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Repubblica Italiana Assemblea Regionale Siciliana XV Legislatura RESOCONTO STENOGRAFICO 114ª SEDUTA MERCOLEDI 7 OTTOBRE 2009

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(1)

Assemblea Regionale Siciliana XV Legislatura

RESOCONTO STENOGRAFICO

114ª SEDUTA

MERCOLEDI’ 7 OTTOBRE 2009

Presidenza del Vicepresidente Oddo

A cura del Servizio Resoconti

(2)

INDICE

Commissioni parlamentari

(Comunicazione di parere reso) . . . 4

Congedi . . . 3

Disegni di legge (Comunicazione di invio alle competenti Commissioni) . . . 3

(Rinvio del seguito della discussione del disegno di legge numero 349/A “Disposizioni per agevolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro”) PRESIDENTE . . . 30

Ordini del giorno (Annunzio numeri 179, 182, 183) PRESIDENTE . . . 16

Governo regionale (Comunicazioni sugli eventi alluvionali nella provincia di Messina) PRESIDENTE . . . 16, 27 MILONE, assessore per il territorio e l’ambiente . . . 18, 28 ARDIZZONE (UDC). . . 21

PANARELLO (PD) . . . 21

LACCOTO (PD). . . 24

CINTOLA (UDC). . . 25

DE LUCA (MPA). . . 26

PICCIOLO (PD) . . . 27

Interrogazioni (Annunzio di risposta scritta) . . . 3

(Annunzio) . . . 4

Mozioni (Determinazione della data di discussione) . . . 15

________________________________________ ALLEGATO: Risposta scritta ad interrogazione - da parte dell’Assessore per i lavori pubblici: numero 66 dell’onorevole Caputo . . . 32

(3)

La seduta è aperta alle ore 16.18

VINCIULLO, segretario f.f, dà lettura del processo verbale della seduta precedente che, non sorgendo osservazioni, si intende approvato.

PRESIDENTE. Ai sensi dell'articolo 127, comma 9, del Regolamento interno, do il preavviso di trenta minuti al fine delle eventuali votazioni mediante procedimento elettronico che dovessero avere luogo nel corso della seduta.

Ricordo, altresì, che anche la richiesta di verifica del numero legale (art. 85) ovvero la domanda di scrutinio nominale o di scrutinio segreto (art. 127) sono effettuate mediante procedimento elettronico.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che gli onorevoli Arena e Romano sono in congedo per la presente seduta.

L’Assemblea ne prende atto.

Annunzio di risposta scritta ad interrogazione

PRESIDENTE. Comunico che è pervenuta, da parte dell'Assessore per i lavori pubblici, la risposta scritta alla seguente interrogazione:

numero 66 «Urgente intervento sulla strada provinciale 51 che collega Campobello di Mazara con Tre Fontane per mancata illuminazione stradale», a firma degli onorevoli Caputo Salvino, Marrocco Livio, Scilla Antonino e Vinciullo Vincenzo.

Avverto che la stessa sarà pubblicata in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna.

Comunicazione di invio di disegni di legge alle competenti Commissioni legislative

PRESIDENTE. Comunico che i seguenti disegni di legge sono stati inviati alle competenti Commissioni legislative:

AFFARI ISTITUZIONALI (I)

«Istituzione dell’Ufficio del Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza» (n. 466) di iniziativa parlamentare

inviato in data 7 ottobre 2009

«Disposizioni in materia di cremazione delle salme e della conservazione, affidamento e/o dispersione delle ceneri» (n. 468)

di iniziativa parlamentare inviato in data 7 ottobre 2009

CULTURA, FORMAZIONE E LAVORO (V)

«Misure per il reinserimento nel mondo del lavoro degli over 50» (n. 467)

(4)

di iniziativa parlamentare inviato in data 7 ottobre 2009

«Norme per la prosecuzione del rapporto di lavoro di personale precario» (n. 469) di iniziativa parlamentare

inviato in data 7 ottobre 2009.

Comunicazione di parere reso

PRESIDENTE. Comunico che il seguente parere è stato reso, in data 30 settembre 2009, dalla competente Commissione VI ‘Servizi sociali e sanitari’:

- Schema decreto assessoriale concernente le modalità di individuazione, di costituzione e le modalità di funzionamento del Comitato Bacino Sicilia occidentale e del Comitato Bacino Sicilia orientale di cui all’articolo 5 della l.r. 14 aprile 2009, n. 5 (n. 33/VI);

inviato in data 7 ottobre 2009.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Invito il deputato segretario a dare lettura delle interrogazioni con richiesta di risposta orale presentate.

VINCIULLO, segretario f.f.:

«Al Presidente della Regione e all'Assessore per la sanità, premesso che:

l'unità operativa semplice (UOS) di emodinamica ed interventistica cardiovascolare dell'ospedale Umberto I di Siracusa è l'unica unità di emodinamica riconosciuta (sia nella sanità pubblica che in quella accreditata) sull'intero territorio della provincia di Siracusa;

l'UOS di emodinamica ed interventistica opera dal 2002 e, dall'aprile scorso, è organizzata come h24. E' specializzata nella diagnosi e cura invasiva della patologia coronarica ed extracoronarica (carotidea, renale, periferica, etc.): la cosiddetta interventistica cardiovascolare;

è dotata di una sola sala angiografica digitale (non flat pannel) ma, grazie alla dedizione e all'alta professionalità di medici e paramedici, ha raggiunto negli ultimi anni risultati eccellenti. La complessità degli interventi eseguiti è molto alta, a dispetto di una mortalità perioperatoria bassa che è in linea con i migliori standard nazionali ed europei;

negli ultimi 5 anni è cresciuta più del 700% come numero di interventi di angioplastica coronaria, a dispetto di 'procedure improprie' estremamente basse, probabilmente le più basse della Sicilia. Ciò scaturisce da un'attenta quanto rigida selezione dei pazienti;

tenuto conto che:

l'UOS di emodinamica ed interventistica cardiovascolare dell'ospedale Umberto I non ha una propria disponibilità di posti letto ed è costretta a ricoverare i propri degenti presso il reparto di cardiologia che già di per sé è insufficiente a rispondere alle necessità della stessa città di Siracusa per quanto concerne le problematiche cardiologiche;

(5)

nell'attività extracoronarica la stessa Unità è costretta ad effettuare ricoveri presso i posti letto di medicina che è sempre satura, e fra l'altro, non ha le competenze idonee;

nell'ambito della futura rete dell'infarto, se non si interviene con un ampliamento programmato, la struttura non potrà garantire l'angioplastica primaria a tutti i pazienti di competenza territoriale.

Ancora oggi, spesso, non riesce a garantire neanche il ricovero a tutte le urgenze coronariche della città stessa con le conseguenze di aggravare la situazione sanitaria;

la sala di emodinamica è datata (9 anni di vita) e negli ultimi 3 mesi è stata troppo spesso ferma per guasti; gli stessi locali dove è ubicata la sala di emodinamica sono insufficienti per spazi oltre che per posizione (al di fuori del reparto di cardiologia e non perfettamente isolata dal pubblico, ma ubicata in un corridoio del nosocomio) per la mole di lavoro che già esegue e che, per la nascitura ASP 8, dovrà espletare;

per sapere:

se non ritengano improcrastinabile implementare la recettività dell'UOC di cardiologia dell'ospedale Umberto I di Siracusa, tenuto conto che il numero di posti letto attualmente disponibili è assolutamente anacronistico in rapporto al bacino di utenza della città stessa, oltre che impensabile, essendo al centro di una rete cardiologica interospedaliera dove risiede l'attività di emodinamica ed interventistica cardiovascolare;

se non ritengano urgente l'apertura dell'unità di terapia intensiva coronarica di Avola (tra l'altro già strutturalmente pronta e arredata e attrezzata) che dovrebbe servire tutta la parte sud della provincia di Siracusa (da Rosolini fino alle porte di Avola, quindi comprendente un ampio bacino di utenza), attualmente servita da un servizio di cardiologia senza posti letto. Tutto ciò è conseguenza di fenomeni di migrazione di pazienti siracusani presso strutture ragusane (circa 400 l'anno), tra l'altro non più così lontane, data la presenza ormai di una viabilità ottimale in questa parte della provincia di Siracusa;

se non ritengano opportuno finanziare l'apertura di una seconda sala operatoria angiografica di emodinamica moderna (flat pannel) di tutti quegli strumenti che oggi assicurano un salto di qualità negli interventi cardiovascolari (ad esempio ecografia intracoronarica) e permettano una maggiore rispondenza alle esigenze dell'intera comunità siracusana in tempi brevi». (776)

VINCIULLO

«Al Presidente della Regione e all'Assessore per il territorio e l'ambiente, premesso che:

con l'articolo 2, comma 93, della legge n. 286/2006 (finanziaria 2007), sono state assegnate al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio risorse finanziarie pari ad euro 151.500, destinate ad interventi di difesa e tutela dell'ambiente e del suolo;

in particolare, il 70% delle suddette risorse, pari ad euro 106.050.000, è stato destinato alla Regione siciliana;

le modalità di utilizzo della predetta somma, secondo la previsione normativa, sarebbero state individuate e stabilite con decreto del Ministero dell'ambiente, di concerto con il Ministro dell'economia;

(6)

la Regione siciliana, nel contesto della programmazione a tutela delle aree a rischio, avrebbe dovuto stabilire le parti del territorio regionale da interessare, nonché le somme necessarie a finanziare i relativi interventi a salvaguardia del territorio e della pubblica incolumità;

considerato che:

il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, con decreto del 27 novembre 2008, ha attivato il programma di interventi a tutela dell'ambiente e della difesa del suolo destinando alla Regione siciliana la somma di euro 106.050.000;

in particolare, l'articolo 2 del predetto decreto ha previsto l'attuazione degli interventi mediante l'autorizzazione di spesa iscritta al capitolo 8565 (PG 01), appositamente istituito nell'ambito del programma 'Conservazione dell'assetto idrogeologico', missione 'Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente';

ritenuto che:

tra i comuni siciliani beneficiari del finanziamento non risulta il Comune di Giampilieri (ME), pur essendo questo stato inserito tra i comuni ad alto ed elevato rischio ambientale;

la gravissima emergenza conseguente all'alluvione che ha colpito drammaticamente l'intero territorio di Giampilieri ha evidenziato un rischio ambientale senza precedenti;

ritenuto altresì che quanto è accaduto necessita di opportuni chiarimenti, soprattutto alla luce delle somme destinate alla Sicilia per interventi a tutela del suolo e dell'ambiente, che hanno previsto l'esclusione del Comune di Giampilieri dagli enti beneficiari;

ritenuto, infine, che occorre chiarezza sui criteri e sulle modalità in base alle quali sono stati individuati gli enti beneficiari;

per sapere:

quali provvedimenti intendano adottare al fine di fare chiarezza sul mancato inserimento del Comune di Giampilieri quale ente beneficiario degli interventi a tutela dell'ambiente e della difesa del suolo, giusta decreto del 27 novembre 2008;

secondo quali criteri l'Assessorato regionale Territorio ed Ambiente abbia individuato i comuni beneficiari degli interventi previsti dal decreto del 27 novembre 2008 e con quali criteri siano state individuate e quantificate le relative somme;

se esista un piano dei rischi del territorio della Regione siciliana ed, in caso affermativo, da chi sia stato redatto e se il Comune di Giampilieri fosse già inserito quale comune ad elevato rischio di frana;

quali provvedimenti intendano adottare per la verifica di eventuali soggetti responsabili, anche alla luce dei gravi fatti che hanno colpito l'intero Comune di Giampilieri». (777)

(7)

(L'interrogante chiede lo svolgimento con urgenza)

CAPUTO

«Al Presidente della Regione e all'Assessore per i lavori pubblici, premesso che:

il servizio idrico integrato della provincia di Siracusa è stato affidato alla società SAI8, società mista partecipata dal Comune di Siracusa, e che negli ultimi due mesi una vasta area della città di Siracusa è stata interessata da frequenti interruzioni nell'erogazione idrica che hanno causato disservizi gravi alle utenze domestiche e collettive;

tali disservizi sono determinati, a detta del gestore, da lesioni della condotta adduttrice che si estende per circa 3 chilometri e che collega il campo pozzi S. Nicola con il serbatoio Bufalaro alto;

la causa delle lesioni sarebbe legata ai frequenti black out elettrici e accentuata dallo stato di vetustà della linea, posta in opera circa 35 anni fa, non protetta da fenomeni di corrosione e sottoposta negli anni ad innumerevoli interventi manutentivi;

il gestore del servizio idrico integrato SAI8 ha comunicato al Presidente del consorzio ATO idrico 8 di essere pronto a presentare il progetto SR009 'sostituzioni adduttrici vetuste e/o in cattivo stato di conservazione' previsto per la città di Siracusa nel primo piano triennale operativo, per un importo pari ad oltre 1.500.000 euro;

l'ARRA, Agenzia regionale per i rifiuti e acque, ha però condizionato tutti gli interventi strutturali di questa tipologia alla preventiva realizzazione del 'progetto conoscenza', che richiede tempi lunghi e non conciliabili con l'esigenza di interventi immediati sulle reti, e ciò determina la necessità di ricercare nuovi canali di finanziamento da parte dello stesso consorzio ATO idrico 8;

considerato che:

il primo piano operativo triennale prevedeva la realizzazione di ben 62 progetti per un importo totale di 60.887.100,34 euro, di cui 32 milioni sono coperti da finanziamento pubblico mentre il restante importo è cofinanziato dal gestore;

i progetti del primo piano triennale dovranno essere realizzati entro febbraio 2011;

18 dei suddetti progetti, per un importo di oltre 9 milioni di euro, sono stati sostituiti con altri 6 progetti di pari importo, ritenuti però molto più urgenti, e che tale rimodulazione è stata già approvata dal consiglio d'amministrazione dell'ATO idrico e dall'assemblea dei sindaci e che quindi il nuovo piano triennale si articola su 50 progetti;

visto che:

l'unico progetto finora finanziato riguarda l'adeguamento dell'impianto di depurazione del Comune di Palazzolo Acreide per un importo di circa 1 milione di euro, mentre altri 9 progetti, per un importo di oltre 14,5 milioni di euro, che riguardano i Comuni di Siracusa, Ferla, Francofonte, Augusta, Floridia e Lentini, sono in attesa di finanziamento;

(8)

alcuni di questi progetti, tra cui l'adeguamento dell'impianto di depurazione della città di Siracusa, o la realizzazione della rete fognaria di Francofonte, ad oltre un anno dalla approvazione in linea tecnica, sono ancora in attesa di finanziamento da parte dell'ARRA;

il finanziamento di tutti i progetti di sostituzione di reti idriche vetuste o in cattivo stato di conservazione, riguardanti oggi i Comuni di Lentini, Floridia, Siracusa e Augusta, nonchè, nei prossimi anni, i Comuni di Priolo e Noto, sono stati subordinati all'approvazione del 'progetto conoscenza' e che tale decisione dell'ARRA sicuramente determinerà un ritardo nella realizzazione delle opere;

detto ritardo comporterà il rischio di perdita dei finanziamenti pubblici disponibili e, nel caso della sostituzione della condotta tra il campo pozzi S. Nicola e il serbatoio Bufalaro, ulteriori conseguenze gravissime sull'erogazione idrica con ingenti problemi per l'utenza (famiglie, ospedali, scuole, commercianti, artigiani, etc);

per sapere:

quali iniziative intendano adottare per sollecitare l'ATO idrico 8 ad assumere le decisioni di propria competenza, tra le quali l'approvazione dei progetti e la ricerca delle fonti di finanziamento alternative;

quali misure intendano predisporre nei confronti dell'ARRA, soggetto responsabile del ritardo nell'erogazione dei finanziamenti per i progetti già approvati;

quali azioni intendano porre in essere per evitare che la subordinazione dei finanziamenti per la sostituzione delle reti idriche alla realizzazione del 'progetto conoscenza' possa determinare ritardi gravissimi nella realizzazione delle opere e causare la perdita dei finanziamenti pubblici disponibili». (778)

MARZIANO

«Al Presidente della Regione e all'Assessore per la sanità, premesso che:

dopo la denuncia di un presunto caso di malasanità nell'ospedale unico Avola-Noto, sito in provincia di Siracusa, in merito alla diagnosi di un paziente entrato successivamente in coma, la società civile ha, nuovamente, denunciato un presunto malfunzionamento della TAC in servizio al reparto di radiologia dell'ospedale 'Trigona' di Noto;

detta TAC, ormai obsoleta e non rispondente alle nuove tecnologie in ambito sanitario, risulta essere almeno di seconda mano, in quanto proveniente da altra struttura ospedaliera;

in seguito alle denunce, lo stesso direttore generale dell'ASP n. 8 ha disposto una scrupolosa indagine interna al fine di accertare la veridicità di quanto sostenuto dal comitato civico per il diritto alla salute, che aveva più volte, in precedenza, sollevato il problema, in forza anche delle dichiarazioni di alcuni medici che avevano giudicato il risultato degli esami spesso poco attendibili, almeno per alcune patologie;

per sapere:

(9)

se non ritengano necessaria ed improcrastinabile un'indagine conoscitiva al fine di accertare la veridicità delle denunce avanzate da parte dei comitati civici, dei cittadini e dai medici;

se non ritengano altresì necessario ed urgente stanziare le somme necessarie per l'acquisto di una nuova TAC, in modo da assicurare livelli di assistenza pari a quelli delle altre province italiane e scongiurare l'esodo verso altre province isolane o, peggio ancora, presso strutture private convenzionate con la Regione;

se, infine, dopo aver con tanta enfasi, 'strombazzato ai quattro venti' la volontà di difendere e garantire la sanità pubblica, non ritengano indispensabile fornire rassicurazione ai cittadini anche sui tempi dell'acquisto della nuova TAC». (780)

VINCIULLO

«Al Presidente della Regione e all'Assessore per i beni culturali ed ambientali e per la pubblica istruzione, premesso che:

nell'anno scolastico 2008-2009 in Sicilia, numerose scuole primarie paritarie non hanno inoltrato la regolare domanda al fine di stipulare la nuova convenzione con l'Assessorato regionale Beni culturali e ambientali e per la pubblica istruzione;

tale impedimento è stato determinato, senza ombra di dubbio, dalle innovazioni introdotte, sicuramente indispensabili necessarie, che non hanno avuto la dovuta pubblicità, al fine di far partecipare tutti alla stipula della convenzione;

preso atto che:

nell'anno solare in corso sono stati riaperti i termini de quibus e, nonostante ciò, alcuni istituti, ignari di quanto emanato dalla pubblica amministrazione, non sono riusciti comunque ad attivare le procedure per poter accedere a tale convenzione;

ancora una volta l'iter burocratico previsto dall'Assessorato Beni culturali è risultato di difficile comprensione ed applicazione;

per sapere se non ritengano utile e necessario riaprire i termini di cui sopra e comunicarlo per iscritto a tutti gli istituti paritari che gestiscono scuole primarie, per consentire loro di poter esercitare la possibilità di stipulare la convenzione, così come hanno fatto le altre scuole primarie, e scongiurare, di conseguenza, il licenziamento di centinaia di insegnanti». (781)

VINCIULLO

«Al Presidente della Regione e all'Assessore per la sanità, premesso che:

col piano poliennale di investimenti per l'edilizia sanitaria ex art. 20 della legge n. 67 del 1988- accordo di programma con il Ministero della salute del 30 aprile 2002 e stralcio dell'11 marzo 2008, sono state finanziate la ristrutturazione e l'attivazione dell'UTIC (Unità di terapia intensiva respiratoria) e della Divisione di cardiologia nel presidio ospedaliero 'G. Di Maria' di Avola (SR);

detti lavori, iniziati il 20 gennaio 2006, sono stati ultimati il 6 giugno 2007;

(10)

il commissario straordinario pro tempore ha disposto il collaudo di detti lavori e la redazione del certificato di regolare esecuzione dei lavori de quibus;

detto certificato è stato regolarmente firmato senza riserve dalla ditta appaltatrice in data 29 gennaio 2009;

la struttura ospedaliera ha una superficie lorda totale di 33.500 metri quadrati, mentre l'UTIC e la Divisione di cardiologia si sviluppano su una superficie di circa 500 metri quadrati e possono ospitare 4 posti di UTIC, 1 per infetto e 4 posti di degenza ordinaria;

nello stesso tempo, si è proceduto anche all'acquisto delle attrezzature sanitarie (tra le quali, ad esempio, i 4 letti della terapia intensiva, i pensili dei gas medicali, il sistema di monitoraggio per l'osservazione, ecc.) e degli arredi (letti di degenza ordinaria, tavoli, scrivanie, banconi, poltrone, ecc.);

a tutt'oggi il reparto non risulta essere operativo, procurando ciò gravissimi danni economici all'azienda sanitaria provinciale e soprattutto mettendo a repentaglio la vita di oltre 100 mila cittadini della zona sud della provincia di Siracusa, bacino servito all'ospedale 'G. Di Maria' per tale branca medica specialistica;

preso atto che da anni, e soprattutto con maggiore forza mediatica negli ultimi mesi, è stata assicurata l'immediata attivazione dell'UTIC senza che però vi siano fatti concreti, in merito soprattutto al personale da assumere in pianta organica, a supporto di quanto sostenuto;

per sapere se non ritengano indispensabile ed improcrastinabile procedere all'immediata attivazione dell'UTIC per assicurare livelli di assistenza sanitaria pari a quelli delle altre province italiane, in modo da garantire una sanità pubblica efficiente ed efficace che sia in grado di salvare quante più vite umane possibile, di bloccare la richiesta di assistenza sanitaria qualificata che oggi viene indirizzata verso la vicina provincia di Ragusa, oppure verso strutture private convenzionate con la Regione, costringendo l'utenza, già gravata dal peso della sofferenza, ad estenuanti e continue 'migrazioni sanitarie'». (782)

VINCIULLO

«Al Presidente della Regione e all'Assessore per i beni culturali ed ambientali e per la pubblica istruzione, premesso che:

l'educandato 'Maria Adelaide' di Palermo è privo dal mese di luglio 2009 del consiglio di amministrazione e che da allora non sono stati più nominati i componenti dello stesso;

gli educandati femminili di tutta Italia sono disciplinati ancora da un regio decreto del 1931, che prevede che l'amministrazione degli stessi sia garantita da un organismo esterno, in quanto all'epoca dell'emanazione del decreto le donne potevano dedicarsi solo alla didattica e all'assistenza;

situazione diversa vivono i convitti nazionali maschili, dove il rettore è anche il presidente del c.d.a.;

l'educandato 'Maria Adelaide' ospita circa 700 studenti provenienti non solo dal Palermitano, in quanto molte delle frequentanti arrivano dalle isole minori, dove non avrebbero la possibilità di frequentare istituti superiori;

(11)

da 3 mesi i fornitori non riescono a percepire le loro spettanze e che, di conseguenza, sono a rischio perfino le forniture dei pasti;

la preside dell'istituto ha più volte sollecitato, per iscritto, la nomina dei 3 componenti del c.d.a.;

a tutt'oggi la Regione non ha provveduto nemmeno alla nomina di un commissario straordinario per svolgere almeno la normale attività amministrativa;

per sapere:

se non ritengano necessaria ed improcrastinabile la nomina del consiglio di amministrazione per garantire il corretto svolgimento dell'anno scolastico e scongiurare la chiusura dell'istituto;

se non ritengano utile ed indispensabile sollecitare il Governo nazionale affinché venga abolita questa insopportabile, odiosa ed anacronistica sperequazione fra educandati femminili e convitti nazionali maschili, in modo da consentire alla preside dell'istituto Maria Adelaide di poter svolgere le funzioni di presidente del consiglio di amministrazione, come avviene con i pari grado maschili».

(784)

VINCIULLO

«Al Presidente della Regione e all'Assessore per la sanità, premesso che:

col piano poliennale di investimenti per l'edilizia sanitaria ex art. 20 della legge n. 67 del 88 - accordo di programma con il Ministero della salute del 30 aprile 2002 e stralcio dell'11 marzo 2008, sono state finanziate la ristrutturazione e la realizzazione del reparto di terapia intensiva presso il presidio ospedaliero 'G. Di Maria' di Avola (SR);

detti lavori, iniziati il 30 marzo 2006, sono stati ultimati il 4 ottobre 2007;

in data 18 ottobre 2007, è stato emesso il certificato di ultimazione dei lavori e, in data 25 febbraio 2008, il direttore dei lavori ha redatto lo stato finale dei lavori, firmato con riserva dall'impresa esecutrice;

nonostante la richiesta da parte dell'ex AUSL n. 8 e il sollecito del 27 gennaio 2009, si è proceduto solo in questi ultimi giorni alla nomina del collaudatore tecnico-amministrativo, ai sensi della normativa vigente;

di conseguenza, l'opera risulta ultimata ma ancora da collaudare;

la struttura ospedaliera ha una superficie lorda totale di 33.500 metri quadrati, mentre terapia intensiva generale si sviluppa su una superficie di circa 500 metri quadrati ed ospita 5 posti letto monitorati più 1 infetto;

nello stesso tempo si è proceduto anche all'acquisto delle attrezzature sanitarie (quali, ad esempio, i letti bilancia per i posti monitorati, i pensili dei gas medicali, i sistemi informatici per la gestione della struttura, ecc.) e degli arredi, attingendo ai fondi di finanziamento della Regione;

(12)

a tutt'oggi il reparto non risulta essere operativo, procurando ciò gravissimi danni economici all'azienda sanitaria provinciale, ma, soprattutto, mettendo a repentaglio la vita di oltre 100 mila cittadini della zona sud della provincia di Siracusa, bacino servito dall'ospedale G. Di Maria per tale branca medica specialistica;

preso atto che da anni, e soprattutto con maggiore forza mediatica negli ultimi mesi, è stata assicurata l'immediata attivazione del reparto di terapia intensiva generale senza che però vi siano fatti concreti a supporto di quanto sostenuto ai 'quattro venti', in merito soprattutto al personale da assumere in pianta organica;

per sapere se non ritengano indispensabile ed improcrastinabile procedere all'immediata attivazione del reparto di terapia intensiva generale per assicurare livelli di assistenza sanitaria pari a quelli delle altre province italiane, in modo da garantire una sanità pubblica efficiente ed efficace che sia in grado di salvare quante più vite umane possibile e bloccare la richiesta di assistenza sanitaria qualificata che oggi viene indirizzata verso la vicina provincia di Ragusa, ovvero verso strutture private convenzionate con la Regione, costringendo l'utenza, già gravata dal peso della sofferenza, ad estenuanti e continue 'migrazioni sanitarie'». (785)

VINCIULLO

PRESIDENTE. Avverto che le interrogazioni testé annunziate saranno poste all’ordine del giorno per essere svolte al loro turno.

Invito il deputato segretario a dare lettura delle interrogazioni con richiesta di risposta scritta presentate.

VINCIULLO, segretario f.f.:

«Al Presidente della Regione e all'Assessore per la sanità, premesso che:

non tutti i direttori generali nominati nelle nuove aziende sanitarie provinciali ed ospedaliere risultano essere in possesso dei requisiti previsti dalla legge;

ad esempio, il dott. Fabrizio De Nicola non risulta essere in possesso della qualifica di dirigente, così come previsto dall'art. 3 bis del decreto legislativo n. 502/92, il quale stabilisce che, per essere nominato direttore generale, occorre avere 'svolto per almeno cinque anni qualificata attività di direzione tecnico-sanitaria in enti o strutture pubbliche o private di media o grande dimensione con autonomia gestionale e diretta responsabilità delle risorse umane, tecniche e finanziarie';

il Consiglio di Stato ha precisato, a tal riguardo, che le funzioni dirigenziali debbono essere svolte possedendo la qualifica di dirigente, e non quella di funzionario amministrativo;

lo stesso certificato di servizio, firmato dall'avvocato Antonio Carullo, commissario dell'IRCAC (ente presso il quale il dott. De Nicola ha prestato servizio come funzionario), non convalida né la qualifica né la posizione dirigenziale, ma fa riferimento ad una generica 'esperienza dirigenziale';

premesso ancora che:

ad esempio, il dott. Salvatore Di Rosa è incompatibile poiché risulta dipendente dell'azienda ospedaliera 'Villa Sofia', nella quale è stato nominato direttore generale;

(13)

il comma 9 (ultimo capoverso) dell'art. 3 del decreto legislativo n. 502/92 prevede, in proposito, che la carica di direttore generale è incompatibile con la sussistenza di un rapporto di lavoro dipendente, ancorché in regime di aspettativa, con l'unità sanitaria presso cui sono esercitate le funzioni;

il dott. Salvatore Di Rosa risulta inquadrato nel ruolo di dirigente di secondo livello presso l'ex Azienda AUSL n. 6 di Palermo, ma lo stesso risulta dipendente dell'azienda 'Villa Sofia', dove ha assunto le funzioni di primario a seguito di pubblico concorso e dove ha prestato servizio fino al 31 agosto 2009;

la normativa vigente in materia fa riferimento al rapporto di lavoro e non alla semplice appartenenza di ruolo ad un'azienda, proprio perché si vuole evitare che chi abbia svolto il ruolo di dipendente possa essere condizionato nello svolgimento delle funzioni di direttore generale;

la legge regionale n. 5 del 2009, all'art. 19, comma 2, stabilisce, inoltre, che 'ferme restando le cause di incompatibilità previste dalla normativa vigente, la carica di direttore generale di un'azienda è incompatibile con qualsiasi altro ruolo esercitato in strutture pubbliche del servizio sanitario regionale, soggette alla competenza dell'azienda medesima o di altre aziende del servizio sanitario regionale';

il dott. Giuseppe Calaciura è stato nominato direttore generale nella stessa azienda dalla quale è stato trasferito per mobilità dopo la proposta della sua nomina adottata dalla Giunta regionale;

il comma 2 dell'art. 19 della legge regionale n. 5 del 2009 va applicato anche in questo caso;

premesso, inoltre, che:

ulteriormente, per esempio, il dott. Nicola Baldari, non ha maturato l'anzianità dei 5 anni di posizione dirigenziale ai sensi dell'art. 3 bis, comma 3, del decreto legislativo n. 502/92 poiché l'aspettativa per il mandato parlamentare nella fattispecie non può essere computata;

il dott. Nicola Baldari è stato direttore di struttura complessa dal 26 maggio al 25 giugno 2001 e in aspettativa per mandato parlamentare dal 25 luglio 2001 al 29 giugno 2006;

considerato che:

alcuni direttori sanitari ed amministrativi nominati non risultano essere in possesso della qualifica di dirigenti di struttura complessa;

l'Assessore per la sanità, dott. Massimo Russo, ha disposto con uno specifico avviso la formazione di un elenco di possibili direttori amministrativi e sanitari prevedendo, da parte degli stessi, il possesso dell'incarico di dirigente di struttura complessa per almeno 5 anni;

il decreto assessoriale con il quale è stata comunicata la formazione dell'elenco prevede che la verifica dei requisiti previsti dalla legge per la nomina a direttore sanitario o amministrativo venga effettuata dagli stessi direttori generali ai quali compete la nomina;

ciò sembra quantomeno discutibile, poiché sarebbe stato più opportuno verificare la sussistenza dei requisiti previsti dalla legge preventivamente con un esame da parte degli uffici dell'Assessorato;

(14)

ritenuto che:

la scelta di premiare taluni direttori sanitari ed amministrativi è quantomeno discutibile;

il cambiamento atteso con il nuovo assetto del servizio sanitario regionale sarebbe stato, infatti, più netto se non fossero stati nominati direttori generali, sanitari ed amministrativi legati alle precedenti gestioni;

in Sicilia è necessario un maggiore rigore e di intransigenza in tutte le scelte istituzionali, politiche ed amministrative;

in nome dell'innovazione non si possono adottare provvedimenti di dubbia legittimità;

per sapere:

quali iniziative siano state assunte per verificare il rispetto della normativa vigente in materia di nomine dei direttori generali e dei direttori amministrativi e sanitari;

se non si ritenga di dover nominare un'apposita commissione d'inchiesta». (779)

(L'interrogante chiede risposta scritta con urgenza)

BARBAGALLO

«Al Presidente della Regione e all'Assessore per i lavori pubblici, premesso che:

con deliberazione di Giunta regionale n. 233 del 7 ottobre 2008, l'ing. Antonino Messina, dipendente dell'Amministrazione regionale, veniva nominato commissario straordinario dell'I.A.C.P.

di Siracusa, essendo lo stesso già commissario ad acta dello stesso Ente;

con deliberazione n. 140 del 21/22 aprile del 2009, la Giunta regionale ha prorogato il suddetto incarico commissariale fino alla ricostituzione degli ordinari organi di gestione, riconoscendo implicitamente che lo stesso commissario aveva operato in modo coerente alla nomina ricevuta;

con deliberazione n. 244 del 30 giugno 2009, sempre della medesima Giunta regionale, veniva revocato l'incarico e proposta la nomina dell'ing. Nazareno Mannino, dipendente dell'Assessorato regionale del lavoro, della previdenza sociale, della formazione professionale e dell'emigrazione;

tenuto conto che:

allo stato attuale, l'ing. Nazareno Mannino non figura fra i dipendenti dell'Assessorato regionale Lavoro, previdenza sociale, formazione professionale ed emigrazione;

con nota n. 2388 del 28 luglio 2009, il revocato commissario, ing. Antonino Messina, veniva invitato a fornire chiarimenti in merito alla decisione di revocargli la nomina;

considerato che:

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in data 7 agosto 2009, l'ing. Messina confutava garbatamente tutte le contestazioni che gli erano state mosse, dimostrando che aveva svolto la sua attività di commissario quasi sempre in orario esterno all'ufficio e senza note negative sulla sua attività di dipendente della Regione;

in data 23 settembre, il Presidente della Regione procedeva comunque alla sostituzione dell'ing.

Messina, senza contestare le memorie scritte dallo stesso funzionario, ritenute genericamente 'non conducenti';

per sapere:

se la sostituzione del funzionario in parola sia dovuta a fatti oggettivi o a mutamenti del 'clima generale' che, attualmente, investe tutti i rami dell'Amministrazione regionale;

se questo nuovo commissariamento debba durare a tempo indeterminato oppure se sia prevista, in tempi brevi, la ricostituzione degli organi collegiali previsti dalla legge istitutiva degli I.A.C.P.;

se non ritengano che questi regimi di commissariamento, ormai operanti in tutti i rami dell'Amministrazione regionale, siano assolutamente nefasti per una regolare gestione e conduzione degli enti medesimi, oltre che non rispondenti allo spirito democratico che ancora regola la vita nel nostro Paese». (783)

(L'interrogante chiede risposta scritta con urgenza)

VINCIULLO

PRESIDENTE. Avverto che le interrogazioni testé annunziate saranno inviate al Governo.

Determinazione della data di discussione di mozioni

PRESIDENTE. Si passa al punto II dell'ordine del giorno: Lettura, ai sensi e per gli effetti degli articoli 83, lettera d), e 153 del Regolamento interno, delle seguenti mozioni:

numero 149 «Mancata attuazione degli articoli 16, 17, 18, 19 e 20 della legge finanziaria regionale n. 6 del 2009, riguardanti interventi in favore del comparto agricolo», degli onorevoli Oddo, Cracolici, Apprendi, Donegani, Marinello, Vitrano, Ammatuna, Barbagallo, Bonomo, De Benedictis, Di Benedetto, Di Guardo, Digiacomo, Faraone, Ferrara, Fiorenza, Galvagno, Gucciardi, Laccoto, Lupo, Marziano, Mattarella, Panarello, Panepinto, Picciolo, Raia, Rinaldi, Speziale e Termine;

numero 150 «Interventi per la rimodulazione dei premi delle misure agro-ambientali previsti dalla misura 214 del piano di sviluppo rurale (PSR) 2007-2013 della Regione siciliana», degli onorevoli Oddo, Cracolici, Apprendi, Donegani, Marinello, Vitrano, Ammatuna, Barbagallo, Bonomo, De Benedictis, Di Benedetto, Di Guardo, Digiacomo, Faraone, Ferrara, Fiorenza, Galvagno, Gucciardi, Laccoto, Lupo, Marziano, Mattarella, Panarello, Panepinto, Picciolo, Raia, Rinaldi, Speziale e Termine.

Avverto che la determinazione della data di discussione delle mozioni sopra citate, integralmente riportate nell’ordine del giorno della presente seduta, è demandata, secondo consuetudine parlamentare, alla Conferenza dei presidenti dei Gruppi parlamentari.

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Comunicazioni del Governo sugli eventi alluvionali nella provincia di Messina PRESIDENTE. Si passa al III punto dell’ordine del giorno: Comunicazioni del Governo sugli eventi alluvionali nella provincia di Messina.

Onorevoli colleghi, comunico che sono stati presentati i seguenti ordini del giorno:

numero 179 «Dichiarazioni dello stato di calamità naturale per la Provincia di Trapani», degli onorevoli Marrocco, Pogliese, Vinciullo, Currenti, Lo Giudice, Torregrossa, Dina, Fiorenza, Gianni, Picciolo, Bosco, Caputo, Aricò, Gucciardi, Currenti, Campagna, Scilla e Lo Giudice;

numero 182 «Dichiarazione dello stato di calamità naturale per la Provincia di Palermo», degli onorevoli Caputo, Pogliese, Vinciullo, Falcone e Marrocco;

numero 183 «Potenziamento dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente», dell’onorevole Savona. Ne do lettura:

«L'Assemblea regionale siciliana

premesso che l'ondata di maltempo, che ha colpito la Sicilia in questi ultime settimane, ha causato danni ingenti soprattutto in provincia di Trapani;

considerato che:

l'incredibile quantità di acqua caduta in poche ore ha letteralmente allagato comuni e città, distrutto intere aree agricole, mettendo in ginocchio l'intera filiera produttiva;

la viabilità interna, in alcuni casi già assolutamente deficitaria, ha subito danni rilevanti a causa di frane e smottamenti che, in alcune zone, ha causato l'isolamento di centri abitati;

il comparto produttivo del sale marino, che copre più del 70% della richiesta nazionale, ha subito danni incalcolabili. Le saline del trapanese, investite da piogge torrenziali, hanno avuto distrutto più dell'80% delle proprie scorte. Come se ciò non fosse già sufficientemente drammatico, la diluizione dell'acqua marina presente nelle vasche di decantazione ha compromesso, in maniera definitiva, l'intera produzione dei prossimi mesi,

impegna il Governo della Regione

a dichiarare lo stato di calamità naturale nella provincia di Trapani al fine di permettere, tra l'altro, l'intervento della Protezione civile nazionale per il ripristino della viabilità interna duramente colpita dalle alluvioni;

ad adottare interventi a sostegno della filiera produttiva agricola e salina della provincia di Trapani, colpita gravemente da fattori ambientali e climatici che hanno interessato la nostra Regione negli ultimi 20 giorni». (179)

«L'Assemblea regionale siciliana

premesso che l'intero territorio della Sicilia, da circa due settimane, è stato interessato da una grave ed importante ondata di maltempo, che ha provocato ingenti danni all'agricoltura della

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provincia di Palermo, con particolare riguardo ed attenzione soprattutto all'area dei territori dei comuni di Monreale, San Giuseppe Jato, San Cipirrello, Altofonte, Borgetto, Roccamena e Belmonte Mezzagno;

considerato che:

la pioggia incessante ha scaricato un'enorme quantità di acqua, tale da allagare intere città. In particolare, gli allagamenti che hanno colpito i comuni di cui in premessa hanno distrutto intere aree agricole, mettendo in ginocchio l'intera filiera produttiva;

oltre al danneggiamento alle colture, sono stati provocati danni anche alla viabilità a causa di frane e smottamenti che, in alcune zone, hanno causato l'isolamento di centri abitati;

il comparto produttivo agricolo, vitivinicolo e oleario del territorio della provincia di Palermo ha subito danni incalcolabili, mettendo a rischio la raccolta per i prossimi mesi e danneggiando definitivamente la viticoltura e la raccolta delle olive;

ritenuto che:

tale situazione aggrava il comporto agricolo già indebolito e compromesso dall'attuale crisi economica;

vi è il concreto e serio pericolo di un risvolto negativo, in quanto il mancato e tempestivo sostegno economico a questo importante comparto produttivo potrà avere gravi conseguenze occupazionali e sociali per la perdita di posti di lavoro,

impegna il Governo della Regione

a dichiarare lo stato di calamità naturale nella provincia di Palermo, in particolare dei comuni di Monreale, San Giuseppe Jato, San Cipirello, Altofonte, Borgetto, Roccamena e Belmonte Mezzagno, al fine di permettere il ripristino della viabilità interna duramente colpita dalle alluvioni;

ad adottare interventi di natura economica a sostegno della filiera produttiva agricola della provincia di Palermo, colpita gravemente da fattori ambientali e climatici che hanno interessato la nostra Regione negli ultimi 20 giorni». (182)

«L'Assemblea regionale siciliana

premesso che nella Regione siciliana non sono state ancora strutturate, organicamente e funzionalmente, così come prescritto dalla normativa di settore, le competenze e le attività tecnico- scientifiche relative alla prevenzione ed alla protezione dell'ambiente, alla difesa del suolo, alla tutela delle acque e delle risorse idriche;

considerato che la riorganizzazione e la ristrutturazione delle funzioni tecniche suddette è ormai improcrastinabile, non soltanto per la prevista soppressione dell'Agenzia regionale per i rifiuti e le acque, già competente in parte per le funzioni suddette, ma soprattutto per assicurare efficacemente l'espletamento organico ed unitario delle stesse, in ottemperanza con quanto disposto dall'articolo 10 della legge regionale 16 dicembre 2008, n. 19;

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considerato pertanto che bisogna individuare un'unica struttura, idonea a svolgere le funzioni tecnico-scientifiche e conoscitive dell'intero ciclo dell'acqua, definendo un'unica responsabilità amministrativa, in ottemperanza ai principi di efficienza, economicità, responsabilità ed unicità dell'amministrazione di cui alla citata legge regionale n. 19 del 2008;

rilevato che le competenze e le funzioni tecnico-scientifiche per la difesa del suolo, la tutela delle acque e delle risorse idriche possono essere strutturate nell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (A.R.P.A.), così da espletare, organicamente ed unitariamente, le funzioni e le attività tecnico-scientifiche e conoscitive per la protezione dell'ambiente e per la difesa del suolo e la tutela delle acque, che già da tempo, del resto, sono svolte dalle analoghe agenzie A.R.P.A. esistenti nelle altre Regioni, fra le quali il Veneto, il Piemonte, l'Emilia Romagna;

considerato, infine, che si rende necessario, alla luce di quanto sopra descritto, il potenziamento funzionale ed organizzativo dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, al fine di assicurare appieno il rispetto dei citati principi di completezza, efficienza, economicità, responsabilità ed unicità dell'amministrazione in questo delicatissimo settore,

impegna il Governo della Regione

ad adottare le necessarie ed appropriate iniziative volte a potenziare, sotto il profilo strutturale, organizzativo e funzionale, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, al fine di assicurare, con la realizzazione di un unico sistema informativo regionale, il delicato ed organico espletamento dei compiti e delle funzioni tecniche inerenti l'azione conoscitiva, la previsione e la prevenzione in materia di difesa del suolo e delle acque e di tutela delle risorse idriche». (183)

Ha facoltà di parlare l’assessore per il territorio e l’ambiente, professore avvocato Milone.

MILONE, assessore per il territorio e l’ambiente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi preme sottolineare, in via del tutto preliminare, la partecipazione ed il cordoglio del Governo regionale e mio personale nei confronti delle popolazioni che sono state colpite la scorsa settimana da un evento disastroso ed eccezionale.

A loro tutti va il nostro pensiero, va la nostra solidarietà ed il nostro impegno.

Mi preme, altresì, sottolineare l’impegno, la partecipazione, la speditezza e l’efficacia con cui il Governo regionale ha reagito al luttuoso evento, mettendo in campo tutte le azioni che abbiamo ritenuto necessarie, improrogabili, indispensabili per fronteggiare le emergenze.

Devo dire che sin dalle prime ore, subito dopo l’evento che ha colpito il pensiero di noi tutti, non soltanto di noi tutti siciliani ma di tutto il Paese, il Governo regionale ha riunito tutte le sue forze e i suoi mezzi affinché con le risorse umane disponibili si accorresse sul luogo del tragico evento; ha inviato sul posto tutti i mezzi e le attrezzature reputati necessari e deputati a fronteggiare simili eventi.

E’ stata istituita, già nella notte del primo ottobre, una unità di crisi all’interno della Prefettura di Messina, unità coordinata da sua Eccellenza il Prefetto di Messina e dal nostro dirigente generale della Protezione civile, ingegnere Cocina.

Sono stati allertati uomini e mezzi del Dipartimento della Protezione civile, dei Lavori pubblici, del Corpo forestale, organizzazioni ed associazioni di volontariato a cui va il ringraziamento del Governo e mio personale.

Circa quattrocento uomini sono stati messi a disposizione, di costoro trecentocinquanta sono volontari e cinquanta sono uomini del Dipartimento della Protezione civile.

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Sono state tempestivamente approntate alcune strutture sanitarie e alcune strutture essenziali sono state adibite e deputate a venire incontro alle esigenze immediate rappresentate dai cittadini del posto.

Sono state coinvolte numerose imprese del messinese e non, che hanno messo a disposizione i loro mezzi (escavatori, pale gommate, idrovore), tutto quanto ritenuto necessario per lenire i disagi e le criticità che erano state rappresentate dal territorio gravemente colpito.

Ma mi preme, signor Presidente, signori deputati, rivolgere un caloroso ringraziamento a tutte le associazioni di volontariato che da quando è accaduto l’evento fino ad oggi hanno messo in campo, con grande spirito di servizio, di sacrificio e di solidarietà, tutte le loro energie.

Certo, numerose sono le criticità che si sono rappresentate e che vengono rappresentate tutti i giorni; preciso, nel contempo, che le stesse sono soggette a controllo e monitoraggio costante.

Alla riunione dell’unità di crisi, istituita presso la Prefettura e alla quale personalmente ho partecipato giusto lunedì sera, alla presenza del sottosegretario capo alla Protezione civile, dottor Bertolaso, abbiamo radiografato le attività che sono state poste in essere e che saranno poste in essere ancora in questi giorni.

Ma, ancora di più, il mio ringraziamento va alle associazioni di volontariato e soccorso alpino e speleologico siciliano e al Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico perché, attraverso il loro lavoro, con il loro supporto, è stato possibile raggiungere zone impervie che non sarebbe stato assolutamente possibile raggiungere.

Ripeto, le criticità ci sono, è inutile negarlo. Nel campo delle telecomunicazioni, le stesse sono state interrotte per alcuni giorni, sia quelle fisse che quelle mobili; seppure, anche in questo campo, in questa “funzione”, così come si dice nel gergo della Protezione civile, sono state adoperate ed operate tutte le attività finalizzate al ripristino delle stesse telecomunicazioni. Ad oggi, posso dire che la maggior parte della telefonia è stata ripristinata, almeno quella mobile; rimane ancora qualche disagio o criticità per alcune zone sul versante della telefonia fissa, ma mi assicurano che nel giro di trentasei, quarantott’ore, anche questa criticità sarà superata.

Allo stesso modo si è provveduto anche per quanto riguarda la viabilità e i trasporti e ciò anche attraverso il supporto dei Vigili del fuoco, dell’ANAS, della R.F.I. della provincia di Messina; in particolare grazie ai comuni di Messina, di Scaletta Zanclea ed Itala che più degli altri si sono prodigati per lenire le difficoltà della loro popolazione. Grazie alla sinergia, grazie al coniùgio di associazioni, enti e istituzioni, che sono intervenuti all’unisono per stabilire anche punti di contatto con la popolazione, abbiamo messo a disposizione strutture mediche e una rete di medici psicologi che hanno effettuato centinaia di interventi o cosiddetti “contatti” con la popolazione per fare sentire loro la vicinanza, l’affetto, la solidarietà nostra.

Attualmente, la viabilità stradale e ferroviaria è monitorata; riteniamo, almeno questo leggo nella relazione che mi è stata trasmessa dalla Protezione civile, che nel giro di quarantott’ore anche questa viabilità sarà ripristinata.

In buona sostanza, abbiamo purtroppo registrato, ed è un elemento di riflessione che sottopongo a me stesso, la perdita di numerose vite umane; altre persone sono disperse (si parla di un numero di venticinque, trenta dispersi), anche se a detta del dottor Bertolaso questi dispersi potrebbero essere in numero assolutamente inferiore; in realtà solo otto, nove famiglie hanno lamentato in maniera continua e forte l’assenza dei loro familiari. Pertanto, ci auguriamo e speriamo e contiamo che, nel giro di qualche giorno, riusciremo ad avere un quadro preciso anche della perdita dolorosissima delle vite umane.

Tutti gli sfollati sono stati alloggiati nelle strutture alberghiere, ci sono state persone che hanno preferito trovare alloggio presso le case dei familiari. E posso assicurare, con fermezza ma con serenità, che tutti hanno avuto un’adeguata assistenza.

Per quanto riguarda il comportamento del Governo, già sabato, un giorno dopo l’evento, lo stesso si è riunito e ha stabilito una serie di incontri che già in parte sono avviati, ha istituito un’unità di

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crisi nelle persone dell’assessore Beninati, dell’assessore Armao e nella mia persona, nelle rispettive competenze, nelle rispettive funzioni.

Ci siamo già incontrati, signor Presidente, a Messina presso l’ufficio del Genio civile per puntualizzare, ma soprattutto per calendarizzare, non più studi e piani, ma azioni ed interventi che speriamo di portare sul tavolo della Giunta nel giro di trenta, quaranta giorni per una celere approvazione.

Questo mi premeva sottolineare per sgomberare il campo da ogni equivoco, soprattutto dalle osservazioni e dalle considerazioni che sono apparse sui mezzi di stampa.

In merito alla seduta di oggi, l’assessore Beninati, che avrebbe dovuto essere presente qui con me, si scusa di non esserci, ma è dovuto recarsi a Messina per presiedere una riunione operativa di lavoro.

Quindi, un Governo attento, tempestivo, in grado di rispondere a questa tragica emergenza.

Certo, mi rendo conto che la questione non si può risolvere in un’elencazione fredda ed arida di dati, che pur sono necessari per radiografare e fotografare la situazione esistente, ma mi sembrava opportuno e necessario rappresentarvi questi dati, seppure freddi.

Il tema rimane quello dell’accertamento di eventuali responsabilità. Nessuno, e nemmeno io naturalmente, vuole sfuggire ad un confronto per approfondire, per chiarire alcuni lati chiari e quelli oscuri delle vicende che hanno preceduto questo evento.

In questi giorni sui mezzi di stampa si è proceduto ad uno scarico di responsabilità di un’istituzione nei confronti di un’altra: il Ministero ha accusato la Regione, questa ha accusato i Comuni. Devo dire che questo balletto di responsabilità, a mio avviso, non giova a nessuno; non mi sono prestato, nelle interviste televisive, a questo gioco di rimpallo di responsabilità.

Credo che sia necessario in questo momento un approfondimento serio che potrà venire fuori da un confronto dialettico in seno a quest’Aula, che è deputata al confronto politico.

Sono pronto, signor Presidente, ma desidero sottolineare talune cose rispetto ad alcune accuse che sono state pubblicate sui giornali e riferite da organi televisivi rispetto ad un tema a mio avviso assolutamente prioritario, quello del piano di assetto idrogeologico del nostro territorio.

Bene, come voi sapete sono alla guida dell’Assessorato del territorio e dell’ambiente da tre mesi, ma non per questo non ho avuto cura di registrare ed analizzare tutta la documentazione che si è venuta accumulando negli anni, soprattutto a partire da una data che ormai ricorre in tutti i giornali e in tutti i mezzi di comunicazione, cioè la data che tutti voi conoscete: 25 ottobre 2007, giorno in cui si è verificato un primo ed importante evento disastroso che, fortunatamente, non ha causato perdite umane, ma sicuramente è stato e doveva essere considerato come un grave campanello d’allarme.

Avrebbe dovuto stimolare le istituzioni ad adottare tutte le iniziative necessarie per venire incontro alle criticità che vengono rappresentate dal territorio.

E’ inutile negarselo, il territorio della Regione siciliana, in buona parte, è soggetto a rischio idrogeologico, ma non soltanto il territorio della Regione siciliana, tutto il nostro Paese; leggo che il Piemonte è la regione con il più alto grado di rischio di pericolosità rispetto al sistema idrogeologico e all’assetto del suolo.

Certo, ci vorrebbero risorse ingenti, infinite, per potere mettere in sicurezza tutto il territorio. Ma anche in assenza di risorse ingenti, credo sia arrivato il momento di fare una riflessione seria, una riflessione comune, che ci metta nelle condizioni di poter attivare tutte le procedure necessarie ad evitare che in futuro si verifichino eventi tragici come quello che ha colpito il nostro cuore, ma soprattutto la nostra Terra.

In questi ultimi tre mesi, da quando cioè sono alla guida dell’Assessorato del territorio e dell’ambiente, ho dato input e stimoli per l’aggiornamento del Piano di assetto idrogeologico. Voi tutti sapete che il PAI è uno strumento di pianificazione programmatico, è uno strumento dinamico soggetto a modifiche e a verifiche che vengono attuate sul campo, verifiche e modifiche che seguono i sistemi di trasformazione e di cambiamento del territorio.

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In questi tre mesi l’Ufficio, il Servizio che si occupa della difesa del suolo, ha già elaborato e portato all’attenzione della Giunta tre aggiornamenti; essi vengono riaggiornati e modificati continuamente. Ricordo, soprattutto a me stesso, che solo in Sicilia sono stati elaborati settanta piani per l’assetto idrogeologico; quindi, c’è un notevole impegno e competenza professionale.

Sicuramente dal 2007 ad oggi c’è stata una non felice o una non serena interlocuzione tra le istituzioni, c’è un vulnus che possiamo approfondire insieme, ci sono ritardi; sicuramente, non ci sono altre interpretazioni, che voglio lasciare agli organi inquirenti. Sulle responsabilità, eventuali responsabilità penali, indagherà la Magistratura che ha già aperto un fascicolo d’ufficio.

A noi, ma soprattutto a voi, spetta invece un approfondimento per verificare eventuali responsabilità sia di carattere politico che di carattere amministrativo.

Signor Presidente, termino questo mio intervento mettendomi a disposizione dell’Aula per i chiarimenti che mi vorrà chiedere.

ARDIZZONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ARDIZZONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho già deciso di parlare poco.

Voglio rivolgere solo una domanda all’assessore Milone. Probabilmente sarà accaduto per una svista, sua o mia, ma abbiamo sentito dichiarare in questi giorni che sarebbero stati stanziati 20 milioni di euro per le tristi e note vicende dell’alluvione che va sotto il nome di “alluvione di Giampilieri”.

Gradiremmo, quindi, sapere se effettivamente esiste un decreto che stanzia queste somme come afferma un comunicato stampa; e, inoltre, a quali comuni queste somme sono destinate.

Altra preghiera rivolgo al Presidente dell’Assemblea. Ho visto che sono stati presentati degli ordini del giorno, sicuramente per una svista, dato che gli ordini del giorno, generalmente, si accompagnano a disegni di legge.

Non entro nel merito della regolarità procedurale, ma ho letto il primo e in esso è riportato che a Trapani e provincia ci sono stati danni enormi, addirittura é la provincia più colpita.

La inviterei a non trattare oggi ordini del giorno di questa delicatezza - non ha senso, peraltro, dividerci per provincia - e di riservare il dibattito ad altro momento e ciò non per sfiducia nei confronti dell’Assessore, ma perché era questo il percorso che si era stabilito, come mi ha riferito il mio capogruppo, onorevole Maira, e cioè si era deciso di trattare tutti questi argomenti unitariamente e in presenza del Presidente della Regione.

PANARELLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PANARELLO. Signor Presidente, concordo con la richiesta avanzata dal collega Ardizzone.

Noi oggi siamo qui per discutere, per avere informazioni da parte del Governo, per rappresentare le istanze.

PRESIDENTE. Onorevole Panarello, comunico che la Presidenza si è già determinata. Poiché la discussione si svolge in due parti e martedì sarà presente in Aula il Presidente della Regione, gli ordini del giorno saranno trattati nella seduta di martedì prossimo.

Pertanto, dispongo in tal senso.

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PANARELLO. Signor Presidente, la ringrazio per il chiarimento. Ho ascoltato l’informativa che ci ha fornito l’Assessore e posso confermare, per quello che mi hanno riferito i miei concittadini che sono stati colpiti da questo evento drammatico, che i soccorsi e la macchina di supporto ha reagito tempestivamente, con grande efficienza e anche con umanità.

Quindi, mi associo alle considerazioni di ringraziamento fatte dall’Assessore per tutti coloro che hanno prestato soccorso e che tuttora stanno aiutando le popolazioni ad uscire da una condizione drammatica.

Questa vicenda, che poi affronteremo in termini più completi martedì alla presenza del Presidente Lombardo, credo che chiami tutti noi ad una riflessione impegnativa anche per il futuro partendo dalle considerazioni che l’Assessore faceva in termini autocritici rispetto ai ritardi che ci sono stati da parte delle istituzioni pubbliche ed in particolare da parte della Regione.

Ho apprezzato la difficoltà che l’Assessore ha voluto qui rappresentare nel richiamare gli elementi di ritardo, nel senso che ho apprezzato che l’Assessore non abbia detto - come hanno fatto tanti altri, in questi giorni - che lui non c’era e che, essendo assessore da tre mesi, non poteva assumersi responsabilità per un periodo antecedente ai tre mesi.

Pur non di meno, Assessore, non possiamo essere reticenti!

Abbiamo il dovere di ammettere con franchezza i limiti, i ritardi, le sottovalutazioni delle istituzioni, nel loro insieme, rispetto all’allarme che era stato lanciato negli anni passati, in particolare per quanto riguarda l’abitato di Giampilieri, il 25 ottobre 2007.

Dico ciò perché se non si parte da questo assunto, non si rende giustizia alle persone che sono morte ed ai loro parenti; non si rende giustizia a tutti quelli che hanno perso la casa o l’attività; non si rende giustizia a tutti coloro che, in ragione dell’evento determinatosi, hanno davanti una condizione di estrema incertezza e precarietà.

Dico ciò perché in occasione di tanti altri eventi luttuosi o drammatici è stato detto che si era in presenza di una tragedia annunciata; ma vorrei precisare che - se parliamo di alluvioni, di frane e altre calamità naturali - poiché il complesso del territorio nazionale e siciliano presenta un quadro di estremo degrado, si può dire che ogni evento che si verifica in qualche maniera è annunciato dal contesto. E in questa occasione, peraltro, l’affermazione è in qualche maniera letterale. Il 25 ottobre 2007 si era evidenziato che la collina soprastante l’abitato di Giampilieri era in una condizione di estrema vulnerabilità.

Il 25 ottobre 2007 non c’erano state vittime per una serie di concause favorevoli, a partire dal fatto che il temporale si era sviluppato nelle prime ore del pomeriggio, cioè in pieno giorno.

Dopodiché, quando i miei concittadini dicono che da due anni a questa parte non è stato sostanzialmente fatto nulla per fronteggiare una situazione che si era evidenziata in tutta la sua pericolosità, non è un lamento, bensì una constatazione ed è anche una richiesta di giustizia, rispetto alla quale noi tutti abbiamo il dovere di assumere un impegno conseguente.

Dico ciò perché sono stato testimone di un intervento di urgenza che non è riuscito a concretizzarsi nell’arco di due anni, di una condizione drammaticamente paradossale, per la quale il cantiere che doveva intervenire per mettere in sicurezza una parte della collina si doveva impiantare nella stessa settimana nella quale è successo l’evento drammatico di cui stiamo parlando, cioè di un sistema pubblico che non riesce, pur adottando procedure eccezionali o urgenti, ad intervenire nell’arco di due anni per tentare di prevenire ulteriori eventi calamitosi.

Sono stato testimone del fatto che, a fronte di una richiesta da parte dell’Assessorato territorio ed ambiente di utilizzare, anche qui per un intervento sempre sulla collina di Giampilieri, i fondi ex ponte sullo Stretto, disponibili da parte del Ministero per l’Ambiente, si sia risposto a tale richiesta da parte del Ministero in termini negativi, ma in un contesto che, se non fosse drammatico, potrebbe apparire grottesco.

Vorrei dire a lei, signor Assessore e a lei, signor Presidente e all’intera Assemblea, che nel novembre del 2008, il Ministero per l’Ambiente ha finanziato interventi per 106,5 milioni di euro in

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Sicilia, cioè settantuno interventi per complessivi 106,5 milioni di euro e tra questi settantuno interventi ha escluso un intervento per un milione di euro sulla collina di Giampilieri, per finanziare un intervento evidentemente urgente e neanche tanto oneroso.

Tutto ciò segnala il pericolo che i miei concittadini hanno avvertito in maniera tragica in questi giorni una volta che era passato il momento della commozione, dell’attenzione mediatica, politica e istituzionale, che ovviamente non può avere la stessa intensità per un lungo tempo, e cioè che ci si dimentichi di quello che è successo e che poi, tutti coloro che hanno il dovere di intervenire, affrontino i problemi che questa tragedia lascia come se fossero ordinaria amministrazione.

Quindi, siccome gli episodi che ho richiamato dimostrano che neanche gli interventi straordinari riescono a concretizzarsi in tempi accettabili, figuriamoci se le conseguenze di questa vicenda si dovrebbero affrontare in termini di ordinaria amministrazione.

Ho richiamato questi fatti non per aprire un fronte polemico, né per fare in questa sede proposte demagogiche; vorrei semplicemente sottolineare la necessità che quando martedì verrà in Aula il Presidente della Regione, dovrà essere in grado di offrire alcune ipotesi di lavoro concrete che segnalino ai cittadini di Giampilieri, di Scaletta Zanclea e di tutti gli altri centri colpiti da questa immane tragedia che c’è una Regione che si sta impegnando in maniera straordinaria per ripristinare condizioni di vita normali in quel territorio, per dare una prospettiva alle centinaia di cittadini che sono stati sfollati, a tutti quelli che hanno perso qualunque attività economica, per evitare che lì si determini una condizione di permanente disagio sociale.

Dico ciò perché nel corso di questi giorni drammatici, comprensibilmente si sono fatte varie ipotesi, si sono affrontati in termini necessariamente superficiali i problemi connessi al dissesto della collina soprastante Giampilieri, soprastante Scaletta, di tutto quel territorio e sono fiorite le ipotesi più disparate.

Assessore, vorrei che lei dicesse al Presidente della Regione, soprattutto se il Presidente assumerà la responsabilità di Commissario per l’emergenza, che bisogna fare in modo che quei nostri concittadini abbiano, in tempi rapidissimi, certezze, che quel territorio venga messo in sicurezza, in quanto voglio segnalarle che già, in ragione dell’estensione del movimento franoso e dei lutti che ha determinato, qualcuno pensa che non valga più la pena vivere in quel centro abitato.

Vorrei segnalarle, peraltro, che se, da parte della Regione, delle istituzioni locali, da parte del Governo nazionale, si immaginasse una soluzione di questo genere ci sarebbe non solo una reazione più che legittima da parte dei cittadini di quel centro, ma si porrebbe un problema più generale che riguarderebbe almeno il comune e la provincia di Messina; infatti, vorrei segnalarle che, nel solo comune di Messina, ci sono almeno trenta frazioni collinari e nell’intera provincia di Messina ci sono almeno cento agglomerati collinari, perché oltre ai comuni collinari, ci sono le frazioni dei comuni collinari e le frazioni collinari dei comuni marini.

Quindi, sarebbe inimmaginabile che, a fronte di un problema legato alla solidità del nostro territorio collinare - mi riferisco alla provincia di Messina ma, ovviamente, si potrebbe estendere ad una parte significativa del resto della Sicilia - la scelta fosse quella di abbandonare, di evacuare quei centri.

Noi abbiamo il dovere di mettere in atto tutti quegli interventi che consolidino quel territorio e consentano ai cittadini che vi abitano di poterlo fare in sicurezza, come è giusto.

Nel corso di queste settimane, si è parlato di abusivismo o, per meglio dire, di un’eccessiva cementificazione del territorio, ancorché su basi legali, e cioè piani regolatori che non tengono conto di un uso appropriato del territorio e di una valorizzazione del territorio. Ma il caso di Giampilieri ed in parte quello di Scaletta rimandano ad un dissesto idrogeologico legato sostanzialmente ad un processo che ha radici economiche e sociali - che non sto qui a richiamare -, di abbandono dei terreni di collina, rispetto al quale, da parte delle istituzioni pubbliche, sono necessari una politica, una programmazione ed un intervento adeguati in termini di risorse e di iniziative, perché ciò sta all’origine della vicenda che abbiamo drammaticamente vissuto nel corso di queste settimane.

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A questa causa sono legati gran parte degli eventi calamitosi che sono avvenuti negli ultimi anni in provincia di Messina.

Ecco perché - e concludo - vorrei, Assessore, che già nella seduta di martedì, da parte del gruppo di lavoro che è stato istituito, si possano prospettare interventi mirati a liberare quei territori dalle condizioni drammatiche nelle quali sono oggi, ma anche interventi che possano assicurare in prospettiva una soluzione definitiva ed una rassicurazione ai cittadini di quei centri che vogliono continuare a viverci in serenità e in tranquillità.

LACCOTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LACCOTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, brevemente anche perché l’onorevole Panarello ha già relazionato sulle vicende di questo tragico momento che vive la popolazione e mi duole osservare che, in fondo, questa tragedia di Messina viene vista come una tragedia in senso minore, come se noi fossimo “figli di un Dio minore”.

Signor Presidente, l’attenzione che c’è stata inizialmente per questa immane tragedia è stata un’attenzione che ha tentato pur sempre di abbassare i toni, nel senso che la tragedia ora si imputa a novecento casi di abusivismo. E ora si assiste a un contrasto con quello che dichiara il comandante dei Vigili di Messina e sui mass-media nazionale con quello che dichiara il Sindaco di Messina, e così viene a mancare lo spirito di solidarietà che doveva animare questa Sicilia, ma soprattutto l’Italia.

E’ strano, ma dobbiamo dirlo. Mentre in altre occasioni in tutti i campi di calcio si è osservato un minuto di silenzio, per questa tragedia, tragedia vista quasi come voluta dalle popolazioni, solo la Sicilia ha osservato il momento di silenzio.

Allora, di fronte a questo, di fronte a quello che è stato anche un atteggiamento di superficialità, penso che questa Assemblea - faccio appello al Presidente dell’Assemblea -, con la presenza del Governo debba dare invece risposte concrete.

In queste occasioni non sono utili le discussioni di parte, le divisioni di parte, le divisioni tra i diversi organismi, cosa alla quale, invece, stiamo assistendo in questi giorni anche sui mass-media nazionali. Infatti, da una parte vi è la Protezione civile nazionale che dice una cosa, da un’altra vi è lo Stato che dice un’altra cosa, da un’altra ancora vi è la Regione che ne dice un’altra e il Comune ed il Genio civile ne dicono un’altra ancora.

Bene, credo che abbiamo l’obbligo, caro Assessore, di dare risposte concrete a queste popolazioni, ma di darle soprattutto anche prevenendo altri fatti come questo che possono accadere in una provincia che di per sé, per il suo territorio, per il suo dissesto idrogeologico è sempre a rischio di frane e di nuove tragedie.

Non serve scaricarsi l’un con l’altro le responsabilità, annunciare finanziamenti che non ci sono, annunciare che sono stati erogati finanziamenti a pioggia, anche per quanto riguarda i consolidamenti senza un piano vero, un piano di programmazione regionale.

In questo momento, al di là delle parole, al di là del momento attuale che può portare anche ad uno stato di commozione perché Messina è al centro dei mass-media nazionali, bisogna dare risposte concrete.

Sarebbe veramente grave se in quest’Aula, il Governo, non si facesse promotore di una iniziativa concreta anche con un provvedimento legislativo ad hoc, da esitare in brevissimo tempo, per dare una copertura finanziaria ad un territorio, ad una popolazione che aspetta queste risposte.

Sarebbe altrettanto grave cercare di sminuire la portata di una tragedia che è immane e che ogni giorno di più si sta mostrando in tutta la sua gravità.

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