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1 Prodotto scalare

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Academic year: 2021

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(1)

Federica Gregorio e Cristian Tacelli

1 Prodotto scalare

Definizione 1.1. Sia V uno spazio vettoriale reale. Un’applicazione

· : V × V → R (u, v) → u · v

si dice prodotto scalare se per ogni u, v, w ∈ V e λ ∈ R, valgono le seguenti propriet`a

(i) u · u ≥ 0 e u · u = 0 ⇔ u = 0;

(ii) u · v = v · u;

(iii) (λu) · v = λ(u · v);

(iv) (u + v) · w = u · w + v · w.

Osservazione 1.2. 0 · u = 0 per ogni u ∈ V . Infatti, 0 · u = (u − u) · u = u · u − u · u = 0.

Esempi 1.3. 1. V = Rn. Si definisce prodotto scalare euclideo canonico per u, v ∈ Rn

u · v = u1v1+ u2v2+ · · · unvn=

n

X

i=1

uivi.

2. Sia V = C([a, b], R), allora f · g =

Z b a

f (x)g(x) dx definisce un prodotto scalare.

3. V = R2, allora

u · v = 3u1v1+ u2v2

`

e un prodotto scalare.

Definizione 1.4. Uno spazio vettoriale reale V `e detto spazio euclideo reale se dotato di un prodotto scalare.

(2)

Proposizione 1.5 (Disuguaglianza di Cauchy-Schwarz). Sia V uno spazio euclideo reale. Allora per ogni u, v ∈ V

(u · v)2 ≤ (u · u)(v · v). (1)

Proof. Se v = 0 allora la disuguaglianza `e ovvia. Sia v 6= 0, definiamo w = (v · v)u − (u · v)v. Per le propriet`a del prodotto scalare avremo

0 ≤ w · w = [(v · v)u − (u · v)v][(v · v)u − (u · v)v]

= (v · v)2(u · u) − (v · v)(u · v)2− (v · v)(u · v)2+ (u · v)2(v · v)

= (v · v)[(u · u)(v · v) − (u · v)2].

Poich`e (v · v) > 0 allora (u · u)(v · v) ≥ (u · v)2. Dimostrazione alternativa.

Considiamo il vettore λu + v ∈ V , λ ∈ R. Abbiamo

0 ≤ (λu + v) · (λu + v) = λ2(u · u) + 2λ(u · v) + v · v che `e un polinomio di secondo grado in λ che `e sempre positivo se

∆ = (u · v)2− (u · u)(v · v) ≤ 0.

Definizione 1.6. Dato V uno spazio euclideo reale. Si definisce norma di u ∈ V il numero positivo |u| =

u · u.

Propriet`a della norma. Per ogni u, v ∈ V e λ ∈ R vale (i) |u| ≥ 0;

(ii) |u| = 0 ⇔ u = 0;

(iii) |λu| = |λ||u|;

(iv) |u + v| ≤ |u| + |v| (disuguaglianza triangolare).

Osservazione 1.7. 1. Sia V uno spazio euclideo su R. Siano u, v ∈ V non nulli. Da (1)

(u · v)2 ≤ |u|2|v|2  u · v

|u||v|

2

≤ 1 ⇔

−1 ≤ u · v

|u||v| ≤ 1 ⇔ ∃!θ ∈ [0, π]| cos θ = u · v

|u||v|.

Tale angolo viene definito l’angolo tra i vettori u e v. Si indica con θ = u, v.d

(3)

2. In Rn il prodotto euclideo induce la norma euclidea. Per ogni x ∈ Rn

|x| =

x · x = v u u t

n

X

i=1

x2i.

Definizione 1.8. Due vettori u, v ∈ V si dicono ortogonali se u · v = 0. Un vettore si dice normale se |u| = 1.

Dato un vettore u indichiamo con ˆu = |u|u il versore ad esso associato.

Osserviamo che |ˆu| = 1.

Proposizione 1.9. Sia S = {u1, · · · , up} un sistema di vettori di V non nulli ortogonali. Allora S `e l.i.

Proof. Consideriamo una c.l. nulla λ1u1 + · · · + λpup = 0. Moltiplichiamo scalarmente per uj, j = 1, · · · , p. Avremo

1u1+ · · · + λjuj+ · · · + λpup) · uj = 0

da cui, per l’ortogonalit`a, λj(uj· uj) = 0 da cui λj = 0, j = 1, · · · , p.

2 Basi ortonormali

Definizione 2.1. Sia V uno spazio euclideo con dim V = n. Una base B = {u1, · · · , un} si dice ortonormale se

ui· uj = δij =

(1 se i = j, 0 se i 6= j.

Teorema 2.2. Se B = {u1, · · · , un} `e una base ortonormale di V , allora preso v ∈ V si ha v = (v · u1)u1+ · · · (v · un)un.

Definizione 2.3. Si definisce proiezione ortogonale di v ∈ V sul vettore u ∈ V , il vettore proporzionale a u cos`ı ottenuto

projuv = v · u

|u|2 u = (v · ˆu)ˆu

Proposizione 2.4. Il vettore v−projuv `e ortogonale alla retta U = span{u}.

Proof. Possiamo supporre |u| = 1. Sia λ ∈ R e λu ∈ span{u}. Allora (v − projuv) · (λu) = λ ((v − (v · u)u) · u)

= λ(v · u) − λ ((v · u)u · u) = λ(v · u) − λ(v · u) (u · u) = 0 poich´e u · u = 1.

(4)

Teorema 2.5 (Gram-Schmidt). Ogni spazio euclideo V di dimensione finita possiede una base ortonormale.

Proof. Sia B = {v1, · · · , vn} una base di V . Poniamo u1 = |vv1

1|. Allora

|u1| = 1. Sia

u02 = v2− proju1v2 = v2− (v2· u1)u1. Allora u02 · u1 = v2 · u1 − v2 · u1 = 0. Pongo u2 = |uu020

2|. Allora |u2| = 1 e u1· u2 = 0. Sia

u03 = v3− proju1v3 − proju2v3 = v3− (v3· u1)u1− (v3· u2)u2. Allora u03· u1 = v3· u1− v3· u1 = 0 e u03· u2 = v3· u2− v3· u2 = 0. Pongo u3 = |uu030

3|. Allora |u3| = 1 e u1 · u2 = u1· u3 = u2· u3 = 0.

Al j−simo passo si ha

u0j = vj − proju1vj − proju2vj − · · · − projuj−1vj e uj = u

0 j

|u0j|. Si ottiene cos`ı un sistema di n vettori ortonormale quindi l.i. e quindi una base per V .

Definizione 2.6. Sia W un sottospazio vettoriale di uno spazio euclideo V . Allora

W= {v ∈ V : v · w = 0, ∀ w ∈ W } si dice sottospazio ortogonale a W .

Osservazione 2.7. 1. W`e un sottospazio vettoriale di V . Infatti, siano u, v ∈ W. Allora per ogni w ∈ W

(u + v) · w = u · w + v · w = 0.

Quindi u + v ∈ W. Per ogni u ∈ W, λ ∈ R, λu · w = λ(u · w) = 0.

Quindi λu ∈ W.

2. Sia W un sottospazio di V e B = {u1, · · · , up} una base di W . Un vettore v appartiene a W se e solo se v · uj = 0 per ogni j = 1, · · · , p.

3. Ogni spazio euclideo V di dimensione finita si pu`o rappresentare come somma diretta di un suo sottospazio vettoriale W e di W, cio`e

V = W ⊕ W.

(5)

3 Esempio

Siano dati i sottospazi di R4

V :

(x + 2y + t = 0

−x + 3y + 3z + t = 0 , W = h(3, 1, −3, 1), (1, −1, 1, 1), (4, 0, −2, 2)i.

a) Determinare una base ortonormale di V+ W . b) Dire se V+ W `e somma diretta.

c) Calcolare una base di V∩ W .

Proof. a) Una sistema di generatori di V`e dato dai vettori riga della matrice associata al sistema che determina V . Quindi V= h(1, 2, 0, 1), (−1, 3, 3, 1)i.

Essendo tali vettori l.i. costituiscono anche una base per V, BV = {(1, 2, 0, 1), (−1, 3, 3, 1)}.

Calcoliamo ora la dimensione ed una base di W . Il sistema di generatori di W ha rango 2 (osserviamo che il terzo vettore `e combinazione lineare dei primi due), quindi due generatori di W , che siano l.i., costituiscono una base per W . BW = {(3, 1, −3, 1), (1, −1, 1, 1)}. Poich`e V+W = hBV∪BWi abbiamo V + W = h(1, 2, 0, 1), (−1, 3, 3, 1), (3, 1, −3, 1), (1, −1, 1, 1)i. Calcoliamo il rango di tali vettori

1 2 0 1

−1 3 3 1

3 1 −3 1

1 −1 1 1

1 2 0 1

0 5 3 2

0 0 145 65

0 0 0 0

.

Poich`e nella riduzione a scalini fatta si sono svolte operazioni che coinvol- gevano solo righe, si possono prendere le righe non nulle della matrice a scalini come vettori base dello spazio V + W (eventualmente moltiplicati per uno scalare). Quindi BV+W = {(1, 2, 0, 1), (0, 5, 3, 2), (0, 0, 7, 3)}. Trovi- amo adesso una base ortonormale di V+ W .

(6)

Abbiamo v1 = (1, 2, 0, 1), v2 = (0, 5, 3, 2), v3 = (0, 0, 7, 3).

u1 = v1 ˆ

u1 = u1

|u1| = 1

6(1, 2, 0, 1)

u2 = v2− hv2, ˆu1u1 = (0, 5, 3, 2) − 1

612 1

6(1, 2, 0, 1) = (−2, 1, 3, 0) ˆ

u2 = u2

|u2| = 1

14(−2, 1, 3, 0)

u3 = v3− hv3, ˆu1u1− hv3, ˆu2u2

= (0, 0, 7, 3) − 3

6

1

6(1, 2, 0, 1) − 21

14

1

14(−2, 1, 3, 0) =

= 5

2(1, −1, 1, 1)

ˆ

u3 = (1, −1, 1, 1)

|(1, −1, 1, 1)| = 1

2(1, −1, 1, 1)

Una base ortonormale `e data da BV+W = {ˆu1, ˆu2, ˆu3}.

b) Abbiamo dim V = 2, dim W = 2 e dim(V+ W ) = 3 inoltre poich`e dim(V+W ) = dim(V)+dim(W )−dim(V∩W ) abbiamo dim(V∩W ) = 1. La somma non `e diretta.

c) Troviamo una rappresentazione cartesiana di V.

1 2 0 1

−1 3 3 1 x y z t

r2→r2+r1

r3→r3−xr1

1 2 0 1

0 5 3 2

0 y − 2x z t − x

r3→r3(y−2x)

5 r2

1 2 0 1

0 5 3 2

0 0 z − 35(y − 2x) t − x −25(y − 2x)

Quindi

V : 6x − 3y + 5z = 0

−x − 2y + 5t = 0

Possiamo calcolare una rappresentazione cartesiana di V a partire da una rappresentazione parametrica di V nella seguente maniera. Assicuratoci che

(7)

le 2 equazioni che determinano V sono l.i. possiamo scrivere

V :

(x + 2y + t = 0

−x + 3y + 3z + t = 0

x + 2y = −µ

−x + 3y = −3λ − µ z = λ

t = µ

x = 65λ −15µ y = −35λ − 25µ z = λ

t = µ da cui BV = {(6, −3, 5, 0), (−1, −2, 0, 5)}. Quindi

V = {(x, y, z, t) ∈ R4| h(x, y, z, t), (6, −3, 5, 0)i = h(x, y, z, t), (−1, −2, 0, 5)i = 0} che `e esattamente la stessa equazione cartesiana per V ottenuta con il metodo della riduzione a scalini.

Consideriamo ora il generico vettore di W

a(3, 1, −3, 1) + b(1, −1, 1, 1) = (3a + b, a − b, −3a + b, a + b) a, b ∈ R ed imponiamo che soddisfi le equazioni che determinano V

 6(3a + b) − 3(a − b) + 5(−3a + b) = 0

−(3a + b) − 2(a − b) + 5(a + b) = 0

che ha come soluzioni b = 0 e a ∈ R. Quindi V∩ W = {(3a, a, −3a, a) | a ∈ R}, ed una base `e data da BV∩W = {(3, 1, −3, 1)}.

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