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Excursus Storico

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Academic year: 2021

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1.1 LE ORIGINI

Dall’antichità difficilmente è possibile visionare testimonianze in merito a veri e propri luoghi di cura, intendendoli come ambiti in cui si concentrava il concetto sociale di assistenza pubblica e sanitaria.

Il primo “luogo di cura” può essere fatto risalire e coincidere con il rifugio - casa, legato alle prime necessità dell’uomo primitivo di difendersi dalle intemperie e dai cambi climatici. Il benessere è un’esigenza primordiale dell’uomo, per cui si è sempre cercato di trovare i mezzi per assicurarlo: da una parte la cura, dall’altra il luogo dove poterla effettuare.

A partire dal 3500 a.C. periodo denominato “pre classico” si hanno notizie in merito alle pratiche della medicina, ma non vi sono corrispondenti fonti in merito ai luoghi in cui tali azioni venivano effettuate.

Principalmente prevalevano due concetti di medicina “pre-classica” : • Medicina legata alla magia;

• Medicina legata alla divinità, ritenuta come punizione impartita dagli dei per comportamenti umani non consoni.

Medicina descrizione Luogo di cura Periodo a cui

risalgono le prime notizie

CINESE La malattia e la salute sono dovute al giusto equilibrio e armonia tra:

-Yang: principio maschile - Yin : principio femminile

Pratica di chirurgia e agopuntura

- dal 3500 a.C.

INDIANA Pratica chirurgia, cura malattie del corpo, talvolta con elementi di magia e religiosità, cura le malattie infantili, tossicologia, preparazione di elisir

- 2500- 1500 a.C.

EGIZIANA Presenza di sapienza medica unita a magia e religione

Preparazione di ricette mediche (polveri, tisane, decotti, pastiglie) Pratica della chirurgia Sanatori vicino o all’interno dei templi 3000 a. C. – 1000 a.C. MESOPOTA-MICA

Presenza di un minimo livello di sapienza con pratiche mistiche e occulte. Cura delle malattie tramite le piante, lavacri, abluzioni, sacrifici espiatori

- 3000 a.C. -2000 a.C.

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EBRAICA Basata principalmente sul concetto religioso:

- Dio visto come fonte di malattia e di risanamento

- Dio ha creato le piante e i medicamenti per permettersi all’uomo di curarsi - il Sacerdote è l’eletto per assicurare la guarigione

- 1200 a.C – 550 a.C

ASSIRO - BABILONESE

La malattia viene percepita come messaggio della divinità e viene curata con la magia e tramite esorcismi.

Il Codice di Hammurabi riporta cognizioni anatomiche nelle procedure chirurgiche

- 1792 a.C. – 323 a.C.

Tabella 1: Popoli e Malattie

In Egitto si hanno testimonianze in merito ai tempi di Iside e di Serapide dove erano presenti locali atti ad accogliere i malati che desideravano e speravano di ottenere dalle divinità durante il sogno circa le modalità di guarigione.

Le prime notizie legate ad un alto grado di sviluppo, non solo dal punto di vista della medicina ma anche dell’attenzione al sociale e alla creazione di luoghi dedicati alla salute, si ritrovano nella Grecia fin dal 700 a.C. Esistono testimonianze inerenti bagni e latrine a Cnosso e l’esercizio dell’arte medica praticata da esperti.

L’assistenza ai malati era affidata alle figure dei medici retribuiti con le tasse cittadine “iatricon" e avveniva:

• a domicilio del paziente, per lievi malattie;

• a domicilio del medico o presso lo “iatreion” in caso di gravi malattie.

Il termine atrio, dal greco iatròs (medico) è la bottega laica del medico ippocratico, posta al centro delle vie di comunicazione cittadine ampiamente frequentate, in quei quartieri della città denominati “xenonen”, nelle parti delle case adibite a foresteria. A Roma si ha testimonianza di simili abitazioni destinate alla visita e cura del malato.

In questa fase la medicina è legata ai contenuti mistici e si adorano le divinità: - Apollo (fondatore dell’Arte Medica)

- Atena (legislatrice della salute e sanità)

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I miti greci narrano dell’allievo di Chirone – Asclepio (figlio di Apollo e Coronide per Pindaro), che compiva guarigioni miracolose durante il sonno dal contatto con la divinità o con il serpente.

Figura 1: Tempio di Asklepieion a Epidauros (V sec a.C.)

I primi luoghi assimilabili a strutture per la salute sono gli Asklepieion (tempi di Asclepio) dove il tempio è parte di un tutto per permettere l’adorazione degli dei e la successiva guarigione.

Nella struttura sacra, percepita come un vero e proprio santuario della divinità - medica si svolgevano riti di guarigione. In particolare gli assistiti venivano curati secondo le teorie di “medicina positiva” indicate da Ippocrate mediante sacrifici, digiuni, cure del sonno e del sole.

Tempio Greco Cappella Luogo per la

meditazione

Fattore determinante: religione che si rivolge a coloro i quali permettono la guarigione. Oggi in una struttura per la salute, affluiscono persone di diverse razze e religioni, per cui sta crescendo la sensibilità dei programmatori e progettisti di concepire un luogo di “culto plurimo”, capace di rispondere alle esigenze dei diversi utenti.

V sec a.C. medioevo rinascimento oggi e domani

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L’assistito doveva essere purificato nella fontana sacra prima di poter essere ammesso nell’abaton a dedicarsi al sonno sacro per la cura voluta dalle divinità. In questa zona il sonno era indotto tramite appositi infusi preparati a base di erbe soporifere e si attendeva poi che la divinità nel momento in cui appariva nel sonno indicava la cura dei suoi mali.

Asklepieion di Kos (Grecia) - Ambiti spaziali omogenei

1. scalinata ingresso principale

2. porticato ellenico

3. bagni (toilette)

4. terme

5. mura di contenimento con serbatoi d’acqua

6. fonti di purificazione

7. piccolo tempio Xenophon

8. scalinata seconda terrazza

9. altare

10. tempio Ionico di Asklepio

11. residenza del sacerdote

12. esedra semicircolare - teatro

13. tempio in ordine corinzio

14. scalinata terza terrazza

15. tempio dorico di Asklepio

16. porticato

A: luogo di cura all’aria aperta della corte

Figura 3: ricostruzione spazi della struttura della salute – tempio di Asklepeio di Kos [www.nostalgia.gr]

Le strutture pervenute sino ad oggi evidenziano una particolare attenzione alla collocazione in luoghi limitrofi alla città. Particolare attenzione viene dedicata all’esposizione: importante era la superficie dedicata all’elioterapia.

L’Asklepieion di Kos è collocato a 3,5 km dalla città di Kos; esposto in una posizione atta a perseguire finalità di salubrità (esposizione e sole sono elementi fondamentali), evidenzia un legame profondo con Ippocrate e le sue teorie (secondo cui la salute è basta sull’equilibrio di

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quattro umori: sangue, flegma, bile gialla e nera). La natura stessa, insieme alle divinità, interveniva per ristabilire l’equilibrio con la sua capacità curativa su qualsiasi umore alterato. L’Asklepieion si presenta ricco di offerte votive con dipinti tra cui “Anadyomene Aphrodite” da cui venne tratto il murale di Pompei.

Ambiti Spaziali Omogenei dell’Asclepieion di Pergamon

1. base statua imperatore

2. strada di incamminamento con bazar 3. cortile di ingresso

4. propileo e scalinata ingresso nella corte interna 5. cortile interno

6. tempio di Asclepio

7. edificio termale – casa della cura

8. passaggio sotterraneo e sistema idraulico 9. fonte per la cura

10. porticato : 10a porticato sud- 10b porticato ovest - 10c porticato nord 11. spazi di riunione e servizi

12. via del commercio

13. spazio centrale (tempio, sala sognatori, sala cerimonie, sala cure) 14. teatro romano

15. biblioteca

Figura 4: ricostruzione spazi della struttura della salute – tempio di Asklepeio di Pergamon

L’Asklepieion di Pergamo a Bergama (Turchia), antichissima città della Misia in Asia Minore risalente all’epoca ellenistica con successivi interventi da parte dei Romani, presenta una più ampia varietà di ambiti spaziali. Oltre ad essere un tempio della salute appare come un vero e proprio centro benessere, con costruzioni accessorie quali piscina all’aperto, un edificio con vasche rotonde per i trattamenti termali.

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Forte innovazione è data dal meccanismo idraulico che permette di rinnovare l’acqua delle vasche. Tale fattore permette di appurare una profonda analisi delle esigenze e delle risposte funzionali rivolte ad assicurare sicurezza, benessere ed igiene.

Il porticato, elemento presente in ogni Asklepieion, era dedicato ad ospitare attività di riposo e cura del sonno o del sole a seconda dell’esposizione. Da una raffigurazione [Banner, 1956] è possibile vedere un’ipotesi di ricostruzione delle attività e vi si legge un primo richiamo alle corsie, con uno spazio dedicato al passaggio e uno alla sosta.

Figura 5: Rappresentazione porticato Asklepleion

Medicina descrizione Luogo di cura Periodo a cui

risalgono le prime notizie greca Secondo Ippocrate la salute è legata alla

giusta armonia tra i quattro umori

Templi di Asklepieion iatreion

dal 700 a.C.

romana La medicina e la salute dei cittadini e dei soldati erano ritenuti di fondamentale importanza; era prevista l’igiene alimentare, il trasporto e stoccaggio dell’acqua con acquedotti e serbatoi di grande ingegneria, l’igiene post morte, attività fisica e norme igienico sanitarie.

Tempio di esculapio e medicatrinae (isola tiberina) - Valetudinaria (private e militari) Dal 300 a.C.

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1.2 ETÀ ROMANA

Secondo il medico e storico della medicina Meyer Steineg, a Roma la medicina risultava già praticata prima dell’approdo dei medici greci (300 a.C). L’arte del medico era affidata inizialmente a schiavi adeguatamente istruiti per cui ci furono problemi legati ad un primo inserimento dei medici greci.

Le prime strutture per la cura di cui è giunta notizia sono: • valetudinari (privati e militari);

• il tempio di Esculapio (corrispettivo del tempio greco allocato sull’Isola Tiburtina a Roma);

• le taberne mediche (riportate sui racconti di Clinio, I secolo a.C.) • le terme.

I contributi significativi dei romani per le generazioni successive e per il tema della salute, nonché della medicina sono da ricercarsi nelle innovazioni nell’edilizia pubblica e privata ovvero l’introduzione di sistemi ingegneristici sanitari e idraulici innovativi (acquedotti in tutto l’impero, tubazioni sviluppate, sistemi sanitari evoluti…).

Valetudinarium

I primi valetudinarium di cui si ha notizia sono quelli inizialmente istituiti per curare gli schiavi. Uno schiavo malato, secondo quanto previsto dalla legge Claudia, qualora abbandonato dal proprio padrone e in seguito guarito acquisiva il diritto alla libertà: era pertanto interesse dei patrizi curare il proprio schiavo per non perderlo. In seguito gli stessi cittadini liberi romani scoprirono la cura presso i valetudinarium. Attigue ai valetudinarium sorgevano le domus dei medici.

Tradizione

Medicina greca - strutture per la cura Asklepieion

Innovazione Opere idrauliche di ingegneria Acquedotti e sistemi di tubazioni interni

strutture per la cura civile e militare

Sustainable building for Healthcare diffusione nelle città dell’impero di:

strutture per la cura civile e militare stabilimenti termali

con opere civili di alta ingegneria

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1. ingresso

2. amministrazione 3. cura

4. altri servizi 5. corte interna

Figura 6: Modello di valetudinarium ricostruito- Rheinisches Landesmuseum, Bonn.

I valetudinarium si articolavano in una struttura che ad oggi potrebbe identificarsi con una struttura a piastra forata ad un unico piano o eventualmente con sole limitate zone rialzate. Sui corridoi (ricordo dei porticati greci) si affacciavano le varie stanze - infermerie dove erano curati i malati. Il corpo dei corridoi risultava di tipo a “corpo triplo”, ovvero composto da stanza infermeria - cura, corridoio e stanza infermeria.

Le stanze della cura avevano così due affacci, uno sul corridoio, l’altro sulla corte interna - porticato o sull’esterno.

I valetudinarium militari, creati successivamente al momento della costituzione dell’esercito permanente sotto l’impero di Augusto, risultavano spazi previsti e progettati in una parte dell’accampamento di guerra. Erano interni alle mura e inseriti nel reticolo di vie tra loro ortogonali, vicini al quartiere generale. Le infermerie militari possono essere ritenute i primi luoghi dedicati esclusivamente alla cura del malato e all’eventuale riabilitazione da ferite di guerra.

Tra gli esempi significativi di valetudinarium militari del 1° secolo d.C. si può fare riferimento a quello di Carnuntum e Novaesum – presso Dusseldorf. La pianta dell’ospedale militare di Carnuntum è articolata con una piastra forata esclusivamente dedicata a svolgere le funzioni di cura, con un’ampia corte interna e un affaccio del corpo unico sulla corte o sull’esterno. L’ospedale di Novaesum presenta invece un’evoluzione e una maggiore attenzione alle norme igienico sanitarie. Il criterio che è stato seguito nella costruzione di questa infermeria

stanza cura con affaccio su esterno corridoio

stanza cura con affaccio su corte interna

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militare evidenzia una razionale distribuzione dei percorsi, con differenziazione del corridoio (luogo di connessione ai vari spazi funzionali) dalle stanze dove avvenivano le cure mediche infermieristiche. 1. vestibolo 2. refettorio 3. amministrazione 4. corridoio 5. infermeria interna 6. corridoio interno 7. infermeria esterna

Figura 8: schema infermeria militare di Novaesum

Ulteriori spazi a servizio dei luoghi di cura, quali il refettorio, l’amministrazione, i locali per i dipendenti e il vestibolo si articolano in corpi separati nel caso di Carnuntum, e in modo concentrico in Novaseum. Nel primo periodo la piastra forata di Carnuntum presenta una singola fila di stanze di cura, successivamente diviene anche esso a corpo triplo.

Ambiti spaziali nell’infermeria militare di Carnuntum stanze di cura

corte interna corridoio

I periodo II periodo Figura 9: ambiti spaziali nel I e II periodo del 1° secolo d.C, Carnuntum

L’infermeria militare di Vindonissa nella Gallia Belgica si presenta anche esso con piastra rettangolare forata con al centro una corte e il refettorio al suo interno, disposto in forma concentrica rispetto alla piastra. Si alternano nell’intera piastra degli anelli rettangolari concentrici nei quali si svolgono le funzioni attività ad essi attribuiti:

- curare il paziente stanze degenza e cura; - collegare gli spazi corridoio e corte interna; - distribuire i pasti refettorio

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le terme romane

I primi bagni pubblici o thermae vennero costruiti a Roma dal Console Marco Vipsanio Agrippa nel I secolo a.C. nel Campo Marzio.

Figura 10: Pittura delle Terme di Diocleziano, 298 - 306 d.C.

The public baths became the social epicenter of the community, combining the core civic functions of personal hygiene, spiritual worship, social interaction, and wellness in a single location.

INNOVATION IN HOSPITAL ARCHITECTURE- Stephen Verderber, 2010

Le terme rappresentavano quel concetto innovativo che rispecchia la ricerca odierna della salute nella presenza di SPA e centri termali, dove acqua e sole sono i principi per una prevenzione e cura della salute con metodi naturali.

I Romani si distinsero proprio per il fattore innovativo dato alla medicina grazie ai nuovi edifici sostenibili, dalle architetture imponenti e dotati dei più sofisticati sistemi idraulici e ingegneristici per il loro funzionamento in piena sicurezza, il benessere e l’igiene.

Le nuove terme romane vennero disseminate nelle varie parti dell’Impero, diffondendo così le tecniche ingegneristiche di acquedotti e cure termali. Gli stabilimenti termali includevano opere di ingegneria e architettura quali la sistemazione del territorio circostante, le vie di trasporto, l’apporto di acqua fresca tramite acquedotti e tubazioni interne, lo scarico delle acque utilizzate, l’utilizzo di materiali locali, le tecniche costruttive innovative con ampie luci coperte e sistemi per abbassare i rischi dovuti all’umidità.

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Le thermae romane superarono ben presto le tecnologie dei vicini Greci, valorizzando tali istituti grazie alle cure termali, ai bagni con acqua calda, ma soprattutto rendendole luoghi di ritrovo della società, ove si incontravano gli amici e si poteva passare del tempo libero, non necessariamente all'interno della vasche. Le terme talvolta potevano essere luoghi di acquisizione di cultura per le classi più basse, poiché all’interno si effettuavano letture pubbliche di testi e opere dell'epoca e la presenza di un teatro permetteva l’organizzazione di rappresentazioni teatrali.

Uno dei motivi che permise al Popolo romano di raggiungere l'età media di 55 anni, è forse da ricercare proprio nell’attenzione a curare regolarmente il proprio corpo sotto l'aspetto igienico.

1. Teatro 2. Stadio 3. Biblioteca 4. Hortus

5. Corridoi – spazi di socializzazione 6. natatio- piscina 7. atrium 8. apodyterium 9. Spheristerium 10. Frigidarium 11. Tepidarium 12. Calidarium

Figura 11: Pianta con ambiti spaziali delle terme di Diocleziano

il tempio di Esculapio

Il primo tempio romano dedicato a Esculapio (divinità romana corrispondente ad Asklepeio greco) di cui si hanno notizie è quello costruito sull’Isola Tiburtina a Roma, sulle sponde del Tevere. In tale edificio prevale più il ruolo della religione che quello della medicina, in confronto ai templi Asklepieion della Grecia.

Tavolette ex-voto testimoniano come vi si recassero in pellegrinaggio coloro che avevano chiesto l'intercessione della divinità per ottenere la guarigione. Probabilmente non si trattava di un vero e proprio ospedale dove poter assicurare le adeguate cure ai malati

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pellegrini, quanto un luogo similare ad un lazzaretto dove l’ammalato veniva portato o vi si recava, in attesa del passaggio alla vita eterna.

Figura 12: Isola Tiburtina

1.3 I PRIMI OSPEDALI

Le strutture per la salute in Occidente

È con lo sviluppo del Cristianesimo che inizia a svilupparsi la concezione di assistenza ospedaliera e si conia il termine di ospizio, ospedale, ostello, hospitale, hotel, dal latino hospes – colui che accoglie temporaneamente altri nella propria dimora. L’hospitale, nella concezione latino cristiana, era l’asilo gratuito, che funzionava per accogliere tutte quelle anime afflitte, così come Gesù Redentore.

Presso i conventi religiosi si veniva a creare una nuova forma di assistenza verso i poveri, malati e infermi. Questa prima accoglienza si formalizzava negli anni successivi nella creazione di vere e proprie aree dedicate all’accoglienza e pertanto all’istituzione dell’ospedale conventuale.

Le prime testimonianze in merito alle strutture di ricovero per pellegrini e per la cura dei sofferenti si hanno dopo la pace di Costantino, con le visite di poveri e malati da parte del Diaconi, con i primi soccorsi e ospitalit dapprima nelle case, in seguito – moltiplicandosi il numero dei bisognosi - in quelli che vennero chiamati Xenodochi.

Un esempio di questo ultimo è rappresentato dallo Xenodochio romano ad Ostia, costituito da:

• basilica

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• corridoi e gallerie

• infermerie - corsie di degenza

Nei paesi d’Oriente si narra di una ampia diffusione di centri dove poter offrire le cure assistenziali, in particolare a Costantinopoli vennero fondati da S. Elena madre di Costantino. L’ampia diffusione era dovuta da una parte allo sviluppo del Cristianesimo, dall’altra all’osteggiamento compiuto dalle religioni orientali. Anziché combattere con le armi il Cristianesimo venivano costruiti altrettanti luoghi di cura per attirare le masse di pellegrini bisognosi di cura.

Ambiti spaziali omogenei Xenodochio

1. ingresso

2. corte con quadriportico e pozzo 3. basilica

4. corridoi e gallerie

5. infermerie- corsie di degenza

Figura 13: esempio di Xenodochio e relativa dislocazione degli ambiti spaziali

Durante il Medioevo le strutture per la salute svolgono un compito assistenziale e caritativo, basato sull’etica della caritas cristiana. Per questo dal punto di vista tipologico i caratteri sono assimilabili e conformi a quelli dei luoghi di culto; nei monasteri i soggetti che curavano erano i preti-medici, che si occupavano di curare l’anima (principalmente) e il corpo.

Assistere un sofferente e bisognoso divenne sin dal 325 d. C. un preciso obbligo e imperativo per il “religioso”, missione sancita da chiare e precise regole dettate dal Concilio di Nicea: ogni Vescovato e Monastero aveva l’obbligo di istituire in ogni città ospizi e luoghi di cura per pellegrini, poveri, malati.

Con il passare del tempo nel 534 d. C il Codice Giustiniano elenca vari tipi di luoghi per la cura che si andavano delineando:

xenodochio - centri di accoglienza;

ptochia - struttura destinata ai poveri;

gerontocomio - strutture per anziani;

brefotrofio - luoghi dove si curavano i bambini,

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orfanotrofio - strutture per bambini che avevano perso i genitori,

nosocomio - struttura destinata a qualsiasi tipo di infermo, ad oggi sinonimo

dell’ospedale

Seppure il periodo del medioevo sia contrassegnato dalla fondazione di molti istituti di tipologie con spazi assimilabili a quelli del culto, non altrettanta attenzione veniva posta alle norme igienico sanitarie. Le strutture si articolavano con sale di degenza collocate in ampi spazi – aula principale suddivisa in navate – senza alcuna separazione fisica con mura; spesso i pazienti meno gravi si trovavano a contrarre malattia da quelli più gravi collocati a loro vicini, se non talora nello stesso letto.

Tra le testimonianze grafiche e scritte si ha notizia circa numerose Abbazie nelle quali spesso l’attività sanitaria era affiancata dalla ricerca di erbe medicamentose.

Nell’ IX secolo sorgono in Europa progetti e realizzazioni di abbazie con annessi gli spazi dedicati alla salute. Tra le più importanti l’Abbazia di San Gallo in Svizzera che presenta ambiti spaziali derivati da precise funzioni: infermeria per i religiosi, albergo dei pellegrini, spazi destinati ad anziani e malati.

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2. Fonte battesimale 20. erboristeria

3. ambone 21. giardinieri

4. coro 22. cortile

5. biblioteca 23. locale granai

6. sacrestia 24. locale macine

7. sala capitolare 25. locale mortai

8. parlatorio 26. essiccatoio per il malto

9. parlatorio per poveri 27. palafrenieri

10. cantina e magazzino 28. alloggi vaccari

11. stufa e dormitorio 29. alloggi domestici

12. refettorio e spogliatoio 30. stalle pecore

13. cucine 31. stalle porci

14. bagni 32. stalle capre

15. birrerie 33. stalle cavalli

16. panetterie 34. stalle vacche

17. economati 35. latrine

18. casa per i salassi

Figura 14Complesso abbaziale- Ambiti Spaziali Omogenei

La costruzione dell’Abbazia di San Gallo aveva avuto inizio dal 613 e divenne ben presto un modello per la costruzione di edifici per la salute nell’Europa.

L’Abbazia appare in pianta come una sorta di piccola città ben definita nei percorsi e negli edifici. La Chiesa è situata al centro e ad essa si affiancano gli spazi destinati ai monaci e all’accoglienza dei pellegrini. Gli edifici destinati alla cura dei malati – degenza, ambiente per i salassi (una sorta di precedente dell’attuale sala chirurgica), la casa dei medici, l’ospedale con relativo chiostro, la farmacia-erboristeria e relativo giardino per la coltivazione diretta delle essenze – piante medicali necessarie per la guarigione.

Per numerosi secoli l’Abbazia di San Gallo e la tipologia di ospedale similare a quella liturgica resterà un modello relativamente fisso. L’assistenza ai malati dipenderà egualmente da ordini religiosi per poter assicurare il benessere non tanto fisico ma quello morale, attraverso la fede.

L’undicesimo secolo vede la fondazione di alcuni ordini religiosi con il preciso dovere di seguire l’istituzione e la gestione degli ospedali. Numerose abbazie, similmente a quella di San Gallo (Benedettina), predispongono spazi destinati all’accoglienza di pellegrini, alla cura dei bisognosi (sia religiosi che gente comune).

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L’ordine cistercense, ordine monastico di diritto pontificio, nato all’interno della congregazione cluniacense con l’obiettivo specifico di riacquisire l’austerità dettata dalla regola di San Benedetto, si espresse con impegno costruendo abbazie e ospedali conventuali capaci di rispecchiare tali caratteri.

L’Abbazia di Casamari in Italia, dell’ordine Cistercense, presenta particolari caratteristiche, che sembrano ripercorrere il percorso storico a partire dai tempi dei Romani. Nell’intorno dell’Abbazia sono state rinvenute testimonianze che segnalano la presenza nella parte orientale di:

- xenodochium

- infermeria per i monaci

La tipologia della Chiesa dell’Abbazia ricalca fedelmente la tipologia delle abbazie cistercensi, con un particolare richiamo in planimetria a quella di Fontenay a tre navate di cui la centrale di proporzioni doppie.

1. Rovine xenodochium 2. Infermeria per i monaci 3. Chiesa

4. Chiostro 5. Casa Abbaziale 6. Corte esterna

7. servizi annessi alla’Abbazia

Figura 15: Ambiti Spaziali Abbazia Casamari

Le abbazie, nonostante il livello contestabile di raggiungimento del benessere igrotermico ed igienico sanitario, evidenziavano di contro caratteri di sostenibilità. Erano autosufficienti, con produzione autonoma (provvisti di orti e giardini con erbe medicinali, allevamenti di

Foto Agnes Prezler 2 1 3 4 5 6

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animali, sistemi per la produzione di calore) di quanto necessario al fabbisogno giornaliero e utilizzavano per le costruzioni perlopiù materiali locali (soprattutto pietra).

Mentre le abbazie sorgevano generalmente lontane dalla città, l’Hotel de Dieu vede il suo diffondersi nelle città. L’Hotel de Dieu, tipologia ospedaliera diffusa in Francia, rappresenta una tappa fondamentale dell’edilizia dei luoghi di cura.

L’Hotel Dieu di Parigi, fondato nel IX secolo e successivamente ampliato, sorgeva sulle rive della Senna. Dell’Hotel Dieu di Parigi non rimane alcuna testimonianza fisica - muraria dell’esistenza, rimangono solo documenti storici e grafici.

Attraverso testimonianze storiche è noto che le condizioni igienico sanitarie nelle strutture Hotel de Dieu risultavano altamente carenti, sia dal punto di vista della disposizione dei locali che per quanto riguardava il trattamento indifferenziato delle malattie delle persone sottoposte a cura.

«Le infermerie di solito erano allocate in locali umidi e scarsamente

illuminati, sprovvisti di locali annessi di servizio, salvo qualche primitiva latrina. Solo talvolta si trovava una sala separata per aggravati. I ricoverati, che erano l’ordinario dei poveri diseredati, poiché le famiglie provviste di mezzi solevano curare in casa i loro i malati, erano degenti a due, quattro per letto. I letti erano costituiti da enormi pagliericci, montati su cavalletti od altri sostegni, spesso chiusi da padiglioni o baldacchini, o anche in alcove. In tali sale erano accolti promiscuamente malati di forme mediche, chirurgiche ed infettive. Molti, entrati per infermità leggere, vi contraevano gravi infezioni, e la mortalità, specialmente tra le puerpere ed i feriti, era altissima. Tutti i servizi, dai più intimi e delicati ai più malsani, si svolgevano in sala. I cadaveri non di rado restavano a lungo vicino ai malati, prima di essere rimossi. I teli si lavavano nel vicino corso d’acqua dove talvolta sfociavano tutti i rifiuti» Ronzani, 1942

L’Hotel Dieu de Beaune, testimonianza fisicamente rilevabile ad oggi, si caratterizza per la presenza di un cortile fiancheggiato da porticati di legno, elemento che permetteva una maggior possibilità di cura per l’apporto di aria sana durante le ore passate in esso.

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Figura 16: corsia dell’Hotel Dieu con mostra della disposizione dei letti e dei malati

L’ospedale seppure parte della città per le scarse condizioni igienico sanitarie si configurava come “lontano” dalla città.

La luce naturale e la ventilazione per secoli furono elementi di minimale importanza: gli elementi di apporto di luce naturale e di ventilazione per il ricambio d’aria erano ritenuti di scarsa importanza al momento della costruzione delle lunghe corsie longitudinali a navata. L’Ospedale di Fontenilles-Tonnerr, Francia, presentava dei piccoli fori di drenaggio ricavati nella pietra sui quali prendevano aria le finestre della corsia, appena visibili dall’esterno. Tali dispositivi, seppur innovativi, erano igienicamente poco efficaci; consistevano nel permettere al vapore che si creava all’interno di poter scorrere lungo i davanzali per giungere quindi all’esterno. Ulteriore dispositivo presente era una piccola apertura a forma di quadrifoglio, posizionato nel soffitto e scavata all’interno delle assi di legno. Il flusso dell’aria da cambiare era spinto verso l’alto, con un moto che doveva seguire l’andamento della volta a botte prima e poi essere espulso dalle aperture presenti in copertura di tipo a capanna a due spioventi. Generalmente i luoghi di cura erano dotati di diverse aperture, così come visibile per l’Ospedale St. Mary, o per L’Abbazia di Ourscamp; questa ultima presentava tre ordini di aperture: due destinate esclusivamente all’ingresso di luce e non apribili, una fila inferiore con tre piccole finestre apribili per il ricambio dell’aria. A livello superiore erano collocate, secondo la tradizione liturgica le finestre per il contatto con Dio, la luce, ovvero le finestre “sacre”, le altre, non permettevano comunque di vedere dall’esterno.

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Figura 17: Ospedale St. Mary – esterno (a sinistra l’area sacra, a dx con minor luce lo spazio per la cura) ed interno aree sacre al termine della corsia con spazi adibiti alla cura

A livello di riscaldamento la composizione in pietra e con alti volumi rendeva inefficace ogni sistema di riscaldamento: i malati erano costretti a ripararsi all’interno delle tende, ammassandosi tra loro per cercare un po’ di calore umano.

Ambiti spaziali ospedale St. Nicholas

1. ingresso con portico 2. corridoio

3. zona cura dei malati

4. zona di passaggio, separazione 5. zona sacra - cappella

6.latrine

7. passaggio coperto 8. ospedale preesistente

Figura 18: Ospedale St Nicholas, Salinsbury

Cappella Stanza degenze con

corridoio e spazi di cura

2 1 3 3 4 5 6 7 8

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Le strutture per la salute in Oriente

Contemporaneamente all’evoluzione tipologica degli ospedali nell’occidente, equivalente se non maggiore evoluzione si ha nei paesi orientali.

Testimonianze scritte documentano in merito ad un ospedale costruito intorno al 1100, annesso al monastero di San Salvatore P. di Costantino. La struttura risultava con un’organizzazione degli spazi funzionali e dei percorsi altamente definita e attenta ad aspetti legati al benessere della persona. I reparti di degenza erano differenziati in relazione al tipo di malattia, con specializzazioni nelle cure; erano presenti inoltre differenziazioni di corsie tra pazienti interni ed esterni, al fine di poter evitare contagi.

Il popolo arabo nel XII secolo si trovava in un periodo di forte sviluppo e libertà verso nuove migliorie; si fanno conservatori e innovatori nel tempo della medicina greco-romana, fondando scuole e numerosi documenti utili anche all’Europa in seguito all’uscita dal periodo buio del Medioevo per affrontare la medicina con un occhio di innovazione.

L’ospedale del Cairo, fondato nella seconda metà del 1200 dai Sultani, risulta similare per disposizione funzionale spaziale per specializzazione dei reparti.

In questo periodo, florido per l’Oriente, ricco di scambi commerciali con l’occidente, nascono i primi ospedali a croce quali edifici religiosi e per la salute, e sembrano aver influenzato le prime strutture ospedaliere italiane quattro cinquecentesche (si pensi all’Ospedale di Filarete).

Testimonianze storiche raccontano delle cure specialistiche che avvenivano nei Bimaristan della Siria e Marocco operativi dall’epoca del medioevo, con reparti specializzati per la cura di malattie mentali. Tali strutture presentavano un delinearsi di percorsi e spazi ben definiti. Gli spazi che si articolavano nel Bimaristan si possono così riassumere:

- ingresso principale, ampiamente decorato; - spazi di cura, cliniche specializzate;

- farmacia – casa delle bevande; - biblioteca;

- iwan (tipico termine persiano per indicare una ampia stanza chiusa su tre lati e completamente aperta nel quarto che apre il fronte su uno scenario completamente aperta – corte; caratterizzata dalla presenza di volte decorate);

- corte con ampio porticato e tema dell’acqua al centro; - stanze degenza uomini;

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- corti interne con il tema dell’acqua; - uscita per i pazienti guariti;

1. ingresso principale; 2. spazi di cura pubblici; 3. iwan principale; 4. iwan secondario; 5. corte;

6. vasca d’acqua;

7. stanze degenza uomini; 8. stanza degenza donne; 9 stanza casi gravi;

10. corti interne con il tema dell’acqua;

11. corridoi

12. uscita per i pazienti guariti;

Figura 19: Ambiti spaziali Bimaristan Alep, Syria

Il Bimaristan si caratterizza per una disposizione degli spazi per gradi, dai luoghi accessibili al pubblico a quelli più privati, destinati ad accogliere i pazienti in cura, sino ad arrivare alla collocazione di celle destinate ai casi difficili.

Le cure avvenivano con vari metodi, tra cui l’utilizzo di droghe, musicoterapia, massaggi, con appositi spazi ad essi destinati.

All’interno del Bimaristan era allestita anche una scuola dove gli allievi potevano praticare tirocinio recandosi in corsia con i medici e studiare presso la biblioteca.

Ambiti Spaziali principali di un Bimaristan 1. ingresso

2. corte

3. spazio con tema dell’acqua 4. iwan

5. spazi per la cura con specializzazione

Figura 20: pianta del Bimaristan a Damas 1 2 2 2 11 3 3 4 12 5 6 11 11 11 9 7 11 8 2 3 4 1 5 5

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Il Rinascimento

Dal 1300 una serie di eventi che influivano sul benessere dell’uomo, portarono ad un diffondersi di nuovi concetti per i luoghi per la salute. L’avvento della peste nera evidenziò l’inefficacia delle strutture sanitarie sia sotto il profilo della prevenzione che nel controllo e terapia (gli ampi spazi comuni facilitavano la diffusione della malattia). È in questo periodo che in alcuni grandi città europee sorgono gli Uffici di Sanità, con l’obiettivo di vigilare e controllare affinché le norme igienico sanitarie fossero rispettate nelle strutture a maggior rischio di contagio: lazzaretti, cisterne, canali e alberghi.

Gli ospedali acquisiscono in questo periodo una reale autonomia all’interno della città, non sono più parte di centri monastici ma sono elementi istituzionali, funzionali e tipologici con una identità. A livello architettonico evidenziano una importanza con presenza di porticati e di ampie corti interne, dialogano con la città contribuendo al valore architettonico storico, soprattutto nelle città di Firenze e Milano, ma anche nei paesi europei e latino americani. In questo periodo gli ospedali che sorgono presentano caratteristiche comuni quali la tipologia a crociera, proseguendo con un richiamo alla croce e alla religione, ritenuta uno strumento fondamentale per la guarigione. Alcune strutture ospedaliere di questo periodo realizzano sistemi costruttivi atti ad assicurare benefici a livello igienico sanitario.

L’Ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze è stato fondato alla fine del 1200 e destinato inizialmente ad accogliere poveri e malati.

Ambiti spaziali Ospedale Santa Maria

1. ingresso dalla Piazza con loggiato 2. Chiesa di Santo Egidio

3. Crociera – infermeria e degenza uomini

(3a, 3 b, 3 c – costruiti prima fase, 3d, seconda fase) 4. Corti interne con loggiati

5. Crociera – infermeria e degenza donne

Figura 21: Ambiti spaziali dell’Ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze 1 2 3 3a 3b 3c 3d 5 4 4 4 4 4

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L’Ospedale sorge in un’area storico architettonica rilevante della città e diviene esso stesso un centro non solo funzionale ma anche di immagine di Firenze, risultando ad essa integrata e grazie al portico di ingresso denota una maestosa presenza e l’utile scopo della sua costruzione.

Nella prima metà del 1300 viene costruita una nuova zona – tre bracci della crociera - destinata ad accogliere gli uomini con corsie di degenza. Ulteriore crociera destinata alla degenza delle donne verrà costruita successivamente, aggregandosi all’ultimo braccio della crociera degli uomini, con un affiancamento in pianta. Il tipo edilizio scelto fa riferimento a quello a corte con crociere. Le corti interne permettevano di avere adeguata illuminazione e ventilazione. Il giardino annesso all’edificio permetteva di coltivare direttamente in loco le erbe officinali; una sorta di “Giardino dei Semplici” con il ruolo di rifornire la Spezieria dell’Ospedale inserita all’interno degli spazi della piastra sin dal XV secolo. Negli anni la struttura subì ampliamenti e modifiche, tra cui la costruzione di uno “spedaletto” all’interno dedicato ad accogliere i pazienti poveri che non potevano essere ricoverati presso al vicino Ospedale soprannominato “de Pazzerelli” di Santa Dorotea. Da qui la denominazione della nuova costruzione “pazzeria”, che accolse uomini prima e anche donne in seguito fino a nuovo trasferimento presso reparti specializzati dell’Ospedale Bonifazio.

Ambito spaziale sorto all’interno dell’ospedale era quello destinato alla scuola di chirurgia, impostata con un continuo confronto con la realtà locale, oltre che allo studio di manuali. Rispetto alla città l’edificio ha un rapporto diretto, è nel cuore del centro storico, con il porticato che diventa architettonicamente un ingresso che dialoga con il resto del tessuto urbano.

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Figura 23: Facciata e ingresso nel loggiato dell’Ospedale di Santa Maria Nuova

L’Ospedale di Santa Maria nuova fu modello di ispirazione per l’Ospedale Maggiore di

Milano o Ca’ Grande dei poveri di Dio, costruito per volontà degli Sforza su progetto di

Filarete nel 1456, atta ad assicurare la diagnosi, cura e la terapia dei malati acuti, uomini e donne.

Tale struttura evidenzia forti caratteri di innovazione su più fronti:

- gestione e cure affidate in egual misura sia a religiosi che a laici. Evolvendo il

concetto rispetto al periodo medievale dove la medicina era completamente in mano ai religiosi, la volontà è quella di curare, indifferentemente da chi operi; il laico si affianca al religioso, seppur continuando il pensiero di compiere un’opera pia, affiancandolo all’interesse ad un continuo accrescimento e miglioramento del benessere. Segno di un passaggio integrativo tra la concezione religiosa e la nascente istituzione ospedaliera civile è dato dalla presenza dell’altare per il culto all’incrocio delle braccia della crociera.

- disposizione e differenziazione degli spazi architettonici. La tipologia a crociera

consisteva nell’articolazione in un sistema modulare quadrilatera, con tre moduli principali: quello centrale caratterizzato dai servizi amministrativi di accoglienza e dalla Chiesa (spazio per le liturgie religiose) e da un’ampia corte interna, quelli ai due

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lati erano suddivisi in rispettivi quattro moduli quadrati a formate le crociere. In prospetto la struttura appariva con due torri centrali delimitanti la Chiesa e la corte interna principale.

Figura 24: pianta nello schizzo di Filarete

Nelle crociere si disponevano le corsie per la degenza con 40/60 posti letto in ciascun braccio/infermeria (gli uomini erano nelle crociere del quadrilatero destro, le donne in quello sinistro), oltre a spazi attinenti dedicati ad uffici e servizi e talvolta spazi residenziali. Nel progetto di Filarete la corte rappresenta il fulcro delle attività, un punto da cui si dipartono i percorsi e gli spazi funzionali necessari: terapia, cura (del corpo e dell’anima) e degenza. La corte centrale, destinata ad accogliere sia gli ammalati che i familiari, veniva concepita come uno spazio comune, contrariamente alle corti interne, più piccole e concepite per l’utilizzo esclusivo dei malati in degenza. Nei primi schizzi di studio di Filarete la corte centrale appare non prevista di forma quadrata, bensì rettangolare pari ad un modulo quadrato delle corti interne in larghezza e a due moduli per la lunghezza.

- tecniche costruttive di ingegneria idraulica, igienico - sanitaria (illuminotecnica e

ventilazione). La disposizione funzionale degli spazi all’interno di ogni braccio delle crociere dimostra una differenziazione con miglioramento delle tecniche costruttive rispetto all’edilizia del tempo, con l’attenzione alla tutela del paziente e alla ricerca del benessere fisico; è il periodo in cui si introduce l’architettura ospedaliera, con considerazioni igienico sanitarie sempre più studiate. Filarete si occupa di prevedere l’organizzazione dell’arredo, ritenendola parte integrante dell’architettura e

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ingegneria dell’edificio: disposizione di letti stabilita in modo fisso sui due lati delle corsie e scandita dagli armadietti murati posizionati tra un letto e l’altro e i tavoli per il servizio di infermeria al centro del corridoio-crociera.

Di fondamentale importanza igienico sanitaria è la presenza di un corridoio realizzato in parallelo ai due lati delle crociere, destinato ad accogliere le latrine adeguatamente separate dai setti murari e con apposito accesso dalle infermerie. Le latrine evidenziano ancora più l’attenzione al malato grazie alla connessione con un sistema idraulico per lo smaltimento delle acque sporche, con immediato allontanamento delle possibili fonti di contaminazione. In particolare Filarete studia un sistema di fognature che corre a livello delle fondamenta perimetrali delle crociere e prevede canali di raccolta delle latrine (posizionate con cadute in verticale); la pulizia di detti canali con apposita inclinazione avviene tramite lo scorrimento di acqua derivante sia dai pluviali che dall’acqua portata dall’attiguo canale dei Navigli tramite un sistema idraulico con risalita tramite sifonatura. Il meccanismo assicurava un continuo circolo di acque pulite e una eliminazione di acque sporche e escrementi verso i campi collocati a quel tempo al di là del confine del canale dei Navigli. L’area scelta permetteva di mettere in atto il meccanismo tramite il prelievo di acqua a monte e lo scarico a valle.

Il piano interrato ospitava l’impiantistica di notevole avanzamento tecnologico per l’epoca, tra cui caldaie, sistemi di ventilazione con condutture igieniche realizzate in cotto, scariche e prese per l’acqua.

Il progetto di Filarete a partire dal 1465 venne seguito da Guiniforte Solari che subentrò in opera come direttore dei lavori. A questo ultimo sono da attribuire gli archi a tutto sesto.

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L’Ospedale era stato dunque localizzato vicino alla Porta Romana, lungo i Navigli a sud-est, in un disegno urbano razionalizzato, pensato e progettato tenendo di conto delle varie realtà necessarie, di adeguamenti a livello infrastrutturale e soprattutto igienico sanitario.

Nella Milano Rinascimentale degli Sforza l’Ospedale Ca’ Grande rappresenta la necessità di superare il concetto tradizionalista che vedeva un alto numero di piccole strutture per la salute non specializzate; ulteriore merito degli Sforza fu quello di inserire la struttura sanitaria come partecipe alla vita urbana, concependola all’interno di un più vasto ridisegno della città (Duomo, Lazzaretto, Castello, …).

Figura 26: Rappresentazione Ospedale Maggiore Milano mappa storica e vista aerea odierna

Lebbrosari e lazzaretti

Confrontando la mappa aerea odierna di Milano e quella rappresentativa storica relativa al Rinascimento, è possibile osservare come fosse stato concepito l’Ospedale rispetto al tessuto urbano, interno alle mura e attiguo al Canale, utilizzato per dare risposta alle esigenze igieniche. Oggi il Canale è stato sostituito dall’asse stradale, ma rimane la morfologia del Canale grazie alla linea delle costruzioni e alla strada.

Numerose le strutture per la salute che sorgono in Italia e in Europa che sorgono della tipologia a crociera con i nuovi criteri di diagnosi e cura.

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Caratteri comuni, oltre alla tipologia a crociera sono:

- l’idea dell’ospedale quale città nella città, elemento di caratterizzazione e dialogo con il contorno urbano;

- il tema dell’edificio ospedaliero assimilabile ad un palazzo, elemento di definizione e personalizzazione della città, con elementi morfologici tipici dei palazzi dell’epoca con loggiati, ampie aperture, decorazioni, portici disposti sia a dialogare verso l’esterno- la città per dare il messaggio di accoglienza, sia verso la corte interna per assicurare la giusta igiene e assicurare un luogo di convalescenza e contatto con l’esterno dei malati.

«hospital were designed and built principally to emulate the stately palaces to the period»

L’Ospedale S. Maria del Popolo degli Incurabili a Napoli, voluto dalla nobildonna spagnola Maria Lorenza Longo ed edificato nel 1522, venne concepito come luogo dove poter curare e dare assistenza sanitaria agli ammalati incurabili e/o poveri. Grazie ai servizi offerti richiamava numerosi pellegrini e in esso operavano medici di alte capacità, i Maestri della medicina (alcuni divenuti poi Santi). L’ospedale, collocato al centro della città, presentava spazi funzionali innovativi, quali cucina, biblioteca, cappelle, servizi per l’accoglienza (con servizi di supporto e traduzione per gli stranieri), farmacie (in particolare la Farmacia storica con preziosi tesori custoditi e decorazioni degne di un Palazzo Reale, destinata ad accogliere gli allievi provenienti da tutta Europa, per formare medici quanto più competenti), oltre a quelli tradizionali ereditati dalle epoche precedenti: orti per la coltivazione di erbe medicali, laboratori di ricerca, abitazioni per accogliere i familiari dei ricoverati.

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L’ospedale Savoy, fondato in Inghilterra da Enrico IV sorgeva sulla riva del Tamigi; un lungo asse fiancheggiava il fiume e da esso si dipartivano le crociere ad esso ortogonale che andando a convergere sul corpo longitudinale parallelo all’asse del Tamigi, formavano i quadrilateri - corti aperte. Ad oggi di tale struttura non restano altro che alcune parti e disegni – testimonianze. Anche per questa struttura si legge un perfetto inserimento urbano, con interesse per il dialogo con il fiume, mezzo per l’apporto di acqua a monte e per lo smaltimento delle acque reflue a valle.

Figura 28: immagini rappresentative dell’Ospedale Savoy . interno ed esterno: facciata sul Tamigi

L’Hospital Real a Santiago de Compostela, sorgeva sulla piazza principale, nel centro della città, così come un palazzo signorile. Oggi l’Ospedale è stato convertito in albergo di lusso, ma conserva ancora oggi la pianta a crociera con le corti interne, l’interno evidenzia come le corsie di degenza fossero ben scandite da finestre e archi, con la presenza di un altare all’incrocio tra le crociere.

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Anche l’Ospedale antico di città del Messico, presentava caratteristiche consone ad un Palazzo Reale inserito nella città e dialogante con i suoi contorni, con corti interne e ampi porticati atti a realizzare spazi igienici e salutari, oltre che capaci di captare i raggi solari, fonte di guarigione.

Figura 30: Vecchio ospedale di città del Messico - corte interna con porticato

Gli ospedali rinascimentali si caratterizzavano per la cura dell’arte, messaggio positivo per il benessere del malato, per chi curava e chi visitava la struttura. Pitture e sculture avevano l’obiettivo di distrarre dalla malattia, deviando il pensiero dalle sofferenze alle elevate qualità artistiche delle opere racchiuse negli spazi. Talvolta le opere artistiche erano correlate alla malattia che si curava nel reparto o richiamavano alle figure sociali a cui era destinata la corsia di degenza.

Figura 31 corte interna arte in Ospedale

Tra il cinquecento e gli inizi del Settecento, l’Europa dovette affrontare un periodo di stallo a livello socio politico che si ripercosse anche a livello delle innovazioni in campo medico- ospedaliero. A seguito di provvedimenti restrittivi che prevedevano il ricovero in istituti

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rieducativi per mendicanti, pazzi, orfani e veterani di guerra, al fine di evitare fenomeni di accattonaggio, le città non dialogavano più con le strutture per la salute, che non manifestavano la loro presenza in toni aulici. Tali spazi divenivano luoghi di cura all’interno della città, ma con l’obiettivo di nascondere e segregare coloro che “deturpavano” l’aspetto della città e della nobiltà.

Le realizzazioni di luoghi di cura del seicento prediligono la pianta classica del tipo edilizio a crociera organizzato intorno a corti interne. L’unica innovazione è quella della specializzazione del tipo ospedaliero, legata non agli aspetti medici (per patologie), bensì a livello sociale: folli, anziani, orfani, invalidi, puerpere,…

L’Illuminismo porta ad una separazione nei luoghi di salute del rapporto tra carità e repressione che nel tempo si era creato e rafforzato. Un nuovo concetto di gestione ospedaliera porta alla scissione tra l’intervento medico e quello sociale.

Nel dizionario delle scienze mediche edito in Francia dalla società dei medici e dei chirurgi arriva alla differenziazione dei termini e quindi dei luoghi di cura:

- ospedale: riservato ai malati per i quali siano necessari atti medici di soccorso per

riportare in stato di buona salute

- ospizio: destinato a coloro per i quali non c’è necessità di trattamento, ma solo di

accoglienza, siano essi infermi cronici o individui in salute.

Strutture per la salute destinate a malattie da “nascondere”

Input per la costruzione di edifici per la salute destinati più alla “segregazione” che alla cura, furono le malattie della lebbra e della peste.

Sin dal secolo VII si hanno notizie di un lebbrosario in Inghilterra Blyth Leper Hospital, a Nottingham. Dal XII secolo i primi lebbrosari si diffusero in tutta Europa dopo le crociate in Terra Santa: in Portogallo Albergaria dos Mirléus - Coimbra, Spagna (Palenca), Irlanda, Francia (Provenza), fino a raggiungere una quota di oltre quindicimila lebbrosari nel 1300. Le immigrazioni degli europei nei paesi dell’America latina e nell’India portarono la lebbra in questi paesi.

Ad oggi in India e America Latina la lebbra è ancora diffusa e sono presenti strutture dedicate più ad accogliere i malati che alla cura. In questi paesi i malati meno gravi spesso si ritrovano a contatto con i malati più gravi con il rischio di contagio così come avveniva nelle corsie degli ospedali medioevali.

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Nella seconda metà del XV secolo a Venezia venne realizzato nell’isola di S. Maria di Nazareth un ospedale per i malati di peste “nazarethum” o “lazarethum” per assonanza con il nome Lazzaro, da qui il nome di lazzaretto.

Figura 32: immagini del lazzaretto in una rappresentazione storica e in una foto dello stato attuale

A Venezia due erano i lazzaretti, denominati il “Novo” e il “Vecchio”:

- il “Novo” destinato alla prevenzione dei contagi, collocato nell’isola della Vigna Murata;

- il “Vecchio” destinato al ricovero dei casi evidenti di peste.

Il “Novo” era stato istituto con decreto del Senato della Serenissima ed era una sorta di filtro - quarantena per le navi che provenivano dai porti del mediterraneo e per le quali c’era un minimo sospetto di essere portatrici del morbo. Era costituito da numerosi edifici, quasi una piccola cittadina fortificata con l’edificio centrale Tezon Grande esteso per oltre 100 m. Era costituito sia da camere dove si accoglievano i mercanti e i guardiani, che da tettoie. In queste ultime venivano collocate le merci per permettere di ripulire da eventuali elementi di contagio. I fumi con erbe aromatiche per la purificazione erano incanalati in caminetti ben visibili dall’esterno.

A Milano il lazzaretto venne costruito fuori dalle mura, in un’area non edificata nel XV

secolo (oggi è la zona centrale di Milano) compresa tra via Lazzaretto, via San Gregorio, Corso Loreto e viale Porta Venezia, estesa per circa 150.000 m2. La destinazione urbanistica era legata alla volontà di non far sì che avvenisse il contagio per vie aeree: la scelta dell’area era ricaduta ad est della città dopo uno studio sia sui venti dominanti nella città di Milano provenienti da ovest sia per l’assenza di edifici nell’intorno dell’area.

In pianta era organizzato come un grande quadrato con al centro una chiesa e lungo i lati camere di degenza di 8 braccia per 8 braccia ciascuna (4,75 m); 280 camere erano destinate agli infermi e le altre ai quattro angoli accoglievano i servizi.

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Figura 33: Il lazzaretto milanese

“Il Lazzaretto milanese, unanimemente ammirato e riconosciuto come modello da tutte le altre città, consisteva in un vastissimo recinto quadrato (di trecentosettantacinque metri di lato) con un unico ingresso sorvegliato dai soldati e con attorno un fossato pieno d'acqua ad accentuarne l'isolamento e il carattere di cittadella chiusa e separata dal mondo esterno. Un portico di ben cinquecentoquattro arcate distribuiva duecentottantotto cellette per gli appestati, mentre al centro del grande cortile sorgeva una cappella con altare 'panottico', per permettere agli appestati di assistere alla messa restando chiusi nella loro cella. La cappella fu sostituita nel 1585 dalla chiesa ottagonale di San Carlo, progettata da Pellegrino Tibaldi e ancora esistente. Due cose vanno segnalate: l'architettura del Lazzaretto nella sua muratura in mattoni con decorazioni in terracotta, nelle finestrelle timpanate delle cellette, nei destri o servizi con impianti igienici, nell'arredo che rendeva autosufficienti gli ammalati, rispecchiava quella del filaretiano Ospedale Maggiore (d'altronde il Lazzaretto doveva essere amministrato dai Deputati dell'Ospedale); le misure ricorrenti in tutta la fabbrica (4, 7, 12, 16, 144, 288 ecc.) dimostrano un'attenzione alla numerologia simbolica con probabili riferimenti cabalistici, forse da collegare con la presenza a Milano in quegli anni di Pico della Mirandola.

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Il Lazzaretto milanese fu subito oggetto di grande ammirazione: la sua assoluta novità tipologica fu segnalata già da Bosso nel 1492, da Corio nel 1503 e dal francese Pasquier Le Moine nel 1515; infine, fu imitato da Sanmicheli per quello di Verona (1549). Del Lazzaretto, demolito nel 1880, restano solo un breve tratto di muro con sei finestre (e le relative arcate del portico) lungo l'attuale via San Gregorio e i rilievi eseguiti prima della sua scomparsa (Beltrami 1881). (L. P.)”1

Design Council e Nightingale movement

Nel XIX un’innovazione delle strutture per la salute venne dal contributo inglese offerto dalla figura femminile di Nightingale. Ulteriore elemento che apportò contributi per indirizzare le strutture per la salute verso una sostenibilità quanto più necessaria fu la guerra e la risoluzione di soluzioni sempre più critiche.

Florence Nightingale nata a Firenze nel 1820, crebbe conoscendo varie realtà europee e ben

presto maturò un disagio di fronte ai privilegi riservati alle donne del ceto sociale a cui apparteneva, che la portò a rivolgere la sua attenzione nei confronti dei poveri e delle persone malate. Il suo interesse si rivolse ben presto a divenire infermiera (mestiere che nel XIX secolo non richiedeva né intelligenza, né studi, ma era paragonato a quello delle prostitute) con una maturazione di idee innovative in seguito alle visite, al confronto e alla pratica presso gli ospedali della Gran Bretagna, Francia, nonché di Egitto e Turchia.

Il movimento di Florence Nightingale si prefisse di dare primi fondamentali indirizzi in merito al rinnovo di mobile e arredi nelle corsie, igienicamente più pulibili grazie alle forme studiate. Le innovazioni negli ospedali vennero apportate durante la permanenza dell’esercito inglese nelle colonie nel diciottesimo – diciannovesimo secolo. Durante la guerra di Crimea, in Turchia, Nightingale venne inviata sul fronte dove trovò un accampamento in una fortificazione con numerosi ricoverati in scarse condizioni igieniche; il suo lavoro fu quello di portare innovative condizioni di benessere igienico sanitario, con disposizione di elementi per l’aerazione e per lo sviluppo di fognature efficienti.

Nel libro “Notes on Nursing” Nightingale enuncia cinque elementi essenziali per le strutture per la salute:

- aria purificata e ricambiata; - acqua pura e pulita;

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- pulizia generale e locale degli arredi e degli spazi; - apporto di luce naturale.

Altri sistemi innovativi proposti dal movimento Nightingale erano quelli riguardanti gli spazi delle corsie di degenza (Nightingale ward), che dovevano essere occupati al massimo da 30 posti letto, con dimensioni massime in larghezza di circa 10 m, e in lunghezza di circa 40 m.

Figura 34: rappresentazioni corsie casuali e prive di igiene, corsie Nightingale F. impegnata in prima linea

L’ingegnere Brunel nel 1855 durante la guerra in Crimea - Turchia (durante la quale anche Florence Nightingale prestò servizio) progettò e costruì un innovativo sistema prefabbricato di caserme completo di tutti i servizi e atto ad accogliere anche le corsie di infermeria dell’Ospedale, molto simili alla tipologia delle Nightingale ward.

Le corsie erano essenzialmente ad un piano, disposte in modo lineare in planimetria, all’inizio o alla fine della corsia era presente un corridoio per permettere la connessione con altre corsie di degenza (collocate con modularità) e assicurare il percorso utenti e materiale tecnico. I corridoi risultavano ampiamente illuminati e aerati, allo scopo di far defluire l’aria. Sul lato opposto del corridoio si privilegiava la collocazione di spazi porticati o di terrazze coperte per dare l’opportunità al malato di interagire con l’esterno; tra una corsia di degenza e l’altra sorgevano delle corti interne che assicuravano un benessere psicofisico, un’illuminazione diretta e un ricambio adeguato di aria.

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Un esempio di applicazione di Nightingale ward venne applicato a Barcellona presso l’Ospedale della Santa Croce e San Paolo, da Luís Domènec. Le corsie accoglievano 20 posti letto e presentavano collocazione in padiglioni in cui elementi essenziali di studio erano le tecnologie inerenti la continua ventilazione e l’apporto di luce e di ricambio d’aria, nonché dell’acqua.

Figura 36: Ospedale della Santa Croce e San Paolo Barcellona

Denominazioni

Tra i termini che sorgono negli anni nelle strutture per la salute si ritrovano:

- xenodòchio o senodòchio [dal lat. tardo xenodochīum, gr. ξενοδοχεoον, comp.

di ξoνος«forestiero» e tema affine a δoχομαι «accogliere»]. – Ospizio gratuito per forestieri e pellegrini, nel medioevo

Degenza – corsie Corti interne Collegamenti Figura 35 modello corsie

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- noṡocòmio [dal gr. tardo νοσοκομεoον, comp. di νοσο- «noso-» e -κομεoον

«-comio»]. – Sinonimo nell’uso odierno, di ospedale, nel suo significato generico: rapidamente moltiplicavansi i numeri per ogni sorta d’infermi (Boccardo);

- gerontocòmio [dal lat. tardo gerontocomīum, gr. tardo γεροντοκομεoον, comp. di

γoρων -οντος «vecchio» e tema di κομoω «curare»] Casa di cura e di riposo per vecchi; ospedale geriatrico

- brefotròfio [dal lat. tardo brephotrophīum, gr. βρεoοτροoεoον comp.

di βρooος «bambino» e tema di τρooω «nutrire»] Istituto che accoglie, alleva e assiste i neonati illegittimi abbandonati o in pericolo di abbandono.

- orfanotròfio [dal lat. tardo orphanotrophīum, gr. oρoανοτροoεoον, comp.

di oρoανoς «orfano» e tema di τρooω «nutrire, allevare»] Istituto pubblico o privato, strutturato e attrezzato per accogliere, nutrire ed educare fino a età adulta gli orfani privi di adeguata assistenza familiare.

1.4 STRUTTURE DELLA SALUTE PER BAMBINI

La pediatria è la branca della medicina che si occupa della salute dei bambini, il cui termine deriva dalle parole greche pais (fanciullo) e iatros (medico). Gli studi sulla salute (sia in merito all’alimentazione che alle malattie e relative cure) dei bambini sono preliminari alla nascita dei primi ospedali pediatrici specifici. Testimonianze e manoscritti di studi sull’infanzia si ritrovano sia nell’antico Oriente che ai tempi dei romani (l’attenzione di questi per i bambini è testimoniata dalla legislazione ad hoc scritta).

In Italia sorge tra le prime strutture per la salute dell’infanzia l’Ospedale degli Innocenti a Firenze, funzionale da metà del ‘400; la struttura (architettura rinascimentale con ampio porticato), nata come brefotrofio all’interno di un più ampio programma per garantire un maggior benessere della cittadinanza, mostra la sua facciata principale alla città. Il porticato progettato e realizzato attraverso lo studio della regola numerica da Brunelleschi mostra un’armonia architettonica e un’attenzione particolare di rapporto con la città applicata per la prima volta ad una struttura per la salute. Dal punto di vista tipologico l’edificio è a corte.

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Figura 37: Ospedale degli Innocenti

Numerose strutture sanitarie per la cura specialistica dei bambini sorgono nel XVIII secolo in Europa, parallelamente a numerose iniziative volte a proteggere e promuovere la cura dei bambini.

In Francia sorgeva nel 1802 l’Hopital des enfants malades (Ospedale dei bambini malati) sulla Rue de Sévres a Parigi, in un edificio già edificato e adibito all’accoglienza; ad oggi la struttura sanitaria è ancora funzionante come ospedale specializzato pediatrico.

Figura 38: ingresso dell’Hopital des enfantes malades

Il complesso era inizialmente dedicato all’accoglienza per le donne povere di Parigi (Maison Royale de l’Enfant-Jésus), che erano impegnate nella filatura di cotone e lino per un risvolto economico redditizio.

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Figura 39: vista aerea dell’Hopital des enfantes malate (sopra evidenziato l’intero complesso, sotto l’edificio principale)

Alla fine del XVIII secolo la struttura venne destinata (dopo utilizzo come magazzino durante la rivoluzione francese) all’accoglienza degli orfanelli per poi trovare la sua destinazione finale per la cura dei bambini fino ad un’età di quindici anni. La struttura era organizzata a corte su più piani. Negli anni proprio per svolgere al meglio la funzione di cura e assistenza ai bambini alla struttura originale sono stati aggiunti numerosi altri edifici.

In Inghilterra struttura “primordiale” per la salute è l’ambulatorio pediatrico fondato da George Armstrong nel 1769. Il primo ospedale pediatrico in Inghilterra viene fondato da Charles West quasi un secolo dopo: il Great Ormond Street Hospital (1852). Inizialmente dotato di soli 10 posti letto, raggiunse gli oltre 100 posti letto verso la fine dell’800 e ad oggi è operativo con circa 400 posti letto.

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L’edificazione di ulteriori ospedali pediatrici si susseguì in Inghilterra nel secolo XIX: - Victoria Hospital, 1866 - 65 posti letto;

- Belgrave Hospital, 1866 - 20 posti letto; - North eastern Hospital, 1867 - 55 posti letto; - l’East Hospital, 1868 - 92 posti letto;

- Evelina Hospital, 1872 - 50 posti letto;

L’Inghilterra vide il sorgere di un primordiale hospice per bambini, destinato ad accogliere bambini con malattie croniche e incurabili per alleviare le sofferenze.

Il fiorire di ospedali pediatrici in Inghilterra venne inizialmente osteggiato dalla corrente di pensiero del movimento di Florence Nightingale (ovvero colei che aveva apportato notevoli migliorie a livello igienico sanitario), che sosteneva la necessità di curare il bambino a domicilio per l’individualità della malattia e per la necessità di evitare traumi.

In Austria la prima struttura per la salute dedicata ai bambini fu l’ambulatorio pediatrico fondato alla fine del secolo ‘700 dal dottore Joseph Mastalier a Vienna. Nel 1837 venne fondato l’Ospedale pediatrico S. Anna con un incremento di posti letto da 10 a 100 nell’arco di 50 anni.

In Germania vennero fondati a metà dell’800 due ospedali pediatrici a Berlino, seguiti poi da altri inseriti nelle varie città germaniche (Basilea, Dresda, Francoforte, Mannheim).

In numerosi ospedali pediatrici l’input per l’edificazione è una forte volontà di una famiglia, talvolta legata alla perdita di un bambino; dalla necessità di una sezione specializzata all’interno di un ospedale, si passa ad una maggiore specializzazione con un ospedale specifico - pediatrico, legato spesso alla struttura della maternità e ginecologia.

Strutture storiche pediatriche in Italia

L’Italia nel XIX secolo seguì le orme dei principali paesi europei, sviluppando ben presto sensibilità nei confronti dei bambini, bisognosi di cure e terapie, dimostrando l’interesse a trovare spazi idonei, separati da quelli dedicati agli adulti; in particolare si sviluppano:

- colonie marine, pseudo strutture sanitarie sorte, così come in Gran Bretagna, per la

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