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Cosa fare in caso di truffa?

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Cosa fare in caso di truffa?

written by Carlos Arija Garcia | 12/09/2021

A chi rivolgersi quando si è vittima di un raggiro. Quali sono i trucchi più diffusi e come difendersi dai malintenzionati.

Li chiamano a volte «ingenuotti» o «creduloni» (per non dire altro) ma, in realtà, sono delle persone che rivendicano il diritto di avere fiducia negli altri e di credere che non tutti al mondo agiscono per imbrogliare qualcuno e cavarci qualcosa. Le vittime delle truffe sono le prime a prendersela con sé stesse per essere cascate in qualche trucco che, con il senno di poi, anche un bambino avrebbe evitato.

Smaltita la rabbia, e giusto perché il malintenzionato non l’abbia del tutto vinta, cosa fare in caso di truffa?

Chi ha capito di essere stato raggirato, in linea generale, deve fare tre cose:

denunciare il fatto, cercare di salvare il salvabile dal danno provocato e adottare gli strumenti necessari affinché episodi simili non si ripetano più. Come fare tutto questo e cosa fare in caso di truffa? Vediamo.

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Cos’è il reato di truffa?

Il Codice penale definisce il reato di truffa quello commesso da «chiunque, con artifizi o raggiri, induce altri in errore procurandosi un ingiusto profitto e causando un danno». La pena prevista è la reclusione da sei mesi a tre anni e la multa fino a 1.032 euro.

Ci possono essere, però, delle aggravanti. Succede quando:

il fatto viene commesso provocando nella vittima il timore di un pericolo immaginario o il convincimento erroneo di star eseguendo un ordine dell’autorità;

il malintenzionato approfitti di circostanze di tempo, luogo, persona ed età, tali da ostacolare la legittima difesa pubblica o privata;

quando il fatto viene commesso ai danni dello Stato.

Il reato di truffa è perseguibile in seguito alla presentazione di una querela da parte della persona offesa, a meno che la vittima sia convinta di avere eseguito l’ordine dell’autorità.

Ci sono diversi modi di commettere questo reato. C’è chi, ad esempio, convince una persona ad acquistare un finto oggetto di valore assicurandole che si tratta di un vero affare e che se il prezzo è così basso è perché si tiene conto della crisi, altrimenti, non si riuscirebbe a vendere. C’è chi riesce a truffare anche in silenzio, omettendo, ad esempio, in un contratto di compravendita qualche informazione fondamentale che potrebbe condizionare l’operazione (un’ipoteca a carico, gli impianti da rifare, ecc.). E c’è chi lo fa parlando troppo, come chi ad un colloquio di lavoro si attribuisce delle qualità che non ha creando un danno all’azienda che lo assume. C’è, infine, chi ancora usa il vecchio trucco di sostituirsi ad una pubblica autorità, ad un funzionario del Fisco o ad un addetto della compagnia energetica per entrare nelle case delle vittime e chiedere di esibire tutto il denaro contante per poi sostituirlo con banconote false e fare razzia di preziosi.

E poi, naturalmente, ci sono le truffe online e telefoniche, quelle che da qualche anno mietono più vittime dopo l’exploit dei social network, dei sistemi di messaggistica e degli smartphone. Queste meritano dei capitoli a parte.

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Le truffe telefoniche: come difendersi?

Alzi la mano chi non risponde almeno una volta al giorno ad una telefonata di un call center. La maggior parte delle chiamate sono fatte da onesti operatori che si guadagnano lo stipendio cercando di concludere un contratto di vendita di un bene o di un servizio. C’è, però, chi persegue lo stesso obiettivo in modo illecito.

Una delle truffe telefoniche più diffuse è quella del «sì». Squilla il telefono:

«Pronto?»

«Buongiorno. Parlo con il signor Rossi?»

«Sì».

Ecco fatto. Al malintenzionato, che avrà registrato la conversazione, non resterà che prendere quella risposta affermativa ed inserirla con un piccolo montaggio audio nella parte in cui ha chiesto al signor Rossi se accetta il contratto. In questo caso, basterà rispondere «sono io», «con chi parlo?», «mi dica». Insomma, qualsiasi cosa in cui non ci sia la parola «sì».

Altra truffa abbastanza di moda è quella della telefonata a vuoto. Avviene quando squilla il telefono e dall’altra parte non risponde nessuno: c’è un silenzio quasi irreale, e cade la linea. C’è chi, pensando fosse qualcosa di importante legato al lavoro o ad altro, richiama quel numero. Ecco, non farlo mai: è probabile che ti sparisca il credito del telefono. Lo stesso vale per chi ti lascia un sms da ricontattare o con un messaggio che contiene un link da cliccare: niente di più probabile che venga installato un virus sul cellulare per accedere in tempi lampo alla rubrica e a tutti i dati contenuti nel telefono.

In casi come questi, comunque, va fatta la denuncia alle forze dell’ordine, che potrebbero risalire agli autori delle telefonate.

Truffe online: come difendersi?

Chi si chiede cosa fare in caso di truffa deve fare particolare attenzione ai raggiri online, perché sono diventati i più frequenti. Ecco come difendersi da quelle più diffuse.

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La truffa degli acquisti online

Ordini e paghi un prodotto su un sito che, in realtà, non esiste e che potrebbe appropriarsi dei dati della tua carta di credito per utilizzarli in spese da te non autorizzate: è la truffa degli acquisti online.

Ecco cosa fare:

finché possibile, utilizzare i siti di vendita nazionali, in modo da risolvere meglio eventuali problemi;

controllare bene le recensioni prima di acquistare;

usare la carta di credito: ci sono più probabilità di riavere i soldi indietro;

pagare solo attraverso servizi di pagamento sicuri e rifiutare finché possibile i servizi di trasferimento di denaro o un bonifico bancario;

pagare solo attraverso una connessione Internet sicura, evitando di utilizzare il Wi-Fi pubblico gratuito o aperto;

pagare solo attraverso un dispositivo sicuro con il sistema operativo e il software di sicurezza aggiornati;

diffidare degli annunci di affari spropositati o prodotti miracolosi;

non fidarsi degli annunci pop-up che dicono di aver vinto un premio:

potrebbero contenere un malware in grado di appropriarsi di tutti i dati del dispositivo;

contattare il venditore se il prodotto non arriva. Se non si riceve risposta, contattare la banca e, se la truffa è accertata, le forze dell’ordine.

La truffa del phishing

Hai ricevuto un messaggio via e-mail apparentemente affidabile, perché del tutto identico a quelli che potresti ricevere dalla banca. Nella fretta, clicchi sul link riportato: il pasticcio è fatto, perché vieni reindirizzato ad un sito dal quale verrà inserito un malware nel tuo dispositivo. In altri casi, ti viene chiesto di confermare, per improbabili problemi, i tuoi dati di accesso all’home banking. È la cosiddetta truffa del phishing.

Ecco cosa fare:

tenere aggiornati software, browser, antivirus e sistema operativo del dispositivo;

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diffidare dalle e-mail di presunte banche che ti chiedono di confermare dei dati sensibili per posta elettronica: un istituto di credito non lo farebbe mai, quindi è un palese tentativo di truffa;

controllare grammatica ed ortografia del messaggio: spesso, i tentativi vengono fatti dall’estero da chi non ha molta dimestichezza con l’italiano più corretto;

non cliccare mai su link sospetti e non scaricare degli allegati se non si ha la certezza dell’identità del mittente.

La truffa sentimentale

Qualcuno ti contatta su un social network e, dopo qualche giorno (c’è chi lo fa dopo qualche minuto), dichiara di provare dei sentimenti per te. Ti chiede delle foto o dei video che, con il tempo, dovranno essere sempre più intimi. Una volta ottenuta la tua fiducia, cominceranno le richieste di denaro o dettagli della tua carta di credito o del tuo conto bancario, sia a scopo di ricatto («altrimenti pubblico le tue immagini sui social») oppure fingendo di avere bisogno di aiuto. Se si paga, verrà chiesto sempre più denaro. È la cosiddetta truffa sentimentale.

Occorre:

cercare delle informazioni quella persona, per vedere se le foto che dice di avere scattato apposta sono in realtà pubblicate altrove;

controllare grammatica ed ortografia: nella quasi totalità dei casi, si tratta di persone che non vivono in Italia e che si appoggiano a circuiti di trasferimento di denaro che non lasciano traccia;

non credere alle scuse della telecamera che non funziona o del segnale che non c’è: si tratta di trucchi per non svelare la loro vera identità (Lauretta86 potrebbe essere Gigi, ad esempio);

non condividere foto o video spinti che diano luogo a futuri ricatti;

non inviare denaro o dati relativi a carte di credito, account bancari o documenti personali;

in caso di appuntamento di persona, informare qualche parente o amico di dove si sta andando e con chi: si tratta pur sempre di una persona sconosciuta;

non fare mai dei pagamenti anticipati o dei trasferimenti di denaro per conto di terzi: potrebbe scattare il reato di riciclaggio;

se la truffa è stata consumata, presentare denuncia alle forze dell’ordine,

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interrompere i contatti immediatamente senza cancellare la chat (nel caso sia stata conservata) e, se ci sono stati dei pagamenti, contattare la banca.

È importante anche segnalare l’episodio al sito su cui si è entrati in contatto con il truffatore.

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