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(1)

LE MUTAZIONI

(2)

L’informazione genetica viene:

-

espressa

mediante la sintesi proteica

-

mantenuta

grazie ai processi di riparazione

-

replicata

(duplicata) e quindi trasmessa in modo inalterato alle generazioni successive

-

modificata: i processi di ricombinazione e

mutazione producono cambiamenti che creano

variabilità genetica

(3)

Le

mutazioni

sono dei cambiamenti ereditari del materiale genetico e sono eventi rari, casuali ed improvvisi.

Possono essere classificate in base all ’

origine, tipo cellulare, modalità di espressione, effetti sulla funzione, modificazione molecolare, effetto sulla traduzione.

(4)

In base all’

origine

le

mutazioni

possono essere distinte in :

a)

indotte: sono causate da agenti mutageni;

b)

spontanee: insorgono in condizioni normali in

assenza di specifici agenti esterni identificabili.

(5)

LE MUTAZIONI SPONTANEE

Sono le più frequenti. Hanno un ruolo importante in fenomeni biologici quali l’evoluzione e la cancerogenesi, e probabilmente sono implicate anche nell ’ invecchiamento, malattie autoimmuni, neurodegenerazione, aterosclerosi.

Ogni gene ha un particolare tasso di mutazione calcolato come la probabilità che una sequenza di DNA subisca una modificazione in una generazione.

(6)

Spontaneamente sono prodotti tutti i tipi di mutazione genica: sostituzione di base, inserzioni, duplicazioni e delezioni.

Le mutazioni si verificano con maggiore frequenza

in alcuni siti definiti

punti caldi

(hot spots), come

quelli contenenti 5-metil-citosina.

(7)

CAUSE ENDOGENE ED ESOGENE

Cause esogene: presenza nell ’ ambiente di agenti mutageni come radiazioni cosmiche, radionuclidi, analoghi di base del DNA e altri composti chimici che possono interagire casualmente con il DNA.

Cause endogene: sono correlate a processi fisico- chimici, quali rottura dell’elica del DNA in seguito ad idrolisi, oppure errori che si verificano nel corso dei processi fisiologici.

(8)

Sulla base della

linea cellulare

coinvolta le mutazioni possono essere:

a)

somatiche:

si manifesteranno se sono dominanti, se si verificano in un certo stadio dello sviluppo e se insorgono in alcune parti dell ’ organismo (se sono coinvolti geni delle crescita cellulare si può avere la trasformazione tumorale della cellula). NON sono trasmissibili alla progenie.

b)

germinali: coinvolgono i gameti e quindi SONO

ereditabili.

(9)

Sulla base modalità di espressione le mutazioni possono essere:

a) condizionali: si manifestano in particolari condizioni restrittive (es. alte temperature – mantello nel gatto siamese).

b) non condizionali: si manifestano indipendentemente dalle condizioni permissive o restrittive.

(10)

Sulla base degli effetti sulla funzione le mutazioni inducono:

a) perdita di funzione (effetto nullo): è abolita la normale attività del gene.

b) ipomorfico (leggero): l’attività del gene è ridotta.

c) ipermorfico: l’attività del gene è aumentata.

d) guadagno di funzione (espressione ectopica): il gene si esprime in cellule e tempi differenti dal normale.

Spesso sono dominanti.

(11)

Sulla base delle modificazioni molecolari le mutazioni inducono:

a) sostituzione di base: nel DNA duplicato una coppia di basi sostituisce quella originale (es: A G)

b) transizione: una purina (A o G) sostituita da un’altra purina, o una pirimidina (T o C) da un’altra pirimidina.

c) trasversione: una purina sostituita da una pirimidina o viceversa.

d) inserzione: presenti uno o più nucleotidi addizionali e) delezione: persi uno o più nucleotidi.

(12)

Sulla base degli effetti sulla traduzione le mutazioni possono essere:

a) sinonimo o silente: nessuna modificazione nell’aminoacido codificato;

b) missenso o non sinonimo: cambiamento dell’aminoacido codificato;

c) non senso o di terminazione: blocco della sintesi del polipeptide.

d) scivolamento del modulo di lettura (frameshift): la lettura dei codoni si sposta dalla fase corretta.

(13)

Le mutazioni in base all ’ ampiezza del cambiamento possono essere:

1) geniche: uno o più nucleotidi

2) cromosomiche: uno o più cromosomi

3) genomiche: intero genoma

(14)

LE MUTAZIONI

GENICHE

(15)

Sono cambiamenti della sequenza nucleotidica del DNA.

Si possono verificare per:

1)

sostituzione di base

2)

inserzione/duplicazione/delezione

(frameshift)

Il cambiamento può riguardare

una

o poche basi;

nel primo caso si parla più propriamente di

mutazioni puntiformi.

(16)

Una caratteristica delle mutazioni geniche, in particolare di quelle puntiformi, è la reversibilità cioè la capacità di ridare, in seguito ad una successiva mutazione, il fenotipo normale.

Reversione vera o retromutazione: la sequenza del gene mutato torna ad essere quella esatta (si ristabilisce oltre al fenotipo anche il genotipo normale).

(17)

Reversione di sito o di codone: la mutazione che ha riportato al fenotipo normale è avvenuta all’interno del codone originale; la nuova tripletta continua a codificare per lo stesso aminoacido a causa della degenerazione del codice.

Reversione per soppressione: la sequenza del gene resta mutata ma la seconda mutazione che sopprime l’effetto della prima, ristabilendo il fenotipo normale, avviene in un punto diverso del DNA.

(18)

LE MUTAZIONI

CROMOSOMICHE

(19)

Le mutazioni cromosomiche possono essere classificate in due gruppi principali:

1) numeriche (poliploidia e aneuploidia): cambiamenti nel numero di interi assetti cromosomici oppure modificazioni nel numero di singoli cromosomi

2) strutturali (aberrazioni cromosomiche): modificazioni nella sequenza del DNA lungo l’asse del cromosoma in seguito ad eventi di rottura del cromosoma stesso.

Quando questi eventi di rottura sono seguiti da riunioni e quindi una riorganizzazione strutturale del cromosoma, si parla di riarrangiamenti strutturali, altrimenti si definiscono delezioni

(20)

LE MUTAZIONI CROMOSOMICHE NUMERICHE

Si distinguono in:

 Poliploidia: cambiamento di interi assetti cromosomici cioè il numero dei cromosomi di un organismo è un multiplo del numero aploide di quella specie.

 Aneuploidia: modificazione del numero di singoli cromosomi che determinano un ineguale numero a carico della coppia cromosomica

(21)

Le anomalie che interessano gli autosomi sono spesso letali (aborti precoci o morte perinatale) oppure si accompagnano a fenotipi anormali facilmente rilevabili (es. trisomia del cromosoma 18 nel bovino che si associa ad una grave forma di brachignatismo;

trisomia del cromosoma 27 nel cavallo associata ad artrogrifosi).

(22)

Tra queste si ricordano:

 la sindrome di Turner o monosomia X (X0):

soggetti con genitali esterni femminili ma con gonadi assenti o atrofiche;

 la sindrome di Klinefelter (XXY): soggetti fenotipicamente maschili ma con atrofia testicolare e ginecomastia;

Le anomalie che interessano i cromosomi sessuali sono compatibili con la vita ma si associano a gravi problemi di fertilità o in taluni casi a sterilità.

(23)

la sindrome del triplo X (XXX): soggetti fenotipicamente femminili a volte normali ma sterili, in altri casi presentano mancato sviluppo somatico.

(24)

FREE-MARTIN O

MOSAICISMO ERITROCITARIO (XX/XY)

Il Free-Martin o mosaicismo eritrocitario (XX/XY) è un esempio di intersesso che si verifica soprattutto nella specie bovina (raramente nelle specie ovina e suina), nel 92% delle gravidanze gemellari quando i due feti gemelli sono di sesso opposto. I maschi sono generalmente normali e fertili mentre le femmine sono sterili. Fenotipicamente presentano i genitali esterni, ma in genere l ’ utero non è sviluppato e le ovaie possono presentare contemporaneamente tessuto ovarico e testicolare.

(25)
(26)

Negli stadi iniziali dello sviluppo si verifica una fusione delle membrane fetali, con conseguente anastomosi dei vasi placentari, in tal modo si verifica uno scambio degli ormoni prodotti nei due feti di sesso diverso e dei linfociti e delle altre cellule del sangue.

Gli ormoni maschili sono secreti dal testicolo del vitello prima che l ’ ovaio della gemella sia completamente sviluppato e impediscono il normale accrescimento sia dell’ovaio che delle vie genitali.

(27)
(28)

Due piastre metafasiche di una manza di razza Agerolese, 2n = 60, XX/2n=60, XY, Free-martin

(29)

LE MUTAZIONI CROMOSOMICHE STRUTTURALI

Esistono 4 tipi principali di mutazioni cromosomiche che implicano cambiamenti nella struttura del cromosoma:

o delezioni e duplicazioni: comportano un cambiamento nella quantità di DNA;

o inversioni: comportano un cambiamento nell’orientamento di un tratto cromosomico;

o traslocazioni: implicano un cambiamento nella localizzazione di un segmento cromosomico.

(30)

Tutte queste mutazioni hanno origine da una o più rotture nel cromosoma. Se una rottura si verifica all ’ interno del gene, la sua funzione può andare perduta.

Pertanto i danni saranno strettamente correlati all’informazione genetica che viene persa.

Da un punto di vista clinico, sono interessanti le anomalie bilanciate cioè associate a situazioni di euploidia, che non comportano alterazioni fenotipicamente visibili ma che spesso sono associate a problemi di fertilità.

(31)

LA DELEZIONE

E’ caratterizzata dalla perdita di un tratto di un cromosoma in seguito ad una rottura che può essere indotta da diversi agenti eziologici: la temperatura, le radiazioni (in particolare quelle ionizzanti), virus, sostanze chimiche o da errori nella ricombinazione.

Mancando un segmento cromosomico, le delezioni non sono reversibili.

Le conseguenze dipendono da geni o dalle parti di geni che vengono rimossi.

(32)

A

B C

E

G

H A

B

C

E D

F

G H

Cromosoma normale

Delezione del segmento D

F

(33)

LA DUPLICAZIONE

E’ caratterizzata dal raddoppiamento di un tratto di un cromosoma. La dimensione del tratto duplicato può variare ampiamente e segmenti duplicati possono trovarsi in punti diversi del genoma oppure in una posizione tandem (cioè l’uno vicino all’altro testa- coda).

Duplicazione tandem inversa: l’ordine dei geni nel segmento duplicato è il contrario dell ’ ordine originale.

Duplicazione tandem terminale: i segmenti duplicati sono disposti in tandem all ’ estremità di un cromosoma.

(34)

A

B C

D

E

F

A

B C

C B

D

E F

A

B C C B

D

E F

A

B A

C B

D

E F Cromosoma

normale

Tandem Tandem inversa terminaleTandem

(35)

Le duplicazioni di determinate regioni genetiche possono avere effetti fenotipici ben precisi, come avviene nella mutazione Bar sul cromosoma X di Drosophila melanogaster (Sturtevant A. e Morgan T., 1920).

Nei soggetti omozogoti per la mutazione Bar il numero degli ommatidi dell’occhio composto è ridotto (occhio a forma di barra o fenditura) rispetto a quello dell’occhio normale (occhio di forma ovale).

Gli individui eterozigoti per Bar, hanno un numero maggiore di ommatidi e quindi un occhio a barra leggermente più largo (mutazione a dominanza incompleta).

(36)

FENOTIPI DI DROSOPHILA MELANOGASTER

FENOTIPO SELVATICO

FENOTIPO DEL MUTANTE BAR OMOZIGOTE

(37)

Tale duplicazione probabilmente è insorta in seguito a un crossing-over ineguale che si verifica quando i cromosomi omologhi non si appaiano in modo corretto forse a causa della presenza di sequenze di DNA simili in regioni vicine di un cromosoma.

Un crossing-over sbagliato darà origine a due gameti, uno con una duplicazione ed uno con una delezione.

(38)

16 A

16 A

16 A

CROSSING OVER INEGUALE

16 A

Cromosoma senza 16A Cromosoma

con 2 copie 16A (Bar)

Cromosoma X

(39)

L’INVERSIONE

Si verifica quando un segmento cromosomico viene tagliato e poi reintegrato nel cromosoma dopo rotazione di 180° rispetto all ’ orientamento originale.

Vi sono due tipi:

Inversione pericentrica: comprende il centromero;

Inversione paracentrica: non comprende il centromero.

Il materiale genetico non viene perduto, però possono esservi delle conseguenze fenotipiche se i punti di rottura sono all’interno di un gene o entro regioni che controllano l’espressione di un gene.

(40)

A

B C

D E F

Inversione pericentrica

G

C D

A

B

F G

C D

A

B C

D E

G

Inversione paracentrica

H

C B

F

A

E

G H F

C B

(41)

Le conseguenze meiotiche:

a) se l’inversione è allo stato omozigote, la meiosi è normale;

b) se l’inversione è allo stato eterozigote, il crossing- over comporta gravi conseguenze genetiche.

I prodotti del crossing-over saranno diversi a seconda del tipo di inversione. A causa della presenza di un tratto invertito su un omologo, l’appaiamento dei cromosomi omologhi richiede la formazione di anelli o anse di inversione, contenenti i tratti invertiti.

(42)

CROSSING-OVER IN UN’INVERSIONE ETEROZIGOTE PARACENTRICA

(43)
(44)
(45)

CROSSING OVER IN UN’INVERSIONE ETEROZIGOTE PERICENTRICA

(46)

Prodotto normale

Prodotto con delezione

EFGH/duplicazione A

Prodotto con inversione

Prodotto con delezione

A/duplicazione EFGH

(47)

LA TRASLOCAZIONE

E ’ una mutazione cromosomica consistente nel cambiamento di posizione di segmenti cromosomici e quindi delle sequenze geniche in essi contenute. Non vi è né aumento né perdita di materiale genetico.

Vi sono due tipi di traslocazioni semplici:

intracromosomica (entro un cromosoma):

cambiamento di posizione di un tratto cromosomico entro lo stesso cromosoma;

(48)

intercromosomica (tra cromosomi): spostamento di un segmento cromosomico da un cromosoma ad un altro non omologo.

Quest’ultima a sua volta può essere:

non reciproca: implica un trasferimento da un cromosoma ad un altro;

reciproca: implica uno scambio di segmenti tra due cromosomi.

(49)

A

B C

D

E

F

Intracromosomica

G

H I

M N

Intercromosomica non reciproca

A

B C D E

F G

A

B C

D

E

F G

L

A

B C D

E

F G

H I

M N L

TRASLOCAZIONI

(50)

H I

M N

Traslocazione intercromosomica reciproca

A

B C

D

E

F G

L

H

I C

D

E

F G

A B

M N L

(51)

Negli organismi omozigoti per le traslocazioni, la conseguenza di questa mutazione è un cambiamento della relazione di associazione tra i geni.

Le traslocazioni influenzano soprattutto i prodotti della meiosi. In molti casi, alcuni gameti prodotti sono sbilanciati, in quanto hanno duplicazioni o delezioni e possono essere non vitali.

Nei casi omozigoti per una traslocazione reciproca, la meiosi avviene normalmente, dato che tutti i geni si possono appaiare correttamente e il crossing-over non produce nessun cromatidio anomalo.

(52)

Negli organismi eterozigoti per una traslocazione reciproca le diverse parti dei cromosomi omologhi cercano di appaiarsi come meglio possono dando luogo nella profase della meiosi I a configurazioni particolari (es. a croce). I problemi insorgono nell’anafase I durante la segregazione che si potrà realizzare in vari modi dando luogo a gameti vitali (se contengono una serie completa di geni) o non vitali (se contengono delezioni o duplicazioni geniche).

Negli animali i gameti portatori di segmenti cromosomici duplicati o deleti possono funzionare, ma gli zigoti originati da tali gameti generalmente muoiono.

(53)

MEIOSI IN UNA TRASLOCAZIONE ETEROZIGOTE

(54)

Configurazione a croce

Profase I

Tre possibili modi di segregazione

Segregazione

alternata Segregazione

adiacente-1 Segregazione adiacente-2

(55)

LA TRASLOCAZIONE ROBERTSONIANA

Definita anche fusione centrica, è l ’ aberrazione cromosomica più studiata e diffusa (nei bovini è presente soprattutto nelle razze da carne).

Consiste nella fusione di due cromosomi acrocentrici ai centromeri con la conseguente formazione di un cromosoma metacentrico o submetacentrico e di un piccolo elemento eterocromatico che presumibilmente si perde nelle susseguenti divisioni.

(56)

TRASLOCAZIONE ROBERTSONIANA

Cromosomi acrocentrici non omologhi

Rottura e fusione

+

+

Cromosoma traslocato

Frammenti perduti

(57)

Questo tipo di aberrazione cromosomica fu scoperta da Gustavsson nel 1964, nel corso di un’ indagine cariologica condotta su 2045 animali appartenenti alle razze: Bianca e Rossa Svedese (SRB) e Frisona Svedese (SLB).

Furono evidenziati tre diversi assetti cromosomici:

2n = 60, 2n = 59 (portatori eterozigoti) e 2n = 58 (portatori omozigoti).

Affinate le tecniche di bandeggio fu scoperto che i cromosomi coinvolti nella fusione centrica erano l’1 ed il 29.

(58)

Nei portatori eterozigoti della traslocazione Robertsoniana, teoricamente, si ha la formazione di gameti normali o bilanciati e, attraverso la non disgiunzione meiotica, alla formazione di gameti aneuploidi.

Nei gameti bilanciati si conta un corredo cromosomico aploide 2n=59, ma il numero fondamentale (numero di braccia) resta quello del cariotipo normale aploide (l’informazione genetica è totalmente trasmessa, ad eccezione del corredo cromomerico).

(59)

Nei gameti aneuploidi, formatisi attraverso una segregazione non disgiuntiva, si ha una perdita di informazione genetica o la presenza di cromosomi in più.

La partecipazione di gameti aneuploidi alla fecondazione porta alla formazione di zigoti monosomici o trisomici che muoiono durante la gestazione (corredo cromosomico incompatibile con la vita).

(60)

Pertanto, individui eterozigoti per una traslocazione Robertsoniana presentano una riduzione di fertilità, percentuali di aborto superiore alla media ed un certo numero di progenie aneuploide con anormalità congenite.

(61)

Y

X

rob(1;29)

Piastra metafasica di bovino di razza Agerolese 2n = 60, XY;

rob (1;29)

(62)

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