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Una nuova classe di rivelatori di incendio. Guida di consultazione

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Academic year: 2022

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Guida di consultazione

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Progettazione meccanica Funzione base del sistema

Funzioni di monitoraggio degli allarmi Funzioni di allarme

Supervisione e riporto dei guasti Funzioni di gestione del sistema Specifiche tecniche

Rivelatori di incendio automatici Requisiti generali

Rivelatori con triplice sensore Rivelatori ottici di fumo Rivelatori di famma a infrarossi Rivelatori di calore

Rivelatori di calore lineari Rivelatori lineari di fumo Rivelatori di fumo ad aspirazione Modulo indicatore a distanza Apparecchiatura ausiliaria associata Requisiti generali

Punti di chiamata manuali indirizzabili Modulo uscita relè indirizzabile

Modulo di monitoraggio contatti indirizzabile Modulo notifica avvisatore acustico indirizzabile Modulo booster avvisatore acustico

Modulo isolatore di linea

Modulo ingresso / uscita multiplo Modulo ingresso / uscita singolo

Modulo rivelatore lineare alimentato da loop

14 14 17 18 20 21 23 24 24 26 28 31 32 33 34 36 37 38 38 38 40 40 41 41 42 42 43 43 3.3

3.4 3.5 3.6 3.7 3.8 3.9 4.

4.1 4.2 4.3 4.5 4.6 4.7 4.8 4.9 4.10 5.

5.1 5.2 5.3 5.4 5.5 5.6 5.7 5.8 5.9 5.10

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Networking e grafica Sottopannelli

Interfaccia utente grafica Documentazione

Documentazione per offerta di appalto Documentazione contrattuale Installazione

Generale Materiali

Installazione dei dispositivi di controllo Installazione del pannello di controlo incendio Massa in esercizio

Generale

Collaudo e avviamento Messa in servizio Consegna Formazione Generale

11.2 Formazione del supervisore del sistema Formazione di altro staff

Manutenzione Generale

Pezzi di ricambio per il sistema Attrezzatura per i test del sistema

Appendice A

Networking e grafica Formazione

47 47 47 52 52 52 55 55 55 57 57 59 59 60 60 61 63 63 63 64 65 65 66 66 68 69 69 7.

7.1 7.2 8.

8.1 8.2 9.

9.1 9.2 9.4 9.5 10.

10.1 10.2 10.3 10.4 11.

11.1 11.3 12.

12.1 12.2 12.3

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(7)

1. Requisiti generali

1.1 Il fornitore del sistema di segnala- zione antincendio deve essere responsa- bile per la progettazione, fornitura, installa- zione, messa in esercizio e manutenzione di un sistema di rivelazione digitale indiriz- zabile e segnalazione antincendio secondo la normativa UNI CEN/TS 54-14.

1.2 Il fornitore del sistema di segnala- zione antincendio deve essere in grado di fornire un servizio di monitoraggio da re- moto con linee di comunicazione dirette al Servizio antincendio.

1.3 Il fornitore del sistema di segna- lazione antincendio deve prevedere un adeguato numero di persone formate e di esperienza nella progettazione, installazio- ne, messa in esercizio e manutenzione di sistemi di rilevamento indirizzabili e segna- lazione antincendio.

1.4 Il fornitore del sistema di segnalazio- ne antincendio deve avere un’esperienza di almeno 10 anni nella progettazione, messa in servizio, messa in esercizio e ma- nutenzione di sistemi di rilevamento e seg- nalazione antincendio, almeno 5 dei quali devono essere relativi a sistemi digitali in- dirizzabili.

1.5 Il fornitore del sistema di segnala- zione antincendio deve essere contraddis- tinto dalla lettera “G” rilasciata dalla Came- ra di commercio, secondo il D.M. 37/08.

1.6 Tutte le apparecchiature relative al funzionamento del sistema di segnalazio- ne antincendio indirizzabile devono esse- re progettate e costruite dall’azienda che mette in servizio e in esercizio il sistema.

Quale requisito minimo, questa clausola copre quanto segue:

• apparecchiature di controllo e segnalazione

• ripetitori

• apparecchiature ausiliarie indirizzabili

• alimentatori e rivelatori puntiformi automatici.

1.7 Il fornitore deve essere approvato secondo lo standard del Sistema di Qualità UNI EN ISO 9002 per la progettazione e la produzione delle apparecchiature di cui al punto 1.6.

1.8 Le principali apparecchiature offer- te per l’uso nel sistema di rivelazione analo- gico indirizzabile e segnalazione antincen- dio devono essere approvate da almeno uno dei seguenti organismi internazionali:

• Loss Prevention Council (LPC)

• British Standards Institution (BSI)

• Underwriters Laboratories (UL)

• Vertrauen durch Sicherheit (VdS)

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1.9 Il fornitore del sistema di seg- nalazione antincendio deve disporre di un set completo di manuali tecnici per tutte le apparecchiature installate.

Questo copre le specifiche tecniche, le specifiche di progettazione del sistema e le linee guide per l’installazione, la messa in esercizio, il funzionamento e la manutenzione dell’apparecchiatura offerta.

Per i sistemi indirizzabili, deve essere disponibile per l’uso un programma in modo che il progettista sia in grado di verificare la progettazione rispetto ai carichi dei loop, i carichi del sistema, ai requisiti della batteria in fase di funzio- namento e standby.

1.10 Il fornitore del sistema di seg- nalazione antincendio, con un ragio- nevole preavviso, deve consentire all’acquirente, o a un suo agente incari- cato, di condurre una ispezione di quali- tà presso lo stabilimento di produzione dell’apparecchiatura proposta.

1.11 Tutte le variazioni che si dis- costino dalle specifiche che il venditore

richiede di apportare dovranno essere chiaramente indicate per iscritto, con apposito riferimento ai relativi paragrafi di queste specifiche.

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2 Standard principali e specifiche

2.1 Laddove applicabile, il sistema di rivelazione e segnalazione antincen- dio e l’installazione devono essere con- formi agli standard UNI e/ o ad altre normative e regolamenti specificati:

2.2 UNI 9795: 2010: Sistemi di rive- lazione e segnalazione antincendio per edifici. (in arrivo nuova edizione 2013) 2.2.1 UNI CEN/TS 54-14: Linee gui- da 2004 per la pianificazione, la pro- gettazione, l’installazione, la messa in esercizio, l’uso e la manutenzione.

2.2.2 UNI 11224:2011 Ispezione iniziale e manutenzione del sistema di rivelazione incendi.

2.2.3 UNI 11280:2008 Controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di rivelazione incendi.

2.2.4 UNI ISO 7240-19:2010 Linee guida per la progettazione, l’installazione e la manutenzione di sis-

temi di comunicazione vocale di emer- genza. Si applicherà la norma UNI EN 54-32 (ora in fase preliminare).

2.5 UMAN Linee guida per un’ ade- guata manutenzione dei sistemi antin- cendio.

2.5.1 UNI EN 12094-1:2004 Componenti di impianti di estinzione a gas –Requisiti e metodi di prova per dispositivi elettrici automatici di comando e gestione spegnimento e di ritardo.

2.5.2 UNI EN 12259:2002 Compo- nenti per sistemi sprinkler e a pioggia.

2.6 CEI EN 50200 2006, Metodo di prova per la resistenza al fuoco di pic- coli cavi non protetti per l’uso in circuiti di emergenza.

2.7 CEI 64-8:2011 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non su- periore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua.

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2.8 UNI EN 54-1 2011 Sistemi di ri- velazione e di segnalazione d’incendio - Introduzione

2.9 UNI EN 54-2 2007 Centrale di controllo e di segnalazione

2.9.1 UNI EN 54-3 2007 Dispositi- vi sonori di allarme incendio.

2.9.2 UNI EN 54-4 2007 Apparec- chiatura di alimentazione.

2.9.3 UNI EN 54-5 2003 Rivelatori di calore – Rivelatori puntiformi.

2.9.4 UNI EN 54-7 2007 Rivelato- ri di fumo - Rivelatori puntiformi funzio- nanti secondo il principio della diffusio- ne della luce, della trasmissione della luce o della ionizzazione.

2.9.5 UNI EN 54-10 2006 Rivela- tori di fiamma - Rivelatori puntiformi.

2.9.6 UNI EN 54-11 2006 Punti di allarme manuali.

2.9.7 UNI EN 54-12 2003 Rivela- tori di fumo - Rivelatori lineari che utiliz- zano un raggio ottico luminoso.

2.9.8 UNI EN 54-13 2005 Valu- tazione della compatibilità dei compo- nenti di un sistema

2.9.9 UNI EN 54-16 2008 Appa- recchiatura di controllo e segnalazione per i sistemi di allarme vocale.

2.9.10 UNI EN 54-17 2006 Isola- tori di corto circuito.

2.9.11 UNI EN 54-18 2006 Dispo- sitivi di ingresso/uscita.

2.9.12 UNI EN 54-20 2006 Rivela- tori di fumo ad aspirazione.

2.9.13 UNI UNI EN 54-23 2010 Dispositivi visuali di allarme incendio.

2.9.14 UNI EN 54-21 2006 Appa- recchiature di trasmissione allarme e di segnalazione remota di guasto e avver- timento

(11)

2.10 UNI prEN54-22 Rivelatori di calore di tipo lineare.

2.11 CEI EN 50200 Metodo di pro- va per la resistenza al fuoco di piccoli cavi non protetti per l’uso in circuiti di emergenza.

2.12 CEI EN 61241 2006 Cos- truzioni elettriche destinate ad essere utilizzate in presenza di polveri com- bustibili – Scelta, installazione e manu- tenzione.

2.13 CEI EN 60079 2006 Cos- truzioni per atmosfere esplosive per la presenza di gas – Installazioni elettri- che in aree pericolose

2.9.15 UNI EN 54-28 Rivelatori di calore di tipo lineare non resettabili 2.9.16 UNI EN 54-24 2008 Com- ponenti di sistemi di allarme vocale - Al- toparlanti.

2.9.17 UNI EN 54-25 2008 Compo- nenti che utilizzano collegamenti radio.

2.9.18 UNI prEN54-26 Rivelatori puntiformi funzionanti mediante sen- sori di monossido di carbonio.

2.9.19 UNI prEN 54-27 Rivelatori di fumo in condutture.

2.9.20 UNI prEN 54-29 Rivelatori di incendio multi-sensore – Rivelatori puntiformi funzionanti mediante una combinazione di sensori di fumo e di calore.

2.9.21 UNI prEN 54-30 Rivelatori di incendio multi-sensore – Rivelatori puntiformi funzionanti mediante una combinazione di sensori di monossido di carbonio e di calore.

(12)

3 Apparecchiature di controllo e segnalazione

3.1 Requisiti generali

3.1.1 Le apparecchiature di controllo e segnalazione formano l’unità centra- le di elaborazione del sistema, ricevo- no e analizzano i segnali provenienti dai sensori antincendio, forniscono le informazioni audio e visive all’utente, innescano le sequenze automatiche di risposta agli allarmi e forniscono il mez- zo con il quale l’utente interagisce con il sistema.

3.1.2 Le apparecchiature di contro- llo e segnalazione devono avere una struttura modulare, laddove appropria- ta, per consentire eventuali espansioni del sistema.

3.1.3 Le apparecchiature di con- trollo e segnalazione devono essere facilmente configurabili in modo da rispettare l’esatta zona di rilevamen- to e produrre i requisiti di mappatura dell’edificio.

3.1.4 Le apparecchiature di con- trollo e segnalazione devono essere ba- sate su microprocessori e operare con un programma software multitasking. I programmi operativi e i dati di configu- razione devono essere contenuti in una memoria non volatile aggiornabile (EE- PROM). L’uso delle EPROM ‘burnt’ non è consentito.

3.1.5 Le apparecchiature di contro- llo e segnalazione devono prevedere un clock real-time per consentire il rife- rimento ad eventi secondo data e ora.

Tale clock deve avere una precisione di 1 minuto all’anno in normali condizio- ni operative. Il clock deve prevedere la compensazione oraria per il passaggio dall’ora legale a quella solare e viceversa.

3.1.6 Deve essere possibile per un ingegnere eseguire aggiornamenti di configurazione sul posto collegando un pc alle apparecchiature di controllo e segnalazione. I dati di configurazione devono essere conservati sul disco fis- so del pc e se ne deve poter eseguire il backup su un sistema di memoria cen- tralizzato.

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3.1.7 L’azienda responsabile per l’installazione deve mettere in atto un sistema di controllo documenti appro- vato per la conservazione dei dati di configurazione.

3.1.8 L’apparecchiatura di contro- llo e segnalazione deve rispettare le specifiche UNI EN 54 parte 2 e UNI EN 54 parte 4 e deve essere approvata, unitamente alle altre apparecchiature ausiliarie, da un ente certificatore indi- pendente.

3.1.9 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve prevedere proces- sori separati, e una funzione di cross- monitoring reciproca per le maggiori funzioni dei sistemi. In particolare, è necessario utilizzare diversi processori per la funzione di controllo principale, le funzioni di ingresso e uscita rispetti- vamente per la rivelazione e la segnala- zione antincendio, e le funzioni di con- trollo e visualizzazione.

3.1.10 Il controller deve essere in grado di gestire fino a 1000 dispositivi indirizzabili.

3.1.11 L’address code di ogni dis- positivo indirizzabile deve essere con- servato all’interno del dispositivo (es.

testa del rivelatore, modulo ausiliario, punto di chiamata, ecc).

3.1.12 La programmazione dell’

address code deve avvenire o median- te l’apparecchiatura di controllo e seg- nalazione o mediante uno strumento di programmazione dedicato.

3.1.13 L’apparecchiatura di contro- llo e segnalazione deve possedere una chiave per prevenire un uso non auto- rizzato dei controli manuali.

3.1.14 L’apparecchiatura di con- trollo e segnalazione deve prevede- re un display LCD a bordo avente la capacità di visualizzare non meno di 16 righe di testo.

3.2 Configurazione di sistema 3.2.1 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve essere in grado di operare con qualsiasi tipo di apparec- chiatura di rivelazione automatica:

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• rivelatori convenzionali

• rivelatori digitali indirizzabili

3.2.2 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve essere in grado di operare con rivelatori convenzionali in- trinsecamente sicuri e rivelatori digitali indirizzabili per l’installazione in aree pericolose. Tali dispositivi devono esse- re approvati ATEX.

3.2.3 I dispositivi di ingresso e uscita indirizzabili devono essere collegati a loop indirizzabili in grado di accettare fino a 250 dispositivi.

3.2.4 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve avere una capaci- tà minima operativa di 1 loop indirizza- bile a pieno carico. Tale capacità deve poter essere estesa fino a un massimo di 4 loop indirizzabili.

3.2.5 I pannelli indirizzabili devono essere in grado di visualizzare un mi- nimo di 32 zone fino a un massimo di 240 zone per i sistemi più grandi. La sezione di cablaggio corrisponden- te a ogni circuito di zona deve esse-

re protetta dai guasti in altre sezioni mediante un dispositivo di isolamento di linea. Il funzionamento del disposi- tivo di isolamento di linea deve esse- re chiaramente indicato da un led sul dispositivo stesso.

3.2.6 Deve essere possibile alloca- re tutti i 250 dispositivi indirizzabili sul loop in un’unica zona.

3.2.7 Per facilitare la riconfigu- razione e l’estensione del sistema, l’allocazione degli indirizzi ai dispositivi deve essere indipendente dalla loro dis- posizione fisica sui loop.

3.2.8 Per facilitare la riconfigu- razione e l’estensione del sistema, l’utente deve (dopo idonea formazio- ne) essere in grado di eseguire le se- guenti funzioni sul pannello anteriore dell’apparecchiatura di controllo e seg- nalazione.

• modificare il testo del pannello

• modificare il testo della zona

• modificare il testo del settore (per i sistemi in rete)

• modificare il testo di un singolo punto

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• aggiungere dispositivi indirizzabili

• eliminare dispositivi indirizzabili

• modificare dispositivi indirizzabili

• modificare gli indirizzi di un singolo punto. Queste funzioni devono essere protette attraverso l’uso di un codice di accesso di alto livello così come descritto nel paragrafo 3.4.9.

3.2.9 L’apparecchiatura di contro- llo e segnalazione deve essere predis- posta per gestire e monitorare da 3 a 7 pannelli ripetitori che forniscono la ripetizione delle indicazioni sul display dell’apparecchiatura, e contengono l’insieme completo dei controlli utente manuali del sistema.

3.2.10 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve avere la possibilità di alloggiare l’alimentatore e le batte- rie necessarie per alimentare fino a 80 zone. L’indicazione zonale deve essere fornita mediante LED.

3.2.11 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve prevedere il colle- gamento di alimentatori esterni, sia lo- cali all’apparecchiatura di controllo e

segnalazione sia distribuiti nel sistema, per fornire un’alimentazione superiore a quella dichiarata nella clausola.

3.2.12 L’apparecchiatura di contro- llo e segnalazione deve consentire la connessione di una stampante in linea da 80 caratteri, sia localmente median- te una porta seriale sia in remoto per mezzo di un bus RS485 esterno.

3.2.13 Deve essere possibile colle- gare un PC all’apparecchiatura di con- trollo e segnalazione per visualizzare le informazioni che altrimenti comparire- bbero solo stampante citata nella clau- sola 3.2.12.

3.2.14 L’apparecchiatura di contro- llo e segnalazione deve poter abilitare l’aggiunta di un modulo di comunica- zione on board per consentire il net- working con gli altri controller median- te una trasmissione via cavo in rame o fibra ottica.

3.2.15 La comunicazione tra cen- trali in rete deve essere di tipo peer to peer, supervisionata e di tipo tollerante al signolo guasto.

(16)

3.2.16 L’apparecchiatura di contro- llo e segnalazione deve poter interfac- ciarsi con apparecchiature di terze parti mediante interfaccia MODBUS.

3.3 Progettazione meccanica 3.3.1 L’alloggiamento nel quale è contenuta l’apparecchiatura di contro- llo e segnalazione deve poter essere montato a parete o a semi incasso e deve essere fornito completo di pas- sacavi, serraggi, piastre d’ingresso, ac- cessori, knock-out e coperchi.

3.3.2 Il display dell’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve essere montato sul coperchio anteriore incer- nierato che si apra con angolo non su- periore ai 90 gradi al fine di prevenire eventuali danni al coperchio.

3.3.3 L’alloggiamento deve consen- tire una protezione minima dalle infil- trazioni secondo IP30.

3.3.4 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione non deve essere accessibile senza l’uso di un apposito strumento.

3.3.5 La struttura deve essere costrui- ta in acciaio o pressofusione di alluminio.

Non è consentito l’uso di plastica.

3.4 Funzione base del sistema 3.4.1 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve poter monitorare lo stato di tutti i dispositivi sui loop in- dirizzabili per incendi, guasti da corto circuito, guasti da circuito aperto, erra- to indirizzamento, rimozione o scambio non autorizzato del dispositivo, condi- zione di pre-allarme, quando seleziona- ta, e contaminazione del rivelatore.

3.4.2 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve monitorare lo sta- to di tutte le connessioni e le interfacce interne, compreso caricatore, batteria e funzioni di segnalazione remota.

3.4.3 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve fornire le seguenti indicazioni visive discrete:

Incendio comune, Guasto, Disabilita- to e Test; accensione, interruzione di corrente, guasto di sistema e modali- tà giorno. Avvisatore acustico attivo,

(17)

avvisatore acustico guasto, avvisatore acustico disabilitato. Segnalazione atti- va, segnalazione guasto, segnalazione disabilitata.

Protezione attivata, guasto protezione, protezione disabilitata.

Inoltre deve essere previsto un led per zona.

3.4.4 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve anche prevedere almeno un LED giallo da configurare per l’uso di specifiche funzioni.

3.4.5 Oltre alle indicazioni for- nite nelle clausole 3.4.3 e 3.4.4, l’apparecchiatura di controllo e seg- nalazione deve prevedere un display alfanumerico LCD integrato da 16x40 caratteri.

3.4.6 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve prevedere un set di controlli a pulsante per consentire a un operatore autorizzato di eseguire le seguenti azioni:

EVACUAZIONE ..(attiva TUTTI gli

avvisatori acustici

del sistema) TACITAZIONE ...(tacita tutti gli

avvisatori acustici

attivi)

RISUONA ...(riattiva gli avvisatori acustici se tacitati) RESET...(ripristina

l’apparecchiatura di

controllo e segnala- zione alla condizione di riposo)

TACITA

CICALINO... (tacita l’avvisatore

acustico interno

al pannello) RITARDO

RICOGNIZIONE...(ritarda l’attivazione di alcune funzioni per un massimo di 10

minuti durante

l’investigazione in

dell’evento e modo giorno)

(18)

GIORNO/NOTTE...(modifica la modalità di confi- gurazione diurna e notturna dei dispositivi nella modalità più opportuna, per es.

rivelatori di calore durate il giorno e

rivelatori combinati calore/

fumo durante la notte. La modalità diurna permette inoltre l’attivazione della funzione di ritardo per la ricognizione.) 3.4.7 Al fine di prevenire un accesso non autorizzato o la pressione acciden- tale dei pulsanti descritti nella clausola 3.4.6 l’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve prevedre una chia- ve di accesso. Tale chiave deve inibire l’uso di tutti i controlli a pulsante ad ec- cezione del tasto TACITA CICALINO.

3.4.8 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione dovrà possedere una funzione per provare manualmente tutti i LED e il display LCD.

3.4.9 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve prevedere un tas- tierino di semplice uso per permettere all’utente di accedere a varie funzioni incorporate e interagire con le informa- zioni visualizzate sul display LCD. Per ra- gioni di sicurezza, l’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve prevede- re una funzione di protezione con pas- sword configurabile. L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve essere in grado di fornire 99 codici di accesso ognuno dei quali impostabile da uno a tre livelli di accesso. I livelli di accesso sono genericamente descritti

3.4.10 L’apparecchiatura di con- trollo e segnalazione deve prevedere funzioni per gestire le indicazioni visive su display LED per ognuno dei seguenti stati zonali:

• Allarme

• Guasto

• Isolato

(19)

3.4.11 L’apparecchiatura di con- trollo e segnalazione deve prevedere funzioni di segnalazione delle seguenti condizioni di sistema a un centro di mo- nitoraggio remoto (ARC) e/o on-site:

• Allarme

• Pre-allarme

• Guasto

• Zona isolata

3.4.12 L’apparecchiatura di contro- llo e segnalazione deve essere in grado di monitorare e comandare dispositivi remoti, quali le unità per il rilascio delle porte, i relè per il comando di impiantie le serrande tagliafuoco, direttamente dai loops indirizzabili.

3.4.13 L’apparecchiatura di con- trollo e segnalazione deve prevedere uscite programmabili per l’attivazione dell’illuminazione di emergenza in caso di interruzione di corrente.

3.5 Funzioni di monitoraggio degli allarmi

3.5.1 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve poter interrogare

ogni dispositivo indirizzabile almeno ogni 5 secondi.

3.5.2 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve prevedere algo- ritmi decisionali sugli incendi specifi- camente adattati alle caratteristiche di risposta dei rivelatori digitali indirizzabi- li utilizzati. L’elaborazione degli algorit- mi in ogni rivelatore non è richiesta.

3.5.3 Gli algoritmi menzionati ne- lla clausola 3.5.2 devono eseguire un’analisi della tendenza del segnale ri- cevuto dai rivelatori digitali indirizzabili al fine di distinguere gli eventi che non sono incendi.

3.5.4 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve essere progettata in modo tale che, per ogni tipologia di rivelatore digitale indirizzabile, il tempo di risposta complessivo per il sensore, il sistema di trasmissione del segnale e l’algoritmo decisionale di incendio, rispetti i requisiti della parte pertinente della norma EN 54.

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3.5.5 Il tempo di risposta dell’

apparecchiatura di controllo e segnala- zione a rivelatori indirizzabili a due stati e a rivelatori convenzionali non deve essere superiore a 10 secondi.

3.5.6 L’apparecchiatura di contro- llo e segnalazione deve eseguire una particolare sequenza di scansione in modo che i punti di chiamata manuali designati forniscano un’indicazione di allarme e un avviso entro 3 secondi dall’attivazione.

3.5.7 L’apparecchiatura di contro- llo e segnalazione deve prevedere una funzione di regolazione automatica de- lla sensibilità dei rivelatori indirizzabili a un livello superiore per i periodi nei qua- li l’edificio non è presidiato.

3.5.8 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve prevedere, come miglioria, la capacità di annunciare una condizione di pre-allarme per segnala- re il più tempestivamente possibile una potenziale condizione di incendio sen- za innescare una piena condizione di allarme.

3.5.9 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve avere, come stan- dard, la capacità di regolare automati- camente i livelli di soglia dell’allarme e del pre-allarme per compensare i cam- biamenti di sensibilità del rivelatore causati da contaminazione durante un periodo di tempo.

3.5.10 L’apparecchiatura di contro- llo e segnalazione deve avere, come standard, la capacità di fornire un avvi- so automatico di sostituzione o manu- tenzione del rivelatore per raggiunto livello di contaminazione.

3.5.11 Il pannello di controllo deve prevedere la capacità di visualizzare i livelli riscontrati dai sensori in modo comprensibile, ad esempio la tempera- tura in gradi centigradi, il fumo in %/m e il monossido di carbonio in ppm.

3.6 Funzioni di allarme

3.6.1 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve prevedere la pos- sibilità di fornire le necessarie uscite per far funzionare separatamente due

(21)

circuiti monitorati di avvisatori acusti- ci a livello generale. Ogni uscita deve essere in grado di sostenere un carico elettrico fino a 500mA.

3.6.2 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve essere in grado di monitorare e controllare l’integrità dei circuiti degli avvisatori acustici di zona mediante un apposito modulo indirizza- bile.

3.6.3 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve essere in grado di emettere un avviso acustico a due fasi programmabile, sia per zona sia a live- llo generale di sistema. Devono essere disponibili tre toni acustici di uscita, come segue:

• Impulso di allerta (1 secondo ON, 1 secondo OFF)

• Tono continuo di evacuazione

• Tono definibile dall’utente per eventi particolari, ad esempio un allarme bomba.

3.6.4 L’apparecchiatura di contro- llo e segnalazione deve prevedere la funzione di cambiare, per zona di avvi-

satore acustico, il segnale acustico di uscita in base al fatto che la sorgente dell’allarme sia:

• un rivelatore automatico

• un punto di chiamata manuale

• un comando EVACUATE

• un evento non-incendio (ad esempio un allarme impianto, ecc.)

3.6.5 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve essere in grado di generare un segnale da un ingresso di cambio classe. Il segnale deve esse- re distinto in modo tale da non essere confuso con altri segnali di allarme.

Qualora vengano usati avvisatori acus- tici comuni per i segnali di allarme e di non allarme, il segnale di allarme non deve, in ogni modo, essere compro- messo dal segnale di non allarme.

3.6.6 L’apparecchiatura di con- trollo e segnalazione deve fornire un’interfaccia per attivare un sistema di diffusione sonora. Il segnale provenien- te dal sistema antincendio al sistema PA/VA deve avere un percorso doppio che, in caso di guasto al segnale princi- pale, consenta al sistema di diffusione

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sonora di innescare la completa eva- cuazione dei luoghi protetti.

3.6.7 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve avere la possibilità di ritardare la trasmissione ai Vigili del Fuoco della segnalazione dell’incendio da parte dei rivelatori automatici nelle zone di rilevamento pre-determinate. Il ritardo temporale deve essere configu- rabile manualmente fino a un massimo di 2 minuti, ma con la possibilità di es- sere esteso a 10 minuti se necessario.

3.6.8 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve prevedere la pos- sibilità di inibire automaticamente la funzione di ritardo descritta nella clau- sola 3.6.7 quando l’edificio è deserto.

3.6.9 La funzione descritta nella clausola 3.6.7 non deve essere appli- cata agli allarmi generati dai punti di chiamata manuali, che devono essere sempre trasmessi immediatamente.

3.7 Supervisione e riporto dei guasti

3.7.1 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve monitorare tutti i componenti critici e le interconnessio- ni del sistema (interne ed esterne). Nel caso si verifichi un guasto che impe- disca il regolare funzionamento delle funzioni di allarme, si accenderà la spia GUASTO e verrà visualizzato un mes- saggio sul display alfanumerico entro 100 secondi dal malfunzionamento.

3.7.2 I seguenti guasti devono es- sere riportati nel modo descritto nella clausola 3.7.1:

• Corto circuito loop

• Circuito aperto loop

• Dispositivo non configurato

• Guasto dispositivo indirizzabile

• Il dispositivo non risponde

• Configurazione errata dispositivo

• Prima alimentazione di un dispositivo che non rispondeva (sensore riposto)

• Avviso monitoraggio condizione rivelatore

• Self test automatico di ogni elemento del rivelatore

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• Circuito aperto cablaggio pulsante di allarme convenzionale

• Corto circuito cablaggio pulsante di allarme convenzionale

• Guasto cablaggio circuito rivelatore convenzionale

• Guasto Ripetitore/Ripetitore LCD, Stampante remota

• Guasto alimentatore

• Guasto caricabatteria

• Guasto batteria

• Batteria critica

• Mancanza alimentazione di rete

• Guasto alimentatore ausiliario

• Uscita relè non operativa

• Guasto segnalazione

• Circuito aperto cablaggio avvisatore acustico

• Corto circuito cablaggio avvisatore acustico

3.7.3 Per consentire una rapida indi- viduazione del guasto e la conseguen- te riparazione, l’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve indicare attraverso messaggi di testo la precisa posizione del guasto nel sistema.

3.7.4 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve essere in grado di monitorare e indicare lo stato delle unità ausiliarie, quali un trasmettitore di segnalazione remoto. Tale possibilità viene ottenuta mediante l’uso di un ido- neo modulo di monitoraggio contatti indirizzabile.

3.7.5 Secondo quanto previsto ne- lla clausola 3.7.4, l’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve prevede- re la possibilità di ritardare la generazio- ne di un evento per confermare il fun- zionamento del dispositivo monitorato.

Tale ritardo deve essere di 6 secondi per i normali contatti de bounced e di 40 secondi per i contatti fluttuanti, per es. i commutatori della valvola di flusso dello sprinkler.

3.8 Funzioni di gestione del sistema

3.8.1 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve prevedere le se- guenti funzioni di gestione del sistema:

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• Isolare/deisolare un particolare punto indirizzabile

• Isolare/deisolare una particolare zona di rivelatori

• Isolare/deisolare una particolare zona dell’avvisatore acustico

• Walk-test di una zona selezionata per verificare rivelatori e avvisatori acustici

• Visualizzare il numero di allarmi occorsi dall’avvio del sistema

• Visualizzare il numero di inizializzazioni software occorsi dall’avvio del sistema

• Visualizzare gli stati comuni di allarme

• Visualizzare gli stati comuni di guasto

• Visualizzare gli stati comuni di escluso

• Visualizzare gli stati di allarme in zona

• Visualizzare gli stati di guasto in zona

• Visualizzare gli stati di escluso in zona

• Visualizzare lo stato dell’indirizzo del punto

• Visualizzare / Stampare i log completi degli eventi

• Visualizzare / Stampare i log filtrati degli eventi

• Visualizzare / Stampare i punti isolati

• Stampare un elenco di rivelatori sporchi

• Stampare lo stato del punto

3.8.2 L’accesso alle funzioni descritte nella clausola 3.8.1 deve essere ris- tretto al personale di livello supervisor o engineer o superiore.

3.8.3 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve prevedere un log degli eventi in grado di memorizzare fino a 3000 eventi occorsi. Deve es- sere possibile visualizzare il contenuto del log mediante display alfanumerico.

Gli eventi devono essere visualizzati in ordine cronologico in uno dei seguenti modi:

• Dall‘ultimo evento occorso

• Dal primo evento occorso

• Dall’evento con priorità più elevata 3.8.4 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve essere in grado di fornire un avviso acustico e visivo quan- do si rende necessario il test di sistema settimanale.

3.8.5 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve essere in grado, mediante idonea unità timer, di isola- re un gruppo di rivelatori selezionati in aree dell’edificio nelle quali viene

(25)

eseguita la manutenzione. I rivelatori devono essere automaticamente reini- zializzati dopo un determinato lasso di tempo.

3.8.6 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve prevedere la pos- sibilità di consentire all’utente di mo- dificare l’orario e la data del clock real- time del sistema.

3.8.7 Deve essere possibile isolare ogni rivelatore sul loop in caso di guas- to causato da corto circuito.

3.9 Specifiche tecniche

3.9.1 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione deve operare con ten- sioni di:

240Vca +10% -6% a 50 Hz +- 2 Hz o 115Vca +15% -10% a 50/60 Hz 3.9.2 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione, l’unità di alimentazione standard e il ripetitore standard devono essere conformi alle seguenti condizio- ni operative:

Intervallo temperatura di esercizio: da -8°C a +55°C

Temperatura di stoccaggio: da -20°C a +70°C

Umidità relativa: fino al 95% di umidità relativa (senza condensa)

Categoria di protezione IEC:

minimo IP30

3.9.3 L’apparecchiatura di controllo e segnalazione, l’unità di alimentazione standard e il ripetitore standard devono essere conformi come minimo ai requi- siti EMC descritti nelle norme UNI EN 54 parte 2 e UNI EN 54 parte 4.

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4 Rivelatori di incendio automatici

4.1 Requisiti generali

4.1.1 Il fornitore del sistema di seg- nalazione antincendio deve disporre di rivelatori automatici per la connessione diretta ai loop indirizzabili del sistema:

• Triplice rilevamento (rivelatore di calore, rivelatore ottico di fumo e rivelatore di monossido di carbonio)

• Rivelatori ottici di fumo

• Rivelatori ottici di fumo ad alte prestazioni

• Rivelatori di calore

4.1.2 Il fornitore del sistema di seg- nalazione antincendio deve disporre dei seguenti tipi di rivelatori automatici convenzionali, punti di chiamata ma- nuali e unità ausiliarie da collegare al sistema mediante idonee interfacce:

• Rilevamento di fiamma a infrarossi per aree pericolose

• Rivelatori ottici di fumo ad alte prestazioni per aree pericolose

• Rivelatori di calore per aree pericolose

• Rivelatori di fumo a ionizzazione

• Rivelatori ottici di fumo

• Rivelatori ottici di fumo ad alte prestazioni

• Rivelatori di fiamma a infrarossi

• Rivelatori di fiamma a schiera di infrarossi

• Rivelatori di calore

• Rivelatori di incendio combinati Monossido di carbonio / Calore

• Rivelatori di fumo a raggio ottico

• Rivelatori di fumo ad aspirazione

• Rilevamento di calore lineare

4.1.3 I rivelatori automatici di incendio devono essere fissati all’installazione mediante basi plug-in.

Sia i rivelatori indirizzabili sia i rivelato- ri convenzionali devono utilizzare una base compatibile per semplificare futu- ri aggiornamenti.

4.1.4 Le basi specificate nella clau- sola 4.1.3 devono includere la funzione opzionale di bloccare i rivelatori in posi- zione una volta collegati.

4.1.5 Per i rivelatori montati in un controsoffitto è necessario usare un idoneo adattatore per assemblare e

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installare il rivelatore e la base, da tes- tare una volta completato il montaggio prima di installare il pannello a soffitto.

4.1.6 L’indirizzamento di qualsia- si dispositivo direttamente collegato al sistema viene eseguito in modo da non richiedere alcuna impostazione manuale dei commutatori, né l’uso di schede di programmazione sia nella testa sia nella base.

4.1.7 I rivelatori indirizzabili devono poter essere in grado di trasmettere all’apparecchiatura di controllo e seg- nalazione un identificatore univoco e preimpostato per rilevare modifiche non autorizzate alla configurazione di sistema.

4.1.8 Il fornitore del sistema di seg- nalazione antincendio deve produrre accessori standard per l’installazione dei rivelatori di fumo in condotti d’aria.

Questi devono essere progettati in modo tale da alloggiare i rivelatori di fumo standard e le basi, sia convenzio- nali sia indirizzabili, del fornitore.

4.1.9 Deve essere possibile collega- re un mix di rivelatori automatici, punti di chiamata manuali e moduli indirizza- bili all’interno di una stessa suddivisio- ne di zona di un loop indirizzabile.

4.1.10 Il fornitore del sistema di segnalazione antincendio deve poter offrire idonea apparecchiatura al fine di testare ed eventualmente sostituire tutti i quattro principali tipi di rivelatori automatici.

4.1.11 Il fornitore del sistema di segnalazione antincendio deve poter disporre di versioni intrinsecamente sicure di tutti i quattro tipi di rivelatori automatici, delle basi plug-in e degli iso- latori di linea.

4.1.12 I dispositivi intrinsecamente sicuri sono specificati nella clausola 4.1.2 e la loro progettazione deve ris- pettare quanto prescritto dalle normati- ve EN50014 e EN50020, inoltre devo- no essere certificati ATEX da BASEEFA come EEx ia IIC T5.

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4.1.13 I dispositivi intrinsecamente sicuri devono essere certificati ATEX per gli ambienti in cui possono formarsi atmosfere esplosive per la presenza di gas e di polvere, rendendoli quindi ido- nei all’uso nelle aree classificate come Zona 20 e 21.

4.1.14 Tutte le apparecchiature co- llegate ai loop indirizzabili del sistema, sia direttamente sia mediante interfac- cia, devono essere protette contro dis- turbi elettrici, impulsi ad alta frequenza e interferenze elettromagnetiche di al- tre apparecchiature.

4.1.15 La base del rivelatore indiriz- zabile / convenzionale deve essere in grado di supportare un modulo di seg- nalazione a LED separato.

4.1.16 La modalità di funzionamen- to dei rivelatori deve essere facilmente modificabile per poter essere adattata all’ambiente / al rischio presente. Ciò deve essere possibile mediante l’uso di timer, ingressi esterni o comandi im- partiti attraverso il pannello anteriore

dell’apparecchiatura di controllo e seg- nalazione.

4.2 Rivelatori con triplice sensore

4.2.1 I rilevatori a triplice sensore devono essere in grado di rivelare ca- lore, fumo (mediante rivelatore ottico) e monossido di carbonio per poter individuare un’ampia gamma di incendi mantenendo al contempo la capacità di identificare falsi allarmi. Il rivelatore deve inoltre poter agire come disposi- tivo ad elevata sensibilità in ambienti che richiedono tale specifica.

4.2.2 Il rivelatore ottico di fumo deve essere progettato secondo le specifi- che funzionali della normativa UNI EN 54 parte 7.

4.2.3 Il rivelatore di calore deve es- sere progettato secondo le specifiche funzionali della normativa UNI EN 54 parte 5.

4.2.4 I rivelatori a triplice sensore devono essere approvati ed elencati

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nel Loss Prevention Certification Board (LPCB) o nel VdS.

4.2.5 Il rilevatore a triplice sensore deve essere configurabile con una o più delle seguenti modalità operative.

• Elevata capacità di individuazione falso allarme (impiega tutte le tre tecnologie di rilevamento)

• Universale (impiega tutte le tre tecnologie di rilevamento)

4.2.6 Il rilevatore a triplice sensore deve essere in grado di operare come un unico indirizzo che impieghi tutte le tre tecnologie di rilevamento.

Quando si usano assieme le tre tecno- logie di rilevamento, il funzionamento della camera ottica del rilevatore a tri- plice sensore deve essere migliorato per la presenza di CO e/o di calore.

4.2.7 Ogni tecnologia di rileva- mento deve essere monitorata indi- vidualmente in modo che l’eventuale fallimento di un sensore non influenzi il funzionamento dei restanti due.

4.2.8 La camera ottica all’interno del rilevatore a triplice sensore deve impie- gare il principio base per migliorare il monitoraggio della camera stessa e la capacità del rivelatore di individuare sia il sottile fumo bianco da combustione sia il fumo nero denso da incendio.

4.2.9 Il dispositivo per il campiona- mento del fumo nella camera ottica deve prevedere un retino meccanico permanente per prevenire l’innesco di falsi allarmi creati dall’ingresso di inset- ti nel dispositivo; tale retino non deve tuttavia impedire il libero movimento del fumo all’interno della camera.

4.2.10 Il rilevatore a triplice sensore deve includere una schermatura RFI e componenti di connessione feed–

through per minimizzare l’effetto delle interferenze irradiate e indotte.

4.2.11 Il fornitore del sistema di segnalazione antincendio deve avere a disposizione le seguenti versioni del rilevatore a triplice sensore per rispetta- re le specifiche di diverse applicazioni:

• Digitale indirizzabile (sensibilità regolabile)

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4.2.12 Il rilevatore a triplice senso- re deve includere un LED chiaramente visibile da terra da ogni angolazione. I LED dei rivelatori devono lampeggiare a indicare che sono in comunicazione e si devono accendere in modo perma- nente durante un allarme. Per le aree che richiedono una totale oscurità, deve essere possibile programmare i singoli LED in modo che non lampeggi- no durante lo stato di quiescenza.

4.3 Rivelatori ottici di fumo 4.3.1 I rivelatori ottici di fumo devo- no essere in grado di individuare i gas visibili generati dalla combustione du- rante un incendio.

4.3.2 I rivelatori ottici di fumo devo- no rispettare i requisiti della normativa UNI EN 54 parte 7.

4.3.3 I rivelatori ottici di fumo de- vono essere approvati ed elencati nel Loss Prevention Certification Board (LPCB) o nel VdS.

4.3.4 I rivelatori ottici di fumo devo- no impiegare il principio della diffusio- ne della luce, usando componenti ottici in grado di funzionare a una lunghezza d’onda di 4,35 nm.

4.3.5 La camera ottica del rivelato- re di fumo deve essere progettata in modo tale da minimizzare l’effetto pro- dotto dal depositarsi della polvere nel tempo.

4.3.6 La camera ottica del rivelato- re di fumo deve essere progettata in modo tale da prevenire l’ingresso di in- setti all’interno del sensore.

4.3.7 I rivelatori ottici di fumo de- vono essere progettati per offrire un’elevata resistenza alla contamina- zione e alla corrosione, con un ulterio- re trattamento applicato ai termistori e alle schede dei circuiti stampati del ri- velatore. Se usati in ambienti caratteriz- zati da condizioni mutevoli, il rivelatore deve essere montato a soffitto preve- dendo un’ulteriore protezione contro l’ingresso di umidità dal di sopra.

(31)

I rivelatori ottici di fumo devono inclu- dere una schermatura RFI e compo- nenti di connessione feed–through per minimizzare l’effetto delle interferenze irradiate e indotte.

4.3.8 Il fornitore del sistema di segnalazione antincendio deve avere a disposizione le seguenti versioni del rivelatore ottico di fumo per rispettare le specifiche di diverse applicazioni:

• Digitale indirizzabile (sensibilità regolabile)

• Convenzionale

• Convenzionale – Intrinsecamente sicuro

4.3.9 Il rivelatore ottico di fumo deve includere un LED chiaramente visibile da terra da ogni angolazione. I LED dei rivelatori devono lampeggiare a indicare che sono in comunicazione e si devono accendere in modo perma- nente durante un allarme. Per le aree che richiedono una totale oscurità, deve essere possibile programmare i singoli LED in modo che non lampeggi- no durante lo stato di quiescenza.

4.4 Rivelatori ottici di fumo ad alte prestazioni

4.4.1 I rivelatori ottici di fumo ad alte prestazioni devono essere in grado di individuare i gas visibili generati dalla combustione durante un incendio.

4.4.2 I rivelatori ottici di fumo devo- no essere progettati secondo le speci- fiche funzionali della normativa UNI EN 54 parte 7.

4.4.3 I rivelatori ottici di fumo ad alte prestazioni devono essere approvati ed elencati nel Loss Prevention Certifica- tion Board (LPCB) o nel VdS.

4.4.4 I rivelatori ottici di fumo ad alte prestazioni devono impiegare il princi- pio della diffusione della luce, usando componenti ottici in grado di funziona- re a una lunghezza d’onda di 4,35 nm.

4.4.5 I rivelatori ottici di fumo ad alte prestazioni devono monitorare e utiliz- zare rapidi cambi di temperatura per aumentare la normale sensibilità del rivelatore ottico fotoelettrico (basato

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sul principio della diffusione della luce) per ottenere una migliore risposta ad incendi a rapida combustione.

4.4.6 Il rivelatore ottico di fumo ad alte prestazioni deve essere in grado di operare sia come singolo indirizzo, come specificato al punto 4.2.7, impie- gando entrambe le tecnologie di rileva- mento, sia come dispositivo che utilizza due indirizzi. Mediante l’uso di due in- dirizzi, il rivelatore deve poter operare come rivelatore di calore e simultanea- mente come rivelatore di fumo, fornen- do quindi una verifica dell’allarme in un unico rivelatore.

4.4.7 Nella modalità a singolo indi- rizzo, i rivelatori ottici ad alte prestazio- ni non devono generare una condizio- ne di allarme solo da un aumento della temperatura o da una temperatura as- soluta.

4.4.8 La camera ottica del rivelatore di fumo ad alte prestazioni deve essere progettata in modo tale da minimizzare l’effetto prodotto dal depositarsi della polvere nel tempo.

4.4.9 La camera ottica del rivela- tore di fumo, così come specificato al punto 4.2.11, deve essere progettata in modo tale da prevenire l’ingresso di insetti all’interno del sensore.

4.4.10 I rivelatori ottici di fumo ad alte prestazioni devono essere pro- gettati per offrire un’elevata resistenza alla contaminazione e alla corrosione, così come indicato al punto 4.4.8.

4.4.11 I rivelatori ottici di fumo ad alte prestazioni devono includere una schermatura RFI e componenti di con- nessione feed–through per minimizza- re l’effetto delle interferenze irradiate e indotte.

4.4.12 Il fornitore del sistema di seg- nalazione antincendio deve avere a dis- posizione le seguenti versioni del rive- latore ottico di fumo ad alte prestazioni per rispettare le specifiche di diverse applicazioni:

• Digitale indirizzabile (sensibilità regolabile)

• Convenzionale

• Convenzionale - Sicurezza intrinseca

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4.4.13 Il rivelatore ottico di fumo ad alte prestazioni deve includere un LED chiaramente visibile da terra da ogni angolazione. I LED dei rivelatori devo- no lampeggiare a indicare che sono in comunicazione e si devono accen- dere in modo permanente durante un allarme. Per le aree che richiedono una totale oscurità, deve essere possibile programmare i singoli LED in modo che non lampeggino durante lo stato di quiescenza.

4.5 Rivelatori di fiamma a infrarossi

4.5.1 I rivelatori di fiamma a infra- rossi devono essere in grado di rilevare la radiazione a infrarossi prodotta da un incendio di materiale carbonioso, e devono essere progettati secondo le specifiche funzionali della normativa UNI EN 54-10

4.5.2 I rivelatori di fiamma a infraros- si devono essere approvati ed elencati nel Loss Prevention Certification Board (LPCB).

4.5.3 Il rivelatore di fiamma a infra- rossi deve essere in grado di rilevare un incendio di carburante di un’area di 0,1 metri quadri a una distanza di 30 metri per i seguenti combustibili:

• Petrolio (benzina)

• N-eptano

• Cherosene

• Diesel

• Alcol (I.M.S)

• Glicole etilenico

4.5.4 I rivelatori di fiamma a infraros- si devono utilizzare filtri ottici a banda stretta in grado di bloccare la radiazio- ne indesiderata quale quella emanata dal sole o dalle lampade con filamen- to in tungsteno. Il rivelatore di fiamma deve essere immune dalla radiazione solare diretta o riflessa e dal calore irra- diato e modulato di 1 kW fino a 1 m.

4.5.5 I rivelatori di fiamma a infraros- si devono essere progettati per essere sensibili alla modulazione della radia- zione ricevuta in una piccola gamma di frequenze corrispondenti al tremolio delle fiamme.

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4.5.6 I rivelatori di fiamma a infra- rossi devono essere progettati in modo da avere un’elevata resistenza alla con- taminazione e alla corrosione.

4.5.7 Il corpo elettronico dei rivela- tori a infrarossi deve essere incapsulato in resina epossidica ad alta resistenza.

4.5.8 I rivelatori di fiamma a infra- rossi devono includere una scherma- tura RFI e componenti di connessione feed–through per minimizzare l’effetto delle interferenze irradiate e indotte.

4.5.9 Il fornitore del sistema di seg- nalazione antincendio deve avere a disposizione le seguenti versioni del rilevatore di fiamma a infrarossi per ris- pettare le specifiche di diverse applica- zioni:

• Digitale indirizzabile

• Convenzionale

• Convenzionale - Sicurezza intrinseca 4.5.10 Il rivelatore di fiamma a in- frarossi deve essere dotato di un LED, chiaramente visibile dall’esterno, allo

scopo di fornire un’indicazione visiva dell’innesco dell’allarme.

4.6 Rivelatori di calore

4.6.1 I rivelatori di calore devono es- sere in grado di rilevare un rapido innal- zamento della temperatura e tempera- ture assolute fisse.

4.6.2 I rivelatori di calore devono ris- pettare i requisiti della normativa UNI EN 54 parte 5.

4.6.3 I rivelatori di calore devono es- sere approvati ed elencati nel Loss Pre- vention Certification Board (LPCB) o nel VdS.

4.6.4 I rivelatori di calore devono impiegare due elementi di rilevamento con caratteristiche termiche diverse al fine di fornire una gamma di risposte dipendenti dal tasso di incremento.

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4.6.5 Gli elementi di rilevamento de- lla temperatura e la circuiteria dei rive- latori di calore devono essere rivestiti di resina epossidica per fornire protezio- ne ambientale.

4.6.6 I rivelatori di calore devono in- cludere una schermatura RFI e compo- nenti di connessione feed–through per minimizzare l’effetto delle interferenze irradiate e indotte.

4.6.7 Il fornitore del sistema di seg- nalazione antincendio deve avere a disposizione le seguenti versioni del rilevatore di calore per rispettare le spe- cifiche di diverse applicazioni:

• Digitale indirizzabile

• Convenzionale – Convenzionale - Sicurezza intrinseca

4.6.8 Il rivelatore di calore deve in- cludere un LED chiaramente visibile da terra da ogni angolazione. I LED dei ri- velatori devono lampeggiare a indicare che sono in comunicazione e si devono accendere in modo permanente du- rante un allarme. Per le aree che richie- dono una totale oscurità, deve essere

possibile programmare i singoli LED in modo che non lampeggino durante lo stato di quiescenza.

4.7 Rivelatori di calore lineari 4.7.1 I rivelatori lineari di calore de- vono essere in grado di rilevare un in- cendio (o un innalzamento della tempe- ratura) in aree ristrette o inquinate.

4.7.2 Il cavo del sensore dei rivela- tori lineari di calore non deve poter es- sere influenzato da polvere, umidità o vibrazioni e deve richiedere una bassa manutenzione.

4.7.3 I rivelatori devono disporre di uno switch di calibrazione montato in- ternamente per impostare la soglia di sensibilità dell’allarme.

4.7.4 I rivelatori devono generare una condizione di allarme in caso di superamento della soglia di allarme preimpostata.

4.7.5 I rivelatori devono generare una condizione di guasto se il cavo del

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sensore presenta una condizione di cir- cuito aperto o corto circuito.

4.7.6 I rivelatori, dopo la rilevazione di un cavo che presenti una condizione di circuito aperto o corto circuito, devo- no essere in grado di segnalare la con- dizione al controller principale.

4.7.7 I rivelatori lineari di calore de- vono rispettare i requisiti della normati- va UNI EN 54 parte 22.

4.7.8 I rivelatori lineari di calore de- vono essere approvati ed elencati nel Loss Prevention Certification Board (LPCB) o nel VdS.

4.7.9 I rivelatori devono essere ido- nei all’uso in aree pericolose e i cavi devono essere dotati di una protezione meccanica nelle aree in cui possono su- bire danni.

4.7.10 I controller dei rivelatori de- vono essere dotati di un LED rosso di Incendio e di un LED giallo di Guasto, chiaramente visibili dall’esterno, allo scopo di fornire un’indicazione visiva di una condizione di allarme.

4.8 Rivelatori lineari di fumo 4.8.1 I rivelatori lineari di fumo devo- no essere capaci di rilevare la presenza di fumo in grandi spazi interni di tipo aperto.

4.8.2 Saranno utilizzati rivelatori di fumo punto a punto oppure a fascio ri- flesso.

4.8.3 I rivelatori lineari di fumo proietteranno da un’unità trasmittente a una ricevente un fascio di luce a in- frarossi modulata. Il segnale ricevuto verrà analizzato e, in caso di presenza di fumo per un periodo pre-stabilito, si attiverà una condizione di allarme.

4.8.4 I rivelatori saranno in grado di offrire copertura in aree aperte di lung- hezza fino a 100m e larghezza fino a 14m, con un’area di protezione effica- ce pari a massimo 1400 mq.

4.8.5 L’uscita dell’allarme antin- cendio dei rivelatori sarà attivata in caso il fumo provochi una riduzione dell’intensità del segnale compresa tra

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il 40% e il 90% per un periodo di circa 5 secondi.

4.8.6 In caso di guasto dell’

alimentazione dell’unità trasmittente o se il segnale trasmesso è ridotto di più del 90% per un periodo superiore a 1 secondo, sarà segnalata una condizio- ne di allarme per guasto. Questa condi- zione inibirà l’allarme antincendio fino al ripristino del segnale.

4.8.7 L’unità ricevente dei rivelatori sarà in grado di eseguire un reset auto- matico circa 5 secondi dopo la segna- lazione di un guasto, qualora il guasto non sia più presente.

4.8.8 I rivelatori comprenderanno circuiteria di controllo automatico del guadagno (Automatic Gain Control, AGC) capace di compensare la degra- dazione a lungo termine dell’intensità del segnale provocata da invecchia- mento di componenti o formazione di impurità sulle superfici ottiche delle lenti delle unità trasmittenti e riceventi.

4.8.9 I rivelatori lineari di fumo soddisferanno i requisiti della norma UNI EN 54 parte 12.

4.8.10 I rivelatori lineari di fumo sa- ranno omologati e compresi nella lista di Loss Prevention Certification Board (LPCB) o nel Vds.

4.8.11 L’unità ricevente dei rive- latori includerà una spia di allinea- mento/guasto, chiaramente visibile dall’esterno, per segnalare entrambe le condizioni di allineamento e di guasto.

4.8.12 Il rivelatore di fumo preferen- ziale di tipo lineare avrà una caratteris- tica di auto-allineamento incorporata concepita per riallineare l’unità rispetto al suo riflettore qualora i due compo- nenti siano disallineati a causa di mo- vimenti della costruzione. Questa fun- zionalità è anche di aiuto per l’iniziale installazione e la messa in esercizio

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4.9 Rivelatori di fumo ad aspirazione

4.9.1 I rivelatori di fumo ad aspirazio- ne devono essere capaci di rilevare la pre- senza di particelle di fumo in campioni di aria ricavati da molti punti diversi.

4.9.2 I rivelatori di fumo ad aspira- zione forniranno un profilo analogico continuo delle condizioni dell’aria am- biente.

4.9.3 I rivelatori saranno in grado di reagire a una situazione di incendio in evoluzione con allarmi a fasi multiple attraverso un modulo integrato dota- to di 3 ingressi e 4 uscite. Gli ingressi possono essere assegnati ad allarme 1, allarme 2 e guasto.

4.9.4 L’uscita allarme antincendio dei rivelatori dovrà essere program- mabile per consentire il tempo suffi- ciente a intervenire; da un’indagine dettagliata della causa dell’allarme a un’evacuazione completa.

4.9.5 Il progetto dei rivelatori sarà tale da poterli integrare con un siste- ma di segnalazione antincendio e di protezione rispetto a particolari parti di apparecchiatura quali computer, rack, quadri elettrici e sistemi a rack per sis- temi di commutazione tlc, nonché inte- ri locali e ed intercapedini.

4.9.6 I rivelatori comprenderanno una funzione per permettere adegua- menti della soglia di sensibilità in base alle esigenze di particolari ambienti.

4.9.7 Ogni rivelatore sarà in grado di monitorare un’area di massimo 2000 mq di superficie usando tubo in ABS facile da installare.

4.9.8 I rivelatori di fumo ad aspira- zione saranno omologati a norma UNI EN54-20 e compresi nella lista di Loss Prevention Certification Board (LPCB) o nel VdS

4.9.9 I rivelatori dovranno includere un indicatore LED, chiaramente visibile dall’esterno, per segnalare la condizio- ne di allarme o di guasto.

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4.10 Modulo indicatore a distanza

4.10.1 Il modulo indicatore a dis- tanza deve fornire una segnalazione a distanza per qualunque rivelatore con- venzionale o analogico indirizzabile che possa essere situato in un compar- timento non accessibile.

4.10.2 Il modulo indicatore a distan- za sarà comandato direttamente dal rivelatore locale ad esso associato.

4.10.3 La connessione al modulo in- dicatore a distanza sarà monitorata per circuiti aperti e corto circuiti.

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5. Apparecchiatura ausiliaria associata

5.1 Requisiti generali

5.1.1 Il fornitore del sistema di seg- nalazione antincendio deve avere a disposizione i seguenti tipi di punti di chiamata manuali e moduli di linea per il collegamento diretto ai loop indirizza- bili del sistema:

• Punti di chiamata manuali per uso in interni

• Punti di chiamata manuali per uso in esterni

• Modulo interfaccia rivelatori convenzionali

• Modulo interfaccia relè indirizzabili

• Modulo relè alta tensione

• Modulo monitoraggio contatti indirizzabili

• Modulo ingresso / uscita indirizzabile

• Modulo driver avvisatore acustico indirizzabile

• Avvisatore acustico / avvisatore ottico indirizzabile alimentato da loop

• Base avvisatore acustico indirizzabile alimentata da loop

• Moduli ingresso / uscita monitorati con quad fornendo le seguenti opzioni, 4 ingressi e 4 uscite, 2 uscite, 4 uscite, 2 uscite relè, 4 uscite relè 5.2 Punti di chiamata manuali indirizzabili

5.2.1 I punti di chiamata manuali in- dirizzabili devono monitorare e segna- lare all’apparecchiatura di controllo e segnalazione lo stato di un interruttore azionato tramite la rottura di un vetro.

5.2.2 Il punto di chiamata manuale indirizzabile rispetterà i requisiti della norma UNI EN 54: Parte 11.

5.2.3 I punti di chiamata indirizzabili saranno in grado di funzionare median- te la pressione del pollice e non richie- deranno un martello.

5.2.4 I punti di chiamata indirizzabili saranno installabili in scatole resisten- ti alle intemperie che garantiscano un grado di protezione IP65.

5.2.5 I punti di chiamata indirizzabili

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comprenderanno un meccanismo per interrompere la normale scansione del loop indirizzabile per fornire la risposta a una segnalazione in meno di 3 secondi.

5.2.6 I punti di chiamata indirizzabili saranno programmabili sul campo per innescare o un allarme o una risposta di evacuazione dall’apparecchiatura di controllo e segnalazione.

5.2.7 I punti di chiamata indirizzabi- li potranno essere provati usando una chiave di test senza dover rompere il vetro.

5.2.8 I punti di chiamata indirizzabili forniranno un LED rosso integrato per segnalare l’attivazione.

5.2.9 Il modulo interfaccia rivelatori convenzionali monitorerà e segnalerà all’apparecchiatura di controllo e seg- nalazione lo stato di massimo due cir- cuiti di rivelatori convenzionali e punti di chiamata manuali.

5.2.10 Il modulo interfaccia rivela- tori convenzionali saprà distinguere tra rivelatori convenzionali automatici e punti di chiamata manuali sullo stesso circuito ai fini di segnalazioni e isola- menti.

5.2.11 Il modulo interfaccia rive- latori convenzionali sarà in grado di segnalare allarme, guasto con circuito aperto, guasto con cortocircuito e stato di guasto dell’alimentazione.

5.2.12 Il modulo interfaccia rivela- tori convenzionali sarà capace di mo- nitorare rivelatori automatici e punti di chiamata manuali da una serie di siste- mi convenzionali esistenti.

5.2.13 Il modulo interfaccia rivela- tori convenzionali funzionerà in modo che la rimozione di un rivelatore con- venzionale automatico dalla sua base non influisca sul funzionamento di al- cun punto di chiamata manuale.

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5.2.14 Il modulo interfaccia rivela- tori convenzionali includerà un isolato- re di linea integrato.

5.2.15 Il modulo interfaccia rivela- tori convenzionali fornirà segnalazione integrata con LED rosso quando in stato di allarme e con LED giallo quando inter- venuto l’isolatore di linea integrato.

5.2.16 Il modulo interfaccia rive- latori convenzionali sarà in grado di monitorare tramite isolamento galvani- co esterno rivelatori convenzionali au- tomatici a sicurezza intrinseca e punti di chiamata manuali omologati ATEX.

5.3 Modulo uscita relè indirizzabile

5.3.1 Il modulo uscita relè indiriz- zabile deve fornire un contatto relè in scambio senza tensione gestito a co- mando dall’apparecchiatura di contro- llo e segnalazione

5.3.2 I contatti del modulo uscita relè indirizzabile saranno in grado di commutare carichi fino a 2 A @ 24Vcc.

5.3.3 Il modulo uscita relè indirizza- bile monitorerà la bobina del relè per il circuito aperto e trasmetterà il segnale di guasto all’apparecchiatura di contro- llo e segnalazione.

5.3.4 Il modulo uscita relè indiriz- zabile sarà totalmente alimentato dal loop indirizzabile.

5.3.5 Il modulo uscita relè indirizza- bile segnalerà con il LED rosso che il relè ha funzionato.

5.4 Modulo di monitoraggio contatti indirizzabile

5.4.1 Il modulo di monitoraggio con- tatti indirizzabile fornirà il monitoraggio dello stato di segnali in ingresso com- mutati da contatti o normalmente aper- ti o normalmente chiusi.

5.4.2 Il modulo di monitoraggio con- tatti indirizzabile segnalerà con il LED ros- so quando il contatto ha commutato.

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5.4.3 Il modulo di monitoraggio con- tatti indirizzabile sarà totalmente alime- tato dal loop indirizzabile.

5.5 Modulo notifica avvisatore acustico indirizzabile

5.5.1 L’uscita del modulo di notifica avvisatore acustico indirizzabile sarà regolata a 500mA.

5.5.2 Il modulo di notifica avvisatore acustico indirizzabile sarà in grado di far funzionare gli avvisatori acustici in una modalità a impulsi o continua secondo quanto stabilito dall’apparecchiatura di controllo e segnalazione.

5.5.3 Il modulo di notifica avvisato- re acustico indirizzabile consentirà di monitorare i collegamenti elettrici per gli avvisatori acustici per circuito aperto o per cortocircuito e trasmet- terà il necessario segnale di guasto all’apparecchiatura di controllo e seg- nalazione.

5.5.4 Il modulo di notifica avvisato- re acustico indirizzabile consentirà di monitorare il guasto dell’alimentazione

per gli avvisatori acustici e trasmet- terà il necessario segnale di guasto all’apparecchiatura di controllo e seg- nalazione.

5.5.5 Il modulo di notifica avvisatore acustico indirizzabile segnalerà con il LED rosso che il circuito dell’avvisatore acustico è stato azionato.

5.6 Modulo booster avvisatore acustico

5.6.1 Il modulo booster avvisatore acustico sarà in grado di monitorare e comandare un circuito di avvisatori acustici ad alto amperaggio fino ad un massimo di15 Amp.

5.6.2 Il modulo booster avvisatore acustico sarà in grado di interfacciarsi o rispetto alle comuni uscite per avvi- satore acustico dell’apparecchiatura di controllo e segnalazione o rispetto all’uscita del modulo driver avvisatore acustico indirizzabile.

5.6.3 Il modulo booster avvisato- re acustico sarà progettato per man-

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tenere il monitoraggio del circuito dell’avvisatore acustico e trasmettere un segnale di guasto o tramite il modulo di notifica avvisatore acustico indirizza- bile o direttamente all’apparecchiatura di controllo e segnalazione.

5.7 Modulo isolatore di linea 5.7.1 L’isolamento della linea avve- rrà mediante l’uso di basi con isolatore per rivelatori o isolatori di linea incorpo- rati nei moduli ausiliari.

5.7.2 L’isolatore di linea offrirà pro- tezione sul loop indirizzabile scolle- gando automaticamente la sezione di cablaggio dove si è verificato un corto- circuito.

5.7.3 L’isolatore di linea sarà total- mente alimentato dal loop indirizzabile.

5.7.4 L’isolatore di linea segnalerà con LED il proprio intervento.

5.8 Modulo ingresso / uscita multiplo

5.8.1 Il modulo ingresso / uscita multiplo fornirà 3 ingressi e 4 uscite per interfacciare per esempio singoli sistemi entro negozi, con il sistema di monitoraggio generale dell’intera area di un centro commerciale.

5.8.2 Il modulo ingresso / uscita multiplo sarà completamente indiriz- zabile e fornirà 2 contatti relè in scam- bio senza tensione regolati a 24Vcc a 2A e 4 uscite per far funzionare un’interfaccia relè esterna ad alta ten- sione regolata a 240Vca a 10A.

5.8.3 I contatti relè in scambio del modulo ingresso / uscita multiplo sa- ranno monitorati e controllati da co- mandi segnalati dal pannello di contro- llo del sistema di monitoraggio tramite il loop indirizzabile.

5.8.4 Il modulo ingresso / uscita multiplo sarà in grado di monitorare più contatti relè esterni.

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