale Siciliana
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MACALUSO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MACALUSO. Vorrem m o chiarito dall’A s
sessore se un artigiano che ha contratto un prestito con la Cassa non possa essere nom i
nato m em bro del Consiglio di am m inistrazio
ne in proprio 0 in rappresentanza. Secondo la dizione è così e, a mio giudizio, questo è sba
gliato. Non mi sem bra che vi siano m otivi di incom patibilità per chi ha contratto un p resti
to ed è in regola con la Cassa.
LA LOGGIA, Vice Presidente della Regio
ne ed Assessore alle finanze. Chiedo di p a r
lare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LA LOGGIA, Vice Presidente della Regio
ne ed Assessore alle finanze. Ho ricontrollato adesso sullo S tatu to del Banco di Sicilia, come sullo S tatu to dell’LR.F.I.S. che è identico, la form ula proposta. E ra sfuggito evidentem ente, qui, di indicare che non possa essere am m i
nistratore non solo chi è debitore inadem pien
te, ma chi è soltanto debitore.
CIPOLLA. Signor Presidente, chiediamo la distribuzione dell’em endam ento - La Loggia.
PRESIDENTE. In attesa che venga d istri
buito l’em endam ento La Loggia, sospendo la discussione dell’articolo 9.
Si passi a ll’articolo 10 nel nuovo testo ela
borato dalla Commissione. Ne do lettu ra:
Art. 10.
Il Comitato regionale per il credito ed il risparm io, su proposta del Consiglio di am m inistrazione della Cassa, determ inerà an nualm ente :
a) il fido massimo che potrà essere ac
cordato nel complesso ad ogni singola im presa artigiana, per le operazioni di eser
cizio, ed il relativo saggio di interesse, non
ché le opportune facilitazioni per le coope
rative artigiane;
b) il saggio di interesse per i finanzia
m enti di cui alla lettera a) dell’articolo 1.
La Regione concorre al pagam ento degli interessi sui finanziam enti accordati dalla Cassa artigiana, di cui alla lettera a) del
l’articolo 1, nella m isura m assim a del 3 per cento.
A tal uopo è costituito presso la Cassa m edesim a un fondo di lire 150milioni, che sarà versato in ragione di lire 30milioni al
l’anno per cinque anni, a decorrere dallo esercizio 1954-55.
Comunico che gli onorevoli Macaiuso, D’An
toni, Cipolla, Cuffaro e Recupero hanno pre
sentato il seguente em endam ento:
aggiungere alla lettera al il seguente pe
riodo :
« Il fido massimo concesso alle cooperative deve essere com m isurato all’entità dei lavori per i quali si chiede il prestito ed al numero dei soci ».
H a facoltà di p arlare l’onorevole Macaiuso per dare ragione dell’em endam ento.
MACALUSO. Onorevole Presidente, onore
voli colleghi, nel prim o testo della Commis
sione si era stabilito che il fido massimo per le cooperative artigiane potesse essere raddop
piato. Secondo me, quella form ulazione non andava bene.
LA LOGGIA, Vice Presidente della Regio
ne ed Assessore alle finanze. E ’ evidente che non andava bene.
MACALUSO. Ma nel testo successivo la norm a di favore per le cooperative è scompar
sa del tutto, poiché si parla soltanto di oppor
tune facilitazioni per le cooperative. Io credo che la norm a debba essere ben chiara e certa stabilendo che il fido massimo per le coope
rative deve essere proporzionato al numero dei soci ed alla entità dei lavori che la coopera
tiva stessa fa.
ADAMO DOMENICO, relatore. Spieghi co
sa significa entità dei lavori.
MACALUSO. Noi intendiam o che, se c’è una cooperativa di artigiani, ebanisti, falegna
mi, che hanno avuto affidato, per esempio, dal
l’Assemblea regionale, un lavoro per arreda
mento, il prestito deve tenere conto dell’enti
tà di questo lavoro oltre che del numero dei soci della cooperativa stessa. E m i sembra che la norm a risponda ad un criterio di equi
tà oltre che di giusta am m inistrazione ban
caria.
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II Legislatura CCLXXXIX SEDUTA 20 Luglio 1954
LO GIUDICE. Chiedo di parlare;
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LO GIUDICE. Signor Presidente, signori colleghi, l’articolo 10 dem anda al Comitato re gionale per il credito e per il risparm io la de
terminazione del fido massimo che potrà es
sere accordato, nel complesso, ad ogni singola impresa artigiana. Ciò vuol dire che il fido massimo sarà determ inato di anno in anno, in linea astratta, tenuto conto del m ercato del
la richiesta, della disponibilità finanziaria e del mercato bancario in generale. In fatti la determinazione di questo fido è un atto che incide sulla politica regionale del credito. Co
sì, per esempio, si stabilirà che per le ope
razioni di esercizio si può dare al massimo fino a un milione, due o cinque. Se noi accettassi
mo l’em endam ento Macaiuso così come è a r
ticolato, la determ inazione del fido massimo- verrebbe so ttratta alla determinazione, in li
nea di massima, del Comitato, perchè, se una cooperativa di nove persone potrà godere di un fido, per ipotesi, di cinque milioni, nessuno vieta che questo fido venga proporzional
mente m oltiplicato in favore di una coopera
tiva che sia di 50 persone. Ecco perchè an che per le cooperative bisogna accettare il principio che mi pare molto saggio — del resto è anche così nella legge nazionale — che il fido debba essere determ inato, in linea di massima, dal Comitato per il credito. Si può semmai rito rn are sul primo testo della Com
missione, e non so cosa ne pensi l ’Assessore, cioè a dire che il fido m ass;mo consentito dal Comitato potrà essere raddoppiato per le coo
perative.
CIPOLLA. Il precedente testo è peggiore di questo.
LO GIUDICE. Allora, se è peggiore, ritengo che sia più giusto lasciare l’attuale testo della Commissione, ad evitare che il fido venga de
terminato di volta in volta e che si incorag
gino le cooperative ad inflazionarsi appunto per godere di un fido maggiore. Chi ha un m i
nimo di esperienza cooperativistica sa che, in questa ipotesi, le cooperative, pu r di avere un fido maggiore, non avrebbero difficoltà ad iscrivere compiacentemente cinque, otto, die-
^ artigiani in più. Questo pericolo può v eri
ficarsi.
FRANCHINA. Ma il fido deve essere pro
porzionato anche all’entità dei lavori.
D ’ANTONI. Sì, all’entità dei lavori.
LO GIUDICE. Ma è sop rattu tto per una questione di principio che la determ inazione dell’entità del fido deve essere riservata al Comitato per il credito ed il risparm io. P er questi motivi non condivido l ’em endam ento Macaiuso.
D ’ANTONI. Non è una norm a fissa. E ’ un criterio di ordine generale.
PRESIDENTE. Non avendo alcun altro de
putato chiesto di parlare, he ha facoltà, p er il Governo, il Vice P residente della Regione e Assessore alle finanze, onorevole La Loggia.
LA LOGGIA, Vice Presidente della Regio
ne ed Assessore alle finanze. In effetti l’em en
damento proposto si presta a due rilievi fon
damentali, uno dei quali è stato prospettato dall’onorevole Lo Giudice. Qui abbiam o due organi che, uno in linea generica e l’altro in linea specifica, deliberano in ordine a ll’a tti
vità della Cassa artigiana. Uno di questi orga
ni è il Comitato regionale per, il credito che non può sostituirsi, e non lo deve, ai norm ali organi di am m inistrazione della Cassa così che n on può occuparsi dei singoli casi, m a sol
tanto d ettare criteri di carattere generale, altrim enti non so cosa starebbe a farci il Con
siglio d ’am m inistrazione della Cassa su cui tanto abbiamo discusso poc’anzi. Ora, l’artico
lo era appunto congegnato in modo che fosse il Comitato interassessoriale per il credito a sta
bilire i criteri generali di direttiva nella concessione dei prestiti, determ inando il fido massimo da dare ad ogni im presa artigiana, il saggio degli interessi e le opportune facilita
zioni a favore delle imprese cooperative. N a
turalm ente ciò fa in linea a stra tta e generica, fissando criteri e non pronunciandosi su casi specifici. Viceversa rem endam ento proposto chiam erebbe il Comitato regionale per il cre
dito a valutazioni di casi concreti, cioè ad esa
m inare, per ogni singola pratica, il num ero dei soci della cooperativa richiedente, la en
tità dei lavori e l’am m ontare del fido. Ma questa è competenza del Consiglio d’amm i
nistrazione, che non può essere demandato, a patto proprio di snatu rare il carattere della
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II Legislatura CCLXXXIX SEDUTA 20 Luglio 1954
Cassa, al Com itato per il credito. P e r queste ragioni sono contrario all’em endam ento, rite nendo che l’accenno che qui si fa alle o pportu
ne facilitazioni per le im prese cooperative sia più che sufficiente per indicare una linea di indirizzo di favore nei confronti delle m ede
sime.
CIPOLLA. V orrei dare un chiarim ento in riferim ento a quello che ha detto l’Assessore.
PRESIDENTE. Non posso darle facoltà di parlare, poiché dopo il Governo può in terlo quire solo la Commissione.
CIPOLLA. Volevo chiarire che il p resen ta
tore deH’em èndam ento non intende affidare la determ inazione del fido caso per caso alla v a
lutazione del Comitato per il credito.
LA LOGGIA, Vice Presidente della Regio
ne ed Assessore alle finanze. Questo è eviden
te, lo capisco.
D ’ANTONI. Si vuole d ettare al Consiglio di am m inistrazione una norm a di carattere ge
nerale.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la Commissione.
ADAMO DOMENICO, relatore. La m aggio
ranza della Commissione è contraria all’emen- damento.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussio
ne sulTemendamento.
D ’ANTONI. Chiedo di parlare, per dichia
razione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
D’ANTONI. Sono favorevole all’em enda
m ento per la semphce considerazione che es
so vuole segnare un criterio di massima al Consiglio di am m inistrazione dell’istituenda Cassa artigiana.
Non si vuole qui determ inare una norma per cui, caso per caso, richiesta per richiesta, si deve adottare una decisione. Si vuole sta bilire piuttosto un principio di ordine generale che - servirà al Consiglio di am m inistrazione per fissare ogni anno i criteri per la concessio
ne dei prestiti. P e r questa ragione sono favo
revole a ll’em endam ento proposto.
CIPOLLA. Chiedo di parlare per dichiara
zione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CIPOLLA. Io sono, e continuo ad essere, fa
vorevole all’em endam ento che ho presentato in s’eme ad altri colleghi, perchè le osserva
zioni fatte d all’Assessore — il quale, in un pri
mo m omento, aveva m anifestata una adesione al nostro criterio — e quelle successivamente fatte d all’onorevole Lo Giudice non hanno ri
lievo, giacché nella prim a form ulazione dello articolo 10 le cooperative erano sottratte alla valutazione di carattere generale perchè auto
m aticam ente per loro il fido massimo poteva essere raddoppiato. Questo è il punto, onore
vole La Loggia. Cioè il Comitato regionale per il credito ed il risparm io non dovrà esami
nare la situazione della cooperativa in sede di delibazione preventiva, quando, anno per an
no, fissa i criteri di massima. Il criterio di mas
sima è stabilito per ogni singolo artigiano e questo è stabilito n ell’articolo 10, sia nella pri
ma form ulazione che nella seconda. In sostan
za, il Comitato regionale per il credito ed il ri
sparm io procede semplicem ente ad una valu
tazione di massima sul singolo artigiano.
Di fronte alle cooperative come deve com
portarsi il Consiglio di am m inistrazione della Cassa? N ell’articolo 10 attuale, così come è form ulato, c’è una raccomandazione generica, poiché si parla di « opportune facilitazioni »■
Noi, invece proponiamo che la concessione dei prestiti alle cooperative venga ancorata a cri
teri obiettivi. Cioè, anno per anno, il Comitato regionale per il credito ed il risparm io approva in linea generale, per il singolo artigiano, il fido massimo che, poi, il Consiglio di ammi
nistrazione adegua, in base al preciso criterio proposto nel nostro emendamento, rapportan
dolo al num ero dei soci delle cooperative ed al volume dei lavori da effettuare. Secondo me, la norm a da noi proposta dà chiarezza e speditezza nella concessione di questi prestiti-
PRESIDENTE. Pongo ai voti l ’emendamen- to aggiuntivo proposto dagli onorevoli Maca
iuso ed altri.
(Non è approvato)
Assemblea Regionale Siciliana
Resoconti P arlam entari — 8759 —
Il Legislatura CCLXXXIX SEDUTA 20 Luglio 1954
Comunico che gli onorevoli Russo Calogero, Di Cara, Pizzo, Guzzardi e Franchina hanno presentato il seguente emendam ento:
aggiungere, dopo il primo comma, il seguen
te altro:
« Il 20 per cento del fondo è riservato per il credito alle cooperative artigiane ».
Apro la discussione su questo emendamento.
LA LOGGIA, Vice Presidente della Regio
ne ed Assessore alle finanze. Chiedo di p a r
lare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LÀ LOGGIA, Vice Presidente della Regio
ne ed Assessore alle finanze. Signor Presi
dente, questo em endam ento mi sem bra asso
lutamente inopportuno perchè im m obilizze
rebbe preventivam ente una parte del fondo destinato ai-prestiti, senza che si sappia se in effetti le esigenze del credito, in questa p a rti
colare direzione, siano del 20 o del 30 o del 40 o del 50 per cento. Non si può, a priori, stabilire alcuna percentuale perchè una qual
siasi valutazione al riguardo non sarebbe pos
sibile senza conoscere il num ero delle opera
zioni che i singoli istituti abilitati all’eserci
zio del credito artigiano saranno per fare in ciascun anno, secondo le inchieste che rice
veranno. Non mi pare che sia opportuno im- mobilizzare, per legge, una parte del fondo, perchè è chiaro che essa resterebbe inutiliz
zata se non pervenisse alcuna richiesta da parte delle cooperative. P er queste conside
razioni sono contrario all’emendamento.
PRESIDENTE. La Commissione?
ADAMO DOMENICO, relatore. La Gommis
e n e , a maggioranza, è contraria.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discus
sione. Pongo ai voti l ’emendamento aggiuntivo all’articolo 10 proposto dagli onorevoli Russo Calogero ed altri.
(N on è approvato)
Pongo ai voti l ’articolo 10. Lo rileggo:
A rt. 10.
Il Comitato regionale per il credito ed il risparmio, su proposta del Consiglio di am-
Resoconti, f. 1199
m inistraziotie della Cassa, determ inerà an nualm ente:
a) il fido massimo che potrà essere accor
dato nel complesso ad ogni singola im presa artigiana, per le operazioni di esercizio, ed il relativo saggio di interesse, nonché le op
portune facilitazioni per le cooperative a r tigiane;
b) il saggio di interesse per i finanzia
m enti di cui alla lettera a) dell’articolo 1.
La Regione concorre al pagam ento degli interessi ' sui finanziam enti accordati dalla Cassa artigiana, di cui alla lettera a) dell’a r
ticolo 1, nella m isura m assima del 3 per cento.
A tal uopo è costituito presso la Cassa medesima un fondo di lire 150 milioni, che sarà versato in ragione di lire SOmilioni a l
l’anno per cinque anni, a decorre d all’eser
cizio 1954-55.
(E! approvato)
Do lettu ra dell’articolo 11, che la Commis
sione ha soppresso, nella successiva rielabo
razione del disegno di legge:
Art. 11.
I crediti consentiti per l’obietto di cui alla lettera 5) dell’articolo precedente sono garantiti sulle m acchine ai sensi e per gli effetti de!!articolo 40 della legge 25 luglio 1952, n. 949.
ADAMO DOMENICO, relatore. L’artìcolo 11 è stato soppresso perchè riguardava il cre
dito per l ’am pliam ento delle aziende artigia
ne; credito che nel nostro provvedim ento non è più previsto, poiché gli artigiani siciliani possono avvalersi, in tal senso, dell’Artigian- cassa, istituita in campo nazionale.
PRESIDENTE. Non sorgendo osservazioni l’arUcolo 11 si ritiene soppresso.
Do lettu ra degli altri articoli nel precedente testo della Commissione:
A rt. 12.
Alle operazioni effettuate dalla Cassa a r
tigiana a norma della presente legge e dello statuto ed a tu tti i provvedim enti, con
tratti, . atti, form alità e garanzie- relative
(700)
Resoconti P arlam entari — 8760 — Assemblea Regionale Siciliana
II Legislatura CCLXXXIX SEDUTA 20 Luglio 1954
alle operazioni stesse ed alla loro esecu
zione ed estensione, si applicano le norm e previste dall’art. 41 della legge nazionale 25 luglio 1952, n. 949.
Non sorgendo osservazioni, lo m etto ai voti.
(E’ approvato) A rt. 13.
E' inibita alla Cassa A rtigiana la rac colta di risparm i sotto qualsiasi forma.
Non sorgendo osservazioni, lo m etto ai voti (E’ approvato)
A rt. 14.
Le norm e per l’organizzazione ed il fu n zionamento della Cassa artigiana, le m o
dalità delle operazioni e q u a n t’altro a tti
nen te alla realizzazione degli scopi della presente legge, verranno disciplinate nello statuto da approvarsi con decreto dello A s
sessore per le finanze, di concerto con lo Assessore per l’industria ed il commercio su proposta del Consiglio di am m inistra
zione della Cassa.
Non sorgendo osservazioni, lo-metto ai voti.
(E’ approvato)
A seguito della soppressione dell’articolo 11, gli artìcoli 12, 13 e 14, testé approvati, p re n dono, rispettivam ente, i num eri i l , 12 e 13.
Do lettu ra dell’articolo 15, divenuto 14, nel nuovo testo elaborato dalla Commissione:
A rt. 14.
Alle spese e quote di spesa autorizzate con gli articoli 2, 3 e 10 ricadenti nell’anno finanziario 1954-55 si fa fronte con le dispo
nibilità di cui al capitolo 70 dello stato di previsione della spesa per l ’anno finanziario medesimo.
L ’Assessore per le finanze è autorizzato ad anticipare, m ediante iscrizione a term i
ni di legge, le quote di spesa di cui allo a rti
colo 3 ricadenti negli anni finanziari dal 1955-56 al 1957-58 in relazione alle effettive necessità.
Non sorgendo osservazioni, lo m etto ai voti.
(E' approvato)
Do le ttu ra della form ula di pubblicazione e comando, articolo 16, divenuto articolo 15:
A rt. 15.
La presente legge sarà pubblicata nella G azzetta Ufficiale della Regione siciliana.
E ’ fatto obbligo a chiunque spetti di os
servarla e di farla osservare come legge della Regione.
(E’ approvato) LO GIUDICE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LO GIUDICE. Signor Presidente, mi per
m etto segnalare che la intitolazione « Consor
zio regionale delle banche popolari della Si
cilia », da noi usata, non è esatta. Raccomando che in sede di coordinam ento la intitolazione venga modificata sostituendola con quella esatta.
D ’ANTONI. La form ula è riprodotta in di
versi articoli. '
PRESIDENTE. In sede di coordinamento sa
rà tenuto conto della sua segnalazione.
iSi riprenda la discussione dell’articolo 9, poc’anzi sospesa, e del relativo emendamento proposto d all’onorevole La Loggia. Li rileggo:
Art. 9.
Non possono far parte del Consiglio di am m inistrazione e del Collegio dei sindaci:
a) senatori, deputati nazionali e deputati regionali;
b) p aren ti ed affini fra di loro sino al quarto grado incluso, ed i coniugi;
c) coloro che siano, o siano stati, debitori inadem pienti verso la Cassa artigiana e le abbiano cagionato perdite.
— Em endam ento dell’onorevole La Loggia- sostituire alla lettera c) la seguente:
« Coloro che, personalm ente 0 in rappresen
tanza di enti o ditte da essi am m inistrati, ab' biano rappo rti di debito, ovvero siano o siano stati debitori inadem pienti verso la Cassa arti
giana o le abbiano cagionato perdite ».
CIPOLLA. Chiedo di parlare.
Resoconti P arlam entari — 8761 •— Assemblea Regionale Siciliana
II Legislatura CCLXXXIX SEDUTA 20 Luglio 1954
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CIPOLLA. Signor Presidente, vero è che gli statu ti degli istituti di credito,' in gene
rale, adottano la form ulazione proposta dal
l’onorevole La Loggia, m a è da tenere p re sente che qui siamo davanti ad un istituto di credito di tipo particolare. Si verrebbe, cioè, a creare una situazione per cui l’artigiano com
ponente del Consiglio di am m inistrazione, in rappresentanza della categoria, dovrebbe r i nunziare ad usufru ire delle stesse agevolazioni della legge alle quali tu tti gli altri hanno di
ritto. Questo significa negare al vero artigia
no l’accesso al Consiglio di amm inistrazione e costringere la categoria a farsi rappresentare dall’avvocato Tizio o dal Caio. La norma è ancora più grave quando parla di « rappresen
tanza di enti o ditte da essi amministrati... ».
Quali sono gli enti? Sono proprio le organiz
zazioni degli artigiani. Quindi, se una orga
nizzazione di artigiani usufruisce delle agevo
lazioni della legge, nessuno dei suoi dirigenti può far parte del Consiglio di amm inistrazio
ne. Cioè, attraverso questa form ula noi venia
mo a negare agli artigiani veri, non agli a rti
giani « fasulli », ai procacciatori di voti, l’in
gresso al Consiglio di amm inistrazione; il che non si giustifica neanche dal punto di vista morale. Si obietta che questo artigiano, compo
nente del Consiglio di amministrazione, deve deliberare quando è interessata la sua persona o l’ente che rappresenta. Ma non si tra tta di una commissione di sconto di una banca ordi
naria che deve valutare caso per caso entro li
miti molto vasti che possono andare, per esem
pio, da un m ilione a 200milioni. Qui siamo nel
la situazione particolare di un istituto che dà il credito entro lim iti massimi stabiliti che non si possono in nessun caso superare perchè la legge così impone. Quindi non c’è la valutazio- ne, nè il prudènte arbitrio dei componenti del
la Commissione di sconto che tende a salva
guardare l ’ente. Qui noi ci troviamo di fronte ad un diritto generale, perchè non c’è dubbio che, quando sarà stabilito, come limite in assi- un milione e mezzo, ottocentomila lire, cìnqueeentomila lire, secondo le categorie (cal
ciai, falegnam i od altri), questo lim ite sa ri filassimo, per modo di dire, m a piuttosto un fiiìnimo perchè l’azienda possa vivere. Del re- la form ulazione proposta dall’onorevole La Loggia non fu introdotta nel testo elaborato 'lalla Commissione, perchè il rifarsi continua
m ente agli sta tu ti di a ltri istitu ti bancari ci porta a non considerare il carattere particolare di questo istituto che stiamo creando e che ha la configurazione di una cooperativa, di un consorzio di organismi quali le banche popola
ri, da am m inistrarsi, quindi, con diversi criteri.
Che forse i componenti del Consiglio di am m i
nistrazione di una cooperativa non u s u fru i
scono delle agevolazioni che la cooperativa stessa concede a tu tti i soci? In teressante è che ne usufruiscano entro i lim iti stabiliti. I com
ponenti del Consiglio di am m inistrazione delle casse rurali, se sono agricoltori, non u su fru i
scono dello sconto delle cambiali agrarie come tu tti gli altri?
PRESIDENTE. Non avendo alcun altro de
putato chiesto di parlare, ne ha facoltà, per il Governo, il Vice Presidente della Regione e Assessore alle finanze, onorevole La Loggia.
LA LOGGIA, Vice Presidente della Regio
ne ed Assessore alle finanze. Signor P resid en
te, tu tte le considerazioni fatte dall’onorevole Cipolla possono essere rib a ttu te facilm ente con la semplice le ttu ra della legge istitutiv a dell’Artigiancassa che è un istituto di riscon
to e con la lettu ra del relativo statuto. La leg
ge istitutiva dell’Artigiancassa...
CIPOLLA. Onorevole Assessore, noi stiamo legiferando, non copiando.
LA LOGGIA, Vice Presidente della Regio
ne ed Assessore alle finanze. Siccome lei dice
va che abbiamo tra tto ispirazione da altri tipi di istituti, che stiamo facendo delle cose che sono stranissime, che non si spiegano e che non sono logiche, io le obietto che non solo tutto quello che io avevo detto poc’anzi è as
solutam ente logico e facilm ente comprensibile, ma ha anche un precedente molto significa
tivo proprio nella legge istitutiva dell’Arti- giancassa in cui si dice che « ai m em bri del
« Consiglio di am m inistrazione si applicano le
« stesse incom patibilità fissate per i membri
« del Consiglio generale. I m em bri del Con-
« siglio generale non possono appartenere a
« Consigli di am m inistrazione e alla direzione
« degli istituti e aziende di credito di cui al-
« l’articolo 19 », cioè a nessuno degli istituti di credito che operano nel campo del credito artigiano. Supergiù quello che diciamo noi nel testo in esame. Vale a dire che chi è debitore,
Resoconti P arlam entari 8762 — Assemblea Regionale Siciliana
II Legislatura CCLXXXIX SEDUTA 20 Luglio 1954
personalm ente o perchè rap p resen tan te di un ente o un istituto, della Cassa artigiana, non può far parte del Consiglio di am m inistra
zione.
PIZZO. L ’articolo 5 della nostra legge p re vede una cosa diversa. •
LA LOGGIA, Vice Presidente della Regio
ne ed Assessore alle finanze. L ’articolo 5, le t
tera a) della nostra legge deroga a questo principio, specificatam ente in un solo caso, per il P residente del Consorzio delle banche popo
lari. E videntem ente la nostra legge qui ha vo
luto derogare a questa incom patibilità; ma per tu tti gli altri non possiamo derogare da quello che è un principio di ragion comune, generalm ente ammesso da tu tta la legislazio
ne specifica in m ateria.
CIPOLLA. Possiamo fare una distinzione.
LA LOGGIA, Vice Presidente della Regio
ne ed Assessore alle finanze. E facciamola, CIPOLLA. Possiamo estendere la incom pa
tibilità ai direttori, ma distinguiam o le orga
nizzazioni artigiane e gli istitu ti di credito. A l
lora io sarò di accordo con lei anche per i di
rettori.
PRESIDENTE. La Commissione ha qualco
sa da dire?
ADAMO DOMENICO, relatore. Nella sua maggioranza, la Commissione è d ’accordo con l’Assessore alle finanze.
CIPOLLA. Propongo di aggiungere nello em endam ento La Loggia, dopo la parola « am m in istrati» , le altre « o d ire tti» .
LA LOGGIA, Vice Presidente della Regio
ne ed Assessore alle finanze. A llora il mio em endam ento può essere così modificato:
« Coloro che. personalm ente o in rappresen
tanza di enti o ditte da essi am m inistrati, ab
biano rapporti di debito, ovvero siano o siano stati debitori inadem pienti versò la Cassa a rti
giana o le abbiano cagionato perdite, nonché i dirigenti degli enti o ditte debitrici ».
CIPOLLA. D ’accordo.
PRESIDENTE. Pongo ai voti l’articolo 9, con la modifica proposta d all’onorevole La Loggia. Ne do lettu ra :
A rt. 9.
Non possono far p a rte del Consiglio di am m inistrazione e del Collegio dei sin dati:
a) senatori, dep utati nazionali e deputati regionali;
b) paren ti ed affini fra di loro sino al quarto grado incluso, ed i coniugi;
c) coloro che personalm ente o in rappre
sentanza di enti o ditte da essi amministrati, abbiano rapporti di debito, ovvero siano o siano stati debitori inadem pienti verso la Cassa artigiana o le abbiano cagionato per
dite, nonché i dirigenti degli enti o ditte de
bitrici.
(E ’ approvato)
LA LOGGIA, Vice Presidente della Regio
ne ed. Assessore alle -finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LA LOGGIA,. Vice Presidente della Regio
ne ed Assessore alle finanze. P rim a che si passi alla votazione finale a scrutinio segreto, de
sidero richiam are l’attenzione dell’Assemblea sull’articolo 12 già votato. In esso abbiamo detto: « Alle operazioni effettuate dalla Cas
sa artigiana... » om ettendo di aggiungere — dato che adesso la Cassa funziona quale ente di risconto e non di credito diretto, come ave
vamo previsto nel1 a prim a formulazione del progetto — le parole: « e dagli istitu ti di ere-
« dito previsti d all’articolo 2 ». Chiedo che, in sede di coordinamento, si aggiungano queste parole.
PRESIDENTE. Non sorgendo osservazioni, così rin a n e stabilito.
MACALUSO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MACALUSO. Propongo, in sede di coordi
namento, che all’articolo 9, il terzo comma-
Resoconti P arlam entari — 8763 — Assemblea Regionale Siciliana
il Legislatura CCLXXXIX SEDUTA 20 Luglio 1954
« Il Vice P residente è nom inato dal Consiglio di am m inistrazione » venga modificato come segue: « Il Consiglio di am m inistrazione eleg
ge nel proprio seno il Vice Presidente ».
PRESIDENTE. Non sorgendo osservazioni, così rim ane stabilito.
V otazione p e r scru tin io segreto.
PRESIDENTE. Si proceda alla votazione per scrutinio segreto del disegno di legge testé discusso, nel suo complesso.
Chiarisco il significato del voto: pallina bianca n ell’urna bianca, favorevole al disegno di legge; pallina nera n ell’u rna bianca, con
trariò.
Prego il deputato segretario di fare l’ap
pello.
FÀRANDA, segretario, fa l’appello.
Prendono parte alla votazione: Adamo Do
menico - Alessi - Amato - Antoci - Àusiello - Battaglia - Bianco - Bonfiglio Agatino - Bru- scia - Cannizzo - Cefalù - Celi - Cimino - Ci
polla - Colaj anni - Cortese - Costarella - Cre- scimanno - Cuffaro - C u ttitta - D ’Antoni - De Grazia - D i Blasi - Di Cara - Di Leo - Di M ar
tino - Di Napoli - F aranda - Fasino - Foti - Gentile - G erm anà Antonino - Germana Gioacchino - Gram m atico - Guzzardi - La Log
gia - Lo Giudice - Lo Magro - Macaiuso - Majorana Benedetto - M ajorana Claudio - Mangano - M arinese - M arullo - Mazzullo - Milazzo - M ontalbano - Morso - Ni castro - Ovazza - P iv etti - Pizzo - P u rp u ra - Ramirez - Recupero - Renda - Restivo - Romano Fedele - Romano Giuseppe - Russo Calogero - Russo Giuseppe - Saccà - Salamone - Sammarco - Santagati Orazio - Taormina - Tocco Verduci Paola - V arvaro - Zizzo.
E’ in congedo: Beneventano.
PRESIDENTE, Dichiaro chiusa la votazio
ne. Prego i deputati segretari di procedere al
la numerazione dei voti.
(I deputati' segretari numerano i voti) R isu ltato della votazione.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione per scrutinio segreto:
P resen ti e v o t a n t i : ...69 Voti f a v o r e v o l i : ... 42
Voti contrari: . . 27
(L ’Assem blea approva)
Sui la v o ri d e ll’A ssem blea.
PRESIDENTE. La seduta è sospesa. Invito i capi-gruppo e l ’Assessore alle finanze nei mio Gabinetto per concordare l’ordine dei la
vori per la discussione del bilancio.
(La seduta, sospesa alle ore 12,15, è ripresa alle ore 14,05)
PRESIDENTE. Comunico che nella riunio
ne dei Presidenti dei Gruppi, testé tenutasi, è stata considerata l ’opportunità di non prose
guire la discussione del bilancio, anche per dar tempo ai D eputati di approfondire l’esame dei documenti forniti dal Governo circa i re n diconti degli esercizi finanziari precedenti.
Do lettu ra della seguente decisione presa e sottoscritta dai Presidenti dei Gruppi, onore
voli Adamo Domenico, Salamone, M arinese, Cannizzo e Montalbano.
« 1) E ntro il 20 settem bre i deputati pre-
« senteranno tu tti gli em endam enti al bilan-
« ciò.
« 2) Il 24 settem bre riunione nel Gabinet-
« to del Presidente fra i P residenti dei Gruppi
« per stabilire il calendario ed il metodo degli
« interventi fissandone i lim iti di durata.
« 3) Il 28 settem bre riprendono i lavori con
« la discussione del bilancio.
« 4) Entro il 31 ottobre la discussione deve
« essere ultim ata e la legge deve essere votata.
« I Presidenti dei Gruppi, in rappresentanza
« di questi, assumono form ale impegno di ri-
« nunziare a tu tte le iscrizioni a parlare nella
« eventualità che non siano state esitate en-
« tro le ore 12 del 30 ottobre 1954».
MARINESE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARINESE. Signor Presidente, perchè la decisione dei Presidenti dei Gruppi diventi de-
II Legislatura CCLXXXIX SEDUTA 20 Luglio 1954 Resoconti P arlam entari — 8764 — Assemblea Regionale Siciliana
liberazione delTAssemblea, m i perm etto p re garla di porla ai voti.
PRESIDENTE. Pongo ai voti la decisione testé ad o ttata dai capi-gruppo.
(E approvata)
A nnunzio di p resen tazio n e di p ro p o sta di legge e ric h ie sta di p ro c e d u ra d ’urg en za.
PRESIDENTE. In conseguenza della deci
sione dei P residen ti dei G ruppi, è stata p re
sentata a firma degli stessi onorevoli A da
mo Domenico, Salam ene, M arinese, Cannizzo e M ontalbano, la proposta di legge num ero 444 per la proroga dell’esercizio provvisorio al 31 ottobre. A vverto che essa sarà subito inviata alla G iunta del bilancio, perchè ne riferisca con urgenza a ll’Assemblea.
MARINESE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARINESE. Chiedo che sia adottata la pro
cedura d ’urgenza con relazione orale per la proposta di legge testé annunziata.
PRESIDENTE. Non sorgendo'osservazioni,
pongo ai voti la richiesta dell’onorevole Ma
rinese.
(E ’ approvata')
S u ll’o rd in e dei lavori.
PRESIDENTE. Comunico che nella stessa riunione dei P residenti dei G ruppi si è stabi
lito di tenere sedute fino a venerdì mattina, per discutere, nella prossima seduta, i disegni di legge num ero 381 e num ero 363 e nelle ul
teriori sedute, con precedenza, i disegni di legge num ero 444, num ero 422-425, numero 393 e num ero 395. All ripresa dei lavori, dopo la discussione ed approvazione del bilancio, sa
ranno discussi con precedenza i disegni di leg
ge num ero 121-308 e num ero 220-147-185.
Non sorgendo osservazioni, così rim ane sta
bilito.
La seduta è rinviata al pomeriggio, alle ore 18, per il seguito dell’ordine del giorno.
L a sed u ta è to lta alle o re 14,10.
D A LLA D IR EZIO N E D EI RESO CON TI II D iretto re
Dott. Giovanni Morello A rti G rafiche A. REN N A - P a le rm o