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Fig.15 Fig.16
Sulla parete interna dell’olla numero 32 (Fig.16 e Fig. 3 b, tav. 3 ), in corrispondenza dell’orlo, si osservano alcuni segni incisi consecutivi. L’iscrizione può essere letta come una sequenza composta da una Υ rovesciata subito seguita sulla sinistra da un tratto orizzontale, a cui si aggiunge, sempre a sinistra e leggermente più distaccato, un tratto obliquo, parallelo al braccio destro della Υ: in questo caso i primi due segni potrebbero comporre, nonostante la Υ sia a rovescio, un numerale, e precisamente il numero 6, sulla base di un confronto da Marzabotto, anche se in questo caso populoniese l’iscrizione avrebbe ductus sinistrorso. L’incisione potrebbe anche essere interpretata altrimenti, ovvero come una N, seguita, a breve distanza sulla sinistra, da un tratto rettilineo obliquo: anche in questo caso si possono trovare paralleli sia con un’incisione simile sull’orlo esterno di un’olla da Marzabotto, sia con olle provenienti dall’Etruria Meridionale, in contesti solitamente di abitato (Veio, Tarquinia, Poggio Civitate). 38
III.4 Contrassegni non alfabetici
Nella zona superiore della parete interna dell’olla n.9 (Fig.17 e Fig. 2 b,
tav. 2) si osservano due linee parallele oblique incise, che possono essere
interpretate come un numerale, ovvero il numero 2.
Nella parte interna del fondo della ciotola- coperchio numero 201 (Fig.18) si osserva una composizione grafica incisa, ovvero una stella a 5 punte non
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completa: il tratto non è profondo, abbastanza sicuro e netto; un’incisione simile, ma quasi completa, è presente nella parte interna del fondo della ciotola- coperchio numero 202 (Fig.19).
È questo un contrassegno noto fin da epoche molto antiche e in ambiti culturali diversi ed è generalmente interpretato come elemento decorativo forse con un valore apotropaico39 o pratco, sebbene sia più facile pensare, per questi frammenti specifici, ad una semplice decorazione.; trova una larga diffusione in tutta l’Etruria e nel mondo italico.
Per quanto riguarda l’Etruria “propria”, si rinvengono frammenti graffiti con tale segno in molti centri: a Tarquinia40, a Gravisca 41, a Sovana42, a
Volsinii43, a Roselle44, a Caere45, a Populonia46, anche in contesto funerario (necropoli di S. Cerbone su una coppa a vernice nera). Non mancano esemplari da Roma e dall’Etruria padana, sebbene in quest’area appaia con minor frequenza: a Marzabotto, sul fondo esterno di ciotole in impasto depurato e sul fondo di una patera di bucchero, nel reggiano, a Spina, ad Adria. Altri esemplari provengono infine da Este, Genova, Aleria, ma anche dall’area campana e dalla Sicilia. 47
Fig.17 Fig.18 Fig.19 39 SASSATELLI 1994, pp. 222- 236 40 CIE 10111
41 CIE 10233, CIE 10305. CIE 10346, CIE 10347 42 REE 1980 nn. 102-105 43 REE 1973, nn. 64 E 66 44 REE 1874, n. 196 45 MENGARELLI 1937, p.435; REE 1983, n. 41 46 MINTO 1934, p.428
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In corrispondenza del piede della ciotola- coperchio 207 (Figg. 20-21 e
Fig. 16 e, tav. 16) si osservano due incisioni: in corrispondenza del fondo
esterno, è presente un segno grafico a tridente, per la cui interpretazione si rimanda a quanto detto sopra a proposito delle lettere incise in generale e al
χ in particolare (vedi frammento numero 33). In corrispondenza della parte interna del fondo, è inciso invece un segno geometrico abbastanza complesso, formato da una sorta di spirale (o comunque da cerchi concentrici), racchiusa entro un trapezio, dai cui lati corti partono due linee ad essi perpendicolari, una delle quali termina con una barra più corta, parallela ai lati minori del trapezio. Non si conoscono finora
confronti.
Fig.20 Fig.21