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Giacomo Bassotti, Ft IRCCS Ca Granda Ospedale Maggiore Policlinico Milano

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Academic year: 2022

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Giacomo Bassotti, Ft IRCCS Ca’ Granda

Ospedale Maggiore Policlinico Milano

Reggio Emilia 1-2 dicembre 2018

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DEFINIZIONE

Ossigeno terapia

= somministrazione di ossigeno a concentrazione maggiore rispetto a quella dell’aria ambiente respirata (FiO2 21%)

L’ossigeno è un FARMACO e come tale deve essere usato rigorosamente con cognizione di causa, è dannoso se somministrato impropriamente.

L’ossigeno è un trattamento per l’ IPOSSIEMIA, NON PER LA DISPNEA.

La supplementazione di ossigeno migliora l’ossigenazione ma NON tratta le CAUSE SOTTOSTANTI scatenanti l’ipossiemia.

Durante l’ossigeno terapia è essenziale MONITORARE il paziente per osservare le risposte alla terapia impostata (saturimetria, emogasanalisi)

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OBIETTIVI

1. Prevenire e trattare l’ IPOSSIEMIA

2. Prevenire la conseguente IPOSSIA TISSUTALE che può risultare in un danno cellulare grave

3. Nel cronico aumenta la sopravvivenza e migliora la QoL

Target del trattamento  ristabilire valori adeguati di saturazione di ossigeno nel sangue.

 SpO2 94-98% nel paziente ipossiemico semplice

 SpO2 88-92% nel paziente ipossiemico ipercapnico

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PRESUPPOSTI FISIOLOGICI

Affinchè l’ossigeno terapia abbia effetto, è necessario vi sia integrità e completa o parziale (compensata) funzionalità dei sistemi:

1.Cardio vascolare 2.Respiratorio 3.Muscolare

 È essenziale sia mantenuta ed efficace l’unità funzionale ALVEOLO – CAPILLARE

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PRESUPPOSTI FISIOLOGICI

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D I C E M B R E 2 0 1 8 5 La saturazione di ossigeno può essere

misurata a diversi livelli:

• Direttamente da un campione sanguigno  SaO2

• Attraverso un saturimetro  SpO2 In alternativa si può utilizzare la misura della Pressione parziale di Ossigeno nel sangue arterioso PaO2  90-110mmHg

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TIMING

L’ossigeno terapia può essere utilizzata

1.In acuzie  al fine di correggere la momentanea ipossiemia durante il trattamento delle cause sottostanti dovute all’evento acuto

2.A lungo termine  in pazienti con un quadro di ipossiemia grave cronica stabilizzata. Somministrazione di O2 per almeno 15h/die.

Presupposto indispensabile per iniziare l’ossigeno terapia è

UNA VALUTAZIONE CLINICA DELLA NECESSITA’ DI SUPPLEMENTAZIONE DI O2

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SEGNI CLINICI

Segni respiratori:

• Dispnea e tachipnea, contrazione della muscolatura accessoria, tirage, rientro degli spazi intercostali

Segni cutanei

• Cianosi

Segni cardiocircolatori

• Tachicardia, ipertensione arteriosa sistemica e polmonare, vasocostrizione periferica e viscerale, vasodilatazione coronarica e cerebrale

Segni neurologici

• Euforia, irritabilità, aggressività, agitazione psico-motoria, stato confusionale, obnubilamento, sonnolenza, stato comatoso

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RISCHI & COMPLICANZE

• Riduzione della ventilazione per depressione del centro respiratorio o per ipercapnia

• Alterazioni della clearance mucociliare

• Maggior viscosità delle secrezioni

• Possibili danni ai pneumociti di II tipo con riduzione della produzione di surfactante

• Secchezza delle mucose

• Produzione in eccesso di radicali liberi da parte delle cellule esposte all’iperossia

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FLUSSO & FRAZIONE DI O 2

Quanto si parla di ossigeno terapia è fondamentale essere padroni della terminologia utilizzata.

 Il FLUSSO di O2 corrisponde alla reale quantità di ossigeno, misurata in L/min, erogata da un qualunque apparecchio.

 La FRAZIONE INSPIRATA DI O2 (FiO2 %) esprime in percentuale la quota di ossigeno che erogata viene inalata dal paziente.

Sulla base di questa distinzione si possono classificare i dispositivi per la somministrazione di ossigeno.

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BASSO VS ALTO FLUSSO

SISTEMI A BASSO FLUSSO Forniscono al paziente un flusso inspiratorio inferiore alla sua richiesta, per questo motivo necessitano di una integrazione di volume da parte dell’aria ambiente. Necessitano di una frequenza respiratoria ed un pattern respiratorio stabili.

 Cannule nasali

 Maschere facciali semplici

 Maschera reservoir

SISTEMI AD ALTO FLUSSO  Erogano una miscela secondo le necessità richieste dal paziente. La FI02 è precisa e non è influenzata né dalla frequenza respiratoria né dalla profondità del respiro. Non indica somministrazione di elevate

concentrazioni di 02.

• Maschera Venturi

• HFNC (High-flow humidified oxygen via nasal cannulae)

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CANNULE NASALI

Utilizzabili SOLO per somministrazione di O2 a medio-bassa concentrazione.

FLUSSI: 0,25-4 L/min

FiO2 : 24-36%. (misura stimata, non reale) Sistema FLUSSO DIEPENDENTE.

Flussi di O2 maggiori di 4L/min possono causare effetti collaterali non trascurabili.

Permettono una contemporanea possibilità di alimentazione ed espettorazione.

Assolutamente controindicati in pazienti con problematiche a livello nasale.

Comfort maggiore per il paziente (estetico, ingombro e possibilità di movimento).

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CANNULE NASALI

Flusso lpm

1 2 3 4

FiO

2

% 24 28 32 36

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MASCHERA SEMPLICE

Permette erogazione di ossigeno a FiO2 comprese tra 40 – 60%.

FLUSSO DI O2: 5-10 L/min. Flussi inferiori possono non lavare correttamente la CO2. Sistema FLUSSO DIPENDENTE.

Necessitano di UMIDIFICAZIONE.

Utili nel paziente con respirazione orale, epistassi, ostruzione nasale.

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INTERFACCE PER TRACHEOSTOMIA

Maschera per tracheo Raccordo al nasino

Necessita di umidificazione

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MASCHERA RESERVOIR

Permette erogazione di ossigeno a FiO2 comprese tra 50– 100%.

FLUSSO DI O2: fino a 15L/min.

Sistema FLUSSO DIPENDENTE.

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MASCHERA VENTURI

Sistema ad ALTO FLUSSO.

Permette erogazione di ossigeno a FiO2 GARANTITA compresa tra 24 – 60%.

FLUSSO DI O2: variabile tra 2-15L/min in base alla FiO2 da garantire a seconda dell’ugello utilizzato.

Genera un flusso di ossigeno miscelato ad aria ambiente 4 volte superiore rispetto a quello richiesto del paziente sfruttando l’effetto Venturi.

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HFNC

Sistema di nuova generazione che permette la produzione di flussi di aria molto

elevati con una concentrazione definita di ossigeno molto confortevoli servendosi di un umidificatore, una sorgente di ossigeno ed un’interfaccia paziente.

Vantaggi:

• FiO2 certa anche a livelli medio alti (21-100%)

• Flusso di aria prodotto fino a 60L/min (range 10-60L/min)

• Efficace lavaggio dello spazio morto e minimo effetto CPAP

• Umidificazione attiva a caldo del flusso erogato (30-37°C)

• Silenziosità e comfort delle interfacce

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SORGENTI

Ossigeno liquido  Contenitori criogenici, a bassa pressione, contengono O2 allo stato liquido a circa -180°C. Contengono grandi quantità di O2 in volumi ridotti.

Presidio maggiormente utilizzato per ossigenoterapia domiciliare.

Ossigeno gassoso erogato dalla rete ospedaliera mediante impianto centralizzato, oppure in bombole portatili ad alta pressione.

Concentratori  Ottengono O2 separandolo dall’azoto dell’aria ambiente. Flusso erogato fino a 5-6 l/min (10l/min). Purezza O2 ~85-95%.

Possono essere dispositivi stanziali o portatili.

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REFERENCES

 BTS Guideline for oxygen use in adults in healtcare and emergency settings – O’Driscoll BR et al – Thorax 2017; 72: i1-i90

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