Bene il voto del Senato sugli Ospedali Psichiatrici Giudiziari ma continua la mobilitazione di stopOPG
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L’emendamento approvato dalla Commissione Giustizia del Senato, che fissa a marzo 2013 il termine per la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari - presentato da Ignazio Marino, Maritati e Casson sul Decreto Carceri - è una nuova tappa del faticoso percorso per abolire definitivamente gli OPG, ma il traguardo è ancora lontano.
L’attenzione e l’impegno, dai lavori della commissione Marino al voto del Senato di oggi, che continua per risolvere la drammatica situazione di 1.500 nostri concittadini “dimenticati e a volte condannati ad un ergastolo bianco” lascia aperta la speranza. Anche se in realtà le norme che stabiliscono il superamento degli OPG esistono già ma non sono ancora state applicate; ora questa nuova legge fissa un nuovo termine perché ciò finalmente accada.
In particolare, vengono previsti impegni per ogni regione, per la creazione di nuove strutture residenziali psichiatriche in cui trasferire gli internati. E’
indispensabile precisare di cosa si tratta, per evitare di aprire, al posto degli attuali OPG, dei nuovi Ospedali Psichiatrici. Abbiamo preoccupazione che le strutture residenziali previste, od agglomerati di queste nello stesso sito, possano riprodurre situazioni simili ai vecchi ospedali psichiatrici. Mentre i manicomi sono stati aboliti proprio in quanto destinati a riprodurre - per la loro natura - disagio, sofferenza e devianza. Sono stati aboliti perché sono una risposta sbagliata in termini di cura. E’
certamente fondamentale garantire subito dei luoghi decorosi, per rispettare la dignità delle persone oggi internate in luoghi indegni. Ma bisogna, ed è possibile, farlo senza riaprire manicomi (piccoli o grandi che siano).
Il vero obiettivo, per ogni internato, è avere un percorso personalizzato di assistenza esterno, finalizzato al reinserimento e al sostegno in ambiti, non solo residenziali, alternativi all’OPG, e certamente non in strutture analoghe allo stesso per logica ed organizzazione.
Per questo stopOPG continua la mobilitazione, verso il Governo e verso Regioni, ASL e Comuni: responsabili di organizzare la presa in carico delle persone internate, per curarle e assisterle nel territorio di residenza, come prevedono le norme e indicano le ripetute sentenze della Corte Costituzionale. Sapendo che serve investire nei servizi socio sanitari nel territorio, a partire dai Dipartimenti di Salute Mentale.
Infine, è importante non dimenticare l’impegno già assunto dal Senato per avviare anche un percorso di modifiche legislative, per superare l’istituto giuridico dell’OPG.
Continua perciò la mobilitazione di stopOPG.
p. stopOPG Stefano Cecconi, Giovanna Del Giudice, Fabrizio Rossetti
Luigi Benevelli
Commento all’emendamento 3.0.4 Maritati, Ignazio Marino e Casson
L’accoglimento in Commissione dell’emendamento 3.0.4 al Ddl 3074, costituisce un
passaggio di importanza straordinaria, decisiva per arrivare a chiudere gli opg, entro date certe. Condivido quindi la grande soddisfazione per i passi compiuti.
A me pare che vada valutato il fatto che il provvedimento in cui l’emendamento è inserito (il Decreto Legge 22 dicembre 2011, n. 211, Interventi urgenti per il contrasto della tensione detentiva determinata dal sovraffollamento delle carceri) riguarda misure per ridurre la popolazione carceraria e che è per questo che è stato presentato dal
Presidente del Consiglio e dal ministro della Giustizia, di concerto con quelli dell’Interno e della Difesa (i Carabinieri). L’emendamento Maritati, Ignazio Marino e Casson riguarda sì una tematica penitenziaria, ma non solo penitenziaria, perché soprattutto sanitaria (salute mentale). Infatti le strutture da attivare al posto degli Opg sono definite correttamente
“residenziali psichiatriche” e “sanitarie” nell’emendamento accolto.
Per queste considerazioni sarebbe opportuno che nel concerto dei ministri fosse inserito anche quello della Salute.
Inoltre, l’anno che abbiamo davanti se il Decreto legge verrà definitivamente approvato sarà estremamente impegnativo per applicare la legge e non c’è bisogno di sottolineare la necessità che il percorso sia attentamente monitorato dalle Regioni e dal Ministero della Salute, che siano indicati i responsabili del percorso di chiusura dei 6 opg e degli esiti dello stesso, persone che rendano conto e rispondano del loro operato. Bisogna quindi integrare il testo dell’emendamento per recuperare le conclusioni della Conferenza Unificata dell’ottobre 2011.
Mantova, 13 gennaio 2012