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Migrazioni: il contesto, le cause, problema5che, possibili approcci

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Academic year: 2022

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(1)

       

Migrazioni:  il  contesto,  le   cause,  problema5che,  

possibili  approcci      

Pietro  Cingolani    

 (Università  di  Torino  e  FIERI)      

 

(2)

50  sfumature  di  mobilità  

IMMIGRATO REGOLARE

LEGALE

INVESTITORE STRANIERO SFOLLAT

O

STUDENTE ERASMUS STRANIER

O

POSTED WORKER

INTRA-COMPANY TRANSFEREES FAMILIARE

RICONGIUNTO

VISITING RESEARCH FELLOW

CLANDESTINO

STUDENTI

INTERNAZIONALI

LAVORATORI STAGIONALI LAVORATORI

TRANSFRONTALIE RI

FREE-MOVERS

VITTIMA DI TRATTA

TRANSMIGRANTI

MIGRANTE EMIGRATO VIAGGIATORE TURISTA

PROFUGO RICHIEDENTE ASILO RIFUGIATO EXTRACOMUNITARIO NATURALIZZATO

AUSSIEDLER FIGLI DI IMMIGRATI SECONDE GENERAZIONI

DENIZEN

NUOVI CITTADINI ILLEGALE

IRREGOLARE

OVERSTAYER NOMADE

EXPAT ALIEN

(3)

Quale  migrazione?    

 

Migrazioni  come  processo  in  con*nua  (ri)definizione

.  

(Nella  maggior  parte  dei  casi  un  progeJo  migratorio  inizia   sempre  come  temporaneo,  finendo  per  diventare  permanente)    

 

Migrazioni temporanee

Migrazioni circolari (vai e vieni)

Migrazioni permanenti

(4)

MIGRANTI  o  RIFUGIATI  

•  Migrazione  VOLONTARIA  VS  Migrazione   FORZATA  

•  Nella  migrazione,  come  in  ogni  azione  umana  e  

sociale,  ci  sono  elemen5  di  costrizione  che  di  

libertà  di  scelta.    

(5)

Le  cause  delle  migrazioni   MIGRANTI  VS  RIFUGIATI  

•  Le  mo5vazioni  alla  base  della  scelta  di  emigrare   sono  sempre  miste  e  interconnesse  tra  loro.    

•  Tra  migrazione  economica  (volontaria)  e  asilo   (forzata)  si  ritrovano  un  gran  numero  di  casi:    

Migrante

economico Rifugiato

Migrante – Rifugiato Es. Sub- sahariani dalla Libia

Rifugiato – Migrante Es. Siriani dalla

Turchia

Vittima di tratta

(6)

 

-­‐  Nel  2016  i  migran5  nel  mondo  erano  244  milioni,   3,3%  della  popolazione  mondiale  (ONU).  La  

migrazione  è  dunque  un  fenomeno  fisiologico   -­‐   Nel  2016  ci  sono  sta5  65,6  milioni  di  migran5  

forza5  di  cui  22,5  milioni  rifugia5  e  più  della  metà   con  età  inferiore  ai  18  anni.  Una  persona  su  113  è   richiedente  asilo.  

-­‐  Siria:  4,9  milioni  di  rifugia5  e  6,6  milioni  di  sfolla5   interni;    Afghanistan  2,7  milioni  e  Somalia  1,1  

milioni  

(7)

La pressione demografica come motore della migrazione

Popolazione mondiale, miliardi (1750-2100)

(8)

Le  disuguaglianze  come  motore  della   migrazione  

 

Il   48,0%   della   ricchezza   globale   è   concentrato   nelle  mani  dell’1  %  della  popolazione  mondiale   Il  46,5%  è  in  mano  al  20%  della  popolazione  

 

Il  restante  80,0%  della  popolazione  deve  vivere  

con   il   5,5%   della   ricchezza   globale   (Rapporto  

Oxfam  2014).  

(9)

-­‐  L’87%  dei  migran5  internazionali  che  vivono  in   Africa  originari  di  un  altro  Paese  africano  

-­‐  L’82%   dei   migran5   internazionali   dell’Asia   originari  di  un  altro  Paese  asia5co  

-­‐  Il   66%   di   quelli   dell’America   la5na   e   Caraibi   originari  di  un  altro  Paese  americano  

-­‐  Il  53%  di  quelli  che  vivono  in  Europa  originari   di  un  altro  Paese  europeo  

 

Le  direzioni  della  migrazione    

(10)

I migranti nel mondo (1990-2010)

http://www.global-migration.info/

(11)

I migranti e i rifugiati nel mondo (2015)

http://www.global-refugees.info/

(12)

Le migrazioni in Europa

Vecchie migrazioni intraeuropee (dopoguerra – anni ’70)

- modello occupazionale industriale; struttura di classe; rapporti sociali intorno alla grande fabbrica

- Stabilità occupazionale - Sistema di welfare

- Profilo socio-demografico: provenienza rurale/bassa scolarità/

maschile

Migrazioni post-fordiste (da fine anni ’70) - declino della grande fabbrica

- maggiore instabilità e settore informale - internazionalizzazione dell’economia

- Profilo socio-demografico: provenienza urbana/scolarizzati/

femminile e maschile

(13)

•  Calano notevolmente i flussi di ingresso regolare per lavoro come conseguenza della chiusura dei canali regolari

•  Spinta migrazione dei giovani all’interno dell’Europa da sud a Nord

•  Dal 2011 in avanti crescono significativamente gli arrivi irregolari via mare in Europa.

•  I nuovi arrivi riguardano soprattutto persone in cerca di protezione internazionale, ma la natura dei flussi è mista.

•  Il 2015 è l’anno della crisi dei rifugiati: 1 mln di persone arrivate sulle coste europee. Nel 2017: 171.332.

Dal  2008  in  avanG  

(14)

L’ITALIA

1970 : 170.000 permessi di soggiorno (Tunisini in agricoltura e pesca in Sicilia; paesi cattolici dell’America Latina e Asia; ex

colonie italiane)

1975: saldo migratorio positivo (30.000 unità); emigrati che tornano in Italia; 100.000 espatri

1981: Italia si scopre Paese d’immigrazione 270.000 unità (XII censimento ISTAT)

1985: 400.000 unità

2017: 5.046.994 stranieri, 20.000 in più rispetto a 2016 8,3% della popolazione residente in Italia

Nel 2016 nuovi cittadini italiani sono stati 205.000, 38% minorenni

(15)

F.  Pastore,  convegno  IGER,  20  maggio  2011  

Breve  storia  dei  sistemi  migratori  italiani    

4. SM romeno (dai primi anni ‘00) 3. SM andino (da fine anni ’90)

2. SM albanese (dai primi anni ’90)

5. SM

asiatic

i (vari, ma forte

crescita

anni ’00)

(16)

Da dove vengono?

Romania (1 151 395) 23,2%

Albania (467 687) 9,3%

Marocco (437 485) 8,7%

Cina (271 330) 5,4%

Ucraina (230 728) 4,65%

Ma vi sono provenienze che sono molto aumentate e altre che si sono stabilizzate. Negli ultimi 6 anni:

Romania: +30%;

Albania: 0%

Marocco: 1%

Cina: 44%

Ucraina: 33%

(17)

La distribuzione è molto disomogenea

Nel Nord-Ovest risiede il 34,1% degli stranieri, nel Nord-Est il 24,5%, nel Centro il 25,4% e nel Mezzogiorno e nelle isole il 15,9%

(18)

Emigrazione dall’Italia

Tra il 2008 e il 2016 509.000 italiani si sono cancellati dall'anagrafe per trasferirsi all'estero per motivi di lavoro

Nel 2015: Germania (20.000); Gran Bretagna (19.000) e Francia (oltre 12.000).

Non solo italiani: tra il 2008 e il 2016 quasi 300.000 cittadini dell'Est dell'Europa (romeni, polacchi, ucraini e moldavi)

E migrazioni interne

Dal 2008 al 2015 383.000 persone sono andate via dalle regioni del Sud (Campania, Puglia e Sicilia)

(19)

Sbarchi in Italia: dai 63mila casi nel 2011 ai 180mila del 2016.

Nel 2017: 120mila (effetto accordi con la Libia)

Principale destinazione via mare del Mediterraneo (70% di tutti gli arrivi via mare in Europa)

I paesi di provenienza più rappresentati nel 2017: Nigeria (18% degli arrivi); Bangladesh (10,4%), Guinea (10%) e Costa d’Avorio (9,3%,). Seguono Gambia, Senegal e Mali

I minori non accompagnati

Nel 2016 sono arrivati in Italia 25.846 minori non accompagnati. Quasi 6 volte di più rispetto al 2011.

Sono il 14 % di tutte le persone sbarcate.

Sono il 91,5% di tutti i minori arrivati sulle coste italiane, a volte hanno meno di 14 anni.

Nel 2017 15.779 minori non accompagnati, in diminuzione

(20)

Nel 2017 sono state esaminate oltre 80mila domande, 10mila meno rispetto al 2016.

Il 60% non hanno ricevuto alcuna protezione, cioè 47.839 casi (i dinieghi comprendono anche gli irreperibili).

(21)

Più di 3.000 morti nel Mediterraneo nel 2017 (18

morti ogni 1000 sbarcati)

(22)

UN’IMMIGRAZIONE “NORMALE”

1) Aumenta la presenza di nuclei famigliari

2) La popolazione minorenne è triplicata in nove anni (1.065.811 nel 2016)

3) Negli ultimi anni diminuisce il numero delle nascite in Italia.

Su tutti i bambini nati nel corso del 2015, quelli con entrambi i genitori stranieri sono stati 72.096, il 14,9% del totale e quelli con almeno un genitore straniero 100.766, il 20,7%

Sono accomunati agli italiani dal luogo di nascita, di residenza, dalla lingua, dal sistema formativo e dal percorso di socializzazione.

(23)

 

 

(Elab. S. Molina su dati ISTAT)

(24)
(25)
(26)

FINALMENTE CITTADINI?

Con lo ius soli si riconosce la cittadinanza a chi è

"nato in Italia da genitori stranieri, di cui almeno uno in possesso del permesso Ue di lungo periodo";

Ci sarebbero 800.600 ragazzi, circa l'80% dei minori

s t r a n i e r i r e s i d e n t i i n I t a l i a . A q u e s t i s i

aggiungerebbero 58.500 potenziali nuovi cittadini

ogni anno.

(27)

4)   Nelle   scuole   (a.s.   2016/2017)   gli   studen5   stranieri   sono   814.187,   450.362   sono   na5   in   Italia.  Sono  il  9,2%  degli  iscrie.  

 

Gli   studen5   italiani   con5nuano   a   diminuire  

(-­‐0,6%  nell’ul5mo  anno),  mentre  quelli  stranieri  

sono  cresciu5  (+1,4%).  

(28)

     

5) Femminilizzazione della migrazione: le donne incidono mediamente per il 52,7%

6) Avvicinamento tra popolazione straniera e italiana o “rivoluzione nella culla”?

Le donne immigrate fanno meno figli e si

avvicinano al modello riproduttivo italiano

(dal 2,65 del 2008 all’1,93)

(29)

IL LAVORO

Gli anni della crisi

Tra il 2008 e il 2014: sono fallite in Italia 82.000 imprese con la perdita di 1 milione di posti di lavoro.

Gli stranieri accettano anche lavori non qualificati, sono più disponibili a spostarsi territorialmente,

perdono più facilmente il posto di lavoro

(30)

La crisi ha colpito anche gli immigrati

il loro tasso di occupazione ha perso nel complesso 8,5 punti (2,7 tra gli italiani)

Nel 2014, uno degli anni peggiori, il tasso di disoccupazione tra gli stranieri era del 16,9% (12,2% tra gli italiani)

Strategie di fuga Tra i comunitari: ritorno nei paesi d’origine

Tra i non comunitari: acquisizione della cittadinanza e mobilità secondaria

La ripresa anche per gli immigrati?

Nel 2016 per il secondo anno dopo molti anni diminuiscono i disoccupati tra gli immigrati (- 19.000 rispetto al 2015)

(31)

Ma le differenze non diminuiscono!

Le 5 P del lavoro migrante: Precario, Poco pagato, Pesante, Pericoloso e Penalizzato

Svolgono lavori non qualificati. Nell’elenco delle 20 qualifiche negli avviamenti ci sono: braccianti agricoli, addetti

all’assistenza personale, i collaboratori domestici e i camerieri e assimilati (oltre 128mila).

Sono pagati di meno. In tutte le posizioni i lavoratori immigrati guadagnano di meno dagli occupati italiani è di 1.356 euro,

quella relativa agli stranieri scende a 965 euro, pari al 30% in meno (-371 euro). Le differenze sono molto forti tra donne straniere e donne italiane.

(32)

Gli immigrati pesano sul welfare italiano?

Nel 2015: 16,6 miliardi di euro di entrate fiscali e previdenziali (7,4% del totale) e 13,5 miliardi di uscite.

Nel 2015 il contributo al Pil nazionale è stato dell’8,7% del totale.

Ci sono oltre 3 miliardi di euro che gli stranieri non recuperano.

Cittadini non comunitari con pensioni di invalidità e vecchiaia sono lo 0,2%

Gli immigrati sono aumentati del 161,5% e i ricoveri ospedalieri ordinari del 52,6% (Ministero della Salute).

(33)

Individui o comunità?

Ogni persona può dichiarare la propria appartenenza a differenti gruppi in diversi contesti e in diversi momenti della

propria vita

I confini tra i gruppi cambiano nel tempo

Gli immigrati, come gli autoctoni italiani, possono avere tante appartenenze e tante identità alle quali danno valore o

che invece nascondono

(34)

La superdiversità

Le città sono luoghi di “superdiversità”, dove si osservano c o n t i n u i p r o c e s s i d i “ d i v e r s i f i c a z i o n e d e l l e differenze” (Vertovec, 2007).

Ci sono molti sistemi di differenze, basate non solo sull’etnia, ma anche sul genere, sull’età, sulla religione, sulla condizione sociale, sull’orientamento sessuale.

La divisione italiano/immigrato non serve a spiegare tutto!

(35)

Scontro di civiltà o interconnessioni?

Si sente spesso parlare di “Scontro di civiltà”: le culture sono descritte come entità coese e immutabili, un patrimonio da difendere per proteggere la proprie identità ed evitare contaminazioni.

Bisogna invece evitare gli “eccessi di culture” che caratterizzano il discorso pubblico sull’immigrazione (Aime, 2004)

Molto più utile guardare alle relazioni

(36)

L’impatto sui paesi di partenza

La migrazione è flusso con tante direzioni e continuo di persone, beni, capitali e idee che vanno oltre i confini nazionali

Molti migranti nel fare scelte quotidiane, nello sposare visioni del mondo, nel gestire le proprie relazioni affettive e sociali possono fare riferimento a più contesti territoriali e culturali

Importante guardare agli impatti sociali ed economici nei Paesi d’origine

(37)

Intensità, frequenza, regolarità dei collegamenti sono nuovi rispetto al passato.

Gli aspetti culturali del transnazionalismo: bifocalismo e negoziazione identitaria.

Il transnazionalismo è un fenomeno dal basso. L’azione dei singoli ha effetti aggregati.

Il rapporto tra stati e fenomeni transnazionali: promozione, ostacolo.

Transnazionalismo è risposta alla discriminazione o effetto di inclusione?

(38)

La cultura della migrazione

L’evento migrazione è culturalmente rilevante

Come viene integrato ed elaborato nel sistema di significati locali? Quali modificazioni e forme culturali nuove produce?

Migrazione diventa “simbolo chiave” (Ortner 1973): un potere di elaborazione concettuale e un potere di elaborazione delle azioni

La migrazione è considerata come l’unico veicolo di mobilità sociale.

La migrazione è “culturally embedded”

La mobilità si presenta come un dato naturale mentre la sedentarietà è innaturale

(39)

Quali  risposte  della  poliGca?  

 

• Europa  faGca  a  trovare  la  quadra,  Chi  fa  la  prima  accoglienza  (Italia  e  Grecia),   chi  accoglie  già  numeri  importan5  (Austria,  Svezia),  chi  aveva  spalancato  le  porte   ma  poi  ci  ha  ripensato  (Germania),  chi  non  ne  vuole  sen5r  parlare  (Ungheria)  e   chi  nell’Europa  non  ci  sta  più  (Regno  Unito).  

• Una  linea  comune  c’è:  lasciare  fuori  dall’Europa  il  maggior  numero  possibile  di   migranG  (accordo  con  Turchia,  accordo  con  Libia)  

• Ricollocazione:    nel  2015  si  erano  fissate  160  mila  persone  da  Grecia  e  Italia  ad   altri  paesi  europei  entro  seJembre  2017.  A  fine  2017  solo  31.000!

 

   

 

(40)

E  allora?  

Via  alta:  un  trasferimento  reale  di  sovranità.  Europa  come  con  un   potere  norma5vo  policentrico  fondato  sui  principi  di  sussidiarietà  e   solidarietà.  

 

Riforma  del  quadro  normaGvo  ed  europeo  sul  diriUo  di  asilo    

-­‐ Proposta  di  “protezione  umanitaria  europea”:  risponde  a  persone   che   pur   non   avendo   requisi5   di   protezione   internazionale,   non   possono   essere   rimpatriate   se   non   a   rischio   di   incolumità   psico-­‐

fisica  

-­‐ Creazione   di   un   vero   e   proprio   sistema   di   asilo   europeo,   con   procedure   standard   e   uniformi   nei   28   sta5   membri   e   un’agenzia   europea  responsabile.  

     

       

(41)

-­‐  Ampliamento   dei   canali   di   immigrazione   legale   (sia   economica   che  per  mo5vi  umanitari)  

 

-­‐  Poli5che  di  cooperazione  in  campo  educa5vo  e  della  formazione   professionale,  streJamente  legate  alle  poli5che  di  immigrazione   per  lavoro  

-­‐  Permessi  di  lavoro  e  studio  come  strumento  complementare  alla   protezione:   facilitano   integrazione   economica   (esempio   della   Polonia  nel  2015  con  ciJadini  ucraini.  Permessi  di  lavoro  anziché   protezione  sussidiaria  o  temporanea)    

-­‐  Servono  risorse:  nella  programmazione  finanziaria  2014-­‐2020  su   1000   miliardi   meno   di   un   decimo   per   azioni   esterne   di   poli5ca   estera  e  di  cooperazione.  

 

       

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